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Io ero bravo a disegnare e a dipingere, mi sentivo creativo e volevo fare il liceo

artitistico e i miei:
- E dopo cosa fai? L’artista? No! Non c’è futuro per gli artisti. Devi frequentare
una scuola utile come ragioneria.
Così, hanno scelto loro per me, come spesso succede a 14 anni. Ho finito cinque anni
dopo, cinque anni di tanta noia (4) e poco studio. Sono stato quasi un anno a casa. Mio
padre mi scriveva i curriculum e mia madre cercava di facermi un colloquio in banca e
un giorno ci è riuscita. Ma quel giorno non ci sono andato.
Ho detto addio a mamma e papà, addio ai pochi amici, addio alla mia piccola città tra
i monti e sono partito. Avevo risposto a un annuncio sul giornale per un lavoro come
cameriere a Verona. Mi avevano preso anche senza sperienza. Così potevano pagarmi
pochissimo, ma mi andava bene lo stesso.
Era l’inizio della mia avventura ed eccomi qui di nuovo in partenza. Questa volta
vado a lavorare in mare, sì, proprio così, non al mare ma in mare. Su una di quelle
gigantesche navi da crociera. Ho trovato il lavoro tramite (5) un annuncio sulla web.
Cercavano degli animatori per i tre mesi estivi. Ho isposto, loro mi hanno contattato e
po ho passato la selezione. Non so fare niente di specifico, non so ballare, non so
cantare, non sono istruttore di sport, però, credo, mi hanno trovato simpatico e vivace e
forse questo basta.
La nave parte tra due giorni da Civitavecchia (6). Ho tempo di fare le valigie. Ne ho
una sola, piccola piccola e salutare i miei pochi amici Gianni e Giovanni, non, non è
uno scherzo, si chiamano proprio così, che lavorano con me e la mia amica Lorena, è
l’aasistente del dottor Lamberti a Giardini&Giardini.
Ho detto amica perhè è proprio un’amica, non la mia ragazza. Una cara amica, una
che mi capisce. È lei che mi ha consigliato di laciare la compagnia Giardini&Giardini.
- Sei bravo ma se ti annoi, non è giusto restare- mi ha detto- Uno deve fare un
lavoro bello, che gli piace. Anch’io faccio un pò di sperienza qui e poi cerco
qualcosa da altro, qualcosa di meglio. Tutti devono cercare e volere qualcosa di
meglio.
- D’accordo, d’accordissimo.
Di resto, io questo “qualcosa” la sto cercando da un pò. Chissà se è proprio qui su
questa nave da crociera.
Vocabolario capitolo 1

(1) andarsene: partire, andare via


(2) curare: attendere con premura e diligenza a qualcuno o a qualcosa
(3) annoiato: recare fastidio
(4) noia: fastidio
(5) tramite: attraverso
(6) Civitavecchia: città della regione di Lazio, dove si trova un importante porto.

