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- Flottante -> Il valore di un’azione della borsa moltiplicato per le solo azioni
quotate in borsa
La differenza è importante perché sappiamo che l’Azienda può quotare le sue azioni
in più Borse valori.
(Perché la borsa di Milano è inferiore a quella di New York? Perché il flottante della
borsa di Milano è inferiore a quella di New York e di conseguenza per incidere sui
valori della borsa di Milano basterà una cifra molto inferiore rispetto a quella di New
York).
La Standard & Poor’s 500 ( la società di rating che analizza le 500 aziende
americane più importanti) ha stilato l’evoluzione dei valori di bilancio delle risorse
immateriali dagli anni 70 ad oggi, si è passati dal 17% all’84%. Questo significa che
se io analizzo l’attivo di una società e vedo le immobilizzazione, l’84% sono
immateriali.
1
(DEBITI = DEBIT | PASSIVITA’ = LIABILITIES | CREDITO = CREDIT)
Non tutte le intangibilità sono iscritte in bilancio (per esempio non troveremo nel
bilancio di Moncler la voce “creatività”). Questo perché una cosa è l’interpretazione
economia e un’altra è l’iscrizione in bilancio. Le immobilizzazioni si differenziano in:
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avevano un patrimonio netto contabile superiore alla capitalizzazione di Borsa,
vuole dire che gli avviamenti presenti in quelle banche erano fasulli. Questo perché
le banche acquisivano altre banche per avere le filiali. Da un certo momento in poi
questo cambia perché le banche non volevano più le filiali perché significava
assumere dipendenti e quindi più costi. Di conseguenza l’avviamento si sarebbe
dovuto svalutare, ma se l’avviamento si svaluta questo diventa un costo che va a
danneggiare il tuo utile, i tuoi margini e di conseguenza la Borsa ti penalizza e le
società di rating attuano il downgrade.
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per far alzare il passaggio a livello? NO. Lo IASB e il FASB si sono accordati ed
hanno affermato che affinché un asset possa essere iscritto in bilancio come risorsa
controllabile e produttrice di benefici economici futuri in termini di maggiori ricavi e
minori costi, deve essere identificabile, autonomo, separabile e misurabile in modo
attendibile. Identificabile significa attribuire un nome (avviamento, brand, brevetto).
Autonomo e separabile significa che ci sono 2 casi:
1 caso: sotto quella risorsa c’è un diritto giuridico quindi la risorsa è SEPARABILE
(come l’acquisto di una concessione -> è identificabile, autonomo perché c’è un
diritto di concessione e quindi separabile ma soprattutto è misurabile perché l’ho
pagato)
2 caso: sotto quella risorsa non c’è un diritto giuridico quindi la risorsa non è
SEPARABILE: di conseguenza se un’azienda vuole acquisire una risorsa immateriale
che non presenta un diritto giuridico deve acquisire tutta l’azienda che detiene
quella risorsa tramite le operazioni di merger & acquisition che fanno emergere
l’avviamento.
ONERI PLURIENNALI
Gli oneri pluriennali sono due categorie previste dal codice civile (OIC 24)
2) Costi di sviluppo
ONERI PLURIENNALI
3.000
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Al 31 dicembre quel costo degli oneri pluriennali va imputato nel conto economico
nelle operazioni di chiusura o viene imputato nello Stato patrimoniale? Per essere
iscritto nello Stato Patrimoniale deve alzarsi la “sbarra” e quindi deve essere un
fattore a fecondità ripetuta, ovvero deve essere dimostrata una sua utilità
pluriennale. E’ vero che il costo per l’istruttoria della banca lo effettuo nell’anno
corrente, ma questo costo mi ha portato un’utilità pluriennale a differenza di un
normale costo di esercizio che è in relazione ad un ricavo immediato e non
pluriennale -> Matching principle (Principio di competenza = costo è di competenza
quando incontra il correlativo ricavo). Ritornando ai fattori a fecondità ripetuta,
quindi il costo non è imputato solamente al 2018 ma anche 2019, 2020 ecc. Nello
stato patrimoniale quindi inseriremo le voci di ammortamento in relazione agli anni
di utilità del fattore.
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Immaginiamo che l’azienda abbia un patrimonio netto di 100 e l’acquisto per 160.
Cos’è quel 60 in più? Si effettuerà un’operazione di Purchase Price allocation con
la quale si individuano le risorse sperabile come brevetti che avranno un valore,
ipotizziamo, di 10. La differenza (60-10=50) andrà nel bilancio nella voce goodwill =
avviamento.
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quelli relativi ad una startup. Fino al 2015 nella stessa modalità dei costi
d’impianto e di ampliamento rientravano anche i costi di pubblicità. In realtà l’OIC
da la possibilità di far rientrare nella capitalizzazione costi di pubblicità relativi al
lancio iniziale di una nuova attività, startup ecc. Non esistendo più la voce “costi di
pubblicità” nello stato patrimoniale, questi costi rientrano sempre nei costi
d’impianto e di ampliamento. Tutti questi costi ovviamente devono avere una
durata pluriennale. Chi lo attesta? Il consiglio di amministrazione e il collegio
sindacale.
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ammortamento. Questo si può fare per le immobilizzazioni materiali e immateriali
ma non per gli oneri pluriennali e l’avviamento. Alla fine del 2 anno abbiamo ancora
1.2 MLN da ammortizzare. Abbiamo però una svalutazione e quindi da 1.2 MLN
scendiamo a 600.000 (con i prossimi 3 anni con quote di ammortamento pari a
200.000) se però al 3 anno ci accorgiamo che la perdita di valore non era durevole
l’azienda non può tornare al suo valore iniziale di 1.2 MLN$ ma deve attenersi al
piano di ammortamento che per il 3 anno era di 800.000 $.
ESERCITAZIONE N°1
La società Bilancio II, con capitale sociale di Euro 100.000, nel corso del primo
esercizio 2018, ha sostenuto costi di impianto per 50.000 euro (ammortamento
in cinque anni). Al termine del 2018 la società Bilancio II ha conseguito un utile
pari a 10.000 euro. Il 5% dell’utile viene accantonato a riserva legale, mentre la
parte restante disponibile viene distribuita. Al termine del 2019 la società
Bilancio II ha conseguito un utile pari a 60.000 euro. Il 5% dell’utile viene
accantonato a riserva legale, mentre la parte restante disponibile viene
distribuita. Al termine 2020 la società Bilancio II ha conseguito un utile pari a
30.000 euro. Il 5% dell’utile viene accantonato a riserva legale, mentre la parte
restante viene distribuita. Indicare nella tabella che segue i valori che
assumono, nei bilanci d'esercizio dei tre anni, le voci contabili in essa
riportate, seguendo l'impostazione dell'OIC 24.
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ESERCIZIO N. 1 2018 2019 2020 2021 2022
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
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e la situazione contabile ci sono le scritture di assestamento, nel caso dei costi di
impianto e di ampliamento le 2 possibili scritture sono: Ammortamento o
svalutazione delle perdite di valore. Per l’ammortamento l’articolo di partita doppia è
Ammortamento (DARE) / Fondo Ammortamento (AVERE). La quota di 10.000
finisce nel conto economico , mentre il valore netto contabile ovvero il costo storico
diminuito dell’ammortamento (40.000) va a Stato Patrimoniale.
4) La legge mi dice che il 5% dell’utile che io guadagno deve finire nella Riserva
legale, fino a quando questa riserva non raggiunge 1/5 del Capitale sociale. A
questo punto il 5% dei 10.000 di utile (500 va in riserva legale), in partite doppia
DARE (500) utile, in AVERE riserva legale (500). L’utile che avevamo in AVERE
10.000 si sottrae dei 500 in DARE, quindi abbiamo 9.500. Abbiamo poi la
riserva statutarie (chiamate così perché sono regolate dallo statuto) e quindi
indisponibili. Le uniche riserve statutarie disponibili sono la riserva statutaria
per conguaglio utili (che insieme alla riserva straordinaria non vincolata)
rientra tra le riserve di utile disponibili dall’azienda. Siamo rimasti con questi
9.500, ora la domanda è: Posso divedere l’utile tra i soci? NO. Perché c’è
ancora l’ammortamento di 40.000 da ripagare e quindi devo creare la voce
“Riserva straordinaria vincolata”. Effettuo quindi un altro giroconto (ovvero
una transazione interna) con DARE utile d’esercizio per 9.500 e in AVERE riserva
straordinaria vincolata per 9.500.
5% Riserva legale
10
DARE AVERE
UTILE RISERVA LEGALE
500 500
UTILE
10.000
DARE AVERE
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Al 31 dicembre del 2019 si ripresenta il problema dell’utile. Innanzitutto dobbiamo
preservare il 5% dell’utile e accantonarlo nella Riserva legale per un valore di 3.000
(attuando di nuovo un giroconto) addebitando il conto Utile d’esercizio per 3.000 e
addebitare il conto Riserva legale 3.000. Ci restano 57.000 di utile ma abbiamo
ancora 30.000 di ammortamenti da pagare. Devo quindi accantonare l’utile alla
quota da ammortare al netto delle riserve (riserva straordinaria vincolata).
Quindi 30.000 - 9.500 = 20.500 -> ancora da ammortizzare. Quindi 57.000 - 20.500
= 36.500. L’utile disponibile sarà quindi di 36.500.
Al 31 dicembre del 2020, innanzitutto al 30 aprile 2020, l’utile dell’anno prima viene
diviso tra gli azionisti e quindi il conto dello Stato Patrimoniale dell’Utile si spegne
con il conto dividendi/azionisti sempre per 36.500. Ammortizziamo i 10.000 in
Conto economico e quindi abbiamo i restanti 20.000 che vanno a finire nei costi di
impianto e di ampliamento nello Stato patrimoniale. Accantoniamo il 5% in Riserva
legale (1500), che aggiunti ai 3.500 diventa 5.000. Quindi ci resta un utile di 28.500.
Ora possiamo distribuire quest’utile? NO. Perché c’ho costi impianto e ampliamento
per 20.000 ma con una riserva straordinaria pari a 30.000 (Addirittura di più!). Quindi
non ho bisogno di vincolare 10.000 che vanno a finire nel mio utile disponibile.
Quindi l’utile diventa 38.500 con 20.000 in Riserva straordinaria vincolata.
1) Cosa succede se l’azienda rileva una perdita? Invece della riga “UTILE” avrò
una riga “PERDITA” quindi avrò -10.000 , -20.000 ecc. Se per quell’anno ho una
perdita non posso accantonare perché non ho niente. Poi può essere che i soci
possono coprire la perdita e quindi l’anno successivo la perdita è pari a 0.
2) Nel caso dei costi di pubblicità solo nel caso in cui si tratti di una startup o
per l’avviamento di un esercizio commerciali, possono essere capitalizzati
in Stato Patrimoniale. Gli altri costi di pubblicità devono essere scritti nella
voce “Costi per servizi (pubblicità)” nel CONTO ECONOMICO.
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COSTI DI RICERCA E DI SVILUPPO
Perché l’Italia è molto indietro nella Ricerca e Sviluppo? All’Italia nel mondo viene
apprezzata la creatività, con particolare riconoscenza alle aziende di lusso (Ferrari,
Maserati ecc.). Come mai quindi l’Italia ha un valore molto basso in ricerca e
sviluppo rispetto alla media europea? Innanzitutto nella tecnologia esistono due
settori:
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1) Technology push: Sono un’azienda farmaceutica. Può quest’ultima sopravvivere
senza effettuare ricerche su nuovi farmaci o principi in grado di generare, a sua
volta, nuovi medicinali? Ovviamente no. Stessa cosa per le aziende
automobilistiche: Io, azienda, non posso sopravvivere senza attuare costi di
ricerca e sviluppo su nuovi motori, nuove componentistiche ecc. In conclusione
sono le Aziende a spingere i consumatori ad acquistare, sul mercato,
determinati prodotti. Noi in Italia non abbiamo aziende con queste
caratteristiche, ovvero aziende tradizionali, per due motivi principalmente: Il
primo riguarda la scarsità di materie prime, il secondo la situazione logistica
dell’Italia non paragonabile a grandi paesi come gli Stati Uniti o anche la
Germania ecc.
E’ chiaro quindi che c’è una differenza notevole nella dimensione economica dei
costi. Mentre nelle Technology push le aziende sostengono costi ingenti per la
creazione di nuove tecnologie, nelle Demand pull, le aziende sviluppano tecnologie
già esistenti, migliorandole, cercando di adattarsi alle esigenze di mercato,
sostenendo quindi minori costi. A questo poi si aggiunge un fattore culturale.
