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LA LARINGE

L’apparato pneumofonatorio è un insieme di or- pubertà, nei maschi, le dimensioni della laringe si
gani deputati innanzitutto agli scambi gassosi fra accrescono più che nelle femmine, mentre la posi-
l’aria atmosferica e il sangue e, secondariamente, a zione dell’organo nel collo si fa più bassa; la voce,
produrre un flusso aereo necessario all’espletamen- cioè, “entra in muta” abbassandosi di un’ottava, as-
to di numerose funzioni quali: la fonazione, la tos- sumendo le caratteristiche maschili.
se, l’espettorazione, lo starnuto, il soffio, il fischio La laringe entra quindi, a pieno diritto, tra le strut-
e il canto. ture anatomiche il cui regolare sviluppo dà un se-
Le componenti dell’apparato sono: la gabbia tora- gno indelebile alla corretta evoluzione psicosociale
cica, costituita da una porzione scheletrica e da una dell’individuo.
muscolare, le vie aeree superiori e, naturalmente, il Naturalmente il trattamento specifico, della voce
polmone. parlata e del canto, è da ritenersi completo da un
La parte superiore delle vie respiratorie, oggetto di punto di vista osteopatico, solo dopo un’attenta va-
questo Capitolo, è costituita dal tubo laringo-tra- lutazione e cura di quegli elementi superiori che
cheale, posto davanti alla faringe e la parte superio- costituiscono il “vocal tract” ovvero la volta palati-
re dell’esofago, e dall’albero bronchiale. Possiamo na, l’osso etmoide, lo sfenoide, le due ossa mascel-
così apprezzare a livello cervicale e toracico, due lari e l’osso frontale, con i relativi seni, ma questo
sistemi a forma di tubo, le vie respiratorie e le dige- esula dagli argomenti di questo libro.
renti, poste una davanti all’altra sul piano sagittale. Embriologicamente i segmenti delle vie respirato-
Le vie digerenti non hanno necessità di supporto rie hanno origine dal foglietto endodermico.
rigido, mentre il tubo laringo-tracheale deve avere La laringe, la trachea, i bronchi e i polmoni si dif-
un’impalcatura scheletrica affinché rimanga sem- ferenziano precocemente attorno ai 25-30 giorni di
pre pervio. Il primo anello cartilagineo, la cricoide, vita embrionale nell’intestino cefalico, dalla parte
appartiene alla laringe, gli altri, anelli incompleti, ventrale della porzione inferiore della faringe pri-
appartengono alla trachea (Fig. 1.1 a, b). mitiva, nella regione cervicale.
Nella laringe, la specifica impalcatura cartilaginea L’abbozzo respiratorio ha inizialmente la forma di
che esamineremo dettagliatamente interviene per una doccia aperta verso il lume dell’intestino pri-
rendere possibile, grazie a specifici movimenti dei mitivo, rigonfiata caudalmente dagli abbozzi impa-
diversi segmenti che la compongono, l’emissione ri dei polmoni, dai quali si svilupperanno in segui-
dei suoni. to le gemme polmonari.
La voce è un carattere antropometrico personale e I due labbri della doccia si fondono formando il
come tale ha una certa variabilità. Dipende dalla vero e proprio tubo laringotracheale, ben diviso dal
costituzione dell’individuo e consente l’identifi- futuro tubo che costituirà l’esofago.
cazione della persona. È un carattere sessuale se- La chiusura del tubo avviene in senso craniale, ter-
condario e ha uno sviluppo legato all’età. Con la minando in modo da lasciare aperto un orifizio,

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6 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Epiglottide

Osso ioide

Membrana
tiroidea
Cartilagine
corniculata
Cartilagine
tiroide
Cartilagine
aritenoide

Articolazione
cricotiroidea
Articolazione
cricoaritenoidea
Cartilagine
Membrana cricoide
cricotiroidea

Trachea

a b

Figura 1.1 a, b. Anatomia della laringe: a) visione anteriore; b) visione posteriore (da R. Dionigi, Chirurgia. Basi teoriche
e chirurgia generale. Edra, Milano 2017).

la rima della glottide, tra le estremità cefaliche del GENERALITÀ E RAPPORTI ANATOMICI
tubo laringotracheale e l’intestino primitivo. DELLA LARINGE
Naturalmente, con il successivo sviluppo, i due
tubi assumeranno caratteristiche strutturali e fun- “Venero la musica come vera ed efficace terapia per
zionali diverse, in funzione dei diversi compiti cui attivare l’energia vitale in ogni singolo uomo; essa è
saranno adibiti. Prana, Ki, Spirito”.
La parte di tubo laringotracheale che non prende J. Diamond
parte alla formazione della laringe, dà origine alla
trachea. Le porzioni caudali dell’abbozzo dell’ap- Nel suo insieme la laringe ha la forma di una pi-
parato respiratorio si differenzieranno negli organi ramide la cui base corrisponde alla parte poste-
specifici dell’ematosi, in altre parole gli alveoli pol- ro-inferiore della lingua e l’apice continua con la
monari. trachea.
Al 5° mese la struttura presenta già tutte le ca- È una parte ben differenziata del tratto aereo, fun-
ratteristiche morfologiche ed epiteliali della vita zionale al passaggio dell’aria per la respirazione, ma
post-natale. soprattutto è essenziale per la fonazione e la deglu-
Capitolo 1 • LA LARINGE 7

tizione. Forma così uno degli organi più impor- un punto fisso, e allo stesso tempo la pongono in di-
tanti per la vita di relazione assieme alla lingua e pendenza funzionale dalle strutture anatomiche dal-
alle labbra. Questa funzione importantissima nasce le quali essa stessa si è resa autonoma. Avviene quello
dalla presenza al suo interno delle pliche vocali, che che in parte vedremo più avanti a livello del cuore.
vibrano sotto l’azione dell’aria espirata. Al termine della pubertà la laringe occupa lo spazio
La laringe è costituita da una serie di elementi car- tra C3 e C6, è appesa all’osso ioideo e, attraverso
tilaginei, che costituiscono lo scheletro dell’organo, questo, all’apofisi mastoidea dell’osso temporale e
articolazioni e relativi legamenti, che li mettono in alla mandibola. Vediamo così che globalmente, la
relazione, muscoli che li muovono, e un rivestimen- laringe, è mantenuta in posizione sia dalla sua con-
to mucoso con alcune ghiandole annesse. tinuità con la trachea in basso, e la faringe dietro,
Organo impari e mediano, è posto nella parte me- sia da un imponente numero di muscoli intrinseci,
dia e anteriore del rachide cervicale, davanti alla fa- estrinseci e un complesso sistema fasciale in con-
ringe, sopra la trachea, sotto l’osso ioide e la lingua. nessione con la stessa.
Si colloca tra la 5a e la 7a vertebra cervicale, dall’in- Le dimensioni variano secondo la morfotipologia,
cisura superiore della cartilagine tiroidea al margi- il sesso e l’età dell’individuo, e variano soprattutto
ne inferiore della cartilagine cricoidea. in funzione della tipologia della voce.
La posizione della laringe nel collo è un fattore pri- La sua altezza è mediamente di 4,5 cm nell’uomo e
mordiale e caratteristico nei mammiferi, funzionale 3,5 cm nella donna, il diametro trasversale è di cir-
alla respirazione, alla deglutizione e all’espressione ca 4,2 cm, il diametro antero-posteriore di 3,5 cm,
vocale. Fino a quando la laringe è posta in alto, a con una circonferenza media di 136 mm nell’uo-
livello delle prime tre vertebre cervicali, come nei mo e 112 mm nella donna.
primati superiori, l’animale può respirare e deglu- L’evoluzione più rilevante avviene, come abbia-
tire, ma non può che emettere dei suoni limitati, mo già detto, nella pubertà, contemporaneamente
senza possibilità di esprimere i suoni in un linguag- all’apparato genitale: l’epiglottide si allarga, come la
gio articolato. La disposizione bassa della laringe cartilagine tiroidea, che allo stesso tempo aumenta
rispetto al complesso faringeo è un fattore decisivo la sua altezza, si accrescono i processi aritenoidei,
per lo sviluppo vocale, e sociale, dell’individuo. mentre le pliche vocali diventano più larghe, più
La sua estremità superiore, costituita dalla cartila- spesse e più lunghe.
gine epiglottide, si colloca normalmente a livello Da un punto di vista funzionale avviene un vero e
dell’estremità inferiore della 3a vertebra cervicale. proprio cambiamento della voce.
In verità si colloca più alta nel bambino e nella La crescita della laringe avviene circa fino ai 25
donna rispetto all’uomo adulto. anni, con una progressiva ossificazione delle car-
La successiva migrazione, che avviene in senso cau- tilagini fino ai 30 anni. Per questo la laringe può
dale, è un adattamento funzionale alla produzione essere considerata un organo sessuale secondario,
del suono. In tale modo la laringe prende distanza la cui funzione è legata agli ormoni secreti dalle
dalla cavità orale, per lasciare spazio alle cavità di ghiandole sessuali.
risonanza alle quali spetta il compito di amplificare Qualsiasi squilibrio endocrino che interferisce con
e smorzare il suono, creando il timbro e l’impronta lo sviluppo della massa delle corde vocali, come
individuale. Con tale discesa la laringe acquista au- alcune anomalie tiroidee, affezioni dell’ipofisi e
tonomia dalla base cranica e dal massiccio facciale, delle ghiandole surrenali, può portare a variazio-
allunga le sue connessioni muscolari, rendendole ni dell’altezza tonale. Anatomicamente possiamo
adeguatamente regolabili, e aumenta la sinergia tra distinguere una porzione mediana posteriore, che
i segmenti anatomici (Fig. 1.2). presenta due margini, il tutto contenuto nella cavi-
La libertà di movimento e la sua adattabilità posizio- tà faringea, e due facce antero-laterali con un mar-
nale privano la laringe di una posizione stabile e di gine anteriore.
8 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Tuba uditiva
Osso sfenoide

Arteria carotide
interna Porzione mastoidea
dell’osso temporale
Setto nasale

Muscolo elevatore
Rinofaringe

Coana
del velo palatino
Muscolo tensore
del velo palatino
Muscolo costrittore
superiore
Orofaringe

Porzione posteriore
della lingua Muscolo dell’ugola e ugola

Tonsilla palatina
Epiglottide
Piega ariepiglottica
Laringofaringe

Tubercolo cuneiforme
Muscolo cricoaritenoideo
posteriore
Tubercolo corniculato
Muscolatura circolare
Muscolo palatofaringeo
dell’esofago

Figura 1.2. Orofaringe, rinofaringe e laringofaringe.

La porzione mediana e posteriore della laringe è co- steriori della cartilagine tiroidea, con le sue corna
stituita dalla parte posteriore della cartilagine cri- superiori e inferiori.
coidea e i muscoli cricoaritenoidei posteriori in Lateralmente a questi margini troviamo l’arteria
basso, e dalle due cartilagini aritenoidee unite dal carotide comune, il nervo vago e la vena giugulare
muscolo ariaritenoideo in alto. interna.
L’incisura interaritenoidea rappresenta la parte po- Le facce antero-laterali della laringe sono costitui-
steriore dell’orifizio superiore della laringe. te dalla cartilagine tiroidea, in alto, e la cartilagine
La parte anteriore dell’orifizio è delimitata dal mar- cricoidea in basso, ricoperte da piani aponeurotici e
gine libero dell’epiglottide. Nella sua parte superio- muscolari, come l’aponeurosi cervicale superficiale e
re si possono distinguere due sporgenze: media. Quest’ultima circonda i muscoli sotto-ioidei,
in avanti il tubercolo cuneiforme (o di Morgagni gli sternocleidomastoidei, gli omo-ioidei, gli ster-
o di Wrisberg) no-tiroidei e i muscoli tiro-ioidei. Profondamente,
indietro il tubercolo corniculato (o di Santorini). la ghiandola tiroidea riposa tra il terzo medio della
Ai lati della porzione mediana si trovano due docce cartilagine tiroidea e i primi due anelli tracheali, ap-
longitudinali che iniziano dai versanti laterali della plicandosi sulle facce laterali della laringe. Il margine
base della lingua. Sono queste le docce faringo-larin- anteriore della laringe è costituito dalla cartilagine
gee o seni piriformi, che danno passaggio, durante tiroide in alto e dalla cartilagine cricoide in basso,
la deglutizione, agli alimenti liquidi o semiliquidi. reperibile subito sotto la linea alba sottoioidea.
I margini posteriori sono costituiti dai bordi po- L’apice della laringe si continua con la trachea, alla
Capitolo 1 • LA LARINGE 9

stessa altezza dell’estremità inferiore della faringe, sione muscolare sono necessarie per i diversi e par-
e corrisponde al corpo della 7a vertebra cervicale. ticolari tipi di vibrazione delle corde vocali.
Tutta la laringe è rivestita da una membrana mu- Una mucosa normale garantisce altresì una buona
cosa, la mucosa laringea, composta di un epitelio e funzione ghiandolare, al fine di mantenere umidi il
una lamina propria alla quale sono annesse forma- tratto vocale e le pliche vocali stesse. Ecco perché
zioni ghiandolari e linfonodali. il trattamento osteopatico, non solo diretto locale,
La mucosa continua in basso con la mucosa tra- ma anche indiretto, che prende in considerazione
cheale, in alto con la mucosa linguale e la mucosa il sistema neurovegetativo e il sistema arterioso e
faringea. venoso della zona laringea, ha un’importanza fon-
La laringe può essere divisa in tre livelli: sopraglot- damentale sulla funzionalità del sistema pneumo-
tico, glottico, sottoglottico. fonatorio, normalizzando lo stato trofico della mu-
La zona sovraglottica comunica con la faringe at- cosa laringea e il tono muscolare del tratto vocale.
traverso l’adito laringeo, di forma grossolanamen- Si agirà in tale maniera su tutta la cassa di risonanza
te ovale, con i margini costituiti dal bordo libero sonora, toracica, nasale o cranica che sia.
dell’epiglottide, dalle pliche ari-epiglottiche, dal Possiamo vedere nelle due pliche due strutture val-
cappuccio aritenoideo e dall’incisura interaritenoi- volari:
dea. La faccia anteriore è costituita dall’epiglotti- la superiore, più antica dal punto di vista evo-
de, le pareti laterali presentano due rilievi (le false lutivo, svolge la funzione di valvola ad alta pres-
corde) e due concavità (i ventricoli di Morgagni), sione
mentre la faccia posteriore corrisponde alla faccia
laringea delle aritenoidi e al solco interaritenoideo.
La zona sottoglottica, a forma di imbuto rovesciato,
si amplia progressivamente in senso cranio-caudale
per continuare in basso con la trachea.
La zona glottica è la parte funzionalmente più im-
portante della laringe.
Presenta, sulla linea mediana, la glottide, una fes-
sura mediana che fa comunicare la porzione sovra-
glottica con la porzione sottoglottica.
È delimitata da due zone membranose, da ambo i
lati, denominate pliche laringee:
le pliche ventricolari sono collocate sopra le pli-
che vocali. Si inseriscono in avanti nella parte
bassa dell’incisura superiore della cartilagine
tiroidea e indietro sulla faccia anteriore della
cartilagine aritenoidea. Sono costituite da una
piega della mucosa laringea che circonda il lega-
mento tiroaritenoideo superiore
le pliche vocali (o corde vocali), organi essenzia-
li dell’apparato della fonazione, sono anch’esse Figura 1.3 a-c. Sezione tridimensionale della corda voca-
pliche della mucosa laringea che circondano il le: a) immagine schematica; b) immagine anatomica; c)
legamento tiroaritenoideo inferiore e il muscolo immagine microscopica. Falsa corda (F), Ventricolo larin-
tiroaritenoideo, inserendosi sull’ala interna del- geo (V), Corda vocale (C), Tonaca mucosa (1), Spazio di
Reinke (2), Legamento vocale (3), Muscolo vocale (4) (da
la cartilagine tiroidea (Figg. 1.3 a-c; 1.4 a, b). R. Dionigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale.
La corretta flessibilità della mucosa e la giusta ten- Edra, Milano 2017).
10 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