CAPITOLO 2
L’ANIMATORE

Animatore, un lavoro che consiste nel divertire gli altri. Io insieme ad altri sette
ragazzi e ragazze progetto e organizzo giochi, balli, gare, feste, spettacoli. Ognuno deve
anche tenere un corso. Io faccio il corso di acquagym perchè è quello più facile. La
giornata degli animatori dura 14 ore. Siamo in attività dalla mattina fino a tardi sera a
organizzare e divertire. E i clienti c’è di tutto: dalla allegra famigliola alla coppia di
anzianotti. Tante coppie di ogni genere e un piccolo gruppo di ragazzi e ragazze.
Oggi alle dieci ho la lezione di acquagym e ne ho un’altra nel pomeriggio. Prima del
pranzo abbiamo organizzato un gioco. A chi vince offriamo un aperitivo gratis. Stiamo
anche organizzando uno spettacolo per la sera. Io non so ballare e allora faccio il
coreografo. È divertente. I miei colleghi sono simpatici a parte il nostro capo. Non è
solo il capo degli animatori ma è una specie di super capo dell’organizzazione, una
specie di capo villaggio della nave. Si chiama Andreani. Ha sui 35 anni, alto,
abbronzato, capelli scuri, occhi chiari. Le ragazze dicono che è un bell’uomo, forse lo è,
non lo so. Quello che so è che è un uomo terribile, sempre scortese, sempre pronto a
sgridare e a rimproverare, non dice mai una parola buona a nessuno. Diverse volte ha
fatto piangere la nostra collega Beatrice. Noi la chiamiamo “la ballerina” per chè
insegna ballo e zumba.
Beatrice è molto bella, è forse un pò piccola di statura, ma ha un viso da bambola
(1) e un corpo assolutamente perfetto e non solo, sembra una ragazza dolce e sensibile.
La carogna (2) l’ha capito e se la prende (3) sempre con lei, anche oggi.
Ero sul ponte, avevo finito la lezione di acquagym. Faceva un caldo terribile. Sono
andato a prendere fresco a poppa. Sul ponte, vicino alla piscina ho visto Beatrice e il
signor Andreani, stavano discutendo, ma non ho capito di cosa. Lui ha visto che io li
guardavo e se ne è andato, Beatrice invece è rimasta.
- Cosa voleva la carogna?- le ho chiesto. Lei aveva gli occhi pieni di lacrime.
- Licenziarmi (4)- ha risposto.
- E perchè?
- Perchè è una carogna! – mi ha detto.
- Cos’è successo? – ho chiesto io.
- Mi ha detto che due signori si sono lamentati con lui per la mia lezione. Hanno
detto che è troppo difficile.
- E tu cosa gli ha risposto?
- Che è normale. Qui c’è di tutto: bravi e non bravi. C’è chi trova la lezione
troppo facile, altri a cui va bene, altri ancora che la vedono troppo difficile, ma
lui ha detto che un’insegnante brava fa tutti contenti.
- Cioè, praticamente ti hai fatto capire che non sei brava.
- Appunto!
- Ne hai parlato con Gilli?- domando io.
- Gilli? La sua assistente?
- Sì, sai che l’unica che riesce a parlare con Andreani.
- Li ho visti insieme a volte. Sembra una persona gentile - dice Beatrice.
- È una persona gentile.
- Magari la prossima volta - fa lei
- Vuoi una fetta di torta? Al bar hanno quella al cioccolato - propongo io.
- No, grazie. Devo tenermi in forma per la danza, mi basta poco per mettere su
qualche chilo e qui con tutto quello che c’è da mangiare...
- Sciocchezze!(5) - faccio io- Hai un corpo stupendo! – Accidenti! Mi ha
scappato! Il complimento è forse troppo sfacciato ma lei non se la prende, anzi,
sorride.
- Grazie - dice.
Forse le piaccio. A me piace tanto Beatrice, ma io non ho fortuna con le
donne, non capisco perchè. Quando mi guardo allo specchio vedo un ragazzo
carino, occhi scuri, naso regolare. Forse sono uno un pò troppo normale, chi lo
sa? So solo che mi piacerebbe frequentare Beatrice e non solo io ma due miei
altri colleghi: Marco e Carlo le fanno la corte. Marco è l’allenatore (6) di judo e
non mi preoccupa. È uno un pò timido, parla poco, è uno che secondo me non
piace a Beatrice. Invece Carlo...Carlo è il dio degli animatori, alto, bello, biondo,
divertente, per di più, è un ballerino come Beatrice, spesso negli spettacoli
ballano insieme e sono davvero spettacolari.
Domani arriviamo alla nostra prima tappa: Venezia. Qui facciamo sosta per
un giorno. I passaggeri scendono, visitano, comprano souvenir, fanno foto. Noi
abbiamo qualche ora di riposo. Carlo ci ha invitato per la sera a festeggiare il suo
compleanno. Io ho invitato Beatrice a fare un giro a Venezia con me.
Venezia, la romantica. Questo forse può aiutarmi a conquistare la donna dei
miei sogni. Quando arriviamo a Venezia Andrani scende insieme alla sua
assistente, la signora Gilli. A noi dice:
- Mi raccomando eh, non più di un paio di ore. Vi aspetto tutti di ritono per le
12.00.
Noi ci guardiamo. Per le 12.00? E perchè per le 12.00? I passaggeri non
tornano fino a sera. Molti non mangiano neppure in nave perchè la crociera offre
un pasto tipico in un ristorante veneziano.
Io come sempre il più coraggioso, anche forse il più abituato a lasciare i posti
di lavoro chiedo:
- E perchè, signor Andreani? Siamo liberi fino alle...
Quello non mi lascia neppure finire di parlare.
- Non ti permettere! – grida e diventa tutto rosso dalla rabbia- Non ti permettere di
mettere in discussione le mie decisioni.
- Io...veramente...- balbetto io.
E lui ancora più arrabbiato. Ma cosa gli ho fatto? Accidenti!
- Torna subito in nave tu! Non ti muovere da lì!
Ma io non mi faccio mettere i piedi in testa e rispondo:
- Lei non può ordinarmi di stare sulla nave.
- Lei...- lui si avvicina a me, ha la mano stretta a pugno, vuole picchiarmi (7)!
Non ci posso credere!
In quel momento interviene la sua assistente:
- Andiamo- dice- Non esageriamo, su...
Andreani ha ancora la mano stretta a pugno
- Lei parla ancora.
- Avanti,Sergio. Non fare così, è solo un ragazzo
- Un ragazzo? Un ragazzo?- ripete lui.
La Gilli lo prende per il braccio.
- Avanti, andiamo- gli dice.
Andreani si svolta verso di lei e le dice freddo, senza rabbia:
- Tu sei stata una debole e lo dimostra ancora una volta.
Poi guardami dritto negli occhi.
- In quanto a te, non credere. Non è finita qui.
I due se ne vanno. Beatrice si avvicina a me e mi abbraccia.
- Oh, povero- mi dice.
E Marco:
- Sei stato veramente bravo.
Ricevo anche complimenti degli altri.
- Bravo! Bravo!
Soltanto Carlo non dice niente. Non perchè sta dalla parte di Andreani, ne sono sicuro,
ma perchè vede che Beatrice mi dimostra la sua simpatia. Io e Beatrice ci avviamo verso
Venezia. Io, con un passo da eroe.

Vocabolario capitolo 2

(1) bambola:
(2) prendersela: arrabbiarsi
(3) carogna: persona cattiva e sgradevole
(4) licenziare: far cessare un lavoratore dall’attività prestata
(5) sciocchezza: idiozia, insensatezza
(6) allenatore: tecnico, istruttore
(7) picchiare: battere con colpi
CAPITOLO 3
VENEZIA