C’è poi un 3 fattore: La classificazione dei costi è per natura, non in funzione (USA),
quindi c’è un problema per quanto riguarda l’individuazione dei costi di ricerca e
sviluppo che non sono presenti nel conto economico, ma trova solo quelli
capitalizzati nello Stato Patrimoniale. C’è un piccolo problema però: con la
capitalizzazione di questi costi, l’azienda può ammortizzare i costi a partire dalla fine
del progetto che può avere una vita utile max di 5 anni. Se invece l’azienda non li
capitalizza, i costi finiscono nel conto economico e di conseguenza il fisco mi
permette di dedurli tutti quanti in quell’anno. Ipotizziamo che l’azienda ha 10 MLN di
reddito e ha speso 4 MLN in ricerca e sviluppo. Se li capitalizza: quote di
ammortamento 0, Utile 10 MLN, Imposte 2,3 MLN. Se non li capitalizzo: Utile 6
MLN (10-4 di costi), ho risparmiato le imposte per 4 MLN, quindi circa 1 MLN di
imposte in meno. Cosa mi conviene fare? Ovviamente imputare i costi di ricerca e
sviluppo nel conto economico poiché c’è un’influenza da parte del Legislatore
Fiscale perché mentre in USA la dichiarazione del reddito è completamente
separata dal bilancio, in Italia è collegato. Quindi alcune scelte in bilancio
influenzano le conseguenze fiscali. Quindi immettendo i costi di ricerca e sviluppo
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nel conto economico, quando si effettuano le rilevazioni statistiche non vengono
trovati i costi capitalizzati.
Fino al 2015 in Italia la ricerca pura non era capitalizzabile, la ricerca applicata era
capitalizzabile. Dal 2015 con il decreto legislativo 139, in linea con i principi dello
IASB, possiamo capitalizzare solo la fase di Sviluppo.
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ha un particolare stipendio: questo è un costo di manodopera diretto. L’energia
elettrica all’interno dell’industria che ha permesso al dipendente di lavorare non solo
il mio prodotto ma anche gli altri prodotti e quindi ha permesso ad altri dipendenti di
lavorare, è un costo di produzione indiretta perché non imputabile direttamente al
prodotto. Come faccio a capire quale sia quindi la parte di costo indiretto imputabile
al mio prodotto? La tecnica si chiama criteri di riparto, ovvero la parte di costo di
produzione indiretto imputabile al prodotto che acquisto.
CAPITALIZZAZIONE INDISTINTA
Tutti questi costi di produzione diretti e indiretti non vanno direttamente nello Stato
Patrimoniale ma passano per il C.E. Es: 10 MLN nella voce b.9 (Salari e stipendi): di
questi 10 Milioni solamente 1 MLN è imputabile ai costi di sviluppo del prodotto X.
Poi abbiamo 8 MLN di ammortamenti di immobilizzazioni materiali b.10.b: di questi
8 milioni 1 MLN riguarda il prodotto X. Si arriva al 31 dicembre, nel mio bilancio
finale trovo: Salari e stipendi 10 MLN, Amm.to Imm. Materiali 10 MLN. Quanti sono i
costi che posso capitalizzare? I costi imputabili (in Salari e stipendi) relativi al
prodotto X sono 1 MLN, così come 1 MLN nelle quote di ammortamento sempre
relative al prodotto X, per un totale di 2 MLN per lo sviluppo del prodotto X. In
questo caso non ho una capitalizzazione DISTINTA, ma ho una capitalizzazione
INDISTINTA -> si scrive in DARE la voce B.I.2 “Costi di sviluppo” nello S.P, in
AVERE la voce a.4 “Incremento immobilizzazioni per lavori interni” (costruzioni in
economia). Qual è l’effetto di questa operazione? Tutti i costi sono in DARE (10MLN
di Salari e stipendi e 10 MLN in quote di amm.to) , in AVERE tra i ricavi ci ho
aggiunto 2 MLN (in questo modo ho neutralizzato i costi per 2 MLN perché in C.E
ho 2 MLN in Dare e 2 MLN in Avere) = Questo processo si chiama
CAPITALIZZAZIONE INDISTINTA: perché non vado a rettificare i salari e stipendi,
non vado a rettificare le quote di amm.to, individuo i costi di sviluppo imputabile al
prodotto X e li vado ad inserire tra i ricavi in AVERE del C.E controbilanciato in
DARE da costi di sviluppo nello S.P
DARE AVERE
A questo punto, dopo aver capito come si capitalizzano questi costi, la domanda è:
Quali costi si capitalizzano e quali no? Individuiamo le caratteristiche principali:
(secondo OIC 24, IAS 38)
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1) Devono essere costi che riguardano un progetto specifico: il progetto Y, il
prodotto X.
4) Il valore di realizzo del progetto sia maggiore del costo: Nella realizzazione di un
progetto X, devo stilare un Budget economico nel quale devo prevedere i costi e
i ricavi che deriveranno dal progetto X. Questo significa che se ho un valore di
realizzo di 160 MLN e costi di 100 MLN, allora posso procedere alla
capitalizzazione di 100 MLN. Ma se il valore di realizzo è di 80 MLN, quindi
inferiore al costo, allora posso capitalizzare solo 80 MLN ovvero il valore di
realizzo del progetto X.
Lo starting point è il punto in cui inizio a capitalizzare. Questo punto si trova nel
momento in cui il costo passa dalla fase di Ricerca pura e applicata alla fase di
Sviluppo. Non c’è una regola generale per l’individuazione dello starting Point.
Questo varia a seconda della tipologia del prodotto o del progetto ma soprattutto
dalle decisioni degli amministratori. Se il costo di sviluppo diventa un brevetto,
quest’ultimo seguirà delle regole particolari. Sempre secondo l’OIC 24 (se non
conosco la vita utile del costo si ammortizza in 5 anni, a differenza per i costi di
impianto e di ampliamento dove il massimo è 5 anni), come per i costi di impianto e
di ampliamento, non posso distribuire utili per un ammontare pari ai costi di
sviluppo salvo riserve disponibili.
Perché per gli americani non trovo i costi di sviluppo nel Financial Statement? Ci
risponde lo SFAS 2 : seppure si è consapevoli che questi costi andrebbero
capitalizzati, chi decide lo Starting Point sono gli amministratori, e quindi può essere
che mentre l’azienda X ritiene che il costo J sia di sviluppo, l’azienda Y ritiene che lo
stesso costo J non sia di sviluppo, perché non c’è una relazione tra costo e futuro
ricavo. La borsa di NY può accettare che un’azienda capitalizzi e un’altra no, lo
stesso costo? NO. Lo SFAS 2 si basa quindi su un principio di comparabilità.
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Esercitazione n°2 (costi di sviluppo)
1. L’impresa Bilancio II s.p.a. sta sviluppando ricerche nel settore informatico
ed ideando un nuovo processo produttivo per la produzione del nuovo tablet
IK. Il costo complessivo del progetto è stimato pari ad Euro 100.000.
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specifico ma quest’ultimo non ha la sicurezza economica e tecnica per essere
realizzato. Si svolgono le scritture relative al capitale sociale e all’utile.
L’azienda rileva, inoltre, i seguenti costi inerente al progetto tablet IK, ripreso
nel mese di luglio:
ESEGUO: Per prima cosa riportiamo tutti i costi nel conto economico, poi ci
preoccuperemo al 31 dicembre di cosa capitalizzare e cosa no!
3) Costi per servizi (Consumo energie + consulenze): 6500 + 1500+ 1.600 + 2.000=
11.600
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(NOTA BENE LO STIPENDIO DIREZIONE COMMERCIALI NON E’
CAPITALIZZABILE PERCHE’NON E’ UN COSTO PRODUTTIVO). A questo punto
lo confronto con il valore recuperabile. Se il valore recuperabile è maggiore del
costo capitalizzato allora iscrivo a S.P il costo capitalizzato. Se invece il valore
recuperabile è inferiore rispetto al costo capitalizzato alloro a S.P iscrivo il valore
recuperabile. A queso punto attuiamo la capitalizzazione indistinta con l’articolo di
partita doppia -> DARE: Costi di sviluppo (S.P) AVERE: Incrementi immobilizzazioni
(è una rettifica di costo!) (C.E)
Passiamo alle scritture relative all’utile e alle riserve. Ricorda il 5% dei 50.000 va a
riserva legale per un ammontare di 2.500. Ma i 22.500 + 2.500 = 25.000 che supera
il 20% del capitale sociale. Quindi dovremmo accantonare solo 1.500 dei nostri utili
per arrivare ad una riserva legale di 24.000 (20% di 120.000). Di conseguenza
abbiamo 48.000 di utile. Possiamo distribuirli? No. Dobbiamo coprire i costi di
sviluppo capitalizzati -> Quindi costituiamo la riserva straordinaria vincolata con
23.800. Dei 23.800 da accantonare 3.000 li prendiamo dalla riserva utili e 20.800
dall’utile. Alla fine avremmo 27.700 di Utile da distribuire. In particolare avremo un
articolo di partita doppia che azzera la Riserva statutaria conguaglio utili
(GIROCONTO)
DARE AVERE
RISERVA STAT. CONG. UTILI RISERVA STRAORD. VINCOL.
3.000 3.000
20
Gli amministratori confermano che il valore recuperabile dal progetto è pari ad
Euro 100.000,00.
Quali costi possono essere capitalizzati? Solo quelli inerenti allo sviluppo e che
siano produttivi -> 20.000 + 1.500 + 3.000 + 2.500 = 27.000
Questi 27.000 devono essere sommati ai 23.800 dell’anno precedente per un totale
di: 50.800. Confronto questo valore con quello recuperabile del progetto pari a
100.000, quindi posso capitalizzarlo! Inoltre l’esercizio 2020 ci dice che al 31 luglio il
progetto è TERMINATO. Cosa significa questo? Che posso iniziare ad
ammortizzare i miei costi di sviluppo, vita utile 4 anni (RICORDA: a differenza dei
costi di impianto e di ampliamento dove il limite max di quote di amm.to sono 5
anni, per i costi di sviluppo questa regola non vale! Se la vita utile è di 10 anni
le quote saranno ottenuti dividendo i costi per 10. Se la vita utile non si sa, gli
anni diventano 5). Quindi 50.800/4 = 12.700 in quote di amm.to imm. Immateriali. I
costi di sviluppo diventano quindi 38.100.
Non dobbiamo fare l’accantonamento a riserva legale perché già abbiamo i 24.000!
Ma dobbiamo accantonare la differenza di 38.100 in riserva straordinaria vincolata
(38.100 - 23.800 = 14.300). L’utile viene sottratto di 14.300 e diventa -> 25.700
Nel corso dell’esercizio 2021, a causa degli effetti della crisi economica,
l’attività dell’impresa subisce una contrazione significativa. Gli stabilimenti
rimangono chiusi per quattro mesi ed il personale viene ridotto del 50%. Al 31
dicembre il valore realizzabile grazie al progetto risulta ridimensionato ad Euro
40.000,00.
ESEGUO:
A questo punto confronto il valore netto contabile dei costi di sviluppo con il valore
realizzabile (che intanto si è ridimensionato) pari a 40.000. Non ci sono problemi!
21
( Se il valore realizzabile fosse stato di 20.000, allora avrei tolto i 5.400 che
eccedevano in costi di sviluppo, portandoli appunto a 20.000, operano un
operazione di partita doppia e addebitando il conto b.10.c SVALUTAZIONI IMM.
IMMATERIALI)
2022
2018 2019 2020 2021 2022
uote) STATO PATRIMONIALE
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1) Si ridetermina la vita utile del prodotto brevettato: Infatti il limite max che ha un
diritto di brevetto è di 20 anni. Il max periodo di ammortamento è 20 anni.
2) Un’altra differenza con gli oneri pluriennali è che mentre con quest’ultimi
abbiamo la svalutazione (il valore recuperabile il maggiore tra il valore fair e il
valore d’uso) , il ripristino di valore è vietato per gli oneri pluriennali. Invece i
ripristini di valore sono accettati per i beni immateriali.
3) A differenza della voce “Costi di sviluppo”, con gli brevetti non devo,
eventualmente, accantonare a riserve straordinarie vincolate parte dell’utile per
coprire i costi capitalizzati.