LE CARTILAGINI DELLA LARINGE


I segmenti cartilaginei che formano la laringe sono
nove e possiamo distinguerli in segmenti impari e
mediani (Fig. 1.5 a-e):
la cartilagine epiglottide
la cartilagine tiroidea
la cartilagine cricoidea.
Distinguiamo inoltre segmenti pari e laterali:
le cartilagini aritenoidee
le cartilagini corniculate (o di Santorini)
le cartilagini cuneiformi.
Figura 1.4 a, b. Anatomia topografica della laringe (da Lo scheletro cartilagineo laringeo è abbozzato alla
R. Dionigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale. fine della 4a settimana di vita embrionale sotto for-
Edra, Milano 2017). ma di addensamento mesenchimale. La cartilagine
tiroidea, le aritenoidi, le curniculate e le cuneiformi
l’inferiore, più recente da un punto di vista evo- originano dal IV e V arco branchiale, la cartilagine
lutivo, è conformata come valvola a bassa pres- cricoidea deriva dal VI arco branchiale.
sione. La laringe, oltre ad essere sostenuta indirettamente
La loro attività è diversamente legata alle fasi re- dal sistema fasciale e i visceri sottostanti, è appesa
spiratorie. alla mandibola e al cranio per mezzo dell’osso ioide
Le corde vocali vere sono legate all’attività del- al quale è unita da un importante sistema miofascia-
la muscolatura inspiratoria, ovvero si chiudono le che costituisce a sua volta l’impalcatura scheletri-
quando si crea una depressione toracica, mentre le ca della lingua. Anche la lingua interviene nella ge-
corde vocali false sono legate all’attività dei muscoli nerazione del suono laringeo poiché la contrazione
espiratori. Lo spazio libero tra le pliche vocali è de- delle sue fibre muscolari, che si inseriscono sull’osso
nominato glottide vocale, mentre lo spazio posterio- ioide, collegato a sua volta alla cartilagine tiroide,
re, tra le due cartilagini aritenoidee, è denominato contribuisce all’inclinazione di quest’ultima.
glottide respiratoria. Di conseguenza la lingua coopera anche alla tensio-
La cavità laringea presenta anche due diverticoli ne delle corde vocali.
denominati ventricoli del Morgagni, che occupa-
no, ai lati della linea mediana, lo spazio tra la corda La cartilagine epiglottide
vocale superiore e inferiore. È una cartilagine ovalare, impari e mediana, posi-
La parte inferiore del ventricolo è costituita dalla zionata davanti all’orifizio superiore della laringe. Si
faccia superiore della plica vocale, mentre la parte abbassa su questo durante la deglutizione, quando la
esterna corrisponde all’ala della cartilagine tiroidea. laringe si applica contro la base della lingua.
La porzione sottoglottica della laringe continua Con la sua estremità inferiore si inserisce sull’ango-
inferiormente verso la trachea, passando attraver- lo della faccia posteriore della cartilagine tiroidea,
so la cartilagine cricoidea e tiroidea. Sopra questo sopra l’inserzione delle pliche vocali.
sistema a doppia valvola si trova il tratto vocale, lo La faccia anteriore guarda la base della lingua. La
spazio compreso tra le labbra e le corde vocali. sua parte superiore, libera, è ricoperta da muco-
Questo a sua volta è parte di una cavità più estesa, sa che dall’epiglottide alla lingua forma le pliche
il tubo vocale, una parte più estesa che comprende glossoepiglottiche mediane e laterali, e lateralmente
il naso, la rinofaringe e una piccola parte della tra- forma le pliche faringoepiglottiche, con le rispettive
chea, sotto le corde vocali. fossette. Sotto questa porzione la cartilagine corri-
Capitolo 1 • LA LARINGE 11

A) CARTILAGINE TIROIDEA
Prominenza laringea
Inserzione delle pieghe
Corno superiore vestibolari
(o corde vocali false) Muscolo sternotiroideo Corno superiore
Incisura tiroidea
Muscolo tirojoideo

Prominenza
laringea Tubercolo tiroideo
superiore
Linea obliqua

Tubercolo Corno inferiore


inferiore
Corno inferiore Inserzione Muscolo tirofaringeo,
delle pieghe vocali Piano glottico porzione del muscolo
costrittore inferiore
Inserzione cartilaginea
del tendine di Broyles

VEDUTA ANTERIORE VEDUTA POSTERIORE VEDUTA LATERALE

B) CARTILAGINE CRICOIDEA

Faccetta per l’articolazione


con la cartilagine aritenoidea

Tendine di origine
delle fibre longitudinali
dell’esofago Muscolo cricotiroideo
Faccetta per l’articolazione Faccetta per l’articolazione
con la cartilagine tiroidea con la cartilagine tiroidea

Muscolo Muscolo cricofaringeo,


cricoaritenoideo Muscolo porzione del muscolo
laterale cricoaritenoideo costrittore inferiore
lposteriore
VEDUTA SUPERIORE VEDUTA POSTERIORE VEDUTA LATERALE SINISTRA

C) CARTILAGINE ARITENOIDEA: VEDUTA MEDIALE D EPIGLOTTIDE: VEDUTA POSTERIORE

Epiglottide
Muscolo
aritenoideo traverso

Processo Faccetta per l’articolazione


vocale con la cartilagine cricoidea

E) ARTICOLAZIONE CRICOARITENOIDEA
Fossetta Cartilagine corniculata Apice Cartilagine
triangolare Processo vocale corniculata
Cartilagine aritenoidea
Fossetta Legamento cricoaritenoideo Processo
oblunga Processo posteriore muscolare
muscolare Legamento vocale
Processo Legamento
vocale Articolazione
vocale con la cartilagine Picciolo
aritenoidea Faccetta per dell’epiglottide
l’articolazione
con la cartilagine
Arco Faccetta per l’articolazione tiroidea
della cartilagine con la cartilagine tiroidea Cartilagine
cricoidea Cresta mediana cricoidea
Lamina della cartilagine
cricoidea

VEDUTA SUPERIORE VEDUTA POSTERIORE VEDUTA LATERALE SINISTRA

Figura 1.5 a-e. Cartilagini della laringe: a) tiroidea; b) cricoidea; c) aritenoidea; d) epiglottide; e) articolazione cricoa-
ritenoidea.

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12 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

sponde all’osso ioide e alla membrana tiro-ioidea. lateralmente ai muscoli tiro-aritenoidei e cri-
La faccia posteriore, completamente libera e rive- co-aritenoidei laterali e parte dei ventricoli la-
stita di mucosa laringea, è rivolta verso la faringe. ringei con la rispettiva mucosa.
I margini laterali danno origine ai due prolunga- Le superfici articolari con la cartilagine cricoide si
menti fasciali faringoepiglottico e ariepiglottico, e vi trovano tra l’estremità inferiore delle corna infe-
si inserisce il muscolo ariepiglottico che origina dalla riori e le parti laterali della superficie esterna della
porzione alta del margine laterale della cartilagine. lamina cricoidea. La cartilagine presenta general-
mente tre centri di ossificazione primari e può pre-
La cartilagine tiroidea sentare una completa ossificazione verso i 65 anni.
La cartilagine è costituita da due lamine quadran-
golari che si uniscono sulla linea mediana, con un La cartilagine cricoidea
angolo aperto all’indietro. La sua parte anteriore Classicamente si definisce la sua forma come un
presenta una sporgenza longitudinale che costitui- anello con castone e occupa la parte inferiore del-
sce, nella porzione superiore, il pomo d’Adamo. la laringe. Vi distinguiamo una parte anteriore più
Lateralmente a questo si sviluppano due lamine bassa, la lamina, e una parte posteriore, l’arco. La
quadrilatere. Il margine inferiore corrisponde alla sua superficie interna è rivestita completamente
lamina cricoidea, ed è unita a questa tramite la dalla mucosa. Sulla faccia esterna, laterale e poste-
membrana cricotiroidea. riore, si trova la faccetta dell’articolazione crico-ti-
Il margine superiore, a forma di S rovesciata, pre- roidea, mentre superiormente troviamo l’articola-
senta medialmente l’incisura tiroidea, che sovrasta zione crico-aritenoidea. Sulla superficie esterna, in
il pomo d’Adamo. Superiormente a questo margi- avanti, si inseriscono i muscoli cricotiroidei, men-
ne si inserisce la membrana tiroidea. tre posteriormente si inseriscono le fibre connettive
I margini posteriori danno inserzione all’aponeurosi fa- dall’esofago e i muscoli cricoaritenoidei posteriori.
ringea e a tre muscoli faringei: il costrittore medio della Per quanto riguarda il tessuto connettivo, dal mar-
faringe, il muscolo palato-faringeo e lo stilo-faringeo. gine inferiore si distacca la membrana cricotracheale
I margini si prolungano in alto e in basso nella loro che si inserisce sul primo anello tracheale. Dalla
parte posteriore, tramite due apofisi verticali, de- parte anteriore del margine superiore si distacca la
nominate corna della tiroide, superiori e inferiori. membrana cricotiroidea.
Le corna superiori sono legate all’osso ioide grazie al Nella parte laterale del margine superiore si inseri-
legamento tiroioideo laterale e al muscolo tiroioideo. scono i muscoli cricoaritenoidei laterali.
Le corna inferiori ricevono il muscolo sternotiroi- La cartilagine cricoidea presenta generalmente due
deo e si articolano tramite una faccetta articolare centri di ossificazione primari, comincia a ossificar-
con la cartilagine cricoidea. si dopo la tiroide, presentando una completa ossifi-
La faccia anteriore della lamina quadrilatera può cazione verso i 65 anni.
essere divisa in due zone:
una parte posteriore, sulla quale si inseriscono i Le cartilagini aritenoidee
muscoli sternotiroideo e il muscolo costrittore Le articolazioni tra aritenoidi e cricoide sono es-
inferiore della faringe senziali per l’apertura e la chiusura della glottide.
una parte anteriore sulla quale si inserisce il mu- Sono artrodie di forma ellittica, poste sul margine
scolo tiroioideo. superiore della cartilagine cricoidea, poco al di fuo-
La faccia posteriore della lamina quadrilatera dona ri della linea mediana, protette da un legamento
inserzione: capsulare.
sulla linea mediana, dall’alto verso il basso, all’e- Le due cartilagini hanno la forma di una piramide
piglottide, alle pliche ventricolari, alle pliche triangolare e sono poste superiormente alla parte
vocali e ai muscoli tiro-aritenoidei posteriore della cricoide. La base si articola con il
Capitolo 1 • LA LARINGE 13

margine superiore della cartilagine cricoidea. La scolare, nella quale si trovano la carotide interna,
sua parte interna, denominata processo vocale, dà la vena giugulare interna, il nervo vago e la catena
inserzione alla plica vocale, mentre la parte ester- ganglionare del simpatico.
na, denominata processo muscolare, dà inserzione ai La disposizione spaziale delle fasce a tale livello
muscoli crico-aritenoidei posteriori e laterali. rende i vasi meno comprimibili, mantenendone il
Le due facce interne delimitano lo spazio denomi- calibro inalterato, e favorisce il circolo di ritorno
nato glottide intercartilaginea. mantenendo le vene dilatate. La guaina viscerale
Le facce posteriori danno inserzione al muscolo invia posteriormente dei setti aponeurotici sagitta-
ari-aritenoideo. Sulla parte superiore della faccia li, verso i tubercoli anteriori delle apofisi trasverse
antero-esterna si inserisce la corda vocale superiore, delle vertebre cervicali, denominati lamine di Char-
inferiormente, il muscolo tiro-aritenoideo. py (Fig. 1.6).
I setti sagittali si prolungano fino alla base del cra-
Le cartilagini corniculate nio e delimitano con la colonna vertebrale lo spazio
Chiamate anche cartilagini di Santorini, sono due retroviscerale di Henke (o spazio prevertebrale), che
piccoli nuclei cartilaginosi posizionati sopra le ari- permette lo scivolamento dei visceri in rapporto al
tenoidi, nello spessore della plica ari-epiglottica, la rachide cervicale durante la deglutizione, la fona-
plica della mucosa laringea che limita l’apertura su- zione o i semplici movimenti del capo o del collo.
periore della laringe. Anche davanti alla trachea possiamo distinguere
uno spazio denominato pretracheale, dietro l’apo-
Le cartilagini cuneiformi neurosi media, che svolge le stesse funzioni.
Chiamate anche cartilagini di Wrisberg, non co- Esiste quindi una relazione diretta tra la fascia cer-
stanti, si trovano anch’esse nello spessore della vicale media e la fascia cervicale profonda, quindi
plica ari-epiglottica. Sono unite alle cartilagini una relazione anatomica fasciale tra corpi vertebrali
corniculate da due faccette articolari. Le cartilagini cervicali e loggia viscerale del collo, e ciò spiega le
corniculate e cuneiformi si ossificano generalmen- alterazioni posturali del rachide, o la sintomatolo-
te verso i 70 anni, fondendosi con le aritenoidi o gia dolorosa locale o a distanza, dovuta a disfunzio-
mantenendo la loro indipendenza. ni viscerali a livello laringeo o tiroideo, o seconda-
rie ad alterazioni cranio-occlusali e linguali.
Studiando l’anatomia dei piani fasciali cranio-cer-
IL SISTEMA FASCIALE LARINGEO
vicali è interessante capire come il sistema laringeo
La laringe, la trachea, l’esofago e la ghiandola ti- è in stretta relazione con il sistema fasciale naso-o-
roidea sono circondati da quel tessuto connettivo ro-faringeo costituendo una catena fasciale funzio-
denominato genericamente aponeurosi perifaringea. nalmente connessa in alto alla base del cranio, la
Questa è costituita dal foglietto profondo del- bocca e le fosse nasali, e in basso al duomo pleurico.
la fascia cervicale media (o fascia toracoioidea del L’aponeurosi faringea e laringea, parti della stessa
Testut), che avvolge i muscoli sottoiodei (sterno- aponeurosi perifaringea, superando i fasci del mu-
ioideo, sternotiroideo, tiroioideo e omoioideo), e scolo costrittore superiore della faringe, continua
dalla fascia cervicale profonda, o fascia prevertebrale. verso l’alto raggiungendo la base del cranio e lo
Questi due sistemi fasciali, medio e profondo, spazio maxillo-faringeo.
delimitano nella zona mediana del collo la loggia L’aponeurosi si sviluppa in avanti emettendo un
viscerale, circondata dalla guaina viscerale del col- prolungamento che accompagna il muscolo farin-
lo, nella quale si trovano la laringe, la ghiandola go-glosso in direzione delle parti laterali della lin-
tiroidea, la trachea, l’esofago e il nervo ricorrente. gua, e si confonderà con i fasci del muscolo pala-
Lateralmente a questa possiamo distinguere la log- to-glosso e palato-faringeo e i muscoli peristaffilino
gia vascolare del collo, delimitata dalla guaina va- interno ed esterno (Fig. 1.7).
14 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Figura 1.6. Sezione sagittale del rachide cervicale e del sistema fasciale (da R. Dionigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirur-
gia generale. Edra, Milano 2017).

