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1971: 1 gennaio - 30 giugno

1971: luglio - 31 dicembre

1° gennaio: Palermo, falliscono per un errore degli esecutori,


gli attentati al palazzo comunale, all’Ente minerario e agli
assessorati all’Agricoltura, Lavoro e Sanità.
Vittoria (Ragusa), a poca distanza dai negozi ricchi di merce,
muore di fame la piccola Giuseppina Gallano, figlia di una
ragazza di 17 anni che vive sola e di stenti.
Verbania, centinaia di persone hanno partecipato alla veglia di
Capodanno davanti al carcere di Pallanza per solidarizzare con i
lavoratori della Rhodiatoce incarcerati; tra essi il regista Elio
Petri e l’attore Gian Maria Volonté che stanno girando “La
classe operaia va in Paradiso”.
Verona, il capitano Amos Spiazzi è promosso maggiore.

Tresigallo (Ferrara), un’assemblea straordinaria alla presenza di


parlamentari, amministratori pubblici e sindacalisti avanza la
proposta della gestione cooperativa per la Colgate-Palmolive,
occupata dai lavoratori da 70 giorni. La proprietà americana
vuole smantellare la fabbrica.
 
5 gennaio: riprendono gli scioperi dei marittimi per il contratto.
 
6 Gennaio: il gran maestro Lino Salvini cerca di sottrarre il
controllo della loggia P2 a Licio Gelli. Salvini delibera la
costituzione della P1 (Loggia Propaganda numero 1), segreta ed
elitaria. Ne nomina Licio Gelli primo sorvegliante, Domenico
Bernardi secondo sorvegliante e Alessandro Del Bene oratore.
Nell'atto di costituzione è scritto che "la segretezza dei
partecipanti sarà assicurata dall'uso di mantelli neri, cappucci
neri, guanti bianchi che celino accuratamente la persona". Si
profilana un conflitto tra Salvini e Gelli. Con la costituzione
della Loggia P1 Salvini vuole istituire un contraltare alla Loggia
P2, ma l'iniziativa non avrà un seguito pratico.
 
7 gennaio: Milano, un attentato provoca un vasto incendio in un
deposito di copertoni della Pirelli - Bicocca. L’operaio
Gianfranco Carminati perde la vita durante l’opera di
spegnimento. L'azione, che in sede giudiziaria verrà attribuita al
Mar (Movimento Azione Rivoluzionaria), si colloca
temporalmente in concomitanza con le prime azioni delle
Brigate Rosse a Milano.
Milano, Guido Viola, sostituto procuratore incaricato delle
indagini sulla morte dello studente Saverio Saltarelli, è sollevato
dall’incarico per decisione del procuratore capo De Peppo.
L'inchiesta è affidata a Ferdinando Pomarici.
Torino, cessa dall’incarico il questore Filippo De Nardis, che
passa a dirigere l’Ispettorato generale di Ps presso il Quirinale.
Porto Marghera, scendono in agitazione i lavoratori del
Petrolchimico, la più importante concentrazione operaia del
gruppo Montedison. Oltre al sindacato, è attivo nella lotta il
Comitato di base. In è particolare è chiesta l’assunzione degli
operai delle imprese satellite e la riduzione dell’orario di lavoro
effettivo per i dipendenti stabili, attuata mediante il blocco degli
straordinari.
L’ex cotonificio Valle Susa, già di proprietà di Felice Riva ed
ora del gruppo Montedison, è presidiato dagli operai contro il
piano di ristrutturazione che in realtà investe tutto il complesso e
che prevede la concentrazione dell’attività in alcuni stabilimenti
del gruppo e il recupero della produttività attraverso l’aumento
dei ritmi e dei carichi di lavoro. Gli operai denunciano anche la
possibile chiusura degli stabilimenti.
Bari, estremisti di destra penetrano nel corso della notte nella
sede dell’Unione m-l in via Andrea da Bari e, dopo averla
devastata, rubano alcuni oggetti.
Mantova, estremisti di destra penetrano nella sede del
movimento studentesco e, dopo averla devastata, tracciano sulle
pareti scritte inneggianti al fascismo.
 
8 gennaio: Milano, denunciati una ventina di esponenti del
movimento studentesco per manifestazione non autorizzata 
(perché il corteo del 12 dicembre 1970 è uscito dal percorso
concordato), per resistenza e oltraggio.
Novara, i lavoratori della Falconi occupano il palazzo comunale
per protestare contro il disimpegno del governo e delle autorità
nei confronti della loro vertenza, che vede in gioco la
sopravvivenza stessa della fabbrica.

In una nota informativa il confidente della divisione Affari


riservati Enrico Rovelli, nome in codice “Anna Bolena”,
riferisce che il giorno successivo agli attentati ai treni,
trovandosi a Rimini in compagnia di Tito Pulsinelli, apprese da
questi della probabile responsabilità di Nino Sottosanti
nell’operazione. E di aver saputo che questi era collegato a
Serafino Di Luia con il quale si era incontrato alla stazione
Termini di Roma nel settembre 1969. Afferma inoltre che Nino
Sottosanti aveva riferito alla Farvo che gli appartenenti a Nuova
repubblica avevano disponibilità di esplosivi.
Riprendono le agitazioni alla Brion Vega di Milano, per aumenti
salariali (le paghe si aggirano intorno alle 65.000 lire mensili) e
contro le impossibili condizioni di lavoro.
Verbania, denunciati altri 3 lavoratori della Rhodiatoce per
blocco stradale e ferroviario.
L’Aerfer di Pomigliano, che lavora essenzialmente su
commesse americane, effettua la serrata nel corso della vertenza
su cottimo, qualifiche e diritti sindacali.
 
9 –10 gennaio: Roma, si svolge una riunione della direzione
nazionale del Mpon (Movimento politico Ordine Nuovo),
presieduta da Clemente Graziani, in cui vengono “discusse e
definite linea politica, attività e programmi per il 1971”.
 
10 gennaio: Roma, il presidente del Consiglio Emilio Colombo,
in un discorso alla Camera chiede ai sindacati di mettere in
condizione le aziende di lavorare e produrre, suscitando
profonda irritazione negli ambienti sindacali.
12 gennaio: assalito con lanci di pietre, un treno che trasporta un
reparto della celere a Reggio Calabria. L’agente Antonio Bellotti
è colpito al capo e morirà dopo 16 giorni di coma. Il 20 gennaio
saranno arrestate quattro persone ritenute responsabili
dell’assalto.
Milano, il pretore assolve Giuseppe Bonora e Giorgio Eugenia,
membri della commissione interna della Sit Siemens, denunciati
per un corteo interno e poi colpiti dalla rappresaglia: il primo
licenziato in tronco, il secondo sospeso.
Varese, scioperano i lavoratori della Ignis Ire per rilanciare la
piattaforma rivendicativa e respingere le trattenute anti-sciopero.
Si sciopera anche alla Fiat Ferriere e a Pizzighettone (Cremona)
per solidarietà con i lavoratori dell’Ata Pirelli.
 
Palermo, 17 operai della Sicilfiat vengono denunciati per blocco
stradale, alla vigilia della lotta per il contratto. Altre 4 denunce
sono spiccate a Piombino, contro i lavoratori dell’Italsider
Giancarlo Pietrini, Piero Mei, Antonio Vegni ed Elio Santucci.
Iglesias, i minatori manifestano contro i piani di smantellamento
delle miniere sarde.
I lavoratori della Falconi di Novara manifestano a Roma.
Milano, la polizia interviene all’Iti Feltrinelli occupato dagli
studenti. La situazione è tesa anche per la rimozione
dall’incarico di due professori che hanno solidarizzato con gli
studenti. Viene invece sospesa la occupazione al VI Iti, dopo che
il preside ha accettato le richieste di revoca di tre sospensioni
comminate, agibilità politica per il movimento e partecipazione
di studenti ai lavori del prescrutinio.
 
14 gennaio: Roma, sono diffusi i risultati dei lavori della
Commissione sul fallito colpo di Stato del 1964. La
commissione parlamentare anche se non ha potuto prendere
visione del piano Solo per i tanti segreti di Stato (gli "omissis")
invocati dal governo, conclude i suoi lavori e presenta la
relazione finale che viene sottoscritta dalla DC, PSI, PSU e PRI.
Nel documento si esclude che vi sia mai stato un tentativo di
colpo di Stato.

Contemporaneamente si avanzano delle proposte per formare


una commissione per il riordino dei servizi segreti. IPresentate
anche le altre tre relazione dell'opposizione - della sinistra in
particolare - che dicevano e sapevano ben altro: che il golpe nel
'64 c'era stato (tutti ignorano ancora quello del 7 dicembre 1970
di Borghese) e che erano accaduti quel giorno dei fatti
gravissimi: oltre a una struttura eversiva guidata del generale De
Lorenzo, c'era a fiancheggiarla anche una fantomatica struttura
parallela ai servizi segreti, ancora più potente. Così autorevole e
molto bene organizzata che era stata in grado di raggiungere gli
scopi prefissati senza dover ricorrere al colpo di stato.
Su questa fantomatica struttura segreta di cui nessuno sapeva il
nome si discusse per anni, ed emergerà come un'ombra ad ogni
processo sui presunti organizzatori e autori della "strategia della
tensione" e quindi colpevoli di attentati e stragi, a partire da
Piazza Fontana. Verrà debolmente alla luce quando: a) nel 1973
verrà incriminato Giannettini; b) Quando nei suoi confronti verrà
spiccato un mandato di cattura il 14 agosto del 1974, dopo che il
20 giugno era stato riconosciuto come agente informatore del
Sid dal ministro della difesa Andreotti; c) Quando arresteranno
nel 1976 il capo dell'ufficio D del SID per aver fatto fuggire lo
stesso Giannettini. d) quando nel processo di Catanzaro
Giannettini nel 1979 fu condannato all'ergastolo con Freda e
Ventura per la strage di Piazza Fontana (assolti poi il 1° agosto
1985 dalla Cassazione).
Il 18 ottobre 1990 finalmente si scoprì il nome di questa
struttura: Gladio, una organizzazione clandestina  volta a
contrastare anche con mezzi militari, l'avanzata del comunismo.
A curare i tanti omissis contenuti nella carte dell'inchiesta sul
piano Solo c'era il sottosegretario alla difesa Francesco Cossiga.
E fu lui poi nel 1990 e negli anni successivi a difendere la
legittimità della misteriosa organizzazione paramilitare.
Pozzuoli (Na), sciopero generale per l’occupazione. A Varese,
manifestano i lavoratori dell’Aviomacchi e a Desio (Milano),
quelli dell’Autobianchi.
Trento, militanti di destra incendiano la sede di Lotta continua.
Poco dopo sarà incendiata anche la sede della Cisnal.
 
15 gennaio: Milano, la polizia irrompe all'Itis Feltrinelli
rioccupato dagli studenti che, a loro volta, escono dai tetti e
tentano di assediare la polizia. Durante gli scontri, la polizia
spara candelotti di ferro ad altezza d'uomo. Il preside Nigro
effettua una serrata di tre giorni. Riprende nel frattempo la lotta
degli studenti delle professionali che manifestano in mattinata
davanti al Provveditorato.
Sciopero nazionale dei portuali. Manifestazioni a Genova e
Napoli.
Torino, scioperano i lavoratori della Lancia e della Fiat per
rispondere al taglio dei salari per effetto degli scioperi. A
Milano, si riuniscono i consigli dei delegati fra i quali Borletti,
Falck, Autobianchi per rispondere unitariamente alle
rappresaglie padronali: jn particolare all'Autobianchi sono state
comminate 2.000 multe per la partecipazione agli scioperi. E’
stato invece firmato l’accordo alla Borletti. Ad Arzignano
(Vicenza), i lavoratori della Pellizzari presidiano il municipio
per chiedere il passaggio all’Iri dello stabilimento e l’intervento
dei comuni della zona.
Valle del Belice, giornata di lotta per la rinascita.
Milano, in via Mancini, estremisti di destra feriscono nel corso
di un’aggressione tre militanti del Pci.
 
16 aprile: Roma, militanti missini aggrediscono, nei pressi della
sezione Nomentano, aderenti al Pci che avevano protestato
contro la provocatoria affissione di manifesti nei pressi della loro
sezione.

Roma, nella sede del Fn (Fronte Nazionale), in via XXI Aprile,


si riuniscono i dirigenti nazionali e i delegati provinciali
dell'organizzazione per fare il punto della situazione dopo il
fallimento dell'azione insurrezionale nella notte tra il 7 e l'8
dicembre 1970. Junio Valerio Borghese finisce sotto accusa
soprattutto a causa del contrordine impartito nel pieno
dell'azione. Sono presenti, tra gli altri, Remo Orlandini, Mario
Rosa, Dante Ciabatti, Giovanni De Rosa, Tommaso Adami
Rook, Salvatore Drago, Lorenzo Pinto, Enrico Bonvicini,
Salvatore Pecorella, Giuseppe Lo Vecchio, Giacomo Micalizio,
Eliodoro Pomar, i fratelli Fabio e Alfredo De Felice, Torquato
Nicoli, Felice Costantini, Filippo De Jorio e Giancarlo De
Marchi, il quale "offre ingenti finanziamenti per attività future".
Dalla riunione la posizione di Borghese esce fortemente
indebolita.
Bari, incendiata la sede dell’Unione dei comunisti marxisti
leninisti.
 
18 Gennaio: Trento, ore tre del mattino. Una pattuglia di
polizia scopre ai piedi del monumento ai caduti, nella piazza in
cui s’affaccia il Palazzo di Giustizia, un micidiale ordigno
esplosivo contenuto in una sacca sportiva. Si tratta di un razzo
antigrandine innescato con un meccanismo a pendolo,
predisposto ad esplodere appena qualcuno, anche acciden-
talmente, avesse toccato la sacca. La bomba, come afferma il
giudice istruttore Antonino Crea, è stata “volutamente, con
diabolica malizia collocata là dove il mattino successivo doveva
essere tenuta una manifestazione pubblica”. Quella mattina si
doveva svolgere un processo contro alcuni militanti della
sinistra, per questo, era stata convocata una manifestazione di
solidarietà. Qualcuno avrebbe sicuramente toccato la borsa,
provocando una strage. Ovviamente se fosse riuscita, la colpa
sarebbe ricaduta sui manifestanti accusati d’andare in piazza
“con le bombe in tasca”. Sarebbe stato l’ottavo attentato
dinamitardo a Trento nello spazio di quattro mesi. Il primo è
stato il 10 settembre con una bomba esplosa sui binari ferroviari;
il 4 ottobre è la volta di tre ordigni che esplodono nei cinema
Roma, Vittoria e al Teatro Sociale. Il 17 ottobre un’altra
esplosione avviene nel gabinetto del primo piano del Comune.
Poi il 17 gennaio due bombe distruggono l’auto di un
sindacalista e la Casa dello Studente. Una provocazione in
grande stile. Ma questa volta qualcosa s’inceppa nel mec-
canismo: la manifestazione è revocata. L’indomani in piazza non
ci sarebbero stati i rossi, ma gli ignari cittadini di Trento. Nella
notte l’ordigno è localizzato con inusitata prontezza dal capo
dell’Ufficio politico, Saverio Molino che personalmente, con
rara perizia, disinnesca e neutralizza la bomba. Il 7 novembre
1972 Lotta Continua pubblica un servizio dal titolo: “Trento, 18
gennaio 1971. La polizia organizza un attentato destinato a fare
un massacro”. Il quotidiano afferma d’essere in possesso della
confessione di un giovane che dichiara d’aver collocato la
bomba per conto della polizia. Lotta Continua è denunciata per
“propalazione di notizie tendenziose atte a turbare l’ordine
pubblico”. E’ istruito il processo che si protrae per tre anni e
finisce con l’assoluzione di Lotta Continua. Ciò equivale ad
affermare che il giornale ha scritto una cosa vera.

La magistratura di Trento deve così aprire una nuova istruttoria


(1976) che porta ad una serie di clamorosi arresti. La strada ai
magistrati è aperta da un dossier fornito dalla Guardia di Finanza
che chiama direttamente in causa i servizi segreti. Il fascicolo è
un’autentica miniera d’informazioni segrete, note confidenziali,
rapporti di riunioni al vertice che, confermati dall’istruttoria,
portano, il 27 gennaio 1977, all’arresto del vice questore Saverio
Molino, del colonnello dei carabinieri Michele Santoro e del
colonnello del SID Angelo Pignatelli. Tutti e tre hanno alle
spalle una lunga militanza nella strategia della tensione. I giudici
accuseranno formalmente come manovali del terrore Sergio Zani
e Claudio Widmann, ambedue al servizio dei corpi separati dello
stato. Che i due siano stati al servizio dei vari apparati segreti, è
certificato dall’istruttoria del pubblico ministero Franco
Simeoni: “Può, in conclusione,  affermarsi che certamente Zani
era in contatto, in qualità di informatore (…) col SID e, forse,
con il colonnello Santoro fin dall’autunno 1970; che il Widmann
era dalla suddetta epoca con (…) il SID; che entrambi divennero
confidenti anche della questura di Trento subito dopo il 18
gennaio 1971”. “Il caso delle bombe di Trento - scrive Giuseppe
De Lutiis in Storia dei servizi segreti in Italia - è forse l’episodio
nel quale ci si è maggiormente avvicinati alla possibilità con-
creta di individuare e colpire i mandanti della strategia del
terrore”. La ricostruzione dei giudici mette infatti a nudo una
storia allucinante. Il 31 gennaio 1977, difendendosi dalle accuse,
il colonnello Santoro affermerà che subito dopo il ritrovamento
della bomba nella piazza, l’allora comandante della Legione di
Bolzano dei carabinieri, colonnello Giulio Grassini (piduista, poi
capo del Sisde N.d.R.) aveva imposto il segreto
sull’informazione. Questa non aveva fatto un millimetro in
direzione dei giudici, che erano rimasti all’oscuro. In compenso
aveva fatto tutta la trafila verticale interna, risalendo rapida-
mente la scala gerarchica: il colonnello Santoro ne riferisce al
colonnello Grassini, che riferisce al generale Verri, comandante
della divisione Pastrengo, il quale a sua volta informa il coman-
dante generale dell’arma Corrado Sangiorgio. Questi, in data 5
giugno 1971, ne aveva riferito direttamente al ministro
dell’interno Franco Restivo, “considerato che nell’informativa vi
era cenno all’attività svolta dalla questura di Trento”. Il ministro
della Difesa Tanassi era stato preventivamente informato -
osservano i giudici - e anche il Presidente del Consiglio ne fu
probabilmente messo al corrente - in base all’articolo 28 del
regolamento in casi dì particolare gravità: nell’estate del 1971 i
vertici politici e militari sapevano che un terrorista aveva
deposto una bomba in piazza per conto della polizia. Nessuno ne
informò la magistratura.
Ma il gioco era stato ancora più sottile. Zani e Widmann (nomi
di copertura Sartana e Lucas) fin dal 1970 sono confidenti del
servizio informazioni della Guardia di Finanza diretto dal
capitano Lucio Siragusa. Contemporaneamente operavano per
conto del colonnello Angelo Pignatelli del SID. L’8 febbraio
esplode un ordigno nelle adiacenze del palazzo della Regione. l
12 altri due: uno sistemato in un cassone di sabbia nei pressi del
castello del Buon Consiglio, in occasione di un’altra
manifestazione pubblica, verrà scoperto dalla polizia prima dello
scoppio. Il secondo, invece, posto sul Doss al Mausoleo di
Cesare Battisti, esploderà. Il giorno prima Zani e Widmann
avevano comunicato a Molino, presente il braccio destro di
Siragusa, maresciallo Salvatore Saija, “luoghi e ora di colloca-
mento dei due ordigni” (atti G.I. di Trento, Antonino Crea). Nel
rapporto scritto per il colonnello Grassini, Santoro, in
collaborazione con il maresciallo Luigi D’Andrea, cercherà,
giovandosi delle informazioni attribuite al duo Zani-Widmann,
di rovesciare la responsabilità sulla Guardia di Finanza.
“(…) Dietro le bombe - si legge - si nasconde un traffico di
contrabbando di vasta portata che va a rimpinzare le tasche di
grassi borghesi (..) Si tratta di contrabbandieri in stretti rapporti
con altre persone dette Beini (in gergo, finanzieri corrotti) sotto
la cui protezione praticano il contrabbando (..) Non appena il
soggetto fece riferimento a persone che appartengono ad altro
corpo di polizia, lo scrivente interrompeva le indagini. I
connotati delle persone che avrebbero proposto la collocazione
degli ordigni possono corrispondere a quelli del capitano della
Guardia di Finanza dell‘Ufficio I di Bolzano Siragusa Lucio e a
quelli del maresciallo (..) Saija Salvatore (..) I connotati delle
due persone che avrebbero collocato le bombe appaiono corri-
spondenti a quelli di Gatscher Eugenio e Hofer Edoardo”  (atti
inchiesta (G.I. di Trento Antonino Crea). Analogo rapporto
contenente la stessa “falsa ricostruzione dei fatti” (atti inchiesta
G.I. di Trento Antonino Crea) sarà inviato dal colonnello
Pignatelli al capo dell’ufficio D del SID, Federico Gasca
Queirazza. Un anno dopo (2 maggio 1972) fallisce una nuova
provocazione. Ad un posto di blocco della Finanza è fermato
Luigi Biondaro, attivista della Cisnal e impegnato nella
campagna elettorale del MSI. Nell’auto sono trovato armi ed
esplosivi (forniti dal veronese Gianfranco Pedrotti) che debbono
servire per arredare un covo di terroristi, naturalmente rossi.
“Nel quadro delle operazioni di prevenzione d’attività criminose,
incappava giorni fa in un posto di blocco della Guardia di Fi-
nanza presso Trento, un furgone guidato dal fascista Biondaro. Il
furgone era carico di armi ed esplosivo. A sua giustificazione il
Biondaro affermò che stava lavorando per conto dei carabinieri.
Fu convocata immediatamente una riunione straordinaria tra il
tenente colonnello della Guardia di Finanza, il colonnello
Santoro dei carabinieri e il procuratore della repubblica Mario
Agostini. Nonostante la fiera opposizione del tenente colonnello
della Finanza, che intendeva trarre pubblicità e merito
dall‘operazione, prevalse la linea di Santoro di mettere tutto a
tacere”. (pubblicato su Lotta Continua e citato in G.P. Testa, La
strage di Peteano, pag. 11).
Riprendono gli scioperi articolati dei lavoratori del settore
gomma-plastica.
 
