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INTRODUZIONE AL METODO

DEGLI ELEMENTI FINITI

Elemento quadrangolare a 4 nodi


isoparametrico (QL1)

Tommaso Maria Brugo

Alma mater studiorum – Università di Bologna


Dipartimento di Ingegneria Meccanica (DIN)
Elemento Quadrangolare a 4 nodi (QL1)

Elemento quadrangolare a 4 nodi nel sistema di riferimento cartesiano:

OSS:
A > 0 se vertici ordinati
in verso antiorario

III II I

Obiettivo: ന 𝑒 = න 𝐵ധ 𝑇 𝐷
𝐾 ന 𝐵𝑑Ω
ധ 𝐵ധ = 𝐿ധ 𝑁
ന ന
𝑁
Ω𝑒
MATRICE RIGIDEZZA
ന 𝑒 𝛥𝑒ҧ − 𝐹ത 𝑒 = 0
𝐾 ELEMENTO
QL1 Isoparametrico: Funzioni di forma (I)
FUNZIONI DI FORMA TRAMITE METODO POLINOMIALE
Si esprima l’elemento triangolare a 4 nodi nel riferimento naturale.
Il polinomio interpolante dello spostamento 𝑢𝑒 (𝜉, 𝜂) è dato da:
𝑢𝑒 𝜉, 𝜂 = 𝑎1 + 𝑎2 𝜉 + 𝑎3 𝜂 + 𝑎4 𝜉𝜂
Lo spostamento 𝑢𝑒 (𝜉, 𝜂) assume nei nodi i corrispondenti valori nodali:
𝑢1𝑒 −1, −1 , 𝑢2𝑒 1, −1 , 𝑢3𝑒 1,1 , 𝑢4𝑒 −1,1 . Per cui otteniamo il sistema:
𝑢1𝑒 −1, −1 = 𝑎1 − 𝑎2 − 𝑎3 + 𝑎4 Risolvendo
𝑢2𝑒 1, −1 = 𝑎1 + 𝑎2 − 𝑎3 − 𝑎4
𝑎1 , 𝑎2 , 𝑎3 , 𝑎4
𝑢3𝑒 1,1 = 𝑎1 + 𝑎2 + 𝑎3 + 𝑎4 il sistema
𝑢4𝑒 −1,1 = 𝑎1 − 𝑎2 + 𝑎3 − 𝑎4 si ottiene

➢ Sostituendo i coefficienti ottenuti nel polinomio interpolante e raccogliendo in funz. degli


spostamenti nodali, otteniamo:
1 1 1
𝑢𝑒 𝜉, 𝜂 = 1 − 𝜉 1 − 𝜂 𝑢1𝑒 + 1 + 𝜉 1 − 𝜂 𝑢2𝑒 𝑁1 = 1−𝜉 1−𝜂
4 4 4
1 1
+ 1 + 𝜉 1 + 𝜂 𝑢3𝑒 + 1 − 𝜉 1 + 𝜂 𝑢4𝑒 1 FUNZIONI DI FORMA
4 4 𝑁2 = 1+𝜉 1−𝜂
4 QL1
➢ Che può essere riscritto come: 1 ISOPARAMETRICO
4
𝑁3 = 1+𝜉 1+𝜂
4
𝑢𝑒 𝜉, 𝜂 = ෍ 𝑁𝑖 𝜉, 𝜂 𝑢𝑖 con: 1
𝑁4 = 1−𝜉 1+𝜂
𝑖=1 4
QL1 Isoparametrico: Campo di spostamento e Geometria
Possiamo quindi esprimere il campo degli spostamenti in funzione dei valori nodali
tramite le funzioni di forma nel riferimento naturale: 1
𝑁1 = 1−𝜉 1−𝜂
𝑛 4
1
𝑢𝑥 𝑒 (𝜉, 𝜂) = ෍ 𝑁𝑖 (𝜉, 𝜂)𝑢𝑥 𝑒𝑖 𝑁2 = 1 + 𝜉 1−𝜂
4
𝑖=1
𝑛 Con: 1
𝑁3 = 1 + 𝜉 1+𝜂
𝑒 4
𝑢𝑦 (𝜉, 𝜂) = ෍ 𝑁𝑖 (𝜉, 𝜂)𝑢𝑥 𝑒𝑖
1
𝑖=1
𝑢𝑥 1 𝑒 𝑁4 = 1 − 𝜉 1+𝜂
4
In forma matriciale: 𝑢𝑦
1
𝑢𝑥 2
𝑢𝑥 𝑒 (𝜉, 𝜂) 𝑁 0 𝑁2 0 𝑁3 0 𝑁4 0 𝑢𝑦
ഥ𝒆
𝒖 𝝃, 𝜼 = 𝑒 = 1 2 =𝑵 ഥ𝒆
ന 𝝃, 𝜼 𝜟
𝑢𝑦 (𝜉, 𝜂) 0 𝑁1 0 𝑁2 0 𝑁3 0 𝑁4

