PERCORSI DIDATTICI
SI PROPONE UNA DETTAGLIATA GUIDA ALL’ASCOLTO DELLA FIABA MUSICALE CON UNA STORIA
DELLA GENESI DELL’OPERA NEL SUO CONTESTO STORICO-CULTURALE*.
el 1932 Prokof’ev rientrò definitivamente in nica», o – come recita il frontespizio della partitura – del
Partitura 1
questo venga modificato per far sì che l’ascoltatore av- Più complessa è la scelta che il compositore fa per il per-
verta il cambio di situazione, spazialità, movimento, sonaggio-anatra, importante nell’economia dell’esile
azione, cui dovrà adeguarsi4. trama della fiaba. L’identificazione iconica è assicurata
Nella lunga tradizione della musica d’arte occidentale il dall’acciaccatura iniziale affidata al timbro nasalisé del-
suono del flauto rimanda inevitabilmente al canto degli l’oboe, combinato con quello del clarinetto e del fagotto.
uccelli (un esempio: il Concerto RV 428 per flauto e archi Ma melodicamente c’è qualcosa in più (batt. 59 ss.): dopo
di Antonio Vivaldi, intitolato “Il Cardellino”). In questo l’acciaccatura iniziale che conferisce la tinta del perso-
caso abbiamo un’identificazione iconica: la musica tende naggio, esso si scioglie in un andamento quasi circolare –
a riprodurre una caratteristica del soggetto che essa vuol forse non a caso Volodya scrisse nella lettera «ondeg-
denotare. Prokof’ev qui va oltre: non si limita a ripro- giante» – che l’ascoltatore percepisce grazie ad alcuni
durre il verso dell’animaletto, ma ne considera anche il espedienti della scrittura musicale, ad esempio la nota
movimento. Se, infatti, entriamo nella favola e prestiamo lunga iniziale e a seguire un movimento cromatico circo-
attenzione alla più complessa presentazione del perso- lare e gravitante sulla nota stessa (batt. 59-60) [Partitura
naggio-uccellino (batt. 22 e ss.), ci rendiamo subito conto 2]. Nell’economia del racconto il personaggio-anatra è
come il personaggio non solo “canti” (batt. 23-26) ma
anche voli, come ben evidenzia il movimento oscillante
delle quartine di semicrome che seguono a partire da batt.
27 [Partitura 1]. La combinazione di questi due fattori, 4. Sui processi di associazione simbolica si veda M. Della Casa, La ricerca in
semiologia. Educazione ai linguaggi oltre la parola, La Scuola, Brescia 1980,
come vedremo, permetterà a Prokof’ev di portare avanti passim; C. Cano, La musica nel cinema, Gremese, Roma 2002 (cap. II: “Il fun-
il racconto, di far muovere e parlare il suo personaggio. zionamento pragmatico della musica”).
al corno perché è lo strumento tradizionalmente impie- [Partitura 6] E – si noti bene – il narratore non inter-
gato per il richiamo della caccia, per creare l’effetto en viene subito dopo. Qui è la musica che anticipa la narra-
plein air; ma fa di più, rafforza la funzione simbolica del zione; lo fa in un paio di battute, che usano un materiale
personaggio-lupo con l’impiego di ben tre corni che muo- musicale del tutto diverso da quanto ascoltato per la de-
vono triadi in stato di rivolto e per gradi congiunti. Il scrizione dei due personaggi. Ne deriva un effetto da ri-
suono compatto e greve dei tre strumenti costruisce un presa cinematografica, come se la macchina da presa si
profilo musicale dalle sonorità più forti, più potenti, più allontanasse dal primo dei due personaggi. Infatti, a par-
cupe rispetto agli altri personaggi, e tali da generare nel- tire da batt. 42, ritroviamo combinati nella pagina musi-
l’ascoltatore un senso di paura [Partitura 5]. cale i loro motivi conduttori, così da percepirne la
Fisionomia iconica, invece, per gli spari dei cacciatori, simultanea presenza sulla scena del prato antistante il
realizzati con timpani e gran cassa, per imitare l’effetto giardino della casa di Pierino. Il medesimo procedimento
naturalistico di una detonazione. di sovrapposizione degli elementi tematici scorre da batt.