18 settembre: Milano, migliaia di studenti sfilano in solidarietà
con i loro compagni del Feltrinelli.
Monza, protestano una sessantina di detenuti del locale carcere,
rifiutandosi di rientrare in cella. Chiedono la revisione del
regolamento carcerario.
 
19 gennaio: De Mita riafferma alla direzione DC (lo aveva già
fatto nel 1969 a Firenze, chiedendo un patto costituzionale
aperto al PCI) che "il partito non può proprio rifiutare l'offerta
di disponibilità di collaborazione che viene dal PCI".
Roma, migliaia di coltivatori e mezzadri manifestano per
sollecitare l’approvazione della nuova legge sui fitti, per
iniziativa dell’Alleanza, Acli, Uci e cooperative agricole.
Treviso, un gruppo di detenuti che ha effettuato uno sciopero
della fame, emette un comunicato che viene pubblicato soltanto
dal “Manifesto”. Vi si legge  che il carcere è uno “strumento
brutale a carattere unicamente repressivo e terroristicamente
punitivo. La cosiddetta rieducazione è una colossale
mistificazione; in realtà, il detenuto sottoposto alla ‘terapia
detentiva’ non fa altro che abituarsi e, completamente represso,
regredisce in tutti i sensi”.
 
20 gennaio: Reggio Calabria, arrestato Giuseppe Liconti,
sospettato insieme ad altri giovani di aver partecipato ai
tafferugli nel corso dei quali era stato ucciso, con una sassata,
l’agente di Ps Antonino Bellotti.
 
21 gennaio: Il Sid decide di non informare la magistratura e le
forze di polizia (Ps e carabinieri) del contenuto delle notizie
riferite dal confidente “Avorio”, infiltrato negli ambienti di
Avanguardia nazionale a Trento, sul possesso di armi e di
esplosivi da parte del gruppo.
Il segretario nazionale del Pci, Luigi Longo, in occasione del 50°
anniversario della fondazione del partito, in un articolo
pubblicato sulla Pravda auspica la formazione di “nuovi
equilibri politici in Italia” e afferma che “pur essendo un partito
di opposizione, siamo un partito di governo, nel senso che
pesiamo in modo più o meno grande su tutte le questioni che
interessano le masse”.
Milano, presidio dei lavoratori della Pirelli davanti al grattacielo
Pirelli (il Pirellone).
 
22 gennaio: Reggio Calabria, la polizia reprime e disperde con
lancio di gas lacrimogeni i manifestanti che circondano le sedi di
Pci e Psi.
Roma, viene costituita con sede in corso Vittorio Emanuele n.18
(dove aveva sede l’Istituto di studi militari ‘Nicola Marselli’)
l’Associazione parlamentare di studi per le Forze armate, alla
quale aderiscono i democristiani Giuseppe Zamberletti,
Bartolomeo Ciccardini, Rodolfo Tambroni Armaroli, Ruggero
Vi1la, Gustavo De Meo; i liberali Umberto Bonaldi e Ugo
D’Andrea; il repubblicano Randolfo Pacciardi. Segretario viene
nominato Paolo Possenti. Contestualmente, gli stessi promotori
danno vita alla Associazione amici delle Forze armate, sempre
con sede in corso Vittorio Emanuele n. 18, di cui viene nominato
segretario generale Gino Ragno. Organo di stampa di entrambe
le associazioni è il periodico “Rassegna militare”, di cui è
direttore responsabile il generale di brigata della riserva
Vincenzo Fasanotti, inizialmente responsabile dell’Istituto di
studi militari “Nicola Marselli”.
Torino, la Fiat riduce l’orario e conseguentemente il salario, a
8.000 lavoratori.
Padova, occupata la facoltà di Chimica contro la riforma
presentata dal governo che prevede la istituzione dei dottorati e
una composizione degli organi di governo degli atenei che
penalizza la rappresentanza studentesca.
 
23 gennaio: l'Unità pubblica la notizia di un campeggio
paramilitare fascista svoltosi sulle Alpi trentine. Si scoprono altri
campeggi paramilitari, in varie località italiane, spesso finanziati
dal ministero della Difesa, tramite le associazioni d'arma.
 Milano, numerose famiglie provenienti dai centri sfrattati di
Quinto Romano e Figino e occupanti palazzine Iacp di
Villapizzone e Mac Mahon, sono scacciate dalla polizia.
Bilancio: 66 feriti, 25 arresti, 17 militanti della sinistra
rivoluzionaria finiscono a San Vittore.
Milano, la polizia disperde manifestanti del Msi al termine di un
comizio di Servello.
Palermo, gli operai edili allontanano dopo violenti scontri
decine di estremisti di destra che si erano infiltrati in una loro
manifestazione.
 
24 gennaio: Pachino (Siracusa), due militanti del Pci rimangono
feriti dall’esplosione di un ordigno piazzato davanti alla porta
della loro sezione.
 
25 gennaio: un commando delle Brigate Rosse colloca bombe
incendiarie sotto otto autocarri, distruggendone tre, sulla pista di
Lainate dove la Pirelli prova i pneumatici.

Reggio Calabria, la polizia attacca le barricate dei dimostranti


al quartiere Sbarre.
Siracusa, avviene lo sgombero di palazzine Iacp occupate da
120 famiglie. Arrestate sette persone.
 
26 gennaio: giornata nazionale di lotta dei lavoratori
dell’edilizia.
Reggio Calabria, proseguono gli scontri tra polizia e
dimostranti per Reggio capoluogo. Mezzi blindati sono disposti
a difesa degli edifici pubblici.
 
27 gennaio: Roma, si riunisce nella sede di un circolo culturale,
il direttivo del Fronte nazionale per discutere sull’opportunità o
meno di riprendere l’azione. Sono presenti: Filippo De Jorio,
Remo Orlandini, Fabio De Felice, Alberto De Felice, Dante
Ciabatti, Giuseppe Zanelli, Dimitri Quattrone, Enrico Bonvicini.
Torino: sciopera la Fiat spa di Stura. Sciopero generale a
Castelfranco Veneto per sbloccare la crisi del gruppo Confitex.
A La Spezia, si è pervenuti all’accordo per il Muggiano.
Milano, si apre il processo contro 25 arrestati per l’occupazione
delle case di via Mac Mahon, accusati di resistenza, oltraggio ed
occupazione abusiva: 13 fra essi ottengono la libertà provvisoria.
In coincidenza con l’apertura del processo, gli studenti del liceo
Cremona tengono una conferenza stampa per rivendicare la
libertà per due loro compagni, che sono fra gli imputati: la
richiesta è appoggiata, con motivazioni differenti, anche dal
preside Ettore Orlandini. Altra conferenza stampa è tenuta dalle
studentesse del magistrale Agnesi che contestano la
ristrutturazione dei corsi. Manifestano ancora gli studenti delle
scuole professionali.
 
28 gennaio: Roma, il vice segretario nazionale del Pci Enrico
Berlinguer dichiara che la rivolta di Reggio Calabria è, in realtà,
una “vergognosa rissa tra cricche locali colpite dall’avvento
delle Regioni. Alti personaggi – dice – del governo e della Dc
hanno continuato ad agire in modo da fomentare gli intrighi di
notabili locali e le rivalità municipalistiche”.
Napoli, aderenti al Fuan aggrediscono gli studenti che escono da
un’assemblea del movimento studentesco.
Brescia, scioperano gli studenti medi.
 
29 gennaio: Reggio Calabria, manifestanti impegnano per tre
ore la polizia che cerca di impedire l'assalto alla federazione del
Pci.
Sesto San Giovanni (Milano),  sciopero cittadino a sostegno
delle vertenze e in solidarietà agli operai della Falck i cui salari
sono stati decurtati per aver scioperato. A Milano, scioperano e
manifestano i metalmeccanici e i la voratori della gomma. La
polizia ha vietato una contemporanea manifestazione
studentesca, caricando poi il corteo che si era formato e
arrestando 2 studenti. Nell’occasione, estremisti di destra
esplodono razzi contro militanti di sinistra, rifugiandosi
successivamente in un bar. A Brescia, sfilano quasi 10.000
operai metallurgici e 20.000 a Napoli, in testa quelli di Aerfer,
Italsider, Selenia. A Livorno, si svolge uno sciopero provinciale
contro l’aumento delle imposte di consumo e per rivendicare la
riforma fiscale.
 
30 gennaio: Roma, decine di neofascisti, armati di mazze e
bastoni, assaltano la facoltà di Scienze politiche occupata dagli
studenti.
Una nota informativa anonima della divisione Affari riservati
riferisce sui tentativi di Giorgio Almirante di far rientrare nel
Msi i dissidenti di An e Fn, portando ad esempio l’accordo
raggiunto “specialmente a Reggio Calabria” sul piano
attivistico con gli esponenti degli stessi gruppi, in attesa di
raggiungere un accordo in campo nazionale, “tenendo conto
anche della particolare posizione del Comandante nei riguardi
delle organizzazioni combattentistiche”.
Firmato il contratto nazionale del settore gomma.
Milano, il pretore Montera ordina il reintegro nel posto di lavoro
per Giuseppe Bonora, licenziato dalla Sit Siemens.
Milano, manifestano gli studenti contro la repressione, il
governo Colombo e l’imperialismo americano.
 
31 gennaio: Emilio Colombo dichiara: “Non abbiamo bisogno
dei richiami di improvvisate vestali dell’ordine come il Pci, che
ha dato per anni copertura, per ambigui giochi politici, a ogni
sorta di infantile estremismo. E’ questo estremismo che ha finito
per ridare fiato ad un neofascismo che oggi insidiosamente
cerca lo scontro di piazza”.
Milano, un gruppo di estremisti di destra assalta e devasta il bar
Magenta, abituale ritrovo di giovani di sinistra. A Varese, un
gruppo di neofascisti organizza una sassaiola notturna contro le
sedi del Pci e della Cisl.
 
Gennaio: San Benedetto del Tronto (Ap), vengono effettuati
10 arresti e numerosi fermi fra i pescatori e la popolazione che,
dopo la morte di alcuni marinai del  peschereccio Rodi, hanno
protestato chiedendo il recupero dei corpi e la ripresa dei lavori
di ripristino di un quartiere alluvionato.
Roma e Fusaro (Napoli), scendono in agitazione i lavoratori
della Selenia, l’azienda elettronica modello detta la fabbrica del
Duemila su una vertenza molto avanzata, duramente contrastata
dalla direzione che colpirà i dipendenti più attivi con denunce
alla magistratura.
Siracusa, 92 famiglie occupano appartamenti Iacp nel quartiere
di Santa Panagia, ma vengono sgomberate dalla polizia che
denuncia tutti i capifamiglia.
Salvatore Drago, secondo la testimonianza resa dal capitano
Antonio Labruna, invia ai vertici del Sid il suo ringraziamento
per il comportamento mantenuto, a copertura, durante e dopo
l’operazione del 7/8 dicembre 1970.
 
1 febbraio: Milano, militanti di Ordine nuovo veneti e lombardi
fanno esplodere un potente ordigno al plastico in uno scantinato
dell’Università. Secondo gli inquirenti l’attentato era rivolto
contro il movimento studentesco.
Milano, sciopero di un’ora contro la aggressione alla Camera
del lavoro del 29 gennaio e le iniziative neofasciste.
Modena, un gruppo di neofascisti penetra nella federazione del
Pci, in via Ganaceto, incendiandola e distruggendola. Anche a
Varese, gruppi di neofascisti lanciano sassi contro le sedi del Pci
e della Cgil, lasciando scritte inneggianti a Mussolini.
Brescia, sciopera la Om Fiat per il licenziamento di un delegato
di reparto, Paolo Clerici. Entrano in agitazione anche gli operai
del gruppo Ignis, dove sono state effettuate trattenute sulle
tredicesime, contro i ritmi insostenibili e l’autoritarismo della
direzione; nonché quelli della Salmoiraghi di Nerviano, azienda
a partecipazione statale che ha effettuato la serrata. Continuano
gli scioperi all’Autobianchi di Desio e nel gruppo Falck.
Genova, protestano i detenuti nel carcere di Marassi.
 
2 febbraio: Foggia, nel corso di uno sciopero la polizia apre il
fuoco uccidendo il bracciante Domenico Centola.
Roma, poliziotti e carabinieri irrompono nella Casa dello
studente occupata, devastandola e malmenando i presenti,
impiegando lacrimogeni rivestiti di ferro a gittata lunga e armi
da fuoco. Alcuni studenti vengono immobilizzati con la canna
del fucile alla bocca. Prima di sgomberare, gli agenti lavano le
pareti che un giornalista de La Stampa descriverà in seguito
“lorde di sangue”. Ha partecipato personalmente all'azione il
vice questore Mazzatosta. Il bilancio finale è di 214 fermati, 3
arrestati, 61 contusi e feriti.
Roma, arrestati per concorso negli attentati ai distributori di
benzina Luigi Capparella e Carmelo Staltari.
Treviso, attentato contro la sede provinciale della Dc.
Catanzaro, lanciata una bomba contro la sede della Regione. A
Reggio Calabria, durante gli scontri tra polizia e manifestanti per
Reggio capoluogo, viene gravemente ferito da un candelotto
lacrimogeno sparato a brevissima distanza e ad altezza d'uomo il
dentista Angelo Pugliatti. Arrestati per possesso di armi e
munizioni l’avvocato Bolignano e Annunziato Turro,
componenti del “Comitato d’azione per Reggio capoluogo”.
 
3 febbraio: Messina, decine di aderenti al Fuan irrompono in
un’aula dell’Università dove si sta svolgendo un’assemblea e
feriscono alcuni dei partecipanti. A Napoli, alcuni militanti
missini feriscono gravemente a coltellate Domenico Puddu,
militante di sinistra.
I lavoratori occupano gli stabilimenti di Ossona e Viggiù  del
gruppo Muller, che non vuole applicare il nuovo contratto ed ha
sospeso alcuni operai.
 
4 Febbraio: Catanzaro, i fascisti attaccano con bombe a mano
un corteo antifascista. Muore l'operaio Giuseppe Malacaria, 16 i
feriti. Le indagini dirette dall’ispettore generale di Ps Ariberto
Vigevano porteranno all’arresto di 4 militanti del Msi
provenienti da un paese dell’interno, fra i quali il locale
segretario missino.
La magistratura li proscioglierà per "assoluta mancanza di
indizi", nonostante le proteste pubbliche di Vigevano che
ribadisce la sua convincione sulla colpevolezza dei missini.
Bologna, la polizia interviene per impedire uno sciopero
studentesco all'istituto per geometri Pacinotti, indetto per
protestare contro le azioni dei fascisti della Giovane Italia. La
polizia entra nella scuola compiendo 9 arresti, 30 fermi e
numerosi pestaggi.
Scioperano le lavoratrici della Bellù plastiche di Seregno (Mi)
denunciando che il padrone, Mario Bellù, ha picchiato alcune
operaie. La Fiat, la Indesit e la Olivetti sospendono alcuni
lavoratori come conseguenza delle agitazioni per le vertenze.
 
5 febbraio: Catanzaro, Cgil, Cisl e Uili indicono uno sciopero
per protestare contro l’attentato fascista che ha provocato la
morte di Malacaria. Brevi astensioni e manifestazioni anche a
Milano, Torino, Genova, Livorno, Porto Marghera, Bologna,
dove si protesta anche per altre azioni neofasciste.
Scioperano i lavoratori del gruppo Zanussi per ambiente, salute e
orario di lavoro. Nel gruppo, in 6 mesi i dipendenti sono calati di
2.000 unità, a fronte di investimenti in Spagna. Sono in
agitazione anche i tessili dell’Eni e i telefonici.
Roma, la polizia carica un corteo studentesco indetto per
protestare contro i fatti del giorno 2. scoppiano degli scontri
dopo che un gruppo di manifestanti ha lanciato delle molotov 
verso l'abitazione dell'on.Restivo.  20 giovani sono arrestati al
termine del corteo, mentre i manifestanti si sciolgono. Paolo
Ricci, studente simpatizzante del movimento, viene ferito da
elementi di destra davanti al liceo Mamiani.
Brescia, lanciate 2 bottiglie incendiarie contro l’abitazione del
sindaco Boni, che aveva in precedenza rifiutato di concedere una
sala comunale per una conferenza del senatore missino Giorgio
Pisanò.
 
6 febbraio: attentato incendiario al deposito dell’Ignis di
Genova Sestri organizzato dai GAP. Lo stesso gruppo compirà
un attentato alla raffineria Garrone di Arquata Scrivia e alcuni
sabotaggi (con la sigla Brigata Canossi) a cantieri edili in cui
erano avvenuti incidenti mortali sul lavoro.
Roma, il confidente Armando Mortilla, “Aristo”, informa la
divisione Affari riservati del Viminale che Giorgio Almirante ha
deciso di insediare a capo dei Volontari nazionali l’onorevole
Tullio Abelli.
Negli stessi giorni una seconda nota informativa diretta alla
divisione Affari riservati del Viminale testimonia sulle
disposizioni  impartite da Giorgio Almirante di contenere gli
attacchi al Pci, di non far muovere i Volontari nazionali, di dare
“incarico al prof. Paolo Signorelli di organizzare squadre
speciali e segrete, con il compito di attuare azioni di
rappresaglia”, che il Msi “riteneva l’iniziativa di Borghese
dell’8 dicembre frutto delle provocazioni della Dc”, e che la
“situazione nel Msi è comunque difficile da controllare, sia per
il clima generale creatosi (…) sia per gli armamenti individuali
che si vanno incrementando”.

