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Paolo Barelli1
Le strategie per organizzare l’assistenza • il livello di autogestione degli infermieri o Gloria Pallaoro2
Il dibattito sui modelli organizzativi di erogazione l’autonomia gestionale del coordinatore; Serena Perli3
delle cure infermieristiche è molto vivace sia in • il grado con cui viene sviluppata la gestio- Silvia Strimmer4
Maria Luisa Zattoni5
letteratura che tra gli infermieri del nostro Pae- ne dei casi (case management);
se. Tuttavia, la terminologia utilizzata, talvolta im- • il grado di coinvolgimento dell’equipe.
1Dirigente Servizio
portata da sistemi infermieristici di altri paesi, co- Infermieristico
me ad esempio il Primary Nursing, oppure da I nuovi modelli sono stati sviluppati con l’o- Ospedale di Trento
linguaggi manageriali, come ad esempio lo Sha- biettivo di aumentare la soddisfazione degli in- 2Coordinatrice Cardiologia
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Modelli di Responsabile Lavoro in base Gestione della Decisioni Separazione della responsabilità Esiti sui Impatto sulla
Erogazione delle decisioni ai compiti o ai comunicazione accentrate o organizzativa e assistenziale pazienti soddisfazione
assistenziali pazienti sui pazienti decentrate del personale
Team/functional Infermiere responsabile Lavoro in base Di coordinamento e Decisioni accentrate Unificate nel team leader; Rapporto costo Maggiore
Contributi
Nursing dell’attività assistenziale ai compiti per delega delle attività nel team leader che ogni operatore è responsabile efficacia: risultati soddisfazione del
erogata ad un gruppo un gruppo di è l’infermiere della propria attività contrastanti e poca personale e miglior
di pazienti pazienti generalizzabilità per tasso di permanenza
ed esperienze
complicanze
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P. Barelli, G. Pallaoro, S. Perli, S. Strimmer, M. L. Zattoni: Modelli di organizzazione dell’assistenza: sono efficaci?
Contributi
ed esperienze
ni e condotto alla fine degli anni ‘80 ha con- deguati, le risorse infermieristiche vengono uti-
frontato reparti organizzati con il modello pri- lizzate in modo inappropriato.10-11
mary nursing e con il team nursing. L’assisten- Le prime valutazioni dell’assistenza centrata
za nei reparti con primary nursing era di qua- sul paziente hanno documentato un aumen-
lità più elevata, gli infermieri erano più soddi- to della soddisfazione fra gli infermieri, i pa-
sfatti del lavoro, c’era minore turnover e costi zienti ed i medici. Si è ridotto significativa-
più bassi per giornata di degenza.5 mente il tempo di accettazione per il ricove-
Uno studio britannico del 1996, ha indagato se ro da una media di 448 a una di 23 minuti.
i pazienti assistiti secondo il primary nursing Occorre meno personale (riduzione del 9%),
riuscivano ad identificare un infermiere come ma aumenta il tempo dedicato dagli infermieri
il loro referente e erano, per questo, più sod- all’assistenza diretta e diminuisce la durata del-
disfatti.6 Sono state osservate differenze molto la degenza.12
piccole per la percezione degli infermieri e de- Uno studio successivo13 ha osservato alcuni esi-
gli operatori di supporto nel sostegno nel la- ti prima e dopo l’introduzione del modello di
voro, supervisione, autonomia e pressione del assistenza centrato sui pazienti: sono diminui-
lavoro a favore del primary nursing rispetto al ti gli errori di terapia ma non c’è stata nessuna
team-nursing7. differenza per le cadute, le lesioni da decubi-
Kangas et al.8 hanno esaminato tre ospedali do- to e la soddisfazione dei pazienti, né un au-
ve si attuavano rispettivamente modelli di team mento di ore dedicate all’assistenza. In contrasto
nursing, case management e primary nursing con i precedenti, questo studio ha anche rile-
senza osservare differenze nella soddisfazione vato un aumento nella insoddisfazione del la-
degli infermieri e dei pazienti. voro fra gli infermieri, scarsa collaborazione fra
i medici e i manager e minore soddisfazione
Assistenza centrata sul paziente anche tra il personale di supporto, che perce-
(patient focused nursing) piva minor discrezionalità nel lavoro.
Il modello di Assistenza centrata sul paziente
è diventato popolare negli anni 90, era della 2) Modelli professionali
reingienerizzazione degli ospedali.9 Coinvolge La relativa scarsità di ricerche sull’efficacia dei
un gruppo di operatori di diverse professio- diversi modelli organizzativi, rende difficile ca-
nalità: obiettivo è quello di raggruppare i pa- pire quale scegliere. La modifica di numeri, ti-
zienti per gruppi omogenei, strutturare servizi pologie, ruoli e collocazione degli operatori che
in grado di dare risposte efficaci, decentrare le erogano assistenza non sembrerebbe dare ri-
cure, delegare agli operatori le scelte e garan- sultati migliori per gli esiti sui pazienti e sul per-
tire continuità nell’assistenza. sonale.14
I quattro principi guida del modello sono: sem- Gli studi più attuali hanno spostato l’attenzio-
plificazione dei processi, raggruppamento omo- ne sulla cultura degli ospedali e dei reparti, sul-
geneo di pazienti, avvicinamento dei servizi ai la composizione quali-quantitativa del gruppo
pazienti e allargamento delle competenze del assistenziale, sul ruolo dei manager.