𝑢𝑥 𝑛
𝑢𝑦
𝑛
Essendo isoparametrico, anche la geometria sarà espressa dalle medesime funzioni di forma:

4 𝑥1
𝑥2
𝒙𝒆 𝜺, 𝜼 = ෍ 𝑁𝑖 𝜀, 𝜂 𝑥𝑖 = 𝑁1 𝑁2 𝑁3 𝑁4 𝑥3
𝑖=1 𝑥4
4 𝑦1
𝑦2
𝒚𝒆 𝜺, 𝜼 = ෍ 𝑁𝑖 𝜀, 𝜂 𝑦𝑖 = 𝑁1 𝑁2 𝑁3 𝑁4 𝑦3
𝑖=1 𝑦4
QL1 Isoparametrico: Matrice B
𝜕𝑁1 𝜕𝑁2 𝜕𝑁3 𝜕𝑁4
Per trasformare le derivate cartesiane della matrice 𝐵ധ in 𝜕𝑥
0
𝜕𝑥
0
𝜕𝑥
0
𝜕𝑥
0

derivate naturali e quindi essere coerenti con le funzioni 𝜕𝑁1 𝜕𝑁2 𝜕𝑁3 𝜕𝑁4
𝐵ധ = 0 0 0 0
𝜕𝑦 𝜕𝑦 𝜕𝑦 𝜕𝑦
di forma è necessario determinare lo Jacobiano: 𝜕𝑁1 𝜕𝑁1 𝜕𝑁2 𝜕𝑁2 𝜕𝑁3 𝜕𝑁3 𝜕𝑁4 𝜕𝑁4
Indip. da 𝜉 e 𝜂 𝜕𝑦 𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑥
Dip. da 𝜉 e 𝜂
𝑥1 1
𝑥2 𝑁1 = 1−𝜉 1−𝜂
𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝒆
𝒙 𝜺, 𝜼 = 𝑁1 𝑁2 𝑁3 𝑁4 4
𝑥3 1
𝜕𝜉 𝜕𝜉 𝑁2 = 1+𝜉 1−𝜂
𝑥4 4
𝑱Ӗ = Essendo:
𝑦1
Con: 1
𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝑁3 = 1+𝜉 1+𝜂
𝒆 𝑦2 4
𝜕𝜂 𝜕𝜂 𝒚 𝜺, 𝜼 = 𝑁1 𝑁2 𝑁3 𝑁4 𝑦3 1
𝑁4 = 1−𝜉 1+𝜂
𝑦4 4

Si ottengono i termini della matrice jacobiana:


𝜕𝑥 1 𝜕𝑦 1
𝐽11 = = 1 + 𝜂 𝑥3 − 𝑥4 − 1 − 𝜂 𝑥1 − 𝑥2 𝐽12 = = 1 + 𝜂 𝑦3 − 𝑦4 − 1 − 𝜂 𝑦1 − 𝑦2
𝜕𝜉 4 𝑥34 𝑥12 𝜕𝜉 4 𝑦34 𝑦12
𝜕𝑥 1 𝜕𝑥 1
𝐽21 = = 1 + 𝜉 𝑥3 − 𝑥2 − 1 − 𝜉 𝑥1 − 𝑥4 𝐽22 = = 1 + 𝜉 𝑦3 − 𝑦2 − 1 − 𝜉 𝑦1 − 𝑦4
𝜕𝜂 4 𝑥32 𝑥14 𝜕𝜂 4 𝑦32 𝑦14

