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BULICAME E CITAZIONE DI

DANTE

«Tacendo divenimmo la 've spiccia


fuor della selva un picciol fiumicello,
lo cui rossore ancor mi raccapriccia.
Quale del Bullicame esce ruscello
che parton poi tra lor le peccatrici,
tal per la rena giù sen giva quello.
Lo fondo suo ed ambo le pendici
fatt'era 'n pietra, e margini dallato»
(Dante, Inferno - canto XIV, vv.76-84)

BULICAME E SIGNIFICATO
A partire dagli Etruschi fino al Secolo XVIII era sede di bagni termali.
La sorgente del Bulicame è documentata fin dal primo Medioevo, quale punto di
passaggio lungo la Via Francigena.

COMMENTO NELLA DIVINA COMMEDIA


Secondo alcuni commentatori della Commedia il termine peccatrici potrebbe essere
stato trascritto male da pettatrici. Queste ultime erano braccianti che provvedevano
a mettere a bagno nell'acqua del Bullicame i fasci di canapa per la macerazione.
Infatti, in quel periodo del Medioevo, Viterbo era famosa per la qualità del lino e
della canapa che era bianchissima e molto ambita. Un secolo dopo c'è un editto del
Comune che vieta a tutte le meretrici di bagnarsi al Bullicame sotto pena di "un
ducato d'oro e de quactro tracte de corda".
CITAZIONE DI DANTE
Dante cita Guido, naturalmente nell’Inferno (ove scorre il Flegetonte che viene
paragonato al Bulicame, la celebre sorgente termale di Viterbo), tra gli assassini,
testimoniando quanto questo evento sconvolse l’opinione pubblica del tempo, in un
periodo caratterizzato dal lunghissimo conclave in corso nel Palazzo dei Papi.

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