Volete conquistare una donna? Portatela a Venezia! Sembra di entrare in un


mondo di fiaba e proprio nelle fiabe si realizzano gli amori più grandi. Cenerentola e il
principe, Biancaneve e il figlio del rè, la Bella e la Bestia (1) e Lorenzo e Beatrice.
Io sono stato un paio di volte a Venezia, ma la trovo più bella e magica che mai,
forse perchè sono con Beatrice. Quando abbiamo lasciato la nave lei sembrava triste,
aveva gli occhi rossi. Forse ha pianto per quella carogna, penso io. A poco a poco però
si rasserena.
-Venezia è la mia città preferita- mi dice mentre passeggiamo.
Fa decine di foto. Ce ne facciamo fare una da dei turisti sul Canale Grande. Io la
abbraccio, lei sorride. Vediamo San Marco e la Piazza. Camminiamo per ore tra i vicoli,
i palazzi antichi, le chiese, mangiamo qualcosa in un bar. Lei compra anche dei
souvenir. La guardo mentre osserva gli oggetti di un negozietto vicino alla Piazza San
Marco. Sento che mi sto innamorando.
Beatrice viene da me a farmi vedere cosa vuole comprare, mi mostra un ciondolo (2)
a forma di ballerino.
- Ma è uguale a quello che hai tu!- esclamo io.
- Sì - risponde lei toccando il ciondolo che porta al collo- Infatti ne ho trovato uno
assolutamente uguale. Forte eh?
- E perchè ne vuoi un altro uguale? – domando.
- Non è per me, sciocco (3)! È per Carlo- dice Beatrice - Questa sera è il suo
compleanno e il ciondolo è un regalo ideale, Sae vuoi glielo do anche da parte
tua.
- No, da parte mia non – faccio io.
- E tu cosa gli regali?
- Non lo so so, niente credo. Carlo non mi è molto simpatico.
- Beh, è un tipo particolare. Io lo trovo interessante.
Interessante? E me? Come trova a me? Sono interessante anch’io? Mah...
Torniamo sulla nave alle 5.00 de pomeriggio. La nave è praticamente deserta,
tutti i passaggeri a parte qualche anziani e qualcuno malato hanno scelto di restare a
Venezia, Così noi possiamo andare alla festa di Carlo. Ci troviamo tutti alle 7.00 sul
ponte. Carlo, il festeggiato, io, Beatrice, Marco, Sabrina che insegna nuoto, Ivan,
l’istruttore di tennis, Giorgio e Tammara e due che fanno un pò di tutto, come me.
Ci sono anche due camerieri del ristorante.
- Dove andiamo a mangiare? – chiede Beatrice.
Carlo fa un sorrisetto e non risponde.
- Allora – fa Marco – Dove?
- È una sorpresa – dice Carlo.
Una sorpresa? Noooo, io odio le sorprese. Ma questa è una bella sorpresa. Carlo
ha scelto un angolo un pò nascosto (4) del ponte della nave. Qui ha allestito un
tavolo con panini e pizzette, bottiglie di bevande alcoliche e non alcoliche. C’è
anche la musica.
Beviamo, balliamo, chiaccheriamo (5). Carlo fa lo stupido con Beatrice per tutta
la festa. Lei gli dà il ciondolo a forma di ballerino che ha comprato a Venezia.
- Oh, che bello – fa lui – Grazie, Beatrice.
Le prende la mano e poi le dà un bacio sulla bocca. Io invece vorrei dargli un pugno
in faccia, ma non posso. Beatrice non è la mia ragazza.
È mezzanotte e Beatrice dice di essere stanca
- Forse ho anche bevuto troppo – aggiunge- Non sono abituata a bere. Vado a
dormire.
- Posso accompagnarti? – mi offro io. Magari riesco a darle il bacio di buona notte,
ma lei rifiuta il mio invito.
- No, non ti preoccupare – mi dice – Tu... rimani, divertiti!
Ma che divertimento è senza di lei, invece mi diverto anche senza Beatrice. Siamo
tutti molto allegri, forse perchè per la prima volta dopo giorni di intenso lavoro siamo
liberi. La musica si interrompe e Carlo annuncia:
- Adesso arriva la torta!
La torta è davvero enorme, tutta di cioccolato e io amo il cioccolato. Carlo sta per
tagliarla quando:
- Cosa cavolo state facendo qui?
Accidenti! È la voce della carogna, di Andreani. Eccolo, con il suo completo, giacca,
pantaloni bianchi, cappello sulla testa, tutto abbronzato. Sembra un divo di Hollywood,
ma non è un divo di Hollywood, è solo Andreani, la carogna.
- Dovete smettere immediatamente – dice- Questa festa è un illecito! Chi l’ha
organizzata? – domanda.
Carlo risponde:
- Sono stato io.
- Eh, bravo signor Lemoncini...eh bravo!
- Per il mio compleanno – aggiunge lui.
- Per il suo compleanno? – ripete Andreani – Ma Lei sa che lo staff non può fare
feste private sulla nave?
- Ma non c’è nessuno. Tutti i passaggeri sono a terra – protesta Carlo.
- Questo non ha importanza! Le regole sono regole!
Andreani ha decisamente alzato la voce:
- Adesso voi ve ne andate subito e pulite tutto!
- Ma signor Andreani...- Carlo ha interrotto il signor Andreani.
Tutti sanno che a lui non piace essere interrotto, così a questo punto si arrabbia
veramente.
- Basta! Basta! – grida a Carlo – Lei è licenziato!
- Ma Lei non può licenziarmi – protesta Carlo.
- Certo che posso!
Adesso anche Carlo è arrabbiato e si avvicina, sembra minaccioso (6). Vuole dargli
un pugno? Forse vorrebbe ma non lo fa. Andreani non dice niente, lo guarda negli occhi
e se ne va.
Beh la festa comunque è finita. Aiutiamo Carlo a sparecchiare (7) e pulire. Poi
torniamo tutti in cabina. È l’una di notte. Io vado alla cabina di Beatrice. Mi fermo
davanti...busso (8) o non busso? Busso o non busso? Eh, busso piano, ma non risponde.
Sta dormendo, penso. Non voglio distubarla.
Torno alla mia cabina, nel corridoio incontro l’unica persona che non vorrei
incontrare: il signor Andreani! Mormura un “buona notte” ma non dice niente altro.
Anche questo è strano, in genere dice qualcosa, in genere qualcosa di cattivo.
A letto anche se sono stanchissimo non riesco ad addormentarmi. Ho come un brutto
presaggio. La sensazione che qualcosa sta per accadere. Qualcosa di brutto.
Vocabolario capitolo 3

(1)

(2) ciondolo:

(3) sciocco: persona, priva o scarsamente dotata di intelligenza


(4) nascosto: non visibile
(5) chiaccherare: conversare
(6) minaccioso: che ispira un senso di timore
(7) sparecchiare: levare via tutto quello che è rimasto sul tavolo
(8) bussare: battere a una porta