Determinante di 𝐽:
𝑫𝒆𝒕 𝑱 = 𝐽11 ∗ 𝐽22 − 𝐽12 ∗ 𝐽21
𝟏
= (−𝑦31 ∗ 𝑥42 + 𝑥31 ∗ 𝑦42 + 𝑦21 ∗ 𝑥43 − 𝑥21 ∗ 𝑦43 𝜉 + 𝑥32 ∗ 𝑦41 − 𝑥41 ∗ 𝑦32 𝜂)
𝟖
1 𝐽22 −𝐽12
Inversa della matrice J: Ӗ
𝐽−1 =
Errata corrige det 𝐽 −𝐽21 𝐽11
QL1 Isoparametrico: Matrice B
Possiamo esprimere le derivate delle funzioni di forma in funzione delle 𝜕𝑁𝑖 𝜕𝑁𝑖
coordinate naturali: 𝜕𝑥 Ӗ
−1 𝜕𝜉
𝜕𝑁𝑖 = 𝐽
𝜕𝑁1 𝜕𝑁𝑖
𝜕𝑥 1 𝐽22 −𝐽12 1 − 1 − 𝜂 1 −𝑦42 + 𝑦43 𝜉 + 𝑦32 𝜂 𝜕𝑦
𝜕𝑁1 = = 𝜕𝜂
det 𝐽 −𝐽21 𝐽11 4 − 1 − 𝜉 8 det 𝐽 𝑥42 − 𝑥43 𝜉 − 𝑥32 𝜂
𝜕𝑦
𝜕𝑁2
𝜕𝑥 1 𝐽22 −𝐽12 1 1−𝜂 1 𝑦31 − 𝑦43 𝜉 − 𝑦41 𝜂 1
𝜕𝑁2 =
det 𝐽 −𝐽21 𝐽11 4 − 1 − 𝜉
=
8 det 𝐽 −𝑥31 + 𝑥43 𝜉 + 𝑥41 𝜂
𝑁1 = 1−𝜉 1−𝜂
4
𝜕𝑦 1
𝜕𝑁3 𝑁2 = 1+𝜉 1−𝜂
Essendo: 4
𝜕𝑥 1 𝐽22 −𝐽12 1 1 − 𝜂 1 𝑦42 − 𝑦21 𝜉 + 𝑦41 𝜂
= = 1
𝜕𝑁3 det 𝐽 −𝐽21 𝐽11 4 1 − 𝜉 8 det 𝐽 −𝑥42 + 𝑥21 𝜉 − 𝑥41 𝜂 𝑁3 = 1+𝜉 1+𝜂
𝜕𝑦 4
𝜕𝑁4 1
𝑁4 = 1−𝜉 1+𝜂
𝜕𝑥 1 𝐽22 −𝐽12 1 − 1 − 𝜂 1 −𝑦31 + 𝑦21 𝜉 − 𝑦32 𝜂 4
𝜕𝑁4 = =
det 𝐽 −𝐽21 𝐽11 4 1 − 𝜉 8 det 𝐽 𝑥31 − 𝑥21 𝜉 + 𝑥32 𝜂
𝜕𝑦

Si può quindi sostituire nella matrice 𝐵ധ per poterla esprimere in funzione delle derivate
in coordinate naturali:
OSSERVAZIONI:
𝜕𝑁1 𝜕𝑁2 𝜕𝑁3 𝜕𝑁4 ෩ 𝝃, 𝜼
0 0 0 0 𝑩 è dipendente dalle
𝜕𝑥 𝜕𝑥 𝜕𝑥 𝜕𝑥
𝜕𝑁1 𝜕𝑁2 𝜕𝑁3 𝜕𝑁4 ෩ 𝝃, 𝜼
𝑩 coordinate naturali (al contrario
𝐵ധ 𝒙, 𝒚 = 0 0 0 0 = dell’elemento TL1).
𝜕𝑦 𝜕𝑦 𝜕𝑦 𝜕𝑦 8 det 𝐽 ➢ Le tensioni al suo interno
𝜕𝑁1 𝜕𝑁1 𝜕𝑁2 𝜕𝑁2 𝜕𝑁3 𝜕𝑁3 𝜕𝑁4 𝜕𝑁4
possono variare linearmente (al
𝜕𝑦 𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑥 contrario di Tl1 in cui sono cost.)
QL1 Isoparametrico: Matrice K

