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Paolo Angelozzi

W
appunti di

S ad uso degli studenti


dei corsi di laurea triennale in Architettura

con esercizi svolti

prefazione di Antonella Cecchi

Edizioni Tecnologos
Copyright © 2008
Tecnologos Editore

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I edizione: 2008

Tecnologos,
via Muntebei 22
46040 Cavriana (MN)
Tel. 037682160
Fax. 02700530215
e-mail: edizioni@tecnologos.it
www.tecnologos.net

ISBN 97-88888697-24-6
Questa raccolta di appunti non ha pretese di esaustività nei confronti di una materia, come la meccanica strutturale,
complessa ed articolata. E’ un compendio delle nozioni base della disciplina che sono di ausilio ad uno studente che si
confronta con la stessa per la prima volta.
Gli argomenti, sviluppati consequenzialmente, cercano di seguire un iter logico che porti il fruitore ad uno studio lineare
dell’argomento, dalle basi ai temi più complessi; dalla teoria dei vettori, come modello meccanico delle azioni, al modello
geometrico di trave e semplici sistemi di travi, al concetto di isostaticità ed iperstaticità, condizioni di equilibrio e congru-
enza, sino a giungere a concetti elementari della meccanica dei continui. Inoltre, sono stati inseriti richiami di matematica
e geometria ove necessario, al fine di non lasciare dubbi su quanto viene dimostrato di volta in volta. Anche gli esercizi
svolti contengono talvolta precisazioni e metodologie utili, non affrontate in sede teorica.
Si auspica, quindi, che queste poche pagine possano rendere il mondo della meccanica strutturale meno ostico per chi
lo affronta, e forse far nascere passione per la materia.
Questi appunti, redatti da Paolo Angelozzi, contengono traccia delle mie lezioni per i corsi di Meccanica Strutturale 1 e
Meccanica Strutturale 2 e possono rappresentare un valido strumento per gli studenti che come Paolo si avvicinano alle
tematiche della meccanica strutturale. E’ per me motivo di orgoglio vedere come l’impegno e la costanza di Paolo hanno
permesso di mettere a punto questo valido supporto al programma che svolgo nel corso di Laurea triennale in Scienze
dell’Architettura.

Antonella Cecchi
STATICA DELLA TRAVE

A.1 _Vettori liberi.

TEORIA DEI VETTORI Un vettore è un modello matematico utilizzabile per la rappresentazione di azioni meccaniche.

È caratterizzato da:
- un modulo
- una direzione (retta d’appartenenza al vettore)
- un verso (da A a B)
Quindi un vettore è un segmento orientato dotato di modulo, direzione e verso.
Il vettore viene indicato con una lettera minuscola sottolineata u, o come differenza fra i punti
definenti il modulo (es. A–B).

B
u u = A-B

Dati due vettori v1 e v2 v1 v2


è possibile procedere a
diverse operazioni.

Vettore somma.
Si intende ridurre questo sistema di vettori ad un sistema di un unico vettore equivalente,
risultante dei due vettori.

metodo A (il parallelogramma)


a. far coincidere i punti di partenza dei due vettori
b. tracciare le rette direzionali di v1 e v2
c. tracciare le parallele alle rette passanti nei punti finali dei vettori
d. tracciare, dalle partenze dei vettori, un vettore fino all’intersezione fra le due nuove rette
Æ si ottiene v3, risultante dei due vettori.

metodo B
traslare i vettori v1 e v2 nelle rispettive terminazioni, trovando la risultante.

A. v1 v2 B. v1

v3 v3

v2

6
TEORIA DEI VETTORI

Vettore differenza. prodotto scalare = vettore forza * vettore spostamento = lavoro = un numero k.
Graficamente, corrisponde alla diagonale minore del parallelogramma.
F*u=k
v3 = v1 + v2
v2 = v3 – v1 F vettore forza
-v1 3
F=
v4 v4 -2 u vettore
A. v1 v2 B. spostamento
v4 v2 -v1
F = 3i – 2j
v3 u = 2i
F * u = 3i*2i – 2j*0j = 6 (i versori, essendo unitari, valgono 1).

Prodotto di un vettore per uno scalare. In sostanza il prodotto scalare restituisce l’entità del vettore, è la componente di un vettore
Dati il vettore v ed il numero reale Ȝ, il prodotto v*Ȝ fra il vettore e lo scalare può restituire: secondo la direzione (espressa in seno e coseno) di un altro vettore.
- per Ȝ>0 un vettore con verso concorde a quello di partenza
- per Ȝ<0 un vettore con verso opposto
- per 0<Ȝ<1 un vettore più piccolo di quello di partenza, verso concorde Nel piano:
- per Ȝ>1 un vettore più grande di quello di partenza, verso concorde y
i*i (leggasi “i scalare i”)
= componente del modulo per coseno di 0
Prodotto scalare (o prodotto interno). = 1*1 = 1. j
Ogni vettore, idealmente posto in un piano cartesiano, possiede una componente orizzontale i x
ed una verticale; per definirle si associano agli assi xy due versori unitari i e j. Due versori i*j (leggasi “i scalare j”)
unitari non dipendenti linearmente sono la base per individuare ogni vettore del piano. = componente del modulo per coseno di ʌ/2
= 1*0 = 0.
y Æ il prodotto scalare di vettori ortogonali fra
3 i j k
v= loro è zero.
2 i i*i i*j i*k
v 1*1=1 1*0=0 0
j j j*i j*j j*k
x 1*0=0 1*1=1 0
v = 2j + 3i i -esempio pratico-
k k*i k*j k*k
i=1 i=3 0 0 1
Rappresentazione trigonometrica: v1 = j=2 v2 = j=-1
k=1 f
y
? = Determinare f in modo che i due vettori siano ortogonali.
v senĮ v v1 * v2 = 0
Į 1i * 3i + 2j * (-1j) + 1k * f = 0
v= v senĮ2 + v cosĮ2 x 3–2+f=0
v cosĮ
f = -1

