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Gianni Rodari

IL LIBRO DEI PERCHÉ

Einaudi Ragazzi CIA NNIRODARI


UNIVERSIDAD DE CHILE

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3!5611283141 ;9;
Grazie a Gianni Rodari la letteratura per l'in-
fanzia e stata sottratta al limbo di una pro-
duzione minore e restituita, nella sua affasci-
nante complessita, alla storia della letteratura e
aquella della pedagogia; il percorso dello scrit-
tore di Omegna non si configura, pero, come
accomodante itinerario nei luoghi letterari del-
1' ironia, del paradosso e ancor meno si caratte-
rizza come sentiero tutto interno all'attivismo
pedagogico italiano, ma assume via via i segni
della contemporaneita, dell'inquietudine, della
tensione morale, della coraggiosa protesta civi-
le. Lumorismo dell'assurdo, il gioco della dis-
sacrazione dei luoghi comuni, gli stravolgimen-
ti del linguaggio altro non sono che !'invito rei-
terato a liberarci dagli schemi, dai pregiudizi,
dal conformismo per guardare piú lontano; in
un momento storico in cui i punti di riferi-
mento morali e civili sembrano smarriti i libri
di Rodari ci indicano, anche al di la della felice
invenzione e del piacere della lettura, le strade
della tolleranza, le vie dell' amicizia sulle q uali
converra mcamminarci se vogliamo ancora
scommettere sul futuro delle nuove genera-
zioni.
La biblioteca di Gianni Rodari
© 1980 Maria Ferrerri Rodari e Paola Rodari per il testo
© 2011 EdizioniFL, viaJ. Ressel 5, 34018-San Dorligo della Valle (Trieste)
ISBN 978-88-7926-888-2
www.edizioniel. com

Il libro dei perché e La posta dei perché erano i tiroli di due rubriche per barnbini tenute da Rodari
su «l'Un ita» dal 1955 al 1958.
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0·1
Gianni Rodari

Il libro dei perché


Illustrazioni di Giulia Orecchia

Einaudi Ragazzi
11 libro dei perché
Perché i «grandi» hanno sempre
ragione?

lo son dell' opinione


- sia detto senza danno -
che i «grandi» hanno ragione
quando torto non hanno ...

9
Perché la luna non casca?

Non casca? Eccome se casca! La luna cade verso la T erra e


non le piomba addosso perché la Terra scappa via. Se non
cascasse, la vedremmo fuggire lontano per !'universo, come
un palloncino quando si strappa il filo .


Perché l' asino raglia?

Un tempo l' asino - dice la favola - cantava meglio di un


tenore. Poi ci fu una grande assemblea di tutti gli animali
e il leone, che era il re, domando:
- Chi e il piú bello di noi?
- looo! - grido subito l' asino.
- Va bene, sarai il piú bello. E chi e il piú forte?
- looo! - grido l' asino prima che un altro potesse aprir
bocea.
- Bene, - disse il leone, - e chi e il piú stupido?
- lo! - raglio in fretta l' asino, per paura di non arrivar
primo anche stavolta. Tutti scoppiarono a ridere e il po-
veretto, per la vergogna, perse la voce e da allora sa dire
soltanto: «1-o! 1-o!».
Ma per il contadino la voce dell' asino e ancora la piú
bella.
- Chi e il mio amico? Chi mi aiuta e lavora per me? -
egli domanda.
- loo! - risponde l' asino, portando la sua soma.
E il contadino dice:
- Hai proprio ragione!
Perché quando esco di sera che c' e la
luna, lei mi viene dietro?

Con te la luna e buona,


o piccola Simona:
ti segue con un raggio
per farti coraggio,
e se ti fermi tu
si ferma anche la luna
lassú.

*
Perché il gallo canta?

Canta il gallo ogni martina


una canzone svegliarina.
In citta chi non ha un gallo
compra una sveglia di metalla!
Un galletto d' acciaio fino
da tenere accanto al cuscino,
e quando appena spunta il dí
scatta una molla e fa:
chicchirichí!
Perché il ferro di cavallo porta fortuna?

Bisogna domandarlo a quel tale che aveva appeso un ferro


di cavallo alla porta per acchiappare la fortuna, e il ferro
gli casco su un piede e lo azzoppo. - Che fortuna! Che
fortuna! - comincio a gridare, - se erano due, a quest' ora
ero zoppo anche dall' altro piede ...
Ma che uomo fortunato!
Perché l' auto cammina?

Perché l' auto cammina?


E semplice: perché
ha un cuore come te.
Il cuore e il motore,
il sangue la benzina:
il cervello, si sa,
lo deve usar l' autista ...
ma spesso non ce l'ha.
Perché il mare e salato?

Nell'acqua di mare si sciolgono numerosi minerali: li strap-


pano le onde e le correnti alle rocce del fondo ed alle rive,
li porta il vento col pulviscolo e sono tutti elencati nei libri
di scuola ... La sai invece la storia di quel tale che voleva
addolcire il mare? Lo sciocco, pensando ai pesci costret-
ti a vivere sempre nell' acqua salara, fu preso da una gran
compassione, corse a caricarsi di un sacco di zucchero e lo
rovescio nell' oceano. AssaggiO l' acqua con un dito e sentí
che era ancora salara. Compro altro zucchero, ma in breve
ebbe consumato tutte le sue ricchezze e il mare restava sala-
to come prima. Alla fine ammattí, ma forse, poveretto, era
un pochino matto anche in principio.

16
Perché quando dormo sogno?

I sogni sono immagini costruite dalla mente addormentata:


una specie di cinematografo un po' pazzo che si apre, nel
nostro cervello, quando si chiudono gli occhi. Piú impor-
tanti sono i sogni ad occhi aperti: certi sogni, s'intende. Ma
te lo diro con una canzonetta:

Com' e povero un cielo senza sole,


un u orno senza sogm ...
Il pane non basta: ci vuole
un sogno per fario piú buono.
Ti da piú forza del vino sincero
un sogno che ha fretta
che da te solo aspetta
di diventare vero.
Perché parla il pappagallo?

Il pappagallo non parla, cioe non esprime pensieri. Ma,


per la speciale costituzione delle sue corde vocali, riesce ad
imitare esattamente o quasi i suoni delle voci umane che
ode vivendo in prigionia.

Anche l'uomo-pappagallo
non e una rarita:
e un tal che molto parla,
ma pensare non sa.
Perché i gatti vedono nell' oscurita?

La notte non e tutta nera. Anche quando non c' e la luna,


un po' di luce rimane ... e va a finire tutta negli occhi dei
gatti. 1 quali occhi, per le necessita della caccia cui hanno
dovuto servire, si sono conformad in modo da imprigiona-
re nella pupilla la piú debole quantita di luce. Ma a pro-
posito dei gatti, lo sai che gli antichi egizi li veneravano
come dei? Glorie passate! Cosí ne parlano, ai loro allievi, i
gatti-professori:

Al tempo degli egizi


che bazza, mici miei,
abitavamo un tempio
ed eravamo dei. ..
Tutti ci veneravano
e per tenerci cari
ogni dí ci nutrivano
dei bocconi piú rari.
Oggi invece, che strazio,
non c' e piú religione:
e tanto se ci buttano
un osso di cappone.
Le lacrime del coccodrillo

Le lacrime lavano gli occhi, ne proteggono il globo man-


tenendolo umido, asportano batteri e sostanze estranee. Le
lacrime continuano il loro lavoro anche quando non deva-
no uscire a cataratta perché piangiamo.
Le lacrime piú famose sono quelle del coccodrillo. Ecco
la loro storia:

Un coccodrillo, narrano,
un cane divoro,
indi secando il solito
in lacrime scoppio.
- Ora ti penti! - dissero
del morto i cuccioletti.
- Oh no, penso a voi miseri,
orfanelli e soletti ...
Vorrei farvi raggiungere
il babbo or digerito
ma con dolor confessovi
che non ho piú appetito.
Perché i pesci non annegano?

Perché respirano. Le branchie dei pesci sono fatte apposta


per prendere l' ossigeno che sta nell' acqua, come i nostri
polmoni prendono quello che sta nell' aria. 1 pesci sono fa-
mosi anche nei proverbi. Ascolta questa storiella:
U na volta un pescatore si sdraio sulla spiaggia per riposa-
re, proprio mentre passavano di lí due Vecchi Proverbi.
- Bada, - disse il primo, - che chi dorme non piglia pesci.
- Al contrario, - ribatté il secondo, - chi dorme non pecca!
11 pescatore li stette a sentire per un pezzo che litigavano,
poi concluse:
- 1 proverbi sono buoni per i citrulli. Faro a modo mio.
E dormí con un occhio solo.
Le rondini e gli alberi

Le rondini sono abili muratrici, e impastano il loro nido


con terra argillosa, saliva, peluzzi, fili d' erba; ma lo debbo-
no fare al riparo dalla pioggia (sotto le grondaie, per esem-
pio), altrimenti l'acqua scioglierebbe in fango la piccola
casa per la quale, in orto giorni di lavoro, hanno compiuto
non meno di cinquecento viaggi.
Ma ben altri viaggi fanno le rondini!

Rondini fortunate,
ha due sole stagioni
il vostro calendario:
primavera ed estate.
Coi primi freddi, via,
di la dal mare in cerca
di un' altra primavera:
!'inverno, non sapete che sia.
Figlie privilegiare
della natura
ve ne state tutto l' anno
in villeggiatura.

22
Perché si nasce?

Cara Laila, ti rispondero con una canzonetta:

Questa e una storia vera:


una volta Laila non c' era
e adesso c' e.
Come mai? Perché?
Laila e venuta al mondo
per vedere quant'e bello,
cosí largo e cosí tondo,
e invece cos'ha trovato?
Che e vecchio, storto
e mal combinato:
fa pena a guardarlo ...
Rimbocca presto le maniche:
bisogna raddrizzarlo ...
Perché . J'arc~baÍeno esce quando piove?

Dopo il temporale, spesso rimangono sospese nell' aria


milioni di goccioline d' acqua. La luce, attraversandole, si
rompe nei suoi sette colorí, che si riflettono nell' aria come
un ponte. Ed ecco cosa succede:

Generale T emporale,
la battaglia e terminata:
per i tuoni e per i fulmini
fa' suonar la ritirata.
Vittorioso gfa s' avanza
tra le nuvole il Sereno,
sventolando con baldanza
la bandiera arcobaleno.
Perché gli scienziati vogliono anclare
sulla luna?

Per vedere com'e fatta. Per vedere le stelle da vicino. Per


vedere la T erra, che di lassú sembrera una luna azzurrina.
E diranno cosí:

Di qui si vede finalmente


quanto piccola e la Terra:
non c' e posto per fare la guerra,
statevi in pace, gente con gente.
Perché la chiocciola entra nel guscio
se le toccano le corna?

Se un ladro ti insegue, un brigante ti minaccia (non sia


mai!), anche tu ti rifugi in casa e sbarri le porte: cosí fa
la chiocciola al minimo aliarme, e nel suo fragile guscio
si sente al sicuro da molte offese. Che bestia prudente! lo
ho conosciuto una volta un certo signor Chiocciola: che
persona prudente! Appena sentí odor di guerra si tappo in
casa e non mise piú il naso fuori. Cosí non vide nemmeno
la bomba che gli cadeva in testa. Che persona imprudente!
Non era meglio se usciva di casa e faceva fare la pace a
tutti?
Perché in certi paesi non si adoperano
le sedie?

La prima sedia la fabbrico il primo contadino, che per col-


tivare la terra si fece una casa e pian piano l' abbellí e la
rese comoda. 1 popoli pastori, sempre in viaggio con le loro
tende, siedono ancora oggi su un tappeto, su un cuscino: il
gregge li provvede di pelli e di lana. Mate li figuri in cam-
mino da una terra all' altra con una sedia a dondolo sulle
spalle? lnoltre, spesso, essi vivono in zone desertiche, dove
non ci sono alberi da abbattere per farne mobili. E l' antica
abitudine di sedere sul pavimento li ha seguiti anche quan-
do hanno fabbricato sontuosi palazzi. A proposito di sedili.
U na volta le quattro gambe di una poltrona decisero di
separarsi. Erano ambiziose, e non andavano d' accordo. La
prima arrivo fino al fuoco e si brucio, la seconda fino all' ac-
qua e ci casco, la terza fu tagliata a pezzi per far stecchini, la
quarta scappo in cantina a nascondersi, e diceva: - Pensate
che quando stavamo assieme eravamo una bella poltrona!
I raggi del sole non sono tutti uguali. Ci sono quelli che
hanno gambe lunghe (onde lunghe) e quelli che hanno
gambe corte (onde corte). Questi piccoletti sono azzurri e
violetti: quando il sole ci sta sul capo, arrivano loro e tin-
gono l' aria di turchino. Quando il sole e al tramonto, essi
si perdono per strada: arrivano i raggi gambalunga e dipin-
gono le nuvole di rosso. Deve essere cosí anche in Austria,
perché ...

Il cielo di Vienna
e lo stesso preciso
che c' e a Milano,
a Carpi e a Treviso:
beata la nuvola,
viennese o italiana,
che in cielo va e viene
e non paga dogana.

30
Perché le piante crescono?

Tu perché cresci? Perché ti nutri, e vivi. Cosí le piante,


che mangiano con le radici e con le foglie: ogni foglia e
un' officina che prende dall' aria anidride carbonica e cucina
carbonio per la pianta e ossigeno per noi.
Adesso voglio regalarti una canzonetta:

Un tempo ero un castagno,


fermo nella tempesta:
tra i miei rami fiorivano
i nidi sempre in festa.
Vennero i boscaioli,
io caddi senza un grido.
Ora sono il tuo letto:
non sono sempre un nido?
Perché ce l'hai con i proverbi?

Stavo cominciando la mia risposta, ed ecco un Vecchio


Proverbio mi viene a battere paternamente sulla spalla de-
stra: - Chi ben comincia, - dice, - ea meta dell'opera! - lo
gia gli <lavo ragione, ma subito un altro Vecchio Proverbio
mi batte sulla spalla sinistra:
- Eh, no! Eh, no! Dulcis in fundo.
-Avete torto tutti e due! - tuono un Proverbio Vecchis-
simo, con aria indignara: - La virtú sta ne! mezzo -. Forse
avevano ragione tutti e tre, ma erano cosí litigiosi e prepo-
tenti che dovetti metterli alla porta senza complimenti.
Perché !'Italia si chiama «Italia»?

La parola «Italia» viene dalla parola «ítalos», che voleva dire


«vitello». I greci chiamarono «itali» gli abitan ti dell' anti-
ca Calabria, forse perché nella loro regione i vitelli erano
sacn.
Col passar del tempo furono detti «italici» tutti gli abita-
tori della nostra penisola. L'ltalia e la nostra terra: ma c' e
chi ne ha troppa e chi non ne ha nemmeno un pezzetto da
piantarci il granoturco.
E c' e anche chi la pensa cosí:

L'ltalia sono me!


A me la farina,
la crusca a te!
Perché s1 deve studiare?

Per conoscere il mondo e per farlo diventare piú bello e piú


buono. Attenta, pero: non si studia soltanto sui libri. Mi
ricordo di un Topo che viveva in biblioteca e amava tanto
l'istruzione che si mangiava due libri al giorno. Una volta
trovo in un libro l'immagine del Gatto e subito la divoro.
Mentre digeriva tranquillamente, convinto di aver distrutto
il suo nemico, il Gatto in carne ed ossa gli salto addosso
e ne fece due bocconi. Tra un boccone e l'altro, pero, si
fermo per dire: - Topolino mio, bisognava studiare anche
dal vero!

