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Video n.1
Il Terzo settore: cos’è? Breve video-animazione per introdurre l’argomento.

Dopo il Primo settore pubblico (Stato) e


il Secondo settore commerciale (Mercato), il
Terzo settore comprende tutti quegli enti
che operano al di fuori di questi due.
La nascita dell’espressione “Terzo settore”
in Europa risale alla metà degli anni
Settanta e in Italia si diffuse all’inizio degli
anni Ottanta per indicare l’insieme delle organizzazioni no profit.
Attenzione però a non fare confusione. Se è vero che un’organizzazione del
terzo settore è necessariamente “no profit”, non è vero il contrario. I partiti, i
sindacati e gli enti pubblici, ad esempio, sono organismi no profit, ma non
appartengono al Terzo settore.

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Rientrano nel terzo settore il mondo del volontariato e il servizio civile


Il terzo settore viene a costituire un altro ordine o classe rispetto alla sfera
dello Stato e della pubblica amministrazione (primo settore) e a quella del
mercato e delle imprese (secondo settore).
Gli enti del terzo settore sono enti privati che non perseguono scopo di
lucro, al contrario delle imprese tradizionali operanti nel mercato, ed
esercitano attività con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Si tratta, in sintesi, di associazioni o imprese (imprese sociali) che fanno della
partecipazione e della cittadinanza attiva il proprio elemento distintivo e
identitario, perseguendo l'interesse generale.

Quando parliamo di Terzo settore, ci riferiamo a una galassia di organizzazioni,


enti e associazioni con strutture e scopi diversi l’uno dall’altro che
presentano tutte e tre queste caratteristiche

 Non governative. Anche se spesso lavorano e collaborano con le


amministrazioni, esso non sono da ricondurre agli organismi di
governo, a nessun livello. Devono essere, quindi, indipendenti e
slegate dalle istituzioni. Per questo motivo, i partiti politici non
possono rientrare nella definizione di terzo settore.
 Non profit. Nel senso che il loro obiettivo non è quello di distribuire
utili (tranne nel caso dell’impresa sociale che ha però dei limiti molto
stringenti in tal senso). Tutte le risorse che gli enti del terzo settore
riescono a raccogliere sono da destinarsi ai progetti e al
funzionamento dell’ente stesso.
 Orientamento al sociale. Gli obiettivi del terzo settore devono
essere orientati ai valori civici di solidarietà e di giustizia sociale.

Le organizzazioni del Terzo Settore forniscono al benessere della


società un contributo non inferiore, anche se di natura diversa, da
quello di Stato e Mercato.

Sulla base dell’ultimo censimento permanente effettuato dall’Istat e pubblicato


in data 11 ottobre 2019, gli enti no profit attivi in Italia, con i dati aggiornati
all’anno 2017, risultano 350.492 ed occupano 844.775 dipendenti e 5,5 milioni
di volontari (Istituto nazionale di statistica – Censimenti permanenti, 2019).
Oggi in Italia, sempre stando ai dati ISTAT, il volontariato coinvolge in varie
forme circa 6,63 milioni di persone (circa il 12,6% della popolazione) che in
qualche modo aderiscono ad una delle tante associazioni presenti sul territorio.
Video n. 2
Per approfondire: “Definizione del terzo settore in base alla legge delega
106/2016

La definizione di terzo settore può essere rintracciata nella legge delega


106/2016 (articolo1, comma 1):

“Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il
perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e
di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in
coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano
attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita
o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.”

Significato e definizione del Terzo settore sono da rintracciare nei principi


sanciti dalla Costituzione.
In particolare:
l’art. 3 quello in cui tutti i cittadini vengono considerati uguali davanti alla
legge senza distinzioni, che nella seconda parte recita: “E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana….” e quindi rendono qualcuno meno uguale degli altri, ad
esempio chi è malato o chi si trova in una condizione di indigenza.
Il mondo no profit si collega con il principio di sussidiarietà espresso
dall’art. 118 della Costituzione, c. 4, secondo il quale:
“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono
l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di
attività di interesse generale.”