7
STATICA DELLA TRAVE

Prodotto vettoriale (o prodotto esterno). -esempio pratico (pilastro con trave a sbalzo)-
Dati due vettori v1 e v2, il prodotto vettoriale v1 ȁ v2 restituisce un vettore ortogonale ai due
vettori di partenza.
i j k F Fl F = F Fl F
i iȁi iȁj iȁk
0 +1 –1 l l
v1 ȁ v2
j jȁi jȁj jȁk
v1 v2 –1 0 +1
k kȁi kȁj kȁk
+1 –1 0
Fl

reazione
_Vettori applicati. F

Nelle strutture si parla di vettori applicati (siano essi forze o spostamenti), i quali non possono
essere spostati liberamente nello spazio, ma solamente secondo la loro retta d’azione. In una
struttura, inoltre, le forze devono essere in equilibrio, e cioè avere uguale modulo, uguale In questo modo si ottiene un sistema equivalente a quello di partenza, ovverosia un sistema
direzione ma verso opposto. che ha gli stessi effetti di quello iniziale.
È possibile ottenere la risultante complessiva del sistema (Rt) traslando solamente i vettori
lungo la loro retta d’azione, operazione lecita con i vettori applicati.
F1 F2 F1
= R
F2
v1 v2
v3 v3 v3
a b
R1
v1 Rt
E’ evidente che per equilibrare il sistema servono la risultante [R] delle forze in gioco ed il v2
braccio di applicazione delle forze. R1
F1 a
F1 : a = F2 : b =
F2 b
Ripetendo, qualsiasi sistema può essere ricondotto ad un sistema equivalente in un asse
In questo modo è possibile spostare gli assi di applicazioni delle forze, aggiungendo un parallelo, con l’aggiunta di un momento di trasporto; ma è necessario prendere la distanza
momento di trasporto creato dalle forze di partenza. l ortogonale alla retta d’azione della forza.

F Fl
momento = forza [F] * lunghezza [l] l
Æ coppia di forze uguali in modulo F
l F’
e direzione ma opposte in verso.
F

N.b. le forze si misurano in Newton [N], ed i momenti in Newton per metri [N*m]

8
TEORIA DEI VETTORI

-esempi pratici-
F F F v1 v1 d1 v1 d1
F F F 2F d2 O d2 O

l l l l v2 R v2 R
d3
F d4

F F F v3 v3

A. B. C. D.

F d. riportare, partendo da un punto qualsiasi, le parallele alle congiungenti sulle rette d’azione
dei tre vettori.
l l
F

d4 d4
E. F.
d1 d1 =d4
d3
Fl d2 =d1
A  B due forze producono un momento applicato nel baricentro v1 v1
A = C due forze si elidono
A = D le forze producono due momenti Fl Fl opposti che si elidono. Rimane la v2 v3 v2 v3
forza F applicata come in A
A  E differente retta d’azione della forza
A = F uguale retta d’azione
AC

_Poligono funicolare. e. prolungare d1 e d4, ripetendo la precedente operazione per un paio di volte; si ottengono i
Metodo grafico per l’individuazione della risultante e dell’asse centrale di vettori applicati. punti per cui passa l’asse centrale del sistema (AC).
Dati tre vettori v1, v2 e v3

- Dati due vettori paralleli concordi, l’asse centrale è parallelo alla direzione dei vettori e
v1 cade fra di essi, più prossimo al vettore possedente maggior modulo.
- Dati due vettori paralleli discordi, l’asse centrale cade all’esterno dei due vettori, più
v2 v3 prossimo al vettore possedente maggior modulo.

a. trattare i vettori come fossero vettori liberi e trovare la risultante.


b. scegliere un polo arbitrario O.
c. tracciare le congiungenti con i poli dei vettori.
N.b. ad esempio, v1 è anche uguale al percorso delle sue congiungenti.

9
STATICA DELLA TRAVE

A.2 Travi e pilastri sono oggetti monodimensionali, e cioè oggetti con


una dimensione predominante Æ le dimensioni della sezione
VINCOLI ED EQUILIBRIO sono piccole se confrontate con la lunghezza, e quindi
approssimabili ad una linea passante per l’asse baricentrico .
sezione

dell’oggetto Æ modello monodimensionale = linea congiungente G


i baricentri delle diverse sezioni. Asse longitudinale
(luogo geometrico dei
baricentri delle sezioni)

Setti e pannelli necessitano invece di un modello bidimensionale,


basato sulla superficie media (luogo geometrico dei baricentri
dello spessore).

Esempio di schematizzazione strutturale:

Il problema sorge nelle giunzioni fra elementi (travi, pilastri, suolo) Æ vengono posti dei vincoli
al moto rigido dell’oggetto, determinando movimenti leciti ed illeciti Æ il vincolo espleta delle
azioni uguali e contrarie a quelle che agiscono sulla struttura, neutralizzandole Æ reazione.
Le strutture affrontate d’ora in poi saranno quindi ferme ed in equilibrio.

_Gradi di libertà nel piano.


nello spazio = 6 (tre traslazioni, tre rotazioni)
nel piano = 3 (due traslazioni, una rotazione) M
V
H
u = spostamento parallelo all’asse x azioni azioni azioni
v = spostamento parallelo all’asse y verticali orizzontali di rotazione

ij = rotazione intorno all’asse z

y ij
ij v
u
= CONVENZIONE POSITIVA Æ
+ + + (antioraria)
v

u x

10
VINCOLI ED EQUILIBRIO

_Alcuni tipi di vincolo. - Biella


impedisce lo spostamento verticale ed in parte quello
- Appoggio o carrello (vincolo semplice bilatero) orizzontale; non impedisce la rotazione.
impedisce che l’oggetto trasli secondo una direzione,
vincolando un grado di libertà. cinematica statica
0” u ”K H = f(u)
cinematica statica v = 0 V  0
u  0 H = 0 ij  0 M = 0
v = 0 V  0 incognita
ij  0 M = 0