34
Perché scende la notte?

La terra gira come una trottola, lo sai, e noi giriamo con


essa: quando ci troviamo dalla parte della trottola su cui
batte il sole, fa giorno; quando giriamo nell' ombra, si fa
notte. La notte e celebre anche nei proverbi. Sta' a sentire:
U na notte un gatto nero se ne andava per i fatti suoi.
Incontro un Vecchio Proverbio che lo fisso molto severa-
mente e disse: - Di notte, tutti i gatti sono bigi.
- Pero io sono nero, - osservo il gatto nero.
- Male, malissimo, - disse il Proverbio.
- E nero resto, - concluse il gatto, ostinato. 11 Vecchio
Proverbio si offese tanto che morí di crepacuore.

35
Perché io sono io?

Ti rispondero con una filastrocca: anche a me risponde-


vano cosí, quando avevo la tua eta e facevo le tue stesse
doman de.

lo son io e tu sei tu,


se siamo in tre siamo di piú,
se siamo tutti siamo in tanti,
cacceremo birbe e birbanti.
Perché i re sono re?

I re sono re perché lo dicono loro: ma solo fin che la gente,


per forza o per amore, gli da retta. Quando la gente si ac-
corge che i re sono uomini come gli altri, ed e abbastanza
forte per cacciarli vía, si fa la repubblica. Il re piú famoso
di tutti e un re di favola, che si chiamava Mida. Conosci
la sua storia?

Sentí sentí come grida,


come piange il buon re Mida:
tocca il pane, tocca il vino,
gli diventa oro zecchino,
un confetto, se lo lecca,
gli diventa oro di zecca.
A me capita il contrario
ogni mese col salario:
appena lo tocco, la per la,
tutto in debiti se ne va. ~
¡_...,_-..,
Perché le talpe sono cieche?

Le talpe vivono sotto terra, scavando gallerie alla velocita


di r 2- r 5 metri all' ora, sempre al buio: percio la loro vista
non si e sviluppata e i loro occhi, grandi quanto capocchie
di spillo, distinguono appena il giorno dalla notte. Il si-
gnar Talpa, invece, e un tipo che conoscevo io. Aveva gli
occhi ma non li adoperava. In pieno agosto girava gridan-
do: - Il sole non c' e! Il sole non c' e! - Sapete? E morto
d'insolazione. Madi gente come lui ce n'e ancora.
Perché si dice «e come lavare la testa
all' asino»?

E un modo di dire che significa «far del bene a chi non


ti sara riconoscente», «far del bene quando non ne vale la
pena». Pero, dico io: fare del bene non e mica un commer-
cio, per avere qualcosa in cambio ... Una volta un Vecchio
Proverbio getto un soldino nel cappello di un mendicante.
Fatti pochi passi, torno indietro ed esclamo: - Perché non
mi hai detto «grazie signare»? lo non voglio lavar la testa
all' asino! _: E si ripiglio il suo soldino, e ando a comprare un
«grazie signare» da un' altra parte: quel brutto impostare.

39
Perché i settentrionali chiamano i
meridionali col soprannome di «terroni»?

Credevo che quello stupido soprannome fosse scomparso


da un pezzo. Se conosci qualcuno che lo usa ancora, fagli
studiare a memoria questa lezioncina:

Girotondo degli italiani,


milanesi o siciliani,
di Avellino o di Pescara:
non c' e terrone né polentone,
siamo tutti d' una nazione.
Dalle Alpi fino allo Stretto
siamo una squadra da scudetto,
ma se d' accordo non si va
in serie B si fin ira...

40
Perché si mangia?

Per rifornire il corpo delle energie che gli servono per cam-
minare, lavorare, pensare e giocare. Un corpo senza cibo
e un' automobile senza benzina. Il brutto e che, spesso, si
deve lavorar molto e mangiar poco, com' e capitato al po-
vero contadino di questa favoletta:

Lunedí vango
Martedí semino
Mercoledí zappo
Giovedí concimo
V enerdí sudo
Sabato si stanco
E domenica digiuno!. ..

41
Perché il mio papa non vince mai
al totocalcio?
o · .;, . -
o . ~·~

--
Una volta volevo vincere anch'io. Compilai la schedina e
recitai questo scongiuro:

T redici, tredici, vieni da me,


ti daro pane e cafFe,
ti daro prosciutto e melone
se mi fai vincere un milione,
ti daro melone e lardo
se mi fai vincere un miliardo ...

Si vede che lo scongiuro non basta, perché non ho mai


fatto piú di sei.

La schedina e capricciosa:
con tanti si fidanza,
uno solo ne sposa...

42
E nato prima l' uovo o la gallina?

Prima l'uovo, prima l'uovo! La prima di tutte le galline


venne fuori dall' uovo di un uccello che non era del tutto
una gallina; e il primo di questi uccelli-quasi-gallina venne
fuori dall'uovo di un rettile e cosí si va sempre indietro,
fin che si arriva ai primi esseri viventi, che erano qualco-
sa come uova piccolissime ed invisibili, galleggianti sulle
acque. Ma a proposito di uova:

«lo dall' u ovo


non mi muovo
se non so che cosa trovo
fuor dell' uscio
del mio guscio ... »
Un pulcin cosí penso,
e nel guscio si tappo
tanto ben ... che soffoco.

43
Perché il fiammifero si accende?

Nella capocchia dei fiammiferi ci sono sostanze - fosforo,


zolfo e altre ancora - che appena sentono calore si infiam-
mano. Il calore viene dallo sfregamento. Una volta, chiusi
nella scatola sullo scaffale del tabaccaio, i cerini facevano
progetti per il loro avvenire.
- lo accendero una pipa di schiuma, - disse il primo.
- lo, per me, voglio una sigaretta infilata in un bocchino
d' oro, - disse il secondo. Il terzo voleva accendere le can-
dele di una festa da bailo, il vanitoso.
- lo, invece, - disse l'ultimo, - vorrei accendere un fuoco
tanto grande da scaldare tutti quelli che hanno freddo.
E i suoi compagni si vergognarono di non averci pensato
loro.
Perché la luna certe volte e rotonda,
certe volte no?

Girando attorno alla terra la luna ci mostra, secando la


posizione in cui viene a trovarsi, o tutta la faccia illuminata
dal sole, o soltanto una meta, o soltanto una falce. Qualche
volta ci gira la schiena, e non la vediamo affatto. Una volta
un asino vide la luna specchiata in un ruscello e gli venne
appetito. - Me la voglio mangiare! - disse, e comincio a
inghiottire acqua a lunghe sorsate. Proprio in quel momen-
to una nuvola oscuro la luna, e l' asino, tutto soddisfatto,
penso di averla gfa digerita. Ma la nuvola passo, la luna
torno a brillare, e tutti gli animali derisero l' asino per la sua
sciocchezza. - Sara, - ribatté l' asino, - ma io sono sicuro di
averla mangiata, tant' e vero che mi fa male la panda.

47
Perché la gente non va d' accordo?

L'ho chiesto ad un conoscente che la sa lunga. Mi ha ri-


sposto: - Eh, tante teste, tanti cervelli - Cielo! era un Vec-
chio Proverbio anche lui e non me n' ero mai accorto prima.
- Invece che delle teste, - ho detto io, - non sara colpa delle
borse? Ricchi e poveri non possono pensare le stesse cose.
Lui ci ha pensato un momento, ed ha provato a dire:
- Tante borse, tanti cervelli!... Ma questo e un proverbio
nuovo!
Il Vecchio Proverbio inorridí di tanta audacia, e per l' or-
rore gli vennero gli orecchioni.
Perché l' acqua e incolore?

L' acqua lascia passare tutti i raggi della luce senza assorbirli:
percio non ha un colore suo.
- lo sono apolítica, - dice l' acqua, - non sono né rossa
né nera.
Poi si scopre che basta un cartoccio di polverina per farla
diventare gialla, verde, marrone, del colore che vuoi tu. E un
personaggio senza carattere: adoperala per lavarti, ma toglile
il saluto.
Perché svitandola appena la lampadina
si spegne?

Perché perde il contatto con la presa che le porta la cor-


rente elettrica.

Si svitano e si tolgono
le lampade bruciate:
ah, cambiar si potessero
certe teste sbagliate!
Perché quando passa un' auto le foglie
che stanno per terra le corrono dietro?

L' automobile, correndo, taglia l' aria, come una nave taglia
l' acqua: dietro di lei resta, per un solo animo, il vuoto, e
l' aria si precipita a riempirlo, trascinandosi dietro polvere
e foglie. Furbe le foglie! Fanno come i campioni che «suc-
chiano» la ruota dei loro gregari. Per consolare i gregari, ho
fano questa canzonena:

Filastrocca del gregario,


corridore proletario,
che ai campioni di mestiere
<leve far da cameriere,
e sul piano, senza gloria,
serve loro la vinoria.
Al traguardo, quando arriva,
non ha applausi, non ha evviva.
Col salario che si piglia
fa campare la famiglia
e da vecchio poi si acquista
un negozio da ciclista
o un caffe, che fa lo stesso,
con la macchina per l' espresso.
Perché la legna verde non brucia?

Ho bell' e capito: il «libeccio» soflia, la stufa non tira e la


casa si riempie di fumo ... La legna «verde» contiene ancora
troppa acqua: perché bruci senza fumo bisogna prima che
si secchi, cioe che si liberi dall'umidita. Il focolare piú fa-
moso della storia e certamente quello di Pinocchio, figlio
di Geppetto, il quale, essendo falegname, conosceva benis-
simo la legna secca, ma non aveva soldi per comprarla.

In casa di Geppetto
c' era un bel caminetto,
con il fuoco dipinto
ed un paiolo finto.
La sola cosa vera
la dentro, a vista d' occhio,
era... la fame nera
del povero Pinocchio.
Perché il gatto odia il topo?

lo non credo che lo odi. Tu odi il vitello, la gallina, l' oca?


Non credo; eppure, se ti capitano sul piatto, non ti metti
mica a piangere. Il gatto e un carnivoro e da la caccia ai
topi, agli uccelli, anche ai pulcini se gli capita: a tutta la
carne che trova vivendo, come fa, accanto all'uomo.
Una volta, in una scuola che dico io, la maestra lascio soli
in classe i suoi scolaretti. Subito fece capolino dalla finestra
un Vecchio Proverbio che bisbiglio, furbescamente: - Via
la gatta i topi ballano. Ballate, dunque! - Quegli scolaretti lo
guardarono di traverso: - Non abbiamo tempo, - rispose-
ro, - dobbiamo risolvere un bellissimo problema -. Il Vec-
chio Proverbio, che non si aspettava una risposta cosí intel-
ligente, per la sorpresa cadde in un calamaio e vi annego.

53
Perché al Polo nord fa sempre freddo?

Perché ai due poli della terra i raggi solari giungono incli-


nad, di sbieco. I fattori del clima, pero, sono mold, ed al-
cuni di essi possono essere modificad dal lavoro dell'uomo:
si possono creare mari dove oggi vi sono deserd, si posso-
no sbarrare stretti e impedire alle acque dei mari freddi di
scendere in altri mari.
Queste cose potranno essere fatte quando tutte le energie
dell'umanita potranno essere dedicate a opere di pace.

Quando la pace brillera


su tutta la terra come un sole
forse anche il Polo fiorira
di margherite e di viole.
Nel paese dei pinguini,
spunteranno i ciclamini,
e gli orsi bianchi, coi loro orsetti,
andranno a cogliere mughetti.
Perché gli aere1 rimangono sospesi
nell' aria?

La forza che sostiene gli aeroplani e l' aria stessa, che agisce
sulle ali per effetto del vuoto delle eliche e del motore.

L' aviatore vola in alto,


piú su dell' aquila e del falco,
piú su delle nubi e della tempesta,
dove il sole fa sempre festa.

A questo punto mi si accosta strisciando una specie di can


bassotto e con mia sorpresa si mette a predicare: - Chi
troppo in alto sal cade sovente, precipitevolissimevolmen-
te! - Misericordia, un altro Vecchio Proverbio travestito!
Per fortuna gli piomba in testa, dall' alto, anzi dall' altissi-
mo, una bottiglietta di birra vuota: l' aveva gettata, dal fine-
strino, l' aviatore della nostra filastrocca. Cosí anche questo
Vecchio . Proverbio che insegna a strisciare in basso ando a
farsi benedire.

~
,
...
Perché quando vado 1n treno gli alberi
corro no?

E il treno, che corre! Sei tu che scappi via, e poi dai la colpa
alle piante, poverette. Le piante stanno sempre ferme. E
anche il capostazione, che da tutte le partenze e invidia quel-
li che possono viaggiare. Gli voglio fare una canzonetta:

Al capostazione
io porto rispetto
per via del berretto:
eppure mi fa compassione ...
I treni, li vede
spuntare, arrivare,
partire
dal primo marciapiede,
ma non puo salire!
Non puo, al finestrino,
salutare gli amici,
il bambino,
protnettergli magari
un regalo straordinario.
Il capostazione, in fondo,
e l'uomo piú sedentario
di questo mondo.

58
Perché le balene non vivono nei nostri
mari?

Le acque dei nostri mari sono troppo calde per le balene,


che vivono nei mari glaciali e la trovano i loro pascoli.
Ceno saprai che le balene sono mammiferi. Allora ascolta:

Indovina se ti riesce:
la balena non e un pesce,
il pipistrello
non e un uccello;
e certa gente, chissa perché,
pare umana e non lo e.
Perché bisogna lucidare le scarpe?

Non solo per tenerle pulite, ma perché la crema lucida


protegge il cuoio dalle insidie della polvere e dell'umidita.
Nella tua domanda, pero, sento un certo sapore di pro-
testa... Alle corte: la mamma ha ragione! Le scarpe ve le
dovete pulire da solí, e tutte le mattine! - A proposito di
scarpe, - bisbiglia una voce alle mie spalle, - sarebbe bene
che tu consigliassi ai lettori di camminare pianino, per
non consumarle. Del resto, chi va piano, va sano e va fon-
tano! - L' avete riconosciuto, vero? E lui, il solito Vecchio
Proverbio. Mala fatica di rispondergli mi viene risparmia-
ta da un Proverbio-Di-Mezza-Eta, che subito gli da sulla
voce: - E falso! Chi va piano arriva ultimo, e com' e noto,
chi ultimo arriva male alloggia!
In tanto che si mettono d' accordo, andiamo avanti per la
nostra strada.

60
Perché in alcune parti dell'Africa ci so no
ancora negri che portano gli anelli al naso?

Un po' per ornamento (ma non si portano anche da noi gli


orecchini?), e un po' per magia: gli anelli dovrebbero impe-
dire agli spiriti maligni di entrare nel corpo, e all' anima di
uscirsene a passeggiare. Sono talismani, amuleti, come quei
bizzarri cornetti che certa gente (in Italia, mica in Africa!)
si porta addosso credendo che attirino la fortuna... Ma tu
ci credi? lo no.
Ed ecco un <luello tra due proverbi. Primo Proverbio:
- La fortuna e cieca! - Secondo Proverbio: - Falso! Ognuno
efabbro della sua fortuna! - Il primo Proverbio, colpito al
fegato, cacle e spira.
Perché s1 sogna?

