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Correlazione tra Salute e Ambiente


Inquinamento / Isde / OMS / Raccolta Differenziata / Vie Respiratorie / VirusVie Respiratorie

L’inquinamento è un’alterazione dell’ambiente da parte di elementi


inquinanti. Esso produce disagi temporanei, patologie o danni
permanenti per la vita in una data area, e può porre la zona
in disequilibrio con i cicli naturali esistenti. L’alterazione può essere
di svariata origine chimica o fisica, quindi è inquinamento tutto ciò che
è nocivo per la vita.

Esistono molti tipi di inquinamento a seconda dell’elemento


inquinante o dell’area inquinata. Ma possiamo parlare anche
di inquinamento globale poiché, a causa dei comportamenti umani,
sono in atto numerosi cambiamenti. Per esempio, l’aumento di anidride
carbonica (CO2 ) che si dissolve negli oceani rende più acide le acque
con implicazioni negative per la fauna marina. Intanto l’emissione di gas
serra (responsabili dell’effetto serra, fenomeno naturale che provoca il
riscaldamento terrestre) in atmosfera aumenta l’effetto serra naturale
aumentando le temperature medie globali e provocando lo scioglimento
dei ghiacciai, l’espansione termica degli oceani, l’alterazione climatica e
l’aumento di fenomeni meteorologici estremi (alluvioni, uragani, ecc.)
con conseguente dissesto idrogeologico.

Effetti sulla salute

La salute e il benessere delle persone sono strettamente legati allo stato


dell’ambiente. Nella sua relazione sulla prevenzione delle malattie
mediante ambienti sani, l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) stima che i fattori di stress ambientali siano responsabili per
il 12-18 % di tutti i decessi nei 53 paesi della regione Europa
dell’OMS.

Il miglioramento della qualità dell’ambiente in settori chiave come l’aria,


l’acqua e il rumore può contribuire a prevenire le malattie e a migliorare
la qualità della salute umana.

Inquinamento dell’aria

È il principale rischio ambientale per la salute in Europa ed è


associato a malattie cardiache, ictus, malattie polmonari, disturbi del
sistema immunitario, allergie, asma e cancro ai polmoni. Si stima che
l’esposizione all’inquinamento dell’aria determini ogni anno
oltre 400.000 decessi prematuri nell’UE.

Numerosi tipi di agenti inquinanti contribuiscono all’inquinamento


atmosferico e i principali sono proprio l’ozono troposferico (quando
l’ozono si trova negli strati bassi dell’atmosfera, invece che in quelli alti
dove svolge azione protettiva, si comporta da inquinante), gli
idrocarburi policiclici aromatici, ossidi di zolfo (SO), gli ossidi di
azoto (NO), il benzene (CH), il particolato ultrafine.  
Il particolato atmosferico è una miscela di particelle solide e liquide in
sospensione nell’aria. Le fonti maggiori di particolato sono il traffico
veicolare, le attività industriali che utilizzano processi di combustione e
gli impianti di riscaldamento. La frazione di particolato più dannosa per
la salute è il particolato ultrafine, perché grazie alle dimensioni sub-
microscopiche (cioè più piccole di quelle che si possono vedere con un
microscopio normale) arriva fino agli alveoli polmonari (piccole
dilatazioni a forma di vescicola nella parte più profonda dell’albero
bronchiale).

Riesce quindi ad attraversare la parete degli alveoli e a raggiungere,


con il sangue, qualunque distretto dell’organismo, compreso il
cervello. Penetra anche all’interno delle cellule, promuovendo
reazioni infiammatorie e tossiche che possono portare a un gran
numero di malattie cronico-degenerative, infiammatorie e tumorali.

Esposizione a sostanze chimiche pericolose

È un’altra delle principali preoccupazioni.

