Sei sulla pagina 1di 4

UMANESIMO

Col termine Umanesimo gli studiosi indicano il vasto movimento di rinnovamento culturale, artistico e
filosofico che caratterizzò la civiltà europea nel corso del Quattrocento e che si pose come forte rottura
rispetto al pensiero medievale dei sec. XIII-XIV, soprattutto mettendo l'uomo al centro della visione della vita
e del mondo. La civiltà umanistica non è comunque una rivoluzione improvvisa e sorta dal nulla, ma si
presenta come il compimento di un processo evolutivo già iniziato nel Trecento e che vide soprattutto
Francesco Petrarca come un precursore di tante tendenze poi sviluppatesi nel secolo seguente, per cui si
può indicare il grande poeta come un pre-umanista a tutti gli effetti. Da questo punto di vista l'Umanesimo
non fece altro che proseguire e ampliare la linea di pensiero iniziata da Petrarca e da altri intellettuali dei
circoli pre-umanisti attivi nell'ultimo scorcio del XIV sec., così come il Rinascimento agli inizi del Cinquecento
fu la splendida fioritura artistica che caratterizzò la vita di corte in Italia e che si pone in stretta continuità col
secolo precedente, al punto che alcuni studiosi preferiscono parlare di civiltà umanistico-rinascimentale e
non distinguere tra i due periodi (tra cui tuttavia esistono alcune importanti differenze).
L'Umanesimo si colloca dunque lungo l'arco di tutto- il XV sec. e le date tradizionalmente adottate come limiti
cronologici sono il 1400 e il 1492, anno quest'ultimo significativo in quanto con la scoperta dell'America inizia
un processo storico che chiude di fatto il Medioevo e sancisce l'inizio dell'Età Moderna, mentre anche la
morte di Lorenzo de' Medici segna l'inizio di un periodo di gravi crisi e guerre che sconvolgono l'Italia e che
saranno oggetto di studi e riflessioni da parte degli scrittori rinascimentali, soprattutto Niccolò Machiavelli.
L'età umanistica si può ulteriormente dividere in due fasi, la prima corrispondente alla prima metà del secolo
e caratterizzata dalla produzione in latino e dal declino del volgare, mentre la seconda va dalla metà del
Quattrocento fino al 1492 e vede la rinascita della grande letteratura volgare, distinta dall'opera di alcuni
importanti scrittori tra cui lo stesso Lorenzo, Pulci, Poliziano e Boiardo. Va da sé che tali date sono
puramente indicative e alcuni autori del Rinascimento sono già attivi alla fine del XV sec., anche se la cultura
rinascimentale appare segnata da alcuni grandi temi che in quanto tali non appaiono ancora durante
l'Umanesimo ed è questa la ragione per cui val la pena trattare le due fasi in modo separato, pur tenendo
presenti i molti elementi di continuità.

Rispetto alla civiltà medievale l'Umanesimo mette l'uomo al centro della vita e del mondo e ne rivaluta molti
aspetti prima considerati come marginali, si comincia a distinguere tra divinae litterae e humane litterae: si
distingue cioè tra la letteratura che si occupa di Dio e delle questioni propriamente religiose e quella che
invece si deve occupare della dimensione umana e terrena, due piani che fino al Trecento erano
strettamente collegati e che ora appaiono separati l'uno dall'altro, l'uomo diventa padrone di se stesso e
protagonista del suo destino nel mondo, senza le remore religiose o i timori di punizioni divine.

Legata a questo aspetto vi è poi anche la rivalutazione del corpo umano che non è più visto quale "prigione
dell'anima" o fonte di sporcizia e peccato come avveniva di frequente nel Medioevo, ma al contrario è
considerato una sorta di macchina perfetta creata da Dio a sua immagine e somiglianza e dunque dotata di
armonia e proporzioni geometriche, oggetto di studi di carattere pre-scientifico e artistico (l'esempio più noto
è lo schizzo di Leonardo da Vinci noto come "uomo vitruviano".

Il cosiddetto "Uomo vitruviano" di Leonardo


UMANESIMO

Ritratto di Leonardo (XV sec.)

L'umanista L. Valla

L'Umanesimo prosegue e amplia la rivalutazione della letteratura classica già iniziata nel Trecento con
l'opera di Petrarca (e in parte di Boccaccio), grazie anche alla riscoperta del greco fino a quel momento
ignorato come lingua e che si torna a conoscere e studiare attraverso l'opera di intellettuali esuli da
Costantinopoli dopo la conquista turca del 1453.

La Bibbia di Gutenberg, il primo libro stampato in Occidente

L'introduzione della stampa a caratteri mobili in Europa ad opera dell'artigiano tedesco Johann Gutenberg
(1400 ca. - 1468), seppure non fu una novità assoluta in quanto tecniche simili erano già state elaborate dai
Cinesi nel X sec. d.C., costituì comunque una vera e propria rivoluzione nella diffusione culturale in
Occidente e risolse i molti problemi che la tradizione manoscritta aveva posto nei secoli, anzitutto rendendo
più facile e veloce la riproduzione dei testi ed eliminando gli errori di copiatura che in molti casi avevano
corrotto le opere antiche creando equivoci e confusioni. Anche se il libro stampato nel XV sec. è ancora un
oggetto prezioso la cui diffusione è assai limitata, la stampa aumenta comunque il numero di copie che
possono essere diffuse di un'opera.
UMANESIMO

Pico della Mirandola (ritr. XV sec.)

Come detto, nella prima metà del Quattrocento il volgare viene trascurato a tutto vantaggio del latino, lingua
classica che ora viene padroneggiata con sicurezza dagli scrittori

A. Bronzino, Ritratto di Lorenzo de' Medici

Durante l'Umanesimo la corte si impone come centro di produzione e diffusione di contenuti culturali
(proseguendo un processo storico iniziato già nel Trecento con la formazione in Italia delle signorie e degli
Stati regionali), per cui essa diventa un ambiente in cui il signore non solo esercita il potere politico e attua la
sua azione di governo, ma si circonda di letterati e artisti cui commissiona la realizzazione di opere allo
scopo di celebrare la sua figura o la sua famiglia, ponendosi come mecenate a tutti gli effetti e stimolando la
produzione di una letteratura di carattere encomiastico che in quanto tale diventa predominante nel corso del
Quattrocento.

Tiziano, Ritratto di I. Sannazaro

A. Poliziano (ritr. XV sec.)


UMANESIMO
La poesia volgare di stile elevato e di argomento amoroso è praticamente assente nel primo Quattrocento e
rinasce nell'ultimo scorcio del secolo soprattutto grazie all'opera di Lorenzo de' Medici e Poliziano a
Firenze.

M.M. Boiardo (incisione XVI sec.)

J.-B. C. Corot, Orfeo ed Euridice (XIX sec.)

Una vera attività teatrale in senso moderno è di fatto assente nel corso del Quattrocento, come pure per
buona parte del Medioevo anche a causa dell'opposizione della Chiesa che condannava il teatro come
pratica irreligiosa e blasfema.

Potrebbero piacerti anche