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DEFINIZIONE DI SOCIOLOGIA

Vi sono 2 posizioni contrapposte:


- Donati = definisce la famiglia: la famiglia è una relazione sociale sui generis,
ossia una relazione con caratteristiche specifiche,
la quale si articola su 2 assi relazionali:
- orizzontale, detto asse del religo (polo affettivo) -> riguarda il rapporto tra i 2 patner,
costitutivo per la famiglia
- verticale, detto asse del refero (polo etico) -> riguarda il rapporto genitorialità-filiazione

- Chiara Saraceno -> parla della famiglia senza fornire una definizione;
lei non definisce la famiglia ma descrive la pluralizzazione delle famiglie

CICLO DI VITA
La famigli è un sistema relazione, composto da due agenti,
e con proprie caratteristiche

Tra le caratteristiche emergenti,


emerge il fatto che la famiglia fa parte di un ciclo di vita:
ciò significa che, ogni famiglia attraversa una successione di fasi diverse tra loro,
le quali definiscono il suo percorso, definendo quindi il suo ciclo di vita

Ogni fase è caratterizzata da specifici compiti di sviluppo,


che comportano una continua rielaborazione dei rapporti
a livello di coppia/delle relazioni genitori-figli/ di quelle con la famiglia di origine
(ogni appartenente alla famiglia, in ogni fase del ciclo di vita famigliare,
è impegnato ad affrontare più compiti di sviluppo, in quanto è coinvolto in più relazioni)

La soluzione di questi compiti consente il passaggio alla fase successiva

Lo sviluppo si realizza nel tempo ed è scandito da eventi critici,


che innescano processi di trasformazione,
necessari al passaggio da una fase all´altra del ciclo di vita

Di conseguenza, ogni famiglia attraversa cicli di vita che si ripetono,


caratterizzati da fasi di funzionamento e di adattamento,
ma anche di crisi famigliare

È inoltre importante non confondere il ciclo di vita famigliare con il ciclo di vita individuale

Si ricorda a tal proposito il modello di sviluppo proposto da Carter e McGoldrick,


le quali propongono un ciclo di vita a 6 stadi,
ognuno dei quali prevede dei compiti emozionali:
- GIOVANE ADULTO SENZA LEGAMI: differenziazione e definizione del proprio sé
rispetto ai famigliari, all´ambito lavorativo e
alle relazioni con i propri pari
- FORMAZIONE DELLA COPPIA: costruzione dell´identità di coppia;
ridefinizione delle relazioni con le stesse famiglie
- NASCITA DEL PRIMO FIGLIO
FAMIGLIA CON BAMBINI PICCOLI: accettazione del figlio come nuovo membro;
assunzione dei ruoli genitoriali e riadattamento delle relazioni
con la famiglia di origine
- FAMIGLIA CON ADOLESCENTI: incremento della flessibilità dei confini famigliari
per permettere il progressivo svincolo dei figli;
nuova attenzione ai rapporti di coppia
- FAMIGLIA IN CUI I FIGLI ADULTI ESCONO DI CASA: accettazione di un n. sempre maggiore di
movimenti di uscita e di entrata nel sistema
- FAMIGLIA NELL´ETÀ ANZIANA: accettazione del cambiamento dei ruoli generazionali;
mantenimento del funzionamento di coppia;
sostegno del ruolo centrale delle generazioni in mezzo

LA LEATLÀ FAMIGLIARE
La lealtà è un processo psichico funzionale al mantenimento e alla sopravvivenza di un determinato gruppo
sociale e corrisponde alle aspettative di un gruppo, cui tutti i suoi componenti sono tenuti ad aderire;
Si tratta inoltre di un processo sociale, morale, politico, religioso, ma anche famigliare

Si ricorda a tal proposito il concetto di lealtà


che viene implicitamente assimilato dai bambini:
fin da subito ai bambini viene insegnato che, l´obbedienza ai principi famigliari, è determinante

Allo stesso tempo il bambino interiorizza l´idea di potere,


ossia la presenza di qualcuno che comanda qualcun´altro, favorendo in tal modo la competizione

Il bambino quindi si trova a dover obbedire alle regole imposte,


rinunciando ai propri desideri, in quanto gli viene insegnato che,
le qualità personali vengono meno rispetto alle aspettative che gli altri hanno di loro

Il bambino non svilupperà quindi un´idea di sé che rispecchia i propri desideri, le proprie aspirazioni bensÌ
sarà alla continua ricerca di gratificazioni ed apprezzamenti dall´esterno

Nel caso, invece, di trasgressione/disobbedienza, il bambino svilupperà sensi di colpa,


in quando si crea una distorsione tra l´immagine ideale richiesta dai genitori e l´immagine che il bambino
percepisce di sé

Si affermano in tal modo dei meccanismi di controllo del singolo e della società
(Boszormegyi-Nagy e Spark ciò avviene “per un senso consapevolmente riconosciuto di obbligo e per un
obbligo inconscio di appartenere al gruppo”)

Inoltre nei nuclei famigliari è ricorrente che si affermi un meccanismo definito come vittimismo,
il quale permette di assicurarsi il controllo sulle persone grazie al protrarsi del senso di colpa

È inoltre comune che si affermi la convinzione che, il presunto amore filiale , il quale dovrebbe
corrispondere al dono, in realtà si rivela come uno scambio:
ossia l´amore viene dato in cambio della propria totale dedizione e adesione all´immagine ideale proiettata

Il concetto di lealtà è stato quindi travisato con l´uso della parola fiducia:
parlare di fiducia corrisponde al parlare dell´aspettativa che l´altro agisca e pensi esattamente come si
pretende avvenga
I CONFINI (membrana) DELLA FAMIGLIA
S. Minuchin ha parlato di confini di famiglia,
dove per confini si intende il grado di differenziazione della famiglia,
sia tra i componenti e la famiglia stessa, sia verso l´esterno

S. Minuchiun ha inoltre paragonato la membrana famigliare ad una membrana cellulare:


si ricorda che quest´ultima, per sopravvivere, permette a qualcosa di esterno di filtrare al suo interno e
a qualcosa di interno di uscire all´esterno
(analogamente si può immaginare lo stesso meccanismo anche per le famiglie)

Si ricorda poi che ogni famiglia è soggetta al cambiamento


e che la risposta a tale cambiamento è determinata proprio dalla qualità dei confini della struttura
famigliare, dalla sua capacità evolutiva e dalla sua resistenza al cambiamento

I vari modelli famigliari presentano una tolleranza ed una capacità di adattamento diversa fra loro,
ecco alcuni esempi:

MODELLO INVISCHIATO: confini non definiti o diffusi


Nelle famiglie che seguono questo modello, i principi di appartenenza e lealtà risultano fondamentali

Inoltre, la mancanza di confini chiari, spinge in membri del nucleo famigliare ad stare troppo vicini l´un l
´altro, tanto che viene meno la privacy e tutto dev´essere comunicato:
i soggetti non sono quindi liberi di agire, bensì ogni aspetto della loro vita deve passare per l´approvazione
famigliare o sociale:
in tal modo, però, i membri avranno difficoltà a sviluppare l´autonomia e la capacità di critica personale

Ogni azione deve poi essere schematica e nulla deve essere lasciato al caso

Si ricorda poi che l’identità personale dei membri della famiglia,


si svilupperà sulla base dell´immagine ideale che gli altri proiettano sul soggetto

Tutti questi aspetti, provocano nell´individuo un senso di inibizione ed impotenza,


che rischia di trasformarsi in ansia, insicurezza, rabbia esplosiva e inadeguatezza personale,
le quali però, per non venire meno all´immagine ideale a cui il soggetto aderisce, vengono trattenute
(questo è uno dei motivi per cui queste persone diventano spesso ipocrite e formali)

MODELLO DISIMPEGNATO: confini rigidi


Nelle famiglie che seguono questo modello, i principi di appartenenza e di lealtà sono labili

I membri del gruppo hanno inoltre difficoltà a formare delle regole e dunque
ognuno impara ad arrangiarsi per conto proprio, disinteressandosi degli altri componenti

In tal modo si sviluppa però una carenza affettiva, che verrà ricercata, con difficoltà, all´esterno

Inoltre, membri di questo modello famigliare, per compensare la loro percezione di non essere amati,
svilupperanno dei meccanismi come il bisogno di apparire, si essere riconosciuti, di essere considerati
importanti (i cosiddetti narcisisti)

Solamente un grave avvenimento può quindi scuotere questo equilibrio

Il modello disimpegnato rischia di produrre forti ansie, insicurezze, rabbia esplosiva e senso di onnipotenza
In particolare, va tenuto presente che, per dar sfogo alla mancanza di figure di riferimento sufficientemente
stabili e protettive e per ricercare la loro attenzione, i giovani tendono ad assumere dei comportamenti
ribelli come ad es. l´opposizione a convenzioni sociali, a regole famigliari ecc

MODELLO IDEALE: confini chiari


Nelle famiglie che seguono questo modello, sono chiari i ruoli e le funzioni di ogni componente,
a garanzia di una continuità generazionale nel rispetto del proprio ruolo e di quello degli altri

Vi è poi un certo calore e una certa sincerità,


che permettono lo sviluppo dell´autonomia dei singoli membri

Questi ultimi hanno la possibilità di scegliere se condividere con gli altri le sue emozioni e le sue esperienze
oppure se mantenere la propria privacy

Oltre ad esserci un certo equilibrio fra i membri,


c’è anche un equilibrio di tipo personale e sociale
INCASTRO DI COPPIA
Esistono diverse modalità affettive di rapporto di coppia:
1) Situazione in cui le due persone sono fuse, profondamente unite in una cosa sola,
tanto che tutto risulta condiviso.
In questo modello prevale l’ideale di coppia, più che la vera conoscenza dell’altro e,
non essendoci spazio individuale si nega la crescita personale.
Si tratta di un modello invischiante perché non si permette all’altro
di essere diverso da come si desidera che sia