CAPITOLO 4
SCOMPARSO

Il giorno dopo è una giornata di sole e fa caldo come di resto ogni giorno
dell’inizio della crociera. La nave è partita. Prossima destinazione: Trieste (1).
I passaggeri stanno facendo colazione, io alle 10.00 ho la mia solita lezione di
acquagym, prima però passo alla palestra (2), dove Beatrice fa lezione di danza. È
già lì, purtroppo è con Carlo.
- Andreani si è fatto vedere? – chiedo
- No, per fortuna non – risponde lei.
- Più tardi si fa vedere, meglio è – dice Carlo.
- Beh, ha detto che sei licenziato, ma sai anche tu che è una schiocchezza. Non
può licenziarti.
- Credo di sì, invece – risponde lui – però non può farlo adesso. Hanno bisgno di
me durante la crociera. Magari dopo la fine della crociera. Ma sai, cosa mi importa?
Io trovo lavoro dove voglio, come insegnante di ballo, come ballerino.
Carlo ha parlato con la sua solita sicurezza che assomiglia tanto a boria (3).
Caspita! È quasi antipatico come Andreani. Beatrice, però non la pensa come me.
Vedo che lo guarda con ammirazione. Io saluto e me ne vado.
Alle 10.00 sono in piscina a fare lezione di acquagym, poi mi trovo con gli altri a
preparare lo spettacolo. Non c’è una grande allegria però lavoriamo con impegno.
Lo spettacolo è molto seguito dai passaggeri. A mezzogiorno arriva la signora Gilli,
ha una faccia scura e seria. Capiamo che è successo qualcosa.
- Andreani è scomparso (4)! – ci dice.
- Come scomparso- grido io – Vuoi dire, morto?
- No, voglio dire, proprio scomparso. Non è sulla nave ma non è neanche sceso
dalla nave (5). Se avete qualche informazione, vi prego di parlare subito.
Nessuno parla. Ancora io domando:
- È sicura che non è sceso a terra?
- Sì, sicura- risponde lei, poi aggiunge – Voi continuate a lavorare, i passaggeri
non devono avere nessun disagio (6). Sapete che la soddisfazione dei nostri
clienti è la cosa più importante per noi.
Sì, certo che lo sappiamo e sappiamo anche che nessuno è veramente dispiaciuto per
la scomparsa del signor Andreani. Infatti, nessuno sembra particolarmente triste dopo
l’annuncio della signora Gilli ma naturalmente appena se ne va tutti ci mettiamo a
parlare del fatto.
- Secondo me, l’ha fatto fuori qualcuno – dice Ivan – e l’ha buttato in mare.
Sapete quanti incidenti avvengono in crociera?
- Centinaia! – dichiara Sabrina.
- Sì, l’ho letto in un articolo sul giornale – conferma Marco.
- A me, l’ha detto una volta il capitano di una nave – dice Ivan, che è stato su
diverse navi da crociera.
- Pensate un pò...volete uccidere (7) qualcuno? Un colpo in testa e via, giù in
mare- osserva Sabrina.
- Detto così sembra facile – dico io – però su una nave c’è sempre tanta gente.
- Non di notte e non di mattina presto – fa Tammara.
- È vero! – conferma Carlo – Di mattina presto io faccio jogging e vi assicuro che
di mattina il ponte è deserto.
- Il ponte è deserto? – ripete una persona.
È la Gilli. È tornata e non ce ne siamo accorti.
- Mi sono ricordata di una richiesta della polizia – dice – Ognuno di voi deve
scrivere quando ha visto il signor Andreani per l’ultima volta. Dovete anche scrivere
cosa avete fatto nelle ultime dodici ore
E poi rivolta a Carlo e chiede:
- Ho sentito che vai a fare jogging di mattina. Sei andato anche questa mattina?
- No, questa mattina non – risponde lui – Dopo la storia della festa di ieri sera non
avevo voglia di fare niente.
- La storia della festa? Quale storia della festa? – domanda la Gilli- Carlo, puoi
venire con me a raccontarmi tutto.
- Io? Perchè io? – protesta lui – Tutti erano alla festa ieri.
-Vengo anch’io, allora – dice Beatrice.
I due se ne vanno con la signora Gilli e io resto con gli altri. Tutti siamo perplessi e
distratti. Lo spettacolo qusta sera non sarà un granchè.
I poliziotti che salgono a Triste non sono in divisa (8). Ricordo le parole della
signora Gilli : “I passaggeri non si devono accorgere di niente, le cose devono andare
avanti come sempre.” The show must go on, così si dice in inglese.
Andreani non è ricomparso, è morto. Anch’io ne sono sicuro. Qualcuno l’ha ucciso e
sono anche sicuro che è stato uno di noi, dello staff. Tra animatori, camerieri, impiegati,
tutti detestavano Andreani.
Non è facile capire chi è stato. L’ultima volta che qualcuno che ha visto Andreani è
stato ieri notte e quel qualcuno, pensate un pò, sono io! In corridoio all’una meno un
quarto. Ecco quello che ho detto a Gilli e alla polizia.
- E poi? Cosa ha fatto? – mi ha chiesto il poliziotto.
I poliziotti hanno un modo di parlare che ti fa sentire colpevole anche quando non
hai fatto assolutamente niente.
- Sono andato a dormire naturalmente, era piuttosto tardi – ho risposto.
- Cosa gli ha detto il Signor Andreani?
- Niente. Ha salutato e basta.
- E sta mattina? – chiede ancora il poliziotto.
- Stamattina sono andato a fare colazione alle 8.00 come sempre.
Hanno ripetuto queste domande un centinaio di volte e io ho datto sempre le stesse
risposte. Infine mi hanno lasciato andare. Sono un sospettato a causa della mia
discussione con Andreani di ieri, ma non mi preoccupa perchè anche Carlo è un
sospettato, anche Beatrice... e Giorgio. Andreani lo aveva insultato tre giorni fa. E
anche, dico, anche la signora Gilli. Loro erano amici, ma avevano discussioni quase
ogni giorno.
La polizia se ne va e noi continuiamo il nostro lavoro. Tutti sanno che non possono
arrestare (9) nessuno. Non c’è nessuna prova, nessun testimone. Niente di niente. Non
c’è neppure un cadavere.
La Gilli ha preso il posto di Andreani, quindi, adesso è lei il nostro capo e tutto va
molto meglio. Il giorno dopo già tutto sembra tornato alla normalità

Vocabolario capitolo 4

(1) Trieste: regione del Nord Italia


(2) palestra: luogo dove si allena, si fa delle attività fisiche
(3) boria: persona piena di orgoglio, superbia
(4) scomparso: introvabile
(5) scendere dalla nave: uscire dalla nave
(6) disagio: situazione incomoda
(7) uccidere: provocare la morte di qualcuno

(8) divisa:
(9) arrestare: mettere qualcuno in prigione
CAPITOLO 5
COSA È SUCCESSO

