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TAVOLA XII .
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TAVOLA XIV.
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Dotzauer, con quella maestria che gli era· famigliare e con quella dottrina che lo rese tanto benemerito
dell'arte, consacra un apposito articolo a tratta.re diffusamente del Gusto, riferendosi spesso a citazioni 'di
G. G. Rousseau, in ispecial modo pei rapporti che collegano quest'importante argomento alle considerazioni
generali d' estetica. A mio avviso però quell'illustre maestro non ha baatevolmente insistito sulla speciale
missione del Violoncello fra gli altri istrumenti, per cui non parroi che l'allievo aia per coal dire abbasta~za
forzato a fissare la propria attenzione sopra quel soggetto della cui importanza iu vorrei massimamente infon-
dere la convinzione nello studioso; intendo dire dello 1tile del Violoncello. Esso è (.non parlando dell'intona-
zione, dote essenzialissima e comune a tutti gli strumenti d'arco), principalmente grandioso e severo, per cui,
l'abuso di flautati, di" note picchettate, martellate e di abbellim,nti eccessivi, è un falsare l'indole dell'istru-
mento ed è proprio dei suonatori di cattivo gusto.
Il canto largo, appassionato, vibrante e l' intonazione perfetta sono dunque i principali reQuiaiti di un
buon Violoncellista. Non intendo con ciò proscrivere ogni difficoltà od abbellimento di cui il Violoncello sia·
suscettibile, intendo soltanto dl mettere l'allievo in guardia contro quegli stili che tendono a svisare la fiso-
~omia caratteristic a del Violoncello.
Il grande Paganini ha pur troppo comunicato alla scuola d'arco i.difetti del sno genio, ed anche il
Violoncel~o ne ha di conseguenza sofferto. Ciò oso dichiarare po1chè non posso temerE> la taccia di irriverenza
verso quel m~raviglioso artista, ai quale tutti i cultori della musica devono la più calda ammirazione, e
d' altronde, l'esempio di un vero genio che travolga lo. scuola per una via meno retta, nou è nuovo .nella
storia dell'arte. Anche il sommo Michelangelo fu padre al barocco.
Artisti cospicui si sono messi per la via aperta do. Paganini. Servais nel Belgio, esecutore di un merito
eccezionale, ha fatto numerosi proseliti dell'imitazione Paganinesca; m~ se a tali suonatori aono famiglie.ria•
sime le doppie corde, le picchettate e qualunque sorta di fioriture ed abbellimenti che si poasono trarre dal
Violoncello, il loro suono è però meschino ed il loro canto poco grandioso. Lascio JJOi di parlare della scuola
francese di Duport, la quale, se perl'epoca non può dirsi derivata dalla scuola Paganinesca, ne partecipa
però i difetti, come quella che tende a .snatura.re <a,mpletamente l'indole del Violoncello, talchè si può dire
l'antitesi della vera e buona. scuola i~liana., e non solo raccomando all'allievo di non mettersi per quella via,
ma lo sconsiglio francamente dal passarne il metodo. Consiglio pertanto l'allievo ad attenerai piuttosto o.i
precetti della cele~re scuola italiana fondata da Viotti, la quale se fu soltanto scuola _di Violino, fu però inror-
mata a' principi tanto aggiustati, e lasciò tali salutari precetti, da poter dare anche al Violoncellista il più
retto e sicuro indirizzo. Questa scuola, esulata dal nostro paese, la troviamo ancora in Francia e nel Belgio,'
ove però ha alquanto perduto della sua fisonomia originaria per essersi modificata · secondo i particolari
caratteri delle nazionalità fra le quali ha cultori. Il Violoncellista italiano non de"fe adottare se non quello
stile che, oltre all'essere il più consono all'indole del suo strumento, è anche, per cosl dire, il più nazio11-ale
per e888re nato e vissuto gran tempo in onore fra noi. La mia lunga pratioa ed i confronti che ebbl campo
d'istituire nella mia carriera mi confermarono sempre in tale mio opinare.
Parlando di individualità artistiche non trovo mai abbaatanu. commendevole l'esecuzione di Alfredo
Piatti che è, a mio avviso, il più va.lente tra i quartettisti d~ me ·ud\ti. Nell' eaecuzione del Quartetto in Fa
dt Beethoven (op. 18, N. 1) potei confrontare Piatti, Servais ed altro gtan Violoncellista francese, ma il primo
risultò senza confronto superiore agli altri per la sapiente parsimonia. dello etile, per la sonorità delle note
e pel ,gusto del fraseggiare. Questa superiorità di esecuzione, oltN,chè al merito speciale dell'artista devesi in
gran parte alla superiorità della scuola <:be si mantien~ più fedele alle proprie tradizioni ed a.Ila missione
dell'istrumento. E parlando in secondo luogo di 1cuolt1 posso francamente auerire che fra tutte le scuole di
Europa, la napolitana è la migliore, come quella. che non solo diede molte grandj individualità, ma che rag-
giunge un'abilità superiore anche nella media della massa degli scolari. La scuola di Napoli offre una schiera
di buoni concertisti e gran numero di eccellenti professori d'orchestro.
