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come si articola
rispetta la consueta divisione retorica in due parti:
1. Ricorda alla Vergine i suoi meriti
eccezionali (1-21)
2. Preghiera vera e propria perché
Dante veda Dio e superi i limiti
della propria mortalità (22-39)
termina
S. Bernardo dice che la preghiera non è
soltanto sua ma anche di Beatrice e di tutti i
beati che si sono uniti a lui
INTERVENTO METANARRATIVO
rispetto alla complessità dei grandi misteri
incolpa l’insufficienza del suo parlare (simile al linguaggio di un neonato)
di non aver spiegato chiaramente il concetto dell’unità dell’universo in Dio.
SECONDA VISIONE
TRINITA’ DI DIO
Il poeta si accorge che la sua vista diventa sempre più potente
Al punto che la luce divina, apparsagli prima in un unico sembiante,
si distingue ora in tre cerchi di tre colori diversi e di una medesima dimensione
un cerchio pareva un riflesso dell’altro, come un arcobaleno è il riflesso di un altro,
e il terzo cerchio sembrava fuoco emesso in ugual misura dal primo e dal secondo.
La sua vista rinvigorita sempre più ha potuto vedere distintamente Trino
ciò che prima gli appariva uno. Il sembiante di Dio è in realtà immutato e immutabile.
INTERVENTO METANARRATIVO
Dante non è soddisfatto di come ha rappresentato il mistero della Trinità
perché il suo discorso è stato fioco cioè inadeguato al suo concetto, cioè a ciò che
conserva della visione
TERZA VISIONE
Dante ribadisce che il male allontana l’uomo dalle sue più alte possibilità
da quelle radici che poste nella sua finitezza terrena
lo dovrebbero proiettare nell’infinito divino
il male è infelicità
Dante non avrebbe mai accettato un Dio che gli imponesse di non pensare,
di non amare, di rifiutare la sua natura umana
e mo’ tutti a