Secondo l’OIC 24, se il valore recuperabile è più basso del valore netto contabile, e
la svalutazione è di carattere durevole, devo applicare la svalutazione. (Questo vale
per gli oneri pluriennali e per i beni immateriali). Cosa cambia tra gli oneri e i beni
immateriali? Ipotizziamo: V.N.C = 100 divisibile in 5 anni -> quote amm.to = 20. Alla
fine del 1 anno il valore recuperabile è 50. Adoperiamo sempre per prima
l’ammortamento, quindi da 100 si passa a 80. 80 > 50, quindi c’è un problema devo
attuare la svalutazione. Quindi sempre nel 1 anno non si capitalizza 80, ma 50. Di
conseguenza gli altri 4 amm.to diventano 50/4 fino a 0. Alla fine del 2 anno adopero
l’amm.to di 12.5, mi rimangono cosi 37.5! Se non ci fosse stata la svalutazione a
quest’ora sarei stato a 60. Sempre alla fine del 2 anno il valore recuperabile non è
più 50 ma 70. Se sto capitalizzano gli oneri pluriennali, ormai non posso passare di
nuovo allo stato iniziale (con 100/5). Se ho brevetti, marchi e quindi beni immateriali
allora posso farlo, ritornando quindi a 60 (che era la capitalizzazione iniziale). Di
24
conseguenza il mio amm.to diventa di nuovo quello originario, pari a 20. QUESTO
E’ IL RIPRISTINO DI VALORE (valore originario), diverso dalla Rivalutazione che ci
sarebbe stata nel caso in cui invece di rimettermi a 60, avrei capitalizzato 70 (valore
corrente).
IL MARCHIO:
OIC 24
1) VALUTAZIONE AL COSTO
2) RILEVAZIONE AL COSTO
Per il 2 modello di solito, i brevetti e i marchi non hanno un mercato attivo, quindi si
applica sostanzialmente il Cost model. Lo IAS 38 si distingue dall’OIC 24 anche per
un altro motivo: Perché lo IAS 38 distingue i beni immateriali a vita utile definita con
quelli a vita utile indefinita. Un marchio che ha una stima di vita utile pari a 40 anni è
un classico esempio di bene immateriale a vita utile indefinita: Quindi vita utile > 20
anni = indefinita; < 20 anni = definita. L’ammortamento può essere applicata solo
per un bene immateriali a vita utile definito. Per i bene indefiniti si applica un altro
modello: IMPAIRMENT TEST: Il valore netto contabile del bene indefinito rimane
costante per tutti gli anni di esercizio, senza applicare quindi l’ammortamento; se il
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bene si svaluta e quindi abbiamo un valore minore rispetto a quello capitalizzato, si
effettua la svalutazione.
ESERCITAZIONE 3 (n°3)
L’impresa Domenico Malcuit S.r.l. acquista il marchio “Pd for ever” nel 2018
sostenendo un costo di Euro 100.000,00; la vita utile della risorsa è considerata
pari a venticinque anni. Il valore recuperabile del marchio è considerato nel
2019 pari a Euro 140.000, nel 2020 pari ad Euro 140.000, nel 2021 pari ad Euro
50.000 (eventuali perdite durevoli), nel 2022 pari ad Euro 40.000.
Indicare nella tabella che segue i valori che assumono nei bilanci degli esercizi
2018 - 2022 le voci contabili in essa riportate seguendo l’impostazione dello Ias
38 (si consideri il marchio a vita utile indefinita), prima, e dell’Oic 24 dopo.
2018
1) Il marchio ha una vita utile pari a 25 anni. Ma sappiamo che il marchio (insieme
ai brevetti) può avere vita utile max 20 anni. Quindi il nostro periodo di amm.to
durerà 20 anni. Accenderemo il conto B.I.4 “MARCHI” per 95.000, e il conto b.
10.a amm.to imm. Imm. per 5.000. N.B stiamo operando nel mondo dei beni
immateriali e non degli oneri pluriennali: di conseguenza non si applica nessun
accantonamento a riserva vincolata da parte dell’utile. Il marchio può apparire in
bilancio in 3 casi differenti: il 1 è quello riportato dall’esercizio, ovvero con
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un’acquisizione; il 2 attraverso una registrazione; il 3 attraverso un operazione di
merger & acquisition.
2019 - 2020
1) Operiamo gli ammortamenti negli anni 2019, 2020. Tutto questo è possibile
perché nei primi 3 anni il valore recuperabile del marchio è maggiore del valore
netto contabile. Quindi si procede senza problemi.
2021
1) Il valore recuperabile è diventato 50.000. Cosa devo fare per prima cosa?
Adopero sempre prima l’ammortamento e quindi da 85.000 passo ad 80.000
con una quota di amm.to. Ma 80.000 è maggiore di 50.000 e quindi devo
svalutare. Quindi accendo un nuovo conto: b.10.c “Svalutazioni
immobilizzazioni immateriali” pari a 30.000, e il conto B.I.4 diventa 50.000.
2022
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022 Gruppo 1
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
28
3 caso: (IAS 38) con bene immateriale vita utile INDEFINITA!
N.B I primi 3 anni si iscrive il valore 100.000 in Marchi senza processo di amm.to. Il
4 e 5 anno abbiamo svalutazioni rispetto al V.N.C di 50.000 e 10.000
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
b.10.a Ammortamenti
immobilizzazioni imm.
b.10.c Svalutazioni 50.000 10.000
Immobilizzazioni imm.
A.5 RIVALUTAZIONI
29
ESERCITAZIONE N°3 (n1)
L’impresa Bilancio II s.p.a. sta sviluppando ricerche per elaborare una nuova
tecnica produttiva ed, eventualmente, brevettarla. Nell’anno 2018 sostiene i
seguenti costi: stipendi ricercatori Euro 20.000, consulenze tecniche Euro
25.000. Al 31 dicembre il manager non è in grado di assicurare che il progetto
vada a buon fine e sia in grado di generare probabili benefici economici futuri.
Nell’anno 2019 si sostengono ulteriori costi per Euro 80.000 (stipendi Euro
50.000, consulenze tecniche Euro 30.000, consulenze commerciali Euro 5.000).
Il manager, pur non essendo il processo concluso, ritiene che esso sia nella
fase di sviluppo e che il know how acquisito garantisca l’ottenimento di
benefici economici futuri significativi (valore di realizzo, considerando anche i
flussi probabili negativi di cassa futuri Euro 170.000). Nel 2020 il progetto
termina con il sostenimento di ulteriori costi per stipendi ricercatori di Euro
15.000 e stipendi amministrativi Euro 20.000 ed il relativo brevetto viene
registrato a livello europeo sostenendo costi di registrazione di Euro 2.000. La
vita utile del brevetto è identificata in otto anni. Il valore di realizzo del
progetto al 31/12/2020 è pari ad Euro 150.000, mentre al 31/12/2021 è ridotto, a
causa dell’acquisizione di un nuovo brevetto inerente ad una tecnica
produttiva più efficiente, ad Euro 50.000. Indicare nella tabella che segue i
valori che assumono, nei bilanci d'esercizio degli anni 2018 - 2022, le voci
contabili in essa riportate, seguendo prima l'impostazione dell'OIC 24.
2018
2019
30
2020
N.B In questo esercizio manca il capitale sociale e l’utile. Ricordiamo infatti che se ci
troviamo di fronte a dei costi di sviluppo, seguendo l’OIC 24, dobbiamo accantonare
a riserva straordinaria vincolata, ma con i brevetti NO.
2021
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
La prima distinzione da fare per quanto riguarda questa categoria di oneri è: Beni
propri e Beni di terzi, in parole povere un bene è proprio quando appartiene
all’azienda, è di terzi quando appartiene appunto a terzi. Ma in base a cosa
distinguo il bene proprio da un bene di terzi? In Italia la forma giuridica prevale sulla
sostanza economica, quindi un bene è proprio quando possediamo il diritto di
proprietà, anche nel caso in cui stipulo un contratto di locazione, quel bene rimane
mio. Per i principi internazionali, e principalmente americani, la sostanza economica
supera la forma giuridica. Quindi lo stesso contratto di locazione, per esempio a 30
anni, viene visto in modo diverso! Chi usa il bene locato diventa il “proprietario” di
quel bene anche se giuridicamente non è suo, perché appunto utilizza dei servizi,
quindi paga un canone che non è assimilabile ad un valore di acquisto ma piuttosto
ad un valore d’uso. Stesso identico esempio lo si può fare a livello aziendale,
quando un impresa fitta un capannone per una durata di 10 anni. L’intento
dell’impresa non è quello di acquistare il capannone ma è di utilizzarlo per le proprie
esigenze. Quindi la linea di demarcazione tra bene proprio e bene di terzi non è
legata all’aspetto giuridico ma all’aspetto economico, cioè all’utilizzo dei
servizi. In Italia il bene diventa proprio quando lo acquisti. In America il bene
diventa proprio quando acquisisci dei diritti con percentuali molto elevate. Per i
principi internazionali se la locazione è superiore ad 1 anno, il bene diventa proprio
di chi paga la locazione.
Perché tutto questo (che riguarda beni materiali) ricade su un argomento che
interessa le immobilizzazioni immateriali? Perché ci sono operazioni che si
compiono sui beni di terzi che però riguardano contabilmente le immobilizzazioni
immateriali. Ipotizziamo una qualsiasi azienda che prende in affitto (durata del
contratto 6 anni + 6 anni) un immobile nudo (senza nulla) e inizia a costruire prima
una rete elettrica, poi le tubazioni per l’aria condizionata, insomma, adopera dei
lavori edili che serviranno alla produzione che dovrà svolgere in quell’immobile. Tutti
questi lavori sono accomunati da un elemento: sono svolti in un immobile di
TERZI. A questo punto come devo trattare “economicamente” questi interventi?
Ipotizziamo che l’impresa decida di terminare il contratto alla fine del 3 anno.
Ovviamente tutti i costi relativi ai lavori svolti all’interno dell’immobile sono
imputabili all’azienda che ha preso in affitto l’immobile, e quindi non imputabili al
locatore. Così come sembra ovvio, che l’azienda non può trasferire una rete elettrica
dall’immobile “non suo” ad un altro. Insomma l’immobile, che precedentemente era
nudo, adesso è cablato con rete elettrica e altri lavori svolti dall’azienda. Dove va
inserito quindi il costo (ipotizziamo 100.000 con vita utile 12 anni) dell’impianto
elettrico? Per l’OIC nelle immobilizzazioni immateriali, per lo IASB nelle
32
immobilizzazioni materiali. In quanti anni va ammortizzato? Si tratta di un bene
autonomo o non autonomo?
Gli oneri di miglioria invece riguardano interventi che vanno a incrementare la vita
economica utile (o della capacità produttiva) di un immobilizzazione, di
conseguenza la migliorano dal punto di vista dei servizi che può offrire rispetto a
prima. Per questo motivo questi costi sono capitalizzabili! (perché incrementano i
ricavi futuri)
In sintesi: Gli oneri di efficienza si imputano a conto economico nella voce b.7
“Costi per servizi”. A questo punto nasce il problema legato ai fondi rischi.
Ipotizziamo le operazioni di manutenzione su un aereo (queste manutenzioni sono
dette cicliche) perché ogni tot di anni, obbligatoriamente, devono essere operate
queste operazioni. A questo punto se io so che ogni 3 anni devo operare una
manutenzione ciclica del valore di 1 MLN, posso ammortizzarlo nei 3 anni? Per
l’OIC posso accantonare a fondo rischi durante i 3 anni (accantonamento per
passività presunta).Per esempio al 1 anno avrò 333.333 a C.E e 333.333 a fondo
rischi nello S.P. Il 2 anno altri 333.333 a C.E, mentre nello S.P il fondo diventa pari a
666.666. Il 3 anno arrivo ad 1 MLN, quindi storno il conto “fondo rischi” e
ammortizzo l’ultima quota di 333.333 in C.E. Se nel caso il costo scende, e quindi
avremo un fondo rischi iniziale maggiore del costo variato, di conseguenza la
differenza residua va in Ricavi e proventi. Se invece il costo diventa maggiore, metto
tutto a C.E.
In che modo ci si comporta con gli oneri di miglioria? Possiamo capitalizzarli sia per
l’OIC 31 che per lo IAS 37 perché incrementano i ricavi futuri. Va fatta una
distinzione distinzione tra: gli oneri di miglioria che hanno vita autonoma e gli oneri
che non hanno vita autonoma, entrambi sulle immobilizzazioni di terzi. Una cassa,
un microfono, un video proiettore sono collegati ad oneri di miglioria che hanno vita
autonoma: di conseguenza vanno imputati nella voce b.10.b Immobilizzazioni
33
materiali (IAS 16, OIC 16). L’impianto elettrico o quello idraulico non hanno vita
autonoma: Questi sono oneri di miglioria su beni di terzi; La vita utile degli oneri
può essere maggiore o uguale alla durata del contratto dell’immobile di terzi.
