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Storia Contemporanea Appunti Completi GIORGIO ALDO DEL ZANNA
Storia Contemporanea Appunti Completi GIORGIO ALDO DEL ZANNA
09.10.2020
LA CRISI DELL’EUROPA
La crisi dell’Europa è dettata da differenti fattori:
1. Con la conquista dell'America il mondo assunto impronta data dagli europei e poi ha
iniziato a cambiare nel corso del Novecento durante la Prima guerra mondiale poiché
l'Europa perde la sua funzione centrale. Questo evento però e soprattutto evidenziato con
la fine del colonialismo (decolonizzazione);
2. Alla fine del Novecento con la fine della Guerra Fredda (=confronto tra l'America e
l'Unione Sovietica di cui l'Europa era il punto di confronto) l'Europa non si identifica come
un'unica realtà &
3. La transizione demografica=Europa è un continente sempre più anziano dove i giovani
sono ormai una minoranza=>una società che invecchia è meno proiettata sul futuro.
Questa crisi della centralità europea ha spinto gli europei a porsi maggiori domande per capire le
dinamiche globali in chiave storica=>globalizzazione però emerge eurocentrismo.
23.10.2020
Le rivoluzioni industriose sono rivoluzioni legate alla domanda crescente di beni di consumo
avvenuta in Asia; mentre le rivoluzioni industriali sono rivoluzioni legate all’offerta crescente di beni
di consumo a basso costo per risorse energetiche; ricerca dell’innovazione e sfruttare territorio e
schiavi avvenuta in Europa.
La fibra dei tessuti dominante in Europa era la lana che era poca e difficile da lavorare (come la seta)
ma adesso arriva anche il cotone che era tanta e facile da lavorare e colorare.
La rivoluzione industriale è un cambiamento irreversibile in ambito sociale con ascesa della
borghesia.
Lo stato può essere definito tale quando ricorrono tre elementi: 1. territorio; 2. istituzioni e 3. popolo.
L’Europa presenta stati moderni con forme di “patriottismo” sempre più forti => l’integrazione delle
economie rese le popolazioni sempre più interconnesse e consapevoli di appartenere ad uno spazio
comune facendo consolidare così la politica territoriale non più dinastica. Le élites tesero a
sovrapporre patriottismo e identità culturale.
In Medio Oriente, Africa e Asia si fondano società civili con sviluppo dei piccoli ceti urbani.
Purtroppo, durano poco perché nascono dei movimenti dopo una crisi sociale ed economica che
rivoluzionano i regimi politici.
Gli imperi asiatici per tenere il passo delle potenze europee non riescono a mettere in campo risorse
per rendere più efficace il sistema militare e a poter mantenere il controllo territoriale più
ampio=>Asia entra in crisi.
Europa cresce molto più velocemente rispetto al resto del mondo pur essendo partita dallo stesso
punto degli imperi asiatici.
Il dominio dei mari da parte degli europei permette uno sviluppo del settore economico più dinamico:
il sistema delle piantagioni caraibico-americano=>Stati europei hanno bisogno di risorse ma possono
contare sulle colonie.
Il Regno Unito è impero marittimo, senza eserciti quindi impiega le risorse per mantenere flotte
militari per aprire e gestire rotte commerciali; ma va contro la Francia=>contesa atlantica fra Francia
e Regno Unito
La guerra dei Sette anni=conflitto importante perché segna uno spartiacque tra Francia e Regno
Unito=>avendo radici europee è combattuta fuori dall’Europa per avere territori europei.
Alla fine della guerra dei Sette anni (alla fine del 700) avvengono le 2 rivoluzioni più importanti:
quella americana del 1776 (indipendenza dal Regno Unito e nascita degli Stati Uniti d’America con
Dichiarazione d’Indipendenza=>crisi per l’Inghilterra che subisce questa rottura e la spinge ad andare
verso mondo asiatico) e quella francese (rappresentanza e sovranità popolare e spese sostenute(idee
americane) mettono in crisi la monarchia francese creando un conflitto tra clero, monarchia e terzo
stato=>rivolte sociali e regionali con scontri fra girondini (federalisti) e giacobini (centralisti).
L’affermazione dei Diritti dell’Uomo come principio universale=>la Francia di Napoleone che
esporta le sue idee di ideologia e potenza giustificano l’ultimo tentativo dell’egemonia francese
sull’Europa (Civilisation universelle). Con l’egemonia napoleonica si afferma in Europa un modello
di stato centralizzato che esercita un controllo pieno sul territorio e che ha una capacità di penetrazione
nella società molto più forte di prima.
30.10.2020
La politica imperiale europea proiettata oltre al proprio raggio porta alla definizione di potenza =>
c’è bisogno di maggiori risorse e quindi avviene processo di espansione.
In un quadro di crescente ricerca di potenza imperiale il sistema di Vienna è contradditorio perché da
una parte fondato su principio di equilibrio tra potenze e dall’altra questo equilibrio di potenza spinge
europei a tensioni extraeuropee che poi riconfluiranno sul mondo europeo. Il Congresso di Vienna
(1815) garantisce la pace fino alla Prima Guerra Mondiale però alimenta una competizione crescente
che sarà poi l’origine del conflitto mondiali.
Agli inizi del XIX secolo le colonie latinoamericane si rendono indipendenti secondo un principio di
sovranità (=capacità di autogoverno per non dipendere più) non secondo un’idea nazionale (=popolo
che si riconosce negli stessi elementi culturali agganciati a realtà politico-territoriale creando uno
Stato). Il processo di indipendenza secondo il principio di idea nazionale sarebbe stato difficile nel
contesto dell’America latina perché le classi dirigenti latinoamericane erano spagnoli o creoli molto
integrati nella madrepatria oltre che sotto dominio spagnolo estraneo era molto ingerente e quindi in
reazione poteva venirsi a creare identità nazionale opposta e poi perché in sud America non esistevano
identità nazionali con identità specifiche e locali perché prima nascono prima territori con confini. La
Spagna era quasi totalmente dipendente dalle colonie latinoamericane quindi quest’ultime solo
tardamente decidono di non finanziare più economicamente la madrepatria e quindi affermarono un
principio di sovranità decidendo di gestirsi da sole le proprie risorse e di separarsi dando vita a stati
indipendenti senza proprie identità poi daranno vita a identità nazionale.
Alla fine del Settecento l’Impero ottomano trova una sua centralità strategica dovuta al fatto che è
una cerniera tra Asia ed Europa; non è una periferia.
