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15 LUGLIO 2018
SUGGERITI
“Chi siete?”
L’Amerigo Vespucci è l’unità più anziana in servizio nella Marina Militare, ma qual è la
Incidente sul lavoro nei cantieri
di Brindisi: ferito uno studente storia di questo gioiello italiano?
Il primo Vespucci era un incrociatore a motore e a vela, con scafo in acciaio, a tre
alberi e bombresso (armo a brigantino a palo); fu progettato dall’Ispettore Generale
Carlo Vigna e venne varato nel 1882.
Entrò in servizio nel 1885 come nave di prima linea, venendo nel 1893 adattato come
nave scuola; mantenne tale funzione fino al giorno della sua radiazione, avvenuta nel
1928.
La nascita
Nella seconda metà degli anni venti, la Marina affrontò la questione del rinnovamento
delle unità per l’addestramento degli allievi dell’accademia, allorché le unità in servizio
sarebbero state prossime alla radiazione; nonostante lo sviluppo fosse orientato verso
una tecnologia sempre più avanzata, la Marina riteneva che il miglior impatto con
l’ambiente marino e la sua conoscenza fosse stando a bordo di una nave a vela.
Su iniziativa del ministro della Marina, Ammiraglio Giuseppe Sirianni, nel 1925 fu
decisa la costruzione di 2 unità; il progetto fu affidato al tenente colonnello del Genio
Navale Francesco Rotundi, il quale si ispirò alle forme di un vascello di fine
Settecento/inizio Ottocento, grazie anche ai progetti del “Monarca” dell’ingegnere
navale Sabatelli; il Monarca era l’ammiraglia del Regno delle Due Sicilie, che venne
ribattezzata Re Galantuomo quando venne requisito dalla Marina Sarda.
Le gemelle
La prima delle due unità, il Cristoforo Colombo, entrò in servizio nel 1928 e ricoprì la
funzione di nave scuola fino al 1943; nel 1949 venne ceduto all’Unione Sovietica in
conto risarcimento danni di guerra, che col nome di Dunay (Danubio) lo utilizzò a sua
volta come nave scuola militare; nel 1961 doveva essere sottoposto a estesi lavori di
manutenzione, ma a causa di un devastante incendio, le autorità sovietiche
preferirono radiarlo nel 1963.
Le due unità presentavano delle leggere differenze, le cui più evidenti erano una
differente inclinazione del bompresso, il diverso attacco delle sartie e, sul Colombo,
l’assenza delle imbarcazioni maggiori sistemate a centro nave e del relativo albero di
carico.
Dati tecnici
Dislocamento: 4300 t
Lunghezza (al galleggiamento): 82 m
Lunghezza fuoritutto: 101 m
Larghezza scafo: 15,56 m
Immersione: 7,3 m
Altezza massima (dal piano di galleggiamento): 54 m
Velatura: 2635 mq
Velocità: 10 nodi
Apparato motore:
2 Diesel generatori 12 cilindri MTU 12VM33F 2x1320 kW (1770 Hp)
2 Diesel generatori 8 cilindri MTU 8VM23F 2x760 kW (1019 Hp)
Apparato elettrico:
1 Motore Elettrico Principale (MEP) ex Ansaldo Sistemi
Industriali (NIDEC ASI) CR1000Y8, costituito da due indotti
da 750 kW ciascuno
Potenza: 2840 KW (3808,5 HP )
Propulsione: elica quadripala a passo fisso
Equipaggio: 264 militari (massimo 400 unità)
Scafo
Lo scafo ha 3 ponti principali, continui da poppa a prora, più vari ponti parziali
(copertini): abbiamo il ponte di coperta, il ponte di batteria e il ponte di corridoio. A
prora e a poppa troviamo 2 sovrastrutture, il castello di prora e il cassero di poppa.
Lo scafo presenta una colorazione bianca e nera a strisce orizzontali, che sottolinea il
richiamo al passato.
A prora troviamo la polena, raffigurante l’esploratore Amerigo Vespucci, realizzata in
bronzo dorato; caratteristici i fregi di prora e l’arabesco di poppa, in legno ricoperti di
foglia d’oro zecchino.