2) Situazione in cui esistono spazi condivisi e spazi privati


e in cui la condivisione è parziale:
in tal modo si rispetta l´altro e sé stessi, portando ad una maggiore probabilità di successo
Vi sarà quindi un’evoluzione equilibrata del singolo e, contemporaneamente, della coppia.
In questo modo il rischio di tradimento viene ridotto, in quanto esso rappresenta la volontà di evadere.
Questo modello di coppia è poco diffuso perché pretende che i due abbiano una buona capacità
introspettiva

3) Situazione in cui nessuno invade lo spazio dell´altro,


tanto che le due persone procedono su binari paralleli:
questo tipo di coppia percepisce infatti il legame come qualcosa di soffocante,
tanto che i partner sono vicini, ma non condividono.
Il vissuto familiare alle spalle è di tipo soffocante e l’essere egocentrici garantisce una certa stabilità
psichica, ma impedisce al tempo stesso di entrare profondamente in contatto con gli altri.
L’individuo presenta quini una battaglia interiore fra sentimenti contrastanti:
da una parte la conservazione dei propri equilibri, dall’altra il desiderio di avere una relazione

4) Situazione in cui le due persone sono distanti tra loro e ognuno fa la propria strada
(viene anche definito “matrimonio bianco”):
i due partner non sono uniti da scelte emotive ma da una convenienza sociale.
Viene definito bianco in quanto tra loro non c´è nemmeno attrazione sessuale

In base a cosa viene scelto un/a partner?


CHI SCEGLIE CHI
1) I figli di famiglie a confine diffuso prediligono partner provenienti da famiglie
a confine rigido (orfani). Il bisogno di amore permette loro di adattarsi facilmente alle regole
imposte dalla famiglia invischiante. Ogni tentativo di discostarsi dalle regole viene punito. I figli
di famiglie invischianti sono attratti da partner che sono apparentemente più liberi e sperano di
riuscire ad uscire anche loro dal modello invischiante. Molto più frequentemente invece sarà
l’orfano ad adeguarsi.
Se i due partner appartengono a famiglie invischianti nessuno dei due è in grado di gestire
veramente la famiglia composta, con frequenti interventi delle rispettive famiglie di origine.
Il pensiero invischiante può essere tradotto: se l’altro diventa parte di me non potrò tollerare alcun
distacco.

2) Tipico delle persone che provengono da famiglie a confine semi-permeabile:


si tratta di figli che hanno acquisito un buon equilibrio interiore e che per questo necessitano un patner
di questo modello

3) I figli a membrana permeabile sono più portati a rimanere single. L’unione tra
sue partner di tipo C garantirà loro una buona intesa, anche se potrebbero vedere l’altro come un
nemico se hanno sofferto di mancanza di cure parentali, e quindi vorrebbero ricercare ideali a cui
contrapporsi. Altrimenti potrebbero cercare una relazione con figure che aderiscono al tipo A ma
nello stesso tempo negherebbero la loro identità personale, che è mancante nel tipo A.

4) La mancanza o la carenza di cure parentali spinge i figli a cercare un riscatto


sociale, come ad esempio il successo personale in ambito lavorativo. Queste persone non sentono
il bisogno di intimità poiché non hanno sperimentato alcuna intimità da piccoli. Un incontro tra
due partner di tipo D garantisce ad ognuno un aiuto verso i propri obiettivi e la realizzazione
sociale
LA LEGGE DI CONTRAZIONE PROGRESSIVA DELLA FAMIGLIA DURKHEIM
Si tratta di una legge realizzata da Durkeim,
che consente di leggere, comprendere e spiegare la nascita e la trasformazione della società umana
a partire da quella animale

Vengono individuati gli stadi della storia dell'umanità,


con l'ipotesi che lo stadio successivo non fosse altro che il risultato di cambiamenti avvenuti negli stadi
antecedenti

L´individuazione di una teoria evoluzionistica ha inoltre principalmente 2 funzioni:


- funzione esplicativa (capire il perché)
- funzione di controllo (capire la direzione del mutamento).

Secondo Durkheim la famiglia monogamica è il punto di arrivo di un’evoluzione nel corso della quale la
famiglia si contrae quando più si amplia il contesto sociale con il quale l'individuo è in relazione immediata
 
Durkheim sostiene inoltre che l´istituto familiare ha subito nel corso della storia europea
un´evoluzione in senso unilaterale (ossia un ´evoluzione in una direzione specifica):
egli sostiene che, in un primo momento, vi era la famiglia estesa/allargata,
mentre, con l´avvento della società industriale, si affermò la famiglia nucleare

Questo modello di famiglia tende ad un processo di semplificazione strutturale:


le forme di coabitazione tra più nuclei coniugali, ovvero nuclei che includono ascendenti, collaterali e/o
discendenti diminuiscono da un punto di vista quantitativo;
la famiglia nucleare è infatti composta esclusivamente da una coppia adulta coniugata ed i rispettivi figli
non ancora emancipati

Perdono inoltre centralità la lealtà e la dipendenza parentale,


in quanto non è più dentro la cerchia parentale che il soggetto trova sicurezza, appoggio, risorse per la
soddisfazione dei propri bisogni

La famiglia nucleare si evince dalla parentela, rispetto alla quale essa si individualizza

Dal punto di vista funzionale, essa si depotenzia, conservando un numero limitato di funzioni,
tra cui la stabilizzazione della personalità adulta e la socializzazione primaria dei nuovi nati.
Molte delle sue funzioni vengono assunte da agenzie esterne (es. scuola, mass-media)

Inoltre si tratta di una famiglia neolocale, ossia nel momento in cui si costituisce,
essa va a vivere in un´abitazione diversa da quella delle rispettive famiglie di origine dei coniugi

Dal punto di vista materiale, è l´inserimento nel mercato del lavoro che determina il livello di risorse a
disposizione della famiglia, e non più la partecipazione-condivisione a un´attività comune

Si tratta inoltre di una famiglia altamente funzionale e positiva,


in quanto libera la creatività umana e come tale è il presupposto per lo sviluppo dell’autorealizzazione
individuale, che è considerata la spinta motivazionale centrale della società moderna

N.B. È inoltre importante sottolineare che nuclearizzazione non è sinonimo di perdita di centralità della
famiglia
 
Durkheim fa inoltre un tutt'uno con lo studio del suicidio:

Egli classifica il suicidio in base a 2 fattori


1)  INTEGRAZIONE:
egli prende in considerazione il grado di coesione sociale presente in una società:
- quando una società è estremamente coesa, si parla di suicidio altruistico,
in cui l´individuo dà la propria vita per gli altri
- se invece una società è poco coesa, si parla di suicidio egoistico,
in cui l´individuo lo fa per se stesso
2)  REGOLAMENTAZIONE:
riguarda la presenza o assenza in una determinata società di regole in base alla quale vivere
la propria vita quotidiana:
- l'assenza di norme viene definita anomia e si parla di suicidio anomico
- in una società in cui tutto è regolamentato (in modo eccessivo, dispotico) si parla di suicidio fatalista
CRITICA DEGLI STORICI
La storia ha individuato alcuni limiti per quanto riguarda la lettura evoluzionistica del mutamento della
famiglia, ossia riguardo il passaggio da famiglia estesa a famiglia nucleare:

Negli anni 40 Bloch dimostrò che la storia della famiglia non evolve in modo unilaterale,
bensì secondo un movimento ciclico di dilatazione e di contrazione:
quindi la famiglia monogamica non costituisce l´ultimo anello di una catena,
ma rappresenta fasi di un mutamento ciclico, e come tale, si ritrova sia prima che durante
l´industrializzazione e la modernizzazione

Si ricorda che la famiglia coniugale monogamica


viene in un primo momento costituita nella Gallia;
successivamente, con l´inizio delle invasioni barbariche e con la conseguente incapacità
del potere centrale di proteggere il gruppo famigliare dalle invasioni,
la famiglia coniugale monogamica subisce un forte declino,
portando all´affermarsi di gruppi famigliari estesi;
in seguito, quando le invasioni barbariche diventarono più rare e lo Stato centrale incominciò
una lenta opera di rafforzamento ed accentramento, a causa del quale la struttura famigliare
venne privata della sua autonomia e dei suoi privilegi, viene nuovamente a costituirsi
la famiglia coniugale monogamica;
infine, nel Medioevo, i disordini, le lotte politiche, i conflitti armati, la debolezza dell´autorità
del principe, portarono alla formazione di nuovi gruppi sociali come:
- i clan famigliari: insieme di individui che si appellano ad un unico antenato,
creando una comunità di sangue
- i Frerechef: unioni tra fratelli e persone estranee che vivevano e lavoravano insieme
PSICOLOGIA GIURIDICA
È quell´area della psicologia che si occupa delle situazioni peritali in ambito legale

Prevede una specifica formazione e qualifica,


che vengono regolamentate dal Consiglio Nazionale degli Psicologi
nelle ‘’Linee Guida Deontologiche per lo Psicologo Forense”

Queste disposizioni affiancano il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani

Esistono inoltre 3 principali settori in cui la psicologia giuridica si sviluppa:


- penale
- civile
- minorile

Va quindi ricordato che le competenze e le responsabilità differiscono in base al settore:

Lo psicologo che riceve il mandato dal Tribunale in SEDE CIVILE


viene definito ‘’consulente tecnico d’ufficio”,
mentre in sede penale viene definito ‘’perito tecnico d’ufficio’’

Anche le parti in causa possono richiedere, tramite avvocato, un loro esperto di parte,
il quale viene definito sia in SEDE CIVILE che in SEDE PENALE ‘’consulente tecnico di parte’’

* I consulenti (o periti) nominati dal Tribunale rivestono, da quel momento fino alla fine del mandato,
il ruolo di PUBBLICI UFFICIALI

Va ricordato che il Giudice si avvale della competenza di un esperto


quando ritiene che non sia possibile procedere senza un´attenta valutazione di determinati aspetti
complessi, di cui egli non si sente competente

Il Giudice emette quindi un´ordinanza per nominare un consulente/perito tecnico d´ufficio:


quest´ultima viene notificata attraverso un ufficiale giudiziario.