personale attraverso la formazione degli ope- Alcuni ricercatori ritengono che il coordinato-
ratori. Questo modello è stato disegnato per mi- re infermieristico del reparto o servizio abbia
gliorare la qualità dell’assistenza, creare un am- il più grosso impatto sul turnover di infermie-
biente di lavoro attraente e che favorisca la per- ri e che il rapporto tra i coordinatori e la loro
manenza degli operatori, e ridurre i costi. equipe dovrebbe essere studiato come una
L’assistenza centrata sul paziente riconosce strategia per trattenere gli infermieri in servi-
esplicitamente l’importanza dei sistemi di sup- zio. Da questo filone di studi è derivato un nuo-
porto che comprendono: la distribuzione del- vo orientamento sui modelli orientati al pro-
le terapie direttamente dalla farmacia ai pazienti, fessionista (modelli professionali) che stanno
sistemi che garantiscono la biancheria dalla la- ricevendo la maggiore attenzione perché ven-
vanderia direttamente nelle stanze di degenza; gono utilizzati negli ospedali magnete (si ri-
oppure sistemi centralizzati di trasporto dei pa- manda a pag. 186), e sono basati su una filo-
zienti. Purtroppo quando questi servizi sono ina- sofia comune: coinvolgere e condividere le
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scelte con gli infermieri. Gli ospedali nei qua- ziente, garantire il valore della formazione com-
li gli infermieri partecipano formalmente alle plementare e dell’esperienza clinica, della col-
decisioni hanno meno carenza di infermieri ed laborazione interdisciplinare e assicurare una
un minor tasso di turn-over.15 differenziazione stipendiale in base al contri-
buto di ciascun infermiere. Gli obiettivi di que-
Nursing case management (NCM) sto modello sono:
Il nursing case management viene proposto per • assistenza infermieristica pertinente ai biso-
controllare i costi dell’assistenza migliorando gni dei pazienti, erogata da infermieri com-
la qualità attraverso una collaborazione inter- petenti;
disciplinare. Il NCM si orienta su una specifica • uso efficace ed efficiente delle limitate risorse
popolazione di pazienti, che segue durante l’in- infermieristiche disponibili;
tero percorso di cura. In letteratura si trovano • equo compenso;
due categorie di NCM: quelle centrate sugli • progressione di carriera degli infermieri;
ospedali e quelle sul territorio. In ambito ospe- • lealtà verso l’azienda (senso di appartenen-
daliero, il NCM garantisce la fluidità e conti- za all’azienda);
nuità del percorso di cura dall’ingresso alla di- • prestigio della professione infermieristica.
missione. Il NCM centrato sulla comunità, è sta-
to sviluppato in risposta alla frammentazione Gli studi pubblicati riportano una migliore sod-
dei servizi, anche per ridurre l’ospedalizzazio- disfazione dei pazienti, una riduzione della
ne e le riammissioni. In ospedale l’infermiere durata della degenza e dei costi. La maggior
agisce come tutore del paziente, ne valuta quo- parte degli autori riportano effetti positivi o as-
tidianamente i progressi, modifica l’assistenza senza di differenze sulla soddisfazione degli in-
in base alla valutazione e prepara il paziente fermieri17.
alla dimissione. Gli obiettivi del case manage-
ment infermieristico includono: la riduzione del- Governo condiviso (Shared governance)
la frammentazione delle cure, il miglioramen- Il governo condiviso è una filosofia resa po-
to dell’autocura del paziente e della qualità di polare da O’Grady18: è stata studiata per crea-
vita, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e la re strutture organizzative orientate a ridurre
riduzione dei costi.16 l’elevato turnover e l’insoddisfazione del per-
Seago9 nella sua revisione per valutare l’effi- sonale infermieristico. Utilizza un approccio
cacia del case management su esiti clinici ed partecipato e decentrato. Il personale infer-
economici sottolinea come aumenta la sod- mieristico partecipa alle decisioni che hanno
disfazione degli infermieri, dei pazienti, dei un impatto sul lavoro, sull’ambiente organiz-
medici e migliora la qualità dell’assistenza, si zativo e sullo sviluppo professionale. Questo
riduce la degenza e, di conseguenza, i costi. contrasta con la tradizionale forma di gestio-
Nella sua revisione, cita uno studio su pazienti ne gerarchica e burocratica dove un caposa-
sottoposti ad intervento di protesi d’anca e con la pianifica, organizza e controlla la gestione
patologie polmonari, che ha documentato dell’unità operativa e del personale. Le ricer-
una riduzione della degenza rispettivamente che sull’efficacia di questo approccio danno
di 2.1 e 3.5 giorni. Un altro studio che ha com- risultati contrastanti: molti studi hanno docu-
parato più di 700 pazienti assistiti con case mentato una maggiore soddisfazione degli in-
management dimostra una riduzione dei ri- fermieri, ma non è stato ancora valutato l’ef-
coveri (53 in meno), delle giornate di ricove- fetto a lungo termine della maggiore autono-
ro (895 in meno) e della durata della degen- mia decisionale né l’impatto di questo modello
za (1.73 giorni più bassa) rispetto ai pazienti sugli esiti clinici.9
seguiti di routine.
Modelli di assistenza infermieristica specia-
Assistenza infermieristica differenziata lizzata/esperta (Advanced Practice Nursing)
in base alle competenze I modelli di Advanced Nursing Practice (APN)
Questo modello si basa sulla divisione del la- si basano infermieri esperti e con competen-
voro impostata per soddisfare i bisogni del pa- ze cliniche specifiche (con un master).
Contributi
ed esperienze
P. Barelli, G. Pallaoro, S. Perli, S. Strimmer, M. L. Zattoni: Modelli di organizzazione dell’assistenza: sono efficaci?
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