ന 𝒆 = න ℎ 𝐵ധ 𝑇 (𝑥, 𝑦) 𝐷
ന 𝐵(𝑥,
ധ 𝑦)𝑑𝛺 In coordinate
𝑲
cartesiane
𝛺𝑒

𝐵෨ 𝑇 𝜉, 𝜂 𝐵෨ 𝜉, 𝜂 In coordinate
න ℎ ന
𝐷 𝐷𝑒𝑡 𝐽 𝑑𝜉 𝑑𝜂 naturali
Ω0 8 𝐷𝑒𝑡 𝐽 8 𝐷𝑒𝑡 𝐽
1
1
1
= න නℎ 𝐵෨ 𝑇 𝜉, 𝜂 𝐷
ന 𝐵෨ 𝜉, 𝜂 𝑑𝜉 𝑑𝜂
−1 64 𝐷𝑒𝑡 𝐽
−1
1 1 ν 0
1
ℎ 1 𝐸
= න න 𝐵෨ 𝑇 𝜉, 𝜂 𝐷
ന 𝐵෨ 𝜉, 𝜂 𝑑𝜉 𝑑𝜂 Con: ന=
𝐷 2
ν 1
1
0
− ν
64 −1 𝐷𝑒𝑡 𝐽 𝜉, 𝜂 1−ν
0 0
−1 2


෩ dipendente da 𝝃 e 𝜼!!!
PROBLEMA: Per QL1 𝑩

𝐵෨ 𝑇 𝜉, 𝜂 𝐷
ന 𝐵෨ 𝜉, 𝜂 con un metodo di integrazione
1
Devo integrare la funzione 𝐷𝑒𝑡 𝐽 𝜉,𝜂
numerico.
Metodo (di integrazione numerico) di Gauss: caso monodimensionale
Il metodo di integrazione numerica di Gauss consiste nel determinare n punti di integrazione di
coordinate 𝝃𝒊 e pesi 𝒘𝒊 in modo che sia approssimato l’integrale della funzione 𝑭 𝝃
nell’intervallo [-1,1]:
Oss: direttamente applicabile
𝑛
+1 al dominio delle coordinate
𝐼 = න 𝐹 𝜉 𝑑𝜉 ≈ ෍ 𝑤𝑖 𝐹 𝜉𝑖 naturali senza dover fare
−1 𝑖=1 l’integrazione per sostituzione.

Se si considera un polinomio 𝐹 𝜉 di grado 𝑝, si può calcolare esattamente l’integrale tramite


la relazione: 0 𝑠𝑒 𝑎 è 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑎𝑟𝑖
+1
𝐼 = න 𝜉 𝑎 𝑑𝜉 = ቐ 2
−1 𝑠𝑒 𝑎 è 𝑝𝑎𝑟𝑖
𝑎+1
➢ Operando l’integrazione esatta e imponendo l’uguaglianza di cui sopra per ciascun grado
del polinomio, si ottengono 𝒑 + 𝟏 relazioni :
𝑤1 + 𝑤2 + ⋯ + 𝑤𝑛 = 2
𝑤1 𝜉 + 𝑤2 𝜉 + ⋯ + 𝑤𝑛 𝜉 = 0
𝑤1 𝜉 2 + 𝑤2 𝜉 2 + ⋯ + 𝑤𝑛 𝜉 2 = 2Τ3

𝑝−1 𝑝−1 𝑝−1
𝑤1 𝜉 + 𝑤2 𝜉 + ⋯ + 𝑤𝑛 𝜉 = 0 𝑠𝑒 𝑝 − 1 è 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑎𝑟𝑖; = 2Τ𝑝 𝑠𝑒 𝑝 − 1 è 𝑝𝑎𝑟𝑖
𝑝 𝑝 𝑝
𝑤1 𝜉 + 𝑤2 𝜉 + ⋯ + 𝑤𝑛 𝜉 = 0 𝑠𝑒 𝑝 è 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑎𝑟𝑖; = 2Τ 𝑝 + 1 𝑠𝑒 𝑝 è 𝑝𝑎𝑟𝑖