Questi due muscoli costituiscono, a livello del velo alla metà anteriore del velo del palato e all’ala inter-
del palato, gli archi anteriori, o palato-glossi, e gli na dell’apofisi pterigoide dello sfenoide.
archi posteriori, o palato-faringei, che costituiscono L’aponeurosi continua, come abbiamo visto, accom-
a loro volta l’istmo faringobuccale e faringonasale. pagnando nel loro tragitto il muscolo faringo-glosso
L’aponeurosi perifaringea raggiunge in tale modo, e i muscoli peristaffilini, tutti muscoli in relazione
in alto e in avanti, quella dei muscoli del velo pala- con la sfera occlusomandibolare del cranio.
tino, costituita dal muscolo tensore e dall’elevatore L’insieme di queste fasce che si portano alla base e
del velo del palato, e verticalmente in alto, la base alla sfera anteriore del cranio costituisce l’impianto
del cranio. In alto e indietro i fasci connettivali ar- superiore dell’asse aponeurotico centrale (AAC).
rivano all’apofisi stiloidea del temporale, costituen- La relazione tra laringe (voce), lingua, labbra e pa-
do l’aponeurosi stilo-faringea. lato (occlusione), e faringe (deglutizione), è ana-
Lo sviluppo del tessuto dell’aponeurosi profonda tomica e funzionale, alla base delle relazioni tra i
avviene tramite inserzioni in diversi punti: grandi sistemi di competenza osteopatica quali lo
il tubercolo faringeo dell’occipite strutturale, il viscerale e il cranio-sacrale. A questi,
il foro lacero anteriore d’ora in poi, correliamo indissolubilmente il siste-
la parte anteriore del foro carotideo ma psicoemozionale e relazionale.
sul pavimento della porzione fibrocartilaginea In avanti, proseguendo verso il basso, l’aponeurosi
della tuba uditiva faringea si sdoppia più volte costituendo il foglietto
la faccia inferiore della piramide del temporale profondo della guaina tiroidea, che ingloba il bor-
la base dell’ala interna ed esterna dell’apofisi do inferiore della ghiandola tiroidea.
pterigoidea La loggia tiroidea è quindi costituita dal foglietto
il legamento pterigo-mascellare. posteriore e profondo dell’aponeurosi media, che
Verso la sfera cranica anteriore l’aponeurosi conti- inizia a livello dello ioide, e dal foglietto superfi-
nua in alto e in avanti con l’aponeurosi inter-pte- ciale anteriore dell’aponeurosi profonda, che inizia
rigoidea, l’aponeurosi pterigotemporomascellare dall’apofisi basilare dell’occipite. Formano rispetti-
nella fossa pterigo-mascellare, e l’aponeurosi pala- vamente la parete anteriore e posteriore della loggia
tina, che, dal bordo posteriore del palatino, arriva tiroidea. Le fasce proseguono ancora verso lo stretto
Capitolo 1 • LA LARINGE 15

Figura 1.7. Sezione trasversale del collo. 1: muscolo platysma; 2: muscolo sternoioideo; 3: trachea; 4: muscolo sterno-
tiroideo; 5: ghiandola tiroide; 6: esofago; 7: muscolo omoioideo; 8: muscolo sternocleidomastoideo; 9: nervo laringeo
ricorrente; 10: arteria carotide interna; 11: vena giugulare interna; 12: nervo vago (X); 13: nervo frenico; 14: muscolo
scaleno anteriore; 15: tronco del simpatico; 16: nervo spinale; 17: muscoli scaleni medio e posteriore; 18: muscolo lungo
del collo; 19: muscolo elevatore della scapola; 20: muscolo trapezio; 21: muscoli cervicali profondi; 22: vertebra cervicale
(C7); 23: tela sottocutanea; 24: spazio retrofaringeo; 25: fascia alare; 26: fascia prevertebrale; 27: grasso nel triangolo
posteriore (o laterale); 28: fascia cervicale superficiale del triangolo posteriore (o laterale); 29: tela sottocutanea; 30:
guaina carotidea; 31: fascia viscerale pretracheale; 32: fascia viscerale bucco-faringea; 33: fascia cervicale (o dei muscoli
sottoioidei); 34: fascia cervicale superficiale.

toracico superiore formando la lamina tiro-pericar- fino alle prime vertebre toraciche e si confonde con
dica che, circondando il tronco brachio-cefalico, il tessuto cellulare del mediastino posteriore.
arriverà sul pericardio anteriore (Fig. 1.8). Vediamo quindi che l’aponeurosi cervicale media
La lamina tiro-pericardica, ovvero il foglietto pro- e profonda, dalla base del cranio e dallo ioide,
fondo dell’aponeurosi media che si inserisce a li- si sviluppa a livello cervicale formando la loggia
vello retro-sternale, e la parte supero anteriore del viscerale al centro, la loggia vascolare ai lati, e si
legamento sterno-pericardico superiore delimitano espande fino a livello del torace per divenire fascia
la loggia timica, dietro il manubrio sternale. In- endotoracica. Esiste una relazione diretta tra l’al-
dietro, a livello prevertebrale, proseguendo verso tezza e la funzione della zona laringea e il sistema
il basso, l’aponeurosi cervicale profonda continua cranio-cervicale.
16 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Lamine di Piccolo corno


Charpy Ghiandola dell’osso ioide
Corpo dell’osso
tiroidea ioide
Grande corno
Legamento dell’osso ioide
Lamina tiroioideo
mediano Legamento
tiro-pericardica tiroioideo laterale
Membrana
tiroioidea Cartilagine triticea
Loggia timica
Incisura tiroidea Orifizio per il nervo
laringeo interno
Legamento e l’arteria laringea
Legamento sterno- Prominenza
superiore
vertebro- pericardico laringea
pericardico superiore Lamine
della cartilagine
tiroidea

Legamento Tubercolo tiroideo


cricotiroideo superiore
mediano
Linea obliqua
Arco anteriore
della cartilagine Tubercolo tiroideo
Figura 1.8. Lamina tiro-pericardica. cricoidea inferiore

Legamento Legamento
cricotracheale cricotiroideo laterale

Capsula articolare
Stati o disfunzioni del cranio, grazie alle relazioni Prima
cartilagine dell’articolazione
cricotiroidea
tracheale
fasciali che abbiamo visto, e le relazioni neurolo-
giche che vi sottendono (i nervi ipoglosso, glosso- Piccolo corno
faringeo, vago e frenico attraversano in vari punti i dell’osso ioide

Grande corno Epiglottide


piani aponeurotici appena descritti), possono avere dell’osso ioide

implicazioni sulla fisiologia della respirazione, della Membrana


tiroioidea Legamento
fonazione e della deglutizione. Allo stesso tempo tiroioideo laterale

Corno superiore
queste disfunzioni si possono ripercuotere sulle della cartilagine
tiroidea
dinamiche relazionali sociali, lavorative e affettive, Lamina tiroidea
creando o supportando problematiche psico-emo- Legamento
tiroepiglottico Cartilagine
corniculata
zionali nel soggetto. Capsula articolare
dell’articolazione Cartilagine
La fisiologica modulazione del suono dipenderà dal cricoaritenoidea aritenoidea

corretto equilibrio tra posizione e tensione equili- Corno inferiore


della cartilagine
Legamento
cricoaritenoideo
tiroidea posteriore
brata di faringe, laringe, sistema craniale e l’insieme
Lamina cricoidea Capsula articolare
del sistema posturale dell’organismo. Legamento
dell’articolazione
cricotiroidea
Le disfunzioni della base del cranio e dell’aponeu- cricotracheale
Prima cartilagine
tracheale
rosi media e profonda possono altresì sottendere,
nel periodo neonatale, a problemi di suzione, rigur-
gito, o sintomi di tipo otorinolaringoiatrico, come
riniti, sinusiti e otiti ricorrenti. In questo caso l’oste- Figura 1.9. Cartilagini e legamenti della laringe.
opata dovrà analizzare le relazioni fasciali esistenti
tra laringe, faringe, lingua, tuba, orecchio medio
e piano occlusale. All’interno di questo sistema fa- il legamento tiroioideo medio, inspessimento me-
sciale discendente possiamo identificare i legamenti diano della membrana tiroioidea, che si sviluppa
specifici della regione laringea, che mettono in rela- dal margine superiore della cartilagine tiroidea al
zione le singole ossa che la compongono (Fig. 1.9). margine posteriore della cartilagine ioidea
Tutti questi legamenti fanno parte dell’aponeurosi i legamenti tiroioidei laterali, dalle corna su-
profonda del piano fasciale intermedio. periori della cartilagine tiroidea all’apice delle
Identifichiamo i legamenti che uniscono la cartila- grandi corna dell’osso ioide.
gine tiroidea con l’osso ioide: Successivamente, i legamenti che uniscono la car-
Capitolo 1 • LA LARINGE 17

tilagine tiroidea con la cartilagine cricoidea e l’epi-


glottide:
i legamenti cricotiroidei anteriori e posteriori, dal
corno inferiore della tiroide, a livello dell’artico-
lazione cricotiroidea
il legamento o membrana cricotiroidea media, dal
margine inferiore della cartilagine tiroidea al
margine posteriore della cartilagine cricoide
il legamento tiroepiglottico che unisce l’apice
dell’epiglottide all’incisura superiore della tiroide.
Distinguiamo ancora i legamenti che uniscono le
cartilagini aritenoidee con la cartilagine cricoidea,
la tiroidea e l’epiglottide:
i legamenti cricoaritenoidei (o triquetro), che si tro-
vano a livello dell’articolazione cricoaritenoidea
i legamenti tiroaritenoidei superiori (o ventri-
colari), che occupano lo spessore delle pliche
ventricolari, inserendosi dalla parte superiore Figura 1.10. Azione dei muscoli intrinseci della laringe.
Cartilagine tiroide (T), cartilagine cricoide (C), cartilagine
dell’incisura della cartilagine tiroidea alla faccia aritenoide (A), legamento vocale (L), muscolo cricoarite-
antero-esterna delle aritenoidi noideo laterale (1), muscolo cricoaritenoideo posteriore
i legamenti tiroaritenoidei inferiori (o vocali), che (2), muscolo interaritenoideo (3), muscolo cricotiroideo
(4), muscolo tiroaritenoideo (5) (da R. Dionigi, Chirurgia.
occupano lo spessore delle pliche vocali. Si in-
Basi teoriche e chirurgia generale. Edra, Milano 2017).
seriscono in avanti, sull’incisura superiore della
cartilagine tiroidea, e posteriormente sull’apofi-
si vocale e il corpo delle cartilagini aritenoidee tutte le loro inserzioni sulla stessa. Cinque sono
i legamenti ariepiglottici, destri e sinistri, rinforzi muscoli pari, uno è impari:
fibrosi delle pliche ariepiglottiche, che si dispon- Il muscolo cricotiroideo, di forma triangolare a
gono dalla faccia laterale dell’epiglottide alla por- base superiore, si estende dalla faccia anteriore
zione antero-esterna delle cartilagini aritenoidee della cartilagine cricoidea alla faccia anteriore e
per finire ricordiamo la membrana cricotrache- posteriore della cartilagine tiroidea. È coperto
ale, che dal margine inferiore della cartilagine dal muscolo sterno-tiroideo e dalla ghiandola ti-
cricoidea si inserisce sul margine superiore del roidea, e con i suoi fasci obliqui arriva alle corna
primo anello tracheale. inferiori della tiroide, fondendo le sue fibre con
quelle del muscolo costrittore della faringe.
Alza la parte anteriore della cartilagine cricoi-
IL SISTEMA MUSCOLARE LARINGEO
de, ne abbassa la parte posteriore, porta in bas-
I muscoli estrinseci della laringe sono quelli inseriti so e avanti la cartilagine tiroidea, innalzando la
solo con una delle loro estremità sulla laringe o nel- trachea.
le sue vicinanze. Tra questi distinguiamo: Questo provoca un allungamento della glottide
il muscolo sternotiroideo e una tensione delle pliche vocali.
il muscolo tiroioideo Il muscolo cricoaritenoideo posteriore ha la base
il muscolo costrittore inferiore della faringe inferiore sulla parte posteriore della cricoide e
il muscolo stilo faringeo l’apice sull’apofisi aritenoidea. Nella sua parte
il muscolo palato faringeo. più bassa è in relazione con il legamento crico-
I muscoli intrinseci (Fig. 1.10) della laringe hanno esofageo.
18 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

È abduttore della plica vocale e, inserendosi sui e la base dell’aritenoide, determinando la fre-
processi muscolari, avvicina tra loro la parte po- quenza di vibrazione delle corde vocali.
steriore delle aritenoidi, allontanando allo stesso Il fascio intermedio si inserisce sulla faccia ante-
tempo i processi vocali tra loro. Fa ruotare così la riore dell’epiglottide, formando il muscolo tiroepi-
cartilagine aritenoidea indietro ed esternamente, glottico, e prosegue inserendosi sul legamento ari-
divaricando le corde vocali. È l’unico muscolo epiglottico e sui processi muscolari aritenoidei.
abduttore delle corde vocali o dilatatore della Questo fascio è adduttore e abbassatore poste-
glottide. L’attività di tale muscolo è strettamente riore dell’epiglottide.
legata a quella diaframmatica, infatti si attiva ad Analizzando minuziosamente l’anatomia pos-
ogni inspirazione, da 40 a 100 msec prima ri- siamo vedere come i muscoli tiroaritenoidei in-
spetto all’attivazione inspiratoria del diaframma. termedi continuano posteriormente con i mu-
Il muscolo cricoaritenoideo laterale (o anteriore) scoli ariaritenoidei trasversi formando un anello
è posto all’interno delle lamine della cartilagi- muscolare periglottico, mentre i fasci obliqui, che
ne tiroidea. Si inserisce sulla parte laterale del si fondono con la parte laterale dell’epiglottide,
margine superiore e sul lato della cartilagine formano un anello muscolare perilaringeo.
cricoide per terminare sull’apofisi esterna dell’a- La loro contrazione porta i processi muscolari
ritenoide corrispondente. delle aritenoidi verso l’avanti e l’esterno, spo-
È un muscolo adduttore. La sua contrazione stando i processi vocali verso dietro e chiuden-
porta in avanti e all’esterno i processi muscolari do così la glottide. Influiscono così sullo spes-
aritenoidei, avvicinando tra loro i processi voca- sore della plica vocale inducendo modificazioni
li. Ciò avvicina e stira le pliche vocali, chiuden- qualitative del suono.
do allo stesso tempo la glottide. Il fascio superficiale segue superficialmente il
Il muscolo ariaritenoideo, è impari e mediano, piano intermedio formando il muscolo di San-
posto nella parte posteriore delle due cartilagini torini. È adduttore delle corde vocali.
aritenoidee. Si compone di due porzioni, una tra- Il muscolo ariepiglottico si estende sulla parte
sversale e una obliqua, che si fondono lateralmen- superiore delle pliche omonime, seguendone il
te con il muscolo ariepiglottico. decorso dai processi aritenoidei sulla parte late-
Sulla linea mediana i differenti fasci formano rale dell’epiglottide.
un rafe connettivale denominato legamento iu- Ha la funzione di restringere l’orifizio superiore
gale, che si inserisce sulla lamina cricoidea. della laringe e abbassare posteriormente l’epi-
È un muscolo adduttore. La sua contrazione glottide.
provoca un avvicinamento delle cartilagini ari-
tenoidee restringendo l’orifizio dell’epiglottide.
L’INNERVAZIONE
Il muscolo tiroaritenoideo è un muscolo lungo e
E LA VASCOLARIZZAZIONE
quadrilatero, posto nello spessore della plica vo-
cale, composto di piani che si inseriscono all’in- Bisogna insistere sull’importanza del Sistema Ner-
terno della lamina tiroidea. voso Autonomo (SNA) e le sue relazioni con il si-
Il piano più profondo di questi, denominato stema neuroendocrino quale genesi e mantenimen-
anche muscolo tiroaritenoideo interno di Henle, to dell’omeostasi e, in caso di malfunzionamento,
inserendosi nella plica vocale, costituisce il mu- delle disfunzioni osteopatiche, a livello cellulare
scolo vocale. come a livello sistemico.
Con andamento verticale e orizzontale i fasci “La struttura condiziona la funzione” enunciavano i
muscolari circondano in senso verticale e tra- grandi padri della medicina osteopatica, ma sappia-
sversale tutto il cilindro laringeo. mo bene che in particolari fasi dello sviluppo, è la
Il fascio interno si inserisce sul processo vocale funzione che condiziona e ritma l’evoluzione della
Capitolo 1 • LA LARINGE 19