L'ho gia spiegato un' altra volta: mentre noi dormiamo, il


cervello si diverte a giocare con le immagini, mescolandole
a suo piacimento. Un tempo io credevo che ci fosse un
nano sul cuscino a suggerirmi i sogni.

L' omino dei sogni e un vero monello:


ti fa volare con l' ombrello,
ti fa vincere una cinquina,
azzecca il «tredici» sulla schedina.
Quando ti svegli lui va a riposare ...
e tutto daccapo tu devi rifare.
Perché le gomme delle macchine
s1 gonfiano con l' aria?

Le gomme piene pesano di piú e costano di piú. L' aria, per


fortuna, e gratis. I pneumatici, inoltre, attutiscono urti e
scossoni, fanno un po' da cuscino: e per questo sono stati
inventati. Ho detto che l' aria e gratis, ma non sempre e
vero: d' estate, se la vogliamo buona, dobbiamo anclare a
comprarla ai monti o al mare. E costa cara!

Diceva quest' estate


ai monti il ragioniere:
- Bambini, respirare,
gonfiatevi a dovere!
E un' aria rara questa:
costa ventimila lire al giorno a testa.
Perché invece di altre lingue difficili
non ci insegnano l' esperanto?

L' esperanto e una lingua artificiale, inventata tan ti anni fa


da un certo professore polacco. Ma perché, mi domando
io, studiare una lingua finta quando ci sono tante lingue
vere, e che si sono formate durante i secoli assieme ai po-
poli che le parlano? Un giorno, quando tutto il mondo sara
unito come una sola famiglia, puo darsi che si formi, molto
lentamente, una lingua unica. Per intanto, e bene studiare
le lingue straniere: non per andare ali' estero a lavorare, ma
per conoscere meglio i popoli che vivono di la dalle nostre
frontiere e diventare amici.

In italiano si dice «SÍ»,


in francese si dice «oui»,
i tedeschi dicono «ia»,
mentre i russi dicono «da»,
e in tutte le lingue significa questo:
«Facciamo la pace, facciamola presto!»
Perché Pinocchio diceva sempre le bugie?

Sempre, no: alla fine del libro anche Pinocchio impara a


dire la verita, che e la cosa piú bella del mondo. E poi,
povero sfortunato, quando diceva una bugia tutti potevano
accorgersene perché gli si allungava il naso ...

Se a tutti i bugiardi, come Pinocchio,


crescesse il naso a vista d' occhio,
come farebbero certi oratori
a fare i discorsi agli elettori?
Perché il cinema parla?

Non e possibile spiegare in poche righe come funziona il


cinema sonoro. Ti daro un'idea. Quando si fa un film, ci
so no speciali macchine che trasformano la voce dell' attore
in una vibrazione di corrente, e questa in luce, che impres-
siona la pellicola. La voce dell' attore viene cosí scritta sulla
colonna sonora. Quando il film viéne proiettato, succede
il contrario: la voce mona, attraversata dalla luce, rivive;
diventa luce, corrente, suono; ridiventa la voce che grida
dallo schermo: - No, non ditemelo! Un dollaro contro
tutti i vostri bottoni che voi siete il capitano Grant!. ..

S'io fossi ministro o Presidente


farei una legge molto urgente
che dica senz'altro: «Tempo un mese,
in ogni citta, in ogni paese
si deve aprire un bellissimo cine ·
per i bambini e le bambine
che faccia ogni giorno proiezioni,
solamente per bimbi buoni,
con Pluto, con Pippo e con gli indiani,
con Topolino, le fate e i nani.
E chi fara pagare l' ingresso
in prigione sara messo!» .


66
Perché il mio nome, Aurora, non c' e
sul calendario?

Ma sei fortunata! Ogni giorno e il tuo onomastico. Ascolta:


Del calendario, Aurora,
che t'importa?
E l'ora
piú bella del giorno,
!'aurora:
il mondo si desta,
si mette in cammino,
ogni mattino
e la tua festa,
con il sole che batte alla porta...
Del calendario, Aurora,
che t'importa?
Perché l'Islanda viene chiarnata «la terra
del fuoco e del ghiaccio»?

Per due cose l'Islanda e famosa: perché Sta dalle parti del
Polo Nord (ed ecco il ghiaccio, e un freddo che ti fa gelare
le parole in bocea), e perché vi si trovano numerose sorgen-
ti di acqua bollente. Alle quali dedico, con nostalgia, questa
canzonetta:

Che invenzione la sorgente


d' acqua bollen te!
Senza gas, senza carbone
puoi cucinare la colazione
puoi fare il bagno a tutte l' ore
senza guai col contatore,
e Madre Natura, a fine mese,
non mette fuori la nota-spese.

68
Perché in Africa fa sempre caldo?

1 raggi del sole vi arrivano piú diritti che da noi. Ai poli,


poi, arrivano tanto inclinati che non riescono nemmeno a
sciogliere i ghiacci. Allora, hai voglia ad accendere stufe!

Dica ognuno quel che vuole:


la meglio stufa e sempre il sole.
Perché l' oro e tanto prezioso?

L' oro, in sé, non e che un metalla luccicante. E il lavoro


umano che lo rende prezioso. Il valore dell' oro di pende dal
tempo di lavoro necessario alla sua produzione: per ottener-
ne un grammo bisogna lavorare cento volte di piú che per
ottenere un grammo di ferro, o un grammo di pane.
Secando un certo proverbio anche il silenzio e d'oro. Se-
cando, dico io: per esempio, quando a scuola sei interro-
gato in geografia, il silenzio non e neanche d' ottone. E se
devi dire le tue ragioni, quando hai ragione, il silenzio e di
cartapesta e di segatura.

Chi ha torto tira dritto


se chi ha ragione resta zitto.
Chi non sa dire la sua ragione,
il primo che passa e suo padrone.
Perché mio figlio disegna le mani con tante
dita, sempre un paio piú del necessario?

All' eta di suo figlio, cinque anni, i bambini non disegnano


cio che vedono ma «cio che sanno», di una cosa. Sanno
che la mano ha tante dita, ma non sanno ancora contare.
Sanno che davanti alla porta di casa c' e la strada, e disegna-
no una stradina che s'infila dritta dritta dentro la porta.
Dopo la spiegazione, la canzonetta.

Scarabocchio

Chi ha visto uno Scarabocchio


con due nasi e un solo occhio,
con un fiore sul ginocchio,
con sette dita per mano
e un cappello da cappellano?
Abitava sul muretto
della villa qui vicino:
sara saltato in giardino
con quelle gambe da ragnetto;
sara scappato via
perché la polizia
lo voleva cancellare,
si sara tuffato in mare,
si sara tuffato in su
nel cielo tutto blu ...
Era un tipo giocherellone,
disegnato col carbone
tra un «abbasso», un «evviva»,
e un pulcino piú grosso
di una locomotiva.
Il muro stamattina
era bianco di calcina,
e non ci stava piú
il vispo Scarabocchio
con due nasi e un sol occhio,
con un fiore sul ginocchio,
con sette dita per mano
e un cappello da cappellano.
Perché la bicicletta va avanti?
..

11 segreto sta nella catena, il motore nei piedi che spingono


i pedali. Voi pedalate e la catena fa girare la ruota di dietro:
quella davanti non fa nessuna fatica, si fa soltanto spinge-
re, la furba! Le prime bicidette non avevano né catena né
pedali: si spingevano puntando i piedi per terra. Poi inven-
tarono delle bicidette con la ruota davanti cosí alta che il
Giro d'Italia si faceva cosí: al via, i corridori scattavano, e
quello che arrivava per primo in cima alla bicidetta aveva
vinto la corsa.

Filastrocca in bicidetta,
con due ruote si va in fretta,
con quattro ruote ed un motore
non spendi fatica né sudore.
Perché a Nuova York fanno case tanto alte?

Il centro degli affari di Nuova York sorge su un'isola: sicco-


me tutti ci volevano stare, e di ingrandire l'isola non c' era
modo, ingrandirono il centro... in altezza. Furono anche
fortunati, perché l'isola ha il sottosuolo di granito e si pos-
sono fare buone fondamenta per i grattacieli. In altre citta
le case si sono sviluppate in altezza perché il terreno costa
caro e l' aria non costa niente. In altre ancora, i grattacieli li
hanno fatti solo per amore della moda.

Avro gusti superad


e vi chiedo perdono:
per me, i grattacieli sono
piú comodi sdraiati.
Un architetto scaltro
i piani li deve fare
senza scale da scalare,
uno di fianco all' altro.
Secondo la mia opinione,
inoltre, si dovra
premiare chi inventera
la casa-dove-non-paghi-pigione.
Perché la neve e bianca?
..

La neve e composta di piccolissimi prismi di acqua allo


stato solido: pensa ai granelli dello zucchero, ma piú sottili
e fragili; ognuno di essi ti rimanda un raggio di luce e il tuo
occhio, senza dirti nulla, li somma tutti in un solo raggio
bianco, accecante. Chissa se questa spiegazione ti bastera!
In aggiunta, e per farmi perdonare le parole difficili, ti re-
galero una canzonetta:

Una volta - non ditemi matto!


mi sono fatto
un monumento di neve.
Com' era bello,
tutto bianco tranne il cappello,
ch' era nero come un gatto nero.
Ma il sole uscí ad un tratto,
mi lecco via il naso,
mi fece cascare le dita:
per il mio monumento era finita.
lo pero mi scaldavo a quel bel sole:
e non e meglio un po' di sole in cielo
che un monumento di neve e di gelo?
Perché le persone seguono la moda?

Aquesto mondo tutto cambia: le monarchie diventano re-


pubbliche, i popoli coloniali diventano popoli liberi; cam-
bia la maniera di vivere, di lavorare, di viaggiare, di pensa-
• re. Percio e giusto che cambi anche la maniera di vestire.

Oggigiorno c' e la moda


che chi e ricco non lavora:
tutti dicono ch' e ora
questa moda di cambiar.


Perché si vedono le stelle cadere
e spegnersi?

Non sono stelle, ma frantumi, rimasugli, spazzatura di stel-


le, massi che, entrando nella nostra atmosfera, si incendia-
no e si dissolvono. Ma a proposito di cadute, perché mai
avranno chiamato «cascherino» proprio il garzone che porta
le paste ai cafFe, e che non casca mai?

Cadon le stelle dal firmamento,


cadon le foglie portate dal vento,
cade l' asta del tranvai,
ma il cascherino non casca mai .

• •

Perché nel mondo ci sono tante razze
e di tanti colori?

Con precisione credo che non lo sappia nessuno. In gran


parte le differenze di colore tra gli uomini dipendono dalla
diversita degli ambienti in cui i gruppi umani si sono svi-
luppati, adattandosi ai diversi climi, alle diverse condizioni
di vita. Sono differenze che sono nate e si sono formate du-
rante centinaia di migliaia di anni: una storia che non e an-
cora stata scritta. Ma il colore della pelle e un particolare se-
condario: !'importante e che siamo tutti uomini, pensiamo,
amiamo, lavoriamo e vogliamo vivere una vita piú felice.

E vero che di fuori


gli uomini sono di tanti colori:
neri, bianchi, gialli, cosí cosí.
Ma dentro siamo uguali
come tanti gemelli,
da Pechino a Canicattí
siamo tutti fratelli
tranne pochi elementi
che sono parenti
solo del portafoglio;
cognati e cugini
soltanto dei loro quattrini.

80
Perché papa mi promette tanti giocattoli
se e vero che ha pochi soldi?

Bisogna essere buoni con i papa che hanno pochi soldi. Non
possono regalare tanti giocattoli, ma possono regalare una
promessa, e lo fanno con tutto il cuore. Bene, io dico che
bisogna ringraziarli lo stesso, e volergli bene, e augurare loro
di vincere al totocalcio. Inoltre, bisogna ricordare che questo
sistema dei giocattoli funziona molto male. Secondo me bi-
sognerebbe riformarlo, con una legge del Parlamento.

Sono belle le vetrine


dei giocattoli,
come un albero di N atale
fiorito tutto l' anno
di doni e di candeline.
Ma i vetri, io mi domando,
che ce li mettono a fare?
Cosí non si puo prendere niente!
Il vetro, dicono, e trasparente,
ma per la mía mano e duro
come un muro.
Se volete contentare
bambini e bambine,
fatele senza vetri, le vetrine!
Perché si dice «lantano dagli occhi,
lantano dal cuore»?

E un brutto proverbio e sostiene che quando tu fai una gita


non mandi una cartolina alla mamma: il che non e vero.
lo voglio bene anche agli eschimesi e non ne ho mai visto
neanche uno. Come la mettiamo, sor Proverbio?
Ma a proposito di proverbi, ascolta questa:
Una volta ho assistito a un incontro tra due proverbi, io
facevo da arbitro. Il Primo attacce> subito: - Chi fa da sé
fa per tre! ·
Il Secondo vacillo per un istante sotto il colpo, ma si
riprese e ribatté: - Due occhi vedono piú di uno solo!
Cosí conquisto il primo punto. Il Primo Proverbio non
si diede per vinto e torno all'offensiva, gridando: - Meglio
solí che male accompagnati!
Il Secondo incasso, raccolse tutte le sue forze e passo
all' attacco:
- L'unione fa la forza!
Cosí vinse per due a zero, tra gli applausi della folla.
Perché quest' anno avra un giorno di piú
dei tre ann1 precedenti?

Sai che cos' e un anno, vero? E il tempo che la Terra impiega


a fare un giro completo intorno al sole: 365 giorni e circa 6
ore. Contare tutti gli anni queste sei ore sarebbe un pasticcio.
Cosí nei tre anni precedenti non le abbiamo contare e le
abbiamo messe da parte. Quest' anno le contiamo e ci ritro-
viamo un -giorno in piú: il 29 febbraio. Cosí, ogni quattro
anni, ha torto anche quel proverbio che dice «di ventotto ce
ne uno», che fino ad ora non avevo trovato la maniera di
dime male. Per l' allegria mi e ven uta questa canzonetta:

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l' anno nuovo come sara?
Bello, bruno o meta e meta?
- Trovo stampato nei miei libro ni
che avra di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un Carnevale e un Ferragosto,
e il giorno dopo del lunedí
sara sempre un martedí.
Di piú per ora scritto non trovo
nel destino dell' anno nuovo:
per il resto, anche quest' anno
sara come gli uomini lo vorranno.
Perché piove?

Cari fratelli, Cario e Gino Roncaglione, se mi promettete


di non ridere vi rispondero che piove perché c' e il sole. E la
pura verita. Il sole fa evaporare l' acqua della superficie dei
mari, dei laghi, dei fiumi. Questo «vapore acqueo» vagabon-
da tranquillamente nell' aria quand' ecco una corren te fredda
gli piomba addosso: il vapore, spaventato, si condensa in
milioni di goccioline d' acqua che formano le nubi. Le quali
scappano, sperando di passarla liscia; ma la corrente d' aria
fredda le insegue, le perseguita, le gocce d' acqua diventano
sempre piú grosse, sempre piú pesanti, finché cadono a sec-
chi e i fratelli Roncaglione corrono a prendere l' ombrello.

Vedo sotto un ombrellino


i fratelli Cario e Gino.'
Vedo sotto un ombrellone
i fratelli Roncaglione.
Vedo a spasso sul marciapiedi
un ombrellone con quattro piedi.
Perché non m1 fai una poesia per Natale?

La domanda e una domanda con il tranello. Tuttavia ac-


contentero chi l'ha fatta perché ha messo due punti inter-
rogativi, e a una domanda con due punti interrogativi si
deve rispondere sempre, ad ogni costo. Non con una poe-
sia, pero: sara una canzonetta, una cantilena, una tiritera un
po' lunghetta.