Le persone possono essere esposte a un’ampia gamma di sostanze


chimiche nella loro vita quotidiana, attraverso aria e acqua inquinate,
prodotti di consumo e dieta. Le proprietà di talune sostanze chimiche
pericolose fanno sì che queste ultime persistano nell’ambiente e
siano soggette a bioaccumulo (il trasferimento e aumento di
concentrazione di elementi o sostanze tossiche nei tessuti degli
organismi con cui entrano in contatto tramite acqua e cibo) nella catena
alimentare, il che significa che vi sarà un notevole ritardo prima che
le riduzioni delle emissioni si traducano in una riduzione
dell’esposizione.

In aggiunta, il volume e la gamma di sostanze chimiche in uso oggi e la


continua crescita della produzione chimica suggeriscono
che l’esposizione umana e ambientale continueranno ad
aumentare. Ciò è particolarmente pericoloso durante le fasi di vita più
vulnerabili, come la prima infanzia, la gravidanza e la vecchiaia.

L’aggressione continua al nostro organismo da parte di agenti


fisici e chimici genera , infatti, danni multilivello in tutti gli organi e
apparati, con aumento di patologie cronico-degenerative quali
cancro, obesità, diabete, malattie neuro-degenerative e del
neurosviluppo, malattie endocrine e immunologiche, sterilità e
rischi per la gravidanza e per il feto.

L’aggressione a cui sono soggetti i bambini

I bambini sono molto più sensibili degli adulti all’effetto degli


inquinanti; il danno è maggiore se l’esposizione avviene in età
precoce. L’embrione, il feto, il neonato e il lattante sono molto più
vulnerabili. Quasi tutti gli inquinanti sono in grado, per esposizione
durante la gravidanza, di attraversare la placenta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che oltre il


33% delle malattie nei bambini sotto i 5 anni siano dovute a cause
ambientali e che le esposizioni ad inquinamento dell’aria in
ambienti outdoor (esterni) e indoor (interni) provochino circa
700.000 morti premature nei bambini in questa fascia d’età.  

La maggiore suscettibilità dell’infanzia agli inquinanti è dovuta al fatto


che i bambini, in proporzione al peso, respirano, mangiano, bevono
più di un adulto e, per il loro comportamento come, ad
esempio, gattonare e portare tutto alla bocca, sono molto più esposti
ad agenti tossici. Inoltre, i fisiologici meccanismi di detossificazione
non sono ancora pienamente sviluppati e ciò che può essere
ininfluente per la salute di un adulto può non esserlo nell’infanzia.

Recenti studi di letteratura scientifica suggeriscono un’associazione tra


l’esposizione materna a comuni inquinanti atmosferici nel corso
della gravidanza e aumentato rischio di autismo nella prole, con dati
tuttavia ancora contrastanti. Infatti, l’autismo è considerato una
condizione clinica ad eziologia multifattoriale, per la quale esiste una
predisposizione genetica sulla quale vanno ad agire diversi fattori
ambientali mediante il cosiddetto fenomeno dell’epigenetica (lo studio
di quelle variazioni nell’espressione dei nostri geni, che non sono
provocate da vere e proprie mutazioni genetiche, ma che possono
essere trasmissibili).

In un importante studio recentemente pubblicato è stata riscontrata


un’associazione significativa tra esposizione prenatale a ossido
nitrico (NO) e aumentata incidenza di Disturbo dello Spettro
Autistico (ASD). I risultati di questo studio, seppur ancora non
sufficienti per poter trarne conclusioni definitive, invitano a porre
attenzione sui possibili effetti dell’inquinamento sulle donne in
gravidanza.

Recenti e autorevoli studi mettono in evidenza come l’inquinamento


dell’aria sia un fattore di rischio anche per l’obesità infantile, così
come per il diabete e per disfunzioni metaboliche. È ormai noto
come l’obesità infantile sia considerata una patologia sistemica e
multifattoriale (causata quindi da un insieme di cause come eccessivo
apporto di cibo, sedentarietà e predisposizione genetica). Ma questi
fattori non possono spiegare da soli il recente e drammatico aumento
di casi, la progressiva anticipazione dell’età d’insorgenza delle
patologie connesse (insulino-resistenza e diabete mellito tipo 2) e
l’insufficiente efficacia di strategie quali alimentazione e stili di vita più
corretti.

