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Docente: Anna Rita Graziani

Corso di psicologia sociale

Sherif : Le norme e i gruppi sociali


I gruppi adolescenziali devianti
Muzafer Sherif: le norme e i gruppi sociali
(Ricerche e protagonisti – cap. 3)

Sherif è uno dei padri fondatori della psicologia sociale sperimentale.


La sua produzione scientifica è di grande ampiezza tematica.

Numerosi studi su:


• la formazione delle norme sociali
• il giudizio sociale
• i movimenti sociali
• la misurazione e il cambiamento degli atteggiamenti
• le relazioni intergruppi

Varietà delle metodologie impiegate:


• Esperimenti di laboratorio
• Esperimenti sul campo
• Studi osservazionali

Particolare attenzione alle norme e i gruppi sociali.


NORME SOCIALI: il principio psicologico più importante che governa
l’individuo => ne studiò i processi di formazione e le modalità
attraverso cui esse detreminano la cognizione sociale ei suoi
prodotti (percezione, catagorizzazione, giudizi, opinioni,
atteggiamenti)  suscitò vivo interesse per il tema fino all’inizio
degli anni ‘50 (teorie individualistiche dell’equilibrio cognitivo).
GRUPPO (come Lewin): unità di analisi psicosociale distinta, da
analizzare ad un suo proprio livello.
Innovazioni:
Sherif si pone in contrasto con l’approccio allora dominante (anni
‘50) allo studio dei gruppi: le ricerche sulla “dinamica di gruppo” si
focalizzavano sui processi intraindividuali che mediano le risposte
comportamentali anche nelle situazioni non-individuali.
Preferenza per i disegni di ricerca longitudinali: secondo Sherif
hanno sufficiente validità ecologica solo gli effetti psicologici che si
dispiegano nel tempo.
Lo studio osservazionale sui gruppi informali di adolescenti

Problematica sociale studiata: i numerosi atti di devianza commessi


negli Stati Uniti da gang adolescenziali (anni ‘50).
Assunto teorico: il comportamento sociale, deviante o meno, è
sempre determinato dall’appartenenza ai gruppi (vs spiegazioni
dominanti in termini di psicopatologie individuali o delle classi basse)
Ipotesi generale: non vi sono differenze individuali o di classe sociale
nell’origine di comportamenti adolescenziali che vengono considerati
devianti dalla società adulta.
• Per gli adulti: comportamento deviante.
• Per gli adolescenti: rispetto delle norme vigenti nel loro gruppo di
riferimento.
Il gruppo dei coetanei in adolescenza non ha caratteristiche diverse
da quelle di tutti gli altri gruppi, ma in esso sono particolarmente
evidenti gli effetti dell’appartenenza sociale sul comportamento
individuale
L’effetto dell’appartenenza ai gruppi sociali sul comportamento dei
loro membri è il medesimo per ogni tipo di gruppo.
Quando un individuo si trova nella stessa condizione sociale e
sperimenta istanze motivazionali simili a quelle di altri, tende
naturalmente ad aggregarsi a questi ultimi in un gruppo, per cercare
di raggiungere insieme a essi gli obiettivi comuni.
Nei gruppi informali o “naturali” di adolescenti i membri:
• processo di transizione per acquisire un ruolo sociale adulto;
• necessità di un legame affettivo in sostituzione di quello con la
famiglia, la cui rilevanza come gruppo di riferimento normativo
diminuisce.
Lo studio dei gruppi sociali deve focalizzarsi su:
• La struttura di status e ruoli
• Il contenuto delle norme condivise dai membri
1958-1964: Osservazione partecipante da parte di studenti addestrati
(per oltre 6 mesi) della vita di gruppi informali di adolescenti tra i 13 e
i 18 anni.
Tipologie di comportamento osservate: azioni socialmente accettabili,
azioni socialmente inaccettabili.

Risultati:
Interazioni all’interno di ogni gruppo conducono a:
• definizione di posizioni e ruoli diversi per ogni membro
• definizione di norme comportamentali

Rilevanza teorica sia in ambito dei processi intragruppo di base sia


delle caratteristiche dei gruppi informali di adolescenti.
Critiche: Emler e Reicher (1995), condotte devianti possono
assolvere per gli adolescenti una funzione di presentazione di Sé.

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