Video 3
La riforma del terzo settore
Con “Riforma del
Terzo settore” si
indica il complesso di
norme che ha
ridisciplinato il no
profit e l’impresa
sociale. La riforma
costituisce un
tentativo di unificare
tutta la normativa
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Ad oggi l’intervento
legislativo non è stato ancora completato in quanto non sono stati emanati
tutti gli atti previsti dai decreti legislativi di attuazione della legge delega
106/2016.

Con la riforma tutte le realtà dell’universo no profit, oggi definite


genericamente Enti del Terzo settore sono sottoposte ad una normativa unica,
il Codice del Terzo settore (D. Lgs. 117/2017).

Enti del Terzo settore: quali sono?


Il Codice del Terzo settore elenca gli enti che ne fanno parte.
Possono essere considerati Enti del Terzo settore (ETS), secondo quanto
stabilito dal Decreto legislativo numero 117/2017 Codice del Terzo
settore le seguenti realtà no profit:

 organizzazioni di volontariato (ODV);

 associazioni di promozione sociale (APS);

 enti filantropici;

 imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le


società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non
riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle
società, costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità
civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

Enti filantropici: cosa sono?

Fondazioni in grado di reperire risorse e quindi di destinare beni o servizi a


sostegno di categorie di persone svantaggiate o di attività di interesse
generale.

E’ stato calcolato che in Italia ogni anno gli enti filantropici muovono circa 10
miliardi di euro, per quasi la metà frutto di elargizioni individuali e per il resto
frutto di lasciti testamentari o di sostegno di fondazioni.

In Europa meglio di noi fanno soltanto Germania (24 miliardi) e Regno Unito
(25 miliardi).

Il testo della riforma del terzo settore indica anche quali soggetti sono
esclusi dalla definizione.

Non vengono considerati Enti del Terzo settore (ETS):


 le amministrazioni pubbliche;
 le fondazioni di origine bancaria;
 le formazioni e le associazioni politiche (i partiti);
 i sindacati;
 le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie
economiche;
 le associazioni di datori di lavoro.

Gli enti religiosi civilmente riconosciuti sono ammessi unicamente se


perseguono gli interessi generali, previa adozione di un regolamento
coerente con la legislazione del terzo settore.

Gli Enti del Terzo settore dovranno necessariamente iscriversi al


Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNT).

Dovranno inoltre:

 essere ispirati da democrazia interna


 avere trasparenza nei bilanci
 assicurare i volontari

In compenso potranno beneficiare di diversi vantaggi economici, tra cui la


maggiorazione degli incentivi fiscali destinati non soltanto alle associazioni, ma
anche ai donatori.

Il Codice prevede l’obbligo, entro il 31 marzo 2021, per tutti gli enti del Terzo
settore di modificare i loro statuti inserendovi l’indicazione di Ente del Terzo
settore o l’acronimo ETS.

COSA FA IL TERZO SETTORE


Obiettivi e finalità, come detto, possono essere molteplici, dall’assistenza a
persone con disabilità, all’accoglienza dei migranti. Ma il Terzo settore può
anche offrire servizi ai cittadini, andando a colmare alcune lacune del servizio
pubblico. Stiamo parlando dei servizi fiscali, come i CAF, oppure le consulenze
legali gratuite.
Le organizzazioni del terzo settore operano a tutti i livelli della società: locale,
nazionale o internazionale. In Italia, soprattutto, hanno, nel tempo, sostituito
alcuni servizi di welfare che dovrebbero essere appannaggio delle istituzioni.
Soprattutto dopo la grande crisi del 2008, il loro ruolo è diventato
fondamentale per il conseguimento degli obiettivi di supporto alla persona,
proprio laddove le istituzioni non riescono ad arrivare.

Gli Enti del Terzo settore vengono coinvolti nella gestione dei servizi sociali

La riforma del Terzo settore affida direttamente agli ETS la gestione dei servizi
sociali vale a dire tutti quegli strumenti adottati dallo Stato per garantire
assistenza a persone in difficoltà.