La novità è l’irrompere dell’Impero russo nel Mar Nero dovuta a interessi di espansione territoriale e
vuole liberare Costantinopoli dal controllo ottomano liberando le popolazioni ortodosse che un tempo
gli avevano trasmesso la religione => espansione di carattere geopolitico verso Mar Mediterraneo
guadagnano influenza su popolazioni ortodosse e slave dei Balcani.
La Russia che spinge verso Mediterraneo est si scontra con espansione anglofrancese vero Ovest sul
territorio ottomano. La spedizione napoleonica in Egitto di tipo politico militare e culturale per
conoscere di più l’Oriente attraverso un incontro e si accelerano le trasformazioni già in atto lì.
L’Europa inizia ad essere vista come superiore ed un modello per l’oriente => cambiamento culturale.
La cultura orientalista è l’insieme delle discipline che iniziano a studiare l’Oriente a seguito della
spedizione napoleonica cambiando la sua visione attraverso un approccio testuale (gli europei
elaborano visione dell’Oriente che è rappresentazione, non realtà) => riflette sguardo europei su
questo mondo che sottolinea la differenza di modernità (loro meno moderni rispetto a noi europei) e
porta cultura in civiltà orientale ritenuta arretrata.
06.11.2020
Con gli eventi del 48 si rompe l’idea di restaurazione del Congresso di Vienna (1815) e si h un
conflitto tra principio nazionale (=il popolo ha diritto di scegliere liberamente il proprio sistema di
governo) e principio dinastico (=il popolo non ha diritto di scegliere il sistema di governo, ma deve
riconoscere al re il diritto di esercitare il potere e di trasmetterlo ereditariamente). Inizia così a
prendere forma l’idea di unificazione dello Stato come nazione in Italia e Germania che erano divise
in staterelli piccoli. In Italia inizia il processo con le 5 giornate di Milano. Nel 1870 nasce il Secondo
Reich con Bismarck escludendo l’Austria tedesca mentre nel 1861 nasce il Regno d’Italia come
progetto di stato nazionale possibile in quel periodo.
Nella prima metà dell’Ottocento si va consolidando una crescente espansione europea fuori
dall’Europa => incontro con popolazioni musulmane e idea importante di civilizzazione universale.
Si afferma la legittimità ibrida (=idea inclusiva che il dominio europeo è verso la civilizzazione e il
progresso presso le popolazioni extraeuropee) anche e in modo difficile.
L’espansione coloniale e l’espansione missionaria sono diverse perché la prima è volta alla conquista
e alla sottomissione di un territorio giustificato da idea di portare civilizzazione mentre l’espansione
missionaria è volto a educare alla religione cristiana le popolazioni locali di un territorio conquistato
dai colonizzatori e convertirle al cristianesimo partendo con l’idea di garantire assistenza religiosa
alle colonie. La religione diventa anche elemento di giustificazione dell’espansione coloniale. C’è
una contraddizione profonda perché imperi coloniali si sviluppano con idea di espansionismo
civilizzatore a cui non corrisponde mai un uguaglianza tra le popolazioni degli imperi coloniali; ma
si ha una sudditanza perché non si dà diritto di cittadinanza ai sudditi e col tempo porterà alla fine
della colonizzazione.
La rivoluzione industriale è un fenomeno globale (non europeo) che 1.non si diffonde in modo
uniforme ma vede zone fortemente industrializzate ed urbanizzate affiancate da zone meno
industrializzate (ex. Londra e Manchester industrializzate mentre Irlanda no, in Italia le regioni del
nord sviluppate mentre sud no); 2.non segue un unico modello quindi non è imitativo, ma adattamento
di prodotti al contesto locale; 3. avviene in modo lento.
Lo sviluppo delle reti infrastrutturali è importante per la diffusione più ampia di prodotti in maggior
quantità a basso costo e per la diffusione a livello globale di armi. Tali beni si diffondono grazie a:
esistenza di rete commerciale globale, mezzi di trasporto a vapore (treni e navi), domanda di beni di
lusso europei da parte delle élite benestanti anche fuori dall’Europa. Altro strumento fondamentale è
il telegrafo che rende possibile una comunicazione di informazioni prettamente simultanea a livello
globale => 1. economia globale dei capitali (mercato finanziario globale separata da merci con centro
in Londra); 2. agenzia di stampa che diffonde giornali con notizie da tutto il mondo e 3. Stati possono
esercitare possono esercitare maggior controllo su periferie influenzando relazioni diplomatiche
internazionali (comunicazioni tra Stati con diplomatici e Governo centrale).
Nascono le correnti di pensiero marxista (critica capitalismo per superarlo) e liberalista (parla del
capitalismo come libertà di scambio di beni e di idee) che riflettono su questo mondo capitalista
globalizzato.
Sempre di più l’Europa di muove su orizzonte globale e industriale => negli anni 40 iniziano guerre
dell’oppio da parte dell’Inghilterra per aprire i porti cinesi a scambi con l’Europa => Trattati Ineguali
che costringono Cina ad aprire porti al sud allo scambio commerciale con Europa. Anche in Medio
Oriente l’Impero Ottomano viene forzato a scambi commerciali con gli inglesi col Trattato anglo-
ottomano. Tali imposizioni indeboliscono la dottrina liberale e creano un sistema integrato
dell’economia mondiale (dialogo europei con élite cinesi) => porti cinesi come Canton si aprono.
A partire dalla metà dell’Ottocento il colonialismo, che tendeva ad essere inclusivo in nome di una
civilizzazione universale, passa ad un eurocentrismo esclusivo affermando l’idea di una superiorità
culturale e morale del mondo europeo creando distanza col mondo extraeuropeo.
13.11.2020
Il mondo asiatico si apre in modo crescente all’influenza occidentale => Guerre dell’oppio e trattati
ineguali apertura porti cinesi a inglesi => soprattutto influenze culturali occidentali.
Nel 1868 il Giappone inizia una fase di più intensa modernizzazione coniugando elementi occidentali
(esercito, polizia, amministrazione, università) con quelli della tradizione locale. diventa il primo
stato costituzionale dell’Asia. La globalizzazione adattiva cioè le élite del mondo extraeuropeo
guardano all’esempio europeo producendo movimenti di riforma con acquisizione selettiva
preservando disprezzo per lei. Allontanarsi dalla tradizione locale feudale verso apertura culturale
europea ma non totalmente.
Si crea una tendenza verso unipolarismo culturale=gran parte del mondo guarda al modello euro-
britannico imponendo un’idea universale del progresso => si diffondono stampa e giornali ma non la
cultura, la lingua e la religione britannica.
