Mentre la vita umana giaceva orribilmente davanti agli occhi (sott. di tutti)
vinta sulla terra sotto il peso della religione (lett. la pesante religione),
che mostrava il capo dalle regioni del cielo,
mentre incombeva dall’alto sui mortali con orribile aspetto,
dapprima un uomo greco osò alzare gli occhi mortali contro (la religione)
e per primo (osò) lottare contro (questa);
e non lo frenarono né le dicerie sugli (degli) dei, né i fulmini,
né il cielo con il (suo) rimbombo minaccioso,
ma stimolò l’acuto valore dell’animo al punto da
desiderare per primo di spezzare le strette porte sbarrate della natura (lett. le strette sbarre delle porte).
Dunque la vivida forza del (suo) animo trionfò,
e andò lontano, al di là degli ardenti confini (lett. mura) del mondo,
e percorse con la mente e con il cuore l’immensità dell’universo (lett. tutto l’universo),
da dove riporta a noi vincitore che cosa possa nascere,
che cosa non possa, infine per quale motivo ciascuno abbia (lett. a ciascuno è) un potere limitato
e un confine saldamento fissato.
Perciò la religione, a sua volta posta sotto i piedi,
viene calpestata, la vittoria ci innalza fino al cielo.
Cose da notare
1. Super= avverbio; Servio, nel commento all’Eneide, scrive che “Secondo Lucrezio la superstizione è il timore inutile
e vano di ciò che ci sovrasta, cioè delle cose divine che stanno sopra di noi”
2. Mortalis= accusativo plurale arcaico in –is
3. Obsistere= ob (opposizione)+ sistere (stabilità)
4. inritat= perfetto sincopato per inritavit; cupiret= forma arcaica di cuperet
5. unde refert nobis victor= victor ha valore predicativo e fa parte del linguaggio militare, così come refert (“portare
il bottino)