struttura stessa, e la funzione è in ogni caso sotto afferenze dal nucleo del tratto solitario e dal
il controllo neuroendocrino, che agisce a livello vi- nucleo sensitivo somatico trigeminale, e fibre
scero- e vasomotorio. Studiando nel suo insieme la corticali che provengono dalla circonvoluzione
componente parasimpatica dell’SNA, comprendia- frontale ascendente, conosciute come centro
mo perché il nervo vago è uno dei più importanti della laringe e della faringe. Da qui si generano
nervi di cui dispone l’uomo, e a lui competono i riflessi che regolano l’attività cardiaca, il ritmo
due terzi delle funzioni parasimpatiche. respiratorio, l’attività secretiva e peristaltica ga-
Le sue fibre vagali efferenti, somatiche e motrici, dal strointestinale
nucleo efferente bulbare, innervano i muscoli del il nucleo ambiguo (NAmb), localizzato nel bul-
velo palatino, della faringe, della laringe e la parte bo, è somatomotore. Controlla la fonazione e
prossimale dell’esofago. la deglutizione. Riceve afferenze dalla faringe,
Da qui scendono diramandosi alla trachea, i bron- dalla laringe e dalle vie respiratorie
chi e i polmoni, il cuore, l’aorta e i grandi vasi, il nucleo del tratto solitario (NTS) è viscerosen-
giungendo all’insieme dell’apparato gastroenterico. sitivo, ed è localizzato nel bulbo, in vicinanza
Genericamente il sistema vagale controlla l’inner- del 4° ventricolo. Vi arrivano fibre afferenti di
vazione della muscolatura liscia del sistema respi- origine vagale gastrointestinale, e afferenze dal
ratorio e digerente, contribuisce al controllo della VII e IX paio di nervi cranici.
frequenza e della gittata cardiaca, interviene nella A questi si collega funzionalmente il nucleo della
funzione ghiandolare, ed è il supporto anatomico radice discendente del trigemino (STN), nucleo
dei riflessi viscerali. della sensibilità somatica generale a localizzazione
La componente sensitiva somatica è esigua. Le fibre bulbo-spinale.
vagali afferenti originano dal ganglio giugulare e dal Il nervo vago decorre con il nervo glossofaringeo
ganglio nodoso (o plessiforme), e inviano i loro pro- e il nervo accessorio attraverso il foro giugulare e,
lungamenti centrali ai nuclei bulbari. appena fuori della base cranica, si espande in due
Innervano la cute del condotto uditivo esterno e gangli sensitivi, somatici e viscerali: uno superiore,
la zona cutanea retro-auricolare del padiglione il ganglio giugulare, e uno inferiore, il ganglio nodoso
dell’orecchio, la mucosa della parte inferiore della o plessiforme dal quale emerge il nervo laringeo su-
faringe e di tutta la laringe, donando la sensibilità periore. Quest’ultimo raggiunge il muscolo costrit-
gustativa dell’epiglottide, grazie al nervo laringeo tore del faringe e a livello dell’osso ioide si divide
superiore. Raccolgono stimoli dal seno aortico, dal in una branca interna sensitiva, la quale perfora la
glomo aortico, dalla mucosa della faringe, della la- membrana tiro-ioidea e penetra nel laringe, ed una
ringe, della trachea, dell’esofago, e da tutti gli altri branca esterna con fibre miste.
organi toracici e addominali. Nel suo decorso a livello cervicale il vago è affian-
Vediamo adesso la complessa distribuzione delle cato all’arteria carotide interna e alla vena giugulare
singole componenti per ogni sistema. I principali interna, all’interno della loggia vascolare del collo.
nuclei centrali del nervo vago sono tre: Scendendo dall’alto verso il basso nel torace, il vago
il nucleo motore dorsale (NMDV), localizzato di destra incrocia la superficie anteriore dell’arteria
a livello del bulbo, in rapporto con il pavimen- succlavia destra dopo la sua emergenza dal tronco
to del quarto ventricolo, rappresenta il nucleo brachio-cefalico. A tale livello nasce il nervo ricor-
di origine delle fibre efferenti neurovegetative rente di destra che subito si ripiega verso l’alto cir-
viscerali, che provvedono all’innervazione del condando inferiormente l’arteria succlavia. Con una
cuore, delle vie respiratorie e di tutto il tratto direzione da laterale a mediale e dall’avanti all’indie-
gastroenterico. tro risale fino a raggiungere il solco tracheo-esofageo
Denominato anche nucleo cardio-pneumo-en- di destra. Passa dietro al lobo destro della ghiandola
terico, riceve afferenze di origine ipotalamica, tiroide con un decorso obliquo, per penetrare suc-
20 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

cessivamente nella regione intra-


laringea. Inferiormente il vago di
destra procede decorrendo dietro
alla vena cava superiore, vicino
alla trachea, posteriormente al
bronco destro, vicino alla parete
posteriore dell’esofago (Fig. 1.11
a, b). Sempre scendendo dall’alto
verso il basso nel torace, il vago
di sinistra decorre posteriormen-
te all’arteria carotide comune,
tra l’arco dell’aorta e la pleura
mediastinica, dietro il bronco si-
nistro e lungo la parete anteriore
dell’esofago. Quando incrocia la
faccia anteriore dell’aorta emer-
ge dal vago il nervo laringeo in-
feriore o ricorrente, il quale va a
circondare inferiormente l’aorta Figura 1.11 a, b. Decorso e rapporti dei nervi laringei. a) Rappresentazione
procedendo postero-medialmen- schematica; b) immagine anatomica. Base della lingua (B), laringe (L), trachea
te per poi decorrere verso l’alto (T), esofago (E), arco aortico (A), arteria succlavia (S), arteria carotide comune
nel solco tracheo-esofageo. Nel (C), vena giugulare interna (G), nervo laringeo superiore sinistro (1), nervo
vago destro (2), nervo ricorrente destro (3), nervo vago sinistro (49, ansa di
suo decorso verticale verso l’alto Galeno, anastomosi tra i due nervi laringei superiore e inferiore (6) (da R. Dio-
passa dietro al lobo sinistro della nigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale. Edra, Milano 2017).
ghiandola tiroide, sotto il bordo
del muscolo costrittore inferiore, posteriormente I rami collaterali toracici sono:
all’articolazione crico-tiroidea, per poi penetrare il nervo cardiaco inferiore
nella laringe tra l’ala della cartilagine tiroide ed il i nervi tracheali e bronchiali
castone cricoideo e distribuirsi ai muscoli intrinseci il nervo pericardico
ad eccezione del crico-tiroideo. il nervo esofageo.
I due nervi vaghi entrano così nella cavità addomi- I rami terminali addominali costituiscono il plesso
nale passando attraverso l’orifizio esofageo del dia- gastrico anteriore e posteriore e raggiungono il gan-
framma e, decorrendo lungo la parete addominale, glio celiaco del sistema ortosimpatico. Da qui, le
arrivano al plesso celiaco. fibre orto- e parasimpatiche si uniscono nel plesso
Il sistema vagale continua perifericamente con celiaco e nelle sue diramazioni addominali.
rami collaterali e terminali. La componente parasimpatica della laringe provie-
I rami collaterali cervicali comprendono: ne quindi dal nervo vago di destra e di sinistra.
rami anastomotici per il ganglio cervicale supe- Due sono le collaterali importanti:
riore, per il nervo glossofaringeo, l’accessorio, il nervo laringeo superiore si dirige verso la zona
l’ipoglosso e i primi nervi spinali sovraglottica, la faccia superiore della plica vo-
il ramo meningeo cale e la base della lingua.
il nervo laringeo superiore Tutta la restante parte della laringe è innervata dal:
il nervo cardiaco superiore nervo laringeo inferiore, o ricorrente, che si di-
il nervo depressore, per il glomo aortico stacca dal nervo vago nella zona toracica alta,
i rami faringei al di sotto dell’arteria succlavia a destra e sotto
il nervo laringeo inferiore o ricorrente. l’arco dell’aorta a sinistra (Fig. 1.12).
Capitolo 1 • LA LARINGE 21

il muscolo tiroioideo, la membrana cricotiroidea,


e può attraversare la stessa cartilagine tiroidea, ra-
mificandosi profondamente a livello della mucosa
laringea.
L’arteria tiroidea inferiore dona l’arteria laringea
posteriore, decorre tra la ghiandola tiroidea e la tra-
chea, assieme al nervo ricorrente o laringeo inferio-
re. Esistono innumerevoli collaterali ascendenti e
discendenti delle arterie laringee che si anastomiz-
zano tra loro. Tutte le arterie terminano con una
fitta rete capillare sulla mucosa.
Figura 1.12. Immagine intraoperatoria del nervo laringeo
ricorrente. Il nervo ricorrente si divide all’incrocio con l’ar- La vena laringea superiore drena la zona sovraglotti-
teria tiroidea inferiore in due rami, anteriore o ventrale ca; la vena laringea media, o cricotiroidea, drena la
(ramo motorio) e posteriore (ramo sensitivo) (da R. Dio- zona sottoglottica e le corde vocali.
nigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale. Edra,
Milano 2017).
Entrambe si anastomizzano con le vene della lin-
gua e le vene faringee. Si gettano nella vena tiroidea
superiore o direttamente nella giugulare interna.
Risale verso l’alto passando tra l’esofago e la La vena tiroidea posteriore drena la parte posteriore
trachea, arrivando alla laringe con cinque dira- della laringe e sbocca nelle vene tiroidee inferiori.
mazioni specifiche che, attraversando la muco- Il trattamento del sistema vascolare laringeo è di
sa, arrivano a loro volta ai singoli muscoli dello estrema importanza in funzione della vascolariz-
spazio perilaringeo. Tutti questi sono rami mo- zazione e il drenaggio della muscolatura intrinseca
tori e sensitivi. della laringe e della mucosa, equilibrando lo stato
Il ricorrente laringeo, anastomotizzandosi con trofico delle pliche vocali e muscolari, condizione
il nervo laringeo superiore, forma l’ansa anasto- fondamentale per una corretta fonazione e il con-
motica di Galeno. trollo della voce durante il canto.
La componente ortosimpatica del SNA deriva pre-
valentemente dal ganglio cervicale superiore (zona
LA FISIOLOGIA DELLA FONAZIONE
cervicale C2-C4) e la catena ganglionare toracica
(zona toracica T2-T5). “La voce raccoglie e traduce la tua salute fisica, le tue
Innervando la laringe, queste due componenti preoccupazioni emotive e i tuoi problemi personali”.
neurovegetative regolano il tono delle corde vocali, Placido Domingo
modulano la vasocostrizione a livello della laringe e
agiscono sulle ghiandole laringee. La laringe ha una triplice funzione: respiratoria,
A livello laringeo esistono anastomosi tra il ganglio permette il passaggio dell’aria attraverso l’albero
cervicale inferiore e il nervo frenico, e anastomosi tracheo-bronchiale, protettrice delle vie aeree, grazie
tra il nervo frenico ed il nervo ricorrente, creando alla chiusura della glottide durante la deglutizione
un’intricata relazione tra sistemi neurologici finaliz- e fonatoria. La voce è il suono prodotto dalla vibra-
zata all’importanza vasomotoria del tratto laringeo. zione delle corde vocali, messe in vibrazione dall’a-
La laringe è irrorata a destra e a sinistra dalle arterie ria espirata dai polmoni. Le corde vocali agiscono
laringee superiori e inferiori, che derivano dall’arte- come trasduttori che convertono forze aerodinami-
ria tiroidea superiore, e dall’arteria laringea poste- che in energia acustica.
riore, che deriva dall’arteria tiroidea inferiore (Fig. Il suono fondamentale deriva quindi dal modo in
1.13 a-c). cui le pliche vocali si toccano e di conseguenza dal-
L’arteria tiroidea superiore perfora la membrana e la forma assunta dall’aria in mezzo alle stesse.
22 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Vena giugulare
Osso ioideo interna

Arteria tiroidea
superiore Cartilagine
tiroidea
Vena tiroidea
superiore Cartilagine
cricoidea
Arteria carotide Lobo sinistro della
comune ghiandola tiroidea
Lobo destro della
Istmo della ghiandola
ghiandola tiroidea
tiroidea

Vena tiroidea Arteria tiroidea


media inferiore

Tronco tireo
cervicale Trachea
Vena tiroidea
inferiore

Figura 1.13 a. Vascolarizzazione della laringe.

Normalmente, nel campo dell’otorinolaringoiatria


e della logopedia, la medicina osteopatica, grazie
alle sue possibilità di intervento, può fare molto sia
in campo sintomatico sia preventivo.
I muscoli preposti alla funzione di modulazione e
controllo dei suoni emessi possono essere divisi in
muscoli abduttori, adduttori e tensori. Se vogliamo
descrivere i singoli movimenti che possono essere
indotti sulle pliche vocali, possiamo brevemente
ricordare che (Fig. 1.14 a, b):
la dilatazione della glottide è realizzata dal mu-
scolo crico-aritenoideo posteriore
l’affrontamento delle corde vocali è realizzato
dal muscolo crico-aritenoideo laterale e dal mu-
scolo interaritenoideo
la tensione delle corde vocali è realizzata soprat-
Figura 1.13 b. Vascolarizzazione della laringe. L’arteria
tiroidea superiore nasce dalla biforcazione dell’arteria tutto dal muscolo cricotiroideo e dal muscolo vo-
carotide comune, a livello della lamina della cartilagine cale, o tiro-aritenoideo interno.
tiroidea. CCA arteria carotide comune, ECA arteria caroti- La muscolatura laringea intrinseca può essere così
de esterna, ICA arteria carotide interna, STA arteria tiroi-
classificata in base al ruolo funzionale, in tre grup-
dea superiore, STV vena tiroidea superiore, EBSLN branca
esterna del nervo laringeo superiore (Per gentile conces- pi: muscoli dilatatori (crico-aritenoidei posteriori),
sione di Meselech Ambaw Dessie da Perotti P. et al.). tensori della corda vocale (crico-tiroidei), e muscoli
Capitolo 1 • LA LARINGE 23

Figura 1.13 c. Vascolarizzazione del-


la laringe. L’arteria tiroidea superiore
nasce dalla carotide esterna e l’EBSLN
in prossimità del polo superiore della
ghiandola tiroidea. CCA arteria carotide
comune, ECA arteria carotide esterna,
ICA arteria carotide interna, IJV vena
giugulare interna SLA arteria laringea
superiore, EBSLN branca esterna del
nervo laringeo superiore (Per gentile
concessione di Meselech Ambaw Dessie
da Perotti P. et al.).

costrittori (crico-aritenoidei laterali, inter-aritenoi- Anatomicamente questa zona è rappresentata da


deo, tiro-aritenoidei superiori e inferiori). tutti gli spazi in serie e in parallelo che l’aria, messa
L’attività motoria di tutti questi muscoli è sotto il in vibrazione a livello delle corde vocali, incontra
controllo del nervo ricorrente laringeo, il principa- nel suo viaggio verso il mondo esterno, rappresen-
le motore della laringe, ad eccezione del muscolo tati dalla zona sopraglottide e la rinofaringe. Da un
crico-tiroideo che è innervato dalla branca esterna punto di vista osteopatico potremmo aggiungere al
del nervo laringeo superiore, nervo misto, staccato- VT, sebbene incontrino le vibrazioni del flusso ae-
si a sua volta dalla parte inferiore del ganglio ples- reo in maniera indiretta, anche l’insieme dei seni
siforme del vago. a livello della sfera anteriore del cranio. Il suono
I muscoli laringei estrinseci sono i tiro-ioidei e laringeo risale normalmente il canale vocale, che si
gli sterno-tiroidei che si inseriscono sulla cresta allarga in più cavità delle quali le più ampie sono
obliqua della cartilagine tiroide e rispettivamente quella faringea e quella buccale.
all’osso ioide e allo sterno consentendo le escur- Il volume di queste dipende dalle dimensioni ana-
sioni verticali della laringe e contribuendo alla sua tomiche dell’individuo e dall’atteggiamento dei
stabilizzazione insieme ai muscoli sottoioidei e ai vari segmenti anatomici interessati, come la man-
muscoli sopraioidei. dibola, la lingua e le labbra.
Ristabilire il corretto equilibrio e la normoelasticità Poiché al volume di ogni cavità corrisponde una
dei vari elementi miofasciali, e ridurre le disfun- determinata frequenza di risonanza, le armoniche,
zioni muscolo-scheletriche che si possono formare la cui frequenza di vibrazione corrisponde alla fre-
lungo il tratto laringeo e vocale, è fondamentale sia quenza di risonanza della cavità attraversata, ven-
per far fronte alle problematiche di carattere spe- gono amplificate.
cialistico otorinolaringoiatrico, sia alla presenza di Questa amplificazione non si verifica per singole
una disfunzione o patologia ortopedica e odonto- armoniche, ma per gruppi di armoniche chiamati
iatrica riguardante la sfera cervico-craniale e cra- formanti del timbro o, semplicemente, formanti.
nio-mandibolare (Fig. 1.15 a-c). Al dinamico variare degli elementi del tratto vocale
Bisogna ricordare che l’evoluzione verso la stazione variano così le frequenze di risonanza delle cavità e
eretta ha determinato una curvatura ad angolo ret- la voce assume strutture formantiche, cioè timbri,
to del tratto superiore dell’apparato digestivo, che diverse. Il suono così emesso, ricco di molti para-
si è così diviso in due cavità ben distinte: la bocca metri, dipende ed entra in relazione con l’intero
e la faringe, che costituiscono una parte del “Vocal sistema organico e la sua qualità non dipende sola-
Tract” (VT), l’insieme delle cavità di risonanza del- mente dalla forma del tratto vocale.
la voce. Altri parametri che possono incidere sulle caratteri-
24 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Vestibolo
laringeo
Piega vestibolare
Ventricolo
+ + + +
+ + - -
Piega vocale + +

Cavità
sottoglottica

Fase di apertura:
la pressione sottoglottica forza le pieghe vocali ad aprirsi
b

Fase di chiusura:
ritorno elastico ed effetto Bernoulli

Figura 1.14 a, b. Posizione delle corde vocali durante il ciclo fonatorio in veduta (a) superiore e (b) coronale.

stiche del suono possono essere lo stato trofico della delle corde vocali può variare secondo le esigenze
mucosa laringea, che vibra al disopra del muscolo della respirazione, ma in ogni caso una posizione
vocale, creando una coordinazione ottimale nella relativamente addotta provoca un aumento della
trasmissione delle oscillazioni a livello sovraglotti- pressione alveolare polmonare, con un conseguente
co, l’atteggiamento posturale, o lo stato psiconeu- miglioramento degli scambi gassosi.
roendocrino dell’individuo in un dato momento. La fonazione corrisponde, per quanto riguarda la
La lingua, delimitando in parte queste cavità, con- meccanica respiratoria, alla fase espiratoria, ma,
tribuisce a modificarne i volumi con variazioni a differenza di una fase non verbale, ne differisce
continue e, di conseguenza, anche la loro frequen- poiché le cartilagini aritenoidi ruotano all’indietro
za di risonanza. La variabilità della risonanza del e scivolano lateralmente in modo da portare a con-
canale vocale crea una variabilità timbrica impres- tatto il margine vibrante delle corde vocali, facen-
sa al suono laringeo che, insieme alla variabilità in dole entrare in vibrazione per effetto della pressione
intensità, frequenza e durata del segnale vocale, dell’aria. Durante la fonazione e la masticazione, il
consente lo sviluppo armonico del linguaggio e del ritmo respiratorio è rallentato e l’espirazione è nor-
canto. Nel corso della fase espiratoria, la posizione malmente prolungata.
Capitolo 1 • LA LARINGE 25

a c

Figura 1.15 a-c. a, b) Quadro laringoscopico normale; c)


quadro laringoscopico patologico. Flogosi da reflusso ga-
strico (Per gentile concessione del dr. Alessandro Varini).