Nel corso del XIX secolo si sviluppano più ampie relazioni economiche mondiali fuori dal controllo
degli Stati. Ma non si ha ancora un’economia globale unitaria.
Il volume del commercio mondiale crebbe tantissimo anche se si svolge ancora nell’area euro-
atlantica) e quindi resta ancora un policentrismo.
La nuova realtà mondiale si spostò da u paese ad un altro => grandi migrazioni europee verso
Americhe & russi asiatici, indiani, cinesi e giapponesi immigrati verso altri Paesi. Grazie a diaspore
di emigrati si rafforzano legami transnazionali.
Nel corso del XIX secolo fu possibile trasportare quantità sempre maggiori di merci lungo le grandi
distanze (con tempi e prezzi sempre + convenienti) => si trasforma radicalmente il mercato delle
derrate alimentari, introducendo una prima divisione del lavoro su scala mondiale (paesi produttori e
paesi importatori
Col protezionismo la politica tende a occuparsi sempre più dell’economia mondiale => globalismo
non è più destino ineluttabile ma qualcosa su cui poteva intervenire attraverso la politica degli Stati.
In quest’epoca si ha anche un forte processo di “territorializzazione” per connettere la dimensione
sociale ad uno specifico territorio coincidente con lo Stato-nazione (nazionalismo) => Stato aumenta
capacità di controllo territoriale sull’economia porta alla costruzione della nazione. L’integrazione
dell’economia mondiale deve ora andare a vantaggio dello Stato-nazione.
Il controllo dell’economia mondiale divenne l’obiettivo principale degli Stati => politica di potenza
assume sempre più carattere aggressivo => mondo diviene spazio di interazione tra Stati concorrenti.
Tra fine Ottocento e inizio Novecento raddoppia il tasso di crescita della popolazione => cresce idea
di della necessità di avere uno “spazio vitale” => competizione per la spartizione delle terre non
ancora colonizzate.
L’imperialismo è fenomeno che ha molteplici cause: economiche, strategiche, politiche e sociali =>
rapporti di dominio coloniale già presenti si rafforzano in Asia e Africa.
Nei decenni precedenti la 1GM il mondo è una realtà indipendente nel suo complesso => sviluppo
dell’alfabetizzazione e della comunicazione.
Con l’esplorazione dei poli si completa la conoscenza della terra e si ha una profonda trasformazione
delle esperienze del tempo e dello spazio: creazione di fusi orari e motore a vapore.
Primi decenni 900 segnati da crescente integrazione dell’economia molto più unitaria alla vigilia della
1GM.
Agli inizi del XX secolo il sistema delle potenze divenne globale sia per ampliamento di influenza
europea (GB e Russia) sia per emergere di nuovi centri di potere (USA e Giappone).
20.11.2020
Teorie di Darwin applicate a competizione tra stati (lotta per supremazia del più forte sul più debole
per guadagnare lo spazio vitale), diverso da pensiero originale (teoria dell’evoluzione con
meccanismo di selezione per contrastare le tesi razziste di poligenismo) => spazio vitale sempre meno
in Europa e si cerca fuori (corsa a conquista di Africa).
Maggior possibilità di espansione con idea di spazio da conquistare accresce idea di poter diventare
più gradi che anima molti stati europei => corsa ad accaparrarsi spazi e risorse.
Nazionalismo cambia perché diventa più esclusivista (noi e altri), aggressivo (si difende perché teme
competizione di altri), razzismo (rappresentazione anche tra europei) portando a tensione; a differenza
della usa nascita come nuova forma di integrazione nello stato.
Imperialismo è mix di cose diverse dove rientrano tre cose principalmente: nazionalismo, capitalismo
e razzismo.
Imperialismo come competizione e conflitto tra G.B. e Francia per ragioni diverse perché G.G.
vedeva in lui ragioni economiche e commerciali, mentre la Francia ragioni politiche (affermazione
della sua grandeur) => si scontrano soprattutto in Africa.
Religione laica per idea sacrale della civilizzazione in chiave di legittimazione.
Nascono le prime alleanze europee permanenti con Bismark che durano più anni e possono essere
rinnovate per garantire equilibri europei (Patto dei tre imperatori tra Germania, Russa e Austria e
Triplice alleanza antifrancese tra Germania, Austria e Italia). Questo sistema entra in crisi alla fine
dell’800 perché impero russo entra nei Balcani e impero austriaco espulso da Germania portando a
rivalità tra potenze russa e austriaca => nuovo equilibrio europeo fondato su: a. rinuncia ad ulteriori
espansioni territoriali & b. alleanze globali (GB cerca intesa con USA, Francia e Russia in funzione
antitedesca perché rivalità tra potenza russa e austriaca nei Balcani + francese e tedesca).
Le due rivali in campo coloniale (G.B. e Francia) si alleeranno per far fronte a potenza tedesca con
l’Entente cordiale. In Asia scontro tra Inghilterra e Russia perché quest’ultima cercava sbocco sui
mari (Iran & Afghanistan pressione da nord Russia e da sud Inghilterra) si alleano contro Germania.
Mentre si accrescono timori di scontro globale tra le potente, si sviluppano anche nuove forme di
cooperazione internazionale (movimenti transnazionali): Croce Rossa, movimento delle Suffragette
per suffragio universale, Primo parlamento mondiale delle Religioni a Chicago (religioni iniziano a
connettersi), partito Internazionale socialista, 2 Conferenze dell’Aja (Olanda) per regolare in modo
pacifico le tensione internazionali per evitare un conflitto.
Agli inizi del 900 scoppia la guerra russo-giapponese spinse a guardare le civiltà in modo diverso =>
prevale impero zarista (nazione moderna non europea) contro una delle grandi potenze occidentali.
La Vittoria del Giappone dimostrò come anche una civiltà extraeuropea poteva essere pari all’Europa
sul piano militare, uno degli ambiti dove si esprimeva più compiutamente la modernità occidentale
=> inizia crisi eurocentrismo.
La parte di società non coinvolte direttamente nella guerra (donne) sono comunque coinvolte dando
sostegno e producendo tutto ciò che serviva ai soldati sul fronte.
Grande entusiasmo all’inizio ma nel corso del tempo diventa fondamentale sostenerla con la
propaganda di stato che seleziona notizie da pubblicare in giornali creando controllo su opinioni =>
crescente ruolo dello stato.