E frattanto sento m.io debito di rammentare comé ciò si debba in gran parte al mio rimpianto maestro
Gaetano Clandelli, i cui preziosi insegnamenti è mio proposito di trasmettere ai giovani nel presente M,todo,
oorredati, come già _dissi, d'ogni risultato della mia esperienza e ·de' miei studi.
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Non mi dissimulo quanto si& o.rduo il compito~ SpeT'o però che affidando 1•a1Uevo o.Ila guit.la e ai sug-
gerimenti di Dotzo.uer e degli altri gmndi maestri, e inizio.ndolo o; poco a po.co allo. gro.doale esccuz10ne
della buona musica, che mo.no mano vo' consigliandogli in ciaséuno.· di queste tre parti, non ssrà o.ir&tto VAna
l'opera mia alla quo.le per ultimo mi riprometto il più potente aiuto do.Il' intelligenza e dal bupn volere t.lello
studioso.
1H e do.I lato del meccanismo pallide parodie dei Pezzi non mai abbastanza loda.ti di Romberg a di Dotza.uer.
Ura ecco quali Pezzi raccomando :ialdamente all'allievo p81' lo studio dello sti'- in que'sta partd.
Tutti i Quartetti di Ho.ydn, e in ciò confido nell'o.ppogg10 dei Professori di Violino; i quali, fuor di dubbio,
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sentiranno come _me l'importanza di tale esercizio anche pei Violinisti. ·
La deliziosissima Sonata IV m Sol min., Op. 2 di B.. Marcello, con accompagnamento d; Pianoforte,
egregiamente accomodata da Alfredo Piatti.
La Romanesca. de\ XVI secolo che espressamente per questo Metodo ,trascrissi.
Tre Sonate facili e progressive per Vio!oncello, con accompagnamento d'un altrò Vi(?foncello, Op. 43,
di Romberg.
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percbè mentre 'i nostri Istituti musicali forniscono agli allievi gli' strumenti, non concedono loro anche la
musica T Nori so . se agli amministratori od a chi debba ·esser di preferenza dirétta l'interpellanza; intanto
fe.ccio voto perchè si pensi da noi anche a codesta necessaria misura. Ad ogni modo, quasi tutta. la. musica.
da ~e raccomanda~ nel presente M~todo t~o~asi presso la Ce.sa; Ricordi, la
se ne completi l'edizione, colla stampa di quella poca che per avventura mancasse.
quale sta pur procedendo a che
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Finiti gli Studi di questa parte, l'allievo dovrà prender parte ai Concerti sinfonici, coll'avvertenza. che
suonando in Orchestra l'arco deve essere più ~so di quando eseguisce un a 1olo.
Come consiglio ·di massima rammento all'allievo che, onde acquistare uno stile grandioso e vario, è
d'uopo esagera.re in lentezza i movimenti di tutta la musica indicata in questa parte; la potenza. del suono
· si tra& specialmente dall'attento studio del largo;
· Una '1>ratica eccellente pel portamento sal'à che l'allievo si metta di fronte ad uno specchio eseguen·do
Scale, Studi ed anche qualche Pezzo a memòria.
Infine raccomando che l'allievo non trascuri ogni occ~ione gli si presenti di udire _qualunque bravo .
.suonatore, _e specialmente qualunque grande can\a.Iiie; ciò, per la considerazione di cui _accennero pii.i innanzi,
correre cioè una grande somiglianza fra l'arte del canto italiano e quella del Violoncellista.
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Tutti questi Esercizi debl,>ono,specialmente in principio,studiarsi molto più lenti del tempo
indicato. Dopo due o tre Esercizi, il maestro farà ritornare indietro l'allievo a studiare da capo,sin.
j chè questi sarà sicuro nell'intonazione e nel suono.
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Scala di La minore senza oltrepa.s11are la prima posizione.
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Quando QUestoEsercizio si suona lentamtlnte .dev~ tirarsi e spingersi tutto l'arco. Quando si pofrà
· far presto, si ·suonerà µel mezzo dell'arco, poco arco e staccato moltissi~o.
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braccio e nd braccio. Il corpo deve essere immobile.
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Questo Esenù io si deve suonare prima lentame11te, tirando e spinge
ndo l'arco in tutta la sua lun..
pi.ia e con molto suono. Al tempo indicato da Dotzauer
si suonerà quando l'allievo avrà impara~
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