Treviso, Nello Capotosto scrive a Sergio Cipolla, Salvatore


Tringali, Nino Sospiri, Vincenzo Centorame, per fare il punto
sulla rivista Europa Imperium, “partorita dalla nostra
collaborazione”: “Europa Imperium può fare molto, può essere
bandiera di riscossa dei gruppi AR che in ogni parte d’Europa
palpitano all’unisono nel desiderio di riaffermare la loro
weltanschauung, la loro fedeltà alla tradizione, il loro pathos
olimpico, virile, sacrale. Dobbiamo riconoscerci, sia la nostra
rivista palestra d’incontro di uomini della Tradizione, di figli di
Evola”.  Alla rivista collaborano: Julius Evola, Guido Medici,
Nicola Carlesi, Rosaria Di Lucente, Leo Negrelli, Aldo Grano,
Massimo Scalfati, Francesco Lamenza, Biagio Giancola,
Marcantonio Bezicheri.
Cirò Marina, (Catanzaro), incendiata la Camera del lavoro.
 
8 Febbraio: Trento, esplode un ordigno nelle adiacenze del
palazzo della Regione. Un altro ordigno è esploso al porto di
Genova, dove i lavoratori indicono subito uno sciopero con
assemblea.
Firenze, migliaia di persone partecipano a una manifestazione
“per le riforme, contro il fascismo”.
Bologna, sfilano in corteo per rivendicare la difesa
dell’occupazione, i lavoratori della Viro (50 licenziamenti), del
maglificio Sicem (100  licenziati), della elettromeccanica Feb
(60 licenziati).
Scioperano anche i lavoratori della Olivetti e della Ignis di
Varese.
 
9 febbraio: Milano, ancora una manifestazione del movimento
studentesco contro la strategia della tensione e la repressione.
Manifestazioni anche a Bologna e Cagliari.
  
10 febbraio: Roma, si conclude il congresso del PSU che
riesuma la vecchia sigla PSDI. Mauro Ferri co segretario con
Tanassi.
Quindici giorni dopo, i repubblicani escono dal governo di
centro sinistra per l’inadeguatezza della politica economica e
fiscale.
Reggio Calabria, la polizia spara ad altezza d’uomo candelotti
lacrimogeni contro i dimostranti. Feriti il 16enne Vincenzo
Doldo che riporta la frattura della mandibola e della base cranica
e Francesca Bavuscia che riporta la doppia frattura dell’omero.
 
11 febbraio: Casalpusterlengo (Milano), attentato incendiario
contro la sezione del Pci.
Scioperano i lavoratori del vetro. Fermi anche gli edili delle ditte
appaltatrici dell’Italsider di Taranto.
 
12 Febbraio: Trento, dopo l'attentato dell'8 febbraio nei pressi
della Regione, è scoperto e neutralizzato un ordigno collocato in
un cassone di sabbia nei pressi del Castello del Buon Consiglio
dove è in programma una manifestazione pubblica. Un'altra
bomba esplode invece sul Doss, al mausoleo di Cesare Battisti.

La polizia è stata  avvertita dei "luoghi e dell'ora di


collocamento dei due ordigni" dai confidenti Sergio Zani detto
Sartana e Claudio Widmann detto Lucas, che hanno passato le
stesse informazioni anche agli altri enti per i quali lavorano:
l'Ufficio I (informazioni) di Bolzano della Guardia di Finanza
(capitano Lucio Siragusa e maresciallo Salvatore Saija), il
Centro di controspionaggio di Trento del Sid (Servizio
Informazioni Difesa), diretto dal colonnello Angelo Pignatelli, e
il Gruppo carabinieri di Trento (colonnello Michele Santoro). Le
polemiche e la non collaborazione tra i diversi corpi di polizia
bloccheranno di fatto le indagini. Il capo dell'Ufficio politico
della Questura Saverio Molino (in rapporti con la Divisione
Affari Riservati del ministero dell'interno) relazionerà
"falsamente che nessuna utile informazione era stata acquisita"
pur essendo Zani e Widmann anche suoi confidenti. Il
colonnello Santoro, con la collaborazione del maresciallo Luigi
D'Andrea, spedirà un promemoria al comandante della legione
carabinieri di Bolzano colonnello Giulio Grassini (che poi
risalirà le vie gerarchiche, dal colonnello Grassini al comandante
della divisione carabinieri di Milano generale Pietro Verri, al
comandante dei carabinieri generale Corrado Sangiorgio, al
ministro dell'interno Franco Restivo e al presidente del consiglio
Mariano Rumor) in cui scriverà che "i connotati delle persone
che avrebbero proposto la collocazione degli ordigni possono
corrispondere a quelli del capitano della Guardia di Finanza
Lucio Siragusa e del maresciallo Salvatore Saija". Infine un
analogo rapporto con la stessa "falsa ricostruzione dei fatti" sarà
inviata da Pignatelli al capo del Reparto D del Sid (Servizio
Informazioni Difesa) generale Federico Gasca Queirazza. Tutto
verrà messo a tacere per anni (cfr. 18 gennaio 1971).
Roma, vertice sull’ordine pubblico, presenti Colombo, De
Martino, Restivo, Tanassi e Reale. Democristiani,
socialdemocratici e liberali insistono per reprimere la violenza di
sinistra che, secondo i dati forniti dal ministro degli Interni
Franco Restivo, è pericolosa quanto quella di destra. I socialisti
respingono invece la teoria degli “opposti estremismi”.
Napoli, durante un'aggressione ad avversari politici, alcuni
estremisti di destra riducono in fin di vita a bastonate la
studentessa Givienne O’Connor.
Trento, caricata dalla polizia con caroselli di jeep e lanci di
lacrimogeni una manifestazione organizzata da Lotta Continua a
sostegno degli operai della Michelin, Giovanni Modena ed Enzo
Fronti, condannati per  un picchetto dove è stato spintonato un
dirigente. Decine i fermati, 23 arresti, molti feriti e contusi.
Scioperano i lavoratori del gruppo Lanerossi, quelli della Pirelli
Bicocca per le trattenute, della Ignis Ire, dove ci sono stati 3.000
sospesi in conseguenza degli scioperi articolati, della Caffaro di
Porto Marghera contro la nocività, e della Dalmine. A Sesto
Calende, si manifesta per difendere due  fabbriche occupate, la
Tematex e la Muller.

13 febbraio: una nota riservata del Viminale informa che


Giorgio Almirante ha cercato di “sondare l’on. Berlinguer
facendogli osservare che sarebbe controproducente per il Pci
forzare troppo la mano contro il Msi, essendo il Msi
sostanzialmente contrario a qualsiasi avventura contro
l’ordinamento politico vigente nel paese”.
Inoltrata alla divisione Affari riservati da “qualificata fonte
ambientale” una nota informativa sul Msi: “L’attentato del 4
c.m., col lancio di bombe contro il corteo antifascista che
provocarono la morte dell’operaio Giuseppe Malacaria, ha
prodotto un vero e proprio ‘choc’ tra i dirigenti centrali del Msi
i quali, in conseguenza dell’accaduto e delle sue gravissime
ripercussioni contro il loro partito, si sono subito preoccupati di
cercare di frenare l’attivismo dei giovani. Sono state
completamente rifatte le bozze del giornale del settore ‘Rivolta
ideale’, di prossima pubblicazione, che contenevano appelli
all’azione diretta contro i comunisti, ed è stato raccomandato
all’on.le Tullio Abelli, nominato nuovo dirigente nazionale del
‘settore volontari’ (agit-prop) di impedire ogni forma di
attivismo capace di aggravare ulteriormente la difficile
situazione in cui è venuto a trovarsi il Msi, esposto al massiccio
attacco dei propri avversari. Lo stesso giorno dell’attentato e
prima che la sua nomina fosse ratificata dall’esecutivo, riunitosi
il 5 c.m., l’Abelli ha diramato a tal fine la circolare di cui si
allega copia. In ambienti missini che si definiscono ‘moderati’
ha tuttavia destato sfavorevoli commenti la nomina a vice
dirigente del ‘settore volontari’ del trentaseienne Paolo
Signorelli, insegnante di lettere a Tivoli, membro della direzione
del Raggruppamento giovanile e componente del comitato
centrale del Msi, nelle cui file è rientrato con i dissidenti,
filonazisti, del ‘Centro Ordine nuovo’ dove egli presiedeva il
‘Fronte di azione studentesca’. Il Signorelli, infatti, è conosciuto
come elemento privo di equilibrio e si teme, pertanto, che egli
possa promuovere o secondare iniziative attivistiche
inconsulte”.
Bari, tre dirigenti sindacali che transitano in auto per via
Sparano, sono aggrediti a colpi di mazza da elementi di destra.

A Pinerolo (Torino), dopo un’aggressione nei confronti di


aderenti al movimento studentesco condotta da militanti del Msi,
una folla di antifascisti assedia a lungo la federazione locale del
Msi.
 
15 febbraio: Reggio Calabria, ancora una giornata di scontrie
tensioni. Ferito gravemente uno studente colpito da un
candelotto lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo.
Desio (Milano), sciopero generale di solidarietà con i lavoratori
dell’Autobianchi, in agitazione da 4 mesi per la vertenza su
cottimi, tempi di lavoro e salari. A Milano, manifestano i grafici
della Rizzoli.
 
16 febbraio: scioperano i lavoratori del vetro dopo la rottura
delle trattative per il rinnovo contrattuale.
Migliaia di contadini manifestano a Roma, per sollecitare la
approvazione della legge sui fitti.
Palermo, un gruppo di missini assalta la Casa dello studente, il
ginnasio Umberto I e il Municipio.
 
17 febbraio: scioperano i lavoratori tessili.
Torino,  sciopero generale, dopo che la Fiat ha sospeso
nuovamente 40.000 lavoratori per le conseguenze degli scioperi.
 
18 febbraio: Reggio Calabria, sgomberato, anche con l'uso
degli M-113 il quartiere Sbarre, dove la popolazione in rivolta
aveva eretto barricate. Per la prima volta dall'immediato
dopoguerra, vengono impiegati i carri armati contro la
popolazione civile. Fermi, contusi e feriti.
Roma,  attentato contro la sede del Pci all’Eur. Attentati contro
le sedi del Pci vengono compiuti anche a Milano e a
Casalpusterlengo.
I Gap compiono un attentato contro la raffineria Garrone di
Arquata Scrivia.
Le Br lanciano un ordigno, a Torino, contro la sede del
sindacato autonomo Sida.
S.Stefano (Lodi), alcune decine di famiglie iniziano lo sciopero
dell’imposta di famiglia.
 
19 febbraio: Milano, firmato, dopo una lunga lotta, l’accordo
per il gruppo Falck.
Genova,i fascisti incendiano e distruggono la sezione del Pci
Villa. A Catania, neofascisti aggrediscono studenti e docenti
riuniti in assemblea all'università, ferendone 3 a randellate, il
professor Gabriele Centineo e 2 studenti, Sebastiano Giuffrida e
Giuseppe Lamartina: quest’ultimo è il più grave, per una frattura
alla testa. Arrestati i fascisti Vincenzo e Francesco Rapisarda e
Vincenzo Cardullo. Il Senato accademico decide di costituirsi
parte civile.
Nel rapporto del Viminale dedicato ad una riunione del Club di
Berna sulla contestazione studentesca, si sostiene che “almeno
all’origine si deve rilevare la spinta di qualche servizio segreto
americano (non parlo dell’Fbi, ha precisato il delegato tedesco
facendo con questo una pesante allusione alla Cia) che ha
finanziato elementi estremisti in campo studentesco”.
Il Partito comunista polemizza duramente con la Democrazia
cristiana per il viaggio di Emilio Colombo negli Stati Uniti.
Secondo Enrico Berlinguer, è stato compiuto “per offrire al
governo Usa quelle garanzie che esso chiede contro ogni
autonomo sviluppo democratico del nostro paese”, e lo
paragona a quello di De Gasperi quando i governanti italiani
“accettarono di subordinare gli interessi e la indipendenza del
nostro paese ai voleri dell’imperialismo americano”.

Reggio Emilia, un attentato danneggia i locali della sezione Pci


Gramsci, in via Toschi.
 
20 febbraio: Roma, si conclude il 38° corso accademico del
Nato Defence College. Il segretario generale della Nato nel suo
intervento si chiede se il Patto atlantico abbia il diritto di
intervenire “nel caso che i comunisti o altri partiti ostili alla
Nato prendessero il potere in uno dei Paesi membri”. E giunge
alla conclusione che “non si devono chiudere gli occhi al fatto
che la presenza dei comunisti nel governo di un Paese alleato
porterebbe praticamente, prima o poi, all’inevitabile ritiro di
questo paese dall’Alleanza atlantica anche se le relative misure
formali non fossero immediatamente adottate. E’ ovvio che
questa situazione (che si sta pericolosamente profilando in
Italia) interesserebbe direttamente e preoccuperebbe l’Alleanza
atlantica. Quale sarebbe in questo caso la reazione concreta
della Nato sul piano diplomatico e quali le conseguenze,
nessuno è in grado di prevedere e io non mi azzardo a fare
ipotesi”.
21 febbraio: Marsiglia, il veneziano Gianfranco Bertoli,
latitante e collaboratore del Sid (Servizio Informazioni Difesa),
si imbarca per Haifa, Israele, dove giunge il 26 febbraio e lo
stesso giorno, senza alcun controllo nè visita medica, viene
inviato al "kibbutz" di Karmia, situato in un'importante
posizione strategica al confine della striscia di Gaza. Il poter
usufruire di una procedura rapidissima (neanche il suo
passaporto falso viene seriamente controllato) sarà fatto risalire
all'appoggio del Sid presso il servizio segreto israeliano Mossad.
Del resto, come verrà accertato, nel periodo di quasi quindici
mesi di permanenza nel "kibbutz", Bertoli se ne allontanerà
almeno quattro volte, rientrando brevemente anche in Italia. In
Israele darà poi ospitalità a due neofascisti francesi, i fratelli
Jacques e Jean Jemmy di Jeune Revolution.
 
22 febbraio: Milano, attentato incendiario contro la sezione Pci
Arrighini, in via Ercole Ferrario.

23 febbraio: Milano, la polizia guidata dal vice questore


Vittoria sgombera alcuni stabili occupati. Violente cariche e un
fitto lancio di candelotti lacrimogeni, all’arresto di 25 persone e
al fermo di altre 66.
Napoli, con il pretesto dell’aggressione di uno studente di
sinistra da parte di alcuni neofascisti, la polizia irrompe
nell’istituto tecnico Righi.
Manifestano nuovamente contro la serrata i lavoratori della Ignis
Ire.
 
23 – 24 febbraio: Arzignano (Vicenza), un blocco stradale
organizzato sul ponte del Guà dagli operai della Pellizzari viene
sciolto dalla polizia. Gli operai resistono, seguono scontri ed un
assedio al Palazzo comunale. Il giorno dopo i lavoratori
manifestano nuovamente.
 
24 febbraio: Palermo, rapitoi Antonino Caruso, figlio
dell’industriale Giacomo e imparentato con Pietro Torretta.
Giacomo Caruso, molto legato all’onorevole democristiano
Bernardo Mattarella che alla notizia muore d’infarto, paga 300
milioni per la liberazione del figlio.
Udine, una bomba-carta è collocata contro la sede del Comitato
provinciale della Democrazia Cristiana. Viene lasciato un
volantino con su scritto "Per Reggio". l'ordinovista Vincenzo
Vinciguerra confesserà poi di avere preparato l'ordigno e di aver
scritto il volantino.
Foggia, durante una manifestazione di contadini, la polizia apre
il fuoco uccidendo il bracciante Domenico Centola.
Ravenna, i bieticoltori alzano una tenda davanti allo
stabilimento dell’ Eridania, per rivendicare l’innalzamento del
prezzo  corrisposto e solidarizzano con i lavoratori dello
zuccherificio. A Bologna, si svolge un corteo contro i
licenziamenti nel settore dell’abbigliamento.
Milano,  attentato dinamitardo contro la sezione Pci Carminelli,
in via Archimede.
Algeri, l’Algeria, durante la guerra del petrolio con la Francia,
nazionalizza i giacimenti.
 
25 febbraio: Reggio Calabria, durante una delle quotidiane
dimostrazioni, un agente in borghese apre il fuoco sulla folla,
ferendo un bambino.
Milano, prima assemblea generale della Confederazione
mondiale corrispondenti diplomatici (una delle tante sigle
dell'eversione di destra ndr), alla quale partecipano: Michele Maria
Tumminelli, Mario Vecchi, Adalberto Tardini, Guglielmo Sessa,
Pietro Sarasso, Gianni Samuelli, Antonio Santopietro, Mario
Riccardi, Francesco Perez, Maurizio Pardocchi, Mario Mottura,
Enzo Magni, Alberto Macchi, Paolo Frassi, Giuseppe Diana,
Augusto Chierricati, Piero Calcaterra, Alfonso Bonaccorsi,
Gaetano Basso, Armando Baj, Giorgio Strini, Vincenzo Zanzi,
Giovanni Gramellini, Paolo Ghini, Mario Vedovato, Raphael
Villrino, Luciano Pelliccioni, Irene Imperiali di Francaville,
Lino Orlando, Fabrizio Ferrari, Luciano Contini, Clois Avigni,
Fernando Berardini.
Como, manifestano gli studenti per protestare contro i costi dei
trasporti e dei servizi.
 
26 febbraio: Gela, scioperano i lavoratori dell’Anic contro
l’atteggiamento antisindacale dell’azienda a partecipazione
statale, che ha effettuato rappresaglie contro la lotta per la
revisione delle qualifiche.
Brugherio, il giovane lavoratore Antonello Mura, vittima di un
grave infortunio sul lavoro, è licenziato dalla Dardano Manuli.
 
27 febbraio: ricominciano gli scontri tra dimostranti e polizia a
Pescara e all’Aquila contro la decisione del governo di
assegnare all’Aquila il capoluogo e a Pescara la sede degli
assessorati regionali. All’Aquila vengono assaltate le sedi dei
partiti. Alzate barricate e posti di blocco attorno alla città,
mentre la polizia ha l'ordine di non reagire alle provocazioni.
Nemmeno quando i manifestanti passando davanti ai poliziotti
schierati, sputano loro in faccia. Si cerca l'incidente a ogni costo
ed è solo la fredda calma del questore a evitare il peggio.
Milano, rientra la serrata alla Philips dopo la risposta dei
lavoratori; ma alla Philips Carbon Black di Ravenna la direzione
ha sospeso i dipendenti in lotta per ottenere un nuovo
inquadramento. Serrata revocata anche alla Singer di Monza. A
Sesto San Giovanni, è stata occupata la Redaelli contro 68
licenziamenti.
 
28 febbraio: Molinella (Bologna), un gruppi di fascisti devasta
le sezioni di Pci, Psiup, Psi e la Camera del lavoro, tutte situate
nello stesso edificio.
 
Febbraio: Il periodico romano Prima LineaPRIMA LINEA
Sottotitolo: Da A.I n.1 a A.III n. 8 ago1971 "Organo della
gioventù italiana per la ricostruzione della patria" poi dal A.III
n.9 dic1971 "Foglio di combattimento per la redenzione e la
libertà d'Italia"pubblica questo appello: “I lettori sono pregati di
informarci riservatamente su tutto quanto desta i loro sospetti:
riunioni clandestine di sovversivi, ubicazione di depositi d’armi,
munizioni e strumenti per la guerriglia, traffici di droga e
valuta, presenza di spie, improvvisi arricchimenti di persone
senza arte né parte, nonché su qualsiasi attività volta a ledere
gli interessi della Patria e della comunità nazionale. E’ questo,
uno dei modi efficacissimi per servire la causa e difendere lo
Stato”.
 Sull’organo di stampa della Federazione nazionale combattenti
della Rsi appaiono le prime indiscrezioni sul tentativo di golpe
del 7 - 8 dicembre 1970.
Roma,  in un appartamento dei fratelli Fabio e Alfredo De
Felice a Montesacro, scriverà il giudice istruttore Filippo Fiore,
“i massimi dirigenti del Fronte si riuniranno per commentare
ancora una volta il Tora-Tora ma soprattutto per correggere gli
errori della strategia (...)”. Remo Orlandini illustra ai presenti
“l’utilità di riconoscere al De Jorio un ruolo di preminente
importanza qualificandolo come legato anche a importanti
uomini politici di governo”.
Pescara, si costituisce il centro culturale Corneliu Zelea
Codreanu.
 