La guerra porta ad un rafforzamento dell’identità nazionale compattando la società => spinge milioni
di persone a fare esperienza dello stato e ad alfabetizzarsi perché soldati al fronte devono scrivere
mantenendo legame con famiglia e per dare parola a condizione indicibile (scrivere tiene
umanizzazione in un contesto di disumanizzazione in trincea).
Carattere industriale della guerra dovuto alle innovazioni tecniche e applicazione di pratiche
industriali alla guerra => supremazia delle macchine sull’uomo, non etica bellica.
Con guerra scienza medica per sopperire al dramma umano (orrore) fa un salto innovativo con le
protesi. Il mutilato fisico sarà il protagonista del dopo guerra che aveva impatto molto forte nella
coscienza collettiva, ma anche impatto psichico perché produrrà effetti profondi che resteranno
menomale per l’orrore e lo stress che vivono (shock post-traumatico). Soldato senza nome.
All’inizio non si usavano gli elmetti di metallo per proteggere la parte della testa più esposta in
trincea.
Gli imperi coloniali (G.B. e Francia) attingono dalle proprie colonie uomini da far combattere al
fronte.
Conflitto mondiale che si innesca nei Balcani perché territorio di confronto acceso tra Austria e
Russia ma si sviluppa anche nazionalismo marcato ed aggressivo di tipo etnico nei suoi stati. Guerre
introducono carattere demografico => Assassinio di Sarajevo dell’imperatore austro-ungarico
Francesco Ferdinando da parte di un nazionaliste 19enne aveva progettato unione di Austria,
Ungheria e Serbia (maggioranza della società). Questo episodio non è l’innesco diretto della guerra,
ma porta ad una serie di scelte nate da scontro tra Austria e Serbia che condizionano scenario
europeo.
In poche settimane nel 1914 l’Europa si trova del tutto coinvolta in questo conflitto.
Socialisti appoggiarono intervento in guerra per passione nazionale che supera ideologia; anche
grande industria del nord con Corriere della sera favorevoli a entrata in guerra perché nella guerra
grande occasione; nazionalisti spingevano entrata in guerra contro Austria che vedevano conflitto
per Italia guerra di indipendenza per riprendere territori austriaci (Trentino, Alto Adige e Trieste).
Voci contrarie venivano la Chiesa con Papa Benedetto XV; i cattolici che successivamente
sostengono intervento per dimostrare che italiani sono pienamente nazionali.
27.11.2020
Con la Prima Guerra Mondiale cambia irreversibilmente non solo la geografia dell’Europa ma anche
quella del Medio Oriente.
Nel 1919 i grandi cambiamenti riguardano il centro dell’Europa dovuto alla dissoluzione degli imperi
centrali perché si creano nuovi Stati (Austria, Ungheria, Jugoslavia, Romania si amplia acquisendo
territori austroungarici, Ceco Slovacchia, Polonia, 3 repubbliche baltiche).
Austria e Ungheria che erano i 2 centri del vasto impero si ritrovano 2 piccoli stato nel cuore
dell’Europa che stimolano spinte revisioniste verso i trattati.
Nascono 2 stati inediti: 1. Jugoslavia è regno frutto dell’unione tra Serbia con Macedonia, Croazia e
Slovenia con centralità dell’elemento serbo e con conflitti all’interno & Cecoslovacchia è stato ibrido
che unisce popoli cechi e slovacchi (+ povero e agricolo) con egemonia ceca con due funzioni perché
baluardo verso mondo russo già con rivoluzione ma anche perché doveva impedire che il mondo
tedesco ritornasse a rafforzarsi troppo.
La Polonia si afferma come stato nazionale fedele ad antico regno polacco più sbilanciata verso il
Baltico, ma avrà vita breve perché spartito tra Germania nazista e URSS.
Nuovi stati che cercano di rispondere alle aspirazioni nazionali presenti nei popoli dell’Europa centro-
orientale => “ogni popolo ha diritto a costituirsi in stato” non trova spazio nei nuovi assetti
dell’Europa uscita con trattati perché nei territori vi sono diverse popolazioni che impediscono la
costruzione di una netta identità nazionale e perché presentano il problema che hanno territori abitati
da minoranze diverse (Ex. Romania con minoranze ungheresi).
Il quadro che esce dalla Prima Guerra Mondiale è problematico perché formato da: Germania
umiliata con territorio ridotto per Alsazia e Lorena a Francia e Prussia orientale a Polonia e nuovi
Stati instabili perché non sono pienamente nazionali perché non omogenei ma plurali e soggetti a
rivendicazioni di minoranze nazionali.
L’Italia guadagna Trentino con Trento e Trieste con suo entroterra Istria dallo scioglimento
dell’Impero Austroungarico => definizione di frontiera orientale che garantiva propria sicurezza e
superiorità marittima nell’Adriatico dovendo fronteggiare Regno Jugoslavo. La Questione di Fiume
si lega anche a vicenda della sistemazione dell’Impero Ottomano.
L’altro Impero che subisce una piena dissoluzione è quello Ottomano dopo essere uscito sconfitto
perché alleato della Germania e dell’Austria e nel trattato di Sèvres che riduce i suoi territori facendo
nascere nel Medio Oriente arabo la Siria e il Libano che sono mandati della Francia (=affidamento
internazionale ad alcuni stati europei il compito di accompagnare questi nuovi stati all’indipendenza
fatto dalla Società delle Nazioni) controllati direttamente e la Palestina, la Giordania e l’Iraq sotto
mandato dell’Inghilterra.
Oltre a questi mandati si prevedeva la creazione di un unico regno nella penisola araba dove c’erano
i principali centri musulmani sotto la dinastia Saud (clan dominanti la regione) sotto controllo
indiretto degli inglesi => monarchia Arabia Saudita.
La Russia attraversa cambiamenti di regime politico più che a livello geopolitico perché è legato
soprattutto all’avvento della Rivoluzione russa e alla fine degli assetti imperiali dinastici non portando
a dissoluzione territoriale. L’Unione sovietica si presenta in netta rottura col passato ma anche in
continuità con l’impero per i territori con diversità etniche.
La Grande Guerra segna un passaggio decisivo nella storia europea => tensioni tra potenze europee
portano ad un conflitto mondiale => inizio del declino dell’egemonia europea nel mondo. Europa
sconvolta da conflitto totale di tutte le popolazioni, indebolita da istituzioni politiche, umiliata da
intervento americano e spaventata da Rivoluzione russa.