La modificazione più importante si ha durante la chiusura. Contemporaneamente, i muscoli che in-


deglutizione, quando la ventilazione è interrotta da clinano la cartilagine tiroide assicurano la solidità
potenti riflessi che tendono a ridurre il gradiente di attacco dei loro estremi anteriori.
pressorio fra la trachea e l’istmo delle fauci, faci- Nella modulazione del suono emesso possono en-
litando così l’azione sigillante dell’epiglottide. Le trare in gioco, in sequenza, altri fattori:
modalità di vibrazione delle corde vocali variano a le cartilagini aritenoidi, accentuando la loro ro-
seconda dei meccanismi fonatori impiegati e quindi tazione, stirano le corde vocali all’indietro e la
dei muscoli reclutati. Questi meccanismi di reclu- voce aggiunge circa un’altra quinta alla propria
tamento entrano in azione in tempi successivi, e la estensione vocale musicalmente utile
voce assume colorazioni timbriche diverse nel pas- i muscoli che inclinano la cartilagine tiroide en-
saggio da un registro all’altro. trano in azione e le corde vocali sono stirate così
Nell’eloquio, alla semplice chiusura della glottide, passivamente in avanti
i muscoli adduttori delle cartilagini aritenoidi por- l’inclinazione della cartilagine tiroide allontana
tano a contatto le corde vocali e ne assicurano la il suo diedro interno dalle cartilagini aritenoidi,
26 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

alle quali le corde vocali stesse sono inserite con uniti nella fisiologia umana e relazionale già dal
la loro estremità. Questa trazione si somma a periodo fetale.
quella verso dietro già esercitata dalle cartilagini Come sviluppato e trasmesso da Alfred Tomatis
aritenoidi e aggiunge un’altra quinta all’esten- nelle sue pubblicazioni: “L’ascolto fetale può essere
sione vocale già raggiunta. definito l’induttore essenziale che porterà al futuro
Decisiva in questo momento è la funzione che vin- linguaggio, verbale e non verbale, che richiede all’in-
cola la laringe con lo sterno, esercitata dai muscoli dividuo l’inserimento della verticalità e lateralità,
sterno-tiroidei, simultanea alla risalita della larin- corporea e psicoemozionale. Con un effetto informa-
ge nel corso dell’espirazione. Fisiologicamente la zionale ed evolutivo a cascata il suono avvia il lin-
laringe possiede un elevato grado di mobilità in guaggio, la cui spinta evolutiva viene materializzata
senso verticale, antero-posteriore e laterale. I movi- dalle modificazioni anatomiche a livello laringeo.
menti verticali e antero-posteriori si attuano preva- Ciò determina la verticalità, che a sua volta permette
lentemente durante la deglutizione e la fonazione. alla lateralità di attivarsi”.
Trattenendo la parte libera della cartilagine tiroide, La maturazione e l’evoluzione dei sistemi anato-
quest’ultima si inclina in basso e avanti sempre di mici, neuronali e psico-emotivi, si basano quindi
più, quanto più la laringe risale. Questa manovra sull’evoluzione funzionale dell’ascolto e del lin-
corrisponde a quello che in gergo vocale si chiama guaggio, della verticalità e della lateralità, caratteri-
“passaggio al registro superiore”. stiche peculiari dell’uomo e del suo inserimento nel
La qualità della voce dipende quindi così dalla ten- mondo interiore e sociale. In questo non dobbia-
sione delle corde vocali, il tono e il timbro dipen- mo dimenticare che le disfonie, le disartrie, ma più
dono dalla risonanza laringea, mentre l’intensità semplicemente le problematiche funzionali legate
dipende dalla colonna d’aria che esce dai polmoni. alla vocalizzazione e al canto, possono dipendere
Da quello che abbiamo detto è facilmente intui- da una disarmonia dell’auto-ascolto, alla base della
bile che le variazioni di escursione della laringe, e quale vi è la funzione uditiva.
la presenza di disfunzioni a tale livello, incidono Per questo il destro è scelto come orecchio diret-
sulla lunghezza del tratto faringeo del canale voca- tivo preferenziale dal nostro cervello per regolare
le, determinando cambiamenti nella sua frequenza la voce parlata influenzandola, controllandone il
di risonanza. Durante la fase inspiratoria invece, le tono, l’intensità, il volume, e la durata.
cartilagini aritenoidi ruotano in modo da allonta- Da osteopati dovremmo quindi valutare le disfun-
nare fra loro i processi vocali e gli estremi posteriori zioni della sfera cranio-sacrale, in particolare quelle
delle corde vocali, che vi sono inseriti. Questi mo- riguardanti la zona parieto-temporale e le aree cor-
vimenti determinano l’apertura della glottide. ticali ad essa affini.
Ogni tecnica che possa ridare normotono a livello
del tratto vocale e del diaframma, si riflette sul suo-
LA FISIOLOGIA DELLA DEGLUTIZIONE
no emesso, creando un suono fondamentale e una
vocale più corposa, un vibrato più orientato. La lingua, da un punto di vista embriologico, può
Con le tecniche osteopatiche possiamo dinamiz- essere definita un prolungamento rostrale della co-
zare e orientare l’energia bloccata da tensioni mu- lonna cervicale. Viste le importanti relazioni ana-
scolari o aponeurotiche verso la cavità orofaringea, tomiche e funzionali che esistono tra le strutture
verso il cranio, l’encefalo, e verso il mondo esterno. anatomiche adiacenti, è sempre necessario valutare
Questa energia che fluisce nello spazio esterno, avrà la deglutizione e la lingua nel caso di una qualun-
un effetto retroattivo sulla stessa struttura laringea, que disfunzione laringea e a carico della colonna
ristrutturandola e migliorandone il movimento. cervicale. Fisiologicamente, in caso di un bolo so-
Non dobbiamo dimenticare che linguaggio, verti- lido, la deglutizione adulta può essere suddivisa in
calità e lateralità corporea sono inscindibilmente tre fasi (Fig. 1.16):
Capitolo 1 • LA LARINGE 27

Il palato molle chiude


le cavità nasali

La lingua
Bolo chiude la
alimentare cavità orale
Sfintere esofageo UES UES
L’epiglottide chiuso
superiore (UES) chiuso aperto chiude la laringe
Esofago

Figura 1.16. Disposizione della lingua durante la deglutizione.

Prima fase: la lingua volge la punta in contatto della cavità orale, mentre la lingua non poggia con
con la mucosa palatina dei denti anteriori e si continuità sulla volta del palato ma, anzi, forma un
apre a doccia fino a collabire con le pareti del- canale di transito.
le arcate dentarie. In questo momento le arcate Il trasporto del contenuto avviene quindi solo per
dentarie si distanziano un po’ e le guance si con- negatività e per gravità, grazie a fini movimenti del-
traggono. la lingua di tipo peristaltico. La più tardiva chiusu-
Seconda fase: la lingua si contrae e si inarca ra della laringe, forse dovuta a una minore stimola-
dall’avanti all’indietro, crea un’onda degluti- zione meccanica dei recettori dell’istmo delle fauci,
toria, facendo scivolare posteriormente il bolo è responsabile del più facile ingresso di liquidi in
nel canale formato dalla lingua stessa. In molti trachea rispetto ai solidi, e consente un manteni-
casi, alla fine di questa fase, si ha una leggera mento più lungo della debole pressione negativa
separazione tra le arcate dentarie. Ciò consente che crea l’effetto di aspirazione sopra descritto.
una maggiore apertura della cavità orale poste- Al bolo alimentare, mandato in direzione dell’ist-
riore e contribuisce all’instaurarsi di un leggero mo della gola, è impedito di andare in senso cra-
gradiente pressorio (3-4 mmHg) fra la parte niale grazie alla contrazione dei muscoli del velo
anteriore e quella posteriore della cavità orale. palatino. Gli alimenti prenderanno così la via verso
Terza fase: la laringe si chiude, impedendo il il basso, trovando due possibilità: una discesa verso
passaggio del contenuto orale in trachea. Segue avanti, nei polmoni, o indietro, in direzione dell’e-
a questo evento un’ultima contrazione della lin- sofago. A questo punto la corretta organizzazione
gua che spinge violentemente il bolo in esofago. e coordinazione di questa scelta è fatta grazie alla
Nell’atto del bere, come pure nella deglutizione cartilagine epiglottide che chiude automaticamente e
della saliva, la successione degli eventi avviene di- fisiologicamente l’orifizio tracheale, grazie al mecca-
versamente. Si ha una maggiore azione delle guance nismo riflesso di innalzamento della laringe.
che tendono ad aumentare la negatività all’interno Nel neonato, la deglutizione si svolge con una mec-
28 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

canica ancora diversa, che prende il nome di “com- sia, ma come porta di entrata in sistemi complessi
portamento deglutitorio di tipo infantile”. In questo quali il cardiovascolare e il polmonare.
caso il seno materno è circondato superiormente D’altra parte nei primi due casi, il lavoro esclusivo
dal labbro superiore e dalle gengive del poppante, a livello laringeo è riduttivo, in quanto la disfunzio-
mentre inferiormente è la lingua che si distende so- ne o la sintomatologia locale, tende spesso ad essere
pra alla gengiva inferiore e protrude tra capezzolo e legata a catene disfunzionali di origine ascendente
labbro inferiore. o discendente, lontane dalla zona laringea stessa.
La spremitura del latte avviene grazie ad onde pres- Ecco perché l’anamnesi, le valutazioni osteopatiche
sorie determinate da movimenti ritmici della lin- di entrata, i test di inibizione o accentuazione, e la
gua, a sua volta sostenuta dalla mandibola. valutazione completa del paziente sui diversi piani
costituiscono un passo fondamentale nella visita e
nel trattamento osteopatico.
LA FISIOLOGIA OSTEOPATICA
Gli spostamenti della laringe che si osservano nella IL SIMBOLISMO EMOZIONALE
deglutizione, nella respirazione forzata e nella fo- DELLA LARINGE
nazione, seguono un asse longitudinale verticale, e
creano una dislocazione del complesso laringeo di “La voce non ha bisogno di trasportare sulle ali la
circa 2 cm. lingua e le labbra, quindi si spinge su nel cielo; allo
Con l’estensione del rachide cervicale, grazie alla stesso modo l’aquila non ha bisogno di portarsi dietro
presenza dello spazio retroviscerale di Henke, la la- il nido, ma si solleva nel vasto firmamento”.
ringe si innalza di circa uno spazio vertebrale, men- Khalil Gibran
tre nella flessione anteriore del rachide la laringe si
può abbassare sino allo stretto toracico superiore, “Il viale dell’espressione”: quanto mi sono entu-
con un’escursione massima di circa 4 cm. Passiva- siasmato udendo questa frase coniata da John E.
mente la laringe può spostarsi in senso laterale e Upledger, per descrivere il distretto oro-faringeo! Il
diagonale, scivolando sullo spazio retroviscerale e viale dell’espressione è la via che le nostre emozioni
fasciale circostante, sugli organi adiacenti. percorrono per giungere a contatto con il mondo
esterno, per vibrarvi all’unisono.
Questa vibrazione, questa energia molecolare, en-
LE DISFUNZIONI OSTEOPATICHE
tra in primis in relazione e risonanza con il nostro
Le disfunzioni possono riguardare le singole carti- mondo interno, altro non fosse per il suo battere
lagini, i legamenti o i muscoli che compongono il e vibrare contro la volta palatina e le fosse nasali,
complesso laringeo. In ogni caso la singola disfun- mettendo a sua volta in risonanza la falce del cer-
zione inficia inesorabilmente l’equilibrio globale vello e l’insieme delle membrane intracraniche.
della zona laringea e cranio-mandibolare, sfocian- Ricordo ancora una ventina di anni fa, un discente
do in problemi clinici che riguardano la fonazione, e maestro di yoga, partecipante ai corsi di osteopa-
la deglutizione, ma anche la sfera stomatognatica e tia, affermare come l’OM facesse vibrare la glabella
muscolo-scheletrica. e l’encefalo nella sua globalità. È questo uno dei
Mi piace vedere la laringe come la porta di usci- motivi per cui utilizzo spesso la vocalizzazione e il
ta, o di entrata, della funzione cardiorespiratoria e canto armonico nel trattamento viscerale, gineco-
come la zona principe della comunicazione dell’io logico, addominale o toracico che sia.
verso il mondo esterno. Ecco perché il lavoro sulla Il tocco, il suono, il canto sono vibrazioni a diverse
bocca, la lingua e la laringe deve essere visto non frequenze, tutte terapeuticamente utili a dinami-
solamente in funzione di una problematica medica cizzare quell’energia vitale resa statica, immobile,
specialistica, foniatrica o otorinolaringoiatrica che dalla disfunzione.
Capitolo 1 • LA LARINGE 29

Concetti come “viale dell’espressione”, vibrazione, stessi, di richiedere fortemente quello che vorrem-
comunicazione con il mondo esterno e con il mon- mo, di dire “io voglio, io sono…”.
do interno, comunicazione con noi stessi, rendono Quando la sofferenza è a livello laringeo, ciò può
bene il concetto simbolico della zona laringea, e significare che non si fa tutto il possibile per “fare”
per questo, la nostra voce, nel senso più ampio del o “agire”: ci si sente frustrati e inadeguati.
termine, non riuscirebbe a riflettere la personalità La laringite o la faringite esprimono se non una
se fosse semplicemente e solamente lo specchio di profonda rabbia, un profondo disgusto, tale da non
un’anima ahimè separata dal suo corpo fisico. aver più voglia di parlare. La disfunzione si presenta
La voce può affascinare o mettere a disagio, adula- non solo alla mancata espressione, ma anche quan-
re, alimentare le passioni o evocare odio e rancore, do le parole espresse non sono ascoltate, quando il
senza che chi parla possa rendersene conto. nostro pensiero e le nostre parole non sono prese,
Allo stesso tempo la voce, e la sessualità ad essa le- talvolta cronicamente, in considerazione.
gata, testimoniano la nostra creatività e la nostra Nella risoluzione di un conflitto può succedere che
maturazione psicofisica. L’evidenza maggiore di si instauri un conflitto inconscio fra due spinte: la
questa evoluzione interiore e sociale è la metamor- spinta delle energie che tendono a salire spontanea-
fosi che avviene durante l’adolescenza, la muta che mente verso l’alto, verso l’esterno, generate dal cer-
induce la crisalide a far uscire i suoi suoni più gravi, vello addominale, istintivo, o generate dal cuore,
tenuti fino a quel momento accuratamente nasco- emozionale, e quelle energie generate dalla volontà
sti sotto il fragile aspetto della pubertà. e dalla mente che vorrebbero mantenere le prime
Con il passare degli anni lo stesso timbro si mo- represse a livello inferiore. E il viale dell’espressio-
difica, arricchendosi o impoverendosi, in funzione ne, la laringe, compensa tale conflitto nella maniera
degli eventi vissuti e delle esperienze passate, me- che sembra più adatta al momento… chiudendosi.
morizzate a livello sottocorticale. Il soggetto, nel tempo, preferisce non parlare,
La voce riflette così la perpetua trasformazione sia non dialogare più, creando una sorta di bavaglio
all’interno del corpo, sia nell’interiorità dell’essere. emozionale. Si chiude progressivamente in se stes-
Ecco perché la qualità della voce parlata e canta- so, ingoiando le parole, i pensieri, alterandone le
ta sono lo specchio dello stato psicoemozionale connotazioni emotive. Piuttosto che reagire verbal-
dell’individuo, esprimendone la sua interiorità. mente, subisce, o reagisce di tanto in tanto in ma-
L’armonia fisica ed emozionale della persona si tra- niera eclatante, spesso con la persona sbagliata e nel
smette attraverso le frequenze sonore, che, se armo- momento meno opportuno. Le disfunzioni a tale
niose e potenti, denotano equilibrio e sensibilità a livello si accompagnano spesso a problematiche di
tutti i livelli, fisico e psicoemozionale. tipo alimentare, a disfunzioni immunitarie o en-
La gola e la lingua sono l’espressione della capaci- docrine dismetaboliche legate al timo, alla tiroide,
tà creativa e relazionale dell’individuo, e della sua la paratiroide e all’asse neuroendocrino che mette
libertà di espressione cosciente attraverso il piano in relazione l’ipotalamo, la tiroide e il surrene. In
verbale, il dialogo e il canto. questo caso la manifestazione tessutale a livello del
Se questa libertà è soffocata, frustrata, repressa, la connettivo può anticipare le alterazioni a livello
laringe diviene spesso un organo bersaglio, e l’orga- psiconeuroendocrinoimmunitario.
nismo si esprime con una sintomatologia a carico Il ristabilire la corretta fisiologia laringea ha quindi
della voce, la comunicazione verbale, la deglutizio- ripercussioni sul piano fisico, e allo stesso tempo
ne, e ciò che queste funzioni rappresentano, in altre implicazioni più profonde, metaboliche, relaziona-
parole la gioia di vivere e di gustarsi la vita, da soli li, psico-emozionali ed energetiche.
o condividendola con gli altri. I concetti di Materia, Movimento e Spirito, tanto cari
La laringe rappresenta la nostra assertività, la nostra a A.T. Still, incontrano le nozioni di Eterico, Emo-
capacità di esprimerci, di parlare in favore di noi zionale, Mentale e Spirituale della Cabala Mistica e
30 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

