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INTRODUZIONE AL METODO

DEGLI ELEMENTI FINITI

Convergenza a flessione elementi


Triangolari e Quadrangolari

Tommaso Maria Brugo

Alma mater studiorum – Università di Bologna


Dipartimento di Ingegneria Meccanica (DIN)
Trave soggetta a momento flettente puro: Soluzione esatta
Sia data la struttura in tensione piana, soggetta a spostamenti imposti in modo da realizzare lo
stesso effetto di un momento flettente puro:
y +u -u
𝜃 𝜃 Deformata

2 y 2 reale
H
z x
L Deformata
approssimata
-u +u
h

• L’energia di deformazione esatta (non avendo taglio) vale:


1 𝐿 𝑑2 𝑣 1 𝐿 𝑀2 1 𝑀2
𝑈𝑒 = න 𝑀 2 𝑑𝑥 = න 𝑑𝑥 = 𝐿
2 0 𝑑𝑥 2 0 𝐸𝐽 2 𝐸𝐽

𝑑2 𝑣 𝐿
𝑀 𝑢 𝑢𝐸𝐽
• Essendo: 𝜃 = න 𝑑𝑥 = 𝐿 e 𝜃=4 𝑀=4
0 𝑑𝑥 2 𝐸𝐽 𝐻 𝐻𝐿
2
1 𝑢𝐸𝐽 1 2 𝑢2 𝐸ℎ𝐻
➢ Si ottiene: 𝑈𝑒 = 4 𝐿=
2 𝐻𝐿 𝐸𝐽 3 𝐿

➢ Mentre le tensioni e deformazioni esatte sono: 𝜎𝑥 = 𝐸𝜀𝑥 𝜎𝑦 =0 𝜏𝑥𝑦 =0 𝜀𝑦 = −𝜈𝜀𝑥


Es6: Momento flettente soluzione con 1 QL1
Discretizzare la struttura precedente con 1 elemento quadrangolare a 4 nodi ed imporre gli
spostamenti come in figura al fine di simulare momento flettente puro:
y 4 3
+u -u
Dati:
E=70000 Mpa y
ν=0 𝒆𝟏 Oss: Polinomio interpolante QL1
H
u=1 mm
x 𝑢𝑒 𝑥, 𝑦 = 𝑎1 + 𝑎2 𝑥 + 𝑎3 𝑦 + 𝑎4 𝑥𝑦
h=1mm z
𝜕𝑢𝑒
H=10mm L 𝜀𝑥 = = 𝑎4 𝑦
L=2-5-10-20mm -u +u 𝜕𝑥
1 2
h

➢ Determinare l’energia di deformazione e confrontare il risultato ottenuto con il valore esatto si per 1 e
2x2 pti di Gauss. Osservare per 4 pti di Gauss come varia il rapporto 𝑟 = 𝑈𝐹𝐸𝑀 /𝑈𝑒 al variare della
proporzioni dell’elemento di trave rappresentato, 𝛾 = 𝑎/𝑏 (aspect ratio).
➢ Rappresentare la sua deformata, il campo delle deformazioni e tensioni in x y e xy. Osservare se vi
siano delle discrepanze con quella esatta.
➢ In base a queste ultime osservazioni giustificare la
discrepanza che esiste tra l’energia di
deformazione teorica e quella ottenuta tramite il
metodo approssimato (shear locking).
Es7: Momento flettente soluzione con 2 TL1
Discretizzare la struttura precedente con 2 elementi triangolari a 3 nodi ed imporre gli
spostamenti come in figura al fine di simulare momento flettente puro:
y 4 3
+u -u
Dati:
E=70000 Mpa y
ν=0 𝒆𝟐 Oss: Polinomio interpolante TL1
u=1 mm H 𝑢𝑒 𝑥, 𝑦 = 𝑎1 + 𝑎2 𝑥 + 𝑎3 𝑦
z x 𝒆𝟏
h=1mm 𝜕𝑢𝑒
H=10mm L 𝜀𝑥 = = 𝑎2 = 𝑐𝑜𝑠𝑡.
𝜕𝑥
L=2-5-10-20mm -u +u
1 2
h

➢ Determinare l’energia di deformazione e confrontare il risultato ottenuto con il valore esatto.


Osservare come varia il rapporto 𝑟 = 𝑈𝐹𝐸𝑀 /𝑈𝑒 al variare della proporzioni dell’elemento di trave
rappresentato, 𝛾 = 𝑎/𝑏 (aspect ratio).
➢ Rappresentare la sua deformata, il campo delle deformazioni e tensioni in x y e xy. Osservare se vi
siano delle discrepanze con quella esatta.
➢ In base a queste ultime osservazioni giustificare la discrepanza che esiste tra
l’energia di deformazione teorica e quella ottenuta tramite il metodo
approssimato.
Es8: Momento flettente Convergenza con QL1
Discretizzare la struttura con nx ad ny elementi quadrangolari a 4 nodi lungo x e y
rispettivamente. Quindi imporre gli spostamenti come in figura al fine di simulare momento
flettente puro:
+u 9 10 11 12 -u
Dati: 𝜃
− 𝜃
E=70000 Mpa 2 2
ν=0
H (ny) 5 6 7 8
u=1 mm
h=1mm
H=10mm y
L=20mm 1 2 3 4
-u x +u