È facile dimenticare qualcuno, quando questo qualcuno non ti è mai piaciuto. Sono
passati tre giorni dalla scomparsa di Andreani e già ci siamo dimenticati di lui o almeno
così sembra ma stamattina il caso Andreani torna prepotentemente alla nostra memoria
perchè tre poliziotti salgono sulla nave.
Siamo in Puglia, a Otranto (1). Il mare è bellissimo, il posto è un incanto. Io ho
comprato Il castello di Otranto (2) online, è un romanzo gotico inglese, un romanzo del
700. Lo leggo in ogni momento libero. Sono sul ponte quando arrivano i poliziotti. Sono
in abiti normali, però tutti noi dello staff capiamo che sono poliziotti. Passano sul ponte,
vanno nella cabina della signora Gilli e la portano via.
Solo nel pomeriggio sappiamo quello che è successo. Si è presentato un testimone,
una donna che ha visto la signora Gilli e Andreani litigare. Era mattina presto, le 6.00.
La donna non aveva parlato prima perchè in questi giorni è stata malata. I poliziotti
parlano con la signora Gilli.
- Sì, è vero – dice lei – Avevamo litigato una mattina, ma non quella mattina. Era
stata la mattina prima della scomparsa. La mattina prima della festa di Carlo.
La testimone ci pensa e conferma.
Sì, è vero, si è sbagliata. Non era quella mattina, era la mattina prima. Ed era stata
male subito dopo, nel pomeriggio di quel giorno. Intanto, la Gilli ha confessato di essere
amante di Andreani, però ha detto anche che la loro storia era finita da un pezzo (3).
A mezzogiorno vediamo la Gilli che torna sulla nave, l’hanno rilasciata. Io sono
contento, anche gli altri sono contenti. Nessuno dice niente, ma, credo, tutti la pensano
come me: Come è possibile diventare l’amante di un uomo tanto odioso? O forse
Andreani aveva un lato che non conoscevamo. La domanda resta senza risposta perchè
nessuno sa chiedere alla signora Gilli. Dopo tutto, adesso è il nostro capo.
- Voi cosa pensate? – chiede Carlo – Secondo voi, l’ha ucciso lei?
- Secondo me sì – dice subito Sabrina.
- Anche secondo me – fa Ivan.
Io cosa penso? Sinceramente non so. Ho sempre visto la Gilli come una signora
dolce e gentile. Può una persona dolce e gentile essere un’assassina? La domanda resta
senza risposta.
Quando la nave riparte è pomeriggio. Dopo la mia lezione di acquagym vado a
trovare Beatrice. Sta facendo una dimostrazione di ballo insieme a Carlo. Hanno almeno
una tretina di spettatori. Ammirano i due bellissimi e bravissimi ballerini. Resto anch’io
qualche minuto a guardarli, poi me ne vado. Sono geloso, lo ammetto. Geloso di
Beatrice con Carlo. Quella intimità che avevamo avuto io e lei a Venezia sembra
svanita (4).
Beatrice è sempre gentile con me, ma più fredda. Invece mi sembra che dimostri
interesse per Carlo. Vado nel mio posto preferito: a poppa (5), a riflettere. Qui sulla
coda (6) della nave non viene mai nessuno. A tutti piace andare a prua (5), come i
protagonisti di Titanic. Da lì guardano l’orizzonte. A me piace guardare indietro, verso
quello che si lascia alle spalle (7).
Sto più di dieci minuti a osservare il mare azzurro. Mi alzo per tornare alla mia
cabina, quando la nave ha un’oscillazione . Ogni tanto succede anche in queste navi così
grandi. Io barcollo (8) e cado. La faccia a terra, vedo una cosa, un piccolo oggetto. Lo
prendo in mano e ...un ciondolo! A forma di ballerino! Il regalo di Beatrice a Carlo!
Questo vuole dire che Carlo è venuto qui dopo che Beatrice gli ha regalato. Beatrice
glielo ha datto quatto giorni fa, proprio la sera prima della scomparsa di Andreani. Carlo
l’ha perso. Ma come? Penso subito a una lite (9), a una lotta.
Guardo con attenzione a terra, cerco qualcosa da altro. Un oggetto, una traccia (10),
ma non c’è niente se non in un angolo una piccola macchia (11). È una macchia rossa,
forse sangue. E c’è anche sangue sul parapetto, è una macchia piccola quasi invisibile.
Adesso sono sicuro che qui è successo qualcosa. Da una settimana vengo qui e non ho
mai visto queste macchie o forse c’erano ma io non le ho viste. No! Sono sicuro che non
c’erano. Ma come posso sapere di chi sono queste macchie di sangue? Se vado alla
polizia, loro le fanno esaminare, credo, ma così metto nei guai (12) Carlo, senza sapere
se veramente lui è colpevole. D’altra parte se resto zitto (13) forse proteggo un
assassino, l’assassino di Andreani, però che era un uomo cattivo, sì, forse cattivo, ma
non per questo doveva morire. Se tutti gli uomini cattivi devono morire perchè sono
cattivi, allora almeno un terzo del mondo se ne deve andare.
Sono indeciso, non so cosa fare. Decido di parlare con Beatrice, è l’unica persona di
cui mi fido. Prima di cena Beatrice finisce le prove per lo spettacolo. Io subito dopo la
mia lezione di acquagym l’aspetto mentre si cambia.
-Beatrice, ti devo parlare – le dico – andiamo a mio posto preferito a popa.
- Va bene – fa lei.
A popa come sempre non c’è nessuno.
- Cosa mi devi dire – domanda Beatrice.
Io le racconto del sangue, del ciondolo, dei miei sospetti.
- Quindi, secondo te, Carlo ha ucciso Andreani? – mi chiede.
- Non lo so, Beatrice. Tu cosa pensi? Il ciondolo, il sangue...non sono tutti
elementi che possono far pensare a un omicidio?
- È vero, ma andiamo, Lorenzo, chi può sapere...sì...ma...e poi, scusa – fa lei
sempre più stizzita (14) – Mi dici che cosa mi stai chiedendo di preciso?
- Ti sto chiedendo un consiglio, Beatrice. Secondo te, cosa devo fare? Parlare con
la polizia?
- La polizia? Perchè? No – e ripete – No, la polizia non! Così metti Carlo nei
guai!
- Sì, ma se è un assassino?
- Un assassino di una carogna, però.
- Anch’io ho avuto questo pensiero, ma solo per un attimo, poi ho concluso che
nessuno merita la morte, neppure Andreani.
- Che schiochezza! Che banalità!– fa lei – Ascolta, lascia stare, Lorenzo.
Cavolo! Non mi aspettavo questa reazione da parte di Beatrice. Sta difendendo
Carlo a spada tratta (15). Mi viene un dubbio.
- Non è che tu e Carlo, sì, insomma, state insieme? – domando.
Lei mi guarda diritto in faccia e poi dice seccata (16):
- Non sono fatti tuoi, Lorenzo.
Stiamo zitti per qualche secondo, poi aggiunge:
- E comunque, se parli di questo alla polizia, sei tu la carogna!
Se ne va e me lascia così la mia dolce Beatrice, che non trovo più tanto dolce.
Vocabolario capitolo 5
(1) Otranto: città che trova nella regione di Puglia, nel Sud Italia
(2) Il castello di Otranto: romanzo di Horace Walpole del 1764, considerato il
primo romanzo gotico
(3) da un pezzo: da un tempo
(4) svanita: scomparsa, non c’è più