A partire dall’India inizia un movimento nazionalista anticoloniale per liberarsi dal dominio
britannico => giovane avvocato Ghandi figlio dell’Impero che si sentiva pienamente suddito anche
se ha studiato a Londra e ha lavorato in Africa => combatte con fedeltà a Impero britannico con idea
che potesse aprire maggiore autonomia a India all’interno; ma poi alla fine della guerra (1919),
quando gli inglesi decidono di mantenere leggi restrittive, non lo vede d’accordo e inizia il movimento
che puntava a ottenere indipendenza che si otterrà nel 1947.
Anche nel mondo islamico contemporaneo vi sono movimenti anticoloniali che seguono quello
dell’Egitto ponendo fine al Califfato e nell’Impero Ottomano. Nel 1924 La nuova Turchia nasce come
Repubblica Nazionale Laica rompendo col passato imperiale e l’islam si frammenta in Stati diversi
culturalmente e politicamente con una crisi.
04.12.2020
Nella grande crisi europea successiva alla Prima Guerra Mondiale si formano nuovi regimi che
cercano di rispondere al protagonismo delle masse che chiedono di essere rappresentate avendo
rilievo politico: Leninismo (bolscevico incentrato su partito internazionale) in Russia, Fascismo con
autarchia nazionalista violenta, militarismo, statalismo ed esaltazione tecnologica per riportare ordine
dopo sconfitta in Italia (questione di Fiume), Spagna, Giappone e Germania (trattato di Versailles
1919 che la costringe a cedere territori, a ridurre effettivi militare e a pagare ingenti somme di denaro
per la responsabilità del conflitto => compatta il popolo tedesco per reagire a questo trattato su cui fa
leva il movimento nazista) => modello di progresso e modernizzazione rapido per colonie.
Il movimento nazista nasce nei primi anni 20 come piccolo movimento guidato da figura incolore di
Hitler perché origini asburgiche e combatte nell’esercito asburgico conoscendo bene la Guerra =>
movimento nazionalsocialista che unisce dimensione dei lavoratori e quella nazionale. Si riprende la
tradizione del mito ariano di fine 800 col razzismo scientifico, la teoria del darwinismo sociale e dello
spazio vitale e le usano come espressioni della razza superiore che ha diritto di dominare su razze
inferiori (slavi considerati come popoli dell’est destinati ad essere schiavi, ebrei). Scopo è unificare
etnie in una Germania unica. Nel 1933 assume potere legale e inizia processo di consensi.
La concezione dei nuovi regimi del sistema internazionale è di tipo imperiale => a un ordine globale
liberale si contrappone un grande spazio imperiale perché le grandi potenze non sono più in equilibrio.
Il sistema delle relazioni internazionali si ideologizza => si radicalizza la competizione darwiniana
tra gli Stati: aggressione giapponese alla Manciuria; conquista italiana dell’Etiopia e espansione
nazista.
11.12.2020
In Asia movimenti nazionalisti per creare spazio economico e politico + integrato si erano formati
già durante l’occupazione giapponese => decolonizzazione e indipendenza in Asia e Africa: Siria e
Libani sotto influenza francese nel 46; India, Pakistan, Sri Lanka e Birmania sotto influenza inglese
nel 47; Palestina sotto mandato britannico nel 48 con nascita di Israele; Indonesia sotto influenza
giapponese nel 49 liberandosi dal dominio olandese pur avendo partito comunista in maggioranza si
cerca di non scivolare in regime comunista come Cina subendo durissime repressioni negli anni 50;
Nord Africa sotto influenza negli anni 50; Algeria sotto influenza francese dopo crisi di Suez nel 56
porta una crisi alla Quinta Repubblica di De Gaulle e la Nuova Costituzione con assetti presidenziali
e nel 1962 in un referendum l’Algeria diventa indipendente; Africa sub-sahariana negli anni 60.
Nascono paesi che vogliono essere nazionali anche se è difficile perché pieni di diversità etniche e
religione, non omogenei culturalmente. Prima degli anni 50 abbiamo gran parte dell’indipendenza in
Asia, successivamente anche l’Indocina francese. I dirigenti che guidano queste indipendenze si erano
formati in scuole europee o in Europa e avevano partecipato come soldati alla guerra; dunque,
ragionavano secondo l’idea di nazione europea.
Negli anni 70 in Occidente, la crisi economica e lo shock petrolifero (nel conflitto israelo-palestinese
gli arabi decidono di non dare più petrolio agli europei), mettono in discussione la fiducia in un
progresso inarrestabile. Inizio della globalizzazione che è processo di forte crescita di integrazione
economico-finanziaria.
L’Austerity pone fine a un trentennio di crescita economica e sociale => illusione di uno sviluppo
senza limiti finisce.
Il paradigma della modernizzazione occidentale viene messo in discussione perché esistevano limiti
dello sviluppo di un modello economico e paradigmi che funzionavano per il mondo occidentale non
funzionavano per quello orientale (teoria della secolarizzazione= regressione della religione
all’avanzare lineare e continuo della modernità.
I mutati assetti internazionali (ruolo della Cina, mondo arabo e terzo mondo) incrinano il bipolarismo
della Guerra Fredda. I crescenti processi di globalizzazione mettono in discussione in Occidente lo
Stato-nazione e il suo ruolo di imprenditore/protettore/benefattore (=welfare state).
Nei paesi in via di sviluppo la rapida modernizzazione comporta un forte processo di urbanizzazione.
Nelle vaste periferie delle nuove megalopoli in Asia, in Africa e in Sud America, le istituzioni
religiose restano un riferimento per milioni di persone.
Giovanni Paolo II, papa polacco, interpreta il cattolicesimo in chiave globale => viaggio globale del
Papa in continuazione è un modo con cui la Chiesa costruisce un rapporto col mondo.
Nel 1979, la rivoluzione iraniana con la nascita della Repubblica Islamica proietta l’Islam sullo
scenario globale => prima Repubblica in cui la religione islamica diventa centro di un’ideologia
politica.
26.02.2021
CORSO MONOGRAFICO:
LA CHIESA CATTOLICA IN ETÀ CONTEMPORANEA
La Chiesa cattolica è un soggetto storico molto particolare che rappresenta oggi un’istituzione molto
originale perché non solo è una delle istituzioni che ha più continuità storica (2000 anni) ma anche
perché è una delle poche istituzioni che ha una dimensione globale. Ha al suo centro Roma ma è
presente in tutto il mondo e quindi proiettata verso di lui. Non interviene direttamente nella storia ma
ne fa parte in modo religioso. La perdita del senso storico della Chiesa è una grande perdita perché
non è solo il senso religioso, ma come fede cristiana è anche altro.