L (nx)
Convergenza QL1 a flessione
3
Sol Esatta
Divisoni in x

➢ Determinare l’energia di deformazione tramite MEF e confrontare il


2.5 Divisioni in y
Divisoni in x e y
2
risultato ottenuto con il valore esatto. Creare quindi un grafico che

r=UFEM/Ue
1.5
esprima il rapporto 𝑟 = 𝑈𝐹𝐸𝑀 /𝑈𝑒 al variare del numero di divisioni 1

lungo x e y (convergenza). 0.5

➢ Rappresentare la sua deformata e confrontarla con quella esatta. 0


0 2 4 6
Numero divisoni (nx e/o ny)
8 10

➢ Determinare il campo delle deformazioni e tensioni in x y e xy. Notare se vi siano delle discrepanze con
quelle sviluppate secondo la teoria della trave.
➢ Motivare il comportamento a convergenza con discretizzazione nelle diverse direzioni.
Es9: Momento flettente Convergenza con TL1
Discretizzare la struttura con nx ad ny elementi triangolari a 3 nodi lungo x e y rispettivamente.
Quindi imporre gli spostamenti come in figura al fine di simulare momento flettente puro:
+u 9 10 11 12 -u
Dati: 𝜃
− 𝜃
E=70000 Mpa 2 2
ν=0
5 6 7 8
u=1 mm H (ny)
h=1mm
H=10mm y
L=20mm 1 2 3 4
-u x +u

L (nx) Convergenza TL1 a flessione


10
Sol Esatta
9 Divisoni in x

➢ Determinare l’energia di deformazione tramite MEF e confrontare il 8 Divisioni in y


Divisoni in x e y
7

risultato ottenuto con il valore esatto. Creare quindi un grafico che

r=UFEM/Ue
6
5
esprima il rapporto 𝑟 = 𝑈𝐹𝐸𝑀 /𝑈𝑒 al variare del numero di divisioni 4
3
lungo x e y (convergenza). 2
1

➢ Rappresentare la sua deformata e confrontarla con quella esatta. 0


0 2 4 6
Numero divisioni (nx e/o ny)
8 10

➢ Determinare il campo delle deformazioni e tensioni in x y e xy. Notare se vi siano delle discrepanze con
quelle sviluppate secondo la teoria della trave.
➢ Motivare il comportamento a convergenza con discretizzazione nelle diverse direzioni.
Es8: Script
% Costruzione vettore XNOD
XNOD=zeros((nx+1)*(ny+1),2);
dx=L/nx;
dy=H/ny;
for j=1:ny+1
for i=1:nx+1
XNOD(i+(nx+1)*(j-1),1:2)=[(i-1)*dx,dy*(j-1)];
end
end
%XNOD

% Costruzione vettore TNE


TNE=zeros(nx*ny,4);
for j=1:ny
for i=1:nx
TNE(i+nx*(j-1),1:4)=[i+(j-1)*(nx+1), i+1+(j-1)*(nx+1), i+1+j*(nx+1),i+j*(nx+1)];
end
end
%TNE

% Configurazione vincoli (Imposti con metodo delle penalità)


Kr=K;
F=zeros(ngdl,1);
alpha=10^10; % INPUT
% Ux trave lato sx per simulare Mf
for j=1:ny+1
n=1+(j-1)*(nx+1);
n2=n*2-1;
Kr(n2,n2)=alpha;
un=u/H*2*(XNOD(n,2)-H/2);
F(n2,1)=un*alpha;
end
% Ux trave lato dx per simulare Mf
for j=1:ny+1
n=1+(j-1)*(nx+1)+nx;
n2=n*2-1;
Kr(n2,n2)=alpha;
un=-u/H*2*(XNOD(n,2)-H/2);
F(n2,1)=un*alpha;
end

n=1;n2=n*2; % Uy=0 nodo lato sx


Kr(n2,n2)=alpha; F(n2,1)=alpha*0;
n=nx+1;n2=n*2; % Uy=0 nodo lato dx
Kr(n2,n2)=alpha; F(n2,1)=alpha*0;
Approssimazioni MEF: Errore di discretizzazione
Il Metodo agli Elementi Finiti effettua due approssimazioni del continuo:
• Discretizzazione del dominio in sottodomini (elementi finiti).
• Interpolazione del campo degli spostamenti all’interno dei sottodomini tramite le
funzioni di forma.
➢ Tali approssimazioni sono la causa principale della differenza che esiste tra la
soluzione al MEF e quella esatta, detto errore di discretizzazione.
Se la condizione di conformità e compatibilità sono verificate (vedi slide MEF_03),
tale errore diminuirà (-> convergenza) all’aumentare del:
➢ Infittimento della maglia e quindi al diminuire della dimensione degli elementi.
➢ Grado del polinomio interpolante (funzioni di forma)
10
9 Sol Esatta
8 TL1
QL1
7
r=Ufem/Ue

6
5
4
3
2
1
0
0 2 4 6 8 10
Numero di divisioni (nx=ny)
Bibliografia

Bibliografia:
• Francesco Cesari. Introduzione al metodo degli elementi finiti vol. 1. Pitagora editrice
Bologna (1996).
• Francesco Cesari. Calcolo matriciale delle strutture vol. 2. Pitagora editrice Bologna
(1997).
• Carlos A. Felippa. Introduction to Finite Element Methods. Lecture notes for the
course at the Aerospace Engineering Sciences Department of the University of
Colorado (since 1986). http://www.colorado.edu/engineering/CAS/courses.d/IFEM.d/ .

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