Successivamente alla notifica, il consulente/ perito tecnico d´ufficio deve essere convocato in Tribunale
alla presenza degli avvocati di parte, deve prestare giuramento,
deve essere informato riguardo l´intervento che deve fare (quesito) e
al tempo entro il quale deve presentare una perizia al Giudice incaricato

Può anche capitare che il consulente tecnico d´ufficio richieda un ausiliario,


ovvero un altro psicologo più specializzato in quella determinata area,
necessaria per la valutazione degli accertamenti psicologici in corso

Va poi ricordato che, gli esperti nominati dal Giudice, devono essere iscritti
nell´ Albo dei consulenti e/o periti presso il Tribunale di appartenenza ,
in cui è presente un albo per i consulenti civili ed i periti penali
La legge prevede però che il Giudice possa scegliere di rivolgersi ad un esperto non iscritto all´albo:
in tal modo però, non sono sempre garantite alcune competenze

Per quanto riguarda i consulenti di parte,


essi hanno il compito di valutare la correttezza metodologica del procedimento,
discutendo (se necessario), insieme al consulente d´ufficio, sulle eventuali procedure da adottare

Verrà poi realizzato un elaborato, che affiancherà la consulenza d´ufficio

N.B. Va tenuto presente che, anche i consulenti di parte, devono operare per la ricerca della verità
psicologica e non devono dimostrarsi a favore del proprio cliente:
affinchè ciò sia possibile, non ci si può limitare alla valutazione clinica del vissuto interpsichico o famigliare
del soggetto in causa, bensì è necessario adottare strumenti tecnico-scientifici specificamente predisposti
per questi interventi (es. test)
INTERVENTI A DIFESA DEL MINORE A PARTIRE DALLA RILEVAZIONE DI UN DISAGIO
- RILEVAZIONE DI UN DISAGIO: corrisponde all´evidenza di un comportamento inadeguato
da parte di un minore (es. atteggiamento violento):
Grande importanza viene posta sulle figure educative,
le quali sono strettamente a contatto con il minore

- SEGNALAZIONE: quando si presenta uno scenario che pone a rischio la tutela del bambino
in ambito famigliare, la persona che ne è a conoscenza invia (o almeno dovrebbe inviare)
una segnalazione all´Autorità Giudiziaria

La magistratura, dopo essere stata informata dell´esistenza di questi problemi,


può disporre una serie di provvedimenti a tutela del minore

- INDAGINE: il Giudice può disporre:


- una consulenza tecnica d´ufficio per la valutazione delle competenze genitoriali
di uno o entrambi i genitori
- altri organi di controllo o di indagine
per accertare l´effettiva pericolosità o meno di una situazione

- VALUTAZIONE: in seguito alle indagini condotte,


la magistratura chiede una relazione alle figure o agli enti
a cui ha affidato l´incarico di valutare la situazione

N.B. Nel caso di gravi situazioni che necessitano di un allontanamento dei genitori dai figli,
si può provvedere al decadimento della patria potestà di uno o entrambi i genitori:
ciò avrà effetti legali previsti nella legge 184/83
DIVORZIO – SEPARAZIONE consensuale/giudiziale
- DIVORZIO: scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio in caso, rispettivamente,
di matrimonio celebrato con rito civile o di matrimonio celebrato con rito religioso

Il divorzio è stato introdotto in Italia dalla Legge n. 898 dell´1 dicembre 1970

Con la Legge n. 74 del 6 marzo 1987,


si sono ridotti gli anni di separazione necessari per il divorzio, passando da 5 a 3

- SEPARAZIONE CONSENSUALE: si tratta di un accordo tra i coniugi,


con il quale vengono stabilite le modalità di affidamento dei figli,
gli accordi economici, educativi, culturali e tutto ciò che concerne
per il benessere dei figli

Affinchè ciò abbia validità giuridica,


l´accordo di separazione deve essere ratificato dal Giudice

- SEPARAZIONE GIUDIZIALE: procedimento contenzioso su istanza di uno dei coniugi


che si verifica in caso di situazioni conflittuali

Si compone della fase istruttoria e del pronunciamento di


una sentenza di separazione
INTERVENTO DEL CONSULENTE D´UFFICIO NELLA SEPARAZIONE (CTU)
In caso di separazione,
compito del CTU è innanzitutto quello di tutelare il bene del minore e, in secondo luogo,
deve cercare di offrire ai due genitori in conflitto una possibilità di uscita dallo stesso,
in modo tale da favorire un´ottica di cooperazione per il raggiungimento di accordi

N.B. Va ricordato però che, il più delle volte, non appena la consulenza si conclude ed il Giudice decreta la
sua scelta, il conflitto tra i due ex coniugi riemerge

Quindi, affinchè una consulenza abbia effetto,


è necessario che essa assicuri una continuità temporale negli accordi
(i quali devono sempre rispettare le esigente dei figli)

Si ricorda poi che, la qualità e l´intensità di un conflitto sono associate


alla qualità e all´intensità del rapporto tra i due coniugi

Vi sono:
- LEGAMI DISPERANTI -> si creano quando la relazione di coppia è da sempre stata fondata
su bisogni personali, tanto da ricercare nell´altro la riparazione emotiva inconscia
dei propri vissuti dolorosi

In questi casi, una o entrambe le parti,


mantengono un livello di conflittualità altro, in quanto non tollerano il distacco

Si tratta inoltre di coppie che si sono unite in un legame simbiotico,


con atteggiamenti di personalità infantile, che hanno difficoltà a trovare
accordi genitoriali

- COPPIA SISMATICA -> si tratta di famiglie in cui vi è un forte conflitto, ma anche una forte delusione
che spinge l´ex coniuge ad eliminare l´altro coniuge e tutta la sua famiglia
dalla propria vita e da quella dei figli

Vengono utilizzati strumenti di conflitto


pesanti e violenti, che molto spesso si esplicano in denunce

Risulta quindi necessario allertare un perito,


affinchè indaghi sulla veridicità dei fatti,
in quanto, molto spesso, le denunce (soprattutto di abuso) sono false
e spesso finalizzate semplicemente ad impedire il rapporto tra padre-figli

In letteratura si parla a tal proposito di ‘’SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE’’ o di ‘’SINDROME DELLA


MADRE MALEVOLA’’, la quale si sta diffondendo in modo sempre più evidente in alcune aree in cui si cerca
di portare avanti un´idea errata che descrive gli uomini come esseri sono incapaci di qualsiasi cura
parentale e portatori di violenza, incentivando quindi le madri ad esporre denunce
MODELLI DI MEDIAZIONE FAMIGLIARE
3 sono i principali modelli di mediazione famigliare:
- mediazione strutturata (USA – 1972 O.J. Coogler)
si tratta di un modello che nasce all´interno della teoria del problem solving,
ossia è un modello pragmatico e incentrato sull´equa ripartizione di tutti i valori e beni in discussione
- mediazione centrata sul compito (J. Haynes – Folberg & Taylor)
si basa sul concetti di brain stormig, in cui si ricercano più soluzioni e gradualmente si fa emergere
quella più interessante
- mediazione terapeutica
modello che nasce all´interno dell´ottica sistemico famigliare trigenerazionale
e si fonda sul principio che la famiglia è un ecosistema, in cui bisogna tener contro di diverse variabili

Tutti questi modelli prevedono 4 fasi d´intervento:


- Fase della valutazione: ci si interroga sul grado di conflitto, se è possibile procedere con una mediazione e
su quali sono le risorse ed i limiti dei separandi
- Contratto di mediazione: se ci sono le risorse si realizza un contratto,
grazie al quale i due separandi prendono conoscenza del percorso in atto
e accettano la figura di mediatore;
nel contratto viene specificato che le spese per la mediazione
vengono ripartite tra i due separandi, che il mediatore non può essere citato
da una della parti se il conflitto perdura e che devono essere sospese tutte
le azioni legali fino al termine del percorso di mediazione
- Fase degli accordi
- Stesura degli accordi raggiunti: si tratta di un atto privato firmato da entrambi i due separandi e che
viene consegnato agli avvocati o al tribunale per formalizzarlo
LE FASI DELLA MEDIAZIONE FAMIGLIARE TERAPEUTICA
- FASE DI VALUTAZIONE
Questa fase si compone solitamente di 3 incontri ‘’esplorativi’’:
- un incontro con ognuno dei separandi
- un terzo incontro congiunto

Gli incontri individuali servono al mediatore per capire se ci sono aspetti che
possono impedire la mediazione

In particolare gli incontri individuali servono mettere in risalto :


- aspetti che i due separandi non si direbbero mai
- la manifestazione di disinteressa alla mediazione, avviata solo per volere dell´altro o di un´autorità
- paure e sofferenze dei singoli

Durante quest´incontro il soggetto quindi tende a sentirsi accettato ed ascoltato


mentre il mediatore riesce a comprendere il suo punto di vista

Per quanto riguarda invece il terzo incontro, esso rappresenta un momento di accettazione di entrambi

- FASE DI PRE-MEDIAZIONE
Fase in cui si decide in accordo con le parti di sospendere o di ritardare l´inizio degli accordi;
Durante questa fase vengono affrontate le difficoltà emotivo-relazionali che la separazione comporta,
permettendo alla persona di riflettere su sé stessa

- FASE DEGLI ACCORDI


Fase che corrisponde agli incontri necessari (6/7) per individuare tutti gli accordi necessari
(vedi accordi di separazione)