(5) prua e poppa: parti di una nave


(6) coda: la parte finale della nave (poppa)

(7) spalle: parte del corpo umano


(8) barcollare: non reggersi in piedi
(9) lite: contesa aspra e violenta a parole
(10) traccia: segno lasciato nel terreno, su una superficie o in altro ambiente, da
qualcosa che vi passa sopra o attraverso

(11) macchia:
(12) guaio: : cosa o situazione che causa un danno in genere non grave
(13) zitto: senza parlare, muto
(14) stizzita: arrabbiata
(15) diffendere qualcuno a spada tratta: difendere con foga e decisione qualcosa
o qualcuno, come se si fosse impegnati in un combattimento
(16) seccata: arrabbiata. stizzita

CAPITOLO 6
IL TUFFO

Certamente Beatrice non mi ha aiutato nella decisione. Devo dire che sono molto
delluso da lei, ma sono tutto concentrato sul da farsi. Parlare delle mie scoperte e dei
miei sospetti alla polizia o non?
Alla fine arrivo alla una decisione. Voglio capire se Carlo è veramene l’assassino.
Devo entrare nella sua cabina, cercare prove. L’occasione mi si presenta la sera dopo. Il
solito spettacolo serale infatti non è luogo sulla nave ma nel teatro della cittadina di
Cefalù . La nave infatti è adesso ormeggiata (1) a proprio qui, in questo piccolo paese
della Sicilia, vicino a Palermo. Quindi stasera sono tutti a terra: staff e passaggeri.
Io vado con tutti altri. Quando lo spettacolo comincia vado nel retro del teatro. Trovo
i vestiti di Carlo e prendo la chiave della sua giacca. Sto rischiando molto, lo so. Se lo
scoprono, passo per ladro, ma con un pò di fortuna non scopriranno. Vado dalla signora
Gilli che sta guardando lo spettacolo. È insieme ai passaggeri, ride, fa la simpatica, è
suo lavoro, di resto.
- Non sto bene, signora. Chiedo il permesso di tornare sulla nave – dico.
- Ma certo. Non hai parte nello spettacolo, vero? – chide lei.
- No, non questa sera – rispondo io.
- Vai pure! – mi dice.
E io torno sulla nave. Non c’è nessuno in giro. Vado direttamente alla cabina di
Carlo, apro la porta e la richiudo dietro di me. Il cuore mi batte forte, mi accorgo di
essere emozionato.
- Devo stare tranquillo – mi dico.
La cabina è morto ordinata. Guardo dappertutto, nell’armadio, nelle tasche dei
vestiti, pochi per fortuna, nei cassetti (2) e proprio nei cassetti trovo una cosa: il
ciondolo a forma di ballerino. Cosa fa qui? Ce l’ho io il ciondolo di Carlo a forma di
ballerino. Rimango qualche secondo con il ciondolo in mano. Pieno di domande e
interrogative, poi lo rimetto dove l’ho trovato. Esco e chiudo la porta della cabina.
Scendo dalla nave, corro verso la cittadina.
Arrivo al teatro quando lo spettacolo è appena finito. Vedo le persone che se ne
stanno andando. Accidenti, devo rimettere la chiave nella giacca di Carlo! Forse è
troppo tardi. Fortunatamente non! Carlo e Beatrice indossano ancora i vestiti dello
spettacolo. Stanno parlando con altre persone sul palcoscenico.
Vado sul retro del teatro, rimetto la chiave nella giacca di Carlo, quando torno al
palcoscenico Carlo e Beatrice sono ancora lì.
- Siete stati bravissimi – sta dicendo uno dei passaggeri.
- Sì, bravissimi – conferma un ragazzino.
Beatrice mi vede.
- Scusate – fa e mi viene vicino.
Ha una faccia strana
- Cosa succede? – mi domanda.
- Niente – dico io.
Intanto la osservo attentamente. Beatrice porta la collana, ma il ciondolo non è quello
a forma di ballerino, è una piccola croce d’argento. Lei si accorge che la sto scrutando.
- Cosa c’è? Cosa guardami? – mi domanda.
- Niente, niente – faccio io.
- Sei andato alla polizia – chiede.
- No, non ancora.
- Vuoi andare?
Io non rispondo.
- Prima vorrei parlarti – mi dice – adesso mi cambio, aspettami.
Rientra nel teatro. Mentre aspetto, arriva la signora Gilli.
- Tu non stavi male? – mi chiede.
- Adesso sto molto meglio – rispondo io.
- Bene, sai se Beatrice è ancora qui? Le devo parlare.
- Sì, si sta cambiando.
Lei bussa la porta del camerino di Beatrice. Beatrice la fa entrare. Io intanto aspetto,
voglio parlare con Beatrice, sentire cosa ha da dirmi. “Non può avere niente a che fare
con la scomparsa di Andreani”, penso. Accidenti! Lei lo odiava, ma tutti lo odiavamo.
Lei è una ragazza dolce, gentile. Dopo qualche minuto Beatrice esce con la signora
Gilli. Sento che parlano di uno spettacolo. La Gilli sta dicendo:
- Non è uno spettacolo da crociera, è uno spettacolo organizzato da una
compagnia importante. Tu sei una ballerina eccezionale. Sono sicura che...
Capisco che la Gilli ne ha per un pò, probabilmente torna alla nave insieme a
Beatrice. Non l’aspetto, è inutile. Posso parlare con Beatrice anche domani mattina.
Tutti i passaggeri stanno tornando sulla nave. Io vado direttamente in cabina. È appena
passata la mezzanotte, sono davvero stanco, mi addormento subito.
Di mattina mi sveglia la suoneria del telefonino. È Beatrice que mi chiama.
- Ti devo parlare – mi dice – Ci vediamo tra un quarto d’ora a poppa?
Qualche secondo in silenzio. Vado o non vado? Poi decido.
- Sì, ok, arrivo – le dico – A popa.
Lei sa che lì è mio posto preferito e sa anche che lì è il posto dove ho trovato il
ciondolo. Guardo l’orologio, sono le 06.15. Accidenti, quanto è presto! Dall’inizio della
crociera non mi sono mai svegliato così presto. Decido di andare. Dopo tutto, è
Beatrice, la mia donna dei sogni e questo era l’appuntamento che sognavo o forse non.
Attraverso la nave deserta. Ci sono solo due ragazzi che fanno pulizie (3). Saluto e
loro rispondono qualcosa di imcomprensibile. Devono essere stranieri. Tanti stranieri
lavorano su questa nave.
A poppa mi aspetta Beatrice, più carina che mai, con i capelli colore d’oro che
brillano sotto il sole che sorge.
- Hai portato il ciondolo? – mi chiede.
- No, perchè?
- Perchè volevo vedere se è il mio ciondolo.
Non ci devono essere tanti ciondoli di quel tipo in giro.
- No – rispondo io – Certo che è tuo.
- Così tu hai deciso che quel ciondolo è mio? E cos’altro ha pensato il nostro
Sherlock? – domanda lei. È ironica, decisamente antipatica e allora anch’io
faccio l’antipatico.
- Il nostro Sherlock ha pensato che la bella Beatrice è un’assassina. Che la mattina
di due giorni fa ha datto l’appuntamento a Andreani qui e che l’ha buttato al
mare, non so perchè, non so come, ma ne sono sicuro.
- Non è vero!
- Non ne sono sicuro.
Io non sono mai sicuro di niente, ma le parole mi sono uscite da niente. Chissa?
Forse dentro di me o il vero spirito del detectiv. Quello d’altra parte è un lavoro che
non ho mai provato. Questo è il mio ultimo pensiero, ultimo pensiero prima di...
morire.