dell’Antroposofia di Rudolf Steiner, fondendosi nella “teniamo di cuore”. Lo ioide ha anche il ruolo di
dimensione olistica dell’uomo e della terapia. diaframma, adattatore universale del corpo umano,
Resta a ognuno di voi la scelta, di aprire o delimita- dove avviene l’incrocio di comunicazioni fisiche e
re, il potere curativo del gesto terapeutico… psichiche: dall’alto in basso e viceversa, grazie alla
Trattando la zona laringea, e potendo esprimere la gravità, dall’esterno all’interno, grazie agli alimenti,
nostra essenza creativa, abbiamo la possibilità di ri- dall’interno all’esterno, grazie alla voce e il canto.
svegliare la nostra coscienza spirituale e avvicinarci Queste ultime traducono espressioni ed emozioni,
così al nostro vero essere, donando la possibilità a dall’interno all’esterno, ed è perciò che il lavoro sul-
una persona di esprimersi quale individuo, nel ri- lo ioide e la laringe diviene un lavoro osteopatico
spetto del prossimo e della sua identità, in maniera primordiale, finalizzato alla comunicazione umana,
sincera e positiva. intesa nel senso più ampio del termine.
Secondo le culture indo-tibetane, a livello della gola
è posto Vishuddha, il quinto Chakra, o centro ener-
LA SINTOMATOLOGIA E I SEGNI CLINICI
getico della gola, associato alla ghiandola tiroidea,
tramite il quale esprimiamo il nostro Io, la nostra Una buona emissione vocale è l’espressione di un
identità creativa, la nostra indipendenza, e grazie al buon funzionamento e di una corretta coordina-
quale siamo in grado di rendere materiale il pensiero zione di tutti i sistemi che partecipano alla produ-
e trasformare l’immagine in parola. zione della voce: il sistema respiratorio, il sistema
Le sue qualità sono l’abbondanza, la purezza, la vibratorio e il tratto vocale sovraglottico.
conoscenza e la saggezza. La tradizione induista gli In caso di disfunzione laringea il quadro clinico e
attribuisce l’elemento spazio, il tantrismo quello sintomatologico possono presentare:
dell’aria. Si possono rilevare delle similitudini tra il dolore alla gola o nella loggia viscerale del collo
concetto dei chakras e le colonne dell’albero della affaticabilità vocale
vita con le dieci sefirot della Cabala. In questo caso disfonia, in altre parole presenza di un’alterazio-
Vishuddha corrisponde alla coppia Hesed, il quarto ne delle caratteristiche fisiche della voce: altezza
sefirah, con Din, il quinto, opposte nel legame che tonale, intensità e timbro. Tralasciando le di-
unisce ciò che rappresentano, ovvero la grazia e la sfonie di natura organica, dovuta ad alterazioni
misericordia con la forza e il rigore. anatomo-funzionali patologiche, in osteopatia
La sua associazione sensitiva è l’udito (induismo) o tratteremo prevalentemente le disfonie funzio-
il tatto (tantrismo), i colori attribuiti sono l’azzur- nali dovute a iper- o ipoattività del mantice re-
ro-blu, il verde, il malva, il porpora e il rosso violet- spiratorio o del tratto vocale sovraglottico.
to. Il mantra associato è “Ham” o “Aim”, la vocale In tal caso parliamo di:
associata è “Aye” (secondo Randall McClellan e Jo- disfonia funzionale o muscolo tensiva (MTD), ca-
nathan Goldmann), “Ai” in italiano, la nota sol. ratterizzata da un’iperfunzionalità fonatoria a ca-
Ciò permette l’accesso ai piani più sottili dell’esse- rico della muscolatura estrinseca e intrinseca del
re umano, passando attraverso un viale adesso co- tratto vocale con influenze sulla funzione vocale
nosciuto. Da un punto di vista terapeutico non si disfonia funzionale ipocinetica o debolezza vo-
tratta di creare musica, si tratta di creare risonan- cale, nella quale il paziente parla con fatica, la
za per il suono e le vibrazioni interiori, in quanto voce è soffiata, poco sonora, fino ad arrivare alla
sono queste che normalizzano e curano. Il suono, totale afonia
la vocalizzazione, può così facilitare l’espressione voce umida o gorgogliante
delle emozioni e permettere di ritrovare il nostro soffio laringeo o cornage, rumore stridente ed
originale stato di salute. aspro, inspiratorio, accompagnato da tirage,
L’osso ioide e la laringe sono considerati centri psi- dovuto alla presenza di un corpo estraneo, di
coemozionali legati al cuore e agli avvenimenti a cui uno spasmo o un edema della glottide
Capitolo 1 • LA LARINGE 31

tosse, per irritazione del nervo ricorrente larin- VALUTAZIONE E TRATTAMENTO


geo o il nervo frenico OSTEOPATICO
bruciore, necessità di raschiamento della gola
voce rauca o velata Il trattamento della laringe inizia con la valutazione
laringite e tracheite, persistenza di iperemia ed e il trattamento della zona oro-facciale (Fig. 1.17).
edema della mucosa e delle corde vocali, proble- Questo permette la liberazione delle tensioni larin-
mi vasomotori, presenza di catarro gee a livello superiore, così da mantenere libero il
errata posizione della lingua, mantenuta troppo circuito laringo-buccale.
indietro o in basso, e della bocca, che può pre- Il muscolo orbicolare della bocca, contornando le
sentarsi sempre aperta. Ricordo però che tutte labbra come un anello appiattito, suggella con le
le variazioni volumetriche della faringe posso- stesse l’orifizio buccale. Allo stesso muscolo si in-
no anche derivare da disfunzioni della lingua, seriscono, provenendo da varie regioni della faccia,
dell’esofago e del sistema stomatognatico, come molti fasci muscolari.
da disfunzioni dei piani fasciali superficiale e me- Tra questi, ricordiamo il muscolo quadrato del lab-
dio di origine ascendente o discendente. Questo bro, superiore e inferiore, i muscoli canini, i mu-
deve indurre l’operatore ad una diagnosi ed in- scoli incisivi del labbro, superiore e inferiore, i mu-
dagine osteopatica ben più approfondita su altri scoli zigomatici, i triangolari delle labbra, i muscoli
distretti corporei e su altri sistemi di controllo e risorio e i buccinatori.
di modulazione posturale Alcuni di questi muscoli si inseriscono sulla muco-
incoordinazione fono-respiratoria sa, altri sulla faccia profonda della pelle.
insufficienza velo-faringea (IVF), in altre parole in- Il muscolo buccinatore ha un’importanza particolare
capacità di chiudere il passaggio tra rinofaringe da un punto di vista fasciale, poiché connette l’e-
e orofaringe tramite l’elevazione del palato mol- stremità dell’orifizio buccale con la faringe e le fasce
le e la coordinata contra-
zione delle pareti laterali
e posteriori del faringe. In
assenza di questi mecca-
nismi avremo una conse-
guente fuga d’aria nasale
e concomitanti problemi
nella deglutizione e nella
fonazione
disodia, o cattivo odore
provocato dalle secrezioni
orali o nasali
nei casi più gravi disartria,
disturbo o errata articola-
zione ed emissione delle
parole, o aprassia, difficoltà
o incapacità nell’eseguire
in maniera corretta movi- Figura 1.17. La lingua e la cavità orale: 1 tunica mucosa, 2 m. longitudinale superio-
menti volontari, dalla loro re, 3 aponeurosi linguale, 4 labbro inferiore, 5 vestibolo orale, 6 mandibola, 7 m.
pianificazione e program- genioglosso, 8 m. genioioideo, 9 m. miloioideo, 10 m. trasverso, 11 follicoli lingua-
li, 12 setto linguale, 13 forame cieco, 14 radice linguale, 15 epiglottide, 16 vallecu-
mazione, alla loro esecu- la, 17 osso ioideo, 18 cartilagine epiglottica, 19 cartilagine tiroidea, 20 ventricolo
zione. laringeo (da A. E. Paletto, Nuovo Trattato di Tecnica Chirurgica. Edra, Milano 2016).
32 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

perifaringee che, come abbiamo visto in preceden- brio delle tensioni tra il dito esterno e il dito inter-
za, continuano in basso con quelle laringee, rag- no, fino al completo rilasciamento delle stesse (Fig.
giungendo la parte superiore del pericardio fibroso 1.19). Questo trattamento, a livello della branca
grazie alla fascia tiro-pericardica e il legamento ver- orizzontale della mandibola, influisce in maniera
tebro-pericardico. È un muscolo appiattito, che si positiva anche sulle disfunzioni mandibolari poste-
inserisce tra il mascellare e la mandibola, attaccan- riori, dovute alla tensione dei muscoli stilo-glosso,
dosi al margine alveolare di tali ossa. Si estende da stilo-ioideo, stilo-faringeo e digastrico posteriore.
dietro in avanti, dal legamento pterigo-mascellare In ogni caso questi muscoli possono essere trattati
alla commessura labiale, continuando posterior- direttamente per via esocranica.
mente con il muscolo costrittore superiore della Completiamo il trattamento del pavimento della
faringe. Costituisce con gli altri muscoli l’impal- bocca analizzando la lingua a livello dello spazio
catura muscolo-aponeurotica della guancia e dà a sottolinguale, massaggiandone delicatamente la sua
questa parete la sua tonicità. base, dal lato destro e sinistro, includendo in tali
Più in basso la cavità buccale è chiusa da un siste- manovre il frenulo inferiore. Con questo, agiamo
ma muscolo aponeurotico che si estende dal corpo specificamente sulla parte superiore del muscolo
della mandibola all’osso ioide.
Tra questi due archi ossei i muscoli principali sono
il muscolo miloioideo, vero limite inferiore del pa-
vimento bucale, che crea una separazione netta tra
questo e la regione cervicale, e il muscolo ioglosso,
che rappresenta il limite posteriore del pavimento
della bocca.

Valutazione e trattamento del pavimento


della bocca e della faringe
Per una valutazione rapida, si valuta la densità tes-
sutale entrando dolcemente con le nostre dita nella
zona sottomandibolare (Fig. 1.18), esaminando il
tessuto dall’angolo mandibolare alla sinfisi mento-
niera, da entrambi i lati, valutandone le differenze. Figura 1.18. Valutazione della zona sottomandibolare.
Se positivo il test precedente, si valuta la rigidità lo-
cale dei tessuti con un dito intrabuccale e uno ester-
no, a livello della muscolatura sovra-ioidea.
Il dito esocranico scivola dolcemente da un angolo
mandibolare all’altro, passando dalla sinfisi men-
toniera, scorrendo sul muscolo milo-ioideo, ge-
nio-ioideo e digastrico anteriore. Allo stesso tempo
scivoliamo sui tessuti del pavimento buccale, late-
ralmente alla lingua, all’interno della mandibola,
seguendo in maniera speculare i movimenti del
dito esterno.
Ci troviamo in questo caso sulla porzione superiore
del muscolo genio-glosso.
Nel caso sia trovata una zona particolarmente iper- Figura 1.19. Trattamento dei muscoli sovraioidei e della
tonica, il trattamento è eseguito ricercando l’equili- base della lingua.
Capitolo 1 • LA LARINGE 33

genio-glosso. Lo stesso tipo di trattamento deve es- ciamo quindi un trattamento a quelli che sono i mu-
sere eseguito a livello del vestibolo della bocca, tra scoli mimici e facciali, muscoli legati all’espressione
le guance e le arcate gengivodentali, e a livello del delle emozioni per eccellenza, connessi alla funzione
solco gengivolabiale superiore e inferiore. Tale trat- laringea quale espressione della propria interiorità.
tamento è diretto al muscolo buccinatore e al muscolo La connessione tra muscoli facciali, sistema limbi-
orbicolare della bocca, che, come abbiamo visto, sono co ed emozioni è stata ben esplorata e studiata da
la parte terminale superiore della fascia perifaringea anni grazie a ricercatori quali Paul Ekman, Wallace
(Fig. 1.20). La superficie esterna del muscolo buc- V. Friesen, e recentemente Mark Frank, che hanno
cinatore è ricoperta dalla fascia buccinatoria, una catalogato e divulgato lo studio e l’analisi delle mi-
lamina fibrosa che si assottiglia gradualmente da cro espressioni facciali e dei gesti.
dietro in avanti. Con il medesimo intento è eseguita la stimolazio-
Posteriormente, tale tessuto connettivo continua ne della zona sovra- e sottolabiale, a livello del solco
nella fascia che riveste il muscolo costrittore superio- sottonasale e il solco mento-labiale, sopra la fossetta
re della faringe. Fa parte della fascia buccinatoria il mediana del labbro inferiore.
rafe pterigo-mandibolare, il cordone fibroso teso tra Stirando e mobilizzando nelle varie direzioni la
l’uncino del processo pterigoideo e la faccia interna zona cutanea corrispondente, si stimolano i piani
del ramo della mandibola, dietro all’estremità po- muscolari sottostanti, come il muscolo orbicolare e
steriore della linea miloioidea. incisivo del labbro superiore (Fig. 1.21), il muscolo
Il muscolo buccinatore, contraendosi, sposta la mentale e quadrato del labbro inferiore, anch’es-
commessura labiale indietro e fa aderire le guan- si muscoli facciali implicati nell’espressione delle
ce e le labbra alle arcate alveolo dentali, favorendo emozioni, quali il disgusto, la rabbia e la paura,
quindi la masticazione e la deglutizione. facente parte di quelle che Paul Ekman definiva
Il muscolo orbicolare invece interviene nella costi- emozioni primarie (Fig. 1.22).
tuzione delle labbra e si presenta come un anello
ellittico disposto intorno alla rima buccale, sulla
cui parte esterna si inseriscono fasci muscolari che
provengono da vari distretti oro-facciali.
Con le manovre osteopatiche a tale livello introdu-

Figura 1.21. Trattamento spazio retro-labiale superiore.

Valutazione e trattamento della lingua


Il trattamento della lingua, oltre ad avere un ruolo
specifico sui diciassette muscoli che compongono il
complesso linguale, è importante per il trattamento
Figura 1.20. Trattamento del muscolo buccinatore e del delle disfunzioni dello spazio retroviscerale di Hen-
muscolo orbicolare. ke e delle lamine sagittali di Charpy.
34 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

lità e chiediamo al paziente di deglutire più volte


(Fig. 1.23).
L’esercizio crea uno stiramento diretto dei fasci
muscolari che mantengono la disfunzione. Se allo
stesso tempo l’osteopata crea un punto fisso distale,
cervicale o toracico che sia, l’effetto di questo eser-
cizio si trasmetterà su tutta la catena muscolo-a-
poneurotica che dalla bocca scende verso il punto
fisso, includendo la loggia laringea.
A questo semplice lavoro sulla lingua credo sia di
obbligo abbinare un’adeguata terapia miofunziona-
le o logopedica, in modo tale da rendere i risultati
Figura 1.22. Stimolazione della zona sottolabiale. ottenuti più duraturi, stimolando la propriocetti-
vità oro-facciale, e facendo memorizzare le corrette
afferenze donate a livello sottocorticale.