Quest' anno mi voglio fare


un albero di N atale
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo faro in tinello,
lo faro nella mente,
dove non c'e soffitto
e l' albero puo crescere
alto alto, dritto drino,
quanto gli pare,
con centomila rami
e un miliardo di lampadine
e tutti i doni che non stanno
nelle vetrine:
un raggio di sole
per il passero che trema -
un ciuffo di viole
per il prato gelato -
la soluzione giusta del problema
piú complicato
per lo scolaro debole in aritmetica -
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato -
lo stipendio raddoppiato
al professore di storia
e l' olio a buon mercato.
E poi giochi, giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
uno piú gratis dell' altro,
e al posto dei cartellin!
zeppi di numeracci
i nomi dei bambini
che non ebbero mai
un regalo di N atale,
e per loro ogni giorno ali' altro e uguale,
e non e mai festa.
Perché se un bimbo resta senza niente,
anche uno solo, piccolo
che a piangere non si sente
e sta chissadove,
Natale e tutto sbagliato,
da rifare per bene,
come una divisione se non viene
la prova del nove.

86
Perché l' auto per camminare ha bisogno
di benzina?

Ecco, vedi, la benzina se ne sta nel serbatoio del motore, e


forse schiaccia un sonnellino. Ma subito le tocca di entrare
in un cilindro, dove una scintilla elettrica le da fuoco a tra-
dimento. Aiuto! La benzina scoppia come una bomba e da
una botta in testa a una specie di stantuffo, che invece eil pi-
stone: il poveretto si mette a bailare su e giú come un matto
e spinge un altro pezzo del motore. Spingi tu che spingo io,
il movimento arriva alle ruote, che cominciano a girare e ti
portano dal meccanico all' angolo: il quale ti spieghera tante
altre cose ancora. lo, invece, ti parlero del camionista.

Il camionista e il re della strada,


l' imperatore dell' autostrada,
l' ammiraglio dell' autobotte
chiuso in cabina tutta la notte,
il capitano dell' autotreno,
sempre al volante, forte e sereno,
ma quando torna alla sua casetta
trova un bimbo che lo aspetta,
che gli monta sulla groppa
e grida: - Hip, hip, cavallo, galoppa!
Perché l' acqua dei fiumi e torbida?

Perché i fiumi, scendendo dai monti, scavando le valli, ro-


dendo le pianure, si caricano di fango e di detriti che vanno
a scaricare nel mare.

Tutti i fiumi al mare vanno.


Incontrandosi, che si diranno?
- Vengo da Londra, mi chiamo T amigi.
- Piacere, la Senna di Parigi.
- Dov'e il Tevere? - Sto qua!
- Attenti che arriva il Parana...
Il Reno e il Nilo, l'Indo e il Giordano
si fanno l'inchino e il baciamano;
il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro
salutano il Gange con un sussurro.
Il mare adesso rimescola l' onde,
il Colorado col V oiga confonde,
cancella i no mi, ne fa un solo mare ...
dove i delfini vanno a giocare.
Perché non bisogna viaggiare di martedí
e di venerdí?

Una volta quasi ci cascavo anch'io.


Stavo mettendo il piede sul predel-
lino del treno, quando mi sento af-
ferrare per la spalla. - Signore, si-
gnore, meno male che sono giunto
in tempo. Sa che giorno e oggi? -
- Martedí -. - E non lo sa che
né di Venere, né di Marte non
si sposa né si parte? - Cielo,
un Vecchio Proverbio, ca-
tarroso e raffreddato come
un intero reparto d' ospeda-
le! - 11 martedí ed il vener-
dí sono giorni nefasti, che
portano sfortuna! - Che
avreste fano al mio posto?
lo ho chiamato un agen-
te della «ferroviaria>> e
l'ho pregato di telefo-
nare al manicomio, re-
parto superstiziosi.
Perché il cinema si muove?

Supponiamo che sullo schermo si veda Toto che mostra la


lingua. Ecco come succede. C' e una fotografia nella quale
Toto ha la bocea chiusa; ce n'e un'altra in cui comincia ad
aprirla; una terza, una quarta, una quinta in cuila bocea di
T oto si apre del tutto; una sesta, una decima, una ventesi-
ma fotografia in cui la lingua di T oto pian piano esce dalla
bocea e finalmente si mostra in tutta la sua estensione, e
la gente puo anche vedere se T oto ha bisogno della purga.
Tutte queste fotografie vengono proiettate sullo schermo
una dopo l'altra, a grande velocita: i tuoi occhi non fanno
in tempo a distinguerle l'una dall'altra, e cosí non vedi
cento o duecento, o mille fotografie, ma una sola immagi-
ne che si muove .

92
Perché quando s1 taglia la cipolla bruciano
gli occhi?

Nella cipolla e contenuta una cena sostanza che si chiallla


«solfuro di allile»: quando tu tagli la cipolla il dispettoso
solfuro si sparge nell' aria, perché e volatile come un uccel-
lo, e ti irrita gli occhi poco meno di una bomba lacrimo-
gena. Ora asciugati le lacrime e leggi queste due ricette per
cucinare bene le cipolle:

Prima ricetta:
Le cipolle cosí sono buone: poca cipolla e molto cappone.

Seconda ricetta:
Prendete due cipolle: una gettatela via subito. L' altra te-
netela a bagno un paio di giorni, sbucciatela con cura, ta-
gliatela a fettine sottilissime, non piú di un foglio di carta
velina, poi datela al gatto e mangiate una bistecca ai ferri.

93
Perché s1 dice «il tallone di Achille»?

Achille era un eroe greco e gli dei l' avevano fatto cosí bene
che non poteva essere ferito in nessun punto del suo corpo,
tranne che nel tallone. E difatti Achille proprio nel tallone
si prese il colpo che lo spedí all'inferno.
Il tallone era il suo punto debole. Questo almeno narra-
no le antiche favole.

94
Perché la chiocciola non esce ma1
dalla sua casa?

La chiocciola e un animale molle; le sostanze che il nostro


corpo adopera per fabbricarsi le ossa, la chiocciola le ado-
pera per fabbricarsi la conchiglia che fa parte di lei come
le corna fanno parte del cervo e la corazza della tartaruga.
Non puo tagliarsi la casa come noi ci tagliamo le unghie
(ma tu le tagli o le mangi?).

Lumaca lumachina,
tu mi devi insegnare
a farmi una casina
senza affitto da pagare.

95
Perché 1n Italia si parlano tanti dialetti?

I dialetti hanno una lunghissima storia: piú lunga di quella


della lingua italiana, la quale, come tu sai, e un dialetto
toscano che si e imposto su tutti gli altri, pochi secoli or
sono. Per centinaia e centinaia di anni ogni regione, quasi
ogni citta d'Italia, ha avuto una storia sua, leggi sue, una
sua parlara, diverso sviluppo. I vecchi dialetti sono un resto
di quelle differenze. Un giorno, quando gli italiani saranno
veramente uniti, i vecchi dialetti moriranno in pace.

Cento pezze d' ogni colore


ha il vestito d'Arlecchino.
Ma guardategli nel cuore:
e tutto rosso, come il rubino.
Perché non sentiamo la terra girare?

Perché il moto della terra e uniforme, senza scosse. La terra


naviga in un mare senza onde, lo spazio, come un'immensa
astronave.

C' e un' astronave che si chiama Terra,


nello spazio lanciata
per un lungo viaggio.
Noi siamo l'equipaggio,
ognuno e passeggero e capitano.
Andremo lontano
se avremo coragg10 .

• •


• •
97
Perché le Olimpiadi si chiamano cosí?

Nella citta di Olimpia gli antichi celebravano ogni quat-


tro anni grandi giochi sportivi, durante i quali si sospende-
vano perfino le guerre in corso. Da Olimpia: Olimpiade.
Un'Olimpiade e una grande, pacifica guerra sportiva, senza
morti né feriti, senza cannoni né generali.

Quanto mi piace
questa guerra fatta di pace ...
Ce ne vorrebbe una all' anno,
od anche un paio:
le Olimpiadi dell'acciaio,
del grano, del carbone ...
Chissa quale nazione
vincera
le Olimpiadi della felicita!
Perché quando il gallo canta chiude
gli occhi?

Non lo so proprio, e nessuno me l'ha saputo spiegare.


Qualcuno dice per lo sforzo; qualche altro dice che anche
i cantanti della Rai-tv chiudono gli occhi quando cantano
Buongiorno tristezza. N oi invece chiudiamo la radio. Cer-
cheremo ancora. Per farmi perdonare, ti insegnero questa
canzoncina:

Canta il gallo: «Chicchirichí!


E in arrivo il nuovo dí!
E un giorno mai visto in passato
che prima d' oggi non c' e mai stato.
Fategli festa perché dura poco
un bel giorno come un bel gioco.
Questa sera partid.
né mai piú ritornera».

99
Perché la mia mamma <leve anclare a lavorare
tutti i giorni, invece di restare a casa come
piacerebbe a me e ai miei fratellini?

Ho un po' idea che ti piacerebbe tanto se la mamma restas-


se sempre a casa a fare la domestica a te e ai tuoi fratellini,
a lucidare le vostre scarpine, a lavare i vostri fazzolettini,
e tanti altri eccetera, ecceterini. Non so che lavoro
faccia la tua· mamma ma sara certo un lavoro
utile: utile a voi (per i soldi che puo guada-
gnare) e utile a tutta la societa. E voi dovreste
ammirarla ancora di piú, non soltanto per-
ché e la vostra mamma, ma perché e una
donna che lavora: una donna importan-
te, e brava. Le scarpe le potete lucida-
re da soli, i fazzoletti li potete dare
alla lavandaia, poi vi potete mette-
re alla finestra ad aspettare che la
mamma torni per domandarle: .
«Che cos'hai fatto oggi? Parlaci
del tuo lavoro e insegnaci a di-
ventare bravi come te».

roo
Perché a Roma il Carnevale finisce prima
che a Milano?

Difatti a Roma finisce il martedí (il giorno prima delle Ce-


neri) e a Milano dura fino a sabato (il giorno prima della
Quaresima), perché a Milano la Chiesa segue un rito spe-
ciale, che si chiama «ambrosiano». Il Carnevale deriva dalle
feste pagane della purificazione. La sua durata pero non
dipende soltanto dal calendario ecclesiastico. Perché?

Per il ricco - e naturale -


tutto l' anno e Carnevale;
per il povero, al contrario,
e Quaresima tutto il calendario.
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Perché l' ago punge?

Perché la sua punta attraversa la parte dura della pelle e


giunge a toccare certe particelle nervose, sensibilissime, che
mandano subito un telegramma al cervello: «Attenzione!
Ago in arrivo!». E in quel momento che voi sentite il dolo-
re. Ma subito il cervello manda un telegramma di risposta:
«Urgentissimo per la mano: ritirarsi di scatto per evitare
punture piú dolorose». Contemporaneamente il cervello
manda un telegramma alla mano colpevole, per ordinarle
di allontanare l' ago; un terzo lo manda agli occhi: «Ürdine
importante: cercate distare bene aperti». Il cervello di certe
persone, in occasioni di questo genere, spedisce anche un
telegramma-lampo per ordinare alla lingua di pronunciare
parolacce: spero che il vostro cervello non abbia di queste
abitudini.

- Pronto, pronto, parla il cervello?


Qui parla la lingua. Che debbo dire?
- Di' qualcosa di buono e di bello,
che rallegri chi sta a sentire ...
Se dici cose impertinenti
ti faro cadere i den ti...

102
Perché i fiori sono profumati?

Se te lo dico forse non ci credi: i fiori mandano odore per


chiamare gli insetti; i quali, volando da un fiore all' altro,
debbono trasportare il polline necessario per la riproduzio-
ne. Ci sono fiori che mandano cattivo odore per chiamare
le mosche. E ce ne sono che odorano di sera: per attirare le
farfalle notturne. V edi, e tu pensavi che i fiori profumasse-
ro solo per solleticarti il naso! Non ti offendere, pero: anche
i fiori debbono hadare ai fatti loro. E sono belli lo stesso.

Un fiore finto e una bugia:


puo avere uno stelo
alto fino al cielo,
pero non ha
il fino odore della verira.
Perché non bisogna parlare nelle orecchie
per non far sentire a tutti?

Se non la vuoi far sentire a tutti, vuol dire che non e una
cosa bella, e allora e meglio non dirla. Se poi e proprio
una cosa segreta, segretissima, allora bisogna dirla soltanto
al gatto, che non la va a ridire a nessuno perché e saggio,
discreto, e non sa !'italiano.

106
Perché a scuola ci danno problemi tanto
difficili? Spero di diventare presto grande ...

Ti rispondero con una canzonetta:

Anche i grandi a scuola vanno:


tutti i giorni di tutto l' anno ...
E una scuola senza banchi,
senza grembiuli coi fiocchi bianchi,
ma i problemi complicad
a risolvere son condannati:
- Con questo stipendio dovete provare
la famiglia a sostentare.
Che mal di testa, la lezione:
- Studiare come pagar la pigione.
Che guaio, infine, il compito in classe:
- C' e l' esattore. Pagate le tasse.

107
Perché rion mi fai una canzonetta tutta
per me? Mi chiamo Enza ...

lo te la f~ccio, ma poi non dire che ti ho canzonato ...

Canzonetta solo per Enza,


tutti gli altri restano senza...
Tutti gli altri andranno a giocare,
Enza a guardarli dovra stare,
e a stare sola, sempre soletta,
non le piacera piú
nemmeno la canzonetta.

ro8
Perché le donne entrando in chiesa
si mettono il fazzoletto in testa e gli
uomini invece si tolgono il berretto?

Sono segni di rispetto: gli uomini si tolgono il cappello,


come quando si saluta o si entra in casa d' al tri; le donne si
coprono i capelli per modestia. Ma non tutte le religioni
hanno le stesse usanze e gli uomini ebrei, per esempio, en-
trando nel tempio, si mettono il cappello in testa; i musul-
mani, entrando nella moschea, si tolgono le scarpe.

109
Perché l' orologio porta solo I 2 ore
e non 24?

L'ho chiesto a un vecchio orologiaio; mi ha detto: primo,


perché il quadrante sarebbe troppo complicato e difficile da
leggere, secondo, perché nessuno puo confondere le ore del
giorno con quelle della notte, le due del mattino con quelle
del pomeriggio. Ci pensano il sole e le stelle a dare le infor-
mazioni che l' orologio non porta. E ci pensa lo stomaco a
far distinguere il mezzogiorno da tutte le altre ore.

IIO
O vecchio orologiaio
che ascolti come un dottore
il tic-tac dei vecchi orologi
un po' deboli di cuore,
che ti dice, segretamente,
l' orologio del tuo cliente?
- Mi racconta la storia
delle ore che ha segnato,
del minuto felice,
del tempo sciupato:
non ha segnato mai
un giorno senza guai.
Ci dev' essere un guasto,
io lo riparero
e nella molla nuova
ore nuove ci mettero,
le piú belle del mondo
dal primo
fino all'ultimo secondo.

III
Perché 1 dottori fanno dire «trentatre»?