Sia per l’OIC 16 che per lo IAS 16 gli oneri di miglioria autonomi su beni di terzi
sono tutti materiali. Gli oneri di miglioria non autonomi su beni di terzi per l’OIC 24
sono immobilizzazioni immateriali per lo IAS 16 vanno nelle immobilizzazioni
materiali.
Lo IAS 37 non accetta vincoli dall’interno, ma solo dall’esterno solo quelli di terzi. Le
manutenzioni cicliche sono scelte interne che non provengono dall’esterno: di
conseguenza non si può procedere con l’accantonamento.
34
ESERCITAZIONE N°4
1. 1. La società Bilancio II prende in locazione nel 2018 un capannone industriale
con contratto di locazione commerciale della durata di sei anni (rinnovabile di
altri sei – non si ipotizza il rinnovo). Nel corso del primo esercizio di locazione,
onde adattare l’immobilizzazione alle esigenze aziendali, sono installati
condizionatori (vita utile autonoma 8 anni) per Euro 15.000 ed un impianto di
trattamento aria (vita utile autonoma 8 anni) per Euro 25.000. I condizionatori
possono essere facilmente trasferiti in altra sede. Nel corso del 2019 si
sostengono, inoltre, spese di manutenzione dell’impianto di trattamento aria di
un reparto (legate ad un improvviso problema atmosferico) per Euro 3.000,00.
L’azienda sostiene, infine, nel 2020 spese di manutenzione programmata per un
macchinario in leasing operativo per Euro 3.000,00. Per tali spese era stato
accantonato nel 2018 e nel 2019 un fondo rischi di Euro 1.000,00 (per anno).
Indicare nella tabella che segue i valori che assumono, nei bilanci d'esercizio dei
quattro anni, le voci contabili in essa riportate, seguendo prima l'impostazione
dell'OIC 24-16 -31 prima e dello IAS 16-37 dopo.
35
2018)
2019)
36
2020)
2) Quindi si prende il valore netto contabile dell’ultimo anno (2019) e lo si divide per i
6 anni che restano: 16.666/6= 2.778.
ESERCITAZIONE 4 (n°2
37
2.000,00. Per tali spese ha provveduto a stanziare annualmente, dal 2018, un
accantonamento a fondo rischi di Euro 500,00. Nel 2021 la banca decide di
rescindere il contratto di locazione e trasferirsi in altra sede. Indicare nella
tabella che segue i valori che assumono, nei bilanci d'esercizio dei cinque
anni, le voci contabili in essa riportate, seguendo prima l'impostazione dell'OIC
24- 16-31 prima e dello IAS 16-37 dopo.
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
38
2018)
2019)
2020)
2021)
39
SEMPRE DEL 2021, SI APPLICA UNA SVALUTAZIONE PER
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI PARI A 30.000, AZZERANDO COSI’ IL
CONTO B.I.7 (ONERI DI MIGLIORIA).
ESERCITAZIONE 4 (n°3)
3. La società Bilancio II prende in locazione nel 2018 una nave per il trasporto
dei propri prodotti in Tunisia con contratto di locazione della durata di cinque
anni. Nel corso del 2018, onde adattare l’immobilizzazione alle esigenze
aziendali, sono installati macchinari per il sollevamento merci (vita utile
autonoma 6 anni) per Euro 150.000 ed effettuate opere di rinforzo delle paratie
per Euro 50.000, senza rimborso dal locatore (vita utile sei anni). I macchinari
possono essere facilmente trasferiti in altra sede. Nel corso del 2019 si
sostengono spese di riparazione straordinaria di uno dei macchinari per Euro
12.500, a causa del danno causato in mare da una tempesta; la società stipula,
inoltre, un accordo di proroga del contratto per ulteriori due anni (nuovo
termine contratto 2025). L’azienda sostiene, infine, nel 2021 spese di
manutenzione ciclica per un'altra nave di proprietà per Euro 122.000,00. Per
tali spese era stato accantonato un fondo rischi di Euro 40.000 annui nei due
esercizi precedenti. Indicare nella tabella che segue i valori che assumono, nei
bilanci d'esercizio dei cinque anni, le voci contabili in essa riportate, seguendo
prima l'impostazione dell'OIC 24-16-31 prima e dello IAS 16-37 dopo.
40
OIC 24-16-31
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
IAS 16, 37
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
41
B.7 Costi per servizi 12.500 122.000
ESERCIZIO N°4 (ESERCITAZIONE 2018 N°4)
- Star: aziende che hanno una capitalizzazione compresa tra i 40 MLN e 1 MLD e
che hanno peculiari requisiti di governance (o di bilancio e solidità)
- Standard: Aziende che hanno come le star una capitalizzazione compresa tra i 40
MLN e 1 MLD ma non hanno quei requisiti peculiari che hanno le aziende STAR.
43
sono di avviamento. Ma come accade tutto questo se noi sappiamo che
l’avviamento si genera nel momento in cui l’azienda attua operazioni di Merger e
Acquisition. Anche la Telecom (che ha un rapporto G/TOT(A) pari al 51%) attuava
operazioni di spin off (scissione), di mergers e acquisitions con la TIM, generando
avviamenti. Il problema è che l’avviamento è un valore che va benissimo finché il
mercato cresce: Questo perché la capitalizzazione di borsa di un mercato
crescente è maggiore del valore netto contabile dell’equity. Quando invece accade il
contrario, ovvero il mercato non è in crescita nasce un problema serio; Se per
esempio Monte Paschi di Siena c’ha in pancia molti titoli di stato italiano, e i titoli di
stato perdono valore (questo accade con l’aumentare dei tassi di interesse: se un
titolo del 2015 ha un tasso d’interesse del 3%, mentre lo stesso titolo, emesso però
nel 2016, ha un tasso pari al 4%, è chiaro che il titolo del 2015 ha perso valore),
quei titoli devono essere SVALUTATI. Come nel 2011, laddove sussistano queste
condizioni (riduzione delle previsioni di sviluppo; la capitalizzazione di borsa si
riduce; aumento dei rischi), è obbligatorio valutare marchi, brevetti e avviamento e
di operare eventuali svalutazioni. Questo non significa però che devo sempre
svalutare, perché per i i principi contabili italiani, la perdita di valore deve essere
durevole. Per i principi contabili internazionali, invece, devi svalutare quando è
probabile la perdita; Per i principi contabili americani solo quando è possibile. E’
chiaro che, riprendendo l’esempio del Monte Paschi di Siena, quest’ultima può
anche affermare che i titoli del 2015 (che intanto hanno perso valore)
riacquisteranno il loro originario valore con un ribasso del tasso d’interesse: ovvero
non considerano la perdita di carattere durevole e quindi seguendo i principi
dell’OIC non svalutano!
A questo punto nel 2011/12 dove il Price / Book value era sceso sotto il valore di
1 (in media era in quegli anni fu pari a 0,79) ci furono circa 45 MLD di svalutazioni
(nel 2011) e circa 27 MLD (nel 2012). In quel periodo di svalutazioni non furono
svalutate solo i goodwill, ma anche marchi e altre immobilizzazioni materiali.
L’avviamento perse il 48% del valore di tutta la Borsa Italiana (nel 2011) e il 10% del
2012. Sempre in questo periodo ci fu un avviso dell’ESMA (L’autorità che controlla
le Borse) la quale voleva accertarsi sulla natura delle Svalutazioni attuate dalle
aziende italiane: Si scoprì che molte aziende (che dovevano svalutare un tot di
miliardi, ad esempio 100) in realtà svalutarono per 30 Miliardi. Questo perché i
44
manager attuavano delle procedure di impairment test che non potevano essere
controllate e analizzate dall’ESMA: Questo perché la natura stessa dell’impairment
test non è CONTROLLABILE! Nel 2015 l’economia ebbe una crescita soprattutto
con il rialzo del FTSE MIB.
AVVIAMENTO (goodwill):
Il capitale netto che emerge dal bilancio nel Balance Sheet (Patrimonio netto),
come differenza tra total asset e total lyabilties, si chiama equity ed è il capitale netto
contabile, calcolato in applicazione dei principi di competenza per un altro principio
importante che ti vincola l’applicazione del costo storico, quel principio si chiama
principio di prudenza. Tendenzialmente il capitale netto di bilancio è legato ai circuiti
produttivi passati; Il capitale economico è il valore attuale dei flussi di cassa o di
reddito futuri. Esempio: Vogliamo comprare il bar sotto casa… cosa si fa? Chiedere
quanto vale (100.000), chiedere i documenti tra cui contratto di fitto (perché deve
essere 6+6), documenti che attestano che tutto è in norma ecc… poi chiedere i dati
dei beni materiali, quindi banconi, frigorifero che valgono 20mila euro…allora perché
chiedere 100mila euro? Perché il bar è un’attività già avviata, e quindi questi 80mila
euro sono tutte le attività generate dal proprietario attuale, e quel valore in più è
l’avviamento. Come si fa? Prendere i registri e vedere quanto è il valore del flusso
reale, la crescita degli ultimi anni e ipotizzo che nei prossimi anni ci sia la stessa
crescita. È partito da 300mila di corrispettivi, è arrivato a 320mila, 340mila, 360mila,
380mila e che negli anni successivi gestito bene il bar porterà 520,580 arrivando a
600…guardo la marginalità, calcola il flusso di reddito o il flusso di cassa, lo faccio
attualizzare e quindi quel bar è capace di creare una marginalità maggiore rispetto
agli altri bar di 80mila euro. Questi 80mila euro è il valore economico del capitale,
che non è legato ai ricavi di questo anno o dell’anno prima ma è legato ai ricavi
degli anni successivi. Quindi poiché si ipotizza che l’azienda non va a morire ma va
a crescere, il valore attuale dei flussi di cassa o di reddito futuri è più alto rispetto al
capitale contabile.
45
sicuri che vengono a comprare e se lavoro bene in 5/6 anni ho ammortizzato
quell’avviamento. Perché allora l’avviamento non compare a bilancio? Perché
quando si crea autonomamente un’immobilizzazione immateriale (Self-generated)
non la puoi iscrivere in bilancio fino a che non viene acquistata in un’operazione di
Merger e Aquisition. Quindi l’avviamento è di tutte le aziende. Alitalia non ha
avviamenti, ma perché? Perché è un’azienda in perdita, per questo non ha
avviamento, ma le altre aziende non sono come Alitalia perché appunto sono tutte
in crescita e quindi hanno un loro avviamento, ma che non appare in bilancio perché
come abbiamo detto prima è un avviamento che è stato creato e non comprato.
Solo quando viene comprato l’avviamento deve essere iscritto in bilancio. Quindi
nell’esempio dell’acquisto del Bar: Lo compro per 100.000 (uscita di cassa) , di cui
20.000 vanno a finire nell’attivo (frigoriferi, banconi, ecc.) e i restanti 80.000
(avviamento). Solo nel momento dell’acquisto (to purchase), ma anche in una
fusione, l’avviamento ha diritto di essere iscritto in Bilancio.
Dopo aver scritto l’avviamento in bilancio, posso utilizzare due approcci per
interpretarlo. Un primo approccio si chiama TOP DOWN e un secondo approccio
che si chiama BOTTON UP.
- TOP DOWN: Pago il bar 100.000 , rettifico i beni materiali per 30.000 (di cui
20.000 certi e 10.000 in riferimento ad un frigorifero che prima valeva 0), mi
restano 70.000 di avviamento.
- 2 componente (Maggiore valore dei beni non iscritti in bilancio). C’è un marchio
“K” che ha un valore di 5; siccome quel marchio è autogenerato non può stare in
contabilità, ma può essere considerato in caso di operazioni di Merger e
Acquisition. Quindi 20.000 dei beni materiali + 10.000 del frigorifero rivalutato +
5.000 del marchio acquistato. C’ho la ricetta segreta che vale 3.000 (self-
generated) ma che viene acquistato con il bar. Dai 20.000 iniziali siamo passati
quindi a 38.000. Quindi tramite l’analisi delle componenti sto cercando di capire
perché realmente sto pagando 80.000 in più del valore netto contabile.
46
(perchè il venditore è stato più bravo, o perché c’è stata una sopravvalutazione
dell’attivo o una sottovalutazione del passivo). Sta di fatto che ho pagato in più
10.000 del reale valore del Bar. Di conseguenza l’avviamento non sarà più di
(100.000 - 38.000) di 62.000 ma di 52.000, quindi dobbiamo immettere i 10.000 in
più nel Conto economico “Sopravvenienza passiva”. Quei 52.000 sono Real
goodwill.