E per Pierino? Il boy scout Pétja (questo il nome origi- 94, laddove il narratore informa che anatra e uccellino si
nale) è presentato da un’orchestra di archi (facile così la abbandonano a un battibecco, una dentro l’acqua e l’al-
contrapposizione rispetto agli altri personaggi, che usano tro che svolazza poco sopra [Partitura 7].
i timbri dei fiati): la sua giovinezza, la sua temerarietà è L’arrivo del gatto sposta l’attenzione: l’animale è inten-
resa attraverso un tema saltellante, nella tonalità di Do zionato a fare un boccone dell’uccellino, e Pierino “urla”
maggiore. Tema che a batt. 10 viene impreziosito da un per avvertire il suo amico pennuto. L’orchestra realizza
movimento puntellato di Sol acuti in controtempo, che l’urlo con un espediente iconico, ovvero un accordo for-
suggeriscono un andamento gioioso, quasi balzellante. tissimo realizzato da tutta la compagine strumentale. A
[Partitura 1]. La musica – lo sappiamo – non è apporta- sua volta il nonno mette in guardia Pierino e lo riconduce
trice di significati univoci alla maniera del linguaggio a casa – medesimo procedimento di appaiamento dei temi
verbale; a eccezione di alcune soluzioni iconiche che in conduttori – «chiudendo a chiave la porta»: l’orchestra
parte abbiamo sopra indicato, la musica è soprattutto una sottolinea questa chiusura riutilizzando il modulo della
forma simbolica, vale a dire un qualcosa che riconduce cadenza perfetta sopra descritta.
chi la crea (in questo caso Prokof’ev) e chi la percepisce Ma spetta al lupo mettere per davvero a soqquadro la
(l’ascoltatore) a svariati aspetti della realtà affettiva, con- scena. Possiamo ulteriormente analizzare i meccanismi
creta ed emotiva5. musicali, dal momento che all’arrivo del lupo i perso-
naggi scappano, prendono paura, il che si “traduce” in
Meccanismi della narrazione una trasformazione dei loro temi. Il gatto scappa in cima
Passiamo dunque a vedere altri meccanismi della narra- all’albero: a batt. 229 risentiamo tre battute del tema del
zione musicale, laddove i personaggi che ora abbiamo gatto, ma già dalla quarta il profilo si inceppa, compa-
descritto vengono presentati in un contesto, in un am- iono nuove figurazioni melodiche precedute da una pausa
biente, ed entrano in dialogo o in contrasto tra loro. Ab- breve (croma) e si crea l’effetto di rincorsa. Ma il gatto
biamo già visto come si costruisce musicalmente il avverte sul collo il fiato del lupo e deve correre sempre
contrasto verbale tra l’anatra e l’uccellino. Ma torniamo più veloce: il clarinetto “accelera” e cambia ancora figu-
all’inizio. Dopo la presentazione di Pierino, la sezione si razione, dapprima con terzine e poi con notine velocis-
chiude con una scala cromatica ascendente e una cadenza sime (abbellimenti) che fissano iconicamente l’arrampi-
perfetta (accordo di settima di dominante → tonica), cioè cata del gatto sull’albero: raggiunta la nota più acuta, tutta
il più collaudato tra i meccanismi del linguaggio musi- l’agitazione si placa, e ancora una volta un profilo cro-
cale tonale (a partire dal Seicento) ma che ancor oggi re- matico suggerisce all’ascolto l’immagine del gatto che si
gola la composizione della popular music, e ancora della ferma, rassicurato, raggomitola con calma la coda e si ac-
musica per film, televisione, video games, ecc.), che cor- quatta bel bello sul ramo più alto dell’albero [Partitura
5 e 8].
risponde nella percezione musicale alla funzione svolta
In basso, sul prato, le cose non vanno invece così bene. Il
dal punto a fine capitolo nel contesto della scrittura nar-
narratore ci avverte che alla vista del lupo l’anatra uscita
rativa [Partitura 1]. Subito dopo il narratore presenta il
personaggio-uccellino, e il suono del flauto lo descrive,
come abbiamo detto, sia con modalità iconiche (cinguet-
tio), sia con modalità simboliche (svolazzamento). Ma la
5. Si veda J.-J. Nattiez, Musica e significato, in Enciclopedia della musica, a cura
descrizione di questo personaggio non si chiude con una di J.-J. Nattiez, M. Baroni, M. Bent e R. Dalmonte, Einaudi, Torino 2002, vol.