C' e gente che crede che sia una parola magica, come «abra-
cadabra» o «apriti Sesamo». Invece serve ai dottori soltanto
perché e piena di «erre» e di «t»: mentre tu dici «trentatre»,
il dottore, con la mano, sente se quelle belle «erre» fanno
vibrare nel modo giusto i polmoni, sente una specie di eco
che gli rivela se tutto e a posto o se c'e qualche guasto. Ci
sono dei dottori che ti fanno dire «Roma», e sentono lo
stesso quello che debbono sentire. lo potrei farti dire «tre-
milionitrecentotrentatremilacentotrentatre», se lo sai dire
- (prova!) - ma poi non capirei niente.

112
Perché s1 parla?

La risposta e moho lunga e comincia addirittura centinaia


di migliaia di anni or sono, quando i primi uomini comin-
ciarono a vivere insieme, a difendersi insieme dagli altri
animali, a cacciare insieme. Fu in quel tempo che inventa-
rono, quasi senza accorgersene, il linguaggio, una parola alla
voha, per comunicare gli uni con gli altri. Se ogni uomo
vivesse per conto suo, sarebbe muto, come una pianta. Le
prime parole saranno state semplicissime: un mugolio che
voleva dire «sono contento!», un altro che voleva dire <pe-
rico/o! perico/o!», un altro che voleva dire «ahí che male!».
Adesso abbiamo vocabolari pieni di parole per dire tutto
quello che vogliamo. Ma la cosa importante e ancora moho
semplice: ed e di dire sempre la verira:

Seguendo le tue parole


come tracce sul sentiero
sono entrato nella tua testa,
ho visto ogni tuo pensiero,
ho visto che passavano
le cose che tu dici.
Segno che sei sincero,
leale con gli amici.
I miei pensieri e i tuoi
si sono stretti la mano:
in due si pensa meglio
e si va piú lontano.
Perché il disco suona?

Il disco e pieno di musica anche quando tace, e come un


magazzino che conserva i suoni, incisi in una materia spe-
ciale, l' ebanite. Fa' con to di camminare sul cemento fresco,
e che il tuo piede vi lasci la sua impronta. Sul disco, i suoni
hanno lasciato un'impronta, piú o meno profonda, piú o
meno larga. Quando tu metti in moto il grammofono, la
puntina viaggia su quelle impronte e le sue vibrazioni, at-
traverso il diaframma, l' amplificatore e l' altoparlante, ridi-
ventano musica e voci. I suoni, che erano morti,. risuscita-
no. Questo, pressappoco, quel che succede. Ma il disco ha
un' altra particolarita: lo puoi mettere cento volte, e dice
sempre le stesse cose. Questo mi fa venire in mente una
canzonetta, che non sta scritta nei dischi ma e istruttiva lo
stesso:

Tanta gente che conosco


nella testa sai che ha?
Per cervello tiene un disco
che fa sempre: trallalla!
Quando s' alza la martina
mette a posto la puntina.

114
Perché abbiamo il giorno e la notte?

Questi furbi ragazzi, fingono di non sapere che la T erra gira


intorno al sole, mostrandogli una faccia dopo l' altra; fingono
di non sapere che la loro scuola, insieme a turro il resto del
globo, un po' guarda il sole e un po' gli volta le spalle. Ma
noi abbiamo gia capito che vogliono una canzonetta.

Il mattino fa ogni giorno


il giro del mondo
a destare le nazioni,
gli uccelli, i pesci, i mari,
i maestri e gli scolari.
Da oriente ad occidente
i bidelli spalancano i portoni,
i gessetti cominciano a cantare
sulle lavagne nere
in turre le lingue.
Si fa un po' per uno a studiare,
e quando a Pechino
i ragazzi vanno a giocare
entrano in classe quelli di Berlino;
e quando vanno a letto ad Alma Ata
il problema si svolge a Bogota.
Cosí a turno si dorme e si lavora
perché non vada perduro
nemmeno un minuto.

115
Perché i nomi li scelgono i genitori
e non li lasciano scegliere ai figli?

Forse si potrebbe fare cosí: fino ai quattordici anni teniamo


il nome che ci hanno dato papa e maroma; a quattordici
anni liberta per tutti, se quel nome non ci soddisfa, di cam-
biarlo. L'importante, poi, non e che tu ti chiami Rinaldo o
Calogero, mache tu abbia una buona testa, capace di pen-
sare e piena di buone idee, come tante api in un alveare.

Sarebbe tanto bello


che la gente portasse il nome
scritto sul cappello:
«Renata», «Gino», «Carla».
Cosí si saprebbe subito
con chi si parla ...
Vedo gia le etichette
decorare, ricamate
su berretti e bombette ...
Ma poi, dira la gente, l' etichetta cosa con ta
se dentro, nella testa, non c' e niente?

II6
Perché la gente di colore in certi paesi
viene cosí maltrattata?

Si vede che in quei paesi hanno ancora da imparare dai


gatti: i quali, tra di loro, non fanno differenza di pelo, e i
gatti bianchi non sono piú «gatti» dei gatti neri, e i gatti
rossi sono gatti né piú né meno degli altri.

I 17
Perché l' elefante ha la proboscide?

La risposta piú giusta sareb-


be questa: ce l'ha perché se l'e
fatta. Ma e troppo difficile da
capire. La proboscide e un pro-
lungamento del naso che all' ele-
fante serve per molti usi: la presa,
l' olfatto, il tatto. Se gli uomini, fin
dal principio, avessero adoperato il
naso per fare le cose che fanno con
le maní, chissa, forse avremmo anche
noi la proboscide. Assisteremmo a stra-
ni spettacoli: un vigile dirige il traffico
sventolando la sua proboscide a destra e
a sinistra; il capostazione fa partire i treni
alzando solennemente il semaforo con la
proboscide ... Avremmo anche dei prover-
bi moho originali. Per esempio:

Una proboscide lava l'altra e tutt'e due


lavano il viso.
Non ficcare la tua proboscide negli ajfari
degli a/tri.
Quando getti il sasso, non nascondere la proboscide.
L'uomo sincero parla col cuore nella proboscide.

II8
Perché ai quiz televisivi non fanno
partecipare anche i bambini?

Non e mica proibito: se sai tutto sul ciclismo, o sui funghi


velenosi, o sugli orologi svizzeri, puoi presentarti anche tu.
Una volta si presento a «Lascia o raddoppia» un millepie-
di, e Mike Bongiorno gli fece la prima domanda. Il mille-
piedi aveva pero mille orecchie, e Mike Bongiorno dovette
ripetergli la domanda mille volte, una per orecchio. Sicché,
passa una settimana, ne passano due, non aveva mai finito
di fargli la domanda, e a tutti i telespettatori vennero i
capelli bianchi e il povero Bongiorno era diventato nonno
per la terza volta. Finalmente, quando si fu arrivati al mil-
lesimo orecchio, il millepiedi disse che non aveva capito
bene e bisogno ricominciare da capo. La storia non e fini-
ta, perché Mike per adesso e arrivato soltanto all' orecchio
trecentonovantesimo.
Perché l' ortica punge?

Perché emunita, cosí .dicono i libri, di «peli urticanti» . Ma i


«peli urticanti» perché pungono? Perché entrano nella pelle
come una siringa da iniezioni e vi inoculano un liquido che
produce bruciore e infiammazione:

Cerco un' ortica che non punga,


la cosa piú corta che sia la piú lunga,
il sole freddo, il ghiaccio che bolle,
il buio che brilla, il marmo molle ...
Ma certe cose si troveranno
quando di luglio sara Capodanno.

Parlando di ortiche, sono diventato malinconico come un


sassofono raffreddato . . Fatemi cercare qualcosa di piú alle-
gro per finire:

Canta canzone,
la lima non e il limone,
canta stornello,
la cappa non e il cappello,
la buca non fa il bucato
e l' amo non e l' amato,
d' estate lo studente
un giorno studia poco
e l' altro niente ...

V oi, invece, studiate.

120
Perché i pantalot;l.i si chiamano cosí?

La storia della parola «pantaloni» e la storia di un bigliet-


to di andata e ritorno. Andata: le maschere italiane (tra
cuí quella del veneziano Pantalone) vanno in Francia. Del
costume di Pantalone. facevano parte i calzoni lunghi, e i
francesi, per indicare questo importantissimo capo di ve-
stiario mascolino, cominciano a dire «pantalons». Ritorno:
dalla Francia, la parola «pantalons» perde sempre qualche
cosa. I pantaloni lunghi non bastano: bisogna che mettano
i pantaloni lunghi anche i pensieri, le idee che stanno nella
testa. Invece ci sono tanti uomini che portano pantaloni
lunghissimi, barba, baffi e basette, ma nella testa hanno sol-
tanto pensierini coi pantaloncini corti.

121
Perché le ruote della bicicletta hanno
tan ti raggi?

Se le ruote fossero due dischi pieni, la bicicletta peserebbe


troppo: i raggi l'alleggeriscono e mantengono ben teso e
tondo il cerchione. Una volta un raggio, stufo di stare al
suo posto, salto via dalla ruota e se ne ando per il mondo.
Poveraccio: quando faceva il suo lavoro, tra mozzo e cer-
chione, il ciclista ne aveva gran cura, lo lucidava e registrava
tutte le settimane. Tutto solo, in giro per il mondo, dove
puo finire un raggio? T ra il ferrovecchio. E lí finí.
E adesso sen ti questa canzoncina d' attualita:

Il Giro di Francia, ce l'ho sotto casa:


tutte le mattine
partono per la tappa
colorare palline
sulla pista di terra,
e la piú furba scappa
piú svelta di Coppi, di Binda e di Guerra,
perfino un vigile urbano
si ferma a vedere.
Il figlio del portiere
indossa la maglia gialla,
ma il suo campione arranca,
si stanca, esce di pista...
- Non corro piú, - dice il ragazzo, - adesso
sono il radiocronista.
Perché la febbre si misura col termometro?

N el termo metro c' e il mercurio che, con il calo re del corpo,


si dilata, si allunga, va su per la colonna dei gradi, su, su,
fin che la mamma si spaventa e chiama il dottore. Adesso
sentí per chi vorrei che si chiamasse un reggimento di dot-
tori:

Oggi il sole ha la febbre:


sentite che calore.
Per carita
chiamate un dottore
che gli ordini la penicillina
e la borsa di ghiaccio,
altrimenti sara una rovina:
i fiori appassiranno,
i fiumi bolliranno,
ed il povero muratore
per stare all' ombra un pochetto
prima dell' ultimo piano
fara alla casa il tetto.
Perché le sedie hanno quattro gambe?

Tu mi vuoi mettere in imbarazzo e vuoi che ti parli di


quando le sedie avevano soltanto due gambe e la gente non
ci si poteva sedere perché cadeva e si faceva dei brutti ber-
noccoli. Invece ti parlero di un personaggio, del quale ho
raccontato la storia una volta a Prato e una volta a Roma,
e che qui voglio descriverti:

Benvenuto-Mai-Seduto
l' avete conosciuto?
lo sí.
Era un tipo cosí cosí,
niente di speciale;
ma aveva uno strano male:
a stare seduto
invecchiava
d'un giorno ogni minuto.
Allora per restare
sempre g1ovane,
che fare?

124

'(
Non si sedeva mai:
lavorava, viaggiava,
andava e veniva,
in piedi dormiva,
in piedi mangiava.
E se una volta, stanco,
sopra una sedia
si abbandonava,
tac:
gli nasceva un capello bianco
e gli cadeva un dente,
e lui balzava in piedi
immediatamente.
In mezzo alla gente
l' avrete certo ved u to:
e il piú giovane di tutti
Benvenuto-Mai-Seduto.

125
Perché il limone e brusco?

Perché contiene l' acido cítrico. In compenso, pero, fiorisce


tutto l' anno. Somiglia a certe persone che di modi sono
brusche come il limone ma dentro sono buone tutti i gior-
ni, come il pane.

'
'
'
128
Perché crescono 1 capelli?

I capelli sono piantati nella pelle, come le piante nella terra,


ed hanno radici (i vasi sanguigni del «bulbo») attraverso le
quali si nutrono. Pensa che bello sarebbe se ... Ma ascolta:

Se invece dei capelli sulla testa


ci spuntassero i fiori, sai che festa?
Si potrebbe capire a prima vista
chi ha un cuore buono, chi una mente trista.
Il tale ha in capo un bel ciuffo di rose
segno che pensa solo dolci cose.
L'altro e certo un signore d'umor nero
gli crescon le viole del pensiero.
E quello con le ortiche spettinate?
Deve avere le idee disordinate.

129
Perché il cinema e stato chiamato cosí?
Non potevano chiamarlo «fotomobile»?

Fiorin, fiorello, anche tu hai inventato l' ombrello. Sai cosa


vuol dire la parola «cinema»? Vuol dire, in greco (kinema),
«movimento»: proprio come vorresti tu.
U na volta un signore ando al cinema e si addormento.
Quando si sveglio, lo spettacolo era finito, la sala era vuota
e il guardiano aveva chiuso le porte. Ad un tratto lo scher-
mo si illumino e il film ricomincio. Pero, che strano film,
si vedevano gli indiani, ma erano soltanto povera gente che
fuggiva, vecchi, donne, bambini, per non farsi massacrare
dai bianchi; si vedevano i cow-boys, ma erano soltanto dei
guardiani di vacche che lavoravano per vivere e la figlia
del padrone non li sposava proprio per niente; si vedevano
anche i banditi, ma non erano belli e coraggiosi, anzi, brut-
ti, ignoranti e antipatici. Proprio un film a rovescio. Quel
povero signore e ancora la che si domanda: «Quale sara il
film che dice la verita, quello che vedono tutti o quello che
nessuno puo vedere perché di notte il cinema e chiuso?».

130
Perché ogni paese ha la sua bandiera?

In principio le bandiere erano solo segni per distinguere tra


loro i vari eserciti e le formazioni di uno stesso esercito. Le
bandiere nazionali sono in generale molto giovani: quella
italiana e nata nel 1795. Le bandiere sono tutte belle, e di
eserciti un giorno si potra fare a meno, e le guerre si faran-
no soltanto allo stadio: col pallone.

Per fare la guerra col pallone


bastano undici persone:
bastano undici nemici,
. purché siano nostri amici:
avanzate e ritirate
non si fanno a cannonate,
i guerrieri, come vedi,
sparano solo con i piedi,
e anche chi perde, a guerra finita,
prende una paga da sibarita.

131
Perché non c1 sono piú 1 pirati come
una volta?

Perché oggi le vie del mare sono piú controllate, i viag-


gi piú rapidi e regolari, la marina militare e l' aviazione in
grado di tener d' occhio gli oceani.

I vecchi pirati
dagli occhi bendati,
con la mano ad uncino
non fanno piú paura:
dormono nelle pagine
dei libri d' avventura,
appoggiati alla gamba di legno
che ormai sara tarlata
come una vecchia scopa,
e si destano e vanno all' arrembaggio
con tutto l' equipaggio
solamente se vuoi tu.
Sono pronti ai tuoi ordini
i pirati del tempo che fu,
allineati sullo scaffale
come sul ponte di una nave.
Apri il libro alla pagina giusta,
aspettano un tuo segnale
gli eroi della Filibusta.
Perché certi serpenti sono velenosi?