Le religioni si stanno deculturalizzando (perdendo la cultura) diventando o fondamentaliste o
solamente moraliste (Ex. fondamentalisti islamici che hanno strumentalizzato violentemente il
Corano o suprematisti bianchi che si dichiarano cristiani senza seguire le Sacre Scritture). Ma le
identità non si costruiscono con la violenza ma con la cultura. La Chiesa è una realtà storia che ha
tentato di stare nella storia sia passando vicende gloriose sia pagine grigie.
La storia contemporanea è segnata da una grande novità: il laicismo all’interno delle istituzioni e un
ateismo dilagante. Infatti il potere deve essere laico non religioso.
La storiografia sta guardando la storia in rapporto con la società. Si può fare storia raccontando la vita
dei papi e dei vescovi. Diverso è fare la storia connettendola al contesto sociale ed economico. Ciò
che è cambiato è il fatto che la storia è diventata una materia di studio non solo per gli uomini di
Chiesa ma anche per i laici perché si possono avere tante prospettive.
Nel 1800 lo stato vuole creare le scuole pubbliche e laiche, ma ciò alla Chiesa non piace poiché
l'istruzione è nata nei monasteri e dai frati. L’800 è stato il secolo più missionario della Chiesa perché
gli uomini della Chiesa partivano per le colonie con lo scopo di civilizzare i “barbari”. I vescovi sono
i capi delle diocesi locali che vengono nominati dal Papa scegliendo il nome da un elenco di persone
più adatte datogli da un Congresso di cardinali (un ministero all'interno del Vaticano). Il Papato
scende a trattative col governo cinese che non vede bene le religioni, in particolar modo quelle
occidentali.
CONCILIO VATICANO I E L’INDEBOLIMENTO DELLA CHIESA
Col Concilio Vaticano I la Chiesa viene a coincidere con la figura del Papa. Dunque si dà per scontato
l’infallibilità della parola e del volere di Sua Santità. Con l’interruzione di questo Concilio nel 1870
con la Breccia di Porta Pia al Papa è stato tolto il suo Stato ed è diventato un ospite. Papa Pio IX
chiese, tra l’altro, l’esilio in Austria ma gli venne negato. Vennero promulgate della leggi che
andassero a tutelare i rapporti tra il Papa e i vescovi oltre a stabilire un indennizzo che lo Stato italiano
doveva versare alla Chiesa. In età contemporanea, quando la forza degli stati nazionali cresce e non
guarda più in faccia il Papa, quest'ultimo è costretto a farsi da parte in molte questioni: il potere
temporale era funzionale al potere spirituale. Il fatto che il Papa lotti per ottenere il suo Stato nasce
dall’idea che, nell'età degli Stati nazionali, per una buona parte della dirigenza lui non può essere
prigioniero di uno Stato dichiaratosi laico ed anticlericale. Coi Patti Lateranensi del 1929 l’Italia
riconosce l’indipendenza di una piccola porzione di terra governata dal Papa. Nell’età napoleonica
viene introdotta una burocrazia laica efficiente (Ex. il compito dell’anagrafe, cioè la registrazione dei
certificati di nascita e di morte, che era in mano alla Chiesa ora va in mano del Comune). Papa Pio
IX vede finire il potere della Chiesa.
KULTURKAMPF (1871-1887)
Bismark nella sua politica di costruzione dello Stato tedesco ha come obiettivo di rafforzare la
presenza di Berlino in regioni cattoliche come la Baviera ed il Baden. Occorre trovare il modo di
rendere i cattolici tedeschi fedeli a Berlino. Dunque comincia a fare emanare delle misure contro la
Chiesa che vengono chiamate Kulturkampf. Roma, essendo alla ricerca della soluzione alla questione
romana, chiede aiuto alla Prussia, la quale cerca di trovare una mediazione con la Chiesa modificando
alcune leggi del Kulturkampf. La diplomazia del Papato diviene la diplomazia della pace ma questa
linea di pacificazione, di cui il Papa Leone XIII necessita, si scontra con i pensieri dei tedeschi
cattolici che lo mostrano come un cedimento dallo Stato Pontificio. Davvero curioso il fatto che sono
stati i cattolici tedeschi a spronare la Chiesa a scontrarsi più sul Kulturkampf. La diplomazia Vaticana
prende coscienza che Bismark non ha intenzione di provare a risolvere la Questione Romana dato
che l’Italia fa molto comodo alla Prussia poiché ha una finestra sul Mediterraneo attraverso lo Stato
italiano. Già il Vaticano aveva compreso l’importanza di ribilanciare l’Europa che stava
soccombendo sotto il peso dell’influenza prussiana.
AMERICA LATINA
I primi flussi di migrazione europea durante l’Ottocento riguardano proprio l’America Latina ed in
particolar modo il Brasile, l’Uruguay e l’Argentina. Quelle terre all’epoca erano molto frammentate
ritrovandosi sempre di più sotto l’influenza statunitense. La Chiesa vive in quell’epoca una fase di
grande crisi e di forte emarginazione poiché le élite locali che rendono i loro paesi indipendenti
cercano di rompere i rapporti con la madrepatria compresi i legami ecclesiastici. Non a caso gli
indipendentisti latinoamericani che venivano finanziati dagli USA erano anticlericali e spesso erano
anche massoni (forte presenza massonica negli USA che erano loro finanziatori). La Chiesa oramai
conosce poco di quel continente perché aveva lasciato il controllo delle missioni al Portogallo ed alla
Spagna e quindi ha dovuto progressivamente, dai primi anni del ‘600, sottrarre il monopolio
missionario agli Stati che godevano una tradizione secolare. Nel frattempo si creava un distacco
significativo tra Roma e le periferie: non a caso nessun vescovo si era mai recato a Roma e viceversa.