REAL GOODWILL
47
che vale 10 ma che non è iscritto in bilancio, poiché self-generated: Il patrimonio
netto rettificato adesso vale 55. Ci sono poi la 3 e la 4 componente: Ovvero la
bravura del venditore o eventuali sopravvalutazioni o svalutazioni: Ad esempio
quell’azienda l’ho pagata 100, ma in realtà ne vale 90. C’è quindi una svalutazione
di 10, con la conseguenza che l’avviamento non vale più 60 come nella visione TOP
DOWN ma adesso vale: VALORE REALE DELL’AZIENDA - PATRIMONIO NETTO
RETTIFICATO = 90 - 55 = 35 -> QUESTO VALORE E’ IL REAL GOODWILL. A
questo punto il Real goodwill si può dividere in : Combination goodwill e Goodwill
stand alone: Io, azienda Ragioneria I, rispetto alle altre cattedre di Ragioneria I, sono
in grado a parità di condizioni, di produrre un reddito maggiore, ho un flusso di
cassa maggiore (Goodwill stand alone). Se fondo Ragioneria I con l’azienda
Bilancio II, e utilizzo, ad esempio, lo stesso impianto per la produzione delle 2
aziende, è chiaro che vado a risparmiare sui costi -> ottenendo maggiori ricavi.
Quest’aumento di valore provocato dalla fusione delle due aziende è sempre
un’avviamento (Combination goodwill).
Dopo gli anni 70 in USA, e il 1993 per lo IASB, fermo restando che poteva essere
utilizzato il Write off method, l’avviamento poteva essere iscritto in bilancio, potendo
dimostrare se ci fosse un collegamento tra i benefici economici futuri e l’avviamento
stesso. L’avviamento, una volta iscritto in Bilancio, deve essere ammortizzato? SI
SE SI DIMOSTRA CHE L’AVVIAMENTO E’ UN IMMOBILIZZAZIONE A VITA
UTILE DEFINITA! Se invece l’immobilizzazione ha una vita utile INDEFINITA si deve
procedere con l’impairment test (Svalutazione). Con l’ammortamento il purchased
goodwill, alla fine del periodo di ammortamento diventa un self-generated goodwill.
48
LA DURATA DELL’AMMORTAMENTO: La prima regola per gli USA
sull’ammortamento era che la vita utile poteva essere max di 40 anni, con un
ammortamento di 40 anni. Nel 1983 e poi nel 1993, lo IAS 22 prevedeva
l’ammortamento in 20 anni. Nel 1999 anche gli USA passarono ad un
ammortamento di 20 anni. Nel 2004, però allineandosi con quelli americani (SFAS
141,142), considerano gli avviamenti a vita utile indefinita, e quindi NON PIU’
SOGGETTI ALL’AMMORTAMENTO ma solamente alla svalutazione: IMPAIRMENT
ONLY APPROACH.
Per i principi contabili italiani OIC 24, l’ammortamento è possibile! (perchè la vita
utile è DEFINITA) Il periodo max di ammortamento è 20 anni, se non conosco la
vita utile allora max 10 anni.
1) Principi contabili ITALIANI: Entra in bilancio solo il purchased goodwill; vita utile
definita; max 20 anni di ammortamento se si conosce la vita utile, max 10 anni se
non la si conosce: Modello utilizzato: COST MODEL; Ogni anno si procede con
49
l’ammortamento, se però si accende anche un solo indicatore di impairment che
può essere:
- interno: l’impianto che sta diventando obsoleto, i dipendenti che stanno andando
in pensione, con i nuovi che non sono capaci ancora di svolgere il lavoro
precedente;
Gli stessi criteri di procedure dell’Impairment che sono regolati dall’OIC 9, sono
utilizzati anche dai principi contabili internazionali IAS 36 e nelle CGU. Lo stesso
OIC 9 prevede per le piccole medie aziende (fino a 40 MLN di fatturato) prevede un
approccio semplificato!
3) FASB: Funziona esattamente come lo IASB, soltanto che per il FASB, devi
operare una svalutazione non sempre ma solo quando è probabile che le perdite si
manifestino. Cosa cambia? Facciamo un esempio:
Abbiamo 2 CGU con valore 100 e 100. La prima viene valutata 90, la seconda 110.
50
ESERCITAZIONE N°5
2) A questo punto devo procedere con l’ammortamento (che è possibile per l’OIC)
in 11 anni (visto che il limite max è pari a 20 anni). 5.000/11 = 455 -> quota di
ammortamento; Se c’è un indicatore di impairment di carattere durevole allora
svaluto! Per lo IAS 36,38 e SFAS 141,142 (che considerano gli avviamenti come
beni a vita utile INDEFINITA, non è possibile ammortizzare!) Di conseguenza il
valore iscritto nello Stato Patrimoniale non diminuisce anno per anno, ma si
mantiene costante, tuttalpiù nel caso in cui ci fosse un indicatore di impairment
51
allora procedo con la Svalutazione! Per l’ASU 350, il procedimento è simile
all’OIC 24, con una sola differenza: La vita utile max è di 10 anni!
OIC 24
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
B.I.5 Avviamento 4.545 4.090 3.000 2.625
B.I.3 Impianti 15.000
Crediti 5.000
D.Debiti 25.000
uppo 3 CONTO ECONOMICO
b.10.a Ammortamento Imm. 455 455 455 375
Imm.
b.10.c Svalutazioni Imm. 635
Imm.
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
52
ASU 350
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
53
1) Il nostro equity è pari a 195.000 perché: Dobbiamo fare l’Attivo - Passivo:
20.000 + 120.000 +60.000 - 5.000 = 195.000. Pagando l’azienda 250.000
l’avviamento generato sarà pari a 55.000. L’avviamento deve essere SEMPRE
uguale alla somma dei valori delle CGU: è infatti 15.000 + 20.000 + 20.000 =
55.000
Inoltre la svalutazione non poteva essere effettuata anche per un altro motivo: Cioè
facendo la somma delle singole CGU (con i nuovi valori) viene fuori -> 10.000 +
20.000 + 28.000 = 58.000 che è MAGGIORE dei 44.000 del valore netto contabile
del 2019 (dopo l’ammortamento).
3) Con i principi dello IAS 36,38 e SFAS 141,142 OGNI PERDITA BISOGNA
ESSERE SVALUTATA! Di conseguenza oltre a non ammortizzare, la perdita di
5.000 nel 2019 BISOGNA ESSERE SVALUTATA!!
Ipotizziamo che alla fine del 2020,la Helsinki ha un valore pari a 10.000, la Tallin nel
2021 diventi pari a 0, e Lausha pari a 8.000. La Helsinki non varia, la Tallin da
20.000 diventa 0, mentre la Lausha da 20.000 diventa 8.000: Di conseguenza avrò
un avviamento pari a 10.000 + 0 + 8.000 = 18.000 -> Questo è il valore di
Avviamento che mi devo trovare alla fine del 2020. Di conseguenza da 50.000 -
18.000 = 20.500 di Svalutazione! (Solo se la perdita è di carattere durevole).
54
uppo 1 1
uppo
2018
2018 2019
2019 2020
2020 2021
2021 2022
2022
uppo 2 2
uppo STATO
STATOPATRIMONIALE
PATRIMONIALE
B.I.4
B.I.4
Marchi
Marchi 20.000
20.000
B.II.1
B.II.1 Impianti
Impianti 120.000
120.000
Crediti
Crediti 60.000
60.000
D.Debiti
D.Debiti 250.000
250.000
Altri
Altri Debiti
Debiti 5.000
5.000
B.I.5
B.I.5 Avviamento
Avviamento 55.000
49.500 50.000
44.000 18.000
18.000
uppo
uppo 3 3 CONTOECONOMICO
CONTO ECONOMICO
b.10.a
b.10.a Ammortamento
Ammortamento Imm.
Imm. 5.500 5.500 5.500
Imm.
Imm.
b.10.c
b.10.c Svalutazioni
Svalutazioni Imm.
Imm. 5.000 32.000
20.500
Imm.
Imm.
L’OIC 9 tratta le dinamiche delle svalutazione, che non si applica solo sulle
immobilizzazioni immateriali, ma anche su quelle materiali (per questo motivo l’OIC
9 non è incluso nell’OIC 24). L’OIC 9 è molto simile allo IAS 36: Entrambi
considerano le CGU, sostengono l’impairment almeno una volta l’anno (o quando
qualche indicatore di impairment si attiva); La differenza con lo IAS 36, e che
avvicina l’OIC 9 all’ASU 350, è che per le aziende di limitate condizioni (8,8 MLN di
ricavi; 4.4 MLN di attivo, 50 indipendenti), in pratica il 99% delle aziende italiane,
possono applicare (come alternativa alla normale procedura di Impairment) un
procedimento semplificato di impairment che consiste nel considerare l’Azienda
come unica CGU, e non divisa in tante CGU. Qual è la differenza? Innanzitutto
l’azienda non deve compiere un budget per ogni CGU, ma un unico budget per
l’azienda; Si ma quale tipo di budget? Non più (come accadeva nel procedimento
classico) di un budget finanziario (entrata ed uscite) ma un budget economico:
Su quest’ultimo punto bisogna fare una considerazione: Prevedere un budget di
tipo economico (costi e ricavi) è molto più semplice ma soprattutto meno incerto
rispetto ad un budget finanziario, che tenendo conto dei flussi di entrata e di uscita
potrebbe risentire di alcuni eventi non ipotizzabili: Per esempio se l’Azienda X
sostiene un costo, oppure ottiene un ricavo nel mese di novembre dell’anno,
questiono si traduce automaticamente in un’uscita o entrata di cassa, perché il
55
pagamento può essere dilazionato; Prevedere che accada una cosa del genere a
distanza di anni, è davvero molto complicato!
56
Indicare nella tabella che segue i valori che assumono, al momento
dell'operazione le voci contabili in essa riportate negli esercizi dal 2014 al 2018,
seguendo l'impostazione dell'OIC 24 prima e dello Ias 38 dopo (in questa
seconda ipotesi si ipotizzi che il valore recuperabile individuato con il metodo
semplificato coincida con quello calcolato applicando le ordinarie metodologie
previste dallo Ias 36). Si ripeta l'operazione di cui al punto precedente
ipotizzando che l'importo in eccesso sia stato corrisposto per Euro 5.000 in
seguito ad un cattivo affare degli amministratori e per il resto sia connessa
con la rilevazione dell’avviamento.
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
57
OIC 24
Per quanto riguarda il totale degli ammortamenti notiamo che: i MARCHI alla fine
del 2016 hanno terminato il loro periodo di ammortamento: Quindi non sarebbe
giusto includere nei 5 anni (2017-2021) della previsione del budget economico, gli
ammortamenti dei Marchi. Per quanto riguarda l’AVVIAMENTO e gli IMPIANTI,
quest’ultimi non hanno terminato il loro periodo di amm.to: Di conseguenza per
l’avviamento sono stati ammortizzati 3 anni al pari dei 5 rimanenti (1.125 x 5) per gli
impianti sono stati ammortizzati 3 anni al pari dei 2 rimanenti (3.600 x 2). Ora visto
che L’OIC 9, con il suo metodo semplificato prende in considerazione solamente i 5
anni successivi, per l’avviamento la quota totale è pari a 1.125 x 5 = 5.625, per gli
impianti il periodo rimanente è pari a 2 anni, quindi è come se avessimo che nel
2017-2018 abbiamo gli ammortamenti di 3.600, nel 2019-2020-2021 è come se
avessimo 0. Quindi il totale degli ammortamenti è pari a (5.625 + 7.200) = 12.825
58
: 12.200 = x : 700 -> x = (700 x 7.200) / 12.200 = 413. Il restante era imputata ai
costi di sviluppo).
Per lo IAS 38 come si procede? Sappiamo che lo IAS non procede attraverso gli
ammortamenti degli avviamenti quindi, il procedimento rimane il medesimo senza la
voce “Ammortamento avviamento”, arrivando alla probabile svalutazione del 2016: A
quel punto la svalutazione sarà bilanciata dall’annullamento totale dell’avviamento
per il valore della svalutazione direttamente allo S.P.
59
Il bilancio consolidato è invece il bilancio della capogruppo, che essendo
proprietaria delle società, deve inglobare i diversi bilanci di quest’ultime (come se
acquistasse tutte le società), facendo emergere di conseguenza la voce
“avviamento”.
Nel 1980 gli americani costituiscono la Push Down Accounting: Nel momento in cui
io non compro l’azienda, ma compro le quote dell’azienda, “Io” singola proprietà o
società posso spingere il maggior valore nel bilancio separate facendo emergere
l’avviamento.