cesura forte come quella che avvertiamo per Pierino. II, pp. 206-240.
dall’acqua prova a scappare; poi segue via via la vicenda, Subito dopo si prepara la scena della cattura del lupo. Pie-
mentre l’orchestra la realizza musicalmente. Questa è una rino dapprima guarda da dietro il cancello; qui è al sicuro,
pagina davvero molto interessante per verificare quali e dunque l’orchestra sfoggia quattro battute del suo tema,
mezzi usa la musica per raccontare la corsa affannosa del- intatto. Poi Pierino si mette a cercare la corda, e tutta que-
l’anatra. Abbiamo già visto che l’animale aveva mutato sta azione è invisibile per noi, è dentro la casa: per una
profilo melodico e fraseologia nel discutere con l’uccel- decina di battute l’orchestra abbandona il materiale iden-
lino; qui Prokof’ev gioca con gli stessi parametri: «l’ana- tificativo dei personaggi, costruendo un plafond di pas-
tra si precipitò fuori dello stagno starnazzando» saggio alla descrizione successiva. Che si apre quando il
corrisponde a un ribattutto isterico della nota iniziale (an- boy scout si arrampica sul muro e raggiunge il ramo del-
cora Mi!3); poi, per ricreare nella percezione dell’ascol- l’albero: l’orchestra segnala iconicamente con terzine
tatore l’effetto della corsa dell’anatra (che non ha l’agilità sbalzate verso l’alto il movimento del protagonista e poi
del gatto), usa ancora uno spostamento del profilo melo- gioca a far rimbalzare un breve ma ben riconoscibile
dico all’ottava superiore (un’anatra da stagno non vola frammento del tema di Pierino prima al clarinetto e poi al
alto, si sa, volicchia a filo dell’erba). In corrispondenza flauto, quasi a indicare la convergenza di emozioni tra il
delle parole del narratore, «anche se l’anatra si sforzava», protagonista e gli altri personaggi (gatto e uccellino), en-
Prokof’ev zittisce l’oboe e lo sostituisce col flauto (che trambi angosciati dalla presenza del lupo. Ancora più in-
noi abbiamo conosciuto come strumento identificatore teressante è la costruzione musicale della sezione se-
dell’uccellino) per rendere palese all’ascolto i conati di guente, quando Pierino chiede all’uccellino di fare una
volo dello sfortunato animale. Sforzi inutili, perché «il manovra di disturbo, svolazzando attorno alla testa del
lupo era più veloce», dice il narratore, e tutta l’orchestra lupo. Il tema identificatore del pennuto si avverte solo
è messa a soqquadro, spostati i timbri, alterate le fisio- nella coda, mentre l’episodio è caratterizzato dall’elabo-
nomie melodiche dei personaggi: «ecco s’avvicina, s’av- razione del tema di Pierino, trasfigurato nel timbro del
vicina sempre più, ecco la raggiunge. L’acchiappa e la flauto e arricchito sul piano timbrico da altri strumenti,
inghiotte in un boccone!!!». È il momento clou, il paros- incluse le percussioni (tamburo militare e triangolo). L’in-
sismo orchestrale raggiunge la sua climax: il narratore quadratura musicale si sposta poi sul lupo: anche in que-
tace [Partitura 9]. Anche a questo punto – siamo a batt. sto caso si riconosce la parte iniziale del suo tema,
273 – è la musica a rivelare ciò che sulla scena non si combinata con effetti iconici che suggeriscono all’ascol-
vede, ovvero che l’anatra è viva dentro la pancia del lupo: tatore il tentativo da parte del lupo di saltare e acciuffare
sentiamo infatti di nuovo il suono dell’oboe, ma stavolta l’uccellino.