𝒑+𝟏 𝒏 punti di integrazione (valori di 𝝃𝒊 e 𝒘𝒊 ) permettono di


𝒏= 𝟐 integrare esattamente polinomi fino a grado 𝒑
Metodo di Gauss: Caso monodimensionale
Es: Determiniamo i punti di integrazione di coordinate 𝝃𝒊 pesi 𝒘𝒊 per un polinomio di grado
𝒑 = 𝟑 integrato nell’intervallo [-1,1] :
𝑤1 + 𝑤2 = 2 1
𝑤1 𝜉1 + 𝑤2 𝜉2 = 0 𝜉1 = − 𝑤1 = 1
3
𝑤1 𝜉1 2 + 𝑤2 𝜉2 2 = 2Τ3 1
𝑤1 𝜉1 3 + 𝑤2 𝜉2 3 = 0 𝜉2 = + 𝑤2 = 1
3
n = 2 punti di Gauss che mi permettono di integrare
esattamente polinomi di grado p = 3
OSS: 𝐴𝑣𝑒𝑟𝑑𝑒 = 𝐴𝑟𝑜𝑠𝑠𝑎

➢ Coordinate e pesi nell’integrazione con il metodo di Gauss:


Grado Pol. P.ti di Gauss
𝝃𝒊 𝒘𝒊
(𝒑) (𝒏)
1 1 0 2
1
3 2 ± 1
3

3 8 5
5 3 0, ± ,
5 9 9

𝑝+1
𝑛=
2
Metodo di Gauss: Caso bidimensionale
Per il caso bidimensionale la formula di Gauss si ottiene applicando la regola monodimensionale
lungo ciascuna delle due coordinate naturali 𝜉 e 𝜂:
+1 +1 𝑛1 𝑛2

𝐼=න න 𝐹 𝜉, 𝜂 𝑑𝜉𝑑𝜂 ≈ ෍ ෍ 𝑤𝑖 𝑤𝑗 𝐹 𝜉𝑖 , 𝜂𝑗
−1 −1 𝑖=1 𝑗=1

Dove 𝑛1 e 𝑛2 denotano i punti di Gauss lungo la dir. 𝜉 e 𝜂 rispettivamente; con i valori dei pesi
𝑤𝑖 𝑤𝑗 e coordinate 𝜉𝑖 𝜂𝑗 coincidenti con quelli determinati per il caso monodimensionale.

• Nel caso degli elementi quadrangolari QL1 𝑛1 = 𝑛2 :

𝑛1 × 𝑛2 = 1 × 1 𝑛1 × 𝑛2 = 2 × 2 𝑛1 × 𝑛2 = 3 × 3
QL1 Isoparametrico: Matrice K

−1
ℎ 1 1
ന 𝒆
𝑲 = න න 𝐵෨ 𝑇 𝜉, 𝜂 𝐷
ന 𝐵෨ 𝜉, 𝜂 𝑑𝜉 𝑑𝜂
64 −1 𝐷𝑒𝑡 𝐽 𝜉, 𝜂
−1
𝑛 𝑛
ℎ 1
= ෍ ෍ 𝑤𝑖 𝑤𝑗 𝐵෨ 𝑇 𝜉𝑖 , 𝜂𝑗 𝐷
ന 𝐵෨ 𝜉𝑖 , 𝜂𝑗
64 𝐷𝑒𝑡 𝐽 𝜉𝑖 , 𝜂𝑗
𝑖=1 𝑗=1 8×3 3×3 3×8

… Lasciamola risolvere al calcolatore ...