L’appoggio può espletare una reazione uguale e contraria F


alla forza agente. - Doppio pendolo (due bielle vicine in parallelo)
impedisce lo spostamento verticale ed in parte quello
N.b. quando un oggetto è “appoggiato” ad un altro non lo compene- orizzontale; impedisce anche la rotazione.
tra ma neanche può staccarsene = vincolo “bilatero”.
cinematica statica
F 0” u ”K H = f(u)
v = 0 V  0
ij = 0 M  0
- Cerniera (vincolo doppio)
impedisce due traslazioni, vincolando due gradi di libertà.

cinematica statica
u = 0 H  0 incognite _Tipi di strutture.
v = 0 V  0 Controllando il rapporto fra gradi di libertà della struttura e numero dei vincoli, è possibile
ij  0 M = 0 individuare tre tipi di struttura:
La cerniera espleta due reazioni uguali e contrarie alle - Se GdL struttura > n.vincoli Æ struttura labile
forze agenti; non espleta reazioni alla rotazione. - Se GdL struttura = n.vincoli Æ struttura isostatica
- Se GdL struttura < n.vincoli Æ struttura iperstatica

N.b. la verifica dell’iperstaticità di una struttura dipende dalla posizione dei vincoli e da quali
- Incastro (vincolo triplo) gradi di libertà impediscono.
vincola tutti i gradi di libertà, reagendo con una coppia di
forze.

cinematica statica
u = 0 H  0 incognite
v = 0 V  0
ij = 0 M  0
Struttura labile Vincoli ben disposti
L’incastro espleta tre reazioni uguali e contrarie alle forze agenti. (impediscono anche la rotazione)

11
STATICA DELLA TRAVE

I vincoli trattati finora sono detti lisci (si prescinde da qualsiasi fenomeno di attrito) e bilateri _Equilibrio di una struttura.
(impediscono lo spostamento nella direzione della reazione e nella sua contraria) Æ Ad
esempio, in un oggetto appoggiato non si può verificare né la situazione A (compenetrazione Una struttura si dice in equilibrio quando le forze agenti sono bilanciate da reazioni uguali e
di una superficie), né la B (distacco dalla medesima). contrarie. Tale condizione, comunque, è necessaria ma non sufficiente; ad esempio, la
seguente struttura è in equilibrio, ma risulta labile.

A. B.
F F
2 2

l l
_Linee d’azione delle reazioni nei vincoli.

È possibile procedere al calcolo solo dopo aver appurato l’isostaticità della struttura in analisi
Nell’appoggio sono noti il verso e la direzione della reazione, (GdL = n.vincoli).
poiché il medesimo impedisce unicamente gli spostamenti
perpendicolari al pattino.
In sostanza, per far sì che una struttura sia in equilibrio le sommatorie di tutte le forze ed i
momenti agenti su di essa devono essere pari a zero.

ȈFi = 0 Æ Fi = F(agenti) + F(reagenti)

ȈMi = 0 Æ Mi = M(agenti) + M(reagenti)

La cerniera non espleta reazioni di tipo momento. La linea


d’azione delle reazioni passa sicuramente per il punto di cer-
niera, ma non se ne conosce a priori il coefficiente angolare. Da queste equazioni derivano le tre equazioni fondamentali della statica:

ȈHi = 0
Æ la sommatoria delle azioni orizzontali deve essere pari a zero

ȈVi = 0
Nell’incastro la linea d’azione delle reazioni non passerà per il Æ la sommatoria delle azioni verticali deve essere pari a zero
vincolo; non è possibile conoscerne a priori punti noti ed inclina-
zione. ȈMi = 0
Æ la sommatoria dei momenti deve essere pari a zero

12
VINCOLI ED EQUILIBRIO

-esempio pratico- _Esercizio n.01

M ȈHi = 0 l/2
F F
H–F=0 Æ H=F
F
H
ȈVi = 0 l
V V=0 Fl/2
l incognite
ȈMi = 0 F
l/2
M – F*l /2 = 0 Æ M = Fl/2
È possibile procedere mediante due sistemi di risoluzione: grafico ed analitico. F F
l
Nel sistema grafico si procede, innanzitutto, disegnando un sistema equivalente alla struttura
Fl/2
di partenza Æ si ridisegna la struttura, e mediante la linea delle pressioni si trasportano le
forze nei vincoli, determinando in seguito le reazioni che il vincolo espleta. F
l/2

F Linea delle pressioni F F


F Fl F dove agisce l’unica forza
presente nel sistema l
\
(c.v.d. non passante per
l’incastro) M
Fl
F
H
l l l/2
V

F
Nel sistema analitico si applicano le tre equazioni fondamentali della statica alla struttura,
sostituendo il vincolo con le reazioni che può espletare. l

M
F

H
V

ȈHi = 0 Æ H = 0
ȈVi = 0 Æ V – F = 0 Æ V=F
ȈMi = 0 Æ M – F*l = 0 Æ M = Fl

N.b. il punto di riferimento per il calcolo del momento è l’incastro.

13
STATICA DELLA TRAVE

F
F
_Esercizio n.02 45° _Esercizio n.03
A 45° B

ȈHi = 0 ȈHi = 0
H – F/¥2 = 0 Æ H = F/¥2 HA – F/¥2 = 0 Æ HA = F/¥2
l
ȈVi = 0 ȈVi = 0 l/2 l/2
V – F/¥2 = 0 Æ V= F/¥2 VA – F/¥2 + VB = 0
Fl/¥2
F F
ȈMi = 0 ȈMA (calcolo del momento in A) = 0 F FB Lp2
M – F/¥2*l = 0 Æ M = Fl/¥2 F M – F/¥2*l/2 + VB*l = 0 Æ M = Fl/2¥2 – VBl
l/¥2 FA Lp1
Æ VB = F/2¥2
Æ VA = F/¥2 – F/2¥2 Æ VA = F/2¥2 F
l FA FB
A 45° B

l/2 l/2
Considerazioni
La linea delle pressioni passa per
Fl/¥2 F entrambi i vincoli Æ si hanno due linee
delle pressioni. Per determinarle si parte F RB Lp2
dell’appoggio, la cui direzione della
reazione è nota, individuando Lp1; RA Lp1
l/¥2 l’intersezione fra Lp1 e linea d’azione
F F
della forza e la cerniera sono i due punti
l che determinano la Lp2. A 45° B
RA
F Per le reazioni si costruisce il “parallelo-
gramma” all’inverso, utilizzando le due
F/¥2 F
rette direzionali Lp1 ed Lp2. RB
N.b. l’inclinazione ed il verso di RA
F/¥2 permette di ipotizzare, senza procedere l/2 l/2
alla soluzione analitica, il verso di VA ed
HA.
F/¥2 F
M F/¥2
F/¥2
H F/¥2
F/¥2
V A B

l HA F/¥2
VA VB

l/2 l/2

14
VINCOLI ED EQUILIBRIO

A B

F l/2
_Esercizio n.04 _Esercizio n.05
45°
C
ȈHi = 0 l/2 ȈHi = 0
HA – F/¥2 = 0 Æ HA = F/¥2 D H – F/¥2 = 0 Æ H = F/¥2
2l