in pp con tono «doloroso ed espressivo»; è esattamente il La descrizione dell’impresa del protagonista – far calare
medesimo profilo tematico della presentazione, ma ora un nodo scorsoio dall’alto e catturare il lupo – dà spazio
tutto intonato all’ottava superiore, creando un effetto di a una delle sonorizzazioni musicali più collaudate nei car-
lontananza, di suono nascosto. toni animati di tutti i tempi, realizzata mediante un mo-
Il narratore ricompare dopo questa breve ma intensissima vimento cromatico discendente che nella nostra
pagina per decrivere la situazione dei personaggi: gatto e percezione materializza il movimento evocato dal narra-
uccellino sono sul medesimo albero, ma a rispettosa di- tore [Partitura 11]. Il lupo è intrappolato, e Pierino tira
stanza. Infatti l’orchestra prontamente fa sentire il tema con forza la corda: l’orchestra appesantisce il timbro per
del gatto, ora ricomposto come nel profilo iniziale; e, a descrivere la veemenza con cui l’animale intrappolato si
debita distanza di qualche pausa, qualche frammento nel divincola e i salti che inevitabilmente finiscono però per
pentagramma del flauto ci fa sentire la presenza dell’uc- stringere sempre più il cappio.
cellino. L’attenzione si sposta sul lupo, che gironzola La scena cambia con l’arrivo dei cacciatori, presentati
«sotto l’albero guardando le bestiole con occhio avido»: musicalmente attraverso un profilo tematico che focalizza
qui l’orchestra fa sentire le prime quattro battute del tema l’effetto dell’avvicinamento (dalla foresta verso la casa
del lupo, poi s’interrompe e, con tecnica cinematografica, di Pierino) e lascia spazio a brevi ma violenti flash ico-
sposta l’attenzione in cima all’albero dove stanno l’uc- nici, affidati alle risorse timbriche delle percussioni, rim-
cellino e il gatto. Stavolta si sentono quattro battute deri- polpate dagli ottoni.
vate dal tema del felino; cioè: si riconosce la presenza del Pierino stoppa i cacciatori e suggerisce di portare il lupo
gatto, ma il suo stato d’animo non è dei più tranquilli, dal al giardino zoologico; gli archi impiegano un tema del
momento che il lupo punta lo sguardo verso l’alto. Al- tutto nuovo, quasi di gusto neoclassico (batt. 459), che si
trettanto scardinato risulta anche il seguente tema identi- combina con un passo flautistico: la musica conferma at-
ficatore dell’uccellino (batt. 313-316) [Partitura 10]. traverso il suo linguaggio la centralità che nella storia
hanno assunto Pierino e l’uccellino («abbiamo già cattu- E l’uccellino? l’altro eroe nella cattura del lupo? «svo-
rato il lupo, sì, l’uccellino e io») [Partitura 12]. lazzava sul corteo dicendo: “Visto cosa abbiamo fatto io
Non resta che organizzare la parata finale, che musical- e Pierino?”»: Prokof’ev affida al flauto una pagina di au-
mente si traduce in un’ampia pagina dove di nuovo tro- tentico virtuosismo strumentale, che rende in maniera
vano spazio i «temi conduttori» dei vari personaggi, ma evidente sia lo stato d’animo felice del pennuto sia la con-
con interessanti trasformazioni sonore e ritmiche. In aper- sapevolezza dell’abilità giocata nella partita.
tura, ad esempio, il profilo tematico di Pierino si presenta La musica scema verso il pianissimo a batt. 598; ma la
con un ritmo diverso per aumentazione e soprattutto af- storia non è conclusa; è il momento di conoscere anche
fidato ai corni che avevano identificato il lupo (e così si attraverso la voce del narratore ciò che l’orchestra ci
allude simbolicamente alla cattura del lupo da parte del aveva già fatto sapere a batt. 273 e ss. [Partitura 13]:
boy scout); poi sfilano gli altri personaggi; il nonno e il nella fretta il lupo aveva ingoiato l’anatra in un sol boc-
gatto stanno in coda alla parata, e i loro temi vengono cone, e la voce della malcapitata si sente ancora dentro la
combinati insieme, prima di far risentire il tema del pro- pancia del quadrupede. Il tempo per un breve flash, e la
tagonista, ancora con la sonorità piena dei corni. (Questa partitura si chiude con un consueto modulo di accumula-
pagina offre un terreno ideale d’ascolto per considerare i zione finale – necessario per trascinare l’applauso.