Gli anni di Papa Leone XIII sono quelli in cui si rafforza la figura dei rappresentanti apostolici del
Vaticano nei territori americani e questa debolezza non è solo data dalla lontananza ma anche dal
fatto che le diocesi sono vastissime e sono composte da membri poco preparati. Per risolvere questi
problemi la Chiesa di Leone XIII cerca di moderare le politiche anticlericali che gli Stati che si erano
appena resi indipendenti avevano adottato intervenendo per istruire e per rendere più competenti i
membri che esercitavano le loro funzioni in quel continente ed infine per rafforzare la presenza
della Chiesa nel continente americano. La Chiesa Latino-americana, grazie a queste misure,
passerà da essere una realtà di periferia ad essere un polmone del cattolicesimo, tanto da dare a Roma
un Papa argentino: Papa Bergoglio. La Chiesa cattolica in questa esperienza di estroversione ha
trasformato molte società e viceversa perché la società ha trasformato la Chiesa portando quest’ultima
ad uscire dalla logica di ricondurre gli altri a sé. Papa Francesco dice che “Il mondo non è una sfera
ma un poliedro” indicando che il globo è pieno di angoli che dal centro sono più difficili da
raggiungere e la Chiesa, quindi, comprende che deve convivere assieme a persone che non accolgono
il messaggio del Vangelo e dunque può o giungerci a patto o semplicemente ignorarle. Il colonialismo
ha perso molto dal punto di vista militare e politico però ha lasciato dei segni indelebili come le lingue
che si sono diffuse in quell’epoca nel Continente Americano. Diverso però è stato il destino delle
missioni che sono rimaste attive ed hanno continuato ad esserci sempre con quegli stessi paesi che si
sono resi indipendenti dalle nazioni europee.
BENEDETTO XV (1914-1922)
Nel 1899 la Santa Sede segue con molta attenzione, seppur non fisicamente a causa della
frapposizione italiana, la convenzione dell’Aja che con un trattato cerca di moderare le mire
espansionistiche e di risolvere le possibili controversie internazionali tra le nazioni coinvolte. Il tema
della pace diventa uno dei temi principali in quell’epoca. Si arriva poi alla Prima Guerra Mondiale
che funge da spartiacque poiché la Chiesa si confronta con un evento inedito di una violenza assoluta.
La Santa Sede è costretta ad affrontare questo evento critico con Papa Benedetto XV come capo che
agisce come un grande diplomatico ricoprendo però il suo ruolo per pochi anni. La guerra è lacerante
e la maggior parte dei cattolici abbraccia l’ideale patriottico e nazionalista imposti dai governi
diventando interventista, anche se vi è una parte che è contro la guerra e un ipotetico intervento
italiano. Ricordiamoci che alle armi vengono richiamati tutti e non vi esiste la possibilità di scegliere
l’obiezione di coscienza. In tutti i paesi c’è un processo di sacralizzazione della guerra, tanto che
molti vescovi scelgono di schierarsi dalla parte dei governi e alcuni cattolici francesi sono contro
quelli tedeschi. Benedetto XV prega per la pace, mentre gli eserciti pregano per la vittoria della
guerra: infatti ad esempio molte chiese sono dedicate a Santa Maria della Vittoria oppure vengono
distribuiti dei fogli di carta sui quali vi è scritta “la preghiera del soldato italiano”. Quindi la linea che
il Papato sceglie di fronte alla Prima Guerra Mondiale è quella dell’imparzialità perché la Chiesa non
si schiera con nessuna nazione ma promuove la pace e difende i civili coinvolti e le vittime della
guerra. L’imparzialità non va confusa con la neutralità scelta dalla Svizzera che non viene coinvolta
nelle vicende belliche. Capita spesso che i discorsi del Papa vengano accusati di simpatizzare la causa
tedesca (per consolidare le proprie posizioni commerciali e militari nel mondo ed aumentare il proprio
prestigio internazionale dato che era la prima potenza in quasi tutti gli ambiti) piuttosto che quella
francese (per onorare la Triplice Intesa formata da una serie di accordi politico-militari siglati con
Gran Bretagna e Russia che consistevano nel difendere militarmente uno Stato facente parte di questo
patto che era stato attaccato da una potenza esterna e per riprendersi i territori dell’Alsazia e della
Lorena che le erano state sottratte dalla Germania nel 1871 col Trattato di Francoforte) o britannica
(per riacquistare il proprio predominio commerciale ed industriale che le erano stati tolti dalla
Germania e per onorare anche la Triplice Intesa con accordi di difesa) o russa (per difendere la Serbia
che era sua alleata al fine di realizzare il panslavismo che vedeva i paesi slavi assoggettati alla grande
Russia) o austriaca (per rivendicare l’erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico Francesco
Ferdinando) perché Papa Benedetto XV difende i prigionieri militari di ogni schieramento.
Ovviamente la sua linea diplomatica non viene presa in considerazione e difatti si ritiene che la guerra
finisca quando uno Stato si arrende.
REGIMI TOTALITARI
Il papa si milita ad impegnare i cattolici nella formazione di un nuovo ordine internazionale ed allarga
determinate riflessioni anche ad argomenti di economia, giurisprudenza e società.
DEMOCRAZIA CRISTIANA
Nel 1943 nasce la Democrazia Cristiana. Quando l’Italia viene occupata dalle truppe anglo-americane
i cattolici si impegnano a supportare la resistenza per liberare la penisola il più presto possibile. Il
Papa individua le cause della Seconda Guerra Mondiale in un potere politico tolto dalle mani dei
cittadini. Fino alla Prima Guerra Mondiale si pensava che la guerra fosse una punizione divina. Il
papa poi punta il dito contro il separatismo cioè la laicità dello Stato riconoscendo una “democrazia
religiosa” come miglior compromesso. Per il cardinale Ottaviani la DC deve essere uno strumento
per arrivare al Parlamento e per spingere a tornare al vecchio ordinamento. Lo statista Alcide De
Gasperi è molto attento a non sbilanciarsi sulla questione della forma di governo (monarchia o
repubblica) e difatti i braccianti=contadini sostengono il re mentre i borghesi e gli industriali
vorrebbero la repubblica. Nel 1946 viene riformata l’azione cattolica poiché alcune associazioni
vengono legate sempre di più alla figura del vescovo, ma secondo altri questa riforma servì per
rendere più autonome le varie diocesi. La Diocesi di Piacenza era ben diversa da quella di Bari,
nonostante entrambe facessero parte del magistero. Dopo questa riforma vengono scomunicati i
comunisti.
OPERAZIONE STURZO
Nel 1952 viene promossa l’alleanza tra il Movimento Sociale Italiano e la Democrazia Cristiana col
fine di creare un argine contro i comunisti. Molti vedono il tramonto del pontificato con la morte di
Pio XII, l’ultimo papa re, anche se il potere temporale era stato perduto da Pio IX il 20 settembre
1870 con la Breccia di Porta Pia che aveva sancito l’annessione di Roma e dello Stato Pontificio al
Regno d’Italia.