ȈVi = 0 ȈVi = 0
VA – F/¥2 + VD = 0 V – F/¥2 = 0 Æ V = F/¥2

ȈMA = 0 l l/2 l/2 ȈMi = 0 2l 45° F


M – F/¥2*3l/2 – F/¥2*l/2 + VD*2l = 0 A FA B Lp2 M – F/¥2*2l + F/¥2*2l Æ M = 0 F
Æ M = 2Fl/¥2 – 2VDl
F Lp1 l/2
Æ VD = F/¥2
Æ VA = 0 C
FD l/2 2l
Lp1 valida da D a C D
Lp2 valida da C ad A

Considerazioni
La soluzione analitica conferma quanto l l/2 l/2 2l F
già appurato mediante il metodo
grafico, e cioè che la cerniera espleta
solamente una reazione orizzontale. A B Lp2 V
RA
F Lp1 l/2
H
C M
l/2 2l
D

RD F/¥2
2l F/¥2
l l/2 l/2

A B F/¥2
HA F/¥2 F/¥2
VA l/2
Diagramma di corpo libero
F/¥2
Si ridisegna la struttura, senza vincoli,
C mettendo al posto delle incognite le
l/2 2l
reazioni calcolate.
D

VD
F/¥2
2l F/¥2
l l/2 l/2

15
STATICA DELLA TRAVE
A B

_Esercizio n.06 F _Esercizio n.07 l


B 45°
F
ȈHi = 0 A C ȈHi = 0
HA – F/¥2 = 0 Æ HA = F/¥2 HA – F/¥2 = 0 Æ HA = F/¥2 C 45°
D
ȈVi = 0 F ȈVi = 0
l l/2 RB
– VA + VB – F/¥2 = 0 – VA – F/¥2 + VC = 0

RA l l l/2
F
A B RC
RA
RA F
ȈMA B RA
M – F/¥2*3l/2 + VB*l A C ȈMA = 0 l
Æ M = 3Fl/2¥2 – VBl M – F/¥2*l – F/¥2*5l/2 + F
Lp2 RB Lp1
+ VC*2l = 0 Æ M = 7Fl/2¥2 – 2VCl C
Æ VB = 3F/2¥2 Æ VC = 7F/4¥2 D
l l/2 Lp2 Lp1
Æ VA = 3F /4¥2
Æ VA = 3F/2¥2 – F/¥2 RC
Æ VA = F/2¥2 Lp1 valida da D a C
Lp2 valida da C ad A l l l/2
Lp1 valida da C a B VA
A B
Lp2 valida da B ad A VA F/¥2
HA

HA B F/¥2
A C l
VB
F/¥2
C F/¥2
l l/2
D
VC
F/2¥2 F/¥2
F/¥2 l l l/2
F/¥2 B 3F/4¥2
A C A B
F/¥2
3F/2¥2

l l/2 l
F/¥2
C F/¥2
D
7F/4¥2

l l l/2

16
VINCOLI ED EQUILIBRIO

F
A B
45°
_Esercizio n.08 _Esercizio n.09

ȈHi = 0 l ȈHi = 0
HA – F/¥2 = 0 Æ HA = F/¥2 H=0 q l/2
C
ȈVi = 0 D ȈVi = 0 l/2
l
VA – F/¥2 + VC = 0 V – ql/2 = 0 Æ V = ql/2

ȈMA = 0 ȈMi = 0
M – F/¥2*l + VC*2l = 0 l l l/2 5ql²/8
M – ql/2*5l/4 = 0
Æ M = Fl/¥2 – 2VCl F Æ M = 5ql²/8
RC ql/2 ql/2
Æ VC = F/2¥2 l/2
Æ VA = F/2¥2 RA

Lp2 Lp1
Lp1 valida da C a B
l l/2
Lp2 valida da B ad A F
A B
RA 45°
M

l
H
La soluzione di questo esercizio può ql/2
V l/2
essere addizionata a quella del precedente C
Æ in caso di molteplici forze agenti il
sistema può essere scomposto ed analiz- RC D
zato per parti. l l/2

l l l/2

5ql²/8
F/¥2 F/¥2
A F/¥2 A F/¥2
F/¥2 HA ql/2 ql/2
l/2
B
F/2¥2 VA
l
l l/2

C C
D D
F/2¥2 VC

l l l/2 l l l/2

17
STATICA DELLA TRAVE

A.3 Come viene sollecitato ogni punto della trave?

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE La materia trasmette le forze da un punto all’altro


fino a farle giungere nei vincoli. È necessario quindi
analizzare le caratteristiche di sollecitazione interna
della trave.

Divedendo la trave in n sezioni, ogni sezione della


trave risulterebbe come “incollata”, solidale alla
successiva. Ad esempio, immaginando di sorreggere
una pila di libri, spingendo ai lati rimane unita, ma se
la forza viene meno il tutto collassa.

Nell’analisi viene idealmente considerato un concio


di trave, e cioè una parte di trave compresa fra due
sezioni della stessa, eseguite a distanza x fra loro.

x
sezione
_Convenzione positiva in un concio di trave.
.
G
Asse longitudinale

- Sforzo Normale N : due forze uguali in direzione ed opposte in verso; azioni lungo
l’asse della trave di trazione (positive) e compressione (negative).