Vocabolario capitolo 6
(1) ormeggiata: ferma

(2) cassetto:

(3) pulizia:

CAPITOLO 7
FINE DELLA CROCIERA

Beatrice scatena avanti, alla velocità di pantera o semplicimente di una donna


molto allenata, Mi prende per le caviglie (1), mi solleva e in un istante mi ritrovo al
di là del parapetto. Oddio, sto volando in mare!
Quando ero piccolo ero campione nei tuffi. Avevo cominciato per fare piacere ai
miei genitori. Presto però mi ero accorto di essere bravo, davvero bravo. Finchè un
giorno in un tuffo da dieci metri mi sono fatto male. Da allora non mi sono più tuffato.
Avevo paura, però mi è rimasto il ricordo e anche la tecnica. Sapersi tuffare è come
andare in bicicletta, una volta che hai imparato, lo sai fare per sempre. Per questo riesco
a entrare in acqua senza farmi male.
Quando sono ancora in aria, riesco a girarmi. È un volo che non finisci mai, ma
quando cado in acqua, arrivo con le gambe diritte. Piombo (2) in acqua, piuttosto calda,
per fortuna e vado giù, giù, sempre più giù. Quando mi immergo la nave mi sembra già
lontana. Grido:
- Aiuto! Aiuto!
Ma smetto subito, so che è inutile. Il rumore della nave e del mare non permette di
sentire le mie grida. È meglio risparmiare (3) le forze e continuare a nuotare...
lentamente. Devo soltanto pensare a sopravvivere. Sì, ma quando tempo può passare
prima di incontrare una barca o una nave? Poche ore perchè in questa acqua ci sono
molte navi e barche, ma i pesci, gli squali (4), ci sono anche quelli, e ballene magari.
Mi prende una grande paura.
- Non devo pensarci – mi dico – Devo soltanto continuare a nuotare piano.
Chiudo gli occhi perchè l’acqua salata mi dà fastidio e adesso si sta anche alzando il
sole e sento un rumore (5). È un rumore forte. È il rumore della nave! Oddio, ti
ringrazio! La nave è tornata! Sono tornati a prendermi. Beatrice forse ha cambiato idea
o forse qualcuno mi ha visto, ma non ho tempo per altri pensieri. La nave si ferma a
circa 500 metri da me. Vedo una scialuppa (6) che si avvicina. Su di essa ci sono il vice
capitano e due altri membri dell’equipaggio. Mi aiutano a salire.
- Come sta? – mi chiede il vice capitano – È ferito?
- No, non credo – rispondo io – Sto bene.
È vero, in quel volo pazzesco non mi sono fatto niente. Grazie, mamma! Grazie,
papà! È merito vostro se so tuffarmi.
- Come è successo? – mi chiede il vice capitano – Come è che è caduto in mare? Non
si è sentito bene?
- Non è stato un incidente – rispondo io- Mi hanno buttato in mare.
- Come? – fa lui – Chi è stato?
- Una mia collega, Beatrice – rispondo.
- Chi? La ballerina? – domanda uno degli uomini.
- Sì, proprio lei – dico io.
- E perchè? – domanda ancora il vice capitano.
- Perchè ho scoperto che ha ucciso Andreani.
- Deve subito parlare con il capitano – fa il vice capitano – Mi sta dicendo una cosa
molto grave.
- E so anch’io che è una cosa molto grave. Cosa c’è di più grave di un omicidio?
Quando salgo sulla nave ci sono i ragazzi dello staff ad aspettarmi. Tra questi però
non vedo Beatrice, invece c’è Carlo.
- È stato lui che Le ha vista in mare – mi dice il vice capitano.
- Facevo jogging – spiega lui – Sono passato a popa proprio quando stavi cadendo
in mare. C’era anche Beatrice. Aveva un comportamento strano, però. Stava
imobile sul ponte e ti guardava. Io ho datto subito l’alarme ma lei, niente.
Quando mi sono messo a gridare, è corsa via – spiega lui perplesso.
Sinceramente, non ho capito perchè.
- Sa dove è adesso? – chiede il vice capitano.
- No, non lo so – risponde Carlo – Forse in cabina.
- Noi andiamo a parlare con questa signorina – dice il vice capitano, poi rivolto a
me – Lei intanto, vada a cambiarsi. L’aspettiamo dal capitano.
Io torno nella mia cabina. Mi faccio una lunga doccia e mi metto dei vestiti asciutti,
poi vado dal capitano. Ci sono anche Carlo e Beatrice. Quando entro non solleva
neppure lo sguardo (7). Il capitano si rivolge a lei.
- Signorina Verdi, è vero che ha tentato di uccidere il Suo collega, Lorenzo Sarni?
- L’ho buttato in mare - precisa lei.
- Sì, appunto, mi hai buttato in mare, brutta...- sto per completare la frase con una
parolaccia, ma mi fermo in tempo.