- FASE DI FOLLOW UP
Al termine del processo di mediazione viene proposto ai separandi un incontro a distanza di mesi
(circa 6) per verificare che gli accordi raggiunti continuino ad andare a buon fine

Questa fase risulta fondamentale per impedire la ripresa di conflitti,


che molto spesso vengono riemergono inconsciamente per mantenere un contatto con l´altro e
per colmare il vuoto interiore che la separazione produce (Cigoli gli definisce ‘’legami disperanti’’)
IL PROCESSO DI MEDIAZIONE FAMIGLIARE
La mediazione famigliare non è altro che un processo in cui si cerca di favorire gli accordi
necessari per una coppia in fase di separazione con figli:
questi accordi devono mirare al raggiungimento di un´equilibrata continuità genitoriale e
di una giusta divisione dei beni oggetto di contenzioso
In particolare, la mediazione si compone di una serie di incontri (solitamente 10)
in cui ci si occupa del futuro
Per quanto riguarda il mediatore famigliare,
esso rappresenta una figura professionale specificatamente preparata per questo compito,
il quale utilizza una serie di tecniche e riflessioni al fine di garantire il miglior equilibrio possibile per una
coppia in fase di separazione o di divorzio
Il mediatore deve assumere in parte una certa neutralità, ma deve anche porsi a difesa dei figli,
per tutelare la loro integrità psico-fisica, ma anche la loro eredità, le risorse necessarie e gli aspetti
economici

I figli rappresentano infatti molto spesso le vere vittime dei contenziosi che nascono,
i quali, oltre che ad avere conseguenze sotto l´aspetto emotivo del minore,
hanno conseguenze negative anche per quanto riguarda gli aspetti economici

Si ricorda poi che la posizione del mediatore non è sempre compatibile con quella dell’avvocato,
in quanto, mentre il mediatore si pone come centro di accoglienza per le richieste di entrambi i genitori,
l´avvocato ha il dovere di difendere sole le richieste del cliente

La mediazione famigliare può essere di ausilio solo in determinate circostanze;


in particolare, per comprendere se essa possa essere efficace è necessario valutare l’analisi della domanda

Si avvia un percorso di mediazione quando:


- i separandi hanno coscienza del problema
- c’è un desiderio congiunto di trovare accordi
- è chiara la loro responsabilità genitoriale a discapito delle sofferenze in qualità di coniugi
- c’è una scarsa o nulla interferenza da parte delle famiglie di origine

Non è invece possibile avviare una mediazione famigliare quando:


- la coppia non riesce a riconoscere il problema
- in uno o in entrambi i separandi non si manifesta la volontà di trovare un accordo
- il conflitto non è gestibile
- i genitori non riescono a cogliere che i figli non sono dei beni personali, ma hanno una propria dignità
che va riconosciuta
- la scelta non è libera, ma viene imposta ad es. da un Ente
- i separandi sono eccessivamente dipendenti dalla volontà delle proprie famiglie di origine
GLI ACCORDI DI SEPARAZIONE
La mediazione mira ad ottenere accordi durevoli nel tempo:
risulta quindi fondamentale che la mediazione, per non mettere a rischio il lavoro fatto,
prenda in considerazione i possibili cambiamenti che possono verificarsi nel corso del tempo,
i quali modificano le esigenze delle persone
Nella mediazione la proposta degli accordi parte sempre da un terzo, ossia il mediatore,
il quale si pone al di sopra del conflitto e della parti
Il mediatore deve procedere partendo dagli accordi più semplici per poi arrivare agli aspetti più difficili e
complessi

ACCORDI RIGUARDANTI I DIRITTI E I DOVERI DEI GENITORI


- COMUNICAZIONE CONGIUNTA AI FIGLI DELLA VOLONTÀ DI SEPARARSI:
La comunicazione della volontà di separarsi ai figli dovrebbe avvenire in modo congiunto,
in modo tale da assicurargli una continuità genitoriale
Capita spesso però che sia uno dei due genitori a fare da portavoce nel comunicare la separazione ai figli:
si tratta solitamente del genitore affidatario, il quale, in tal modo, si guadagna la lealtà dei figli
Per quanto riguarda invece il genitore non affidatario, egli verrà visto come il traditore abbandonico,
che ha provocato un profondo dolore
Allo stesso modo, il genitore delegante percepirà un forte distacco, con conseguenti sensi di colpa,
che, con il passare del tempo, lo fanno allontanare dai figli sino a percepire i figli come una realtà
legata solo all´altro genitore

- CARATTERISTICHE DELL´AFFIDO:
I genitori vengono aiutati a trovare delle soluzioni per il futuro che rispettino le esigenze di entrambi,
sia come genitori che come singoli
- CONTINUITÀ GENITORIALE PER L´EVENTUALE GENITORE NON AFFIDATARIO:
In seguito alla separazione e all´affido del figlio,
sarebbe necessario che vi fosse una continuità genitoriale alla pari,
ma che molto spesso risulta difficile da attuare
Il genitore non affidatario dovrebbe mantenere una continuità affettiva ed educativa
e dovrebbe interessarsi sulle scelte da fare per il figlio,
le quali andrebbero condivise con il genitore affidatari
Inoltre risulta fondamentale che i genitori comprendano la necessità per i figli di avere
due figure genitoriali di riferimento, tutelando l´interesse del minore e non il loro interesse
di rimanere divisi
- ACCORDI RIGUARDANTI LE SCELTE DEI PERIODI DI FERIE CON I FIGLI:
Vengono principalmente favoriti i genitori che vedono meno i figli,
in modo da assicurargli di poter trascorrere del tempo insieme:
il tutto però in periodi variabili dell´anno e previa la possibilità di entrambi di poter disporre di ferie
in certi periodi dell´anno
- FESTIVITÀ E RICORRENZE PARTICOLARI:
A tal proposito esistono varie possibilità:
- i genitori possono accettare di essere entrambi presenti in quella giornata
- condividono con il figlio metà giornata a testa
- si alternano di anno in anno
Capita spesso però che la mancanza di un genitore rappresenti per il figlio fonte di disagio e di sofferenza,
in quanto non percepisce una continuità generazionale:
ciò induce spesso i figli a ricercare le loro radici, la loro continuità generazionale
ACCORDI RELATIVI AGLI ASPETTI ECONOMICI A FAVORE DEI FIGLI
- ASSEGNO DI MANTENIMENTO E RELATIVE VARIAZIONI NEL TEMPO:
Sarebbe opportuno che entrambi i genitori partecipassero equamente al sostegno economico del figlio,
prendendo in considerazione le esigenze che ha quest´ultimo, le quali variano nel tempo:
è per questo necessario che si tratti di accordi facilmente ricontrattabili
Capita spesso che però il genitore non affidatario tema che l´assegno di mantenimento venga utilizzato
dal genitore affidatario per scopi personali e, per questo motivo, cerca di contribuire il meno possibile:
può anche succedere che uno dei due genitori sfrutti l´aspetto economico per conquistarsi il figlio
tramite regali materiali o soldi
- SPESE STRAORDINARIE O ORDINARIE
Le spese ordinarie riguardano la normale quotidianità e i normali fabbisogni dei figli
Le spese straordinarie riguardano eventi non frequenti, casuali,
che sono spesso oggetto di conflittualità:
si ricorda a tal proposito che, per evitare questa situazione conflittuale, risulta assai utile
garantire ai separandi un follow up alla fine della mediazione
- ACCORDI RIGUARDANTI I BENI
Anche i beni sono oggetto di mediazione,
in quanto molto spesso è proprio a partire dai beni che nascono contenzioni
Si ricorda a tal proposito:
- la casa coniugale:
viene solitamente destinata al genitore affidatario;
nel caso di affido congiunto, i genitori vedono i propri figli nella casa coniugale secondo periodi uguali,
allo stesso tempo devono possedere anche una propria casa in cui andare a stare nel periodo in cui il
figlio è affidato all´altro genitore

Va poi ricordato che all´interno della casa sono presenti beni ed arredi, che son spesso oggetto
di discordia
- beni mobili:
da es. le autovetture ed i ciclomotori -> solitamente l´autovettura più spaziosa rimane al
genitore affidatario
- beni finanziari:
nel caso in cui una famiglia abbia fatto degli investimenti finanziari,
questi beni vengono o divisi in parti uguali o si cerca di tutelare l´ex coniuge con maggior bisogno
APPROCCIO ISTITUZIONALE
L´approccio istituzionale considera la famiglia come:
- un´istituzione sociale storica: ossia come un gruppo sociale in cui il comportamento dei suoi membri
risponde ai bisogni naturali e
per il quale la società stabilisce precise regole e pratiche comportamentali,
con relative sanzioni positivo o negative,
attraverso le quali controlla il sistema dei valori culturali centrali
nella civilizzazione umana
- cellula della società: ossia come una micro-società che riproduce le fondamenta della macro-società
(aspetto molto critico)
- un´entità che si è sviluppata con l´evoluzione della specie umana
- un organismo culturale vivente, che si evolve adattandosi ai cambiamenti dell´ambiente che lo circonda
e che ha carattere multifunzionale, ossia non ha funzioni limitate bensì deve svolgere una serie di compiti,
come ad es. compiti affettivi e di socializzazione
- sistema prevalentemente chiuso, nel senso di auto-sufficiente (autarchico) e auto-normativo

I cambiamenti storici vengono visti come trasformazioni secondarie,


ovvero questi cambiamenti non possono annullare il carattere multi-funzionale della famiglia

Per quanto riguarda la solidarietà famigliare,


essa si basa sul soddisfacimento dei bisogni e dei valori primari,
sia personali che sociali

Funzione principale della famiglia: riproduzione e socializzazione dei figli

Si ricordano a tal proposito:


- LePlay -> il quale, attraverso l´analisi dei legami tra istituzioni sociali e le strutture presenti nella società,
dimostra che ad un dato regime di proprietà corrisponde una specifica organizzazione famigliare
Si ricorda quindi:
- famiglia patriarcale (estesa) legata alla proprietà collettiva indivisibile
- famiglia instabile (nucleare) legata alla proprietà individuale divisibile con la successione
- famiglia ceppo (polinucleare) legata alla proprietà famigliare con successione libera
- Murdock -> secondo il quale la famiglia nucleare è un gruppo primario universale,
separato dal resto della comunità, del quale la società non può fare a meno ed
in cui il padre, madre e figlio
svolgono principalmente 4 funzioni: sessuale, economica, educativa, riproduttiva
(senza tali funzioni, la società si estinguerebbe)
- Zimmermann -> il quale considera la famiglia come un´organizzazione stabile per lunghi periodi di tempo
e che può cambiare solo per effetto di rivoluzioni sociali, le quali però possono modificare
solo gli aspetti superficiali (struttura) e non quelli più profondi (funzioni)
APPROCCIO STRUTTURAL-FUNZIONALIST
L´approccio struttural-funzionalista si diffuse a partire dagli anni 50 e
si differenzia dall´approccio istituzionale, in quanto considera la famiglia:
- non come un´istituzione, ma come un sistema sociale, ossia si tratta di un sottosistema specializzato,
che deve connettersi funzionalmente a tutti gli altri sistemi della società,
nonché si tratta di una struttura di status-ruoli con funzioni specializzate;
- il comportamento famigliare (rete di relazioni) viene inteso non come manifestazione
di certi bisogni naturali ma come una risposta alle diverse normative,
che stabiliscono le posizioni che i vari membri devono occupare nel sistema dei ruoli famigliari

Tale approccio è inoltre caratterizzato da:


- una visione olistica della famiglia,
in cui la divisione sessuale dei ruoli tra i membri della famiglia
non è determinata dalla natura ma dalle dinamiche della divisione del lavoro,
perseguite per raggiungere una gratificazione ed una soddisfazione reciproca dei partecipanti
- visione ipersocializzata della famiglia,
secondo cui la divisione dei ruoli non è un´esigenza solo interna alla famiglia, bensì anche esterna,
in quanto serve ad adattarsi ai valori e alle dinamiche funzionali che dominano nella società.
È la società che mette l´uomo e la donna nelle condizioni di svolgere determinati
ruoli complementari nella famiglia

La famiglia viene vista attraverso dei modelli, i quali si rifanno al modello della famiglia nucleare di Parson:
questo tipo di famiglia veniva ordinata gerarchicamente in base all´età e
differenziata orizzontalmente per sesso nei compiti

Si ricorda poi che sono necessarie alcune condizioni affinchè la famiglia sia funzionale alla società:
1) è necessaria la presenza di un sistema normativo e di valori comune,
il quale deve definire i fini della famiglia e deve collegarla con altri sotto-sistemi sociali,
in modo da garantire un buon funzionamento della società

Secondo Bell e Vogel deve esserci un legame di interscambio tra famiglia nucleare e
i sotto sistemi sociali, in quanto la famiglia è subordinata agli altri sotto insiemi

2) è necessario che, la famiglia, per adattarsi all´ambiente esterno, deve realizzare una divisione interna
del lavoro fra uomo e donna, secondo una logica di una progressiva differenziazione e complementarietà

di ruoli
- padre -> ruolo di leader strumentale
- madre -> ruolo di leader espressivo
APPROCCIO DELLO SCAMBIO
Secondo l´approccio dello scambio,
la solidarietà famigliare non può basarsi sulla conformità di ruolo e sul consenso dei valori ultimi,
in quanto questi non sono sufficienti per spiegare come mantenere la coesione di fronte a dei conflitti

Tale approccio sostiene quindi che le strutture famigliari e parentali vadano essenzialmente comprese
come espressione di forme ristrette/allargate di scambio sociale

Nell´approccio dello scambio si sono diffuse due visioni differenti della famiglia:
- la visione francese -> mette in rilevo gli aspetti collettivi dello scambio,
che assume le caratteristiche del dono nelle reti famigliari e parentali;

La famiglia nasce quindi dallo scambio come espressione di esigenze normative e


collettive della società
- la visione nord-americana -> il comportamento dell´uomo in famiglia va compreso in relazione
ai suoi bisogni primari e ai processi sociali messi in atto per soddisfarli
attraverso scambi basati non su doni,
ma sulla reciproca utilità dei partecipanti

Secondo tale visione, il comportamento famigliare è un agire volto


alla ricerca di ricompense

In quanto vi sono relazioni di scambio con l´interno e con l´esterno,


tale approccio definisce la famiglia come un mercato

*In entrambi i casi, la vita famigliare viene considerata come uno scambio di attività mutualmente
ricompensanti, in cui ogni membro accetta un beneficio dall´altro nella misura in cui è disposto a
contraccambiarlo

Il comportamento dei membri della famiglia non è regolato da norme morali


ma è ispirato al principio di reciprocità, che consiste nel dovere di contraccambiare le azioni ricevute dell
´altro, anche per ottenere delle possibili gratificazioni future

Secondo i teorici dello scambio quindi i legami sia nella famiglia che nella società (considerate come
mercati), sono regolati dalle norme dell´utilità, ossia il comportamento è sempre orientato verso ciò che è
vantaggioso, in quanto è questa la natura umana

Grande importanza ha poi Scanzoni, il quale sostiene che, tale approccio debba estendere il principio di
scambio anche alla vita matrimoniale, la quale viene considerata come un ‘’affare’’ e in cui la stabilità del
legame viene assicurata dalle gratificazioni garantite dalla reciprocità delle ricompense tra uomo-donna
APPROCCIO MARXISTA
L´importanza dell´approccio marxista è senza dubbio più storica che teorica

Tale approccio intende la famiglia come un prodotto storico,


che riflette le caratteristiche di una certa società, a cui essa è funzionale

Secondo Marx c´è stata un’evoluzione storica della famiglia:


- inizialmente era presente la promiscuità o commercio sessuale illimitato
- è poi apparso il tabù dell´incesto tra genitori e figli e poi tra fratelli e sorelle
- si è poi passati alla famiglia di coppia
- ed infine si è giunti alla famiglia monogamica:
in questo tipo di famiglia, l´ uomo si lega alla moglie per avere una discendenza a cui trasmettere
il proprio patrimonio

Tale tipo di famiglia è nata durante il periodo della società capitalistica:


si tratta di una fase storica che vede la comparsa della proprietà privata dei mezzi di produzione
e la nascita dello Stato come garante dello sfruttamento delle classi sociali più deboli da parte
delle classi dominanti e della donna e dei figli da parte dell´uomo di casa

In tal modo la famiglia diventa fonte di trasmissione delle disuguaglianze sociali


e può essere considerata sovrastruttura della base materiale della società

Secondo tale approccio, la famiglia riflette sempre il modello di produzione dominante


di una società posta in una determinata area geografico-culturale

Dal punto di vista concettuale, Marx ritiene che:


- la famiglia stabilisce le sue varie forme di solidarietà interna in base ai diversi tipi di
divisione sociale del lavoro susseguiti nella storia, che avviene in base al sesso
- i legami tra uomo e donna, per la differenza biologica dei sessi,
si fondano su un amore eroico individuale, governato dall´istinto naturale e non dalla ragione culturale
APPROCCIO INTERAZIONISTA
Tale approccio considera la famiglia come unità di persone interagenti,
le quali non sono legate né da vincoli legali né da fattori economici

Tale approccio tenta di minimizzare l´importanza delle strutture sociali,


concentrandosi invece sugli atteggiamenti-comportamenti dei singoli membri

La vita famigliare viene poi affrontata dal punto di vista dell´adattamento reciproco, della felicità e delle
soddisfazioni raggiunte dagli individui coinvolti

Per quanto riguarda l´integrazione delle relazioni famigliari e la relativa stabilità dei ruoli
esse vengono considerate come prodotto della costante interazione con la società,
la quale assicura la trasmissione e l´interiorizzazione di valori/norme/regole/credenze/sentimenti
che vengono scambiati tra i membri della famiglia

Interazione costante ed interiorizzazione totale, sono le due caratteristiche tipiche della vita famigliare,
che devono favorire l´instaurarsi di relazioni coerenti e stabili

Considera poi la divisione del compiti tra i vari membri,


come effettuale e come sostegno reciproco,
che permette la persistenza dell´aggregato famigliare

Tale approccio ha come iniziatore Maed, ma è stato utilizzato anche da Burgess e Locke,
i quali sostengono che la famiglia si trasforma da istituzione a comunità di amicizia (campanionship),
in cui i valori centrali sono quelli di dare-ricevere affetto, uguaglianza tra i coniugi, comportamento
democratico nelle decisioni famigliari, divisione dei ruoli ugualitaria/spontanea/flessibile

Obbiettivo di tale approccio è quello di dimostrare la capacità interattiva e relazionale della famiglia,
che deve essere unita dinamicamente attraverso rapporti tra i membri che si basano sul consenso di tutti i
suoi membri
APPROCCIO DELLO SVILUPPO (developmental)
Si tratta di un approccio che nasce appositamente per lo studio della famiglia
e che incorpora molte categorie di analisi usate dagli altri approcci ritenendole compatibili tra loro
e cercando di unirle

Tale approccio ha lo scopo di dimostrare come le configurazioni della famiglia


(strutture,funzioni,comportamenti) si modificano nel tempo a seconda della fase del ciclo di vita in cui si
trova

La classificazione delle fasi del ciclo di vita è però variabile (sia per numero sia per strutturazione);
Si ricorda così la classificazione più usata:
- coppia pre-coniugale
- coppia coniugale senza figli
- coppia con figli piccoli
- coppia con figli adulti ma conviventi con i genitori
- coppia adulta-anziana con figli usciti di casa