- Taglio T : tensioni tangenziali, positive se il concio ruota in senso orario.

- Momento Flettente M : due coppie di forze uguali ed opposte;


il momento flettente è positivo se l’azione tende le fibre inferiori della trave Æ

18
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

E’ possibile tradurre in forma analitica e grafica le caratteristiche di sollecitazione interna. Tutto ciò funziona fintantoché la sezione non incontra la forza applicata F, quindi:
Prendendo ad esempio la seguente struttura: 0 ” x ” l/2

F N ÆN=0
A B Æ nel sistema non è applicata nessuna forza che produca azioni di trazione o compressione.

T Æ T – F/2 = 0 Æ T = F/2
F F
2 2 Mo Æ M – F/2*x = 0 Æ M = F/2x
l/2 l/2 per x = 0 Æ M = 0
per x = l/2 Æ M = Fl/4
a. decidere un verso di percorrenza dell’oggetto, per esempio da A a B.

F
A B
d. continuare l’analisi per la restante parte della struttura.
N.b. vanno eseguite tante sezioni quante sono le parti di struttura divise da applicazioni di forze; in
questo caso le sezioni significative sono due.
F F
2 2
F
b. eliminare una parte della struttura. M
A o . N
T
A F
2
l/2 x
l/2 ” x ” l
F
2
x N ÆN=0

c. Ovviamente bisogna porre qualcosa in sostituzione della parte di struttura che viene
T Æ T – F/2 + F = 0 Æ T = –F/2
Æ una forza concentrata fa saltare il taglio dell’entità della forza stessa.
eliminata, in quanto non sussiste più l’equilibrio; e qui entrano in gioco le caratteristiche
di sollecitazione interna.
Mo Æ M – F/2*(x + l/2) + F*x = 0
per x = 0 Æ M = Fl/4
M
A o .T N per x = l Æ M = 0

F
2
x

19
STATICA DELLA TRAVE

e. riassumere graficamente. Scegliendo il verso di percorrenza opposto i risultati non cambiano, ma per iniziare l’analisi è
necessario girare considerare l’altro lato del concio.

M
F N
T
.o B

A B 0 ” x ” l/2
F
2
N ÆN=0 x
F F
2 2 T Æ T + F/2 = 0 Æ T = –F/2
l/2 l/2
Mo Æ M – F/2*x = 0 Æ M = F/2x
per x = 0 Æ M = 0
per x = l/2 Æ M = Fl/4
N=0 N=0
N
_Rotazione del concio di convenzione positiva nelle strutture.

F/2 +
T – F/2

M Fl/4
+

20
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

_Esercizio n.10 A B N
M
ȈHi = 0
C
l/2 T
.o
H–F=0 Æ H=F x
F C
ȈVi = 0 l F
V=0 Fl/2
A B sezione 02
ȈMi = 0 F 0 ” x ” l/2
l/2
M – F*l /2 = 0 Æ M = Fl/2 C
F F N ÆN=0
l
T ÆT–F=0 ÆT=F

Fl/2 M Fl/2 Mo Æ M + Fx = 0 Æ M = – Fx
A o . N
A B
per x = 0 Æ M = 0
F T F
l/2
C per x = l/2 Æ M = –Fl/2
F
x l
sezione 01
0”x”l
N F –
N Æ N + F = 0 Æ N = –F N=0

T ÆT=0

F
Mo Æ M + Fl/2 = 0 Æ M = – Fl/2 T=0
T
+

Fl/2 – Fl/2

M –
Considerazioni
Ricordare sempre di ruotare il concio di
convenzione positiva nel modo giusto (vedi
schematizzazione sovrastante).

21
STATICA DELLA TRAVE

N M
x
_Esercizio n.11 A B T .o A B
D F/¥2
F F/2 F l/2
ȈHi = 0 45° F/¥2 F/2 F/2 45°
HA – F/¥2 = 0 Æ HA = F/¥2
C F/2 C
l/2 l/2
ȈVi = 0 D D
sezione 02
VA – F/¥2 + VD = 0
0 ” x ” l¥2/2
ȈMA = 0
F/¥2
M – F/¥2*3l/2 – F/¥2*l/2 + VD*2l = 0 l l/2 l/2 N Æ N + F/2 = 0 Æ N = –F/2
Æ M = 2Fl/¥2 – 2VDl l l/2 l/2

Æ VD = F/¥2 T Æ T + F/2 = 0 Æ T = –F/2


Æ VA = 0
Mo Æ M – F/2*x = 0 Æ M = Fx/2
Lp1 valida da D a C A B Lp2
per x = 0 Æ M = 0
Lp2 valida da C ad A RA
F Lp1 l/2 N F/¥2 –
per x = l¥2/2 Æ M = Fl¥2/4
C
l/2 N M –
D
T .o F

M F/2
F/2
A o . N RD
x
C
T
T=0
F/¥2 T
+
l l/2 l/2 D
l¥2/2
x F/2 F/2

A B
sezione 01 sezione 03
F/¥2 F/¥2 F/2
0”x”l l/2 0 ” x ” l¥2/2
M=0

F/¥2
M
N Æ N + F/¥2 = 0 Æ N = –F/¥2 C
l/2 N Æ N + F/2 = 0 Æ N = –F/2
+
D
T ÆT=0 T Æ T + F/2 – F = 0 Æ T = F/2
F/¥2
Mo ÆM=0 Mo Æ M – F/2*(x + l¥2/2) + Fx = 0 Fl¥2/4
l l/2 l/2
per x = 0 Æ M = Fl¥2/4 per x = l¥2/2 Æ M = 0

22
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

_Rapporti fra taglio, momento e linee delle pressioni.