Ovviamente la PUSH DOWN ACCOUNTING è valida solo per i principi del FASB,
mentre non è applicabile per i principi italiani e internazionali. L’AICPA (American
Institute of Certified Public Accountants) afferma che:
60
Nel 2014 il FASB pubblica un ASU (Accounting standards update) il TOPIC 805
(Business combinations) e dice: Se tu acquisisci il controllo di un’altra società,
“tu” società hai l’opzione nell’applicare nel bilancio separate dell’azienda controllata
la Push Down Accounting. Prendere il controllo significa o avere almeno il 51% della
società o avere un controllo di fatto.
ESERCITAZIONE 6 N°2
Nel mese di novembre 2014 viene costituita da due soci la società Usa; il
capitale di Euro 38.000 viene contestualmente conferito a mezzo bonifici
bancari. La società ottiene dalle banche un prestito di Euro 2.000 e decide di
acquisire nel mese di dicembre 2014 l’intero capitale dell’azienda KK al costo
di Euro 40.000,00. Lo stato patrimoniale della KK al momento dell'operazione
evidenzia i seguenti valori: Impianti € 25.000, Crediti € 15.000, Marchi 10.000,
Debiti 25.000, Patrimonio netto € 25.000. Il perito valuta che i fair values delle
poste patrimoniali di KK alla data dell’acquisizione corrispondano a quelli
contabili, fatta eccezione per gli impianti, valutati Euro 30.000, e per i marchi
valutati Euro 12.000. Seguendo le indicazioni del Fasb si decide se aggiornare i
valori contabili della KK seguendo le logiche della push – down accounting. Si
tenga conto che il periodo di ammortamento dell'avviamento è stimato
incinque anni, quello dei marchi in cinque anni, quello degli impianti in cinque
anni. Al 31 dicembre 2017 un esperto, chiamato a valutare il valore
recuperabile dell’azienda, in considerazione del persistente periodo di crisi, lo
valuta in modo durevolmente inferiore e ciò porta ad annullare il valore
dell’avviamento ed a ridurre il valore dei marchi ad Euro 2.500. Indicare nella
tabella che segue i valori che assumono, al momento dell'operazione le voci
contabili dell’azienda KK (seguendo le logiche del Topic 805 americano ed
optando, come previsto dall’ASU del Fasb, per l’ammortamento
dell’avviamento) in essa riportate negli esercizi dal 2014 al 2018.
61
uppo 1
2014 2015 2016 2017 2018
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
B.I.4 Marchi 9.600 7.200 4.800 2.400
B.I.5 Avviamento 6.400 4.800 3.200 1.600
B.II.1 Impianti 24.000 18.000 12.000 6.000
Crediti 15.000
A.I Capitale sociale 10.000
Debiti 25.000
Additional Paid in Capital 30.000
Riserve 15.000
62
maggior valore tra i 40.000 pagati per acquisire le quote azionarie dell’azienda KK e
il valore del Patrimonio netto 25.000 -> 40.000 - 25.000 = 15.000
DARE AVERE
VALORE RECUPERATO (MARCHI)
2.000
AVVIAMENTO
8.000
63
LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Passiamo dalle intangibles assets alle tangibles assets. La prima domanda che ci
poniamo è: Come possiamo acquisire un’immobilizzazione materiale? (I nostri
punti di riferimento saranno l’OIC 16, lo IAS 16 (Property, Plant and Equipment) IAS
40 (per le Investiments Property) e per il FASB che non utilizza un principio in
particolare, ma che cura lo stesso le immobilizzazioni materiali.)
3) Il conferimento. (Uno dei soci è in possesso del bene materiale, ricava una
valutazione del bene, si propone di conferire il bene materiale alla società in
cambio di azioni per un valore pari al valore stimato del bene, con conseguente
aumento del Capitale Sociale per un ammontare pari al valore del bene
conferito). Ovviamente questo avviene nel momento in cui il valore ricavato dalla
valutazione su quel bene risulta inferiore al valore di mercato, e quindi l’Azienda
ottiene un vantaggio acquisendo il bene con questa modalità. Il conferimento
per essere valido deve prevedere una perizia (che oggi può essere fatta da
qualsiasi persona in una S.p.a, e da un dottore commercialista nelle S.r.s)
4) Leasing.
Come si opera l’iniziale rilevazione? Per tutti i principi contabili, la rilevazione iniziale
si effettua al costo di acquisto o di costruzione (salvo nel caso del conferimento,
dove la rilevazione iniziale coincide con la valutazione di perizia).
Che cosa si intende per costo di acquisto? Il costo di acquisto si rifà al costo
storico aggiunto degli oneri accessori (costi di trasporto, costi assicurativi iniziali,
eventuali costi notarili, costi di installazione, costi di collaudo). Tutti gli oneri
accessori saranno soggetti a capitalizzazione indistinta, per poi essere ammortizzati
negli anni di vita utile del bene, a partire dall’iniziale coinvolgimento del bene stesso
all’interno della produzione.
Che cosa si intende per costo di costruzione? In questo caso non ho un costo
storico di acquisto, ma un costo storico di costruzione. Un’altra differenza con i
costi di acquisto consiste nella tipologia di capitalizzazione. Per i costi di
costruzione seguiamo una Capitalizzazione Indistinta, perché per la realizzazione di
un’immobilizzazione materiale utilizzo: il mio personale, le mie materie prime, le mie
risorse: tutti fattori che ritroviamo non automaticamente nello Stato Patrimoniale ma
che sono racchiusi nei conti economici “Salari e stipendi” “Materie Prime”. Al 31
Dicembre l’azienda deve essere in grado di rilevare all’interno dei costi di
64
produzione (e non commerciali o amministrativi), i costi imputabili alla realizzazione
del bene. Ora un’importante distinzione che dobbiamo fare è tra costi speciali e
costi comuni. Un costo speciale è un costo che riguarda in maniera specifica un
solo bene. Il costo comune riguarda più beni, e quindi deve essere ripartito tra i beni
che hanno beneficiato di quel costo, per far si che il costo comune diventi costo
speciale.
La distinzione che va fatta, però, nell’ambito della Capitalizzazione è tra Costi diretti
e Costi indiretti. Un esempio di costo diretto è l’utilizzo di un bullone che serve per il
funzionamento di un impianto: In questo caso il bullone agisce direttamente
sull’impianto. Ipotizziamo invece l’energia elettrica che una fabbrica usa per far
funzionare i suoi impianti. E’ chiaro che se volessimo calcolare la quantità di energia
elettrica utilizzata da ogni singolo impianto, questo è possibile ma allo stesso tempo
molto dispendioso dal punto di vista economico. Per questo motivo il costo
dell’energia elettrica è un costo comune che agisce in maniera indiretta sugli
impianti. Di norma i costi diretti sono Materie Prime e Manodopera o MOD =
Manodopera diretta, I costi indiretti sono i costi speciali che non posso imputare ai
singoli beni, e i costi comuni. Ora è chiaro che i costi diretti imputatili alla nostra
costruzione in economia, sono facilmente quantificabili e riportati allo S.P in
equilibrio con gli Incrementi in economia. Per i costi indiretti invece il discorso
cambia: Il costo dell’energia elettrica è distribuito per tutti gli impianti dell’impresa.
C’è bisogno quindi di una base unica di riparto -> Utilizzo 100 ore di energia
elettrica; 10 sono utilizzate per l’impianto che sta lavorando alla costruzione in
economia; Base di riparto 10/100 ovvero il 10% della costo indiretto dell’energia
elettrica deve essere imputato per la costruzione in economia del bene materiale. I
miei dipendenti lavorano 10 ore. 3 di queste 10 ore sono imputate alla lavorazione
della mia costruzione in economia; Base di riparto 3/10, ovvero il 30% del lavoro dei
miei dipendenti deve essere capitalizzato indistintamente.
65
immobilizzazioni materiali iniziano a far parte del ciclo produttivo dell’azienda.
Quindi gli oneri finanziari sono soggetti alla Capitalizzazione distinta (se
finanziano l’acquisto dell’immobilizzazione); se invece finanziano una costruzione in
economia, allora sono soggetti a Capitalizzazione indistinta. (Azienda X chiede un
prestito di 1MLN per finanziare l’acquisto di una nave: Tempo di costruzione: 2 anni.
Fino a quando la nave non entra in servizio, gli oneri finanziari del prestito restano a
S.P e iniziano il loro periodo di ammortamento allo scadere dei 2 anni.) Per capire
se devo capitalizzare gli oneri finanziari mi devo domandare:
66
d’interesse. A questo punto si fa la media ponderata dei prestiti con i diversi
tassi d’interesse: ATTENZIONE! Non si fa la media aritmetica, ma quella
ponderata ovvero: se ho 1 prestito pari a 10.000, un 2 a 100.000 e un 3 a 1 MLN
è chiaro che il tasso d’interesse del 3 prestito peserà in modo maggiore
rispetto agli altri 2 tassi d’interesse. Una volta che si è calcolato il tasso medio
ponderato, lo si moltiplica per l’investimento.
67
ESERCITAZIONE 7 (n°1)
68
uppo 1
Giovedì 18/10/18
2018 2019 2020 2021 2022
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
Impianti in corso 34.338 57.988 111.574
B.II.1 Impianti 100.417
uppo 3 CONTO ECONOMICO
b.9 Coso del personale 10.000 5.000 30.000
b.10.b Ammortamento 5.000 5.000 5.000
immobilizzazioni materiali
b.6 Costo Materie prime 14.500 10.500 12.500
b.7 Costo per servizi 53.000 36.000 44.000
c.17 Oneri finanziari 2.000 2.000 6.900
a.4 Incrementi 34.338 23.650 53.586
immobilizzazioni per lavori
interni
amm.to Impianti 11.757
Anno 2015) La mod diretta non è altro che la Manodopera diretta, per questo
motivo vanno imputati 10.000 nel conto “Costo del personale”; 5.000 per le
immobilizzazioni specifiche, che sono materiali; 14.500 per le materie prime; i
restanti 40.000 e 13.000 che sono rispettivamente costi indiretti e costi
amministrativi/commerciali vanno sommati e riportati nella voce “Costi per servizi”.
Alla fine dell’esercizio, ci viene indicato il tasso medio ponderato: Questo ci fa
capire che l’azienda per sostenere i costi della costruzione in economia, ha
utilizzato un finanziamento generico e non specifico! Quindi gli oneri finanziari
imputabili agli anni 2015-16-17 devono essere confrontati con gli interessi che
dovremo capitalizzare, ma che siano imputabili all’impianto che stiamo costruendo.
69
effettive / 20.000 ore totali = 0.10 -> 10%. Allora il 10% dei 40.000 vanno imputati a
capitalizzazione (0.10 x 40.000 = 4.000). 10.000 + 5.000 + 14.500 + 4.000 = 33.500
Anno 2016) Procediamo nello stesso modo dell’anno precedente: Costi imputabili
alla capitalizzazione: 5.000 + 5.000 + 10.500 + (5% di 23.000) = 21.650.
A questo punto passiamo alla questione degli interessi: ATTENZIONE: All’anno 2016
non abbiamo solamente il calcolo degli interessi sul capitale di 21.650, ma
dobbiamo riportare anche gli interessi dell’anno precedente, con il capitale all’anno
2015.
Oneri finanziari 2016 = (Capitale 2015 x TMP x 12 mesi/12 mesi) + (Capitale 2016 x
TMP x 6 mesi/12 mesi) -> ( 34.338 * 5% * 1 + 21.650 * 5% * 1/2) = 2.258 Adesso
confrontiamo questo valore con gli oneri finanziari al 2016 pari a 2.000: Gli interessi
calcolati sono superiori ai 2.000, quindi di conseguenza si capitalizzano solo 2.000.
70
ANNO 2017) Procediamo nello stesso modo di prima:
A questo punto abbiamo il valore di recupero, che in questo caso è il maggiore tra
il valore fair e valore d’uso: In questo caso V.R = 113.500 => Possiamo quindi
procedere senza problemi. (In caso contrario, se il valore recuperabile fosse
stato 110.000, non potevo capitalizzare 111.574 ma solamente 110.000; In
questo caso i 1.574 di differenza dovevano essere detratti dagli Impianti in
corso e contemporaneamente dagli “Incrementi”).
