Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
«per le male nature delli omini, li quali userebbono li assassinementi ne' fondi mari col rompere i navili in
fondo e sommergerli insieme colli omini che vi son dentro»
In seguito, nella prima metà del XIX secolo e più precisamente nel 1829, Charles e John Deane
di Whitstable, nel Kent inglese, progettarono il primo elmo da palombaro. Nel 1837, sulla base degli
studi di Leonardo da Vinci e di Halley Augustus Siebecostruì una veste per immersione standard, una
sorta di prima muta da palombaro per l'immersione. Nel 1849 venne istituita la Scuola
palombari a Genova. Ormai in disuso dagli inizi degli anni ottanta, l'immersione con lo scafandro e la
muta da palombaro in ambito civile appartiene ormai alla storia, anche se alcune evoluzioni ulteriori
hanno portato alla creazione delle cosiddette Atmospheric Diving Suit (mute atmosferiche), utilizzate
per immersioni molto profonde o in ambienti particolari. Resta impiegato invece in ambito militare
(vedi GOS).L'evoluzione delle moderne attività subacquee legate al mondo professionale soprattutto
per immersioni ad alta e altissima profondità ha portato al ritorno del sistema detto a palombaro tanto
che l'operatore tecnico subacqueo per lavori in piattaforme ed interventi vincolati con tubi che portano
aria, riscaldamento e collegati con sistemi di comunicazione svolge attività del tutto simili a quelle del
palombaro tanto che talvolta viene chiamato fantasiosamente palombaro moderno.
Equipaggiamento
La parte più importante dell'attrezzatura è l'elmo del palombaro, tramite il quale il sub riceve aria
compressa dalla superficie. Questo elmo oltre che essere collegato alla superficie con il cosiddetto in
gergo cordone ombelicale, è imbullonato ad una particolare e resistente alle abrasioni muta
subacquea stagna, appesantita se necessario da ulteriori pesi di zavorra.
Zavorra
Da notare che la zavorra della muta da palombaro è integrata con gli scarponi, in modo da consentire
al sub di camminare sul fondale marino, e in altre posizioni (di solito sul busto). La quantità di zavorra è
consistente, fino a quasi 8/10 kg per quanto riguarda le calzature in modo da agevolare la camminata e
per ostacolare l'assetto positivo del vestito del palombaro, permettendogli quindi una posizione eretta
inclinata in avanti. Da rilevare inoltre che essendo l'acqua un elemento circa 800 volte più denso
dell'aria, questo peso si avverte di meno nell'immersione. L'attrezzatura completa arriva a pesare circa
80 kg[1], tale da non consentire al palombaro i movimenti fuori dall'acqua.
Fisiologia dell'immersione
Il palombaro effettua l'immersione respirando il gas a circuito aperto, in pratica come un subacqueo con
le bombole, questo comporta che è soggetto alle leggi fisiche dei gas (legge di Boyle-Mariotte, legge di
Dalton e legge di Henry), pertanto deve osservare delle rigide procedure di immersione determinate da
tempi di immersione stabiliti correlati alle profondità operative. Per questo, agli albori del '900, quando
gli studi degli effetti dei gas respirati a pressione superiore a quella atmosferica sull'organismo umano
non erano ancora stati completati in maniera sufficiente, si verificarono numerosi incidenti quali la
cosiddetta malattia dei cassoni(alias MDD), all'inizio così chiamata per gli incidenti da decompressione
a cui andavano incontro gli operai che lavoravano nella fondazione di moli o altre opere subacquee
avvalendosi per l'appunto dei cassoni pneumatici e la cosiddetta risalita a pallone (alias EGA), così
chiamata perché il palombaro veniva in superficie con il suo vestito completamente gonfio per l'appunto
come un pallone, spesso con funesti epiloghi. Lo scafandro è una speciale attrezzatura utilizzata
per le immersioni subacquee. Fu inventata dall'abatefrancese Jean-Baptiste de La Chapelle nel 1775. Il
suo nome deriva dal greco skaphe - "scafo" e andros- "uomo". Fu la prima attrezzatura che permise
all'uomo di esplorare i fondali marini, fluviali e dei laghi.
Storia
Dopo i primi avventurosi tentativi, i sistemi vennero man mano perfezionati. Dopo un inizio
essenzialmente militare, l'idea consisteva nell'ipotesi di potersi avvicinare di nascosto ai navigli nemici
per affondarli (idea anche di Leonardo da Vinci), la complessità dell'attrezzatura ed i rischi che correva
l'operatore la cui vita dipendeva dal costante rifornimento di aria da parte degli assistenti di superficie
indirizzarono gli sforzi per permettere a chi operava una certa tranquillità non compatibile con
operazioni militari di sabotaggio.