Impatti dei cambiamenti climatici

Rappresentano una minaccia immediata per la salute in termini di


ondate di calore e di cambiamenti nei modelli di malattie infettive e
allergeni. Le ondate di calore possono causare un aumento della
mortalità per malattie respiratorie, ischemiche cardiache, circolatorie e
cerebrovascolari e si stanno studiando anche altri effetti come l’aumento
della natalità pretermine e il diabete.

Inoltre, il caldo, insieme all’umidità, rende le nostre città più ospitali


per alcuni vettori (come ad es. le zanzare) di malattie infettive come
la dengue, le malattie da zecche, da Virus del Nilo occidentale, etc.

Campi elettromagnetici (Cem)

L’uso crescente delle nuove tecnologie, soprattutto nel campo


delle radio telecomunicazioni, ha portato, negli ultimi decenni, ad un
continuo aumento della presenza di sorgenti di campi elettromagnetici
(Cem), rendendo la problematica dell’esposizione della popolazione a
tali agenti di sempre maggiore attualità.

Le radiazioni coinvolte sono quelle dei radar, quelle emesse


da emittenti radiofoniche e televisive, i ponti radio, i cellulari, gli
apparecchi wireless, gli elettrodotti.  

La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha inserito


sia i campi elettromagnetici a bassa che alta frequenza nella categoria
2B che significa “possibili cancerogeni” (non ancora certo) per gli
esseri umani.
Alcune indicazioni su come possiamo difenderci

INQUINAMENTO ATMOSFERICO:

Usare l’auto solo quando è indispensabile e ridurre il più possibile


l’esposizione al traffico durante la gravidanza e ai bambini, soprattutto
nelle ore di punta, cercando di non tenerli ad altezza degli scarichi nocivi
dei motori.

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO:

 Limitare l’uso del cellulare soprattutto da parte di bambini e adolescenti (usare


vivavoce o auricolare, tenere il telefonino lontano dal corpo, scrivere anziché
parlare)
 Non chiamare quando il segnale è debole (1 tacca o meno in quanto il telefono
emette più radiazioni per ricevere il segnale) e attendere il collegamento prima di
mettere il telefono all’orecchio (i cellulari emettono più radiazioni quando provano
a connettersi)
 Guardare la televisione almeno a 2 mt di distanza
 Non tenere radiosveglie e altri apparecchi elettrici vicino alla testa, specialmente
durante il sonno
 Non lasciare TV, computer o altri apparecchi elettronici in Stand-by.
NELLA VITA QUOTIDIANA

 Privilegiare il consumo di verdura e frutta fresca e di stagione, preferibilmente


biologica
 Non consumare acqua minerale in bottiglie di plastica
 Fare attenzione allo smaltimento dei rifiuti, fare la raccolta differenziata,
riutilizzare, riciclare
 Ridurre il rumore, lo spreco di acqua, l’accensione inutile di luci, e acquistare
elettrodomestici di classe A e lampadine a basso consumo
 Non lasciare inseriti caricabatteria degli apparecchi portatili.

Conclusioni

Nell’ambito del rapporto tra inquinamento ambientale e salute,


dobbiamo abbandonare l’approccio riduzionistico che ci ha portato
a valutare le conseguenze dell’esposizione al singolo inquinante,
sviluppando invece il concetto di “esposoma” ovvero l’insieme
delle esposizioni cui fin dal concepimento siamo esposti.

Quindi, l’unica soluzione per limitare gli effetti dell’inquinamento


sulla salute umana e in particolare per la salute infantile e quella
delle generazioni future, è quella di ridurre la produzione e
l’immissione di sostanze inquinanti ma anche l’esposizione
individuale ad esse.

Ognuno di noi, grazie all’informazione e alla responsabilizzazione


può dare quotidianamente il proprio contributo consapevole.

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