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L’OMBRA DELLE STELLA: STORIA DELLE BRIGATE ROSSE - riassunto 

Le origini delle Brigate Rosse risalgono all’agosto del 1970 a Pecorile, in provincia di 
Reggio Emilia. Le esperienze rivoluzionarie degli altri Paesi influenzarono i brigatisti. 

L’annuncio ufficiale della nascita delle BR, fu dato da Sinistra Proletaria, il 20 ottobre 
1970, tramite il suo “foglio di lotta”. 

La stessa sigla BR deriva dal gruppo rivoluzionario tedesco della “Frazione 


Armata Rossa” (RAF), mentre il simbolo deriva dalla stella dei guerriglieri 
uruguayani Tupamaros. 

Il ’68 portò in molti giovani comunisti il desiderio di giustizia, libertà e la convinzione di 
poter cambiare le regole della politica imposte dalla borghesia “sfruttatrice degli 
operai”. 

Si crearono dei gruppi che si affiancarono a gruppi già esistenti di estrema sinistra; i 
primi a farsi sentire furono la Sinistra Proletaria, Servire il Popolo, Avanguardia 
Operaia, Lotta Continua, Potere Operaio, Collettivo Politico Metropolitano. 

Nel ’70 decisero di portare lo scontro politico sul terreno della lotta armata, per 
accelerare il processo di cambiamento. 

Le BR hanno operato in Italia attraverso una struttura paramilitare, compiendo atti di 
guerriglia ed omicidi politici con lo scopo di abbattere lo Stato imperialista delle 
multinazionali. 

Sostanzialmente sono 3 le fasi storiche della parabola delle BR: 

- la prima, dal 1970 al 1974, propaganda armata; 


- la seconda, dal 1974 al 1980, attacco al cuore dello Stato; 
- la terza, dal 1981 al 1988, divisione e dissoluzione. 

Nel primo periodo le BR compiono atti teppistici contro beni delle aziende o dei loro 
dirigenti. 

La prima azione, risale al 17 settembre 1970, con l’incendio dell’automobile del dirigente 
della Sit-Siemens Giuseppe Leone, l’ultima azione contro le cose fu quella del 25 
gennaio 1971 in cui otto bombe incendiarie furono collocate sotto autotreni fermi sulla 
pista di Lainate dello stabilimento Pirelli. 

Nel marzo del 1972 iniziarono con i sequestri di persona, primo fra tutti fu l’ingegnere 
Idalgo Macchiarini. 

Grazie a queste azioni, senza spargimento di sangue, il gruppo BR aumentarono il loro 


prestigio. 
Nello stesso hanno un infiltrato della Digos, Marco Pisetta, fece arrivare alla prima 
grossa sconfitta, portò alla scoperta dell’importante base milanese e vennero arrestati 
30 brigatisti.  

Vennero definiti anni di Piombo. 

Questo fece sì di creare un gruppo più compatto, immune da infiltrati, più combattivo e 
risolutivo. 

Le BR decisero di dividersi per moltiplicarsi, sul modello dell’organizzazione 


guerrigliera uruguayana dei Tupamaros, furono costituite due colonne Milano e 
Torino. Tra il 1973 ed il 1974 allargarono i loro rapporti organizzativi ad altre regioni, 
creando una terza colonna nel Veneto organizzandone una a Genova e dando vita ad 
un comitato organizzativo nelle Marche. 

Nel 1974 la prima azione fu il rapimento del capo della Procura di Genova Mario Sossi, 
in cambio della liberazione di militari brigatisti, l’impresa fu chiamata “Operazione 
Girasole”. Venne rilasciato senza che le richieste fossero accolte. 

La prima azione mortale delle BR arrivò nel 1974 a Padova durante l’incursione nella 
sede missina, vennero uccisi due militari di destra Graziano Giralucci e Giuseppe 
Mazzola. 

Nel 1976 maturarono l’idea di abbracciare l’omicidio politico come mezzo di lotta 
rivoluzionaria. Il primo fu il sostituto procuratore di Genova, Francesco Coco, insieme 
alle sue guardie del corpo.  

Lo stesso anno arrivò un altro colpo duro alle BR, grazie ad un altro infiltrato Silvano 
Girotto. I carabinieri del generale Dalla Chiesa arrestarono a Pinerolo i due capi storici 
dell’organizzazione, Renato Curcio ed Alberto Franceschini. 

Alla luce di questi arresti le BR rosse decisero di organizzarsi per liberare Curcio. Il 18 
febbraio 1975 Curcio fu effettivamente liberato. 

La risposta dello Stato all’evasione di Curcio, fu istituzione di carceri speciali e di 


massima sicurezza per i detenuti politici e la cosiddetta legge Reale, che assegnava 
alla polizia poteri eccezionali nella prevenzione al terrorismo. Questo non fece altro 
che intensificare gli attacchi terroristici rossi contro l’istituzione. 

Tra il 1975 ed il 1976 ci furono molte le vittime delle BR. 

Con l’uccisione di Margherita “Mara” Cagol, colonna di Torino e compagna di Curcio, 


ed il definitivo arresto di quest’ultimo tutto passò sotto la leadership di Mario Moretti. 

Con la gestione di Moretti le BR si fecero più aggressive, infatti si passò da 


211 attentati che provocarono la morte di tredici persone ed il ferimento di 
venticinque nel periodo dal 1969 al 1977 a 230 attentati con quarantadue 
morti e quarantatre feriti dal 1978 al 1980. 
Moretti, iniziò quella che fu definita la “strategia dell’annientamento”. 

Successivamente iniziarono a rapinare anche le banche per auto-finanziarsi. 

L’azione simbolo della nuova gestione fu il rapimento di Aldo Moro presidente della DC 
(Democrazia Cristiana) dove vennero uccisi cinque militari della scorta. Le BR chiesero 
la liberazione di tredici prigionieri politici. Il sequestro si concluse con il ritrovamento 
del corpo dell’onorevole Aldo Moro il 9 maggio 1978. 

Se si analizza tutta la storia delle BR, ci si accorge che sono presenti con una certa 
costanza alcuni accadimenti “particolari” e strane coincidenze, così straordinariamente 
provvidenziali da far supporre, seppur nella scarsità di prove certe, interventi esterni 
dal gruppo.

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