N.b. il taglio è una caratteristica di tipo forza, e quindi salta quando incontra forze applicate; il
È possibile tracciare intuitivamente il grafico del momento flettente a partire dalla linea delle momento, di conseguenza, salta incontrando una coppia applicata.
pressioni, sapendo che:
a. nei punti di intersezione o identità fra linea delle pressioni e struttura il momento è zero.
b. in caso di parallelismo fra struttura e linea delle pressioni, il momento sarà una
costante. RA
c. più è grande la distanza fra la linea delle pressioni e la struttura, più si verificherà C
Cl/2
momento. A B
d. se la linea delle pressioni è di compressione, il momento è situato all’opposto di essa
rispetto all’asse della trave; se di trazione, il momento è situato dallo stesso lato della
linea delle pressioni. RB
Cl/2
Ad esempio, nel precedente esercizio:
- fra A e B la Lp2 coincide con la struttura Æ il momento sarà zero nel tratto di l/2 l/2
coincidenza.
- in D la Lp1 interseca la struttura Æ il momento sarà zero nel punto di intersezione.
- fra B e C la Lp2 si allontana dalla struttura Æ il momento, partendo da zero, andrà via
via aumentando fino a C.
N=0 N=0
- fra C e D è valida la Lp1, e si avvicina alla struttura Æ il momento, partendo dal suo
massimo in C, andrà via via diminuendo fino a zero in D. N
- Le linee Lp1 ed Lp2 sono di compressione, quindi il momento sarà disegnato dal lato
opposto ad esse, con asse la struttura.

A B Lp2
Inoltre, il diagramma del taglio è la F/¥2 Lp1
derivata del diagramma del momento. F T – Cl/2
Da ciò si può dedurre:
- se il taglio è zero in un tratto, il C
momento sarà costante o zero.
- se il taglio è costante, il mo-
mento sarà un’inclinata; il taglio D
in questo caso è il coefficiente F/¥2 –
C
angolare del momento. M +
- se il taglio è un’inclinata, il mo- A B Lp2
mento sarà parabolico; e così F/¥2
via. Lp1
F
- se il taglio è zero in un punto, il
momento avrà un massimo, un C
+
minimo od un flesso, come
matematica insegna. D Æ il taglio non percepisce la coppia
Æ il coefficiente angolare nel momento è uguale, come si desume dal diagramma di taglio,
Per conferma di quanto detto, vedere F/¥2 ma il diagramma di momento salta in corrispondenza della coppia.
l’esempio precedente.

23
STATICA DELLA TRAVE

_Esercizio n.12 3ql²/2


3ql²/2

ȈHi = 0 ql
H=0 x ql

l
o
. l
ȈVi = 0 T
M
V – ql = 0 Æ V = ql q q
N

ȈMi = 0 l l
l l/2 l/2
l l
M – ql*3l/2 = 0 Æ M = 3ql²/2 sezione 02
3ql²/2
0”x”l
N=0
ql N
N Æ N – ql = 0 Æ N = ql
l +
ql T ÆT=0

Mo Æ M + 3ql²/2 – ql*2l = 0 N=0


ql
l l/2 l/2 Æ M = ql²/2
3ql²/2
M 3ql²/2
o .T N
+ ql
ql ql M T
q o . N
l T
x T=0
sezione 03 x
q
0”x”l
sezione 01 – ql
0 ” x ” 2l l l
N ÆN=0
N ÆN=0
T Æ T + qx = 0 Æ T = –qx
3ql²/2
ql²/2

T Æ T – ql = 0 Æ T = ql per x = 0 Æ T = 0 M + ql²/2
per x = l Æ T = –ql
Mo Æ M + 3ql²/2 – ql*x = 0 +

per x = 0 Æ M = –3ql²/2 Mo Æ M – qx*x/2 = 0


per x = 0 Æ M = 0 + ql²/2
per x = 3/2l Æ M = 3ql²/2 – 3ql²/2 = 0 Æ M = 0
per x = 2l Æ M = 3ql²/2 – 2ql² = 0 Æ M = ql²/2 per x = l Æ M = ql²/2

24
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

_Esercizio n.13 q _Momento, taglio e sforzo normale


A B in termini differenziali. A B

ȈHi = 0 dx
H=0

ȈVi = 0 l
Va + Vb – ql = 0 ql Prendendo una piccola parte di carico dx, si nota M M
N N
che il carico è variabile, ma la porzione conside- T T
ȈMA = 0 A B
rata è tanto piccola da essere costante.
M – ql*l/2 + Vb*l = 0 A dx B

Æ VB = ql/2
Æ VA = ql/2 ql/2 l/2 l/2 ql/2

Da A a B ci si sposta di dx, e di conseguenza le M M+dM


azioni non sono uguali; quindi viene applicato un N N+dN
q M q T
A o . A B piccolo incremento d.
A dx B
T+dT
T
ql/2 ql/2 ql/2

x l
Dopo aver individuato le risultanti della piccola qv
sezione 01 porzione di carico obliquo preso in considera- qh
zione, è possibile calcolare l’equilibrio del concio.
0”x”l
N=0 N=0
N A dx B
N ÆN=0
dN
T Æ T – ql/2 + qx = 0 N Æ N – qh*dx + N + dN = 0 Æ qh = dx (derivata N)
per x = 0 Æ T = ql/2 dT
ql/2 T Æ T – qv*dx – (T + dT) = 0 Æ – qv*dx – dT = 0 Æ qh = dx (derivata T)
+
per x = l/2 Æ T = ql/2 – ql/2 Æ T = 0
T –
per x = l Æ T = ql/2 – ql Æ T = – ql/2 ql/2
dM
MoÆ – T*dx – M + qv*dx²/2 + M + dM = 0 Æ dx = T (derivata M)
ÆM=œT
Mo Æ M – ql/2*x + qx*x/2 = 0
M M+dM
per x = 0 Æ M = 0
M
ql²/8
N.b. dx²/2 è un infinitesimo di ordine superiore,
trascurabile rispetto agli altri termini dell’equazione.
N
T
o
. T+dT N+dN
per x = l/2 Æ M = ql²/4 – ql²/8 Æ M = ql²/8 +