Il veleno e la loro arma di difesa e di attacco: la loro vita


e una lotta per mangiare e per non essere mangiati, ed essi
non hanno pungiglioni, non hanno artigli o zanne, o pro-
boscide, o corna. L'uomo, tra gli altri animali, sembra di-
sarmato; ma l'intelligenza, e il lavoro delle sue mani, lo
rendono il piú forre di tutti, il vero re della terra.
- Eh, eh, - ridacchia una voce alle mie spalle, - forse
che gli uomini non possono essere velenosi? Per
esempio: amor di parenti, amor di serpenti.
Cielo! Un Vecchio Proverbio: era tanto
che non se ne faceva vivo nessuno.
Un proverbio velenoso come una
vipera: non lasciatevi mordere.
Perché il Ferragosto ha questo nome?

Gli antichi romani, il primo d' agosto, celebravano grandi


feste in onore di Augusto, e le chiamavano «feriae Augusti»,
«ferie d' agosto». Questa vecchia festa pagana, cambiando
data, ha conservato il suo nome.
Adesso ti diro i miei progetti per Ferragosto:

A F erragosto
tutti vanno al mare;
. . . '
10 resto m cttta
a godermi un poco
di rranquillita.

134
In filobus trovo tanto posto:
mi siedo qua,
poi mi siedo la,
provo i posti ad uno ad uno,
scelgo quello che piú mi piace.
Che silenzio, che pace,
in tutta Roma
non c' e una motocicletta:
attraverso la strada
senza fretta,
l' attraverso di nuovo
senza necessita
per godermi la sicurezza
che nessuno m'investira.
La piazza e una bellezza:
puoi sdraiarti sul selciato
e fare un pisolino
cullato dal ponentino.
Si ridiventa buoni.
E quando a sera tornano
i gitanti, a battaglioni,
gli si vuole cosí bene
che sembrano carezze
i piú rudi spintoni...

Bada, pero, che e uno scherzo; e spero che tutti passino un


bel Ferragosto.

135
Che cos' e la pastinaca?

Si chiama «pastinaca» un' erba che cresce nei prati. E si chia-


ma «pastinaca» anche un pesce che sembra un pipistrello.
Parlando di pesci, mi viene in mente un mio amico che ti
voglio descrivere:

Conosco un pescatore
che pesca senza rete,
senz ' amo, senza canna:
voi non lo conoscete?
Pesca dolci, biscotti,
chicchere scompagnate,
bambolotti di gomma,
cartoline illustrate.
E un grande pescatore,
questa mia conoscenza,
e pesca solamente
nelle pesche di beneficenza.
Vorrei sapere in che consiste la felicita
e se si puo essere felici tutta la vita

Per essere sicuro di non sbagliare a rispondere, sono andato


a cercare in un grosso vocabolario la parola «felicita» ed ho
trovato che significa «essere pienamente contenti, per sem-
pre o per un lungo tempo». Ma come si fa ad essere «pie-
namente contenti», con tutte le cose brutte che ci sono al
mondo, e con tutti gli errori che facciamo anche noi, ogni
giorno dell' anno? Ho chiuso il vocabolario e l'ho rimesso
in libreria, con molto rispetto perché e un vecchio libro
e costa caro, ma ben deciso a non dargli retta. La felicita
dev' essere per forza qualche altra cosa, una cosa che non
ci costringa ad essere sempre allegri e soddisfatti (e un po'
stupidi) come una gallina che si e riempita il gozzo. Forse
la felicita sta nel fare le cose che possono arricchire la vita
di tutti gli uomini; nell' essere in armonia con coloro che
vogliono e fanno le cose giuste e necessarie. E allora la fe-
licita non e semplice e facile come una canzonetta: e una
lotta. Non la si impara dai libri, ma dalla vita, e non tutti
vi riescono: quelli che non si stancano mai di cercare e di
lottare e di fare, vi riescono, e credo che possano essere
felici per tutta la vita.

137
Perché una cosa non vera si dice una
«hugia»?

La parola «bugia» viene da una parola straniera di tanti se-


coli fa, che voleva dire «Cattiveria». Chi e bugiardo e catti-
vo: proprio cosí. Ma questa domanda mi ha fatto venire in
mente una strana storia che ho sentito narrare tanto tempo
fa. Ve la voglio far conoscere, perché e una storia che mi
piace.

C' era una volta (ma


dove nessuno sa)
il paese dei bugiardi:
un paese dove nessuno
diceva la verita.
Quando spuntava il sole
c' era qualcuno pronto
a dire: - Che bel tramonto!
Di sera, naturalmente,
quando brillava la luna,
si lamentava la gente:
- Ohibo, che notte bruna,
non ci si vede niente.
Se tu ridevi: - Peccato,
che gli sara capitato
di male?
E se piangevi, invece:
- Che tipo originale,
sempre allegro, sempre in festa,
chissa che ci ha in testa?
Chiamavano «acqua» il vino,
«seggiola» il tavolino
e tutte le parole
le rovesciavano per benino;
fare diverso non era permesso,
ma essendoci abituati
si capivano lo stesso.
Un giorno in questo paese
capito un certo ometto,
il quale poveretto
il codice dei bugiardi
non l' aveva mai letto
e senza riguardi
se ne andava intorno
chiamando «giorno» il giorno
e «sera» la sera
e non diceva una parola
che non fosse vera.
Dall' oggi al domani
lo fecero pigliare
dall' acchiappacani
e mettere ali' ospedale.
- E matto da legare,
dice sempre la verita.
- M a no, ma v1a,. ma va' ...
- Parola d' onore,
chiedetelo al dottore.
- E un caso interessante,
verranno da distante
cinquecento professori

139
per studiargli il cervello.
La strana malattia
fu descritta in cento puntare
sulla «Gazzetta della bugia».
Infine per contentare
la curiosita
popolare
l'Uomo-che-diceva-la-verita
fu esposto a pagamento
nel giardino zoologico
in una gabbia di cemento armato.
Maqui la faccenda
si complico in maniera tremenda,
perché il malato tutti contagio.
La malattia, vedete, era infettiva,
a un po' alla volta in tutta la citta
si diffuse il bacillo
della veri ta.
Medici, poliziotti, autorita,
tentarono il possibile
per frenare il flagello:
ma non ci fu niente da fare.
La gente - questo e il bello -
non si lasciava curare
col «siero della bugia»
(uno sciroppo nero, disgustoso),
libero il prigioniero,
lo elesse presidente
e chi non mi crede
non ha capito niente.
Perché non mi insegni una filastrocca
per tenere a mente le lettere dell' alfabéto?

Ma sí, che te la insegno. Anzi, te la scrivo: perché poi toc-


chera al tuo papa insegnartela.

F ilastrocca dell'A B C
ve la canto subito qui:
A e l' automobile con l' autista,
B e un bar col suo barista,
e il controllore del treno diretto,
D la diga che fa un laghetto,
E l' elicottero per volare,
F la falce per falciare,
G un gettone per telefonare,
I l'idrante del pompiere,
L e la lepre ed il levriere,
M e il mare con tutte l' onde,
N la nebbia che ti nasconde,
O l' orologio che dice le ore,
P il pallone del calciatore,
Q il quadro del pittore,
R la radio del radioabbonato,
S il sole che ti ha svegliato,
T s'intende e la televisione per la teletrasmissione,
u nel nido e un uccellino,
V la vettura del vetturino,
e Zeta, lettera musicale, e la zampogna di Na tale.
Perché gli uom1n1 fumano?

Non lo so proprio. Anch'io mi in.filo in bocea dei tubetti


di carta pieni di foglie secche tritate, do fuoco, aspiro il
fumo, tossisco e mi vengono gli occhi rossi. E una cosa
senza senso, se ci si riflette. Ecco, forse fumiamo perché
non riflettiamo abbastanza. Tu rifletti prima, cosí non im-
parerai a fumare: tu e tutti i miei piccoli lettori.
Perché s1 danno i nomi ai fiori?

11 privilegio di battezzare i fiori appartiene ai giardinieri.


Essi ne usano quando, con sapienti incroci di semi e altri
misteriosi traffici, riescono a creare una varieta nuova di
questo o quel fiore. La rosa da te coltivata me ne fa venire
in mente un' altra, di cuí ti racconto subito la brevissima
storia, intitolata

Ladro di primavera

Ha rubato una rosa


al padrone di casa.
La primavera fa l'uomo ladro.
Ma poi, dov' e il delitto?
A una rosa profumata
tutti abbiamo diritto:
ho pagato l' affitto,
mala rosa l'ho rubata.

La morale della storia non e che si possono rubare i fiori:


guai! E invece questa: che non si vive di solo pane, e che
tutti hanno diritto di desiderare un po' di felicita.
Perché s1 danno i nomi alle stelle?

I primi a chiamare per nome le stelle furono gli antichi:


osservando le costellazioni ne scoprirono i disegni, videro
l'Orsa e la Bilancia, i Gemelli e l'Ariete; ai pianeti diedero
i nomi delle loro divinita: Giove, Mercurio, Marte, Nettu-
no. Con i nomi distinguiamo gli astri l'uno dall'altro, per
osservarli e studiarli ad uno ad uno. Milioni di stelle, del
resto, non hanno nome o hanno solo un nome di famiglia,
il nome della nebulosa in cui navigano, granelli splendenti
di polvere infuocata.

La stella Paola

Se un giorno alle stelle


si daranno nomi nuovi,
io ne prenoto una,
una vispa stellina
a destra della luna,
per darle il nome della mia bambina.
Astronomi e scienziati,
poeti e scolari,
saranno obbligati
a dire: com' e bella
Paola la stella!

144
Perché non mi scrivi una poesia da
studiare nelle vacanze?

Rara intenzione. lo pero non ti posso dare una poesia, ma


solo una filastrocca. Questa qua:

Il paese di vacanze

Avete studiato la geografia


dell'Italia, dell'India
e della Bulgaria;
ma quella del Paese di Vacanza
l' avete studiata?
E un paese senza confini
né a Sud né a Nord,
una terra beata e questa
dove ogni giorno e festa,
e tutta di domeniche
e fatta la settimana.
Gli scolari ci vanno
tre mesi ali' anno,
un mese gli impiegati di concetto,
un viaggetto ci fanno gli operai,
e e "e anche, poveretto,
qualcuno che non ci va mai:
peri monti e per il mare
non gli danno il lasciapassare.

145
Perché Sl e dato il nome «Saltimbocca»
a quel piatto romano?

Immagino che non si tratti di un nome, madi un soprannome.


«E cosí buono che salta in bocea da solo», avra detto il primo
fortunato cliente dell'ignoto oste inventore. Il n~me andreb-
be bene se dopo non si dovesse pagare il conto. A questo
mondo soltanto le mosche, se non stai attento, ti saltano in
bocea. Non bisogna farsi i~gannare dalle parole, come ora
spieghero in una

Filastrocca sempliciotta

Filastrocca sempliciotta,
non e notte se non annotta,
non e il gallo che va al galoppo,
non e il ratto che fa il rattoppo,
non e il pizzo che mangia la pizza,
non e il vulcano che vulcanizza,
non campa soltanto il campanaro,
non ha zampe lo zampognaro,
non viene dal faro la farina,
la rapa e onesta, non rapina;
e, per finire la filastrocca,
il saltimbocca non salta in bocea.
Posso diventare un telecronista?

lo spero di sí, purché ne abbia voglia ancora quando sarai


grande e potrai seguire i corsi speciali; purché intanto studi
volentieri e impari a parlare con precisione, a pronunciare
le parole come si deve, a descrivere con ricchezza di par-
ticolari e con vivacita quello che vedi. Se vuoi esercitarti
fin d' ora, puoi fare una cosa molto semplice: impugni un
cucchiaio immaginando che sia un microfono, ti metti alla
finestra e provi a narrare quel che succede fuori, minuto
per minuto. Se dopo cinque minuti i tuoi ascoltatori non si
sono ancora addormentati puoi sperare di avere delle quali-
ta. Sembra una cosa facile: provaci!
Per allenare la lingua alla giusta velocita, impara a re-
citare in un tempo sempre piú breve, senza sbagliare, la
seguente filastrocca:

T elecronista che teletrasmetti,


che teleparli e telebalbetti,
se ti teleimpaperi e telefarfugli,
o per la fretta ti teleingarbugli,
mezza Italia, si puo dire,
ti manda a farti telebenedire.

147
Si dice «un millecento» o «una
millecento»?

Si dice «una millecento», perché, come spiegano le gram-


matiche, le denominazioni speciali, marche di fabbrica, tipi
di merce e simili, seguono il genere della parola che espri-
me la cosa: una (vettura automobile) millecento; un buon
(vino) Chianti. Eccetera.

L' automobile gelosa

C' era una volta un' automobile


di cioccolata,
guidata da un autista
di frutta candita
e dentro gremita
di caramelle in gi ta.
C' e ancora? Ma sí:
sta sempre lí,
nessuno la tocca:
sta in una vetrina
e va ad acquolina
in bocea.

148
Perché si dice «stupido come un' oca»?

Le oche sono calunniate senza colpa: ci sono animali assai


meno intelligenti di loro e se ne vanno tranquilli per il
mondo, senza il peso di quel modo di dire infamante. Che
dobbiamo fare, rivalutare le oche? Forse e meglio riformare
i proverbi e i modi di dire. Comincio io, e se qualcuno ha
voglia di continuare si accomodi.

N uovi proverbi

Chi va piano non arriva a Milano.


Can che abbaia
strada gaia.
Chiva con la pecora
impara a helare.
Ride bene chi ha tutti i denti.
Osso di sera
cena leggera,
osso di mattina
colazione poverina.
Il peggio sordo e quello
che fa finta di sentire.
Pensa dieci parole
prima di dirne due sole.

149
Perché il violino ha solo quattro carde
e la chitarra ne ha tante?

Sul violino si suona (almeno quasi sempre) una sola nota


alla volta: la chitarra serve invece per comporre accordi di
molti suoni e per la maggior varieta degli accordi occorre
una maggior varieta di corde. Una volta, molta gente im-
parava a suonare qualche strumento: adesso ci si accontenta
di comperare i dischi, o di aprire la radio. Si sente piú
musica di prima, mase ne fa di meno: non e un peccato?
Se puoi, compera molti dischi, ma impara anche a suonare
uno strumento qualsiasi. E come avere un senso di piú: la
vista, l'udito, l' odorato, il tatto, il gusto e il violino.
Perché nell'Italia meridionale alle persone
di riguardo si da del «don»?

E una vecchia usanza spagnolesca e «don» e un resto del


latino «domine», che voleva dire «signore», «padrone».
Dire «don Giuseppe» e come dire «signor Giuseppe».
Nell'Italia settentrionale questa forma di cortesía si usa solo
con i sacerdoti; nel sud e usata abitualmente con tutte le
persone «un po' su». Il mio parere, caro milanesino, te lo
posso dire con una filastrocca:

I quattro «don»

Don Rino, don Pino, don Tino e don Dino


andavano a spasso pian pianino
e la gente che li incontrava
«don don don don» li salutava.
Un forestiero che «don» non disse
fu sgridato e assai si affiisse.
Per evitare confusion,
per dare il «don» a chi vuole il «don»,
ecco un progetto facile e bello;
si mettano al collo un campanello,
e andando a spasso da soli faran
ad ogni passo din don dan.
Perché non m1 insegni una filastrocca
sulle lucciole?

Non ho nessuna difficolta a insegnartela, perché giusto ieri


sera, sul Gianicolo, a Roma, ho visto la prima lucciola di
quest ' anno.

Una lucciola al Gianicolo

Lucciola lucciola vieni da me,


ti daro il pan del re,
con un ditale ti faro
una casina piccina piccio,
faro il tuo giardino in un vasetto
con un cespo di mughetto,
ed in cambio mi darai
la bella luce che tu fai,
luce verdina, senza pretese ...
che non si paga alla fine ·del mese.
Ci piacciono i tuoi «proverbi nuovi».
Perché non ce ne scrivi degli altri?