07.05.2021
La Chiesa è una grande realtà contemporanea che ha uno sguardo anche oltre la cristianità. Papa
Francesco è visto come una grande figura con cui dialogare con gli altri nella globalizzazione =>
rivoluzione ma questo Papa è anche visto come un papa che insiste molto sulle tematiche di maggior
importanza, ad esempio l’ambiente, la migrazione e tanto altro.
La segreteria di Stato come ufficio più vicino al Papa per aiutarlo nelle varie questioni è divisa in 2
sezioni: 1. questioni clerico-ecclesiastiche interne della Santa Sede e 2. questioni con gli altri Stati da
parte del Papa quindi gli affari tra il Papato e gli altri Stati. Il segretario di Stato è una figura cardinale
molto importante che funge da mediatore tra il Papa e i diplomatici di stati esteri.
Montini viene indirizzato negli anni 20 (periodo di grande fermento) verso la carriera diplomatica
anche se non studia presso l’Accademia dei Nobili Ecclesiastici a Roma. Entra anche come
collaboratore e coordinatore presso la segreteria di Stato sempre a partire dagli anni 20. La curia
romana era dominata dai romani, con una sensibilità e cultura totalmente differente da quella
bresciana. Montini è un grande intellettuale con una sensibilità diversa perché attento ai problemi che
viveva il cattolicesimo europeo nel rapporto con tutte le sfide del mondo moderno sia europeo sia
extraeuropeo (società industriale, stati nazionali con regimi, …).
Papa Benedetto XV scrive l’enciclica “Maximum Illud” nel 1919 come una riforma sul come separare
le missioni dal colonialismo: i missionari devono prendere la cittadinanza dei paesi in cui vanno a
stare e quindi staccarsi dal proprio paese d’origine e devono sviluppare le chiese e le diocesi locali
inserendo il cristianesimo nei paesi extraeuropei. Montini si preoccupa anche di riformare il modus
operandi della celebrazione liturgica perché ora siamo abituati a pensare che la messa sia un momento
di condivisione, mentre all’epoca era differente dato che infatti molte persone erano solite appartarsi
per pregare. I cattolici si assumono delle responsabilità pubbliche con la politica e Montini si rivela
un papa che si preoccupa delle relazioni esterne con le altre nazioni.
Montini fa la sua carriera fino a diventare uno dei più stretti collaboratori di Papa Pio XII con la figura
del sostituto sotto al segretario di Stato (sostanzialmente ha un rapporto strettissimo col papa tanto da
divenire suo figlio spirituale). Durante la Seconda Guerra Mondiale Montini lavora
all’organizzazione che la Santa Sede mette in piedi per aiutare i prigionieri di guerra, i profughi e gli
alleati e nella Roma occupata dai nazisti nel 1943 Montini è braccio destro del Papa nell’azione di
nascondere molti ebrei sfruttando il carattere di extraterritorialità del Vaticano (Tanti sono stati salvati
negli ospedali gestiti dagli ordini religiosi). Montini lavora anche nella costruzione di un postfascismo
perché già negli anni 30 diventa assistente della sezione romana della FUCI (Federazione Università
Cattolici Italiani) lavorando sotto il fascismo per formare un gruppo di giovani (sia uomini che donne)
che diventano i grandi leader della classe dirigente postguerra della Democrazia Cristiana (partito
unico di cattolici d’ispirazione cattolica fondato da De Gasperi col sostegno di Montini senza mediare
tra Chiesa e società) che guideranno il paese italiano nella celebre Prima Repubblica.
LA MISSION DE FRANCE
In Europa negli anni 40 durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra a Parigi
nella Francia cattolica e molto più moderna ed industrializzata il Vescovo di Parigi sente che nelle
periferie operaie della città la gente non crede più e che ci si sta allontanando dalla Chiesa così crea
delle missioni andando in mezzo alla gente operaia e scegliendo di vivere come loro per riannunciare
il Vangelo in modo nuovo in Francia. Nascono quindi i preti operai che vivono il loro ministero in
fabbrica andando in mezzo agli operai. È un’esperienza originale e ardita e talmente nuova che viene
vista con sospetto perché si pensa che questi preti cedano alle idee marxiste dato che sentono che il
problema dell’ingiustizia sociale è molto forte. Vi è il problema della vita operaia che era molto
pericolosa poiché i padroni potevano fare dei loro operai ciò che volevano ed infatti all’epoca si
moriva moltissimo => problemi di grande ingiustizia sociale. Il mondo della fabbrica era uno dei
pochi mondi in cui la Chiesa era totalmente estranea fino a quel periodo perché si entrava in un
territorio ostile popolato da milioni di persone. Papa Pio XII interrompe questa esperienza nel 1954
poiché molti preti cominciavano a simpatizzare per la causa operaia. Questa esperienza era stata vista
con molto interessamento da Montini anche se lui era molto critico per gli esiti ma attento alla risposta
a questo mondo di gente allontanata => Montini quando arriva a Milano nel suo discorso d’ingresso
dice che “la Chiesta deve parlare ai lavoratori, ai poveri e ai lontani” per indicare i lavoratori come
mondo lontano culturalmente, i poveri come monto lontano socialmente e i lontani come mondo
lontano religiosamente quindi c’è sfaccettatura e crisi in Italia che era uno stato che si diceva cattolico.
Le 3 dimensioni (lavoratori, poveri e lontani) si ritrovavano nella stessa persona negli anni di forte
polarizzazione perché si intrecciavano nelle figure degli operai, poveri e lontani dalla terra natia.
Montini quindi si impegna per instaurare un rapporto religioso col mondo del lavoro.
SIRIAQ
Siriaq era la lingua franca di coloro che abitavano in quelle zone. La storia antica è molto importante
poiché fa comprendere gli eventi che accadono quotidianamente. Se nel resto dell’Iraq i fedeli
combattevano tra loro, invece nel Kurdistan vi era la pace e non a caso il Pontefice un paio di mesi fa
ha visitato quelle zone. Il Kurdistan è stata una terra di mezzo tra l’Impero Romano e la Persia: dunque
vi sono sempre stati interscambi non solo commerciali ma anche culturali e religiosi. Addirittura i
primi scambi risalgono ad Alessandro Magno. La cristianità si diffuse grazie a Marmora, un profeta
che si traferì in quelle zone nel II secolo d.C. Durante la storia del Kurdistan però vi furono diversi
scontri violenti tra cristiani e musulmani ma, nonostante ciò, vi sono stati diversi imperatori cristiani
che migliorarono i rapporti tra i fedeli di altri culti.