Valutazione della faringe


e dell’osso ioideo
La posizione spaziale della laringe dipende dall’os-
so ioide e, indirettamente, dal sistema muscolo
aponeurotico di sospensione e stabilizzazione che
la mette in relazione verso l’alto, con le strutture
cranio-cervicali, e verso il basso con il diaframma
toracico superiore.

Valutazione della deglutizione


Una valutazione rapida della zona laringea può es-
sere fatta grazie all’esplorazione dell’integrità fun-
Figura 1.23. Valutazione del tono della lingua.
zionale della deglutizione compresa fra il tempo
di innesco del riflesso di deglutizione e l’apertura
Una restrizione di mobilità in questa zona può essere dell’Upper Esophageal Sphincter (UES), clinicamen-
alla base di una sintomatologia prettamente cervica- te identificata attraverso l’elevazione della laringe
le o cranio-cervicale, e dare segni clinici otorinola- durante la deglutizione, percepita alla palpazione o
ringoiatrici, digestivi o neurologici a distanza. visivamente. Da un punto di vista osteopatico la va-
La posizione della lingua influisce direttamente lutazione manuale dell’elevazione della laringe si ese-
sullo sviluppo morfologico della mandibola e del gue prendendo contatto con la mano craniale dietro
palato, incidendo in maniera importante sulla cor- le branche mandibolari, mentre le dita della mano
retta occlusione e sulla genesi dei dimorfismi cra- distale contornano in un primo tempo il margine
nio-mandibolari, soprattutto in età evolutiva. superiore dell’osso ioideo e in seguito della laringe,
Per una sua semplice valutazione l’osteopata pren- valutandone il suo movimento di risalita (Fig. 1.24).
de tra le mani la lingua inducendo e valutandone i
movimenti sui vari piani dello spazio, discriminan- Test di mobilità dell’osso ioide
do le restrizioni di mobilità. Per il suo trattamento, Con questo test di mobilità passivo si può valutare se lo
dopo aver eseguito le precedenti valutazioni, man- ioide, durante un’inspirazione e un’espirazione, com-
teniamo la lingua dal lato della riduzione di mobi- pie i movimenti corrispondenti di discesa e ascesa.
Capitolo 1 • LA LARINGE 35

Figura 1.24. Valutazione e trattamento dello spazio retro- Figura 1.25. Valutazione del muscolo stilo-ioideo.
viscerale di Henke.

Test dei muscoli ioidei


Possiamo rendere più attiva e specifica la valutazio-
ne precedente eseguendo il test in maniera passiva,
valutando la componente muscolare che si inseri-
sce sull’osso ioideo.
Si porta pertanto l’osso ioide verso il basso e ver-
so dietro e, contemporaneamente, si ruota legger-
mente la testa da entrambi i lati, valutando in tale
maniera il lato destro e sinistro dei muscoli sovra-io-
idei. Possiamo ancora valutare il tono dei muscoli
stilo-ioidei più specificamente, prendendo appoggio
a livello dell’apofisi stiloidea dell’osso temporale, e
Figura 1.26. Valutazione dei muscoli sottoioidei.
mobilizziamo l’osso ioideo verso il basso e in avanti
(Fig. 1.25).
Tramite questi ultimi due test si valutano sia i mu- dell’osso ioideo e delle cartilagini laringee, facen-
scoli anteriori allo ioide, che lo elevano e lo avanzano do una pressione verticale antero-posteriore sulle
quali il milo-ioideo, il genio-ioideo e il digastrico stesse strutture (Fig. 1.27). Si valutano quindi in
anteriore, sia i muscoli posteriori all’osso ioideo, che sequenza lo ioide, la tiroide, la cricoide.
lo alzano e lo fanno indietreggiare, quali il musco- Si discrimina così la struttura più densa, sulla quale
lo digastrico posteriore, lo stilo-ioideo e il muscolo si possono fare in seguito valutazioni ai diversi li-
costrittore medio della faringe. velli. A seguire faremo i test di densità dello sterno
Spostando le dita sul margine inferiore dello ioide e delle clavicole, anatomicamente e fisiologicamen-
possiamo valutare la sua possibilità di risalita, te- te in relazione con la laringe e la faringe.
stando i muscoli che si inseriscono sulla sua parte
inferiore, quali il muscolo tiro-ioideo, l’omo-ioideo Test di mobilità dell’osso ioideo,
e il muscolo sterno-ioideo (Fig. 1.26). della cartilagine tiroidea e cricoidea
Si eseguono in sequenza i test valutando la mobi-
Test di densità dell’osso ioideo, lità verticale, laterale e torsionale tra l’osso ioide e
della cartilagine tiroidea e cricoidea la cartilagine tiroide, tra la cartilagine tiroidea e la
Per evidenziare l’elemento osseo o cartilaginoso in cartilagine cricoide, tra la cartilagine cricoidea e la
disfunzione si utilizzano i test di densità a livello trachea.
36 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

La mancanza di mobilità verso il basso è un indi-


catore di disfunzione tissutale di origine sovra-ti-
roidea, denotando una catena disfunzionale di-
scendente. Nel caso di positività ai test di mobilità,
la stessa valutazione fatta a livello della cartilagine
tiroidea può sottintendere una disfunzione a livello
del sistema cardiopolmonare, fatta a livello dello
ioide e può indicare un interessamento del sistema
gastrointestinale.

Test di motilità dell’osso ioideo,


Figura 1.27. Valutazione della densità dell’osso ioideo e della cartilagine tiroidea e cricoidea
delle cartilagini laringee. Si esegue la valutazione della motilità impalmando
la loggia laringea con la mano anteriore e la loggia
Si valuta in tale maniera anche la tensione delle cervicale con la mano posteriore (Fig. 1.29).
membrane intercartilaginee corrispondenti. L’osteopata si pone in ascolto della loggia fasciale
La valutazione può essere eseguita passivamente valutando il fine movimento di espansione/discesa
o seguendo i tempi respiratori di inspirazione ed e retrazione/risalita indotto dall’impulso di origine
espirazione (Fig. 1.28). Ciò metterà in luce la re- craniale o dall’induzione tessutale di derivazione
strizione di mobilità, il lato e la direzione nella qua- embriologica.
le agire con la tecnica appropriata.
Particolare interesse deve essere dato alla valutazio-
ne della cartilagine tiroidea.
La sua mobilità antero-posteriore è fattore di estre-
ma importanza nel canto per quello che è denomi-
nato “passaggio” al registro superiore.
La mancanza di mobilità verso l’alto denota una
restrizione di mobilità delle strutture che risalgo-
no dallo stretto toracico superiore, come i muscoli
sterno-tiroidei, i muscoli crico-tiroideo, e relativa
aponeurosi, denotando un’origine ascendente delle
disfunzioni.

Figura 1.29. Valutazione della motilità dell’osso ioideo e


delle cartilagini laringee.

IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO
Il trattamento segue, come sempre, alcuni principi
di base che, secondo la mia esperienza, possono dare
maggiore efficacia al nostro processo terapeutico.
Nel caso la disfunzione venga trovata sul piano fa-
Figura 1.28. Valutazione della mobilità dell’osso ioideo e sciale superficiale, nel trattamento è opportuno in-
delle cartilagini laringee. dirizzarsi verso tecniche dirette, recoil o stiramenti
Capitolo 1 • LA LARINGE 37

diretti verso la barriera disfunzionale. Se il piano


interessato è quello medio, utilizzo preferibilmente
tecniche che seguono la mobilità diaframmatica,
mentre, se è il piano profondo a essere disfunziona-
le, mi avvalgo di tecniche funzionali, che si accosta-
no al concetto di motilità e l’utilizzo dello stillpoint
terapeutico. Dal punto neutro e dallo stillpoint può
iniziare un percorso terapeutico verso il riequilibrio
delle tensioni legamentose (Balanced Ligamentous
Tension - BLT di W.G. Sutherland) o verso il rila-
scio somato-emozionale (Somato Emotional Release
- SER di John E. Upledger), con o senza verbaliz-
zazione. In ogni caso non si prescinde da un appro-
fondito studio dello stato neurovegetativo generale
e locale del soggetto. Nel caso quest’ultimo sia di- Figura 1.30. Trattamento del muscolo digastrico poste-
sfunzionale, ci si indirizza verso specifiche tecniche riore.
neurovegetative o vascolari.
Ciò vale per qualunque struttura, ioide, tiroide o lo-ioideo. Con la mano distale si sposta lateralmen-
cricoide che sia, e il concetto è personalmente se- te lo ioide verso il lato controlaterale e si imprime
guito a livello di qualunque sistema corporeo. un leggero avanzamento dello stesso verso l’avanti,
Dopo una primaria valutazione globale o locale, inducendo così al segmento periferico una rotazio-
si prenderà la decisione su quale approccio, o tec- ne e traslazione controlaterale, rispetto al muscolo
nica, è preferibile seguire, in funzione del livello da trattare. Il trattamento avviene in allungamen-
o profondità disfunzionale, delle necessità del pa- to, durante il tempo inspiratorio, o tramite recoil
ziente e, soprattutto, delle richieste da parte dei diretto.
suoi tessuti. È in tale maniera che facciamo la Il trattamento è importante in funzione dell’osso
differenza tra l’uso e l’applicazione di una sempli- ioideo, ma anche in funzione degli stretti rappor-
ce tecnica manipolativa sintomatica a un qualsiasi ti di questi muscoli con l’arteria carotide esterna e
livello, con un trattamento osteopatico oculato, in carotide interna.
cui la scelta e l’utilizzo della metodologia migliore,
al giusto livello richiesto dai tessuti, dona la mi- Trattamento del muscolo sterno-ioideo
gliore informazione, affinché la stessa possa essere Il muscolo sterno-ioideo abbassa e attrae lo ioide
integrata a livello sottocorticale e corticale in ma- e la laringe verso l’avanti, svolgendo la sua funzio-
niera ottimale. Questa è la base per una corretta ne nella regolazione tonale. Per il suo trattamento
osteopatia informazionale al servizio della salute l’osteopata pone la mano distale sul manubrio ster-
del paziente. nale, e la mano prossimale sotto il bordo inferiore
dello ioide.
Trattamento del muscolo digastrico La tecnica è diretta in allungamento, stirando la
posteriore e stilo-ioideo struttura muscolo aponeurotica durante il tempo di
Il paziente è in decubito supino o laterale. L’osteopata espirazione, o grazie ad un recoil sullo ioide stesso.
pone un dito della mano craniale sotto la mastoide,
per essere selettivo sul muscolo digastrico posteriore Trattamento del muscolo omo-ioideo
(Fig. 1.30), o tra la mastoide e la branca ascendente Il paziente è posto in decubito laterale. L’osteopata
della mandibola, per essere elettivo sull’apofisi sti- pone la mano prossimale sulla scapola, e la mano
loidea dell’osso temporale e quindi sul muscolo sti- distale sull’osso ioideo (Fig. 1.31).
38 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Figura 1.31. Trattamento del muscolo omo-ioideo. Figura 1.32. Tecnica indiretta per il trattamento della
loggia laringea.

Utilizzando una tecnica diretta di allungamento, Variando la disposizione delle nostre dita sulle strut-
durante l’ispirazione abbasso la spalla mantenen- ture, ad esempio collocando il pollice sul margine
do contemporaneamente lo ioide in alto; durante superiore dello ioide a destra, l’indice sotto il mar-
l’espirazione mantengo la spalla in basso e alzo lo gine inferiore dello ioide a sinistra, si può indurre
ioide, traslando lo stesso leggermente verso il lato una sua inclinazione e rotazione, imprimendo un
controlaterale. maggior allungamento ai muscoli che mantengono
la disfunzione, agendo in maniera specifica ed effi-
Trattamento dello ioide cace sui parametri disfunzionali (Fig. 1.33).
e delle cartilagini laringee Sempre in maniera diretta possiamo eseguire uno
Se vogliamo utilizzare una tecnica diretta per l’osso scollamento tra la colonna cervicale e la loggia
ioideo, o le cartilagini laringee, possiamo fare una viscerale del collo, eseguendo un movimento tra-
mobilizzazione diretta contro la barriera tessutale, slazionale tra i due tubi fasciali adiacenti, tecnica
mantenuta fino alla normalizzazione, o un recoil potente che permette di trattare in maniera efficace
diretto sulla disfunzione. Se si vuole impiegare una e globale la loggia strutturale e viscerale del rachide
tecnica indiretta, possiamo utilizzare una variante cervicale.
combinata (Fig. 1.32).
Si mobilizza il segmento in disfunzione contro la
barriera motoria per poi mantenerlo nei parametri
correttivi. A questo punto mobilizzeremo in ma-
niera ritmica, in senso controlaterale, il segmento
craniocervicale sovrastante, o chiederemo delle de-
glutizioni successive.
Questo permette di agire sull’osso ioideo, o la car-
tilagine laringea in disfunzione, e allo stesso tempo
sulla loggia fasciale e strutturale del rachide cervi-
cale. Questa tecnica è particolarmente efficace nel
trattamento dei tre muscoli costrittori della faringe
che, inserendosi posteriormente alla laringe e rag-
giungendo in alto la base del cranio, beneficiano di
questa tecnica combinata tra zona cefalica e zona Figura 1.33. Trattamento specifico dei muscoli laringei,
cervicale. tra osso ioideo e cartilagine tiroidea.
Capitolo 1 • LA LARINGE 39

Il trattamento osteopatico funzionale trova nella si suddivide più in alto nell’arteria carotide interna
regione laringea una zona di particolare espressività e carotide esterna. A sinistra, dall’arco aortico, si
e potenza (Fig. 1.34). sviluppano indipendentemente la carotide comune
L’implicazione di questa regione sul piano creativo sinistra e l’arteria succlavia di sinistra.
ed emozionale fa sì che tecniche quali le Functional Dalla carotide comune sinistra nasce più in alto la
Techniques (FT) o la Balanced Ligamentous Tension carotide interna ed esterna di sinistra. Per quanto
(BLT), quindi l’utilizzo di uno stillpoint terapeuti- riguarda il tratto laringeo, sarà importante valutare
co, permettano la risoluzione delle tensioni disfun- specificamente l’arteria carotide comune destra e
zionali, e una liberazione delle capacità funzionali, sinistra, l’arteria carotide esterna destra e sinistra,
creative e psico-emotive imprigionate nella loggia e l’arteria tiroidea inferiore e superiore, sempre da
viscerale e vascolare del collo. ambo i lati.
L’unwinding della regione cervicale, con una presa
a
bimanuale che inglobi sia la loggia viscerale del collo
sia la loggia cervicale posteriore, o cervico-craniale,
permette il miglior reintegro informazionale tra le
logge viscerali, vascolari e strutturali del rachide cer-
vicale (Fig. 1.35 a, b).
L’integrazione di questo approccio terapeutico con
la verbalizzazione, la vocalizzazione o il canto pos-
sono indurre il rilasciamento fisico e psico-emo-
zionale, evento che talvolta può essere l’elemento
risolutivo nel trattamento di un paziente.

Figura 1.34. Trattamento bimanuale della loggia struttu-


rale e viscerale del collo.