In ognuna di queste fasi, i bisogni ed i compiti dei membri, si sviluppano in modo diverso

Ciò che caratterizza tale approccio, è l´applicazione di 2 concetti:


- ciclo di vita famigliare: con tale concetto si vuole affermare che la famiglia è come un sistema vivente,
ossia segue un ciclo di vita, in quanto nasce, si sviluppa e muore
- compito di sviluppo: con tale concetto si sottolinea che la famiglia presenta una propria storia evolutiva,
in cui avvengono delle trasformazioni strutturali e delle differenziazioni
tra i sessi e l´età

Concetto principale è però quello di ‘’tempo famigliare’’: ossia la sequenza di fasi determinate
dai bisogni biologici, psicologici, sociali dei
singoli membri e dalle aspettative sociali

Tale concetto si riferisce al processo di differenziazione e di trasformazione strutturale


che deve avvenire nel corso della storia famigliare:
ovvero si riferisce all´assunzione di specifici ruoli e di determinate posizioni da parte dei membri della
famiglia, i quali cercano di svolgere delle funzioni di soddisfacimento dei loro bisogni di sopravvivenza
e cercano di sforzarsi ad adattarsi allo ‘’stress’’ presente nel sistema-famiglia

Grande importanza in questo approccio ha avuto Olson, il quale ha elaborato il modello circonflesso,
secondo il quale, nella famiglia è necessaria:
- coesione (riferita ai valori e alle emozioni che uniscono i membri di una famiglia)
- adattabilità (ossia capacità di cambiare le proprie abitudini, per rispondere al meglio alle situazioni
di sviluppo e di stress)

Si ricorda poi l´approccio dello sviluppo di Hill,


secondo cui la famiglia, per essere funzionante e per continuare ad esistere,
deve basarsi sul ‘’principio di adattabilità’’, che si basa su 2 pilatri:
- considera il sistema-famiglia come un insieme interdipendente di relazioni complesse
- focalizza ogni attività famigliare come lavoro, o meglio, come compito di sviluppo

La famiglia, studiata in questa maniera, non appare più come qualcosa di uniforme e standardizzato,
bensì si presenta come un compito di sviluppo che si riadatta in ogni fase della sua vita
Interessante è poi il modello ABCX elaborato da Hill,
il quale descrive e cerca di comprendere i processi che, a causa di più fattori, provocano stress individuale e
collettivo:
un evento stressante (fattore A) in base alla risorse importanti di cui gode la famiglia (fattore B)
e in rapporto alla situazione in cui la famiglia si trova (fattore C), porta all´insorgenza di una crisi famigliare
(fattore X)
APPROCCI RECENTI
Negli ultimi anni è emersa nella sociologia della famiglia la tendenza a considerare la famiglia come:
- pura comunicazione
- mera convivenza di vita quotidiana
- un organismo, che cambia secondo una connotazione biologica

Le teorie sociologiche che seguono questi punti sono


- approccio comunicazionale
- approccio neo-funzionalista

Esse, da una parte riflettono il Positivismo che prende atto di ciò che accade,
dall´altro lo rinnovano vedendo la realtà come costruzione dell´osservatore

Riprendono la Biogenetica, ossia la scienza della mente e la scienza dell´informatica,


tanto che parlano di FAMILY MIND

APPROCCIO COMUNICAZIONALE
Si caratterizza per essere costruttivista: ossia la famiglia viene intesa come cìò che l´osservatore costruisce

in interazione con il sistema osservato

Questo approccio, a volte, porta ad adottare un approccio interazionale,


in cui l´attore sociale è soggetto attivo, l´osservatore è esterno al sistema e la comprensione dei processi
comunicativi deve far ricorso a metà punti di vista

La famiglia è compresa secondo il binomio comunicazione-biologia:


binomio che in apparenza esalta il costruttivismo sociale,
ma che in realtà porta alla distruzione della famiglia come relazione sociale,
in quanto sarebbero sufficienti i meccanismi della biologia e della comunicazione

APPROCCIO NEO-FUNZIONALISTA
Le caratteristiche dell´approccio comunicazionale,
sono portate ad estreme conseguenze dell´approccio neo-funzionale

Tale approccio raccoglie molti modi di intendere la famiglia,


unificandoli in una prospettiva comunicazionale

Dichiara poi inevitabile la riduzione della famiglia a pura comunicazione,


a mera convivenza quotidiana e ad un semplice sistema interattivo
L’approccio comunicazionale dell´attuale sistema della famiglia,
raccoglie un insieme di tesi a riguardo:

1- TESI DELLA FAMIGLIA COME PURA COMUNICAZIONE


L´approccio comunicazionale considera la famiglia come un insieme di eventi comunicativi

Si ricorda, a tal proposito, Luhmann, il quale afferma che la famiglia consiste solo di comunicazioni,
non di persone né di relazioni tra persone

È il luogo della società in cui è importante la persona nella sua totalità e


in cui non si può non comunicare;
tale luogo può diventare punto di riferimento personale per la comunicazione

Caratteristiche:
- cambia secondo la differenziazione sociale
- è considerata solo secondo la dinamica comunicativa e perciò diventa auto-referenziale
- è un sistema chiuso, auto-poietico, ma comunque aperto agli scambi interattivi con l´esterno
- la famiglia si auto-genera, ma ciò avviene entro la società, in dipendenza da meccanismi sistemici
- ha carattere strutturalistico, ossia la struttura poggia su uno stato di fatto sociale
che opera come una macchina attraverso la re-entry

2- TESI DELLA FAMIGLIA NON COME SOTTO-SISTEMA MA COME PURO SISTEMA INTERATTIVO
La famiglia viene considerata non come un sotto-sistema societario,
ma come un sistema interattivo,
in cui l´interazione si limita alla comunicazione faccia a faccia e non si estende all’intera società

La teoria comunicazionale compie inoltre una distinzione tra società ed interazioni:


- società = sistema sociale che abbraccia tutte le comunicazioni possibili;
il suo ambiente contiene molte cose, eventi, sistemi viventi, esseri umani
ma nessuna comunicazione significativa
- interazioni = sistemi sociali in cui l´ambiente è ricco di comunicazioni che
non possono essere controllate dal sistema sociale:
vengono quindi concepite come interazioni faccia a faccia tra persone e
variano in base alla presenza d persone interne o esterne al sistema

*Entrambi rappresentano dei sistemi sociali non evolutivi,


ma adattivi, in quanto sono condizionati dall´ambiente nel quale operano e vivono e
che costruiscono attraverso la comunicazione

La famiglia quindi, pur interagendo con la società, non può più essere considerata come
un sottosistema, ma come un puro sistema interattivo che si forma al suo interno in modo autonomo e
indipendente dalla regola sociali
3- TESI DELLA SOCIALIZZAZIONE INFANTILE COME RELAZIONE PARADOSSALE E DEL TUTTO IMPROBABILE
Tale tesi vede scarse capacità nella famiglia contemporanea nelle funzioni di socializzazione
nei confronti dei propri figli

La socializzazione famigliare viene intesa come un insieme di paradossi e di improbabilità

La socializzazione ha una funzione differenziata a seconda che si tratti di una comunicazione


che avviene in rapporti interni (genitori-figli) esterni (famiglia-società)

All´interno della famiglia non vi sono più legami stretti


e la famiglia tende a diventare pura coppia,
in quanto il dialogo e la comprensione si riferiscono solo alla coppia e non al rapporto genitori-figli

La coppia non riesce più a stabilire forti legami con i figli e


diventa carente nella funzione normativa ed orientativa dei comportamenti dei propri figli,
non solo perché diminuisce il suo significato sociale ma anche perché
la specializzazione delle sue funzioni per alcuni aspetti diminuisce e per altri si intensifica

Dal modo della famiglia di organizzare la comunicazione con l´interno e con l´esterno,
si evince un certo permissivo, da non confondere con l´assenza di regole e di norme che regolano
i rapporti dentro e fuori il contesto famigliare
FAMIGLIA di Giorgio Porcelli
LA FAMIGLIA NELLA SOCIETÀ INDIVIDUALIZZATA

Risulta evidente che ci troviamo di fronte ad una società spaesata rispetto alla possibilità di una
condivisione di strategie di controllo sociale:
va ricordato infatti che viviamo in una società occidentale sempre più eterogenea e complessa
rispetto ad etnie e culture che la popolano.

Per quanto riguarda la famiglia occidentale, essa sta sperimentano un processo di individualizzazione,
ossia la famiglia viene percepita quasi esclusivamente come una faccenda privata, un patto che riguarda
esclusivamente i partner di coppia:
ciò però indebolisce le tappe istituzionali come il fidanzamento/matrimonio,
a vantaggio di legami più liquidi come la convivenza

Si ricorda a tal proposto Bauman, il quale definisce la società occidentale una società liquida che ha perso i
legami sociali e in cui l’individuo viene lasciato solo con se stesso rispetto alle scelte di vita

Allo stesso tempo, però, le famiglie migranti ci impongono di confrontarci con forme familiari opposte alla
liquidità dei legami

La famiglia occidentale si deve quindi confrontare con una sfida interna riguardo l´individualizzazione e una
sfida esterna in senso integralista

Viene quindi proposto di definire una nuova forma di famiglia: “famiglia interculturale”

DEFINIZIONE FAMIGLIA: ossia relazione sociale sui generis,


che si declina su due assi:
- orizzontale: rapporto tra i due partner della coppia costitutivo della famiglia
- verticale: rapporto di genitorialità-filiazione

Va ricordato che la cultura occidentale sottolinea quasi esclusivamente il rapporto relazionale orizzontale
(anche definito polo affettivo), mentre il rapporto verticale (anche definito polo etico della relazione), in cui
avviene la trasmissione di modelli culturali attraverso la trasmissione dei mandati familiari, viene messo da
parte a favore di una individualizzazione nel rapporto familiare

In occidente è inoltre avvenuta una profondissima trasformazione culturale,


che ha avuto ripercussioni anche ad es. sulla costruzione della coppia

Secondo il modello simbolico-relazionale infatti due persone tendono ad avere una relazione
autoreferenziale che si basa su un accordo siglato dai due partner, a prescindere dall’ambiente sociale
circostante

Viviamo però in una società multietnica, ovvero ci troviamo a confrontarci quotidianamente con modelli
familiari basati su paradigmi culturali diversi se non opposti.
LA RELAZIONE NELLA SOCIETÀ INDIVIDUALIZZATA: UNA PAROLA ABUSATA

Vi sono state delle trasformazioni che hanno inciso profondamente sulla relazione di coppia:
 de-isituzionalizzazione del rapporto
 trasformazione da patto esplicito e dichiarato a patto segreto tra i due contraenti

In particolare, esistono 3 principali tipi di relazione:

1. RELAZIONE INCONDIZIONATA: legame che condividono due soggetti adulti


Per adultità si considera quella fase di sviluppo della personalità in cui la persona
acquisisce uno stato di indipendenza economica, psicologica ed emotiva.