ESERCITAZIONE 7 (n°5)
Per far fronte al fabbisogno finanziario del nuovo impianto l’azienda stipula un
contratto di mutuo con una banca al tasso del 5 per cento. L'impianto e'
ammortizzato utilizzando l'aliquota del 10 per cento, valore di realizzo previsto
per stralcio Euro 1.000, costo rimozione Euro 1.200. Indicare nella tabella che
segue i valori che assumono le voci contabili in essa riportate per i tre anni
successivi, seguendo l'impostazione dello Ias 23.
71
uppo 1
2012 2013 2014 2015 2016
Anno 2012) Negli esercizi dove l’azienda acquista immobilizzazioni da terzi, come in
questo caso, è preferibile utilizzare la capitalizzazione DISTINTA:
Imputiamo quindi nella voce “Impianti in corso” l’importo di: 25.000 + 75.000 =
100.000.
Anno 2013) Nell’anno 2013 pago il secondo saldo di 80.000 e la restante parte a
completare i 300.000. Di conseguenza in “Impianti in corso” avrò 301.820.
72
Oneri finanziari: Ci troviamo nel 2013, e sappiamo che gli interessi maturati non sono
riconducibili solo al valore di 80.000 maturato nel 2013, ma anche al capitale del
2012 che era pari a 101.820. Di conseguenza la parte imputabile al 2013 sarà:
80.000 * 5% * 7 mesi/12 mesi (perché pagati al 30 aprile) = 2.333
73
differente dalla vera Rivalutazione per 2 motivi: Il primo riguarda un aspetto
economico ovvero: Ho un’immobilizzazione con annesso periodo di ammortamento
e i seguenti VNC (anno x: 80.000 ; anno x+1: 60.000; anno x+2: 40.000; anno x+3:
20.000; anno x+4: 0). Immaginiamo che al 2 anno ho una svalutazione che mi porta il
valore netto contabile da 60.000 a 30.000. Al 3 anno ho una rivalutazione di 100.000
euro => A questo punto il mio valore ritornerà pari all’originaria scala di
ammortamento e non pari a 100.000 (come nel caso di una rivalutazione!). Quindi
nella mia scala avevo 80.000 al primo anno e 60.000 al secondo. Iscrivo quindi al 3
anno il valore di 60.000. A questo posso procedere all’ammortamento. Il secondo
motivo è di carattere contabile: Mentre in DARE ho un’aumento del mio valore, che
da 30.000 passa a 60.000, avrò un saldo in AVERE pari sempre a 30.000 nella voce
del C.E a.5 “Altri ricavi e Proventi” (A differenza della rivalutazione, dove vedremo
che si accenderà un conto nello S.P).
IASB 16 | REVALUATION MODEL: Lo IASB prevede sia la strada del Cost Model
che quella della Revaluation model, ma considera quest’ultimo favorito perché è un
benchmark model, ovvero un modello di riferimento. Alla fine di ogni anno il mio
punto di riferimento è il fair value. Per quanto riguarda il processo di rilevazione e di
ammortamento, il Revaluation model è identico al Cost Model: Rilevazione al costo
storico, ammortamento possibile quando la vita utile è definita. Cosa cambia quindi?
In caso di indicatori di impairment, se la svalutazione è di carattere durevole si
svaluta normalmente. Invece se il valore dell’immobilizzazione cresce, e quindi il fair
value aumenta, allora si applica la Rivalutazione: Ho un immobile con V.N.C pari a
50.000 all’anno t. Procedo con l’ammortamento in 5 anni e quindi da 50.000 passa a
40.000. Arriviamo all’anno t+1 e l’esercizio mi dice che il fair value dell’immobile è
pari a 60.000. Ora in caso ci trovassimo a eseguire l’esercizio seguendo l’OIC e il
FASB non faremmo nulla, perché precedentemente non c’è stata alcuna
svalutazione. In questo caso ci troviamo nei principi dello IASB, quindi dobbiamo
procedere con la Rivalutazione => Nella voce B.II.1 “Impianti” il valore netto
contabile passa da 40.000 a 60.000; Questa differenza di 20.000 deve essere iscritta
74
nella voce “Riserva di Rivalutazione” nello Stato Patrimoniale. Questa riserva è una
riserva di Capitale, ovvero incide sul capitale dell’azienda.
V.n.c: 15.000
In questo 4 anno il fair value è pari a 10.000: Dovrei quindi svalutare i 15.000 per un
ammontare pari a 5.000. In caso di svalutazione, post rivalutazione, posso
scalare il conto “Riserva di Rivalutazione” per coprire la svalutazione.
(Nota integrativa: E’ chiaro che le Riserve di Rivalutazione non si applicano solo alle
immobilizzazioni materiali, ma anche ai titoli alle obbligazioni, ovvero ad altre
componenti del bilancio. E’ chiaro anche che un’aumento, o una diminuzione di
questa riserva incide sull’Equity (ovvero sulla differenza tra attivo e passivo dello
Stato Patrimoniale). Ma bisogna ricordare che la Riserva di Rivalutazione non trova la
sua fonte nell’utile aziendale, ma segue l’andamento del fair vale. A tal proposito il
FASB e lo IASB hanno deciso di attuare un’azione di monitoraggio (ovvero costruire
un conto economico a parte) della variazione della Riserva di Rivalutazione nel corso
degli anni d’esercizio aziendale, proprio per capire in quale percentuale l’Equity
aziendale dipendesse dal fair value. L’unione dei due conti economici prende il
nome di Comprehensive income (Reddito comprensivo).
75
IMMOBILIZZAZIONI CIVILI:
Svolgendo l’esercizio seguendo l’OIC (che ricordiamo essere uguale al FASB), devo
procedere con l’ammortamento anno per anno (10% di 500.000, pari a 100/10= 10
anni). Il fair value è il mio valore recuperabile che sia nel caso del 2014, che nel 2016
è sempre superiore al mio v.n.c.
76
uppo 1
2012 2013 2014 2015 2016
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
B.II.1 Impianti 450.000 400.000 350.000 300.000 250.000
Svolgiamo l’esercizio secondo lo IAS 16, che procede con il Revalution model:
Al 3 anno abbiamo un fair value di 420.000 che confrontato con i 400.000 del
nostro valore netto contabile supera di 20.000. Dobbiamo quindi procedere con una
Rivalutazione: 20.000 vanno a “Riserva di Rivalutazione”; Il mio valore netto
contabile diventa 420.000; Il nuovo ammortamento sarà pari a 420.000/8 anni
rimanenti = 52.500. A questo punto si è generata una differenza tra il nuovo
ammortamento, e quello originario di 2.500. Differenza che può essere resa
disponibile ai soci => La mia “Riserva di Rivalutazione” diventa pari a 20.000-2.500=
17.500; Di conseguenza si accende un conto “Riserva Utile” pari a 2.500.
77
uppo 1
2012 2013 2014 2015 2016
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
B.II.1 Impianti 450.000 400.000 367.500 315.000 291.667
Riserva di Rivalutazione 17.500 15.000 41.667
Riserva utili 2.500 2.500 8.333
uppo 3
b.10.b amm.to imm. mat. 50.000 50.000 52.500 52.500 58.333
CON TO ECONOMICO
ESERCITAZIONE 8 (n°4)
Per i primi due anni si procede alla pratica di ammortamento che in questo caso
sarà pari al 15% del nostro valore netto contabile => Quota di ammortamento: 15%
di 250.000. N.B Il 15% è una percentuale che ci da un periodo di anni non preciso,
78
perché facendo 100/15= 6.67 anni. Quindi il nostro periodo di ammortamento sarà
pari a 6.67 anni.
Nel 2014 il fair value dell’impianto scende a 50.000. Confrontato con il v.n.c di
175.000 c’è un problema di Svalutazione: Sappiamo che prima di svalutare, bisogna
ammortizzare => di conseguenza il v.n.c di 175.000 diventa pari a 137.500. Di
conseguenza i valori da confrontare sono: (137.500 - 50.000 = 87.500). Quindi avrò
una svalutazione pari a 87.500.
Nel 2015 non c’è alcun valore fair: Possiamo quindi procedere con l’ammortamento.
Ma quali sono i nostri anni di vita utile residua? Abbiamo visto che gli anni totali
sono pari a 6.67: Quindi 6.67 - 3 anni già ammortizzati = 3.67. La nostra quota di
ammortamento sarà pari a 50.000/3.67 = 13.624. Il mio valore netto contabile
diventa da 50.000 - 13.624 = 36.676
N.B Fino a questo punto l’OIC è identico allo IAS, perché abbiamo avuto solo
casi di svalutazione il cui procedimento è lo stesso!
OIC = FASB
212.500
2012 175.000
2013 137.500
2014 100.000
2015
79
importo va imputato a C.E (come richiede la procedura del Cost Model) nel conto
“a.5 Altri Ricavi e proventi”. Di conseguenza l’ammortamento ammonta a: 100.000 /
2.67 anni rimanenti = 37.453. Il valore netto contabile diventa pari a 100.000 -
37.453 = 62.547
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
B.II.1 Impianti 212.500 175.000 50.000 36.676 62.547
IAS 16
80
uppo 1
2012 2013 2014 2015 2016
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
B.II.1 Impianti 212.500 175.000 50.000 36.676 93.820
Riserva Rivalutazione 31.320
Riserva Utile 18.680
ESERCITAZIONE 9 (n°4)
Anticipo di Euro 250.000,00 alla data di inizio lavori (16 gennaio 2012);
Per far fronte al fabbisogno finanziario del nuovo impianto l’azienda stipula un
contratto di mutuo con una banca al tasso del 5 per cento. L'impianto e'
ammortizzato utilizzando l'aliquota del 10 per cento, valore di realizzo previsto
per stralcio Euro 10.000, costo rimozione Euro 20.000. Al 31 dicembre 2015 il
fair value dell’impianto è pari ad € 600.000,00. Al 31 dicembre 2016 il fair value
81
dell’impianto è pari ad Euro 1.000.000,00. Si inseriscano, nella tabella che
segue, i valori che acquisiranno le poste contabili citate nell’arco del periodo di
vita utile economica dell’impianto (trascurando l’aspetto fiscale ed ipotizzando
l’assenza di distribuzione della riserva disponibile, che il valore recuperabile
corrisponda con il valore fair e che le eventuali perdite di valore siano durevoli)
seguendo prima l’impostazione Fasb e, poi, quella IAS 16 – 23 nella versione
revaluation model.
2 anno: Nel 2013 pago due saldi: 150.000 + 400.000 = 550.000 che aggiunti ai
261.952 = 811.952. Ma questo non è il mio valore, perché devo aggiungere gli
interessi =>
INTERESSI = 261.952 * 5% * 1 + 150.000 * 5% * 9/12 + 400.000 * 5% * 1/12 =
20.389. Impianti in corso sarà quindi pari a : 811.952 + 20.389 = 832.341.
3 anno: Fino ad ora ho pagato 800.000 dei 1.000.000 totale, quindi l’ultimo saldo è
pari a 200.000. A questo punto il mio valore di “Impianti in corso è diventato pari a
1.032.341. Ma a questo valore devo sommare gli interessi che saranno pari a:
832.341 * 5% * 4/12 = 13.872.
4 anno: Al 31 Dicembre 2015 il valore fair è pari a 600.000. Confrontato con il V.C.N
pari a 950.592 è inferiore! Dobbiamo procedere alla Svalutazione. Ammortizziamo
82
prima e poi svalutiamo. Il mio V.C.N diventa pari a 844.971. A questo punto faccio:
844.971 - 600.000 = 244.971. Il mio valore netto contabile sarà pari a 600.000 +
10.000 = 610.000, di conseguenza la Svalutazione sarà pari a : 234.971
Per il FASB=OIC
950.592
844.971
Quindi il mio valore contabile max a cui posso arrivare è 844.971, che è pari al v.n.c
dell’anno precedente. A questo punto procedo con l’ammortamento è quindi
844.971 -105.621 = 739.350. Ma oltre all’ammortamento devo procedere con il
ripristino e quindi nella voce a.5 “Altri ricavi e proventi” inserisco un valore pari al
mio nuovo V.C.N - il V.C.N dell’anno precedente: (844.971 - 610.000)= 234.971
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
84
ESEMPIO ESERCIZIO CON SVALUTAZIONE/RIVALUTAZIONE NELLO
STESSO ANNO:
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
85
CONTRIBUTI STATALI ED EUROPEI
Dietro gli investimenti di varia natura (in alcune specifiche aree geografiche, o
investimenti con scopi specifici) possono esserci gli interessi del governo, o della
comunità europea. La logica del contributo sta appunto nell’offrire un agevolazione
all’azienda per compiere un determinato investimento. Esempio: L’Azienda di
scarpe situata a Brescia, riceve un finanziamento pubblico da parte dello Stato, per
promuovere l’apertura di nuove aziende dello stesso settore nel Mezzogiorno:
L’Azienda di scarpe, in questo caso, riceve un contributo da parte dello Stato per
investire nel Mezzogiorno ottenendo così 2 risultati: Il primo legato all’azienda, che
investe ed espande il proprio business con fondi in parte dati dallo Stato; il 2
risultato viene raggiunto dallo Stato stesso, che agevolando l’azienda fa sviluppare
l’economia nel Mezzogiorno. Alcuni dei contributi devono essere restituiti, mentre
altri contributi restano all’Azienda che investe. I contributi si dividono in:
TRATTAMENTO CONTABILE:
Per tutti gli altri contributi in conto di esercizio: Tutti gli altri contributi devono essere
immessi nel conto a.5 “Altri ricavi e proventi” Contributi c/esercizio.