Secondo alcune stime da qui al 2025, a causa dell’invecchiamento progressivo


della popolazione, la Pubblica amministrazione sarà costretta a lasciare
insoddisfatte domande di servizi sociali per 70 miliardi di euro. Ecco perché,
tanto più lo Stato diventerà incapace di far fronte a tali richieste, tanto più
diventerà urgente coinvolgere gli ETS in questa attività.
IL SERVIZIO CIVILE
UNIVERSALE

Nell'ambito della legge per la riforma del Terzo settore, è stato istituito il
servizio civile "universale", (D. Lgs 6 marzo 2017 n. 40) finalizzato alla
"difesa non armata e non violenta della Patria, all'educazione alla pace tra i
popoli, nonché alla promozione dei valori fondativi della Repubblica".
Prima era denominato servizio civile “nazionale”

Il servizio civile è rivolto ai giovani e investe ambiti quali: assistenza;


protezione civile; patrimonio ambientale e riqualificazione urbana; patrimonio
storico, artistico e culturale; educazione e promozione culturale e dello sport;
agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità; promozione
della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione
e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura
italiana all'estero e sostegno alle comunità di italiani all'estero.
Il servizio civile universale può essere svolto in Italia o all'estero da giovani di
entrambi i sessi di età compresa tra 18 e 28 anni; oltre ai cittadini italiani,
sono ammessi i cittadini degli altri Stati dell'Unione europea nonché gli
stranieri regolarmente soggiornanti in Italia.

La durata è pari a: minimo 8 e massimo 12 mesi.


Con la riforma del Terzo settore la qualifica di ONLUS, abbreviazione
di Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, scompare.
Introdotta dal Decreto legislativo numero 460/1997 che, negli anni, ha
garantito agli enti che l’hanno ottenuta una serie di agevolazioni fiscali.
Con la Riforma ETS, la denominazione di ONLUS viene eliminata e le
organizzazioni sono chiamate a adeguare i loro statuti assumendo una nuova
forma in linea con le novità introdotte.
Le organizzazioni che compaiono nell’Anagrafe delle ONLUS, infatti, sono
chiamate a entrare a far parte del Registro Unico Nazionale del Terzo
Settore, dopo aver adeguato lo statuto alle novità scegliendo una delle tre
opzioni possibili:

 ODV, organizzazione di volontariato;


 APS, associazione di promozione sociale;

 altro ente tra quelli previsti dall’articolo 4 del Dlgs 117/2017.


Il settore sta vivendo un lungo periodo di transizione a causa della
riforma che non ha ancora concluso il suo percorso di applicazione.

Molte novità diventeranno operative solo dopo la formazione concreta


del RUNTS, mentre altre sono entrate in vigore a partire dal 1°
gennaio 2018.

Un ulteriore rallentamento è stato determinato dall’emergenza


coronavirus che ha allungato i tempi anche sul fronte del Terzo Settore:
una delle ultime proroghe disposte fissa al 31 marzo 2021 la scadenza
per l’adeguamento degli statuti alle novità della riforma.

Per approfondire:

www.passionenonprofit.it/terzo-settore-perche-si-chiama-cosi/

https://www.informazionefiscale.it/Cos-e-il-terzo-settore-definizione-significato

Anche le ONG oggi sono denominate Enti del Terzo settore (ETS)

Le ONG
(Attenzione l ’UNICEF, Fondo
delle Nazioni Unite per l’infanzia
non è una ONG, ma un’Agenzia
specializzata dell’ONU)
Le ONG sono organizzazioni non profit impegnate e specializzate
nella cooperazione internazionale allo sviluppo riconosciute ufficialmente
dal Ministero degli Esteri e in alcuni casi accreditate presso organismi
internazionali come l’Unione Europea o il Consiglio Economico e Sociale
delle Nazioni Unite.

Le attività in cui sono impegnate possono essere molto varie:

 protezione dell’ambiente;
 difesa dei diritti umani;
 promozione della pace;
 adozioni a distanza;
 microcredito;
 istruzione e formazione professionale;
 assistenza sociale e sanitaria;
 commercio equo e solidale;
 agricoltura sociale;
 ricerca e soccorso in mare

Ed altre attività che rientrano all’interno di queste categorie.