A dx B
per x = l Æ M = ql²/2– ql²/2 Æ M = 0

25
STATICA DELLA TRAVE

B C B C
_La cerniera interna.
ȈHi = 0
F – HA – H D = 0
h/2 h/2
Trattasi di un particolare vincolo che, come la normale
cerniera, non può trasmettere momento. F
ȈVi = 0 F
h/2 VA – VD = 0 Æ VA = VD VA h/2
Ogni trave ha tre gradi di libertà; la cerniera interna è un A D A D
vincolo doppio, ed impedisce due gradi di libertà. Due travi ȈMA = 0 HA HD
posseggono sei gradi di libertà, e vincolate con tre vincoli M – F*h/2 + VD*l = 0 VD
cerniera, impedenti ognuno due gradi di libertà, formano
una struttura isostatica (a fianco). Æ VD = Fh /2l
l Æ VA = Fh /2l l

La cerniera interna è comunque mobile. Æ B C


Æ le equazioni, come previsto, non sono sufficienti alla
risoluzione del problema. Æ si ricorre all’equazione t1
ausiliaria. h/2

F
ȈMB (cerniera interna) = 0 VA h/2
parte sinistra della struttura t1 A D
HA
N.b. scegliere nell’analisi sempre la parte di struttura che è utile ai
B t2 C
fini del calcolo, e cioè dove si trovano forze applicate note.
È evidente che non si posseggono sufficienti dati noti per
la soluzione del problema (troppe incognite) Æ è neces- h/2 l
t1 M + F*h/2 – HA*h = 0
sario scrivere un’equazione ausiliaria di equilibrio del
momento, calcolando nel punto di cerniera interna (B); tale Æ HA = F/2
F Æ HB = F/2
equazione è relativa al troncone t1 o t2 della struttura Æ i h/2
due tronconi possono essere calcolati separatamente, A D
ponendo che in B i momenti dei medesimi sono nulli. HA HD
VA
N.b. VA e VB formano una coppia positiva VD di valore Fh /2l*l = Fh /2,
VA VD F
controbilanciata dalla coppia che formano le reazioni HA + HD con la forza F
pari a F*h /2 = Fh /2, negativa Æ situazione di equilibrio. HA + HD
l

B C B C
La linea delle pressioni deve passare per le cerniere,
poiché è noto a priori che in tali punti non si verifica h/2
h/2
momento.
F F
Da B a D non sono presenti carichi, quindi la Lp1 deve h/2 h/2
Fh/2l
essere regolata dalla reazione di D, e passare per la A D A D
cerniera in D e la cerniera interna in B. RA
RD F/2 F/2
Fh/2l
Tracciare la linea d’azione di F; prolungando dall’interse-
zione con la Lp1 in A si individua la Lp2. Lp2 Lp1
l l

26
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

B C
N
N M
h/2
M T
.o
T
.o F x
x h/2 D
Fh/2l Fh/2l
A A D F/2
F/2 F/2 Fh/2l F/2 Fh/2l
sezione 01 sezione 03
0 ” x ” h/2 0”x”h

l
N Æ N – Fh/2l = 0 Æ N = Fh/2l N Æ N + Fh/2l = 0 Æ N = –Fh/2l

T Æ T – F/2 = 0 Æ T = F/2 T Æ T – F/2 + F = 0 Æ T = F/2


– F/2
Mo Æ M – F/2*x = 0 Æ M = Fx/2 Mo Æ M + F/2*x = 0
per x = 0 Æ M = 0
N + –
per x = 0 Æ M = 0
per x = h/2 Æ M = Fh/4 per x = h Æ M = –Fh/2
Fh/2l Fh/2l M
N N
T
.o C

M
T
.o Fh/2l –
h/2

x –
h/2
F T + D
Fh/2l
h/2 Fh/2l F/2
+
A
F/2
F/2 F/2 F/2 sezione 04
x
sezione 02
0 ” x ” h/2 0”x”l

Fh/2
N Æ N – Fh/2l = 0 Æ N = Fh/2l – N Æ N + F/2 = 0 Æ N = –F/2

T Æ T – F/2 + F = 0 Æ T = –F/2 T Æ T + Fh/2l = 0 Æ T = –Fh/2l


M +

Mo Æ M – F/2*(x + h/2) + F*x = 0 Mo Æ M + F/2*h – Fh/2l*x = 0


per x = 0 Æ M = Fh/4 per x = 0 Æ M = –Fh/2
Fh/4
per x = h/2 Æ M = – Fh/4 – Fh/4 + Fh/2 Æ M = 0 per x = l Æ M = – Fh/2 + Fh/2 Æ M = 0

27
STATICA DELLA TRAVE

B C B C

l/2 l/2
_Esercizio n.14
M N
x
q q
ȈHi = 0
HA + HD – ql/2 = 0 A D
l/2
3ql/16¥2
o . T
3ql/8 A 3ql/16 D
l/2

A
3ql/16 ql/8
ȈVi = 0 9ql/16¥2
VA – VD = 0 Æ VA = VD

l l sezione 01 l l
ȈMA = 0 ql/2
M + ql/2*3l/4 – VD*2l = 0 RD 0 ” x ” l¥2
RA
Æ M = – 3ql²/8 + 2VDl
Æ VD = 3ql/16
B C N Æ N + 9ql/16¥2 = 0 Æ N = –9ql/16¥2
– 3ql/8
Æ VA = 3ql/16
ql/2
l/2
T Æ T + 3ql/16¥2 = 0 Æ T = –3ql/16¥2
N
– +
Lp1
ȈMC = 0 l/2
parte destra della struttura rispetto a C A Lp2 RD D
Mo Æ M + 3ql/16¥2*x = 0
M – ql/2*l/4 + HD*l = 0 RA
per x = 0 Æ M = 0 3ql/16
Æ M = ql²/8 – HDl 9ql/16¥2
per x = l¥2 Æ M = –3ql²/16
Æ HD = ql/8
l l ql
+
Æ HA = ql/2 – ql/8 Æ HA = 3ql/8
B C
+
Lp1 valida da D a ql/2 l/2
T
Lp2 valida da ql/2 ad A –
q
l/2 –
A VD D
HA VA HD
ql/8
3ql/16¥2
l l