1 marzo: Milano, gli studenti il liceo Parini, organizzando
gruppi di studio sulla riforma scolastica e la repressione. A
Sant’Angelo Lodigiano manifestano invece i pendolari contro
l’aumento delle tariffe.
Milano, militanti di destra aggrediscono e feriscono Massimo
Natali, segretario della sezione Pci di via Sottocorno.
Una nota informativa del Viminale segnala che nel corso di un
convegno giovanile del Msi “è emersa la preoccupazione dei
dirigenti missini per l’attività concorrente del movimento
oltranzista Avanguardia nazionale, che non ha accettato di
entrare nel Msi e che ha trovato nella situazione calabrese, un
terreno favorevole al proprio sviluppo”.

2 marzo: in una relazione al comitato centrale del Pci (e nel


corso di un comizio a Bologna) il senatore Bufalini e l’onorevole
Enrico Berlinguer chiedono le dimissioni del ministro degli
Interni di Franco Restivo, colpevole di “aver lasciato mano
libera allo svilupparsi di un disegno eversivo contro le
istituzioni democratiche”.
Roma, aderenti al gruppo neofascista Lotta di popolo feriscono
alcuni militanti di sinistra, in piazza Santa Maria in Trastevere.
 
3 marzo: Milano, su richiesta del preside, la polizia interviene
al liceo Parini: vari contusi fra gli studenti.
Milano, manifestano i lavoratori elettromeccanici.
Trento, in occasione di uno sciopero provinciale, gruppi di
operai metalmeccanici contestano i segretari provinciali Panza
della Cgil e Fronza della Cisl, che avevano messo in moto
provvedimenti punitivi contro i dirigenti della categoria, accusati
di aver boicottato il tesseramento delle rispettive confederazioni,
anticipando così l’unità sindacale desiderata dalla base. “Fronza,
Panza, andate in vacanza”, urlano gli operai, allontanando i
dirigenti dalla manifestazione.
Il comune di Ossona (Mi) requisisce la Muller, accogliendo la
richiesta dei lavoratori.
 
4 marzo: Pietro Nenni, commentando i disordini verificatisi a
L’Aquila, afferma che “lo Stato e i pubblici poteri si sono
lasciati tagliar fuori da una fiammata di municipalismo dietro il
quale operano forze eversive di destra”.
Roma, i missini della sezione Flaminio compiono una
spedizione punitiva contro i cittadini che inaugurano un circolo
dell’Uisp.
Milano, inizia il blocco delle merci all’Autobianchi. Sarà
represso duramente dalla direzione aziendale mediante serrata,
mentre elementi di destra paraaziendali e carabinieri
effettueranno svariati tentativi di disturbo e sfondamento dei
picchetti. A Varese, manifestano i lavoratori della Ignis.
 
5 Marzo: usando la definizione "Raggruppamento Gelli-P2"
Licio Gelli invita a Roma 40 massoni (quattro non si presentano,
resta comunque un fatto assolutamente strano per una loggia nata
storicamente per garantire la segretezza dei suoi affiliait ndr) per
discutere il seguente ordine del giorno: "a) situazione politica ed
economica dell'Italia; b) minaccia del Partito comunista
italiano, in accordo con il clericalismo, volta alla conquista del
potere; c) carenza di potere delle forze dell'ordine; d) mancanza
di una classe dirigente e assoluta incapacità del governo nel
procedere alle riforme necessarie per lo sviluppo civile e sociale
del paese; e) dilagare del malcostume, della sregolatezza e di
tutti i più deteriori aspetti della moralità e del civismo; f) nostra
posizione in caso di ascesa al potere dei clerico-comunisti; g)
rapporti con lo Stato italiano". Il verbale sarà poi diffuso
riservatamente in ambiente massonico con una lettera di
accompagnamento in cui Gelli scriverà: "La filosofia è stata
messa al bando. Abbiamo ritenuto, come riteniamo, di dovere
affrontare solo argomenti solidi e concreti che interessano tutta
la vita nazionale". Si parla apertamente di volontà di instaurare
un “(...) regime autoritario di destra e militare preferibile ad un
governo comunista (...)”.
Palermo, durante una conferenza stampa tenuta dalle
associazioni dagli agrari, il portavoce dei trapanesi Adragna
definisce “eversive” le nuove leggi sui fitti e il superamento
della mezzadria e colonia, illustra la attività di un “Comitato
intercomunale per la difesa del diritto di proprietà”,  ed afferma
“abbiamo bisogno di gente che spari”.
Vicenza, sciopero generale provinciale.
Milano, sono in sciopero gli studenti medi contro la repressione
e la selezione. All’Itis di Sesto, interviene la polizia.
 
6 marzo: Foggia, la polizia interviene violentemente contro i
contadini che manifestano per protestare contro la mancata
corresponsione dei sussidi governativi stanziati per le perdite
subite a causa delle gelate invernali, ed effettua 23 fermi.
Torino, scioperano nuovamente i lavoratori della Fiat Mirafiori,
dopo l’invio a 25 delegati di lettere in cui si accusano gli operai
di lavorare poco, a fronte di un effettivo aumento dei ritmi e
carichi di lavoro.
Avola (Sr) e Licata (Ag), si svolgono manifestazioni contro
l’atteggiamento della Confagricoltura regionale espresso anche
nella conferenza stampa del giorno precedente.
Si dimettono il ministro di Grazia e giustizia Oronzo Reale e il
sottosegretario alla Pubblica istruzione Oddo Biasini, entrambi
repubblicani. L’incarico del primo viene assunto, ad interim, dal
presidente del Consiglio Emilio Colombo.
 
7 marzo: Torino, disordini durante una manifestazione di destra
indetta dall'Oci (Organizzazione Cittadini Indipendenti) tra i cui
fondatori figura l'ex fascista repubblicano Elios Toschi. La
manifestazione, che intende "affermare la presenza dell'Italia
che lavora, produce, paga e forma la maggioranza silenziosa
degli italiani", registra una significativa partecipazione di iscritti
al Movimento sociale italiano. In piazza San Carlo parla, tra gli
altri, Vitaliano Peduzzi, monarchico del Centro liberale di
Milano, organizzatore del Crd (Comitato di Resistenza
Democratica) e successivamente affiliato alla P2.

7 – 9 marzo: seconda conferenza unitaria delle tre


confederazioni sindacali. E’ deciso di formare una struttura
sindacale in fabbrica incentrata sui delegati, sui consigli di
fabbrica, e sui consigli zonali dove verranno  discusse le
piattaforme.
 
8 marzo: denunce per resistenza e minacce a pubblico ufficiale a
Bolognetta (Palermo) dopo un corteo bracciantile che chiede la
riammissione di 517 espulsi dalle liste anagrafiche e il ritiro di
precedenti denunce. 
Desio (Milano), dirigenti e guardie private dell’Autobianchi
aggrediscono un gruppo di operai, ferendo uno di essi e
denunciano un esponente della Fiom, Paolo Canegrati.
La Pretura di Roma allarga l’inchiesta sugli asili nido,
emettendo altri 40 avvisi di reato. Sono 118 gli istituti indagati,
in prevalenza gestiti dall’Omni e da religiosi.
 
9 marzo: il dirigente giovanile del Msi, Massimo Anderson, si
reca a Parigi a portare il saluto del partito all’assemblea di Ordre
Nouveau. Anderson ringrazia i camerati francesi per aver creato
una “specie di asse Parigi - Madrid - Roma”.
Palermo, sventato, per un caso fortuito, un attentato contro una
sezione del Pci.
 
10 marzo: il comitato centrale del PSI approva un documento,
con l’astensione degli autonomisti, in cui si propone una politica
di convergenza con il PCI.
Il ministro del Commercio con l'estero Mario Zagari firma
l'autorizzazione per l'esportazione clandestina in Sudafrica, con
falsa destinazione Portogallo, di cento mitragliere prodotte dalla
Oerlikon Italiana. Il carico è spedito via mare dalla società
Tirrena.
Verbania, gli operai della Nyco occupano lo stabilimento, dopo
che 28 di loro sono stati denunciati per l’agitazione sindacale in
corso. La Nyco è una piccola fabbrica e la lotta riceve la
solidarietà della vicina Rhodiatoce.
Roma, in largo Argentina, la polizia interviene con violenza
contro un gruppo di anarchici e militanti della sinistra
rivoluzionaria che manifestano contro la detenzione di alcuni
compagni.
Roma,  sei neofascisti sono arrestati mentre, con altri, tentano di
assaltare l’Istituto di stato per la cinematografia e la televisione.
Su “Riscossa”, periodico bresciano, Giorgio Freda scrive: “Lo
scudo americano è solo un ricordo degli anni ’50 e ’60. Appare
sempre più chiaro non solo che dobbiamo unirci, ma anche che
dobbiamo difenderci. E quindi ristrutturare su basi
autonomamente europee i nostri apparati militari”.
Violenti incidenti si verificano, a Parigi, fra simpatizzanti di
sinistra e i fascisti di Ordre Nouveau riuniti in assemblea al
Palais des sports e spalleggiati dagli uomini della polizia e dei
servizi di sicurezza. Ordre Nouveau, secondo le dichiarazioni
rese successivamente da Gilbert Lecavelier, ex componente del
Sac, era direttamente legato ai servizi segreti francesi e al
Renseignement générale (Rg) della Prefettura di Parigi che ne
utilizzavano i militanti per raccogliere informazioni sulla sinistra
da trasmettere, tramite il dr. Scheurmann, anche al Bnd, il
servizio segreto della Germania federale.
Con una nota informativa, inserita in un programma di
“intossicazione”, i servizi segreti americani accreditano presso il
Sid l’organizzazione Europa nazione come “controllata dai
comunisti cinesi” e indicano Robert Leroy coinvolto in “attività
di sabotaggio dirette a screditare i rapporti Usa- Europa”.
 
11 Marzo: Milano, prima manifestazione pubblica organizzata
dal Comitato Cittadino Anticomunista - Maggioranza Silenziosa
il cui esponente di primo piano è l'avvocato Adamo Degli Occhi,
vicepresidente della Lega Italia Unita ed ex partigiano bianco.
Al corteo che raggiunge piazza del Duomo partecipano anche il
coordinatore regionale dell'organizzazione giovanile del
Movimento sociale italiano Luciano Buonocore e il consigliere
comunale della Dc Massimo De Carolis, poi affiliato alla P2. La
manifestazione rappresenta l'esordio del Comitato Cittadino
Anticomunista - Maggioranza Silenziosa, costituito alla fine di
febbraio a Milano nella sede del Pdium (Partito Democratico
Italiano di Unità Monarchica) alla presenza del commissario
monarchico per Milano Emidio Bertozzi. Del comitato, oltre a
Degli Occhi, fanno parte Elena Manzoni De Chiosca per il
Partito Socialista Democratico Italiano, Gabriele Pagliuzzi per il
Partito Liberale Italiano, Luciano Buonocore per il Msi, Guido
Pasqualino di Marineo (che ritroveremo negli elenchi della "stay-
behind" Gladio ndr) per la Dc, Bruno Sebastiani di Alleanza
Cattolica e Giorgio Muggiani del Comitato Tricolore.
Solidarizzano pubblicamente con la manifestazione un gruppo di
77 deputati democristiani capitanati da Bartolo Ciccardini.
Milano, la polizia ferma un gruppo di anarchici che manifesta
davanti San Vittore. 20 denunciati a piede libero per “adunata
sediziosa”.
 

Si svolgono due scioperi provinciali, a Genova per le riforme e a


Napoli per l’occupazione: quest’ultima in 3 anni è calata nel
napoletano dal 30,2% a 27,8%, mentre gli addetti dell’industria
manifatturiera sono passati nello stesso periodo da 212.210 a
194.837.
L’onorevole Francesco De Martino, durante i lavori del comitato
centrale del Psi, afferma che il Paese è vittima di una
“controffensiva di carattere conservatore e perfino reazionario”
e definisce “miope e moderata” la teoria degli “opposti
estremismi”.
 
14 Marzo: Roma, manifestazione degli Amici delle Forze
Armate promossa da Gino Ragno, appartenente ad Ordine
Nuovo e legato alla Aginter Press. Al teatro Adriano parlano
contro il comunismo, "il vero nemico dell'Italia", Elios Toschi,
Giuseppe Valle e lo stesso Ragno alla presenza di molti aderenti
e simpatizzanti del Msi, molti dei quali partecipano a un
successivo corteo. Aderiscono il MSI, il PDIUM, Randolfo
Pacciardi ed i deputati DC Ciccardini e Greggi. Tra gli
intervenuti Giulio Caradonna, Luigi Turchi, Massimo Anderson,
Mario Gionfrida, Alfredo Covelli, gli ex generali Giovanni De
Lorenzo e Giorgio Liuzzi, Marino Bon Valsassina, l'ex
cappellano militare capo monsignor Arrigo Pintonello, il
democristiano Filippo De Jorio, i professori Ettore Paratore e
Giuseppe Pietro Valdoni, gli avvocati Filippo Ungaro e Vittorio
Battista.
Trieste, un militante missino aggredisce il 71enne esponente
comunista Vittorio Vidali, che viene ricoverato in ospedale con
prognosi riservata. A Foggia, militanti di Ordine nuovo lanciano
sassi e bottiglie molotov contro un corteo di militanti di sinistra
che sta passando davanti alla loro sede. A Parma, l’estremista di
destra Donatello Ballabeni ferisce a revolverate alcuni giovani di
sinistra. A Reggio Emilia, neofascisti irrompono nella sede del
Partito radicale e la devastano.
 
15 marzo: Roma, la Corte Costituzionale dichiara illegittimi gli
articoli del codice penale che vietano i metodi anticoncezionali.
 
 
16 Marzo: 90 deputati della DC, coordinato da Bartolo
Ciccardini, presentano un documento in cui si chiede
l’interruzione della collaborazione con il PSI, la repubblica
presidenziale e la legge elettorale maggioritaria. Leader del
gruppo che si raccoglie sotto la sigla Europa 70, Ciccardini è
uomo di provata fede atlantica e di assoluta fedeltà alla FIAT. E’
proprio la casa automobilistica torinese, tramite il direttore della
Fondazione Agnelli Ubaldo Scassellati, a finanziare il piano
cosiddetto cinque per cinque, elaborato da Europa 70 per
introdurre un regime presidenzialista – come volevano anche
Sogno e Pacciardi – in Italia. Una volta scoperto il
finanziamento occulto, Scassellati venne scaricato e sostituito da
Vittorino Chiusano. L’inchiesta del giudice Catalani accertò che
la FIAT nel periodo tra il 1971 e il 1976, tramite la Banca
Popolare di Novara, emise circa 3.000 assegni – per un valore di
circa 15 miliardi dell’epoca – per finanziare la massoneria di
Palazzo Giustiniani che fa capo al gran maestro Lino Salvini. La
conferma dell’emissione degli assegni arriva anche dalle
deposizioni di Luciano Macchia, condirettore dell’IFI (la
finanziaria di casa Agnelli) e di Maria Cantamessa, cassiera
generale della FIAT, e che sarà poi inquisita per il tentato golpe
di Edgardo Sogno.
Trieste, durante una perquisizione dell'abitazione di Franco
Neami, sono trovati in cantina tre chili di tritolo, sedici bombe a
mano, sei caricatori per mitra con 73 cartucce e una bomba
nebbiogena. Neami, che appartiene al Movimento Politico
Ordine Nuovo, si dà alla latitanza fino al 2 luglio 1971, quando
il Tribunale di Trieste lo assolverà per insufficienza di prove,
ritenendo "possibile che altri abbia immesso nella cantina
l'esplosivo sequestrato e che l'imputato si sia dato alla fuga per
il timore di non essere creduto nell'affermare la propria
estraneità".
Palermo, i lavoratori delle zolfare e miniere di salgemma e sali
potassici, provenienti da tutta la regione, manifestano contro lo
smantellamento e l’incuria del settore, e per la difesa
dell’occupazione.
In una nota informativa del Viminale si legge che Giorgio
Almirante, “parlando con altri dirigenti missini ha dichiarato
che il vittimismo è un suo atteggiamento tattico e che egli non ha
rinunciato per nulla alla politica della ‘piazza di destra’, come
alternativa alla ‘piazza di sinistra’ (…)”.
Inviata al Viminale, e per conoscenza al ministro e al capo della
polizia, una nota informativa proveniente da ‘qualificata fonte
ambientale’ sul conto di Massimo Anderson: “Il segretario
nazionale del Raggruppamento giovanile del Msi Massimo
Anderson si è recato a Parigi nei giorni scorsi per assistere, su
invito dell’organizzazione francese di estrema destra Ordre
Nouveau, al suo congresso nazionale. L’Anderson ha accolto
l’invito sperando di potere approfittare dell’operazione per
cercare di stabilire concreti rapporti di collaborazione e
d’intesa con l’organizzazione francese e, soprattutto, di ottenere
suoi aiuti finanziari per le attività del settore giovanile del Msi”.
 
17 marzo: Roma, la Procura della Repubblica emette un ordine
di cattura nei confronti del principe Borghese e dei suoi complici
per il tentato colpo di stato del 7 dicembre 1970. Una mezza
dozzina di dirigenti del Fronte Nazionale vengono colpiti da
ordine di cattura per il reato di cospirazione politica. Finiscono
in carcere Remo Orlandini, Mario Rosa, Giovanni De Rosa,
Giuseppe Lo Vecchio e Sandro Saccucci. Borghese riesce a
sfuggire alla cattura rifugiandosi in Spagna. Orlandini, per
motivi di salute, sarà quasi subito ricoverato in una clinica
privata di Roma, dove riceverà la visita del direttore del Sid
(Servizio Informazioni Difesa) generale Vito Miceli, col quale è
già da tempo in contatto.
Nel pomeriggio Il quotidiano comunista Paese Sera pubblica, a
titoli cubitali, che la notte fra il 7 e l’8 dicembre 1970, forze di
estrema destra avrebbero tentato un colpo di stato.
Alla commissione Bilancio della Camera dei deputati, Eugenio
Cefis dichiara: “Le maggiori compagnie non hanno un effettivo
interesse al contenimento dei prezzi. Data la forza della
posizione attuale, esse pensano di non trovare alcuna difficoltà,
oggi ed in futuro, nel trasferire gli aumenti di prezzo sui
consumatori”.
Si svolge a Roma, secondo una fonte fiduciaria del Viminale,
una riunione del Msi per discutere delle indagini della
magistratura sui gruppi della destra extraparlamentare. Dalla
sede della direzione nazionale si portano via documenti e la
corrispondenza tra Borghese, Ordine Nuovo e il partito.
 
