Sei sulla pagina 1di 5

Prova 5

„„ Testo B Dove è più azzurro il fiume


Era un tempo in cui i più semplici cibi racchiudevano minacce insidie e frodi. Non c’era
giorno in cui qualche giornale non parlasse di scoperte spaventose nella spesa del merca-
to: il formaggio era fatto di materia plastica, il burro con le candele steariche, nella frut-
ta e verdura l’arsenico degli insetticidi era concentrato in percentuali più forti che non le
5 vitamine, i polli per ingrassarli li imbottivano di certe pillole sintetiche che potevano tra-
sformare in pollo chi ne mangiava un cosciotto. Il pesce fresco era stato pescato l’anno
scorso in Islanda e gli truccavano gli occhi perché sembrasse di ieri. Da certe bottiglie di
latte era saltato fuori un sorcio, non si sa se vivo o morto. Da quelle d’olio non colava il
dorato succo dell’oliva, ma grasso di vecchi muli, opportunamente distillato.
10 Marcovaldo al lavoro o al caffè ascoltava raccontare queste cose e ogni volta sentiva come
il calcio d’un mulo nello stomaco, o il correre d’un topo per l’esofago. A casa, quando
sua moglie Domitilla tornava dalla spesa, la vista della sporta che una volta gli dava tanta
gioia, con i sedani, le melanzane, la carta ruvida e porosa dei pacchetti del droghiere e del
salumaio, ora gli ispirava timore come per l’infiltrarsi di presenze nemiche tra le mura di
15 casa. «Tutti i miei sforzi devono essere diretti, - si ripromise, - a provvedere la famiglia di
cibi che non siano passati per le mani infide di speculatori». Al mattino andando al lavo-
ro, incontrava alle volte uomini con la lenza e gli stivali di gomma, diretti al lungofiume.
«è quella la via», si disse Marcovaldo. Ma il fiume lì in città, che raccoglieva spazzature
scoli e fogne, gli ispirava una profonda ripugnanza. «Devo cercare un posto, - si disse, -
20 dove l’acqua sia davvero acqua, i pesci davvero pesci. Lì getterò la mia lenza». Le gior-
nate cominciavano ad allungarsi: col suo ciclomotore, dopo il lavoro Marcovaldo si spin-
geva a esplorare il fiume nel suo corso a monte della città, e i fiumicelli suoi affluenti. Lo
interessavano soprattutto i tratti in cui l’acqua scorreva più discosta dalla strada asfalta-
ta. Prendeva per i sentieri, tra le macchie di salici, sul suo motociclo finché poteva, poi –
25 lasciatolo in un cespuglio – a piedi, finché arrivava al corso d’acqua. Una volta si smarrì:
girava per ripe cespugliose e scoscese, e non trovava più alcun sentiero, né sapeva più da
che parte fosse il fiume: a un tratto, spostando certi rami, vide, a poche braccia sotto di sé,
l’acqua silenziosa - era uno slargo del fiume, quasi un piccolo calmo bacino -, d’un colore
azzurro che pareva un laghetto di montagna. L’emozione non gli impedì di scrutare giù tra
30 le sottili increspature della corrente. Ed ecco, la sua ostinazione era premiata! Un battito,
il guizzo inconfondibile d’una pinna a filo della superficie, e poi un altro, un altro anco-
ra, una felicità da non credere ai suoi occhi: quello era il luogo di raccolta dei pesci di tut-
to il fiume, il paradiso del pescatore, forse ancora sconosciuto a tutti tranne a lui. Tornan-
do (già imbruniva) si fermò a incidere segni sulla corteccia degli olmi, e ad ammucchia-
35 re pietre in certi punti, per poter ritrovare il cammino. Ora non gli restava che farsi l’equi-
paggiamento. Veramente, già ci aveva pensato: tra i vicini di casa e il personale della dit-
ta aveva già individuato una decina d’appassionati della pesca. Con mezze parole e allu-
sioni, promettendo a ciascuno d’informarlo, appena ne fosse stato ben sicuro, d’un posto
pieno di tinche conosciuto da lui solo, riuscì a farsi prestare un po’ dall’uno un po’ dall’al-
40 tro un arsenale da pescatore il più completo che si fosse mai visto.

3
Prova 5

A questo punto non gli mancava nulla: canna lenza ami esca retino stivaloni sporta, una
bella mattina, due ore di tempo - dalle sei alle otto - prima d’andare a lavorare, il fiume
con le tinche... Poteva non prenderne? Difatti: bastava buttare la lenza e ne prendeva: le
tinche abboccavano prive di sospetto. Visto che con la lenza era così facile, provò con la
45 rete: erano tinche così ben disposte che correvano nella rete a capofitto.
Quando fu l’ora d’andarsene, la sua sporta era già piena; cercò un cammino, risalendo il fiume.
- Ehi, lei! - a un gomito dalla riva, tra i pioppi, c’era ritto un tipo col berretto da guardia,
che lo fissava brutto.
- Me? Che c’è? - fece Marcovaldo avvertendo un’ignota minaccia contro le sue tinche.
50 - Dove li ha presi, quei pesci lì? - disse la guardia.
- Eh? Perché? - e Marcovaldo aveva già il cuore in gola.
- Se li ha pescati là sotto, li butti via subito: non ha visto la fabbrica qui a monte? - e indica-
va difatti un edificio lungo e basso che ora, girata l’ansa del fiume, si scorgeva, di là dei sa-
lici, e che buttava nell’aria fumo e nell’acqua una nube densa d’un incredibile colore tra tur-
55 chese e violetto. - Almeno l’acqua, di che colore è, l’avrà vista! Fabbrica di vernici: il fiu-
me è avvelenato per via di quel blu, e i pesci anche. Li butti subito, se no glieli sequestro!
Marcovaldo ora avrebbe voluto buttarli lontano al più presto, toglierseli di dosso, come
se solo l’odore bastasse ad avvelenarlo. Ma davanti alla guardia, non voleva fare quella
brutta figura. - E se li avessi pescati più su?
60 - Allora è un altro paio di maniche. Glieli sequestro e le faccio la multa. A monte della fab-
brica c’è una riserva di pesca. Lo vede il cartello?
- Io, veramente, - s’affrettò a dire Marcovaldo, - porto la lenza così, per darla da intende-
re agli amici, ma i pesci li ho comperati dal pescivendolo del paese qui vicino.
- Niente da dire, allora. Resta solo il dazio da pagare, per portarli in città: qui siamo fuo-
65 ri della cinta.
Marcovaldo aveva già aperto la sporta e la rovesciava nel fiume. Qualcuna delle tinche
doveva essere ancora viva, perché guizzò via tutta contenta.
(Testo tratto da: Italo Calvino, Marcovaldo ovvero le stagioni in città, Einaudi, Torino 1963)