IL TRATTAMENTO DELLA LOGGIA


VASCOLARE DEL COLLO
La loggia viscerale a livello cervicale è irrorata prin-
cipalmente dai rami che derivano dall’arco aortico.
Dal tronco brachio-cefalico a destra nascono l’arte-
ria succlavia destra e la carotide comune destra, che Figura 1.35 a, b. Unwinding cranio-laringeo.
40 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Valutazione e trattamento fanno in seguito verticali. Alla loro estremità su-


della carotide comune periore, o all’inizio dell’arteria carotide interna, sul
Le valutazioni delle arterie sono eseguite grazie a bordo superiore della cartilagine tiroidea, presen-
test di allungamento, tramite i quali si ricerca il tano una dilatazione, il bulbo o seno carotideo, ric-
tratto in disfunzione, determinato con una limita- camente innervato dalle fibre afferenti del glomo
zione all’allungamento stesso. carotideo. Da tale zona, grazie alla divisione termi-
La conferma al test manuale può essere fatta con nale della carotide comune, originano la carotide
la palpazione, valutandone il polso, o auscultando esterna e interna.
con il fonendoscopio le carotidi da entrambi i lati, La carotide comune sinistra è più lunga della de-
analizzando possibili soffi o differenze tra un lato e stra, a livello toracico è in rapporto, in avanti, con
l’altro (Fig. 1.36 a, b). il tronco venoso brachiocefalico di sinistra, e tra i
Le carotidi comuni con i loro due rami, l’arteria ca- due si insinuano i nervi cardiaci superiori del vago.
rotide interna ed esterna, sono destinate all’irrora- Medialmente si trova la trachea, lateralmente e
zione del collo e della testa. avanti il nervo frenico, lateralmente e indietro il
La carotide comune destra nasce dal tronco brachio- nervo vago.
cefalico, la carotide comune sinistra nasce diretta- La proiezione del tratto toracico si trova a livello
mente dall’arco aortico, fra il tronco brachiocefali- sterno-clavicolare sinistro.
co e l’arteria succlavia sinistra. La carotide comune destra corrisponde in avanti
Dapprima oblique e laterali, le carotidi comuni si all’articolazione sterno clavicolare, e al capo sterna-

C3
Arteria Arteria C4
oftalmica vertebrale C5
C6
C7
Arteria T1
basilare Arteria carotide
comune destra Arteria carotide
comune sinistra
Arteria carotide Arteria anonima
interna
Arteria carotide
esterna Arteria vertebrale

Arteria carotide
comune sinistra
Arteria carotide
comune destra

Arteria succlavia Arteria


destra vertebrale

Arteria
Arteria succlavia
anonima
sinistra

a Aorta b

Figura 1.36 a, b. a) Tronchi sovraortici; b) arteria vertebrale (da R. Dionigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale.
Edra, Milano 2017).
Capitolo 1 • LA LARINGE 41

le e clavicolare del muscolo sternocleidomastoideo. punto di repere importante per la carotide comu-
Medialmente si trova la trachea. ne. A tale livello la stessa è in relazione con l’arteria
Le due carotidi, che a livello del collo sono in rap- tiroidea inferiore, che le passa dietro e la incrocia
porto con il complesso tracheoesofageo e laringofa- trasversalmente.
ringeo, sono contenute in un’unica fascia, la guaina Sia la vena giugulare, sia la carotide comune, sono
vascolare del collo. Questa contorna la carotide co- accompagnate dai rami cardiaci superiori del vago,
mune medialmente, la vena giugulare interna late- anteriormente, i rami del simpatico, posteriormen-
ralmente e il nervo vago posto tra le due. te, e un ricco complesso di linfoghiandole.
Lateralmente la parete muscolare è composta dai Per la sua valutazione si pone un contatto distale
muscoli platisma e omo-ioideo (Fig. 1.37 a, b), in- con la parete interna della carotide comune, a livel-
feriormente dai due capi del muscolo sternocleido- lo del muscolo sternocleidomastoideo.
mastoideo, all’interno dei quali possiamo reperire Se si preferisce, possiamo utilizzare un appoggio
la parte distale della carotide comune. L’arteria nel più basso, subito dietro le articolazioni sterno cla-
suo proseguo verso l’alto, si adagia successivamente vicolari, trovandoci a destra, a livello del tronco
sulla parte interna e anteriore del suo ventre mu- brachiocefalico, a sinistra, sull’arco dell’aorta.
scolare. In avanti le arterie entrano in rapporto con Con la mano prossimale ci collochiamo nella zona
la ghiandola tiroide, dove lasciano un’impronta, del trigono carotideo, tra i muscoli sternocleidoma-
indietro tramite la fascia cervicale profonda, con stoideo, l’omoioideo e il digastrico (Fig. 1.38 a,b).
la catena cervicale dell’ortosimpatico, i muscoli È questa la loggia vascolare del collo e, per valutare
prevertebrali e con i processi trasversi delle verte- specificamente l’arteria carotide comune poniamo
bre cervicali. Qui il tubercolo anteriore della sesta un dito tra la parte inferiore dell’osso ioideo e il
cervicale (o tubercolo di Chassaignac) diviene un margine superiore della cartilagine tiroidea.

a b

Figura 1.37 a, b. Decorso della carotide comune, della carotide interna e della carotide esterna. a) Arteriografia; b)
immagine schematica (da R. Dionigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale. Edra, Milano 2017).
42 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

collaterali dell’arteria carotide esterna sono sette,


a
ma come per tutto l’albero arterioso, le variazioni
anatomiche sono notevoli tra gli individui, pas-
sando da un minimo di quattro a un massimo di
dodici:
l’arteria tiroidea superiore
l’arteria linguale
l’arteria mascellare esterna o faciale
l’arteria occipitale
l’arteria auricolare posteriore
l’arteria parotidea
l’arteria faringomeningea o faringea ascendente.
b Per la valutazione della carotide esterna prendiamo
un appoggio prossimale a livello dell’angolo man-
dibolare, all’interno del triangolo di Farabeauf, tra
la vena giugulare interna, il tronco venoso tireo-lin-
guo-facciale, e il nervo ipoglosso.
Ci troviamo all’altezza della 3a vertebra cervicale,
leggermente antero-mediali rispetto alla carotide
interna.
Il dito distale si pone tra la parte inferiore dell’osso
ioideo e il margine superiore della cartilagine tiroi-
dea (Fig. 1.39 a, b).
Figura 1.38 a, b. a) Valutazione e trattamento della caro-
tide comune; b) valutazione e trattamento della caroti- Si esegue la valutazione in allungamento, sull’asse
de comune su modello anatomico. longitudinale della carotide da valutare, aggiun-
gendo e valutando anche la capacità torsionale del
Valutazione e trattamento vaso. Il trattamento è eseguito grazie a un recoil
della carotide esterna diretto o una tecnica di allungamento e induzio-
Le carotidi comuni, giunte sul margine superiore ne sull’asse vascolare disfunzionale, scegliendo la
della cartilagine tiroidea, si dividono in due rami tecnica in rapporto allo stato neurovegetativo del
terminali, la carotide esterna e la carotide interna. soggetto al momento della visita.
La carotide esterna si estende in alto fino al collo
del condilo mandibolare, dove si divide in arteria Valutazione e trattamento dell’arteria
temporale superficiale e arteria mascellare, e si collo- tiroidea superiore e dell’arteria
ca in avanti e all’interno rispetto all’arteria carotide laringea superiore
interna. Il suo decorso è inizialmente obliquo in alto L’arteria tiroidea superiore (ATS) (Fig. 1.40) nasce
e laterale, per poi divenire più verticale dopo aver come primo ramo collaterale anteriore della caroti-
penetrato la ghiandola parotide. de esterna, ma in alcuni casi può originare diretta-
È in rapporto in avanti con i muscoli sottoioidei, in mente dalla carotide comune.
particolare il digastrico, lo stilo-ioideo, lo stilo-glos- Decorre in origine orizzontale verso l’avanti, paral-
so e lo stilo-faringeo, lateralmente con il muscolo lela al gran corno dell’osso ioide, scende in seguito
pterigoideo interno, mentre indietro lo è con i pro- laterale e verticale alla laringe verso il polo superio-
cessi trasversi delle vertebre cervicali e il muscolo re della tiroide.
scaleno anteriore. Medialmente troviamo la faringe È in relazione con il muscolo costrittore inferiore
e il muscolo costrittore medio della faringe. I rami della faringe e la laringe passando sotto i muscoli
Capitolo 1 • LA LARINGE 43

omoioideo, sterno ioideo e tiroioideo. Si divide in


a
quattro rami collaterali, contraendo stretti rapporti
anatomici con la branca esterna del nervo laringeo
superiore, nervo motore del muscolo cricotiroideo
e tensore delle corde vocali:
ramo infraioideo
ramo sternocleidomastoideo
arteria laringea superiore
arteria laringea inferiore o posteriore.
I rami terminali sono tre, il mediale, il laterale e il
posteriore, tutti per la ghiandola tiroidea.
Per valutare e trattare l’arteria tiroidea superiore si
b crea, con la mano prossimale, un punto fisso a livel-
lo della carotide esterna, all’altezza dell’angolo man-
dibolare, e si imprime uno stiramento verso il basso
del bordo laterale della loggia tiroide (Fig. 1.41 a, b).
L’arteria laringea superiore nasce dall’arteria tiroi-
dea superiore, si dirige in avanti e in basso dove,
congiunta al nervo laringeo superiore, attraversa la
membrana tiro-ioidea grazie ad un orificio, per rag-
giungere in seguito i muscoli laringei.
Per la valutazione dell’arteria laringea superio-
re il punto fisso prossimale si pone a livello della
Figura 1.39 a, b. a) Valutazione e trattamento della caro- proiezione dell’arteria carotide esterna, all’altezza
tide esterna; b) valutazione e trattamento della carotide dell’angolo mandibolare, e con la mano distale si
esterna su modello anatomico.

Vena
tiroidea
Arteria superiore
tiroidea
superiore

Arteria tiroidea
inferiore

Figura 1.40. Arteria tiroidea superiore e tirodea inferiore (da R. Dionigi, Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale.
Edra, Milano 2017).
44 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

prende appoggio a livello della membrana tiro-io- teriolari ha effetti benefici sulla troficità locale, a
idea, nello spazio tra l’osso ioide e la cartilagine ti- livello dei muscoli, dei legamenti e delle mucose.
roidea (Fig. 1.42 a, b). Come vedremo nel Capitolo dedicato al cuore, il
Si mobilizzano i tessuti distali verso il basso e in sistema arterioso dona informazioni a livello delle
avanti, imprimendo una leggera rotazione verso il strutture adibite al controllo del sistema cardiova-
lato controlaterale della loggia laringea. Il tratta- scolare, inducendo adattamenti periferici e centrali
mento è eseguito con tecnica diretta o funzionale atti a mantenere la corretta omeostasi e allostasi a
sul peduncolo vascolo-nervoso, o trattando diretta- livello dell’organismo.
mente la membrana tiro-ioidea.
Nel trattamento dei peduncoli neuro vascolari è Valutazione e trattamento
auspicabile tenere conto dello stato neurovegetati- dell’arteria carotide interna
vo del paziente, studiato con test neurovegetativi L’arteria carotide interna, secondo ramo di bifor-
idonei, al fine di utilizzare la tecnica più appropria- cazione dell’arteria carotide comune, si distribuisce
ta nel rispetto della morfotipologia, lo stato disfun- alla parte anteriore e superiore dell’encefalo, al glo-
zionale e psico-emozionale del paziente. bo oculare e ai suoi annessi. Alla sua origine, circa
Trattando le arterie si agisce inevitabilmente sul un centimetro sopra la cartilagine tiroidea, è situata
campo fluidico e neurodinamico dell’organismo. lateralmente e dietro rispetto alla carotide esterna,
La normalizzazione delle tensioni arteriose e ar- ricoperta dal muscolo sternocleidomastoideo. È in-

a a

Figura 1.41 a, b. a) Valutazione e trattamento dell’ar- Figura 1.42 a, b. a) Valutazione e trattamento dell’ar-
teria tiroidea superiore; b) valutazione e trattamento teria laringea superiore; b) valutazione e trattamento
dell’arteria tiroidea superiore su modello anatomico. dell’arteria laringea superiore su modello anatomico.
Capitolo 1 • LA LARINGE 45

crociata da un voluminoso affluente della vena giu- Ci troviamo all’altezza della 3a vertebra cervicale,
gulare interna, il tronco venoso tireo-linguo-faciale. ma ci poniamo posteriori rispetto alla carotide
Piega in seguito, obliquamente e medialmente, ver- esterna, leggermente davanti al bordo anteriore del
so la parete laterale della faringe, scorrendo dietro il processo mastoideo. Il dito distale si pone tra la
ventre posteriore del muscolo digastrico e dello sti- parte inferiore dell’osso ioideo e il margine supe-
loioideo, incrociando la carotide esterna che sale in riore della cartilagine tiroidea.
direzione opposta.
Decorre qui assieme al nervo vago e alla vena giu- Valutazione e trattamento
gulare interna all’interno della guaina vascolare del dell’arteria tiroidea inferiore
collo, scivolando sulla fascia cervicale profonda, il L’arteria tiroidea inferiore (ATI) presenta numerose
piano prevertebrale e scalenico. variazioni anatomiche. Nasce da sola, da un tronco
Incrocia superiormente, alla base del cranio, i nervi comune o da più collaterali.
ipoglosso, glossofaringeo e accessorio spinale. Generalmente proviene dal tronco arterioso tireo-
Attorno all’arteria il simpatico si divide in nume- cervicale, ramo dell’arteria succlavia, formato dalla
rose fibre che formano il plesso pericarotideo del stessa ATI, dall’arteria trasversa del collo e la so-
simpatico. vra-scapolare (Fig. 1.44 a-c).
La carotide interna risale fino all’orifizio inferiore
del canale carotideo, in corrispondenza della parte
media della faccia inferiore della rocca, attraverso il a

quale penetra nel cranio.


Da qui decorre sopra la lamina fibrocartilaginea
che chiude il foro lacero anteriore, per poi entrare
nello sdoppiamento della dura madre che forma il
seno cavernoso.
Imprime a questo livello un’impronta sulla faccia
laterale del corpo dello sfenoide, che duplica il suo
tragitto.
Nel suo decorso intracranico l’arteria incrocia il
nervo abducente, trocleare, oculomotore comune
e oftalmico.
Fornisce tre rami collaterali:
i rami intrapetrosi b
i rami intrasinusiani
l’arteria oftalmica.
Sul lato mediale del processo clinoideo anteriore
fornisce i suoi rami terminali:
l’arteria cerebrale anteriore
l’arteria cerebrale media
l’arteria comunicante posteriore
l’arteria corioidea.
Per la valutazione della carotide interna prendiamo
un appoggio prossimale a livello dell’angolo man-
dibolare, all’interno del triangolo di Farabeauf, tra
Figura 1.43 a, b. a) Valutazione e trattamento dell’ar-
la vena giugulare interna, il tronco venoso tireo-lin- teria carotide interna; b) valutazione e trattamento
guo-facciale, e il nervo ipoglosso (Fig. 1.43 a, b). dell’arteria carotide interna su modello anatomico.
46 OSTEOPATIA VISCERALE • Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare

Sale inizialmente verticale verso l’alto, parallela passandogli davanti, sul lato destro, indietro sul
all’arteria vertebrale, per passare trasversalmente lato sinistro.
dietro la carotide comune, il nervo vago e la vena Di questi terminali, il ramo posteriore si anasto-
giugulare interna, all’altezza della 6a vertebra cervi- mizza con il ramo posteriore dell’Arteria Tiroidea
cale. A tale livello è in rapporto con l’arteria verte- Superiore (ATS) creando il ramo anastomotico re-
brale omolaterale, il tronco del simpatico e il gan- trolobare di Halsted ed Evans.
glio cervicale medio, quando presente. I rami collaterali dell’Arteria Tiroidea Inferiore
Da qui si dirige verso il profilo laterale della ghian- (ATI) sono:
dola tiroidea dividendosi in tre rami terminali, in- i rami esofagei
feriore, posteriore e interno, contraendo importanti i rami tracheali
e variabili rapporti con il nervo laringeo inferiore l’arteria laringea posteriore (o inferiore), la quale,

a c

Figura 1.44 a-c. a) Arteria tiroidea inferiore. Visione frontale


del collo. Il tronco tireocervicale destro (TCT) e l’arteria tora-
cica interna (ITA) originano dal terzo interno dell’arteria suc-
clavia (SCA). Il nervo frenico (PN) è laterale rispetto al TCT. Il
muscolo scaleno anteriore destro (ASM) è più piccolo e con
un’inserzione più laterale rispetto al sinistro (Per gentile con-
cessione da Ogami K. et al.).
b) Visione laterale destra del collo. L’arteria brachiocefalica
si divide nell’arteria carotide comune destra e nell’arteria
succlavia di destra (SCA). Nella sua prima porzione la SCA si
divide in due arterie, l’arteria vertebrale (VA) e l’arteria tiroi-
dea inferiore (IFTA). La radice del tronco tireocervicale (TCT)
comprime il nervo frenico (PN). Si divide in tre rami: l’arteria
sovrascapolare (SSA), l’arteria cervicale trasversa (TCA) e l’ar-
teria cervicale ascendente (ACA) (Per gentile concessione da
Ogami K. et al.).
c) Arteria tiroidea inferiore. Triforcazione terminale extrala-
ringea del nervo laringeo inferiore (ILN) che incrocia l’arteria
tiroidea inferiore (ITA). *Branca anteriore, **Branca posterio-
re (Per gentile concessione di Emin Gurleyik).
Capitolo 1 • LA LARINGE 47

a b

Figura 1.45 a, b. a) Valutazione e trattamento dell’arteria tiroidea inferiore; b) valutazione e trattamento dell’arteria
tiroidea inferiore su modello anatomico.

con decorso abitualmente parallelo al nervo ri- • Chaitow L, Gilbert C, Morrison D. Recognizing and
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corrente con il quale può essere confusa, si dirige • De Campora E, Pagnini P. Otorinolaringoiatria. Ed. Else-
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