18 Marzo: iIl Cipe e l’Iri approvano la realizzazione del V
centro siderurgico a ciclo integrale a Gioia Tauro, in Calabria:
non verrà mai realizzato, nonostante i notevoli investimenti di
denaro pubblico nell’area 
Il ministro degli Interni Restivo rende noto il tentativo di colpo
di stato del 7 Dicembre dopo che il quotidiano Paese Sera ne
aveva già fornito ampie anticipazioni. La Procura di Roma
spicca un mandato di cattura per il principe Borghese, il
quale, dopo le prime indiscrezioni uscite il 17 marzo, si è già
rifugiato in Spagna.
Il Comando dei carabinieri per la Marina di La Spezia invia al
reparto carabinieri del Sios Marina presso lo Stato maggiore
della Marina una nota nella quale afferma che “il Fronte
nazionale ha ventilato l’attuazione di colpi di stato con il favore
delle forze di polizia e delle Forze armate senza però mai
attuare alcuna azione (…)”.
L’ufficio politico della Questura di Roma invia alla Procura
della repubblica di Roma un rapporto sui fatti del 7/8 dicembre
1970 basato sulle intercettazioni telefoniche di elementi
dell’estrema destra che confermano “che i dirigenti del Fronte
avevano organizzato effettivamente un’azione diretta a
sovvertire con la violenza i poteri costituiti dello Stato”.
Nel corso di un’intervista televisiva, Giorgio Almirante si
presenta come l’uomo adatto ai tempi difficili.
Con l’arresto di Clemente Graziani inizia l’istruttoria Occorsio
contro Ordine Nuovo. E’ anche il segnale di un cambio di
strategia, scaricando la parte più compromessa, del partito del
golpe. Ufficialmente Ordine nuovo è confluito nel MSI il 14
novembre del 1969 e l’inchiesta Occorsio parte da quella data,
cancellando 15 anni d’attività del movimento. Il Movimento
Politico Ordine Nuovo nasce ufficialmente il 9 gennaio del
1970. Sono arrestati anche i veronesi Elio Massagrande, Pietro
Rocchini, Claudio Bizzarri e Roberto Besutti. A difesa di
Romano Coltellacci scende in campo direttamente Almirante e,
una volta appurato il rientro nel MSI, Coltellacci esce
dall’inchiesta.
Pino Rauti fonda Ordine nuovo nei primi anni ‘50. Inizialmente
era un Centro studi interno al partito con il compito d’essere “il
contrappunto di una corrente giovanile al vertice del MSI”. Con
l’elezione di Michelini alla segreteria missina (Milano, 24 -26
novembre 1956) il gruppo esce dal MSI. La sede nazionale è a
Roma, inizialmente in via della Pietra, poi in via degli Scipioni
286. Il primo gruppo, quello che possiamo definire storico, era
costituito da: Clemente Graziani, Paolo Andriani, Rutilio
Sermonti, Bruno Acquaviva, Piero Vassallo, Silvio Adorni,
Riccardo e Gastone Romani (quest’ultimo fiduciario del
Veneto), Silvio Vitale, Nino Capotondi, Alfio Tagliavia, Stefano
Mangiante, Gabriele Troilo, Antonio Lombardi. In seguito
aderiranno: Giulio Maceratini, Paolo Signorelli, Gino Ragno,
Marcello Petrina, Adriano Romualdi. Quando nel 1969, ritorno
alla segreteria missina di Almirante, Rauti decide il rientro nei
ranghi del MSI, la decisione è criticata dai duri. Ma i fatti
successivi dimostreranno che ci troviamo di fronte ad un vero e
proprio gioco delle parti. l 21 settembre 1969 il gruppo che ruota
attorno a Clemente Graziani da vita al Movimento Politico
Ordine Nuovo. Il gruppo dirigente é composto da: Elio
Massagrande, Adriana Pontecorvo, Giuseppe Dionigi, Antonio
Ragusa (responsabile studenti medi), Sandro Saccucci
(responsabile organizzazioni parallele), Fabio Miriello
(Johannesburg), Roberto Besutti (responsabile propaganda e
controinformazione), Mario Tedeschi (iniziative finanziarie),
Bruno Esposito (responsabile studenti universitari), Roberto
Gabellini (settore lavoratori). Altri nomi di spicco sono: Leone
Mazzeo, Alfonso Dalla Corte, Salvatore Francia, Tommaso
Stabile, Francesco Ligato, Sandro Pisano e Alfredo Di
Chiappori. Questi ultimi due sono di fatto infiltrati-informatori
per conto di Stefano Delle Chiaie. Contemporaneamente si fonda
il FAS (Fronte azione studentesca) che tiene il suo primo
congresso a Lucca il 17 aprile del 1970. Nella città toscana sono
attivi Mauro Tomei e Ugo Fusi. Tra i partecipanti al congresso
troviamo Umberto Balistrieri e Claudio Bizzarri. 
Graziani, nel 1954, era stato fermato, insieme a Paolo Andriani,
mentre trasportavano armi, bombe, esplosivi e micce. Dichiarò
di avere ricevuto il tutto da Cesare Pozzo, deputato del MSI, poi
capo Ufficio stampa del partito. Fu anche coinvolto
nell’evasione dell’ex marò Benito Lucidi, in galera per omicidio
a scopo di rapina. Di rilevante interesse è quanto scrive Graziani
sul Quaderno n.1 del Centro Ordine Nuovo del 21 settembre del
1969, vale a dire un paio di mesi prima della fondazione del
MPON, in un saggio dal titolo La guerra rivoluzionaria: “(…)
Per la conquista totale delle masse la dottrina della guerra
rivoluzionaria prevede, oltre che il ricorso all‘azione
psicologica, il ricorso a forme dì terrorismo spietato e in-
discriminato. (...) Si tratta cioè di condizionare le folle non solo
attraverso la propaganda, ma anche agendo sul principale
riflesso innato presente tanto negli animali quanto nella psiche
di una grande massa: la paura, il terrore, l’istinto di conserva-
zione. (..) Occorre determinare tra le masse un senso di
impotenza, un senso di acquiescenza assoluta in rapporto
all’ineluttabile destino di vittoria della fazione rivoluzionaria.
Inoltre, il terrorismo su larga scala attuato tra le fila delle forze
incaricate della repressione del movimento rivoluzionario
genera sempre disagio, stanchezza, insicurezza, determinando
così condizioni favorevoli alla propaganda disfattista. (...) Ab-
biamo accennato al terrorismo indiscriminato e questo concetto
implica ovviamente la possibilità di uccidere o far uccidere
vecchi, donne, bambini. (…) Queste forme di intimidazione
terroristica sono, oggi, non solo ritenute valide, ma a volte,
assolutamente necessarie per il conseguimento di un
determinato obiettivo” (citato nella relazione del nucleo operativo dei
carabinieri di Bologna, la sezione, del 12.6. 1989 a firma del maggiore
Giorgio Tesser).
Esiste una relazione molto stretta tra questa anticipazione dello
stragismo e quanto contenuto nel documento dell’Aginter Press,
La nostra azione politica: “(..) Noi pensiamo che la prima parte
della nostra azione politica debba essere quella di favorire
l’installazione del CAOS in tutte le strutture del regime”. Nel
rapporto del capitano del Ros, Massimo Giraudo vi è una preci-
sazione che fa riflettere: “nel documento in lingua francese
Notre action politique è presente un annotazione a mano, tra le
altre, riportante la parola in corsivo, s<ottolineata, CAOS.
Nella riga la parola è ripetuta con l’apposizione di una H tra la
C e la A. tenuto conto del contenuto del documento, è bene
ricordare che nel 1975 la Commissione Rockfeller (Commission on
CIA activities within the United States  ndr) redasse un rapporto
all’allora presidente Ford sulla covert operation denominata in
codice CHAOS. Il rapporto è stato decodificato e reso pubblico
nel 1997. Scopo dell’operazione Chaos era l’infiltrazione in
gruppi, associazioni e partiti dell’estrema sinistra
extraparlamentare (anarchici, m - I, operaisti e castristi)
d’Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Repubblica federale
tedesca. L’operazione Chaos risulta nata nell’agosto del ‘67 e
terminata nel ‘73” (rapporto del Ros al G.I. di Milano Guido Salvini e
di Bologna Leonardo Grassi del 14.2.1994).
Secondo Graziano Gubbini, “Ordine nuovo era nato nel
dopoguerra attorno ad alcune operazioni anticomuniste di
particolare rilevanza simbolica, come quella concernente la
nave scuola Cristoforo Colombo, che doveva essere ceduta
all’URSS e che invece venne fatta saltare nel porto di Taranto.
Ordine nuovo era già in origine legato ad ambienti militari.
Tutti  i suoi componenti venivano da esperienze belliche e
soprattutto Rauti aveva importanti legami con ambienti militari.
Ordine Nuovo era un gruppo con evidenti caratteri di an-
ticomunismo e pertanto facile preda dei servizi segreti”
(Interrogatorio G.I. di Bologna Leonardo Grassi del 24. 1.1994). Gubbini
è tra i partecipanti del Corso di aggiornamento del MSI per
dirigenti giovanili del 5 settembre 1969 all’Hotel Cavallino
Bianco del Terminillo (RI). Tra i temi trattati anche quello di
“rovesciare l’attuale classe dirigente italiana, incapace di
garantire la sicurezza nazionale, la pace sociale e il progresso
civile” (rapporto “riservatissimo”  legione CC Lazio, gruppo di Rieti del
19.9.1969 n0 3/16-RR).
Secondo l’inchiesta del giudice istruttore di Bologna Vito
Zincani, Gubbini farebbe parte di Ordine Nero, “operano stando
all’interno del MSI dal quale ricevono denaro e protezioni per il
tramite del federale di Arezzo Oreste Ghinelli”. Di questo
gruppo toscano fanno parte: Massimo Batani, Augusto Cauchi,
Giovanni Rossi, Andrea Brogi. Gubbini verrà arrestato nel
giugno del ‘74 in seguito agli sviluppi su Ordine nero. Rinviato a
giudizio nell’inchiesta Occorsio su MPON “per aver
organizzato e diretto il MPON anche successivamente che il
Ministro dell'Interno che ne ordina lo scioglimento”. Tra gli
altri organizzatori rinviati a giudizio: Francia, Cartocci, Sandro
Sparapani, Umberto Zamboni, Euro e Marco Castori, Giancarlo
Rognoni, Clemente Graziani, Elio Massagrande, Umberto
Balistrieri, Luigi Falica, Massimo Batani, Marcantonio
Bezicheri, Giovanni Melioli. Testimone dell’inchiesta Salvini,
farà riferimento a Cesare Ferri come effettivo autore della strage
di Brescia e “come persona che era stata assolta grazie ad un
falso alibi relativo a quella mattina”. Secondo Gubbini ”ad
alcuni attentati commessi da Nico Azzi e dal suo gruppo, era
presente un ufficiale dei carabinieri” (sentenza-ordinanza del G.I.
Guido Salvini). Secondo Tritone, una delle fonti confidenziali del
SID, la strage di Brescia “non doveva rimanere un fatto
isolato”, ma doveva essere seguita da altre “azioni terroristiche
di grande portata da compiere a breve scadenza” in modo da
aprire un “conflitto interno risolvibile solo con lo scontro
armato”.
Sulla possibile identificazione della struttura, o parte di essa, di
Ordine nuovo con organismi occulti facenti capo ai servizi
segreti, è da ricordare la deposizione di Vincenzo Vinciguerra al
giudice istruttore Zorzi del 6 maggio 1985: “Il mio ingresso in
Avanguardia nazionale fu preparato dal progressivo distacco
politico determinato dall’acquisizione di elementi su rapporti tra
elementi dirigenti di Ordine nuovo e funzionari del ministero
degli Interni e comunque con persone inserite a vario titolo e a
vario livello in apparati dello Stato. L’episodio iniziale che
illuminerà questa realtà fu la proposta avanzatami nel settembre
del 1971 a Udine da Carlo Maria Maggi e DeIfo Zorzi di
eliminare il ministro Rumor nella sua abitazione di Vicenza,
senza per questo avere problemi di sorta con la scorta di polizia
che abitualmente veglia sull’incolumità di un personaggio
pubblico di quel rilievo. Rifiutai questa proposta, presentatami
come momento di una più vasta azione destabilizzante, perché
non ritenevo vi fossero le condizioni per una simile azione e
perché venni messo in fortissimo sospetto dalla precisazione che
non avrei avuto problemi con la scorta, cosa questa che mi
dimostrava l’esistenza di agganci con funzionari di altissimo
livello, in grado di predisporre una situazione per cui la scorta
potesse non intervenire. Si formò così in me la convinzione,
avvalorata da successivi riscontri (ad esempio l’ammissione di
Zorzi di essere legato da intima amicizia con un altissimo
funzionario del ministero degli Interni, la confidenza fattami da
Rognoni e Francesco Zaffoni in Spagna, circa marce notturne
con tute mimetiche dell’arma dei carabinieri nella zona di
Varese), dell’esistenza sotto la facciata di Ordine nuovo di una
struttura occulta all’interno della quale operavano Maggi,
Zorzi, Carlo Di  Giglio (rectius: Digiglio), Paolo Signorelli e in
posizione di vertice Io stesso Rauti, struttura a sua volta inserita
in un apparato composto da civili e militari, arruolati sulla base
della loro convinzione anticomunista e della loro adesione
all’idea di un rafforzamento della NATO (..) La chiarezza che
avevo acquistato su Ordine Nuovo mi dimostrò che non si
trattava più di un gruppo politico di opposizione allo Stato, ma
di supporto a centri di potere dello Stato stesso (...) Per me
l’episodio chiave per capire potrebbe essere la strage via
Fatebenefratelli in ordine alla quale anzitutto formulo l’ipotesi
che si sia trattato della ripresa e dell’attuazione della proposta
che venne fatta a me di un attentato a Rumor e del progetto
sottostante. Lo valuto come episodio chiave perché sono certo
che, se venisse chiarito in tutti i suoi termini, sviluppi e riflessi,
tale fatto metterebbe a nudo in maniera esemplare il connubio
esistente tra potere politico, apparati dello Stato e Ordine
nuovo”.
Sempre Vinciguerra racconta (sentenza-ordinanza G.I. Guido Salvini
del 18.3.95): “(…) Intendo fin d’ora affermare che tutte le stragi
che hanno insanguinato l’Italia a partire dal 1969, apparten-
gono ad un’unica matrice organizzativa. (..) tale struttura (...)
obbedisce ad una logica secondo cui le direttive partono da
apparati inseriti nelle istituzioni e per l’esattezza in una
struttura parallela e segreta del ministero dell’Interno più che
dai carabinieri” (interrogatorio G.I. di Bologna del 20.6. 1984). “Posso
oggi indicare i nominativi di persone che dal 1960 o da ancora
prima sino ad oggi sono rimasti in collegamento tra loro
provenendo da uno stesso ceppo ed essendo un gruppo
politicamente ed umanamente omogeneo (…) Si tratta infatti del
gruppo che dette vita (…) al Centro Studi di Ordine Nuovo di
Pino Rauti (…) Tale gruppo ha il suo baricentro nel Veneto, ma
ha naturalmente agito anche a Roma e Milano. E’ composto tra
gli altri, da queste persone: a Trieste da Francesco Neami,
Claudio Bressan e Manlio Portolan; a Venezia-Mestre da Carlo
Maria Maggi, Delfo Zorzi e Giancarlo Vianello; a Verona da
Marcello Soffiati e Amos Spiazzi, nonché a Treviso da Roberto
Raho. A Padova l’intero gruppo Freda, con Fachini e Aldo
Trinco; a Trento Cristiano De Eccher; a Milano Giancarlo
Rognoni; a Udine Cesare Turco dal 1973 in poi; a Roma Enzo
Maria Dantini e il gruppo di Tivoli di Paolo Signorelli” (sentenza
ordinanza G.I. Salvini del 18.3.1995). “La struttura in cellule -
continua Vinciguerra - era mutuata dall’OAS (…) si basa su una
struttura a cinque in cui il capocellula è in contatto con due
coppie che tra loro non si conoscono. Solo il capocellula è in
contatto con un altro capocellula” (interrogatorio G.I. Salvini del
6.6.1991). “Ho sempre segnalato la presenza in Ordine Nuovo nel
Veneto di elementi inseriti negli apparati dello Stato (…) Delfo
Zorzi, sul conto del quale chiedo sia approfondita la sua
posizione anche alla luce della concessione da parte del
ministero degli Esteri a costui di un passaporto diplomatico che
(…) può essere concesso solo in casi eccezionali a privati
cittadini nel caso svolgano all’estero attività a favore del
Paese" (interrogatorio G.I. Salvini 21.12.1992).
Sulla reale funzione di Ordine nuovo confesserà Paolo
Fascinelli: “il ruolo di Ordine nuovo di Torino era quello di
squadra politica d’appoggio all’esercito; ci sarebbero stati degli
elenchi di posti strategici dove avremmo dovuto fare
rastrellamenti di avversari politici (...) Si parlava di lagunari” 
(atti inchiesta giudice Violante). Sempre secondo Fascinelli a Francia
“fanno capo gli esponenti italiani di Ordine nuovo nonché gli
esponenti di collaterali organizzazioni straniere quali Luis
Garcia Rodrigues (Barcellona), Jean Thiriart (Belgio), Guy
Amaudruz (Losanna)” (idem).
A questi personaggi bisogna aggiungere Marcello Soffiati,
ordinovista veronese, massone, legato alla CIA e informatore di
Spiazzi quando questi era all’ufficio I. Durante una perquisi-
zione, nel 1974, gli vennero sequestrate armi, bombe a mano ed
esplosivo, nonché documenti tra cui una lettera intestata alla
Massoneria universale di rito scozzese nella quale era definito
fratello e un appunto manoscritto con piantina e le annotazioni
“Tirrenia - Camp derby - Mr Bandoli - Instructor”. Secondo
Marco Affatigato partecipò ad un corso per l’uso delle armi e lo
studio di tecniche investigative. Venne sequestrato un foglio ma-
noscritto, a firma illeggibile e senza data, in cui l’estensore dice
di aver lavorato per gli americani in un’azione antisovietica (cita
la SETAF), di aver avuto la disponibilità di tessere Usa da
ufficiale firmate da un tale Sam Fish, di aver contattato il signor
Mancini dell’ambasciata statunitense a Roma al quale riferiva di
rivolgersi a Mario Tedeschi, al generale De Lorenzo e al
massone dottor Giuseppe Tebano e viene inoltre citato Gianni
Bandoli. Il 31 maggio 1966 è denunciato a Verona per
detenzione abusiva di armi da guerra insieme a Elio
Massagrande, Roberto Besutti, Giampaolo Paini, Giovanni
Barozzi, Alberto Morandi, Alfredo Cristofoletti, Massimiliano
D’Andrea, Marco Morin. Appartengono tutti a Ordine nuovo.
Racconta Gabriele Forziati: “fui io ad esprimere il desiderio di
andare in Spagna. Lo espressi al dottor Maggi, allorché venne a
visitarmi a casa del Romani. Il Maggi mi procurò una persona
che poi mi accompagnò fino a Madrid. La persona è Soffiati
Marcello di Verona, che io avevo visto una sola volta a Udine
allorché mi incontrai con Rauti”.
Soffiati è legato a Sergio Tazio Poltronieri. Racconta nel suo
memoriale Gianfranco Masiero: “(…) 1970: inizio dei rapporti
con Verona con Soffiati, Besutti e Maggi, Ordine Nuovo e
rapporto segreto con francesi, belgi, Thiriart, Giovane Europa,
con gli austriaci di Bort e i tedeschi di Wiederstand che si tenne
in un ristorante di Colognolla, ai colli veronesi, presente un uf-
ficiale dei servizi" (memoriale Masiero - Alto Adige del 28 giugno 1991).
Il ristorante a cui fa cenno Masiero è gestito dalla famiglia
Soffiati ed è un abituale luogo d’incontro degli ordinovisti. E’
indicato da Affatigato come agente dei servizi. Vinciguerra lo
indica come componente della struttura occulta implicata nelle
stragi, coincidente con Ordine nuovo, insieme a Rauti, Enzo
Erra, Fausto Pierfranceschi, Cesare Pozzo, Delfo Zorzi, Carlo
Maria Maggi, Ezio Maria Dantini, Cesare Turco, Francesco
Neami, Claudio Bressan, Manlio Portolan, Giancarlo Vianello,
Aldo Trinco, il gruppo Freda - Fachini, Giancarlo Rognoni,
Marco Cagnoni, Claudio Orsi, Claudio Mutti, Luigi Falica e
altri. E’ coinvolto nell’episodio Affatigato dell’inchiesta 2
agosto (deposizione Spiazzi) con il quale si era incontrato a Nizza e
Montecarlo nella primavera dell’80. Tramite Spiazzi collaborava
con Sisde, Sismi, CIA per conto dei servizi (deposizione Salerno,
capocentro Sisde). Teneva i contatti con Affatigato (Sentenza rinvio a
giudizio inchiesta strage del  2 agosto).
Secondo Carlo Digiglio (dal 1967 collaboratore CIA attraverso
Ftase di Verona) Soffiati partecipò al concentramento veneziano
all’Arsenale la notte del 7 dicembre 1970.
Secondo il rapporto del Ros dei carabinieri, molti ex
appartenenti a Ordine nuovo aderirono anche
“all’organizzazione Ananda Marga, struttura con estensione in
vari paesi e direttivi non solo filosofici e religiosi, ma anche
rivoluzionari, con una struttura formata non soltanto da monaci
e adepti, ma anche da un servizio d’ordine e da regole molto
rigide di carattere quasi militare, cui erano costretti a sottoporsi
gli adepti con una simbologia nazista (…) le regole di vita di
Ananda Marga portano alla spersonalizzazione dell’affiliato,
che viene assoggettato completamente al leader, sicché si crea
un clima particolarmente idoneo a indurre gli affiliati a
qualsiasi azione”. La setta, sempre secondo il rapporto del Ros,
fu importata in Italia dall’India dall’ex capo della CIA per il
Mediterraneo, uno degli ideologi della strategia della tensione,
già presidente della WACL ed ex capo del nucleo guerra non
ortodossa (Karamessines nda) l’idea della setta furono poi riprese,
sempre secondo il rapporto, da gruppi eversivi quali il Gruppo
Ludwig, Le Ronde pirogene antidemocratiche, I nuclei sconvolti
per la sovversione urbana.
 