Funzione matrice rigidezza K per elemento QL1
ന 𝑒 per l’elemento
Creare una funzione in Matlab per determinare la matrice di rigidezza 𝐾
quadrangolare isoparametrico a 4 nodi (QL1):

INPUT OUTPUT
𝑥1 𝑒
𝑦1
FUNCTION
𝑥2
ന 𝑒 , 𝐵ധ 𝑒 , 𝑁
𝐾 ന𝑒, D

E, ν, ℎ, 𝑋ത 𝑒 = 𝑦2
𝑛 𝑥3 QL1
𝑛𝐺 = 1 𝑜 2𝑥2? 𝑦3
𝑥4
𝑦4

➢ Realizzare due tipi di funzioni QL1:


• Simbolica (versione lenta ma didattica) in cui si determina la matrice di rigidezza in maniera
algebrica seguendo passo dopo passo la procedura descritta nelle slides precedenti. (da
utilizzare nell’Es3)
• Numerica (veloce) in cui la matrice B ed lo jacobiano sono direttamente definiti dai risultati
ottenuti nelle slide precedenti. (da utilizzare in futuro negli esercizi con più elementi)
➢ In entrambi i casi implementare la possibilità di scegliere se integrare con 1 o 2x2 pti di
Gauss

function [Ke,Be,Ne,D] = QL1(E,ni,h,Xe,nG)


Es3: Barra a sezione costante sollecitata a trazione
Si consideri una barra a sezione costante, sollecitata dal carico P.
y Dati:
E=70000 Mpa h=1mm
3 2 ν=0.3 H=10mm
P=70000N L=10mm

x P P
H

4 1
L
• Calcolare spostamento in punta, tramite:
• Soluzione esatta
• Soluzione approssimata con QL1 a 1 e 4 punti di Gauss
• Quindi, determinare la deformata (valutata sui nodi) per 1 e 4
pti di Gauss. Quindi osservare se vi siano dei comportamenti
anomali e motivarli.
Es3: Barra a sezione costante sollecitata a trazione
Graficare il campo di: 𝒖 ഥ 𝒆 𝒙, 𝒚 , 𝝃ത 𝒆 𝒙, 𝒚 e 𝝈ഥ 𝒆 𝒙, 𝒚 interpolato, tramite le funzioni di
forma, all’interno dell’elemento (utilizzando il codice sotto riportato). Quindi osservare il se
vi siano comportamenti anomali nel caso di 1 e 2x2 pti di Gauss e giustificarli.

% Plot del campo spostamenti e deformazioni all'interno dell'elemento


% INPUT: Xe,Ue,Ee Se = geometria, spost def e tens nodali
% OUTPUT: XXep UUep EEep = valori discreti in xi e et di geometria,
% spostamento e deformazione all'interno dell' elemento
% (qui è stata calcolate solamente per Sy, aggiungi altre componenti)

% Determino geometria, e campo tensione in coord naturali


XXUUe=Ne*(Xe+Ue); % Geometria dell'elemento deformato
SSe=D*EEe; % Campo di tensione ell'interno dell'elemento
% Scompongo nelle varie componenti 1 pt di gauss
XXUUxe(xi,et)=XXUUe(1); XXUUye(xi,et)=XXUUe(2);
SSye(xi,et)=SSe(2);

% Griglia dei valori discreti di xi et all'interno di QL1 in rif


naturale
nd=5; % Step discretizzazione xi et INPUT
[xid,etd]=meshgrid((-1:2/nd:1)',(-1:2/nd:1)');

% Determino i valori di XXe UUe e EEe sulla griglia xi et


XXUUxed=double(XXUUxe(xid,etd));
XXUUyed=double(XXUUye(xid,etd));
SSyed=double(SSye(xid,etd));

% Grafico
figure(2)
hold on
surf(XXUUxed,XXUUyed,SSyed1:end,1:end))
shading interp
title('Sy')
2x2 pt di gauss
colorbar
hold off
Modi di deformazione elemento QL1
I modi di deformazione di un elemento si ricavano dell’equazione di equilibrio, imponendo
che il vettore dei carichi nodali 𝐹ത 𝑒 sia proporzionale al vettore degli spostamenti nodali 𝛥𝑒ҧ :
ന 𝑒 𝛥𝑒ҧ − 𝐹ത 𝑒 = 0
𝐾 Sost.: 𝐹ത 𝑒 = 𝜆 ∙ 𝛥𝑒ҧ = 𝜆 𝐼 ҧ 𝛥𝑒ҧ
Funz. Matlab:
ന 𝑒 − 𝜆 𝐼 ҧ 𝛥𝑒ҧ = 0
𝐾 AUTOPROBLEMA [ 𝛥𝑒ҧ , 𝜆]= eig(Ke)
𝑛×𝑛 𝑛 × 𝑛 𝑛 ×1

