Ungaretti
Vita
Nacque nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori lucchesi che vi si trasferirono in
cerca di lavoro negli anni in cui cominciò lo scavo del canale di Suez. In seguito nel
1912 si trasferì a Parigi per studiare alla Sorbona e visse nella capitale francese molti
anni.
Nel 1914 partecipa come VOLONTARIO alla Prima Guerra Mondiale,
combattendo da soldato semplice in Francia e sul Carso.
Nel 1916 pubblica la sua prima raccolta di liriche, Il porto sepolto, alla quale seguirà
Allegria di naufragi nel 1919. Le due raccolte verranno raccolte poi in un unico
volume dal titolo L’Allegria (1931).
Al termine della guerra ritornò alcuni anni a Parigi lavorando per l'ambasciata
italiana.
Nel 1936 fu nominato docente di Letteratura italiana all’Università di San Paolo in
Brasile dove rimase fino 1942. Tornato in Italia fu docente di Letteratura italiana
contemporanea all’Università di Roma.
Le raccolte poetiche del secondo dopoguerra (Il dolore, 1947; La terra promessa,
1950) risentono dei lutti vissuti dal poeta: prima morì il fratello e dopo due anni il
figlio Antonietto di nove anni.
Ungaretti muore nel 1970.
Noi faremo l’Ungaretti dei diari di guerra (la I guerra mondiale, la Grande guerra).
La Grande guerra inizia nel 1914, ma in Italia comincia solo nel 1915; c’è infatti il
dibattito tra interventisti, quelli che vogliono partecipare alla guerra, e neutralisti,
quelli che invece non vogliono che l’Italia entri in guerra.
Ungaretti è INTERVENTISTA e crede nella guerra: per questo decide di
parteciparvi come volontario.
Ma una volta in guerra ne vive gli orrori e scrive il suo “diario di guerra”.
Insomma: Ungaretti visse la guerra di trincea, stando a contatto con la morte, la
sporcizia, la paura.
Il TEMA delle poesie (che sono dunque autobiografiche: se fai attenzione vedi, prima
di ogni poesia, il luogo e la data in cui Ungaretti l’ha scritta) che analizzeremo è
dunque la guerra e la condanna degli orrori della guerra, che causa solo morte e
distruzione.
poesia - Ungaretti
Sono poesie senza speranza? No. Le poesie che leggeremo fanno parte della raccolta
che si chiama L’allegria, e non a caso! Infatti, pur nella condizione terribile in cui
vivono i soldati, si può e si deve trovare, per Ungaretti, la molla e la forza per
andare avanti, riaffermando il valore della vita e dei sentimenti umani (uno dei
modi per trovare la forza di andare avanti, ad esempio, lo vedremo in Fratelli: la
solidarietà). Di fronte all’orrore della guerra, da un lato lo assalgono il dolore e
l’angoscia, dall’altro sente il bisogno di reagire alla morte.
Veglia
La poesia “Veglia” è una di quelle che Ungaretti ha scritto in guerra, in trincea. Fa
parte della raccolta “L’Allegria”, nella sezione “Porto sepolto”
TEMA: In questa poesia Ungaretti racconta come abbia trascorso un’intera notte, in
trincea, accanto a un compagno morto e sfigurato.
Questa situazione fa nascere in Ungaretti:
la compassione verso il compagno morto
poesia - Ungaretti
All’inizio vediamo che, come sempre, Ungaretti scrive il luogo e la data in cui ha
scritto la poesia: le sue sono poesie autobiografiche.
Però Ungaretti non vuole parlare solo della sua esperienza: vuole parlare della
guerra in assoluto, che continua a provocare morte, distruzione, dolore
(denuncia).
Quattro dei 16 versi sono fatti da una sola parola (che isolata prende più significato).
Nella prima strofa ci sono molte parole che sono di un REGISTRO BASSO (buttato,
massacrato...) che fanno vedere bene e immediatamente la violenza della guerra.
Ci sono anche molti participi passati (buttato, massacrato, digrignata, volta,
penetrata), che danno alla poesia un RITMO martellante e ossessivo.
Le poesie di Ungaretti hanno di solito una sintassi semplice (frasi costruite in modo
semplice). Qui la sintassi è più complessa, difficile e articolata.
Figure retoriche.
Diverse allitterazioni (Un’intera nottata buttato ripetizione di “t”)
Metafora vv. 10-11