18 – 20 marzo: Padova, manifestano i lavoratori del gruppo
Zanussi.
 
20 marzo: Roma, rinviati a giudizio gli anarchici del Circolo 22
Marzo per gli attentati del 12 dicembre 1969 a Milano e Roma.
Pietro Valpreda, Mario Merlino, Emilio Borghese e Roberto
Gargamelli sono accusati della strage di piazza Fontana e reati
connessi, Emilio Bagnoli e Enrico Di Cola di partecipazione ad
associazione per delinquere; Olivo Della Savia di detenzione
d'esplosivo; Rachele Torri, Ele Lovati, Maddalena Valpreda e
Olimpia Torri (tutte parenti di Valpreda) di falsa testimonianza;
prosciolto Roberto Mander perchè minorenne al momento dei
fatti.
 
21 marzo: Trieste: su indicazione del direttore del Sid Vito
Miceli, la polizia sequestra la nave "Conquistador" che dei
mercenari stanno usando per arrivare in Libia e con un colpo di
mano liberare dal carcere di Tripoli importanti oppositori del
regime di Gheddafi. Fallisce così l'operazione finanziata
dall'esule Omar Shalhi, rifugiato in Svizzera, che ha assoldato
tramite l'inglese David Stirling, mercenari inglesi e francesci. Le
informazioni  sono state trasmesse al Sid dai servizi di
informazioni statunitensi.
Sul Corriere della sera, in un articolo intitolato “Non siamo al
1922”, Ignazio Silone ribatte a Giorgio Almirante contestando la
necessità di un “uomo adatto ai tempi difficili”.
Nassau, capitale delle isole Bahamas, il direttore generale del
Banco Ambrosiano Roberto Calvi fonda la Cisalpine Overseas
Bank affidandone la presidenza al vescovo Paul Marcinkus,
amministratore dello Ior (Istituto Opere di Religione), la banca
vaticana. Marcinkus cede la presidenza allo stesso Calvi poco
dopo. L'iniziativa è condotta con gli uffici di Michele Sindona.
 
22 marzo: costituita la Società per le gestioni e partecipazioni
statali (Gepi), per la ristrutturazione delle piccole imprese, con
capitale Imi, Iri, Eni, Efim
Milano, il locale centro CS (Centro controspionaggio), al
comando del maggiore dei carabinieri Giorgio Burlando, invia al
reparto D del Sid una nota informativa redatta dalla fonte
“Meto”, su Avanguardia operaia: “Il gruppo ha avuto origine
nel dissenso entrista del Pci milanese del 1967-68. Inizialmente
era formato da quadri comunisti legati alla IV internazionale
trotzkista. Era capeggiato da Gorla, Vinci e Bolchini. Sulle
prime l’iniziativa aveva avuto l’appoggio di Maitani; si
presentava come un gruppo culturale-politico ed era
organizzato nel circolo: Il manifesto di Milano via Ausoni n.6
(…)”.
In un rapporto riassuntivo del Viminale sulle vicende del Fronte
nazionale si legge che “nel novembre del 1968 Borghese si
incontrò con i dirigenti di Ordine nuovo e, convenendo con essi
sull’esistenza di una comune piattaforma programmatica, stabilì
una specie di patto di intesa che implicava la loro
collaborazione alle attività organizzative e propagandistiche del
Fronte (…) Successivamente, però, divergenze ideologiche e
programmatiche e, soprattutto, il venir meno degli attesi aiuti
finanziari indussero i dirigenti di On a denunciare il patto col
Fronte nazionale”. In un'altra nota del Viminale, si legge che “il
fenomeno Borghese non ha mai rappresentato un problema dal
punto di vista della sicurezza, e questo vale anche per quanto
concerne l’episodio del 7 dicembre”.
Milano, si apre il processo contro gli anarchici Pulsinelli,
Braschi, Giovanni Corradini, Piero della Savia, Eliane
Vincileone, Paolo Faccioli, Norscia e Mazzanti, accusati di
“strage” per gli attentati del 25 aprile 1969.
 
23 marzo: Buenos Aires, sale al potere a capo di una giunta
militare, il generale Lanusse.
Cagliari, un gruppo di militanti missini aggredisce e ferisce due
iscritti al Pci al termine di un inseguimento automobilistico. Tre
degli aggressori saranno successivamente fermati dalla polizia.
Diffusi in Piemonte, Toscana ed Emilia-Romagna volantini
firmati “Giunta esecutiva riscossa sociale italiana” (Gersi) in
cui si proclama la necessità di “colpire direttamente tutti i capi
responsabili dei vari partiti”. Ad alcuni volantini, inviati a
uomini politici è allegato un messaggio: “Voi siete uno dei
responsabili e come tale sarete colpito”, firmato “La Rosa dei
Venti”.
 
24 marzo: l'esplosione di un ordigno collocato sotto i binari, tra
le stazioni di Latisana e di Palazzolo della Stella, provoca
l'inarcarsi di una rotaia e la caduta della linea aerea dell'alta
tensione. Autore dell'attentato è, con altri, Vincenzo Vinciguerra
aderente alla sezione di Udine del Movimento Politico Ordine
Nuovo. Vinciguerra racconterà poi che l'azione è stata compiuta
in occasione della visita di Tito in Italia, perchè "si diceva che
Tito doveva arrivare in Italia in treno". Il giorno successivo un
altro attentato è organizzato lungo la linea ferroviaria Venezia-
Udine, tra la stazione di Basiliano e quella di Campoformido:
l'esplosione di un ordigno provoca danni al binario.
In un’intervista al quotidiano La Nazione, Mario Scelba
dichiara: “Non esiste un pericolo fascista, né esiste una
minaccia da destra alle istituzioni. E’ tutta un’invenzione
propagandistica del Pci. La vera minaccia, il vero pericolo sono
i comunisti”.
Milano, attentato dinamitardo contro la sede del consolato
jugoslavo in via Pirandello.
 
25 marzo: Casoria (Napoli), scioperano ad oltranza i lavoratori
della Rhodiatoce per ottenere il ritiro di 50 sospensioni e a
sostegno della vertenza su qualifiche, organici e ritmi di lavoro.
 
26 marzo: Genova, Mario Rossi, esponente del gruppo XXII
Ottobre, durante un tentativo di rapina allo IACP uccide il
fattorino Antonio Floris. L'omicidio segna la fine del gruppo, in
pochi giorni la polizia, giovandosi anche di provocatori interni
all'organizzazione, individua e arresta i suoi componenti: oltre a
Rossi e Viel, Giuseppe Battaglia, Gino Piccardo, Cesare Maino,
Aldo De Scisciolo, Adolfo Sanguinetti, Gianfranco Astara,
Renato Rinaldi e Diego Vandelli. Viel riuscirà a sottrarsi
all'arresto grazie all'aiuto di Giangiacomo Feltrinelli.
Milano, sospeso il processo Calabresi - Baldelli, per la
ricusazione della parte lesa nei confronti del presidente della
Corte, Carlo Biotti, accusato di aver espresso giudizi sul merito
della sentenza ancora da emettere. Il giudice Biotti aveva
predisposto una nuova perizia e la riesumazione della salma di
Pinelli.
Pakistan, si scatena la guerra civile tra l’esercito e i separatisti
del Bangladesh. Nelle settimane successive la dura repressione
pachistana costringerà milioni di profughi a cercare rifugio in
India.
 
27 marzo: sgombero poliziesco, seguito dalla rioccupazione
delle case Iacp sfitte del quartiere Zen. Protagoniste della lotta
sono le donne del quartiere, che riescono a liberare un giovane 
fermato dalla polizia, circondando la camionetta.
Spediti ad amministratori pubblici, cittadini, politici, giornali,
volantini firmati “Gersi-Rosa dei venti” (Giunta esecutiva
riscossa sociale italiana).
 
28 marzo: nei pressi della stazione di Grumolo delle Abbadesse,
in provincia di Vicenza, un ordigno trancia una settantina di
centimetri di una rotaia e un treno passeggeri diretto a Venezia
evita il deragliamento solo grazie alla sua velocità. L'attentato è
compiuto in concomitanza con una prevista visita del presidente
jugoslavo Tito in Italia e tra gli esecutori saranno indicati il
triestino Francesco Neami e il veneto Delfo Zorzi, entrambi del
Movimento Politico Ordine Nuovo.
 
29 marzo: Roma, storico incontro tra papa Paolo VI e il
presidente jugoslavo Tito, in visita ufficiale in Italia.
Milano, Gilberto Tornaghi, amministratore dell’Agip mineraria,
denuncia alla Questura di Milano che il suo telefono è sotto
controllo. Inizia, da questa denuncia, l’inchiesta sulle
intercettazioni telefoniche abusive.
 
30 marzo: Roma, il ministro dell'interno Franco Restivo
dichiara alla Camera: "Non vi è nell'episodio nulla che
corrisponda agli allarmi lanciati. Non ha alcun fondamento la
notizia secondo cui gli estremisti di destra sarebbero penetrati
la notte dell'8 dicembre nel palazzo del Viminale". Gli "allarmi
lanciati" riguardano il tentato "golpe Borghese" della notte tra il
7 e l'8 dicembre 1970.
Il ministro del Commercio con l'estero Mario Zagari firma
l'autorizzazione per l'esportazione clandestina in Sudafrica, con
falsa destinazione Francia, di venti cannoni navali da 76
millimetri prodotti dalla Oto Melara di La Spezia.
 
30 – 31 marzo: Roma, circa 3000 celerini sgomberano le case
sfitte di proprietà comunale a San Basilio, occupate da 500
famiglie sostenute da militanti della sinistra rivoluzionaria.
Alcuni gruppi, decisi a non mollare, impegnano la polizia in
scontri che si estendono al Tiburtino. Il 31, gruppi di donne
rientrano nelle case. Lo sgombero è quasi immediato, ma
dall'esterno arrivano appoggi e gli scontri si allargano.
 
31 marzo: dopo gli arresti compiuti per ordine della Procura
della repubblica di Roma e la fuga in Spagna di Junio Valerio
Borghese, il Fronte Nazionale si riorganizza. A dirigerlo è
designato Dante Ciabatti, il nuovo direttivo è formato, tra gli
altri, da Giacomo Micalizio, Eliodoro Pomar, Salvatore Drago,
Enrico Bonvicini, Felice Costantini e da Stefano Delle Chiaie,
leader di Avanguardia Nazionale. Si forma un gruppo dirigente
anche a Genova, con a capo Giancarlo De Marchi, che assumerà
la funzione di tesoriere.  De Marchi infatti, tramite Attilio
Lercari, può ancora gestire parte del finanziamento avuto
dall'industriale ligure Andrea Piaggio.
Il sostituto procuratore romano Vittorio Occorsio emette un
mandato di cattura contro Clemente Graziani, responsabile del
movimento politico Ordine Nuovo.
 
Marzo: Roma, il deputato socialdemocratico Flavio Orlandi
chiede l’adozione di provvedimenti penali a carico dei giornalisti
che hanno parlato di golpe per gli eventi del 7-8 dicembre 1970.
Milano, rientra in fabbrica alla Pirelli Bicocca l'operaio Della
Torre, licenziato e riassunto per ordine del pretore del lavoro.
Chioggia, 97 pescatori sono denunciati per aver bloccato il
Canal Grande a Venezia nel corso di una lotta sindacale. Il fatto
è avvenuto un anno prima.
Alba (Cn), due soldati sono arrestati per vilipendio alle forze
armate per il contenuto di una serie di volantini.
Il Tribunale di Padova condanna il soldato Beck Peccoz a un
anno per "attività sediziosa continuata". 
Trasferito da Pistoia a Bari, poi incarcerato per insubordinazione
il soldato, Domenico Gavella, per aver contestato a un
sottotenente un abuso.
 
Aprile: esce il primo numero di Nuova Resistenza, periodico
vicino alle BR.
Tommaso Buscetta  lascia New York per trasferirsi in Brasile.
Muore in un carcere del Texas, Joe Valachi.
 
1 aprile: Amburgo, ucciso l’ex console boliviano, Roberto
Quintanilla. L’omicidio sarà rivendicato il giorno seguente
dall’Eln che accusa Quintanilla di essere responsabile della
morte, avvenuta nel 1969, di Inti Peredo, uno dei leader dell’Eln.
Il 13 maggio 1973, Oswaldo Ucasqui e Monica Ertl, ritenuti
responsabili dell’omidicidio del console, saranno uccisi in uno
scontro a fuoco con la polizia boliviana a La Paz.
Il generale tedesco J. Steinhoff succede all’ammiraglio Nigel
Henderson nella carica di presidente del Comitato militare della
Nato.

Nell'aprile 1971 esce il primo numero di "Nuova Resistenza."


Sotto la testata, la parola d'ordine "Proletari di tutto il mondo
unitevi" con accanto il simbolo di Sinistra Proletaria: falce,
martello e fucile incrociati. Il periodico, che si definisce
"giornale comunista della nuova resistenza," uscirà anche il
mese successivo per poi cessare immediatamente le
pubblicazioni. Il precipitare della lotta di classe e le scelte delle
BR fanno abbandonare presto questa ultima esperienza legale.
Arrestato a Roma Clemente Graziani.
 
2 aprile: Roma, da un centro periferico arriva al colonnello
Gasca Quierazza, responsabile dell’ufficio D del Sid, una nota
che segnala come la notte il 7 e l'8 dicembre 1970, elementi del
Fronte nazionale “introdotti nel ministero dell’Interno da
ingressi secondari, sarebbero stati ricevuti da un maggiore di
Ps. Questi a nome del vice del dottor D’Amato avrebbe
provveduto alla distribuzione ai convocati di armi (…) degli
avvenimenti (…) non sarebbero stati all’oscuro l’ammiraglio
Birindelli in funzione del suo incarico, il capo di Stato maggiore
della Marina Roselli Lorenzini, il capo di Stato maggiore
dell’Esercito Mereu, il comandante della III armata, il
comandante delle fanterie del sud Europa e alcune personalità
del Quirinale (…) Il comandante Valerio Borghese si troverebbe
a Roma ospite del comando generale dell’Arma dei carabinieri
a viale Romania”.
 
3 aprile: Cagliari, militanti missini aggrediscono tre sindacalisti
della Cgil che stavano distribuendo volantini.
 
4 aprile: Reggio Calabria, ancora dimostrazioni e scontri. Un
candelotto lacrimogeno sparato dalla polizia ad altezza d'uomo
ferisce gravemente al volto Rocco Vigliante.
 
5 aprile: Roma, incidenti fra occupanti di appartamenti sfitti e
polizia. Venti arresti.
Trento, militanti di destra tentano di assaltare la Casa dello
studente.
 
7 aprile: sciopero generale per la casa e le riforme sociali
proclamato da CGIL CISL e UIL. La partecipazione è massiccia
perché il problema casa nel Paese è diventato serio e viene
avvertito ormai da tutte le categorie del mondo del lavoro sia
privato che pubblico. Viene quindi sollecitato il governo a
preparare un progetto di riforma urgente.
S. Antonino Val di Susa, i carabinieri caricano un picchetto
organizzato dal collettivo operai-studenti che aveva bloccato un
treno Tee per 70 minuti, malmenando operaie del Cotonificio e
della Magnadyne.
Rignano Garganico (Foggia), la polizia disperde con violente
cariche contadini e agricoltori che manifestano per il mancato
pagamento dei contributi governativi. Uno dei manifestanti
riporta la frattura della base cranica. 22 arrestati, 20 fermati.
Roma, militanti di destra lanciano razzi sugli operai in sciopero
davanti ai cancelli della Fatme.
San Ginesio (Macerata), attentato dinamitardo contro la sede del
Psi.
Il colonnello dei carabinieri, Pio Alferano, comandante del
nucleo di polizia giudiziaria di Roma, in un rapporto alla Procura
della repubblica scrive che, a Reggio Calabria, “i pochi aderenti
al Fronte nazionale”  non si sono messi in evidenza “per
segnalate attività durante i decorsi 8 mesi di lotta”.
Stoccolma, due ustascia croati penetrati nell’ambasciata
jugoslava, sparano all’ambasciatore Vladimir Rolovic. Nello
scontro a fuoco resta uccisa la segretaria Mira Stemphihar che
aveva tentato di proteggere l’ambasciatore. I due ustascia sono
arrestati, mentre l’ambasciatore morirà il 15 aprile successivo
per le ferite riportate.
 
9 aprile: Este (Padova), un attentato incendiario distrugge
completamente la locale sezione del Pci.
 
9 – 10 aprile: Milano, a seguito della sentenza della
magistratura, la polizia interviene per forzare il picchetto delle
operaie che presidiano la Crouzet, colpita dalla ristrutturazione.
 
10 aprile: Pechino: un torneo amichevole di ping pong tra la
nazionale cinese e quella americana, segna l’inizio del disgelo
tra le due superpotenze. Passerà alla storia come la diplomazia
del ping pong.
Milano, la polizia interviene in forza per sciogliere il picchetto
operaio che presidia la Brionvega.
 
12 Aprile: Treviso, il giudice istruttore Stiz firma un mandato di
cattura a carico di Franco Freda, Giovanni Ventura e Aldo
Trinco, neofascista padovano, accusandoli di associazione
sovversiva. Successivamente i tre saranno accusati anche di
ricostituzione del partito fascista. Il 12 luglio saranno rimessi in
libertà provvisoria e il giudice istruttore di Treviso trasmetterà
per competenza il procedimento al Tribunale di Padova.
Massa Carrara, si conclude il congresso della Federazione
anarchica italiana (Fai), con una mozione approvata a larga
maggioranza di solidarietà “con gli anarchici ingiustamente
accusati di crimini mai commessi”.
Torino, esplode la rivolta dei detenuti delle Nuove contro le
inumane condizioni di vita. La rivolta è duramente repressa e più
di 100 detenuti saranno trasferiti.
 
14 aprile: Novara, i detenuti inscenano una manifestazione di
protesta che viene duramente repressa.
 
15 aprile: Roma, serrata dei commercianti contro l'introduzione
dell’IVA, l’imposta che sostituirà l’IGE.
Macerata, attentato incendiario contro la sezione del Pci in via
Mozzi.
 
16 aprile: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
di Elio Petri, e interpretato da Gian Maria Volontè, vince l’Oscar
come miglior film straniero.
Il Messaggero, La notte e Il secolo d’Italia pubblicano con
rilievo il rapporto, che dovrebbe essere coperto dal segreto, del
prefetto Libero Mazza secondo cui, a Milano, "20.000
maoisti" sarebbero pronti, armi in pugno a distruggere le
istituzioni democratiche. Il rapporto invita il governo a sciogliere
i movimenti rivoluzionari di sinistra. Il giorno precedente, alla
Fiera di Milano, il presidente Saragat aveva incitato i lavoratori a
moderare le lotte, mostrare buonsenso ed isolare le "minoranze
irresponsabili". Per il giorno seguente è prevista una
manifestazione della  Maggioranza silenziosa.
 
17 aprile: Milano, la Questura vieta una manifestazione
anticomunista della Maggioranza silenziosa. Quattro ore di
scontri tra fascisti e polizia. 82 squadristi sono fermati, otto
arrestati. Identificato l'avvocato Adamo Degli Occhi come
organizzatore e sono arrestati alcuni neofascisti, tra i quali
Alessandro Torti e Gianluigi Radice del Fronte della Gioventù e
Vittorio Cogliati, appartenente al Nouveau Ordre Europèen e
addetto al settore della preparazione politica nella giunta
provinciale piemontese del Mpon. La fallita manifestazione di
Milano segna la conclusione della breve attività del Comitato.
Egitto, Libia e Siria danno vita all’Unione delle repubbliche
arabe.
 
18 aprile: Milano, assalto fascista all’Università Statale. Una
studentessa è ustionata dallo scoppio di una molotov.
Brescia, la polizia interviene contro un gruppo di missini che
vuole dar vita ad un corteo non autorizzato.
 