Fonte:
https://italianonprofit.it/risorse/definizioni/ong-organizzazioni-non-governative/

Quali sono le ONG impegnate nell’ambiente in Italia?

Diverse Organizzazioni e Associazioni Non Governative anche in Italia


sono fortemente impegnate nel settore della salvaguardia e tutela
dell’ambiente. Queste sono alcune delle più note.

Amici della Terra Italia


Amici della Terra Italia si occupa di valorizzare l’ambiente e gli ecosistemi
naturali, nonché di garantire un rapporto equilibrato tra l’attività dell’uomo e la
natura che lo circonda.
Fai – Fondo Ambiente Italiano
Il Fai, Fondo Ambiente Italiano è una fondazione senza fine di lucro
impegnata nella tutela, nella promozione e nella valorizzazione dei beni
culturali di interesse artistico, storico e paesaggistico attraverso attività di
recupero e protezione dal degrado.
Diverse sono le attività e gli eventi che FAI organizza anche per avvicinare alla
percezione del valore del patrimonio artistico e ambientale dell’Italia.

Greenpeace
Greenpeace è un'organizzazione non governativa ambientalista e pacifista
fondata a Vancouver nel 1971. Greenpeace è famosa per la sua azione diretta
e non violenta per la difesa del clima, delle balene, dell'interruzione dei test
nucleari e dell'ambiente in generale.

Legambiente
Legambiente ha la missione di promuovere la partecipazione dei cittadini alla
difesa dell’ambiente e al miglioramento della qualità della vita, favorendo una
migliore organizzazione sociale ed una modifica dei comportamenti individuali e
collettivi.
Marevivo
Marevivo ha la missione di realizzare studi, ricerche ed interventi specifici in
tema di inquinamento marino, salvaguardia di specie animali e vegetali, pesca,
promozione delle aree marine protette, demanio marittimo, e problematiche
legate alla pianificazione del territorio ed all’impatto ambientale.

WWF

Il WWF è la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della


natura. La sua missione è bloccare la distruzione dell'ambiente naturale del
pianeta e contribuire alla costruzione di un futuro in cui l'uomo viva in armonia
con la natura.

Per concludere, alcune ONG che si occupano di salute

Medici senza frontiere


Medici Senza Frontiere è un'organizzazione internazionale non governativa,
fondata il 22 dicembre 1971 a Parigi da medici e giornalisti, tra cui Bernard
Kouchner, insignita con il Nobel per la pace nel 1999.

Save the Children


Save the Children, creata il 19 maggio 1919, è una delle più grandi
Organizzazioni internazionali indipendenti e opera in 125 paesi con una rete di
28 organizzazioni nazionali e una struttura internazionale per migliorare la vita
dei bambini. 

Emergency
Emergency è un'associazione umanitaria italiana, fondata il 15 maggio 1994 a
Milano da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti, offre cure gratuite e di
elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo, della povertà.
Promuove una cultura di pace e diritti.

Croce Rossa
Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna
Rossa costituisce la più grande organizzazione umanitaria del mondo.
L'organizzazione viene spesso indicata con i termini abbreviati Croce
Rossa e Mezzaluna Rossa.

Medici con l'Africa Cuamm


Medici con l'Africa Cuamm è tra le maggiori organizzazioni non governative
sanitarie italiane per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni
africane. Realizza progetti a lungo termine in un'ottica di sviluppo. 
Nasce a Padova nel 1950 con il nome Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti
Medici Missionari), per iniziativa del professor Francesco Canova e del vescovo
di Padova Girolamo Bartolomeo Bortignon, e con lo scopo di formare medici
per i Paesi in via di sviluppo; negli anni, ha scelto di operare particolarmente
nel continente africano. Il nome attuale "Medici con l'Africa" (e non
"per l'Africa") enfatizza l'intento di condividere con le popolazioni locali sia i
problemi che le loro soluzioni, lavorando insieme alle popolazioni per migliorare
lo stato di salute di ciascuno dei paesi oggetto dell'intervento.

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