Alberatura
Tutti gli alberi, compreso il bompresso, sono costituiti da tre tronchi; i primi due sono
fatti con lamiere di acciaio chiodate, il terzo è in legno. I pennoni seguono la stessa
linea costruttiva: i tre inferiori sono in acciaio, i due superiori in legno. Il boma è in
acciaio mentre il picco è in legno.
Gli alberi, sono mantenuti in posizione grazie a cavi di acciaio (manovre fisse o
dormienti) che li sostengono verso prora (stralli) verso i lati (sartie) e verso poppa
(paterazzi). Sugli stralli sono inferiti inoltre i fiocchi e le vele di strallo.
L’altezza degli alberi sul livello del mare è di 50 metri per il trinchetto, 54 metri per la
maestra e 43 metri per la mezzana; il bompresso sporge per 18 metri. I tre alberi
verticali portano ciascuno cinque pennoni, dove i due pennoni inferiori sono fissi
(possono solo ruotare sul piano orizzontale), mentre i tre superiori possono scorrere
sull’albero e vengono alzati al momento di spiegare le vele.
Vele
Per quanto attiene le vele di taglio, l’armamento prevede cinque vele a prora, quattro
vele di strallo e la randa. A questo “set” di vele, possono essere aggiunti, se del caso, gli
scopamare; sono due vele quadre inferite ai lati del trevo di trinchetto, utilizzando
idonee prolunghe del pennone. Con la nave completamente invelata (24 vele) si
possono raggiungere velocità ragguardevoli, almeno in relazione al peso della stessa.
Le vele sono di tela olona (tessuto di canapa) di spessore compreso tra i 2 e i 4
millimetri e sono realizzate unendo mediante cucitura più strisce (ferzi).
Manovre e attrezzatura
La manovra delle vele si attua per mezzo di cavi (manovre correnti o volanti) di
diverso diametro, per un totale di circa 36 Km. Anch’essi hanno nomi caratteristici,
quali drizze (per alzare i pennoni mobili e le vele di taglio), bracci (per orientare i
pennoni), scotte e mure (per fissare gli angoli bassi delle vele quadre, rispettivamente
sottovento e sopravvento), imbrogli (per raccogliere le vele sui pennoni), ecc..
Equipaggio
Costituito da 264 militari così suddivisi: 15 Ufficiali, 30 Sottufficiali, 34 Sergenti e 185
Sottocapi e Comuni, suddiviso nei vari servizi. Questo numero viene poi integrato da
circa 100 allievi e dal personale di supporto dell’Accademia Navale di Livorno,
raggiungendo le 400 unità.
Curiosità
A bordo sono presenti molti tipi di legno, in base alle caratteristiche richieste:
douglas, teak, mogano, legno santo, frassino, rovere e noce;
Tutte le navi militari hanno un motto, l’Amerigo Vespucci nella sua vita lo ha
cambiato 3 volte: “Per la Patria e per il Re” (1931-1946), “Saldi nella furia dei venti
e degli eventi” (1946-1978) e infine l’attuale e più noto “Non chi comincia ma quel
che persevera“;
il primo comandante del Vespucci, il capitano di Vascello Augusto Radicati di
Marmorito, è stato l’ultimo comandante del precedente Amerigo Vespucci;
il capitano di Vascello Agostino Straulino, atleta olimpionico di vela, viene ricordato
per essere stato l’unico comandante del Vespucci a uscire a vele spiegate dal porto
di Taranto attraverso il canale navigabile; è inoltre il detentore del record di
velocità di 14,6 nodi;
il capitano di Vascello Ugo Foschini passò alla storia per aver risalito il Tamigi a
vela, rifiutando qualunque aiuto nell’ormeggio da parte delle autorità locali;
il comando dell’Amerigo Vespucci dura mediamente un anno.
GIACOMO GINI
Nato a Genova il 13 agosto 1995, diplomato presso l’Istituto Tecnico Nautico Statale “San
Giorgio” con indirizzo costruzione del mezzo (costruttore navale), iscritto alla scuola politecnica
dell’Università di Genova come studente di Ingegneria Navale (corso triennale)