B1. Perché Marcovaldo decide di andare a pescare?


 A) Lo desidera da tanto tempo e non ne ha mai avuto l’opportunità
 B) Vorrebbe procurare direttamente il cibo alla sua famiglia
 C) Vorrebbe imitare i suoi concittadini che svolgono spesso quest’attività
 D) Gliel’ha chiesto la moglie Domitilla

B2. Che cosa intende dire Marcovaldo quando afferma «Devo cercare un posto… dove l’acqua sia
davvero acqua, i pesci davvero pesci»?
 A) Che vuole trovare un posto dove vi siano ancora cose naturali e genuine
 B) Che vuole trovare un posto dove vi siano pesci in abbondanza
 C) Che vuole trovare un posto dove poter pescare in tranquillità
 D) Che vuole trovare un posto dove avere un po’ di refrigerio

4
Prova 5

B3. Con quale parola potrebbe essere sostituita «frodi» alla riga 1?
 A) Pericoli
 B) Inganni
 C) Minacce
 D) Veleni

B4. Nel testo si legge: «ogni volta sentiva come il calcio di un mulo nello stomaco, o il correre d’un
topo per l’esofago» (rr. 10-11). Quali sentimenti del protagonista ha voluto esprimere l’autore
attraverso queste espressioni?

....................................................................................................................................

....................................................................................................................................

B5. L’aggettivo «infide» riferito a mani (r. 16) significa:


 A) maldisposte
 B) malaticce
 C) malfidate
 D) malefiche

B6. In quale delle seguenti affermazioni c’è un’evidente ironia?


 A) Il pesce fresco era stato pescato l’anno scorso in Islanda e gli truccavano gli oc-
chi perché sembrasse di ieri
 B) Al mattino andando al lavoro, incontrava alle volte uomini con la lenza e gli
stivali, diretti al lungofiume.
 C) Una volta si smarrì: girava per ripe cespugliose e scoscese, e non trovava più
alcun sentiero, né sapeva più da che parte fosse il fiume
 D) Marcovaldo aveva già aperto la sporta e la rovesciava nel fiume.

B7. Quale delle seguenti parole non è sinonimo di «ripugnanza» (r. 19)?
 A) Rifiuto
 B) Ribrezzo
 C) Repressione
 D) Repulsione

B8. Nella seguente parte del testo che tipo di focalizzazione prevale?
A questo punto non gli mancava nulla: canna lenza ami esca retino stivaloni sporta, una bella mat-
tina, due ore di tempo – dalle sei alle otto – prima d’andare a lavorare, il fiume con le tinche… Po-
teva non prenderne?

....................................................................................................................................

5
Prova 5

B9. Che cosa rende le acque del fiume scovato da Marcovaldo «d’un colore azzurro che pareva un
laghetto di montagna» (rr. 28-29)?

....................................................................................................................................

....................................................................................................................................

B10. «Marcovaldo aveva già il cuore in gola» (r. 51) equivale a dire:
 A) Marcovaldo era incuriosito
 B) Marcovaldo era spaventato
 C) Marcovaldo era arrabbiato
 D) Marcovaldo era spazientito

B11. Che cos’è l’«ansa» del fiume (r. 53)?


 A) La sorgente
 B) La foce
 C) La sponda
 D) Una curva

B12. Nelle righe finali (Qualcuna delle tinche … contenta) individua la causa e l’effetto.
Causa: .......................................................................................................................

Effetto: ......................................................................................................................

B13. Con chi parla Marcovaldo alla fine del racconto?


 A) Un pescatore
 B) La moglie
 C) Un industriale
 D) Una guardia

B14. Indica quali informazioni relative a Marcovaldo sono ricavabili dal testo e quali no.

Si ricava Non si ricava


a È sposato  
b La mattina va a lavorare dopo le otto  
c Si sposta in città con il ciclomotore  
d Lavora come manovale  
e Ha due figli  
f È un pescatore “dilettante”  

6
Prova 5

B15. Quale dei seguenti enunciati esprime al meglio il messaggio del racconto?
 A) Il racconto affronta il problema dell’inquinamento e della disoccupazione
 B) Il racconto, sotto la sua apparente leggerezza, affronta un problema molto at-
tuale: l’inquinamento
 C) Il racconto affronta il problema dell’inquinamento urbano
 D) Il racconto, pur affrontando il problema dell’inquinamento, è molto divertente
e ottimista

B16. Il racconto è:
 A) umoristico
 B) realistico
 C) drammatico
 D) noir

Potrebbero piacerti anche