Va bene, prendero un Vecchio Proverbio (saggio, stavolta)


e gli faro la coda:

Chi ha testa di vetro


non faccia a sassate,
chi ha testa di ferro
non faccia a zuccate,
chi ha testa di legno
ai chiodi stia attento,
tenga la bocea chiusa
chi nella testa ha il vento.
Perché tutti desideriamo qualcosa?

I desideri sono come sproni che ci si ficcano nei fianchi


e ci mandano avanti: fin che desideriamo qualcosa siamo
vivi, abbiamo voglia di muoverci e di fare, cioe di vivere.
Soltanto i sassi non desiderano nulla: vogliono solo restare
sassi, e non sanno neanche di volerlo.

Se fossero cavalli i desideri


saremmo tutti quanti cavalieri.
Se i desideri fossero tranvai,
pedoni a terra non vedresti mai.
Perché quando si fa la conta per giocare
si dicono quelle stupide parole come
«tulilem, blem, blem»?

Non e vero che siano parole stupide: sono vecchie cantile-


ne. Filastrocche scherzose, spesso piene di fantasia, anche
se povere di significato. Le parole in questo caso non sono
importanti: e la regola del gioco, quella che conta. E tu sai
che se la conta si fermera su di te, ubbidirai senza discutere.
Se non si accetta la regola e inutile giocare, anzi, diventa
impossibile. Il mio parere eccotelo in una filastrocca.

La legge del cortile

«Ütto, pancotto, risina e risotto ... »


Si fa la conta a chi sta sotto.
Rime bislacche in filastrocca
diranno a chi tocca, a chi non tocca.
Altro davvero non possono dire,
il loro senso non e da capire:
e solo una vecchia musichetta
che una bambina snocciola in frena ...
Ma quando il dito si fermera,
disubbidire chi osera?
La cantilena puerile
e la legge del cortile,
il patto giurato che mai non fu rotto:
«Ütto, biscotto, risina e risotto ... »

157
Perché l'acqua del mare e piú calda di sera
che di giorno?

Il mare e piú posato e posapiano della terra: assorbe i raggi


solari molto piú lentamente, e percio ci mette un pezzo a
scaldarsi; ma in compenso disperde il calore ricevuto assai
piú lentamente della terra. Di giorno e piú calda la terra,
di notte l' acqua.
Questi discorsi marini mi fanno nascere strani desideri
(forse perché ho appena riletto una bella poesía di Aldo
Palazzeschi su certi viaggi con certi ombrelli). Ecco quello
che mi e venuto in mente:

Ombrelloni

V orrei stare a Rapallo


sotto un ombrello giallo.
V orrei stare a Riccione
sotto un ombrello arancione.
V orrei stare a N ettuno
sotto un ombrello bruno
o sotto un ombrello rosso.
Invece sto dove posso,
sul balcone di casa mia
sotto l' ombrello della fantasía.
Perché le sirene avevano il corpo per meta
umano e per meta da pesce?

Forse bisognerebbe avvertirti, con prudenza ma con sin-


cerita, che le sirene non sono mai esistite: sono state sol-
tanto favoleggiate dagli antichi, che amavano umanizzare
e personificare la natura, non solo i pesci, ma gli alberi, i
fiumi (nell' Iliade anche i fiumi parlano; e gli scultori non
rappresentano i fiumi con la barba?). Ma io, invece di dirti
queste cose, ti descrivero una specie di «sireno» che forse
anche tu conosci.

Il signor «Di-Tutto-Un-Po'»

Il signor «Di-Tutto-Un-Po'»
meta uomo e meta no,
mera padre e meta figlio,
meta leone, meta coniglio,
meta giovane e mera vecchio,
meta acqua e meta secchio,
mera addormentato e mera desto,
meta quello e meta questo,
se lo incontri per la via
non sai mai che cosa sia.
Perché la stampa non e stata inventata
prima, per esempio dai romani?

Le pesche maturano alla loro stagione; nei boschi, d'inver-


no, non vengono fragole. Cosí e nella storia: certe cose av-
vengono soltanto quando sono mature, cioe quando tutto e
preparato perché possano avere successo, quando gli uomi-
ni non possono piú farne a meno. Capisco che non e una
spiegazione facile, e non e nemmeno completa. Gli antichi,
vedi, usavano gli schiavi per qualsiasi lavoro; non esisteva
uno stimolo a inventare nuove macchine, perché c' erano
eserciti di schiavi a disposizione in ogni circostanza. Percio
i greci, o i romani, nel campo della tecnica hanno prodotto
tanto poco a paragone di do che hanno prodotto in altri
campi. Questo e tutto quello che so dirti.

160
Perché la paura fa impallidire?

Perché provoca «restringimenti vasali delle zone cutanee»:


come se si chiudessero i rubinetti che portano il sangue fino
alla pelle. Passata la paura, i rubinetti si aprono, e «torna
a fiorir la rosa». La paura fa anche novanta. Ascolta questa
storiella:
La paura, andando a spasso, vide una lucertola e la scam-
bio per un coccodrillo. - Aiuto, aiuto! - si mise a gridare.
Un gatto accorse in suo aiuto, ma la paura, scambiando-
lo per una tigre, raddoppio i suoi strilli: - Aiuto, soccorso,
per pieta, accorruomo; chi mi soccorre?
Un cane di cuor generoso comincio ad abbaiare per spa-
ventare gli assassini, ma fece peggio.
- Al lupo! Al lupo! - strillo la paura.
Allora la lucertola, il gatto e il cane, vedendo che era
proprio inguaribile, le voltarono le spalle indignati.
La paura penso che andassero a chiamare rinforzi, si spa-
vento ancora di piú e rimase lí, morta stecchita.
Perché non bisogna fare 1 capricci?

Perché fare i capricci e come picchiare i pugni nel muro:


non si ottiene niente e ci si fa male. Ché i capricci si fanno
quando si sa di volere una cosa sbagliata: quando si vuole
una cosa giusta si sa come chiederla senza capricci.

Due sono troppi

Con una nuvola il cielo e piú bello,


con un capriccio il bimbo e piú caro:
con due nuvole e facile
che il temporale scoppi,
basta un capriccio, due sono troppi.

(Questa non e un' autorizzazione a fare un capriccio nuovo:


e un perdono che serve solo per capricci gia fatti.)
Perché s1 dice «la palma della mano»?

Oggi non te lo so dire: lo domandero a qualche linguista,


poi ti rispondero. Pensa, del resto, che la lingua ne ha molte
di queste bizzarre immagini: si dice «la pianta del piede»,
«la coda del treno». L'hai mai visto un treno scodinzolare
in segno di gioia all' avvicinarsi della stazione di arrivo? A
proposito, ti voglio raccontare una storiella che si intitola:

La testa del chiodo

La palma della mano


i datteri non fa:
sulla pianta del piede
chi si arrampichera?
Non porta scarpe il tavolo:
su quattro piedi sta.
Il treno non scodinzola,
ma la coda ce l'ha.
Anche il chiodo ha una testa
pero non ci ragiona:
la stessa cosa capita
a piú di una persona.
Perché s1 ride?

Si ride quando si scopre un contrasto tra una cosa com' e


e come dovrebbe essere. Un disegno che rappresenta una
zanzara in bicicletta ci fa ridere proprio per la sproporzione
delle cose; le caricature ci fanno ridere per la stessa ragione,
coi loro nasi troppo grossi, o con le loro gambine da mille-
piedi messe sotto personaggi dalla panda a mappamondo.

Chi mi fa ridere

Datemi una zanzara in bicicletta,


un dromedario con in testa una bombetta,
un canguro che suona la cornetta,
un coniglio che mangia la sua erbetta
con coltello e forchetta,
un ragno con gli occhiali a stanghetta,
una lumaca che fuma la sigaretta.
Oppure non datemi niente
e invece ditemi qualcosa:
«Ho litigato con una rosa.
Ho mangiato una sedia e l'ho trovara
troppo salata.
Al mio cappotto
piace il risotto.
Al mio tavolino
e spuntato un dente canino».
Oppure non ditemi niente:
mostratemi invece
uno sciocco che si crede intelligente.

~·'
'
Perché non parli piú dei proverbi?
Ne vorrei qualcuno nuovo, magan
da ridere

L'intenzione di ridere dei proverbi e senz' altro lodevole: a


dar retta ai proverbi si starebbe freschi, perché uno dice
il contrario dell' altro. E poi hai ragione: di proverbi se ne
puo inventare quanti se ne vuole. Eccone alcuni, dedicati
al nostro lettore, per suo divertimento:

Non accendere fulmini


se non vuoi le tempeste.
Non ha due cervelli
chi non ha due teste.
Non vada nel pineto
chi ha paura del pino.
Non vada lontano
chi vuol morir vicino.
Mi aiuti?

Un lettore ha cominciato una filastrocca che dice: «Non


sta sul gelso il gelsomino... » e non sa continuarla. Mi chiede
aiuto. E io dico cosí:

Chi si somiglia
non sempre si piglia:
non sta sul gelso il gelsomino,
non va sul ciclo il ciclamino,
nella brocca non c' e il broccato,
nella buca non c' e il bucato,
chi porta basto non porta bastone,
tutti hanno un viso, non tutti un visone,
tutti hanno un capo, il fatto e normale,
ma non tutti hanno un capitale.
Perché non c1 fai un bis delle canzonc1ne
bislacche?

A molti lettori, e anche a molte mamme, sono p1acmte


le canzoncine bislacche pubblicate giorni or sono. Proprio
bislacche, bisogna dirlo: quasi senza senso; o appena con
quel po' disenso che basta a far sorridere un bambino im-
bronciato, o a divertire come divertono le filastrocche: una
musichetta fatta per far hallare allegramente i pensieri, non
per costringerli a pensare cose difficili. E allora, ecco tre
altre canzonette bislacche, fatte apposta per i piú piccoli.
Prendetele un po' come sono, e non pretendete che vi in-
segnino qualcosa. Canzoncine in vacanza, ecco.

I tre ragionieri

Tre ragionieri di Vallombrosa


ragionavano su una rosa.
Il primo disse: - Non e-un ortaggio.
Disse il secondo: - Non e formaggio.
- No, - disse il terzo, - non e un limone.
E tutti e tre avevano ragione.

Quanta strada?

Quanta strada c' e per Livorno?


Un chilometro, un metro e un giorno.
Quanta strada c'e per Barletta?
Un giorno, un' ora e un po' di fretta.

168
Quanta strada c'e per Varese?
T rentun giorni meno un mese.
E q uan ta strada per fare la nanna?
Le braccia della mamma
e un bacio del papa.

I pesci del Po

Un signore mi domando:
- Quanti pesci ci sono nel Po?
lo risposi in un momento:
- Quante stelle nel firmamento,
meno un pesce piccolino
che e scappato nel Ticino.
Cosa vuol dire «presuntuoso»?

Evidentemente non hai ancora comperato un vocabolario


della lingua italiana, dove troveresti che presuntuoso e chi
pretende di sapere, o potere, cose che non sa e non puo.
U no che si crede il signor Chissachí.
lo, che non sono un vocabolario, posso spiegarmi meglio
con un esemp10.

Le smanie di un pulcino

C' era una volta un pulcino


che non sapeva di essere un pulcino.
- Forse, - pensava una sera,
- sono un elefante:
difatti non ho la criniera.
Un asino non so no
perché non raglio.
Non sarei tanto tranquillo
se fossi un coccodrillo.
Se fossi un cane
starei al guinzaglio.
Non vado per mare,
dunque
non sono un ammiraglio.
Ma che saro, che saro mai? ••
A
Dimmelo tu, piccola pozza,
se lo sai.
E si specchio.
- Cosa, un pulcino? Ah no,
questo mai.
Un pulcino non e una cosa seria.
E entrando nella pozza, l'intorbido
per castigarla
della sua cattiveria.
Perché l' estate finisce?

Perché la Terra gira artorno al sole non dirirta sui suoi poli
come una trortola, ma un po' inclinata: per efferto di que-
sta inclinazione, vi e un periodo dell' anno in cui la parte
della Terra su cui ci troviamo noi e la piú esposta ai raggi
solari, il giorno vi dura piú della norte, fa caldo; poi, pian
piano, giorno per giorno, le posizioni si invertono: veniamo
a trovarci sulla parte meno esposta, dove il giorno e piú
breve della norte, e i raggi solari cadono di striscio: fa fred-
do. E vuoi saperne una? Siamo piú vicini al sole d'inverno
che d' estate!

Filastrocca di mezza estate.


Fuggono presto le giornate,
la sera arriva sempre piú presto,
con le sue lucí che cullano il sonno
dondolando al vento piú fresco.
Il piú bel gioco non puoi finire:
e subito l'ora di anclare a dormire.
Perché non mi racconti una storia?

Sul momento, cosí sui due piedi, posso offrirti solo una
storia un po' triste e corta. Ma non tutte le storie sono
allegre, e non tutte sono lunghe.

C' era una volta una storia


e adesso non c'e piú.
Chi la sapeva e morto,
l' aveva cantata a un sordo
e a un bimbo senza memoria;
e chi ne ha inteso parlare
aveva altro da pensare.

Nel timore che resti un pochino perplessa per questa strana


storia, te ne raccontero altre due, brevi brevi, ma abbastan-
za allegre, che ho inteso da un mio amico:

Un gentiluomo di Toledo
voleva mangiare un pollo allo spiedo,
e se trovava lo spiedo e il pollo
certo a quest' ora era satollo.
Un professore di Salamanca
inseguiva un' oca bianca.
Se la prendeva, che ve ne pare,
le insegnava a cantare e bailare?

173
Perché non mi fai delle altre nme
bislacche che, anche se non significano
nulla, mi divertono?

E io stavolta non faro delle rime bislacche, ma addirittura


delle rime pazze, come se ne trovano soltanto in quel pazzo
e bellissimo libro che e Alice nel paese delle meraviglie.

Il cuoco di Firenze

Un cuoco di F irenze,
famoso fino in Cina,
bolliva un' ocarina
in brodo di sentenze.
Ed ecco qui una lista
di sue specialita:
accen ti in salsa mista,
virgole col mistra,
involtini di sabbia
in salsa di aspirine,
fritto di cartoline
con contorno di rabbia,
arrosto di alabarde,

174
ciabatte col ragú,
pasticcio di coccarde
con torta di caucciú.
Dai sassi, dal carbone,
dai cocci di bottiglia
cavo una meraviglia
per pranzo e colazione.
Ricette tanto rare
morendo non tradí:
qui, se si vuol mangiare,
si <leve lavorare notte e dí.

f/'
' 175
Perché scrivi sempre le tue storielle
in versi?

La domanda mi ha colpito in pieno petto come una freccia


indiana, avvelenata col curaro. Per rimettermi, mi sono af-
frettato a scrivere una storiella in prosa.