86
Per quanto riguarda i contributi in conto capitale invece:
Es: Devo acquistare un macchinario del costo di 2.000.000, aliquota amm.to 10%,
contributo pari a 800.000: Ci sono due possibili strade percorribili.
ESERCITAZIONE 10 (n°1)
87
80.000 ai 150.000 e procediamo con l’ammortamento. Ricorda che il valore di
stralcio influisce sulle quote di ammortamento ma non sul V.C.N:
2018 2019
uppo 1
ppo 2 STATO PATRIMONIALE
2018 2019
88
ESERCITAZIONE 10 (n°3)
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
90
LEASING
Il leasing è un contratto con il quale il locatore cede un bene per un determinato
periodo al locatario. In cambio di questa cessione, il locatore ha diritto ad un maxi
canone iniziale + dei canoni (mensili, semestrali). Al termine del contratto c’è un
prezzo di riscatto. Se il locatario paga il prezzo di riscatto, il bene oggetto del
contratto diventa di proprietà giuridica del locatario. Se il riscatto non viene pagato,
il bene resta di proprietà giuridica del locatore.
91
operativo, ma sostanzialmente stipulare un contratto di leasing finanziario: Vita max
del contratto a cui corrisponde leasing operativo 15 anni. Il contratto viene stipulato
per una durata di 14 anni e 364 giorni.
Per evitare tutto ciò, lo IASB e il FASB decidono di cambiare totalmente la loro
visione sul Leasing, decidendo di considerare tutti i leasing come leasing finanziario
ad eccezione degli Small tickets, contratti di durata inferiore ad un anno, e i Low
Value Assets , ovvero immobilizzazioni di basso valore. Questo cambiamento ha
successo solo per lo IASB, mentre per il FASB non verrà approvato.
LOCATORE | LOCATARIO
LEASING OPERATIVO:
- Per il locatario: la prima rata da capitalizzare è la maxi rata: Esempio: durata del
contratto 3 anni, maxi rata 6.000$; attraverso la procedura del risconto attivo,
ripartisco il costo per i 3 anni, e quindi avrò al 1 anno 4.000 di risconto attivo e
2.000 nel Conto economico. Per il pagamento delle rate, la voce che si attiva è
quella b.8 “Costo per godimento di beni di terzi”. Nello stato patrimoniale non
va nulla!
- Per il locatore: il bene è iscritto nello Stato patrimoniale (come una qualsiasi
immobilizzazione) e con una normale procedura di ammortamento; Per i canoni di
leasing, invece di avere dei costi ha dei ricavi, quindi avrà un risconto attivo, e dei
fitti attivi (che sono ricavi) nel C.E. (Performance approach )
LEASING FINANZIARIO:
- Per il locatario, il valore del bene deve essere iscritto nello Stato Patrimoniale, e
come se fosse a tutti gli effetti un’immobilizzazione, deve essere ammortizzata negli
anni di vita utile che stabilisco io, locatario; di conseguenza la contropartita è il
debito che ho nei confronti del Locatore. A questo punto restano i canoni di leasing,
che però non sono uguali al valore del bene diviso gli anni della durata del contratto,
ma avrò il costo del bene + gli interessi che devo al locatore (interesse passivo).
Quindi il canone di leasing = quota capitale + quota interesse. La quota capitale
va a scalare il debito che ho nello Stato Patrimoniale. Alla fine del contratto, nel
debito mi rimarrà un valore che sarà pari al valore di riscatto.
- Per il locatore: il debito diventa un credito; il canone viene sempre diviso nella
quota capitale (che va a stornare il credito) e nella quota interesse (che in questo
caso è attivo, un guadagno). Nello stato patrimoniale non ho l’immobilizzazione
con annesso ammortamento, perché il bene non lo sto utilizzando io locatore.
(Recognition approach).
92
TABELLA SUL CANONE DI LEASING
Stipulo un contratto di leasing per un macchinario valore: 40.000. L’aliquota di
amm.to è pari al 20%, i canoni di leasing sono 4 rate anticipate del valore di11.000.
Il tasso d’interesse è pari al 8.155%, il prezzo di riscatto è 1.000.
2018) Per calcolare la quota interessi dobbiamo considerare la rata 11.000 =>
40.000 - 11.000 = 29.000 * 8.155% = 2.365 | Quota capitale: 11.000 - 2.365 = 8.635
Debito residuo: Valore del debito - Quota capitale => 40.000 - 8.635 = 31.365
93
INCREMENTAL BORROWING RATE
OIC 1: Sia per il leasing operativo che finanziario, si segue un un’unico metodo
contabile: Canoni di leasing a Conto Economico (voce b.8 “Costo per godimento
beni di terzi”); Nello Stato Patrimoniale non va nulla! Il prezzo di riscatto va in b.10.b
“amm.to imm. Materiali”.
IFRS 16: Tutti i leasing (ad eccezione degli Small tickets, e i Low Value Assets) =>
Nello Stato Patrimoniale, B.II.1 “Impianti” a D. “Debito; Nel Conto Economico va
inserito l’ammortamento dell’Impianto, e deve essere separata la quota interessi
dalla quota capitale del canone nella voce c.17 “Oneri finanziari”.
94
ESERCITAZIONE 11 (n°3)
OIC 1:
uppo 1
2012 2013 2014 2015 2016
uppo 2 STATO PATRIMONIALE
95
TOPIC 842
uppo 1
2018 2019 2020 2021 2022
IFRS 16
uppo 1
2012 2013 2014 2015 2016
96
Tabella Canone leasing
ESERCITAZIONE 11 (n°2)
uppo 1
2012 2013 2014 2015 2016 2017
97
Tabella Canone di leasing
RIMANENZE
Quando si parla di rimanenze, non si può non parlare di inventario: L’inventario non
è altro che il conto fisico che si effettua in magazzino per verificare se i prodotti
registrati a computer corrispondono con l’esistenza fisica degli stessi in magazzino.
Il secondo aspetto è la gestione delle scorte ovvero la gestione strategica che
un’azienda compie all’interno del magazzino => A tal proposito non rientrano nelle
rimanenze le così dette scorte vincolate che un’azienda deve avere sempre in
magazzino per soddisfare il proprio fabbisogno produttivo; Infatti quest’ultime vanno
nelle immobilizzazioni e non nelle rimanenze.
Rimanenza finale attiva: è una parte del costo di acquisto di una materia, di
una merce che viene rinviata al futuro, perché non è di competenza
economica di quell’anno. Per rinviarla al futuro iscrivo la parte di costo in
AVERE del Conto Economico, e in DARE dello Stato Patrimoniale.
98
Aspetto contabile:
DARE AVERE
MERCI C/acquisti
(C.E)
10
DARE AVERE
Al 2/01/2019
DARE AVERE
DARE AVERE
RIMANENZE FINALI
(S.P)
12
99
DARE AVERE
DARE AVERE
Al 2/01/2020
DARE AVERE
DARE AVERE
RIMANENZE FINALI
(S.P)
5
100
DARE AVERE
DARE AVERE
101
A questo punto le Rimanenze finali vanno iscritte nello Stato Patrimoniale nella
voce C “Attivo Circolante”. Per le variazione rimanenze il discorso si complica:
- Variazione rimanenze materie prime vanno iscritte nella voce b.11 “Costi della
Produzione”.
Prodotti (+)
——————————————————————
Prodotti (-)
102
Per l’esame:
Il criterio d’iscrizione delle rimanenze è il costo storico (di acquisto per le materie
prime) o di produzione (per i prodotti, semilavorati, lavori su ordinazione) ASC 330,
OIC 13 e IAS 2 non c’è differenza. Il criterio di valutazione è il minore tra il costo
storico e Il valore di presumibile realizzo (salvo beni agricoli e beni di largo consumo
nello IAS 2). Il valore di presumibile realizzo per le merci e prodotti finiti è il prezzo di
vendita, per una materia prima è il valore di realizzo indiretto, la quota del valore di
vendita del prodotto finito).
Tra i beni che possiamo avere in rimanenza ci sono i beni fungibili. Ipotizziamo che
un’azienda compri 100 lenzuola di cui 60 al 23 dicembre al prezzo di 1$ e 40
lenzuola al 24 dicembre al prezzo di 1.10$. Al 31/12 in magazzino ho 30 lenzuola. A
questo punto dobbiamo capire se queste lenzuola sono state pagate il 23 dicembre
e quindi applicare 1 euro come costo storico, o 1,10 euro per il 24 dicembre:
LIFO: Last in first out: Le ultime che sono entrate sono le prime che se ne vanno:
Quindi le 40 del 24/12 sono andate, mentre 30 dei 60 comprate al 23/12 sono le
rimanenze. Il costo storico è 1 euro
FIFO: First in first out: Le prime entrate sono le prime che escono: Quindi le 60 del
23/12 se ne sono andate; 30 delle 40 comprate al 24/12 sono rimaste. Il costo
storico è 1,10 euro.
103
PRINCIPI CONTABILI SULLA GESTIONE DELLE RIMANENZE
I principi contabili italiani OIC 13 e quelli americani ASC 330 sono molto flessibili
sulle tecniche che le aziende possono praticare per la gestione delle rimanenze: (è
chiaro che se viene scelta la tecnica del FIFO per le rimanenze del prodotto X, non
può essere applicato il LIFO per un prodotto Y).
Esempio pratico: Ipotizziamo che un’azienda voglia costruire una nave da crociera.
Si reca da Fincantieri e commissiona un contratto di appalto per la realizzazione
della nave.
L’altro possibile contratto per i lavori in corso su ordinazione è il Markup: Queso tipo
di contratto è meno utilizzato ed ha la caratteristica di avere una percentuale, ovvero
un markup sui costi di produzione (determinati generalmente dal ministero) che
l’azienda realizzatrice del progetto chiede come percentuale di ricavo: Ipotizziamo
che i costi di produzione si aggirano attorno ai 900.000 euro. Un markup del 10%
significa che l’azienda vuole 90.000 euro di profitto sulla realizzazione del bene.
104
30% della nave, al 2 anno il 50% e al 3 anno il 20%, per l’OIC quel 30% della nave
realizzata al 1 anno non sono vendite ma rimanenze di prodotti semilavorati. Sul
criterio di valutazione restano identici. Ma qual è il criterio di valutazione?
Per l’ OIC 13, IAS 2 (tranne i beni fungibili e quelli di largo consumo), ASC 330
il criterio di valutazione delle rimanenze in magazzino è il minore tra costo di
acquisto o di produzione e il valore di presumibile realizzo diretto o indiretto.
ESEMPIO PRATICO:
Supponiamo che ho un appalto di 20.000 euro in 3 anni: Ricevo nei primi 2 anni due
acconti: 6.000 e 7.000. I costi previsti sono: 7.200 per il 1 anno, 5.400 per il 2 anno e
5.400 per il 3 anno.
Valore dell’appalto 20.000 euro - Somma dei costi : 18.000 => L’azienda prevede un
guadagno di 2.000.
OIC 23: L’Oic, per le rimanenze dei lavori su ordinazione, viene preferito il metodo
di percentuale dell’avanzamento: In questo caso, però, di fronte a dei valori
previsti (e non certi), quando non si è sicuro dei margini o della fedeltà dell’azienda
che ha commissionato l’appalto nei pagamenti, si procede attraverso il metodo
della commessa completata =>
1 anno: Costi della produzione = 7.200 (C.E); Arriviamo al 31/12, seguendo il criterio
di valutazione delle rimanenze, scegliamo il valore minore tra costo di produzione e
valore di presumibile realizzo = 7.200
DARE AVERE
DARE AVERE
105
Al 31/12/2013 avremo:
DARE AVERE
RIMANENZE FINALI
(S.P)
5.400
DARE AVERE
106