vari parametri della scrittura musicale – melodia, ritmo, Oltre alla fruizione integrale della favola sinfonica, la
timbro – e come le loro differenti combinazioni abbiano partitura di Prokof’ev può diventare uno straordinario
significative ricadute sulla nostra percezione e sulla con- strumento didattico, proprio lavorando sulle elaborazioni
seguente capacità di conferire un significato all’ascolto.) motiviche e sintattiche a cui ciascun «tema conduttore» è
sottoposto. L’uso di strumenti multimediali oggi di facile
accesso (penso ad esempio alle applicazioni che, come
GarageBand per Mac, consentono di manipolare i files
audio) permette di ritagliare la storia musicale di ogni sin-
golo personaggio, così da prendere confidenza con i tratti
BIBLIOGRAFIA di partenza del tema e i successivi cambiamenti della
scrittura, costatandone le eventuali ricadute nella defini-
C. Cano, Semiologia e pedagogia della musica. Prospettive nel
dibattito pedagogico italiano, in «Rivista italiana di
zione di significato ai fini della narrazione.
Musicologia», 25, 1990, pp. 353-387. Certo, un’esperienza di questo tipo è molto più facile del-
Ead., La musica nel cinema, Gremese, Roma 2002. l’ascolto di una composizione strumentale che sia magari
A. Carone (ed.), La narratologia musicale. Applicazioni e priva anche di un semplice titolo evocativo6. Ma penso
prospettive, Trauben, Torino 2006. che valga la pena di lavorare molto e a fondo su partiture
M. Della Casa, La ricerca in semiologia. Educazione ai
di questo tipo – e in genere su tutto il repertorio che ri-
linguaggi oltre la parola, La Scuola, Brescia 1983.
Id., Educazione musicale e curriculum, Zanichelli, Bologna manda a significati extramusicali – come palestra di eser-
1985. cizio all’ascolto. Saccheggiando quanto scrisse Mahler
G. La Face, L’incontro con la musica, in «I diritti della scuola», nel 1896 a proposito della sua Prima Sinfonia (per la
1, 2004, pp. 37-38. quale aveva dapprima indicato una serie di suggestioni
Ead., Le pedate di Pierrot. Comprensione musicale e didattica
letterarie ridotte poi a semplici titoletti), possiamo anche
dell’ascolto, in F. Comploi (ed.), Musikerziehung. Erfahrungen
und Reflexionen, Weger, Bressanone 2005, pp. 40-60 noi convenire che «è bene a ogni modo che per i primi
(<http://wwcat.saggiatoremusicale.it/saggem/ricerca/bibliografia/ tempi […] l’ascoltatore venga provvisto per il viaggio di
pedate.pdf>). alcuni cartelli stradali programmatici e di alcune pietre
«Musica e Storia», 14(3), 2006, pp. 489-731 miliari…»7.
(<http://www.rivisteweb.it/issn/1127-0063/issue/179>) (l’intero
fascicolo è dedicato alla didattica dell’ascolto). Carlida Steffan
C. Sintoni, Quando il gioco diventa gesto. Un laboratorio su ISSM “Vecchi-Tonelli”, Modena
«Pierino e il lupo» di Sergej Prokof’ev, Aracne, Roma 2009.
P. Somigli, From the Onomatopoeias to Musical Form:
Resources of Circularity of Listening and Performance, in Meryc
2009
(<http://wwcat.saggiatoremusicale.it/saggem/ricerca/atti/meryc20
09/Somigli%20MERYC%20per%20SagGEM.pdf>). 6. G. La Face, Le pedate di Pierrot. Comprensione musicale e didattica del-
F. Tammaro, Le funzioni della musica nel teatro d’opera, in l’ascolto, in Musikerziehung. Erfahrungen und Reflexionen, a cura di F. Com-
«Musica Docta», 1, 2011, pp. 49-57 ploi, Weger, Bressanone 2005, pp. 40-60.
(<http://musicadocta.unibo.it/article/view/2145/1527>). 7. La citazione è riportata in C. Dahlhaus, La musica dell’Ottocento, La Nuova
Italia, Firenze 1990, p. 389.