Storia di un Perché

Una volta e' era un Perché, e stava in un vocabolario della


lingua italiana a pagina 819. Si secco di stare sempre nello
stesso posto e, approfittando della distrazione del biblio-
tecario, se la diede a gambe, anzi «a gamba», saltellando
sulla zampetta della «p». Comincio subito a dar fastidio
alla portiera.
- Perché l' ascensore non funziona? Perché l' amministra-
tore del condominio non lo fa riparare? Perché non e' e la
lampadina al pianerottolo del secondo piano?
La portiera aveva altro da fa.te che rispondere a un Perché
tanto curioso. Lo rincorse con la scopa fin sulla strada e gli
ingiunse severamente di non tornare mai piú.
- Perché mi caed? - domando il Perché molto indigna-
to. - Perché ho detto la verita?
Se ne ando per il mondo, con quel brutto vizio di fare
domande, curioso e insistente come un agente delle tasse.
- Perché la gente butta la carta per terra invece di met-
terla negli appositi cestini?
- Perché gli autorñobilisti hanno tanto poco rispetto dei
poveri pedoni?

176
- Perché i pedoni sono tanto imprudenti?
Non era un Perché: era una mitragliatrice di ·domande,
e non risparmiava nessuno. Per esempio, passava davanti a
una baracca di legno e domandava:
- Chi ci abita?
- Un muratore.
- Che cos' e un muratore?
- U no che fabbrica le case.
- E perché uno che costruisce le case deve stare in una
baracca?
- Perché non ha abbastanza soldi per pagare l' affitto.
- E perché gli affitti sono tanto alti? ·
- Perché cosí.
- E perché cosí?
La Questura venne a sapere che c' era un Perché cosí e
cosí, alto tanto e non di piú, fuggito dalla pagina 8 r 9 del
dizionario. Fece stampare la sua fotografia e la distribuí a
tutti gli agenti, con questo ordine: «Se lo vedete, arrestatelo
e mettetelo al fresco».
Fece stampare anche gli ingrandimenti di quella fotogra-
fia e li fece affiggere a tutte le cantonare. Sotto c' era scritto:
«Diecimila millanta lire e una bottiglia di birra a chi ci
aiutera a catturarlo».
«Perché, - si domandava il povero Perché, succhiandosi
il dito sotto uno di quei manifesti, - perché vogliono man-
darmi al fresco? Forse non bisogna fare domande? La legge
proibisce i punti interrogativi?»
Cerca e cerca, nessuno riuscí mai a trovarlo. Ad arrestarlo,
poi, non ci riuscirebbero tutte le guardie del mondo, che
sono milioni e parlano molte lingue. Si e nascosto tanto
bene, il nostro Perché: un po' qui e un po' la, in tutte le
cose. In tutte le cose che vedi c' e un Perché.

177
Mi e piaciuta la storia del pulcino.
Perché non ne fai una eguale?

Be', uguale no: simile, paren te. Diamo al pulcino un fratel-


lo maggiore: un somaro.

C'era una volta un somaro


che non sapeva di essere un somaro.
«Forse - pensava un giorno
- sono un grande cantante
e andro alla Scala:
non e poi cosí distante ...
Non so no una pecora
perché non belo,
non sono un passero
perché non volo in cielo,
non sono un avvocato
perché non vado in tribunale.
Mache saro: un ministro? un generale?
Tu, specchio, che ne dici?
Un ciuco? Ah, questo no:
bel modo di offendere gli amici!»
E tosto castigo
!'insolente specchietto
mandandolo con un calcio in cento pezzi
piú un pezzetto.

178
Perché i ragni portano fortuna?

Nei libri di scienze naturali non sta scritto: e io credo solo


a quelli, in fatto di ragni.

C' era una volta un ragno


portafortuna:
ma lui non sapeva
di portare fortuna,
e non lo sapeva nemmeno,
sfortunata,
la serva che gli clava la caccia
con la granata.
Cosí il ragnetto perí.
E la fortuna, in fin delle fini,
tocco alle mosche e ai moscerini.

179
E vero che una tribú indiana si e ribellata
contro i bianchi?

Le cose non stanno proprio cosí: un gruppo di pellirossa


ha dato una lezione ad alcuni «bianchi» che volevano fare i
prepotenti, ecco. Papa ti spieghera com' e successo. Alla sua
spiegazione io aggiungero una filastrocca:

Filastrocca in fila indiana,


va nell'America lontana,
va a vedere che cos'e accaduto
ad Aquila Nera, a Toro Seduto.
Si mettono ancora le piume in testa?
Sí, a Carnevale, per fare festa.
Ce l'hanno ancora la scure di guerra?
Hanno la zappa e zappano la terra.
Hanno il cavallo, bestia nobile,
ma preferiscono l' automobile.
V anno a scuola, sedu ti nei banchi,
ma non nella scuola degli uomini bianchi:
e recitando le tabelline
con voci allegre ed argentine
pensano e pensano: «Chissa
nella scuola dei bianchi
tre per tre quanto fa?».

180
Chi ha inventato la mozzarella?

Chi ha inventato la mozzarella?


Certamente Pulcinella.
Il risotto con lo zafferano?
Meneghino di Milano.
Di Stenterello ricetta fina
e la bistecca alla florentina.
Colombina, fra due sorrisi,
ha inventato i «risi e bisi».
E Arlecchino, cos'ha inventato?
L'appetito con l'arretrato.

181
Ma perché non si creda che Arlecchino ha poca fantasía,
ecco la lista di un pasto arlecchinesco. Si puo allungare a
piacere, come vedrete.

Il menu di Arlecchino

Arlecchino a Carnevale
se la passa mica male.
Un pranzetto ha preparato
col menu qui riportato:
<<Antipasto di saltelli,
brodo ristretto di punte d' ombrelli,
cerini spenti in salsa di denti
con contorno di complimenti,
torta gelata di tramontana,
vini spumanti di Piovana,
passeggiata digestiva,
quindi a nanna, se il sonno arriva».
Indice
p. 9 Perché i «grandi» hanno sempre ragione?
ro Perché la luna non casca?
rr Perché l' asino raglia?
I 2 Perché quando esco di sera che c' e la luna,
lei mi viene dietro?
I 3 Perché il gallo canta?
I 4 Perché il ferro di cavallo porta fortuna?
r5 Perché l' auto cammina?
I 6 Perché il mare e salato?
I 7 Perché quando dormo sogno?
I 8 Perché parla il pappagallo?
r9 Perché i gatti vedo no nell' oscurita?
2o Le lacrime del coccodrillo
2I Perché i pesci non annegano?
22 Le rondini e gli alberi
2 3 Perché si nasce?
26 Perché l' arcobaleno esce quando piove?
2 7 Perché gli scienziati vogliono andare sulla luna?
2 8 Perché la chiocciola entra nel guscio
se le toccano le coma?
29 Perché in certi paesi non si adoperano le sedie?
3o Perché il cielo e blu?
p. 3r Perché le piante crescono?
32 Perché ce l'hai con i proverbi?
33 Perché l'ltalia si chiarna «Italia»?
34 Perché si deve studiare?
35 Perché scende la notte?
36 Perché io sono io?
37 Perché i re sono re?
38 Perché le talpe sono cieche?
39 Perché si dice «e come lavare la testa
all' asino»?
40 Perché i settentrionali chiarnano i meridionali
col soprannome di «terroni»?
4r Perché si mangia?
42 Perché il mio papa non vince mai
al totocalcio?
43 E nato prima l'uovo o la gallina?
46 Perché il fiarnmifero si accende?
47 Perché la luna certe volte e rotonda,
certe volte no?
48 Perché la gente non va d' accordo?
49 Perché l' acqua e incolore?
50 Perché svitandola appena la larnpadina
si spegne?
5r Perché quando passa un'auto le foglie
che stanno per terra le corrono dietro?
52 Perché la legna verde non brucia?
53 Perché il gatto odia il topo?
54 Perché al Polo nord fa sempre freddo?
55 Perché gli aerei rimangono sospesi nell' aria?
p. 58 Perché quando vado in treno gli alberi corrono?
59 Perché le balene non vivono nei nostri mari?
60 Perché bisogna lucidare le scarpe?
6r Perché in alcune partí dell'Africa ci sono ancora
negri che portano gli anelli al naso?
Perché si sogna?
Perché le gomme delle macchine si gonfiano
con l'aria?
Perché invece di altre lingue difficili non ci
insegnano l' esperanto?
Perché Pinocchio diceva sempre le bugie?
Perché il cinema parla?
Perché il mio nome, Aurora, non c' e sul
calendario?
68 Perché l'Islanda viene chiamata
«la terra del fuoco e del ghiaccio»?
Perché in Africa fa sempre caldo?
Perché l' oro e tanto prezioso?
Perché mio figlio disegna le maní con tante
dita, sempre un paio piú del necessario?
73 Perché la bicicletta va avanti?
74 Perché a Nuova York fanno case tanto alte?
75 Perché la neve e bianca?
78 Perché le persone seguono la moda?
79 Perché si vedono le stelle cadere e spegnersi?
80 Perché nel mondo ci sono tante razze
e di tanti colorí?
8r Perché papa mi promette tanti giocattoli
se e vero che ha pochi soldi?
p. 82 Perché si dice «lontano dagli occhi, lontano
dal cuore»?
Perché quest'anno avra un giorno di piú
dei tre anni precedenti?
Perché piove?
Perché non mi fai una poesia per Natale?
Perché l' auto per camminare ha bisogno
di benzina?
Perché l'acqua dei fiumi e torbida?
Perché non bisogna viaggiare di martedí
e di venerdí?
92 Perché il cinema si muove?
93 Perché quando si taglia la cipolla bruciano
gli occhi?
94 Perché si dice «il tallone di Achille»?
Perché la chiocciola non esce mai dalla sua casa?
Perché in Italia si parlano tanti dialetti?
Perché non sentiamo la terra girare?
Perché le Olimpiadi si chiamano cosí?
99 Perché quando il gallo canta chiude gli occhi?
roo Perché la mia mamma deve anclare a lavorare
tutti i giorni, invece di restare a casa come
piacerebbe a me e ai miei fratellini?
ro r Perché a Roma il Carnevale finisce prima
che a Milano?
102 Perché l'ago punge?
103 Perché i fiori sono profumati?
r 06 Perché non bisogna parlare nelle orecchie
per non far sentire a tutti?
p. 107 Perché a scuola ci danno problemi tanto
difficili? Spero di diventare presto grande ...
108 Perché non mi fai una canzonetta tutta
per me? Mi chiamo Enza...
109 Perché le donne entrando in chiesa si mettono
il fazzoletto in testa e gli uomini invece si
tolgono il berretto?
llO Perché l' orologio porta solo l 2 ore e non 24?
ll2 Perché i dottori fanno dire «trentatre»?
ll3 Perché si parla?
ll4 Perché il disco suona?
ll5 Perché abbiamo il giorno e la notte?
u6 Perché i nomi li scelgono i genitori
e non li lasciano scegliere ai figli?
ll7 Perché la gente di colore in certi paesi
viene cosí maltrattata?
II8 Perché l' elefante ha la proboscide?
ll9 Perché ai quiz televisivi non fanno
partecipare anche i bambini?
120 Perché l' ortica punge?
l2l Perché i pantaloni si chiamano cosí?
122 Perché le mote della bicicletta hanno
tan ti raggi?
123 Perché la febbre si misura col termometro?
124 Perché le sedie hanno quattro gambe?
128 Perché il limone e brusco?
129 Perché crescono i capelli?
130 Perché il cinema e stato chiamato cosí?
Non potevano chiamarlo «fotomobile»?
p. 131 Perché ogni paese ha la sua bandiera?
132 Perché non ci sono piú i pirati come
una volta?
133 Perché certi serpenti sono velenosi?
134 Perché il Ferragosto ha questo nome?
136 Che cos' e la pastinaca?
137 Vorrei sapere in che consiste la felicita
e se si puo essere felici tutta la vita
138 Perché una cosa non vera si dice una «bugia»?
141 Perché non mi insegni una filastrocca
per tenere a mente le lettere dell' alfabeto?
142 Perché gli uomini fumano?
143 Perché si danno i nomi ai fiori?
144 Perché si danno i nomi alle stelle?
145 Perché non mi scrivi una poesia da studiare
nelle vacanze?
146 Perché si e dato il nome «Saltimbocca»
a quel piatto romano?
147 Posso diventare un telecronista?
148 Si dice «un millecento» o «una millecento»?
149 Perché si dice «stupido come un'oca»?
150 Perché il violino ha solo quattro corde
e la chitarra ne ha tante?
151 Perché nell'Italia meridionale alle persone
di riguardo si da del «don»?
152 Perché non mi insegni una filastrocca
sulle lucciole?
153 Ci piacciono i tuoi «proverbi nuovi».
Perché non ce ne scrivi degli altri?
156 Perché tutti desideriamo qualcosa?
P· r57 Perché quando si fa la canta per giocare
si dicono quelle stupide parole come
«tulilem, blem, blem»?
Perché l'acqua del mare e piú calda di sera
che di giorno?
1 59 Perché le sirene avevano il carpo per meta
umano e per meta da pesce?
r6o Perché la stampa non e stata inventata prima,
per esempio dai romani?
r6r Perché la paura fa impallidire?
r62 Perché non bisogna fare i capricci?
r63 Perché si dice «la palma della mano»?
r64 Perché si ride?
r66 Perché non parli piú dei proverbi? Ne vorrei
qualcuno nuovo, magari da ridere
Mi aiuti?
Perché non ci fai un bis delle canzoncine
bislacche?
Cosa vuol dire «presuntuoso»?
Perché l' estate finisce?
r73 Perché non mi racconti una storia?
I74 Perché non mi fai delle altre rime bislacche
che, anche se non significano nulla, mi
divertono?
r 76 Perché scrivi sempre le tue storielle in versi?
r78 Mi e piaciuta la storia del pulcino. Perché
non ne fai una eguale?
r 79 Perché i ragni portano fortuna?
r 80 E vero che una tribú indiana si e ribellata
contra i bianchi?
r8r Chi ha inventato la mozzarella?
Finito di stampare per conto delle Edizioni Fll
presso LEGO S.p.A. - Stabilimento di Lavis (Tn)

Ristampa Anno
10 II 12 2019 2020 2021
FI
Gianni Rodari, nato a Omegna nel 1920, dopo
una breve esperieriza di insegnamento demen-
tare, lavara come giornalista e comincia quasi
per caso a scrivere per bambini. I suoi libri
hanno avuto innumerevoli traduzioni e merita-
ra diversi riconoscimenti fra cui il prestigioso
Premio Andersen (1970), «Nobel» della lettera-
tura per l'infanzia. Rodari e marta a Roma nel
1980. Fra le sue opere piú significative tutte
edite da Edizioni EL, Einaudi Ragazzi, Emme
Edizioni: Le avventure di Cipollino, Gelsomino
nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in
terra, Favole al telefono, Il Pianeta degli alberi di
Natale, Il libro degli errori, La torta in cielo,
Cera due volte il barone Lamberto, Il gioco dei
quattro cantoni.
«ll gioco dei perché e il piú vecchio del mondo. Prima ancora di im-
parare a parlare l'uomo doveva avere nella testa un gran punto interro-
gativo»: le parole di Gianni Rodari chiariscono bene il senso dei «per-
ché» di questo libro e ci portano all'interno di un' officina letteraria dove
razionalita e fantasía, scienza e poesía convivono. Nati da due rubriche
giornalistiche in cuí lo scrittore rispondeva alle piú disparate domande
dei suoi giovani lettori, i «perché» danno ancora una volta misura della
grandezza di Gianni Rodari, che con vivacita e ironía sapeva far riflet-
tere lettori piccoli e grandi.

LA BIBLIOTECA
CIA N NI DI GIANNI RODARI
RODARI
[- dlsponlbile ]
da 9 anni

ISBN 978-88-7926-888-2

€ 12,50 9
1 1
788879 268882

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