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Trent’anni fa – nella notte tra il 2 e il 3 dicembre del 1984 – in India si verificò uno

dei più gravi disastri industriali della storia: nello stabilimento chimico di Bhopal
(nell’India centrale) della Union Carbide un incidente portò al rilascio di oltre 42
tonnellate di isocianato di metile, un composto chimico utilizzato per la produzione
di pesticidi. Una nube altamente tossica si propagò nell’area intorno alla fabbrica
contaminando migliaia di persone e uccidendone, secondo i dati del governo, circa
4 mila solo nelle prime settimane. Altre stime parlano di 8 mila o 15 mila. Negli
anni successivi è stato comunque calcolato che siano state almeno 25mila le morti
legate all’incidente e che 560mila persone abbiano avuto danni gravi o irreversibili.
Gli effetti della perdita di gas tossici continuano a farsi sentire ancora oggi a Bhopal.
Numerosi bambini nascono ogni anno malformati e con gravi disfunzioni, mentre i
casi di cancro, diabete e di altre malattie croniche sono più alti rispetto alla media.
Durante un controllo, per via di alcuni malfunzionamenti, l'acqua finì nella vasca provocando la
reazione dell'isocianato di metile, che a contatto con l'acqua sviluppò calore facendo aumentare la
pressione all'interno dei serbatoi. Il gas formatosi si espanse verso la torcia spenta e tappata, facendo
aumentare ulteriormente la pressione fino alla rottura delle valvole e diffondendosi quindi
nell'atmosfera. L'assenza di vento favorì la catastrofe provocando una stratificazione della sostanza,
più pesante dell'aria. La nuvola si diresse verso le bidonville dei quartieri poveri che si trovano nella
Spianata Nera abbattendosi su centinaia di migliaia di persone. Altre fonti invece indicano che fu
proprio il vento a favorire la catastrofe stessa spingendo la nube tossica nella vicina bidonville. Ad
avvalorare questa ipotesi furono le testimonianze di alcuni superstiti che andarono proprio incontro al
vento trovando salvezza su un colle lì vicino sopra un lago da cui proveniva aria fresca che allontanava
nella direzione opposta la nube tossica.

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