19 aprile: Roma, attentato incendiario contro la sezione del Pci
della Cecchignola.
 
20 aprile: Milano, per protesta contro gli arresti dei loro
camerati, il 17 aprile precedente, Nico Azzi ed altri elementi del
gruppo La Fenice lanciano una bomba a mano Srcm contro il
muro esterno del carcere di San Vittore.
 
21 aprile: Torino, il pacifista Fulvio Senatore, già processato
durante il servizio militare per aver difeso un alpino dalle
punizioni inflittegli, è arrestato mentre distribuisce volantini
davanti alla caserma Monte Grappa. Arrestato anche Franco
Brustia, medico.
 
22 aprile: colpo di mano alla Montedison:  Montecatini e la
Edison dopo il grande matrimonio (testimone Cuccia) ognuno
aveva, conservato il suo vertice e il suo potere nelle due ex
società, e ognuno sperava nel fare lo sgambetto all'altro e
assumere la dirigenza della seconda più grande impresa privata
italiana (193 stabilimenti, 177 mila dipendenti). Per far calmare
le acque vengono messi due presidenti super partes, Merzagora e
Campilli. Ma durano poco, la confusione aumenta, le polemiche
non si placano, intervengono gli amici politici che contano
(Cefis ha un grande alleato: Fanfani) e incaricano il governatore
della Banca d'Italia per risolvere la diatriba, che ha però un solo
sbocco naturale: Eugenio Cefis, che entra da re a Foro
Bonaparte.
Cefis ha convinto i politici ad acquistare il grande colosso
privato per non far danneggiare le aziende di stato, ma ora, salito
al potere inizia a cedere quelle poco redditizie e con i bilanci in
rosso (26) proprio alle altre aziende di stato del gruppo IRI /
EFIM ecc., dove sempre di più piovono i finanziamenti a
pioggia per le riconversioni, partecipazioni, salvataggi ecc. e
ottiene due risultati: si scrolla di dosso le aziende in perdita e
risana la Montedison scegliendosi (o ricattandole) anche le
aziende private che vendono o acquistano dentro il Gruppo.
In questo modo la Montedison diventa il miglior gioiello d'Italia,
grazie a Cefis, un uomo che rappresenta il tipico imprenditore,
che si vale della politica per fondare sui padrinaggi di partito un
immenso potere personale. Questo fenomeno verrà battezzato
razza padrona. E Cefis farà scuola a questa razza. Eugenio
Scalfari e Giuseppe Turani in Razza padrona, Storia della
borghesia di stato, così la descrivono: "La confisca del potere
politico ed economico effettuata da alcuni uomini utilizzando il
denaro dello stato per finalità che con lo stato niente hanno da
vedere, e senza incontrare resistenza alcuna da parte di chi
viene espropriato e confiscato".
Eugenio Cefis ha vinto su tutti i fronti. Guido Carli governatore
della Banca D'Italia, super partes del governo (neutrale mica
tanto, visto che è l'uomo che con le emissioni di obbligazioni del
Tesoro copre, con le banche democristiane, ogni necessità di
liquido per le imprese) incorona Cefis presidente della
Montedison. Non solo, ma virtualmente lo mette in cattedra, e le
sue lezioni sono: "il capitalismo (privato o delle partecipazioni)
assistito"; quando si fa, dove si fa, come si fa, con chi si fa e
soprattutto che tipo di scambio si fa. Cioè un evento di
incalcolabile importanza (nel bene? nel male?) nell'economia
italiana dei prossimi anni a venire. La cui portata (anno 2001)
non è ancora quantificabile. Molti gioielli sono ancora in mano
sia allo Stato (pagati dai cittadini ma pur sempre in mano ai
cittadini) o in mano ai privati (pagati dai cittadini ma con nulla
in mano anche se le emissioni di obbligazioni e il debito
pubblico consequenziale, drenando liquidità, le pagarono tutti i
cittadini con l'inflazione, cioè l'intera società). Le stesse imprese
invece di investire si misero ad acquistare grandi pacchetti di
buoni del Tesoro che rendevano di più. E' l'inizio del grande
indebitamento pubblico.
Milano, nel corso della seduta del consiglio regionale dedicata
all’esame della violenza fascista in Lombardia, un folto gruppo
di estremisti di destra aggredisce i consiglieri di sinistra. Lo
stesso giorno sempre a Milano, vengono contemporaneamente
compiuti 4 attentati contro sedi di partiti di sinistra e una tenda
eretta dagli operai della Brionvega in sciopero.
Milano, il centro Cs invia al reparto D del Sid una nota
informativa redatta dalla fonte Meto sulla “situazione del
Movimento anarchico milanese (…) a margine del processo che
si sta svolgendo a Milano per i noti attentati del 25.4 l970” (in
realtà si tratta degli attentati del 25 aprile 1969): ”Tra i vari
gruppetti ed elementi milanesi - scrive l’estensore - esiste un
notevole dissidio che ha trovato conferma in occasione del
processo ai giovani accusati di attentati dinamitardi che si
svolge in questi giorni a Milano. Da un lato stanno i gruppi
‘confederati ‘ attorno al circolo del Ponte della Ghisolfa,
dall’altro gli elementi che ruotano attorno a Valitutti e a Joe
Fallisi. Fallisi e Valitutti s’erano fatti promotori di
manifestazioni a favore dei giovani sotto processo accusando
quelli del Ponte della Ghisolfa di essere dei riformisti,
‘proudhoniani’ e dei ‘recuperatori’. Questi hanno risposto al
grido di ‘provocatori’; e sono giunti a minacce molto concrete.
Ai primi di aprile, infatti, un pomeriggio, nella sede della
libreria ‘La Vecchia Talpa’ si sono presentati due individui che
hanno intimato a Fallisi, presente in libreria, di non infastidire
più gli anarchici, perché in caso contrario, questi sarebbero
passati a vie di fatto. Fallisi ha fatto per prendere una spranga
di ferro, ma i due hanno estratto le pistole dicendo che erano
disposti a tutto. Hanno aggiunto che a loro tutto ciò non
importava personalmente niente, ma che erano stati pagati e che
all’occorrenza sarebbero passati all’azione. Successivamente
Fallisi, Orsini e Valitutti hanno indagato meglio sull’episodio. I
due ‘killers’ erano stati mandati da un certo Rovelli,
proprietario di un locale notturno a Rimini e di un altro ’night’
a Cinisello Balsamo (ha testimoniato in Corte d’Assise per
fornire un alibi a Tito Pulsinelli ed è legato agli anarchici del
Ponte della Ghisolfa, per i finanziamenti che gli fornisce)
sollecitato da Silvia Rosa e dal suo amico ‘Chicco’ Gerli.
Valitutti e Fallisi vi hanno anche visto lo zampino dei coniugi
Corradini, seppure molto indirettamente (...)”.
 
23 aprile: Milano, le BR incendiano le auto di Franco Moiana e
Paolo Romeo.
Villacidro (Cagliari), alcune centinaia di operai occupano lo
stabilimento Snia Viscosa, per ottenere il ritiro delle sospensioni
che avevano colpito i lavoratori più attivi nelle agitazioni
sindacali per la parificazione del premio di produzione. Le
autoblindo della polizia circondano la fabbrica.
 
24 aprile: Washington, 300.000 persone partecipano a una
manifestazione pacifista contro la guerra nel Vietnam.
Verbania, il Tribunale assolve, perchè il reato non esiste, i 48
operai della Rhodiatoce denunciati dalla polizia per la
manifestazione del 6 ottobre 1970.
 
25 aprile: Latina, un gruppo di neofascisti assalta la locale
federazione comunista. La Federazione si trova a pochissima
distanza dal comando dei carabinieri.
Catania, accoltellato da un gruppo di militanti missini Demetrio
Severino, un giovane di sinistra intento a scrivere sui muri frasi
inneggianti alla Resistenza.
Teramo,  esplodede un ordigno nei pressi di Palazzo di giustizia
mentre, poco più in là, è in corso un comizio del Pci.
Como, la polizia disperde un  gruppo di neofascisti arrivati in
città da varie località della regione per disturbare la cerimonia di
commemorazione del 25 aprile.
 
26 aprile: Pordenone, la direzione della Zanussi annuncia la
cassa integrazione per 3 mesi per 900 lavoratori, con la
motivazione di una diminuita competitività sul mercato seguita
alle agitazioni operaie. Ai dipendenti è stata anche recapitata una
lettera che intima la cessazione delle lotte.
Roma, la polizia notifica a 213 occupanti della Casa dello
studente, sgomberata il 2 febbraio, altrettante denunce. A sua
volta, la polizia è stata denunciata dal Collettivo giuridico di
Roma, per la brutalità dell’operazione di sgombero.
Roma, una squadra di neofascisti aggredisce alcuni giovani di
sinistra, mentre stanno attaccando manifesti nel quartiere di
Torre Maura.
 
27 aprile: Pietro Valpreda è rinviato a giudizio per la strage di
piazza Fontana.
Napoli, manifestano gli abitanti del rione Traiano, effettuando
un blocco stradale nei pressi di Fuorigrotta, per chiedere
l’abbassamento degli affitti e il risanamento delle case
degradate.
Bari, neofascisti irrompono nell’aula dell’Università dove si sta
svolgendo un’assemblea in ricordo di Paolo Rossi, aggredendo -
anche con il lancio di sassi - gli studenti presenti.
 
28 aprile: Il Manifesto diventa quotidiano.
Scioperano per 4 ore i lavoratori di tutti gli stabilimenti Fiat,
della Om, della Weber e dell'Autobianchi, per cottimo,
qualifiche, orario di lavoro. Respinta la partecipazione del Sida,
il sindacato para aziendale che, per riacquistare credibilità presso
i lavoratori, aveva aderito allo sciopero. Sciopera anche tutto il
complesso Montedison ed i ferrovieri per un’ora e mezzo, per
sostenere la richiesta di assunzione in organico degli operai delle
imprese appaltatrici. A Roma, una delegazione sindacale che
chiedeva di incontrare il ministro Viglianesi – che si era detto
disposto ad ascoltare le richieste – trova invece la polizia.
Milano, tre detenuti di San Vittore, Ferdinando Del Pozzo,
Massimo Marzanti e Francesco Milazzo, iniziano uno sciopero
della fame per chiedere l’estensione dei colloqui con familiari ed
amici, la libera circolazione di stampa e letteratura all’interno
del carcere, l’abolizione del controllo  sulla corrispondenza e la
istituzione dei delegati nominati dai detenuti. Il loro comunicato
si rifà alle lotte delle Nuove.
Predappio (Forlì), gruppi antifascisti avvicinatisi al cimitero
con l'intento di impedire la annuale commemorazione del Duce,
protetta dalla polizia, sono caricati per tre volte. Sparati
candelotti lacrimogeni ad altezza d'uomo.
 
29 aprile: Milano, l’assemblea degli studenti del Politecnico
decide il blocco del calcolatore – centro di calcolo strategico
impiegato dalle industrie milanesi e dai centri militari della Nato
– per appoggiare le richieste inerenti al presalario. Anche a
Torino, si tiene l’assemblea degli studenti del Politecnico per
organizzare le iniziative contro la repressione, dopo l’arresto di
Enrico Bettini di Potere operaio e la serrata dell’ateneo,
decretata dopo un’occupazione dei laboratori di Matematica e
Fisica.
Macchiareddu (Cagliari), 100 operai occupano le saline Conti
Vecchi, dove i lavoratori guadagnano dalle 50 alle 60 mila lire
mensili per un orario giornaliero di 10-12 ore.
Turchia, decretato lo stato d’assedio ed emesse decine di
denunce per fermare la protesta anti americana durante la visita
del segretario di stato Rogers. Un ordigno esplode davanti
all’albergo che ospita il seguito.
 
30 aprile: Roma, il ministro degli Interni Franco Restivo,
rispondendo alla Camera a 15 interrogazioni parlamentari sul
rapporto Mazza, difende l’operato del prefetto di Milano
riaffermando il pericolo  degli “opposti estremismi”.
Mestre, 2.000 operai sfilano in corteo per protestare contro la
repressione alla Sava, la cui direzione ha sospeso e denunciato
20 dipendenti. Gli obiettivi della vertenza sono la assunzione
degli operai delle imprese, la parità normativa fra operai e
impiegati, la riduzione dell’orario di lavoro e il conglobamento
delle indennità in paga base.
Salerno, manifestano gli operai dei cotonifici di Salerno, Napoli,
Nocera e Angri. In agitazione anche i lavoratori della Snia,
conservieri, edili e tabacchini, mentre è stata occupata l’Ideal
Standard.
Milano, arrestati 4 militanti di Avanguardia operaia mentre
stanno attaccando manifesti per il 1 maggio. L’accusa è di
“detenzione di armi improprie”, per alcuni bastoni che essi
portavano con sé a scopo di autodifesa.
Messina, neofascisti assaltano la Casa dello studente,
distruggendo la mensa.
 
Aprile: Washington, iniziano ad emergere le prove delle torture
praticate da militari americani in Vietnam. Le vittime sono in
gran parte prigionieri civili sospettati di simpatizzare coi
vietcong. Qualcuno sarebbe stato anche ucciso per il rifiuto
a collaborare. Un ufficiale dei berretti verdi dichiara che 12
vietcong sono stati lanciati vivi da elicotteri in volo.
Milano, il giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio emette un
mandato di cattura per Roberto Rapetti e Gianni Nardi, per
l’omicidio del benzinaio Innocenzo Prezzavento, avvenuto il 10
febbraio 1967: il primo come autore materiale, il secondo per
favoreggiamento. Incriminato a piede libero anche Giancarlo
Esposti.
Torino, ancora fermate spontanee alla Fiat Mirafiori: la tensione
cresce dopo la sospensione di un delegato. A Prato, sono in
agitazione i lavoratori di una trentina di piccole aziende tessili,
mai coinvolte da agitazioni. Alla Piaggio di Pontedera (Pisa), ci
sono scioperi spontanei contro l’aumento dei ritmi e le riduzioni
di orario.
Vittorio Veneto (Treviso), venti sacerdoti affermano in un
comunicato la necessità che la Chiesa appoggi le lotte dei
lavoratori, in particolare della vicina Zoppas di Conegliano. “Da
tante parti si lamenta – si legge nel comunicato – che in questa
situazione gli operai assumono forme di violenza e turbano la
cosiddetta pace sociale. Riteniamo invece che la vera violenza
sia quella del nostro sistema, nel quale si trova il padrone che
sistematicamente sfrutta il lavoratore”. Una lettera aperta
firmata da 2000 operai cattolici al vescovo denuncia l’iniquità
del trasferimento ad altre sedi di 3 sacerdoti.
1° maggio: Udine, la Questura vieta, dopo una dura presa di
posizione di tutte le forze politiche antifasciste, una
manifestazione Tricolore. Per una decina di giorni gruppi di
fascisti, provenienti anche da altre città, daranno vita a numerose
provocazioni.
Madrid, si svolge lo sciopero indetto dalle Commissiones
obreras. La Standard Electric licenzia 16 lavoratori
ritenuti organizzatori dell’agitazione: gli operai rispondono
occupando lo stabilimento.
Palermo, decine di famiglie senzatetto occupano gli
appartamenti dello Iacp nel quartiere Michelangelo.
Roma, si formaall’ospedale Forlanini il primo collettivo
ospedale-quartiere, per iniziativa di medici, malati,  della Fiom e
del movimento studentesco della facoltà di Medicina.
Padova, occupata la fonderia Peraro contro la messa in cassa
integrazione di 350 operai.
Raduno di ex combattenti della RSI. Sono presenti, tra gli altri,
Francesco Tampier (MI), Bernhard Bater, Nereo Gardin (MI),
Francesco Cavallaro, Salvatore Musso, Antonio Fante, Giovanni
Battista Borsano, Francesco Giancola, Teodoro Pasini, Ezio
Tartaglia (tra i fedelissimi di Borghese e presidente
dell’Associazione nazionale campeggiatori escursionisti -
ANCE).
 
2 maggio: Forlì, un attentato dinamitardo devasta la sede di
Lotta Continua.
Egitto, alla vigilia della visita del segretario di stato americano
Rogers, il presidente Sadat destituisce il vice presidente Ali
Sabri, ritenuto troppofilo sovietico.
Washington, grande manifestazione per la pace in Vietnam. La
polizia effettua centinaia di arresti. Dalla sua residenza
californiana, il presidente Nixon bolla le manifestazioni “che
pretendono di ristabilire la pace all’estero, infrangendola nel
loro stesso paese” ed incita la polizia a far rispettare l’ordine
pubblico.
 
3 maggio: Berlino Est, Erich Honeker succede a Walter
Ulbricht al vertice del Partito comunista della Repubblica
democratica tedesca.
Eugenio Cefis diventa presidente della Montedison.
Le Mans, i lavoratori della Renault entrati in agitazione 3 giorni
prima, occupano lo stabilimento.
Verbania, un migliaio di operai si autodenuncia per
solidarizzare con 28 lavoratori della Nyco, denunciati dopo
l’occupazione dello stabilimento.
 
4 maggio: il Parlamento decide la distruzione dei fascicoli
SIFAR.
Novara, la polizia scioglie con alcune cariche un picchetto di
operaie del cotonificio Olcese della Snia Viscosa. Le lavoratrici
stanno lottando per il ridimensionamento dell’orario e dei carichi
di lavoro. Arrestato Mario Pasinetti, sindacalista della Filtea.
Torino, si inasprisce la tensione alla Fiat dopo l’arresto di tre
lavoratori al Lingotto. Continuano le fermate a singhiozzo.
Torino, gli studenti occupano la facoltà di Magistero, ma
interviene subito la polizia che sgombera l’istituto. A Trieste gli
studenti medi bloccano le lezioni. Decine di sospensioni al
magistrale Carducci, al Vinci e all’istituto tecnico Carli.
 
5 maggio: Palermo, un commando mafioso uccide il
procuratore capo Pietro Scaglione e l’agente  Antonino Lo
Russo. Dopo l’assassinio, l’ufficio del giudice resta sprovvisto di
sigilli per 24 ore. Secondo Buscetta, avrebbero sparato Leggio,
Riina e un terzo killer rimasto sconosciuto. Il 12 maggio la
Cassazione affiderà alla procura di Genova l’indagine sul
duplice omicidio.
Il generale De Lorenzo, insieme ad altri deputati, lascia il Pdium
(Partito democratico monarchico) per aderire al Movimento
sociale italiano.
 
6 maggio: Genova, scompare di casa la tredicenne Milena
Sutter. Il 20 maggio sarà ritrovato il suo corpo che affiora dal
mare. L’indiziato principale del rapimento e omicidio sarà il
ventiseienne Lorenzo Boxano, che passerà alle cronache come il
biondino dalla spider rossa.
Milano, al processo contro gli anarchici testimonia il giornalista
inglese Leslie Finner, che aveva curato la pubblicazione del
“rapporto greco”.  Finner dichiara che il "signor P" indicato nel
documento è, con ogni probabilità, Pino Rauti.
Cagliari, il processo d’appello conferma le condanne per gli
anarchici Corda, Congiu e Niola, già condannati in primo grado
a 22 mesi per oltraggio pluriaggravato per aver contestato la
visita del papa.
Oderzo, gli operai della Zanussi che hanno inasprito
l’agitazione, scioperano ed effettuano cortei interni, espellendo i
dirigenti dallo stabilimento. A Pordenone, gli operai della
Elettrotecnica effettuano lo “sciopero all’incontrario”, con la
presenza al lavoro dei sospesi.
 
7 maggio: Firenze, il rettore decide la chiusura degli uffici
amministrativi della facoltà di Architettura, rispondendo così
alla contestazione studentesca dei piani di studio.
Billancourt, gli operai occupano la Rénault.
 
7 – 9 maggio: Bologna, un gruppo di lavoratori, appoggiato da
studenti del movimento, istallano in piazza Maggiore un di
solidarietà con i lavoratori licenziati e sospesi. Viene anche
impedita una dimostrazione di una sedicente Gioventù studiosa,
alla quale il Comune aveva concesso la piazza. Il tendone viene
criticato dalla stampa locale dal Resto del Carlino perchè
ritenuto "antiestetico".
 