- Mi dispiace, Lorenzo. Non ce l’avevo (8) con te – dice lei – Il fatto è che... – si
interrompe.
- Prego, signorina, continui – la esorta il capitano.
Ma lei sta zitta.
- E della scomparsa del signor Andreani? – interviene il vice capitano – Cosa ha
da dirci?
- Andreani? – fa lei – Mi guarda. Forse è stupita del fatto che ho parlato di
Andreani – Forse, io...io...- interrompe di nuovo – Io non dico più niente! Io
voglio un avvocato!
- Avrà il Suo avvocato, signorina – dice il capitano – Ma naturalmente quando
siamo a terra, fino da allora Lei è in arresto (9) in cabina. Non può vedere
nessuno. Può uscire solo quando arriviamo a Genova.
Lei ha la faccia di pietra, non si capisce cosa pensi o cosa senta. I due uomini
l’accompagnano fuori. Prima di uscire parla per l’ultima volta:
- Mi dispiace, Lorenzo mi dice.
Io resto con il capitano e il vice capitano, mi fanno sedere e mi esortano a parlare.
- Ci racconti cosa sa Lei di tutta questa storia – mi dicono.
E io racconto. Racconto del ciondolo, delle macchie di sangue, dei miei sospetti su
Carlo, dell’appuntamento con Beatrice.
- Lei doveva parlarne con la polizia, sa - mi rimprova il capitano.
- Lo so. Ho pensato cento volte prima di andare alla polizia, ma volevo prima essere
sicuro e poi, come Le ho detto, non credevo Beatrice, ma Carlo colpevole e poi...
- Va bene, va bene – mi dice lui – Parlerà con la polizia quando arriviamo a Genova,
tanto la crociera è finita.
Parlo anche con la signora Gilli, è sconvolta (10), ma cerca di mantenere la calma.
- Mi dispiace molto, Lorenzo – dice - Torna in cabina adesso, sei libero fino alla
fine della crociera.
Questo vuole dire che avrò gli ultimi due giorni liberi. Niente acquagym, niente
spettacolo, niente gioco aperitivo. Non ci posso credere! Come recita il detto: “Non
tutto il male viene per nuocere. (11)”

Vocabolario capitolo 7

(1) caviglia:
(2) piombare: cadere in un luogo profondo
(3) risparmiare: non affaticarsi eccessivamente, non stancarsi

(4) squalo:

(5) rumore:

(6) scialuppa:
(7) sguardo: la direzione o l'espressione dell'atto visivo: rivolgere, dare uno
sguardo.; occhiata rapida e sommaria
(8) avercela: arrabbiarsi
(9) arresto: prigione
(10) sconvolta: gravemente turbato
(11) nuocere: arrecare danno materiale o morale

CAPITOLO 8
EPILOGO

Quando leggo l’articolo sono al lavoro, il mio sesto lavoro e indovinate un pò dove:
in piscina! Sono diventato istruttore di tuffi e nuoto. Ho anche ricominciato a tuffarmi.
Sono troppo vecchio per diventare un campione, ma abbastanza giovane e bravo da fare
colpo sulle belle ragazze che vengono in piscina.
L’articolo è sulla pagina della cronaca ed è molto lungo. C’è anche la fotografia di
Beatrice, una foto di lei mentre balla, bellissima naturalmente. Leggo l’articolo due
volte. Beatrice infine ha confessato. Ci sono troppe prove contro di lei. Non solo il
ciondolo, macchie di sangue e tracce di DNA suo e di Andreani a poppa della nave, ma
anche altro: lettere! Lettere d’amore. Sì, perchè Beatrice e Andreani erano amanti.
Amanti... quando leggo questa parola, rimango a bocca aperta. Ma Beatrice non odiava
Andreani, evidentemente non. Era solo una recita (1).
In realtà lei amava Andreani, ma Andreani non amava lei, non più almeno. Andreani
non restava lungo con le donne. Da carogna che era, dopo un pò si stancava. Aveva
lasciato la signora Gilli per Beatrice e poi un giorno aveva lasciato anche Beatrice. Le
discusioni che avevano Beatrice e Andreani quindi non erano a causa del lavoro come
tutti credevono, come io stesso credevo, erano sempre, soltanto, liti di amore.
Beatrice a ucciso Andreani di notte, non di mattina, quella notte della festa. Lei era
tornata in cabina, ma voleva vedere Andreani, gli ha mandato un messaggio: “Voglio
vederti, adesso!”. Lui ha risposto: “No, non adesso.” E lei: “Dico a tutti che abbiamo
una relazione. Il capo non può avere una relazione con una dipendente.” Allora
Andreani aveva detto: “OK”.
Si erano incontrati a poppa della nave, il mio posto preferito e qui avevano litigato.
Lui le aveva detto ancora una volta che la loro storia era finita. Secondo Beatrice le

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