Queste 3 autonomie sono in relazione tra loro, ma non sono ordinate in senso cronologico

Essere adulti implica quindi lo stare bene con sé stessi, prendersi cura della propria
persona

La relazione incondizionata è tale perché non dipende dalla necessità di appagamento dei
bisogni, bensì è una relazione progettuale:
nel mondo moderno accade l’opposto, quante relazioni finite per non essere stati all’altezza!

Giulio Cesare Giacobbe identifica


3 tipologie di partner:
1. bambino/a  fa di tutto per essere al centro dell’attenzione
2. adulto/a  sa prendersi cura di sé e bastarsi
3. genitore  non solo ha raggiunto lo stadio adulto, ma oltre a star bene con se stesso
sa uscire dal proprio mondo ed aprirsi a una dimensione oblativa

Queste categorie corrispondono allo stadio di sviluppo della personalità del soggetto
Alcuni abbinamenti sono del tutto disfunzionali (es. bambino-bambino)
Secondo Giacobbe l’unico abbinamento di coppia auspicabile è quello tra due partner
adulti
2. RELAZIONE PROTETTA O TERAPEUTICA
Si dovrebbe realizzare nel rapporto tra genitori e figli, maestri e alunni..

I ruoli dei partner non sono in questo caso sullo stesso piano:
da una parte l’adulto, dall’altra il soggetto in cerca di autonomia che non è in grado di
realizzare da solo: ecco perché la relazione terapeutica si svolge in un setting protetto

Si tratta però di ruoli ben definiti

Si tratta di una relazione a tempo determinato:


ossia dura fino a che l’autonomia non viene raggiunta

A monte della relazione protetta deve esserci la relazione incondizionata:


se così non fosse il maestro/educatore non libererebbero mai l’altro da questo rapporto
duale perché verrebbe loro meno l’appagamento del bisogno di riconoscimento

Ci sono anche rapporti in cui uno dei due partner ha costruito il rapporto in funzione di una
forma di aiuto dell’altro che si trova in uno stato di svantaggio,
ma quando quello non emancipato acquisisce autonomia la coppia si scioglie

3. RELAZIONE PURA
Definita così da Giddens (Bauman la chiama “relazione sino a nuovo avviso”),
il quale si proponeva di descrivere le caratteristiche della vita di coppia attraverso lo
strumento dell´intervista in profondità

È emerso che la ragione per la quale le persone convivevano era la ricerca di appagare un
bisogno, nel momento in cui esso veniva appagato (o non trovava appagamento adeguato)

la relazione veniva sciolta in comune accordo

Bauman afferma che tale tipo di relazione è una relazione rischiosa, in quanto non si ha
mai la sicurezza che l´altro rimanga accanto a noi

Questa relazione non la troviamo nelle istituzioni, in quanto nasce, cresce e muore nel
privato:
ecco perché le scienze sociali descrivono la famiglia contemporanea come una relazione
sui generis che poggia le fondamenta sul patto segreto di coppia

Donati, oltre a parlare di generis e specificare i due assi orizzontale e verticale del legame
familiare, ne mette in luce due dimensioni:
 Religo: descrive le caratteristiche legame di coppia, ossia dei due assi
 Refero: considera l’ambito culturale di riferimento
I modelli culturali della coppia (contenuto simbolico della relazione) condizionano
molto le decisioni
OMOGENITORIALITÀ E LESSICO SOCIOLOGICO: LA MEDIATIZZAZIONE DI UNA PAROLA

Crisi sociologia?  Luhmann individua una possibile via d’uscita

La crisi è dovuta al fatto che oggi sono i media ad offrire quotidianamente una descrizione ed
interpretazione dei fenomeni e delle problematiche sociali
(si tratta di una versione sociologica del mondo ad un tempo potente, efficace e molto avvincente)

La sociologia deve avere quindi la capacità di condurre una critica che permetta una distinzione in merito
alle descrizioni della realtà proposte dai media

N.B. Mia come rispetto al tema della famiglia omogenitoriale occorre adoperare la
prospettiva sociologica-critica

- Definizione dei media sulla famiglia omogenitoriale = nucleo composto da due partner dello stesso sesso
e dai loro figli

- Definizione sociologica-critica = se osserviamo lo stesso nucleo dal punto di vista giuridico,


esso descrive piuttosto la situazione di un’unione ricomposta,
ossia di due partener dello stesso sesso che provengono uno o entrambi
da precedenti storie familiari il cui fallimento ha comportato
separazione/divorzio e l’affidamento dei figli minori
di uno o di entrambi i partner.

La nuova convivenza non cancella il diritto dei figli minori alla genitorialità.

Pertanto non avverrà mai che il nuovo nucleo scaturito dall’unione civile possa definirsi omogenitoriale se
non in quanto finzione “ideologica”.
Infatti il nuovo partner non subentrerà mai né come figura né come diritti al genitore naturale.

Nella presente sezione non è stato trattato il tema delle coppie omogenitoriali o dell’omogenitorialità in
senso lato, ma quello dell’abuso dell’utilizzo perlopiù mediatico del termine di famiglia omogenitoriale
I MODELLI DELL’INTEGRAZIONE CULTURALE: LE CONSEGUENZE DELLA PAROLA MULTICULTURALE RISPETTO
ALLA FAMIGLIA

Sono molteplici i modelli culturali che occupano lo spazio sociale e che caratterizzano la società,
che ora è multiculturale.

Quando si parla si multiculturalismo, ci sono tre diverse possibilità di interazione con le diversità culturali:

1. MELTING POT (Nord America):


forma classica di convivenza con il diverso, che implica che se tu sei diverso per cultura e
vieni da noi, devi rinunciare a tutte le tue caratteristiche specifiche e devi mettere in atto
un’assimilazione totale, fondere totalmente nel nuovo contesto sociale

2. SALAD BOWL o BOTANIC GARDEN (Nord Europa):


il multiculturalismo viene spiegato attraverso la metafora dell´insalatiera:
ossia in un´insalatiera vengono poste diverse verdure:
ogni componente rimane però tale ed è riconoscibile nel suo specifico;
non c’è nessun tipo possibilità di amalgamare

Ciò significa che anche se viviamo in una realtà multiculturale,


le diverse culture che ne fanno parte, mantengono le proprie prerogative culturali
senza tentare di conoscere e comunicare vicendevolmente con le altre

Per quanto riguarda il cittadino occidentale, il quale vive in quella che si definisce cultura
della personalizzazione e dell´individualizzazione, egli si rapporta alla diversità ignorandola
o facendo finta che non ci sia, salvo per poi accorgersene solo quando avvengono
fenomeni di infanticidio, uccisioni di bambini ecc.

La nostra risposta in termini culturali è quindi quella improntata ad una forma di


etnocentrismo ingenuo: ossia si ritiene che il modello culturale dell´individualizzazione e
della personalizzazione
sia il modello migliore in assoluto, il massimo standard di civilizzazione

3. PIZZA MIX:
metafora utilizzata per spiegare il modello interculturale nato all’interno della riflessione
pedagogica: ossia una pizza è comporta da più ingredienti che si fondono senza però
perdere i tratti distintivi, ma dando vita

Affinchè ciò sia possibile è necessario essere capaci di comunicare con culture diverse dalla
nostra
e saper gestire i conflitti, i quali risultano inevitabili

Si ricorda che il modello multiculturale è molto più comodo e semplice da realizzare


rispetto
al modello interculturale, il quale nonostante la fatica, può produrre un arricchimento tra
i diversi modelli culturali

È importante poi precisare come intendere il cambiamento culturale:


La cultura va immaginata nel suo aspetto multidimensionale:
- a un primo livello -> sono cultura gli oggetti, gli smartphone, gli anelli che indossiamo
- ad un secondo livello -> sono cultura i miti, le leggende, le narrazioni condivise e
tramandate

I valori, le norme, le credenze richiedono un tempo lungo per modificarsi


in quanto sono incorporate nei miti, racconti, narrazioni,
i quali trasmettono la cultura (scuola???) chiediiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

FEMMINICIDIO di Daniela Bandelli


INTRODUZIONE. IL TORMENTONE MEDIATICO PRE-ELETTORALE
Secondo la sociologia siamo di fronte ad un panico morale:
ovvero ad un’ondata mediatica che crea preoccupazione pubblica su un determinato fenomeno,
che però non rispecchia un reale incremento di omicidi di donne
Il fenomeno mediatico è il risultato di movimenti femministi che si sono affermati con la
campagna elettorale del 2013, permettendo ai politici di fare proposte di legge ecc in merito
Un ingrediente comune della ricetta anti-femminicidio, è portare più donne in Parlamento
Si ricorda poi che, la Presidente della camera Laura Boldrini, invita a rimuovere dal gergo
giornalistico espressioni come “crimine passionale” e “raptus”, in quanto non descriverebbero la
vera natura di tali omicidi e farebbero pensare ad una minor colpa dell’omicida