8 maggio: Parigi, decine di migliaia di persone manifestano
contro la guerra in Vietnam.
Torino, alla Om Fiat e a Mirafiori si effettuano altre fermate,
dopo che sono state recapitate 15 lettere di ammonimento, che si
aggiungono ad analoghi provvedimenti già presi nei confronti di
lavoratori attivi sindacalmente. A Palermo, un dipendente
investe con la propria auto un picchetto di operai in sciopero
davanti alla Sicilfiat.
 
9 maggio: Verbania, all’alba, la polizia sgombera la Nyco,
occupata dai lavoratori che si oppongono alla messa in
liquidazione dell’azienda decisa dal padrone svizzero.
Roma, le 37 lavoratrici della Filodont, una piccola fabbrica che
produce apparecchi odontecnici, occupano lo stabilimento dopo
aver ricevuto una lettera di licenziamento, contenente anche i
ringraziamenti del  padrone per il lavoro prestato.
Sarzana (La Spezia), attentato incendiario contro la Camera del
lavoro.
 
10 maggio: Milano, concessa la libertà provvisoria dopo 45
giorni di carcere all’ex partigiano Fernando Del Grosso e ai
giovani Massimo Mazzanti e Francesco Milazzo, incriminati per
aver affisso manifesti antimilitaristi. La libertà è concessa in
attesa della decisione della Corte costituzionale sulla legittimità
dei reati di opinione.
Bologna, la polizia carica un picchetto di commesse dei
magazzini Upim, in sciopero per protestare contro la
sospensione di otto lavoratrici nel corso della vertenza.
Roma, 200 lavoratori del Policlinico assemblea decidono, su
indicazione del consiglio dei delegati, l'autogestione
dell’ospedale per meglio svolgere il lavoro e nell’interesse dei
pazienti.
Scioperano per 4 ore i lavoratori del Cnen, con assemblea
nazionale a Roma, per sbloccare la vertenza che si protrae da
mesi. Punti principali della vertenza sono la eliminazione
progressiva degli straordinari, con conglobamento dei compensi
in paga base, e del precariato.
 
11 maggio: Torino, la Fiat prosegue nella linea dura contro le
agitazioni dei lavoratori, licenziando Luciano Parlanti, Luigi
Zappalà e Antonio De Masi di Mirafiori, mentre fioccano decine
di lettere di ammonizione. Gli operai decidono di continuare la
lotta; ciò anche alla Om, dove 6 lavoratori sono stati sospesi per
lo stesso motivo; e all’Autobianchi di Desio, sempre di proprietà
Fiat, dove la direzione ha risposto al “salto della scocca” (salto
di una macchina su 5, alla linea di montaggio), effettuando
trattenute sui salari.
La Federbraccianti annuncia la ripresa delle agitazioni nelle
campagne per sostenere il rinnovo dei patti provinciali e
nazionale, in scadenza nel mese di settembre.
Catania, occupata la facoltà di Magistero.
 
12 maggio: l’Italia riprende i rapporti diplomatici con la Cina.
Arriva a Pechino l’ambasciatore italiano.
Il governo, presieduto da Emilio Colombo, presenta un decreto
che modifica a vantaggio dei produttori e degli importatori di
prodotti petroliferi il regime fiscale ed il prezzo dei derivati degli
idrocarburi. Ministro delle finanze è il socialdemocratico Luigi
Preti, notoriamente legato al petroliere Attilio Monti
Milano, la polizia sgombera la Lesa, occupata da 3 settimane dai
lavoratori contro i licenziamenti. Poco dopo, gli operai
rioccupano lo stabilimento, sostenuti dal movimento
studentesco. Occupati anche gli stabilimenti di Saronno e
Tradate.
Bologna, i lavoratori del Cnen bloccano il reattore veloce e il
centro di calcolo di Montecuccolino.
Roma, manifestano i lavoratori della Selenia.
 
13 maggio: Tradate e Saronno, la polizia sgombera gli
stabilimenti della Lesa. Ma, come era successo il giorno
precedente nello stabilimento milanese, le fabbriche verranno
rioccupate immediatamente. A Tradate, i commercianti offrono
generi di prima necessità gratuitamente agli operai, per sostenere
la lotta.
Milano, l’assemblea della Om Fiat decide la prosecuzione
dell’agitazione. E' presente anche una delegazione di lavoratori
della Rai, in sciopero per ottenere una informazione imparziale
sulle lotte degli operai e degli studenti, mentre le omissioni e le
distorsioni di notizie, come dice un intervento, mortificano la
loro stessa professionalità e motivazione nel lavoro.  A
Verbania, i sindacati hanno proclamato una giornata di lotta
cittadina per sostenere i lavoratori  della Rhodiatoce.
Napoli, scioperano gli studenti del 7°liceo scientifico per
protestare contro gli attacchi squadristici.
 
14 maggio: Papa Paolo VI rende pubblica la sua lettera
apostolica Octogesima adveniens, dove afferma che "spetta alle
comunità cristiane la responsabilità delle scelte operative dei
modelli d'intervento da perseguire". Questi richiami
conservatori, inutili irrigidimenti sulla linea della tradizione
monocratica della Chiesa provocarono non solo a obiezioni,
critiche e accuse di interferenza a pochi giorni dalle elezioni, ma
era anche un passo indietro rispetto alle sollecitazioni di apertura
fatte dal Concilio. Forte è, invece, l'azione politico-sociale di
alcuni gruppi di cattolici che vogliono invece camminare con "i
tempi nuovi"; come una parte delle ACLI o un gruppo di un
centinaio di intellettuali cattolici che clamorosamente alla vigilia
del referendum  sottoscriveranno un appello in favore del no
all'abolizione della legge sul divorzio. Contemporaneamente si
era aperto, il 3 maggio, il procedimento contro Don Mazzi e altri
cinque preti, già sospesi a divinis. 
Torino, Fiat rompe le trattative, annunciando che per ristabilire
l’ordine nelle fabbriche occorrerebbe il licenziamento di 50
"estremisti". A Roma, un picchetto di lavoratori e studenti
davanti alla sede della Fiat di viale Manzoni, è caricato dalla
polizia che arresta Paolo Zappelloni, Jaro Novak, Umberto
Fascetti e Lucio Castellano.  A Milano e Brescia, i lavoratori
della Om Fiat scioperano e danno vita a cortei interni. A
Brescia, gli scioperanti bruciano i volantini della Uilm che
invitava i dipendenti a non partecipare agli scioperi articolati.
Brescia, manifestazione di studenti che rispondono così
all’aggressione fascista contro uno studente del Magistrale, che
dovrà essere ricoverato in ospedale.
Messina, militanti neofascisti aggrediscono un gruppo di
comunisti ferendone sette, tra cui l’on.Levi.
Berlino Ovest, una manifestazione che richiede la scarcerazione
dell’avvocato Mahler, si scontra con la polizia. Per tutto il mese
ci sono manifestazioni di solidarietà con Mahler e contro la
repressione.
Un poliziotto greco muore ad Atene mentre tenta di disinnescare
una bomba collocata sotto la statua del presidente Usa Harry
Truman. L’attentato è rivendicato dall’organizzazione di estrema
destra Grecia Libera.
 
15 maggio: Milano, la polizia disperde un gruppo di studenti
dello Schiapparelli che stava manifestando contro le aggressioni
fasciste subite nei giorni precedenti. Uno studente è denunciato
per oltraggio a pubblico ufficiale. A Genova, manifestazione di
protesta per un comizio del senatore missino Gastone Nencioni,
cui è stata concessa la piazza De Ferraris (la stessa piazza dalla
quale era partita la contestazione al congresso del Msi nel
giugno 1960), La polizia carica i manifestanti in via XX
Settembre. A Udine, la sinistra rivoluzionaria contesta un
convegno degli Amici delle forze armate, ma il corteo viene
caricato dalla polizia che ferisce 2 dimostranti, colpiti dai
candelotti, e ne denuncia 18. La manifestazione è definita dal Pci
"provocatoria".
 
16 maggio: Matera, manifestazione contro la repressione, dopo
la denuncia di 29 operai di Montescaglioso che avevano
occupato un cantiere e di 76 braccianti per l’occupazione di un
consorzio di bonifica.  52 studenti sono stati denunciati, invece,
per occupazioni di scuole.
Scioperano per 6 ore tutti i dipendenti del gruppo Fiat.
 
17 maggio: Istanbul, rapito il console israeliano Ephraim
Elrom. I sequestratori richiedono il rilascio di tutti "i guerriglieri
rivoluzionari detenuti". Il governo turco rifiuta ogni trattativa,
mentre la polizia esegue diverse retate alla ricerca dei
sequestratori, ma l’ostaggio sarà comunque ucciso ed il cadavere
ritrovato il 23 maggio. 
Milano, in piazza Cinque giornate, una ventina di neofascisti
aggredisce 3 militanti di sinistra.
 
18 maggio: Milano, manifestano gli studenti delle facoltà
scientifiche, la cui agitazione continuerà col blocco del
calcolatore al Politecnico e della ricerca a Scienze. Dopo un
corteo nel quartiere di Lambrate cui partecipano 2.000 studenti,
la polizia irrompe nel Politecnico. Anche alla Statale, la polizia
ha fatto irruzione, malmenando gli studenti che avevano
occupato gli uffici amministrativi per protestare contro la
decisione dell’autorità accademica di negare la revisione dei
presalari.
Torino, manifestano i lavoratori Fiat contro le rappresaglie
padronali portando in corteo, fissate sulle bandiere, le lettere di
ammonimento della direzione. 
In sciopero i dipendenti della Olivetti dopo la sospensione di un
operaio per "danneggiamento della produzione". L’agitazione è
prevalentemente diretta a contestare i carichi di lavoro troppo
pesanti.
 
19 maggio: Roma, gruppi di abitanti del quartiere di San Basilio
occupano un centro sociale per organizzarvi un pronto soccorso,
del quale il quartiere è privo. Nella zona, continuano gli scioperi
e le autoriduzioni degli affitti.
 
20 maggio: Siracusa, durante un comizio, il socialista Ernesto
De Martino accusa la Dc di aver condotto una politica che ha
provocato “un’ondata reazionaria di estrema destra che tenta di
investire le istituzioni democratiche” e “venature autoritarie che
fanno capolino nella stessa Dc”.
 
Rotte nuovamente le trattative fra sindacati e Fiat, dopo l’ondata
repressiva che ha colpito diversi lavoratori. La direzione non
vuole rinunciare, infatti, al proprio atteggiamento autoritario.
Sciopera il gruppo editoriale Rizzoli.
Milano, manifestano gli studenti sfilando dietro lo striscione
"Contro la repressione, lotta di classe" da Foro Bonaparte, sede
dello Schiapparelli (dove sono stati sospesi 4 studenti) a Palazzo
Marino.
 
21 maggio: Parigi, il presidente Gorge Pompidou toglie il veto
francese all’ingresso della Gran Bretagna nella CEE.
Bari, guardie private della Fiat aggrediscono un picchetto
operaio. A Brescia, scioperi nei reparti della Om Fiat a causa
della sospensione di tre lavoratori, i quali avevano prolungato la
presenza in mensa di mezzora, per rivendicare la maggior durata
della pausa per il pranzo. A Pordenone, 140 operai della
Zanussi sono denunciati per "blocco ferroviario, ingiurie,
danneggiamento, adunata sediziosa, violenza privata aggravata
e continuata", dopo alcuni picchetti.
Bologna, occupato l’istituto per ciechi Cavazza, dove
intervengono militanti della sinistra rivoluzionaria, per ottenere
il riconoscimento del diritto di assemblea, il diritto all’assistenza
nonostante l'insolvenza degli enti locali. Chiesta anche la fine
della spirale repressiva.
Mosca, liberato dopo aver scontato 5 anni di lavori forzati, lo
scrittore Siniavski, che con lo pseudonimo di Abraham Tertz
aveva fatto circolare in occidente scritti satirici sul regime.
 
22 maggio: Milano, i fascisti Nico Azzi e Giovanni Ferrorelli
compiono un attentato contro la sede del quotidiano Il Giorno.
Assolto lo psichiatra Franco Basaglia dall’accusa di omicidio
colposo, mossagli nel settembre 1968 dopo l’uxoricidio
commesso da Alberto Miklus, un degente che era stato messo in
libertà dall’ospedale psichiatrico. Confermata confermata
l’accusa, per lo stesso fatto, a carico dell’assistente di Basaglia,
Slavich. I due psichiatri dichiarano al quotidiano  “Il manifesto”:
“La equivoca soluzione del processo costituisce un bell’esempio
di tentato compromesso (…) per liquidare attraverso la
repressione, non tanto il solo Slavich, quanto tutti coloro
(compreso Basaglia) che praticamente portano avanti quel poco
di nuovo che accade nei manicomi italiani”.
Conegliano Veneto, gli operai della Zoppas occupano il
municipio per protestare contro la serrata dello stabilimento.
Roma, denunciati Domenico Cecchini, Paolo Flores D’Arcais,
Francesco Piperno ed Enrico Vercellino, per aver distribuito un
volantino contro la repressione.
 
23 giugno: il segretario in esilio del Mpd dominicano viene
trovato morto a Bruxelles. Secondo alcune fonti giornalistiche
l’uomo sarebbe stato ucciso da uomini del presidente
dominicano Balaguer.
 
Giugno: durante il mese avvengono in tutta Italia oltre 90
aggressioni a militanti o sedi della sinistra. Il giorno 22, a
Milano, un militante di sinistra era stato ferito da un colpo di
pistola alla testa.
 
1 giugno: il generale Gasca Queirazza lascia la guida dell’ufficio
D del SID al generale Gian Adelio Maletti, già addetto militare
ad Atene durante il regime dei colonnelli. Maletti aderisce alla
Loggia massonica P2.
 
8 giugno: Palermo, gli uomini di Riina rapiscono Pino Vassallo,
figlio del costruttore Francesco. 
 
11 giugno: Torino, con un versamento simbolico di 300 mila
lire viene aperto il "conto Roma" intestato a Camillo Venesio,
presidente della Banca Anonima di Credito. In realtà conto è
destinato "alle necessità economiche del Crd". Si tratta di fondi
messi a disposizione di Edgardo Sogno da Vittorino Chiusano,
direttore del servizio Relazioni esterne della Fiat. Il primo
versamento è appunto soltanto simbolico. Nel 1971, come verrà
accertato, dalla cassa centrale della Fiat saranno versati a Sogno
45 milioni di lire per l'attività del Crd (Comitato di Resistenza
Democratica).
 
13 giugno: Washington, il New York Times pubblica i rapporti
segreti del Pentagono sull’intervento americano in Vietnam.
 
13 – 14 giugno: elezioni per il rinnovo del consiglio regionale
siciliano e in alcune grandi città, tra cui Roma. Clamorosa
affermazione del MSI che a Catania diventa il primo partito con
il 21,9% dei voti e a Roma il terzo con il 16,2. In Sicilia la DC
perde il 6,8%, il MSI guadagna il 9,7. La lista unitaria PCI-
PSIUP ottiene il 22,4.
 
16 giugno: il tribunale di Verona autorizza la pubblicazione del
periodico L'Opinione Pubblica, organo del Mnop (Movimento
Nazionale di Opinione Pubblica) presieduto da Paride Piasenti e
fondato da Francesco Nardella. Direttore del giornale sarà un
personaggio molto noto alle cronache dell'eversione italiana: il
principe Gianfranco Alliata di Montereale, massone della Gran
Loggia d'Italia.
 
20 giugno: Milano, all'Angelicum Edgardo Sogno tiene a
battesimo il Comitato di Resistenza Democratica. Tra l’altro,
afferma: "Si avvicina ancora una volta il momento in cui
qualcosa deve cambiare. Il Comitato si indirizza a tutti gli
elettori dei partiti democratici, coprendo tutto l'arco che va
dagli autonomisti del Partito Socialista fino ai liberali. E'
scontato che l'estrema sinistra non mancherà di accusarci di
voler sabotare le riforme, di voler ridare forza e voce alle
correnti più reazionarie". Tra gli altri sono presenti: Nicola
Matteucci, Angelo Mogliano, Antonio Calvi, Aldo Garosci,
Domenico Bartoli, Roberto Dotti (ex Pace e Libertà), Edward
Philip Sicluna (ex agente OSS in Italia, poi agente della CIA e
legato alla FIAT di cui possiede una concessionaria a Malta).
Aderisce anche il Sindacato liberi scrittori: Diego Fabbri, Guido
Gonella, Dino Dal Bo, Italo De Feo, Luigi Preti, Armando Plebe,
Fausto Gianfrancisci, Luigi Volpicelli, Ettore Paratore, Piero
Operti, Franz Maria D'Asaro, Francesco Grisi, Marcello
Camilucci, Ugo Fasolo, Luigi Peverini. La destra democristiana
è rappresentata dai Circoli Mario Fani: Renato Tozzi Condivi,
Giovanni Elkan, Nino Badano, Ugo Sciascia, don Giuseppe
Brusadelli. Altre adesioni: Aldo Cucchi, Gastone Piccinini,
Luigi Briganti, Gianandrea Gropplero di Troppemburg
(paracadutato in Friuli con una missione alleata e in contatto con
la Decima Mas e la Brigata Osoppo) Gino Matiussi, Vito
Olivetti, Rino Pachetti (già responsabile della sicurezza di
Mattei), Giovanni Quircio, Giuseppe Rimbotti, Eugenio Artan,
Guido Macera, Guido Bersellini Rivoli, Filippo Jacini, Vittorio
Enzo Alfieri, Celso De Stefanis (DC, gruppo Europa 70),
Giuseppe Borgioli, Antonio Maddalena, Ercole Camurani.
 
22 giugno: un ordigno composto da una tanica di benzina e due
candelotti di gelatina viene fatto esplodere davanti al portone
dell'autorimessa della stazione dei carabinieri di Feltre.
Confesserà poi Oscar Nessenzia, del Mpon (Movimento Politico
Ordine Nuovo), che dirà di avere agito con un complice, di cui
non rivelerà il nome, su istigazione di un funzionario del Sid e in
accordo con i carabinieri, preavvertiti dell'azione. L'attentato
doveva servire a mitigare l'effervescenza, giudicata eccessiva,
della sinistra locale. La responsabilità dell'attentato verrà infatti
addebitata a un gruppo anarchico.
 
24 Giugno: Roma, si svolge all’Hotel Parco dei Principi un
convegno di tre giorni sul tema "Guerra non ortodossa e difesa"
organizzato dall'Istituto di Studi militari fondato e diretto dal
democristiano Paolo Possenti. In particolare Guido Giannettini e
Vinicio Araldi svolgono una relazione su "La guerra
rivoluzionaria in Italia". Sono presenti, tra gli altri, il generale
Corrado San Giorgio comandante dell'arma dei carabinieri, il
capitano di vascello Mario Cassisa per lo Stato Maggiore della
marina, il colonnello Ciro Berardinucci per quello
dell'aeronautica, Paola Menada ispettrice nazionale del Corpo
delle infermiere volontarie, i deputati democristiani Bartolo
Ciccardini e Celso De Stefanis del gruppo "Europa Settanta",
l'altro democristiano Filippo De Jorio, il socialdemocratico Ivan
Matteo Lombardo, gli estremisti di destra Eggardo Beltrametti e
Gino Ragno (quest'ultimo esponente della Associazione Amici
delle Forze Armate), Randolfo Pacciardi di Nuova Repubblica,
l'ex capo di Stato maggiore dell'esercito generale Giorgio Liuzzi
e il generale in pensione Enzo Fasanotti, direttore della rivista
Rassegna Militare.
 
25 Giugno: Milano, la moglie di Giuseppe Pinelli, Licia,
denuncia il commissario Calabresi e altri 5 poliziotti per
l'omicidio del marito.
 
26 giugno: Roma, per l’approvazione della legge sulla casa è
determinante l’astensione del PCI dopo che 60 franchi tiratori
avevano fatto mancare la maggioranza al governo
 
30 Giugno: Michele Sindona riesce a conquistare il controllo
della Centrale.
Mosca, tre astronauti sovietici (Dobrovolsky, Volkov e
Patsayev) muoiono durante la missione nello spazio della Soyuz
11.

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