➢ Si ottiene un sistema lineare omogeneo, la cui soluzione è diversa da quella ovvia (𝛥𝑒ҧ = 0)
se la matrice 𝐾 ന 𝑒 − 𝜆𝐼 ҧ è singolare e quindi il suo determinate è nullo:
ന 𝑒 − 𝜆𝐼 = 0
𝐷𝑒𝑡 𝐾 POLINOMIO CARATTERISTICO

➢ Risolvendo il polinomio caratteristico si ottengono n radici 𝜆𝑖 :


𝝀𝒊 𝑐𝑜𝑛: 𝑖 = 1, … , 𝑛 AUTOVALORI

➢ Sostituendo nell’autoproblema, per ogni autovalore 𝜆𝑖 si ottiene il corrispettivo autovettore:


ന 𝑒 − 𝜆𝑖 𝐼 ҧ 𝛥𝑒ҧ 𝑖 = 0
𝐾 ഥ 𝒆 𝒊 ∀ 𝜆𝑖
𝜟 𝑐𝑜𝑛: 𝑖 = 1, … , 𝑛 AUTOVETTORE

Applicato alla meccanica del continuo:


• Gli autovettori corrispondono ai modi di deformazione dell’elemento
• I corrispettivi autovalori indicano se si tratta di:
• 𝜆𝑖 =0 -> moto di corpo rigido quindi a energia elastica nulla
• 𝜆𝑖 ≠ 0 -> deformazione.
Es4: Modi deformazione QL1 con 2x2 pti di Gauss
Determinare i modi di deformazione di un elemento QL1 con 2x2 pti di Gauss (integrazione
esatta):

Dati:
h=1 E=1
L=3 ν=0
H=2

➢ Si distinguono 8 modi di deformazione, pari a n° gdl elemento (purtroppo spesso sono combinati):
• 3 con 𝝀 = 𝟎 -> 𝑈 𝑒 = 0 -> moti di corpo rigido: traslazione in x e y e rotazione (I II e III)
• 5 con 𝝀 ≠ 𝟎 ->𝑈 𝑒 ≠ 0 -> modo di deformazione:
• 2 di deformazione flessionale in x e y, detti a clessidra (IV e V)
• 2 di deformazione cost in x e y (VI e VIII)
• 1 di deformazione volumetrica (VII)
Es4: Modi deformazione QL1 con 1 pto di Gauss
Determinare i modi di deformazione di un elemento QL1 con 1 pti di Gauss (integrazione
ridotta):

Dati:
h=1 E=1
L=3 ν=0
H=2

➢ Si distinguono 8 modi di deformazione, pari a n° gdl elemento (purtroppo spesso sono combinati):
• 5 con 𝝀 = 𝟎 ->𝑈 𝑒 = 0 -> modi con energia di deformazione elastica nulla (I, II, III, IV e V):
• 3 associati a moti di corpo rigido (x, y e rotazione)
• 2 di deformazione flessionale con energia elastica nulla!!! -> detti modi spuri a clessidra
Pericolosi in quanto si propagano spontaneamente all’interno della struttura (senza
intervento di forze esterne) fornendo risultati errati !!!
• 3 con 𝝀 ≠ 𝟎 ->𝑈 𝑒 ≠ 0 -> di deformazione costante in x e y e volumetrica: VI, VII e VIII
Bibliografia

Bibliografia:
• Francesco Cesari. Introduzione al metodo degli elementi finiti vol. 1. Pitagora editrice
Bologna (1996).
• Francesco Cesari. Calcolo matriciale delle strutture vol. 2. Pitagora editrice Bologna
(1997).
• Carlos A. Felippa. Introduction to Finite Element Methods. Lecture notes for the
course at the Aerospace Engineering Sciences Department of the University of
Colorado (since 1986). http://www.colorado.edu/engineering/CAS/courses.d/IFEM.d/ .

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