ORIGINE E SIGNIFICATI
Il significato del termine femminicidio è complesso e non univoco:
esso infatti può essere inteso come omicidio di donna, omicidio di donna da parte di un uomo,
omicidio di donna in quanto donna, omicidio di moglie
1976  la studiosa femminista Diana Russell al Tribunale internazionale sui crimini contro le
donne usò la parola inglese femicide per indicare tutti gli omicidi di donna commessi nella storia
per colpire il genere femminile
L’iniziale traduzione in italiano è stata ‘’femmicidio’’ e ‘’femicidio’’:
si tratta di due termine sviluppatisi solo all´interno dei movimenti femministi

Solo negli anni 90  viene coniato il termine femminicidio dal movimento femminile in Messico
per richiamare l’attenzione sui rapimenti, stupri e uccisioni di donne nel contesto di narcotraffico,
migrazione, mancanza di tutela
Il termine in America Latina fu originariamente pensato per indica sia l´uccisione di donne per
questioni legate al loro essere donne sia per tutte le discriminazioni di genere che, secondo le
pensatrici femministe, starebbero alla base della violenza sulle donne2006/2008  il termine
assume una connotazione politica all’interno della riflessione femminista in Italia
sui quadri teorici politici della violenza sulle donne nella mobilitazione latino-americana;
Tale riflessione venne guidata dall´Avv. Barbara Spinelli, che nel 2008 pubblicò un saggio dal titolo
“Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale”
2011  il termine viene proposto alle istituzioni durante la ‘’Convenzione per l’Eliminazione della
Violenza Contro la Donna’’
2012  il termine viene popolarizzato anche da “Se non ora quando”,
un network di donne impegnate politicamente e debuttate l´anno precedente con una protesta
nazionale contro il sessismo nella cultura istituzionale e massmediatica;
esse lanciarono la campagna ‘’Mai più complici’’, chiedendo agli uomini di prendere posizione
contro il femminicidio
Sempre in questo periodo, un’altra coalizione guidata dall´ associazione femminista ‘’Unione
Donne Italiane’’, lancia la campagna No More, per chiedere al governo di ratificare la
‘’Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e
violenza domestica’’
*Questa instabilità semantica rende il termine estremamente versatile nel discorso politico e
media friendly ma inutile nel lavoro scientifico
Il termine femminicidio trascina con sé una specifica interpretazione della relazione tra uomo e
donna,
che non sempre può spiegare un’azione complessa come la violenza
È necessario chiedersi se è giusto ricercare le spiegazioni di un atto nella posizione sociale che il
maschio e la femmina hanno in una determinata società e cultura
SESSO E GENERE
Genere  termine della linguistica che indica una classificazione grammaticale dei nomi

Il femminismo anglofono, nel tentativo di trovare una parola che potesse descrivere la
caratterizzazione sessuale dell’identità umana in modo distinto dalla identità sessuale biologica
femminile-maschile,
ha introdotto (anni 90) il termine ‘’gender’’
Al giorno d´oggi, nel linguaggio corrente, anche il Italia,
genere è una alternativa politicamente corretta alla parola sesso (biologica) e ne sostituisce il
significato
Giulia Galeotti intende il termine “genere” come una costruzione culturale,
un insieme di modi di essere e di ruoli che definiscono la mascolinità e la femminilità
Studi queer  si occupano di discriminazioni basate sulla categorizzazioni della identità in
normative e devianti, affermano la pluralità dei generi, degli stili di vita, delle categorie di pensiero
negati dall’organizzazione sociale eterosessuale e dal pensiero biologista
Come per la parola “femminicidio” anche “genere” è una parola dal significato indefinito,
che veicola implicitamente concetti e visioni del mondo che però non vengono manifestatamente
dichiarati

VIOLENZA DI GENERE: VIOLENZA TRA SESSI?


È necessario chiarire cosa si intende per violenza di genere:
molti sostengono che si tratti di una violenza commessa nella coppia, altri credono che
corrisponda alla violenza tra i sessi: ma si tratta di un significato scorretto
Nei documenti internazionali, l´acronimo utilizzato è GBV,
ossia violenza basata sul genere:
ossia violenza causata, giustificata, indotta o semplicemente diffusa dalla caratterizzazione
culturale che la maschilità e la femminilità hanno in una società
La violenza di genere contribuisce a mantenere la diseguaglianza tra uomo e donna,
impone modi specifici di essere maschi o femmine e determinati ruoli
La categoria della violenza di genere nasce da riflessioni delle femministe sulla violenza maschile
letta come prodotto del dominio maschile
Grazie alle mobilitazioni e alle pressioni politiche dei gruppi femministi,
a partire dagli anni 50, le sofferenze delle donne raggiungono l’opinione pubblica
e danno vita ad una nuova categoria discorsiva e politica:
quella della violenza contro o sulle donne
Con il tempo, il discorso della violenza sulle donne si è espanso,
iniziando a comprendere diverse tipologie di discriminazione
Il pensiero e i movimenti femministi spiegano però la violenza maschile contro le donne
come una questione di potere tra i sessi, come un problema strutturale del patriarcato,
organizzazione sociale in cui la donna viene controllata dall´uomo
Ma le riflessioni delle femministe non sono propriamente giuste,
in quanto i paesi dell’Europa settentrionale, dove la donna ha maggiore potere ed autonomia,
presentano elevati tassi di violenza sulle donne
La teoria femminista interpreta le relazioni tra i sessi attraverso la lente del neo-marxismo,
in cui gli uomini sono i borghesi e le donne il proletariato
e i primi hanno il vantaggio di potere sulle seconde
L´ equazione violenza-potere intrinseca nella lettura femminista,
rende la teoria della violenza di genere parziale e anacronista
La sociologa Corradi sostiene che questa equazione non sia più plausibile in Italia in quanto,
sebbene il patriarcato non sia del tutto estirpato, non è il modello relazionale preponderante.
Secondo lei, continuare a pensare in termini di violenza di genere impedisce di cogliere importanti
cambiamenti di status dell’uomo e della donna negli ultimi anni
Inoltre, spiegare la violenza esclusivamente in termini di potere,
non permette una reale comprensione:
va quindi tenuto conto anche di tutta una serie di fattori che entrano in gioco (economici,
educazione, utilizzo di droghe..)
Questo effetto banalizzante, è realizzato anche dal termine “femminicidio”,
in quanto pretende di racchiudere tutti gli omicidi di donne sotto a uno stesso cappello
MINORI di Valentina Morana
PAROLA
La parola è:
- espressione del pensiero
- espressione delle emozioni
- espressione dell´essere umano
- espressione di una cultura
Vi è poi il linguaggio, ossia una relazione tra parole,
che varia da cultura a cultura
(l’Italia ha avuto la fortuna di avere una cultura millenaria ed un linguaggio molto ricco, che si è
evoluto nel tempo grazie a grandi maestri, tra cui Dante Alighieri, Giovanni Pascoli, Ugo Foscolo,
Italo Calvino)
Capita spesso però che la parola sia espressione di un sistema e non più di una cultura:
si ha da una parte la parola che difende la gente, dall´altra la parola che offende e difende un
sistema
MINORI
Prima degli anni 90, si parlava di bambini e di ragazzi,
successivamente, per favorire i diritti all´infanzia, venne introdotta la parola ‘’minori’’,
che comprende la fascia di età dai 0-18
Si tratta però di un aggettivo e non si un sostantivo,
che, come afferma Luigi Fadiga, indica una condizione di inferiorità e di debolezza,
che tendono ad influenzare anche
Tale modifica avrebbe dovuto produrre risvolti positivi,
ma così non è stato, in quanto i minori non hanno nessuna voce in capitolo
bensì sono vittime del sistema
Sarebbe inoltre di gran lunga preferibile tornare ad utilizzare le parole originarie,
bambini e ragazzi

IL BAMBINO ED IL SUO SVILUPPO


Vedi libro

L´IMMAGINE DEL CAOS OVVERO: QUANDO SI INDUCONO I PROPRI GUSTI SESSUALI SUI BAMBINI
Il termine ‘’omofobia’’ deriva dal Greco
‘’homos’’ ossia uguale – ‘’phobie’’ ossia ‘’paura di carattere patologico’’
Si tratta di una parola ricorrente, che molto spesso viene utilizzata anche contro persone con
determinati valori, e quindi a sproposito
A tal proposito, grande importanza riveste il quesito riguardo a se
2 genitori dello stesso sesso sono uguali a 2 genitori di sesso opposto:
secondo la dott.ssa Valentina Morana è evidente che non si tratti della stessa cosa,
in quanto, in caso di genitori omossessuali, i bambini non possono sviluppare quei processi
fondamentali per la loro crescita di identificazione o di relazione;
tutti questi bambini nati con genitori dello stesso sesso sono costretti a ricercare al di fuori della
coppia genitoriale ciò che gli manca
Secondo la dott.ssa Valentina Morana le persone a favore del bipensiero vedono le cose solo dal
punto di vista dell´adulto centrico, dimenticandosi del bambino
Oltretutto a questi bambini viene privata la possibilità di essere a conoscenza del nome e dell
´identità di chi ha contribuito biologicamente a metterlo al mondo, nonché delle loro reali origini
I sostenitori del bipensiero cercano di supportare la loro tesi riproponendo la tesi dei bambini
orfani,
non comprendendo che si tratta di un esempio inopportuno che non ha nulla a che vedere a
riguardo
Essi sostengono inoltre che l´identità di genere sessuale non è legata alla biologia, ai ruoli
genitoriali e che poi essere ciò che vuoi
Si tratta però di tesi che non sono mai state provate scientificamente a causa del rifiuto di un
confronto tecnico da parte dei suoi sostenitori
Tipo B

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