B C – 3ql²/16

l/2
M +

q
l/2
3ql/8 A 3ql/16 D
3ql/16 ql/8 3ql²/16 9ql²/128

l l

28
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE
M
B o . N
T
N
l M

3ql/8 A
T
o
.
x
3ql/16
q
l/2
l x 3ql/16 D

sezione 02 sezione 04 ql/8


0”x”l 0 ” x ” l/2

N Æ N + 3ql/8 = 0 Æ N = –3ql/8 N Æ N – 3ql/16 = 0 Æ N = 3ql/16

T Æ T – 3ql/8 = 0 Æ T = 3ql/8 T Æ T + ql/8 – qx= 0


per x = 0 Æ T = –ql/8
Mo Æ M – 3ql/16*(x + l) + 3ql/8*l = 0
per x = l/2 Æ T = 3ql/8
per x = 0 Æ M = –3ql²/16
per x = l/8 Æ T = 0
per x = l Æ M = 3ql²/16 + 3ql²/16 – 3ql²/8 Æ M = 0

Mo Æ M – ql/8*(l/2 + x) + qx*x/2 = 0
N
per x = 0 Æ M = ql²/16
M
T
.o per x = l/2 Æ M = ql²/16 + ql²/16 – ql²/8 Æ M = 0
x per x = l/8 Æ M = ql²/16 + ql²/64 – ql²/128 Æ M = 9ql²/128 (massimo)
3ql/16 D
sezione 03 ql/8
0 ” x ” l/2

N Æ N – 3ql/16 = 0 Æ N = 3ql/16

T Æ T + ql/8 = 0 Æ T = – ql/8

Mo Æ M – ql/8*x = 0
per x = 0 Æ M = 0
per x = l/2 Æ M = ql²/16

29
STATICA DELLA TRAVE

C D E F

l C D E F
_Esercizio n.15 q
H G N
B q l
M
l H G
A
T
.o B
ql/8 ql/8
ȈHi = 0 x ql/8 ql/8
l
ql – HA – HH = 0
q A 7ql/8 A 7ql/8

ȈVi = 0 l l l l l
VH – VA = 0 Æ VA = VH ql
sezione 01
RD RA l l l l l
0”x”l
ȈMH = 0 C D E F
M + ql*l/2 + VA*3l – HA*l = 0
Lp1 l N Æ N – ql/8 = 0 Æ N = ql/8 N=0
Æ 3VA = HA – ql/2
H G
Æ VA = HA/3 – ql/6 N N=0 – ql/8
ql
B RD T Æ T – 7ql/8 + qx = 0 +
l ql/8 –
A per x = 0 Æ T = 7ql/8
ȈMD = 0 RA Lp2
+ ql/8
parte sinistra della struttura rispetto a D per x = l Æ T = –ql/8
M + ql*3l/2 – HA*2l + VA*2l = 0
per x = 7l/8 Æ T = 0
Æ M + ql*3l/2 – HA*2l + (HA/3 – ql/6)*2l = 0 ql/8
l l l l l
Æ M + 3ql²/2 – 2HAl + 2HAl/3 – ql²/3 = 0
Æ M – 4HAl/3 + 7ql²/6 = 0 C D E F Mo Æ M – 7ql/8*x + qx*x/2 = 0 ql/4¥2
T=0
Æ 4HA/3 = 7ql²/6 Æ HA = 7ql/8 per x = 0 Æ M = 0 ql/8
l T – ql/8
q +
H G –
Æ HH = ql – 7ql/8 Æ HH = ql/8 B HH per x = l Æ
VH l ql/8 +
Æ VA = 7ql/24 – ql/6 Æ VA = ql/8 ql/8
VA M = 7ql²/8 – ql²/2 Æ M = 3ql²/8
+
Æ VH = ql/8 A HA
per x = 7l/8 Æ 7ql/8
l l l l l
Lp1 valida da D a ql M = 49ql²/64 – 49ql²/128
ql²/4
Lp2 valida da ql ad A Æ M = 49ql²/128 (massimo) ql²/8 –
C D E F
ql²/8
l M –
M=0
q +
H G
B
ql/8 ql/8 + ql²/8
l
ql/8 3ql²/8
A 7ql/8
49ql²/128
l l l l l

30
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

x M N
l/¥2 sezione 04
q
o
. T 0”x”l

ql/¥2 M
B
ql/¥2
N Æ N – ql/8 = 0 Æ N = ql/8 H o . N
ql/8 ql/8 T
ql/¥2
A
3ql/4¥2 T Æ T – ql/8 = 0 Æ T = ql/8
sezione 02 x
0 ” x ” l¥2
Mo Æ M + ql/8*x = 0

N Æ N + ql/¥2 – ql/¥2 = 0 Æ N = 0 per x = 0 Æ M = 0


per x = l Æ M = –ql²/8
T Æ T + ql/¥2 – 3ql/4¥2 = 0 Æ T = –ql/4¥2
sezione 05 N
Mo Æ M – ql/¥2*l/¥2 + ql/¥2*l/2¥2 + ql/¥2*(l/2¥2 + x) – 3ql/4¥2*(l/¥2 + x) = 0 0”x”l M

per x = 0 Æ M = ql²/2 – ql²/4 – ql²/4 + 3ql²/8 Æ M = 3ql²/8


T
.
N Æ N + ql/8 = 0 Æ N = – ql/8 o
x
per x = l¥2 Æ M = ql²/2 – ql²/4 – ql²/4 – ql² + 3ql²/8 + 3ql²/4 Æ M = ql²/8 H G

T Æ T – ql/8 = 0 Æ T = ql/8 ql/8 ql/8

M
C o . N Mo Æ M + ql/8*l + ql/8*x = 0 l
T
l
q per x = 0 Æ M = –ql²/8
B per x = l Æ M = –ql²/4
l
ql/8
A 7ql/8 sezione 06
0 ” x ” 2l
sezione 03 l x x
0”x”l
N Æ N + ql/8 = 0 Æ N = –ql/8 M

N Æ N – 7ql/8 + ql = 0 Æ N = –ql/8
N
T
. o E F

T Æ T + ql/8 = 0 Æ T = –ql/8 l
H G
T Æ T + ql/8 = 0 Æ T = –ql/8
ql/8
Mo Æ M + ql/8*l + ql/8*(l – x) = 0 ql/8

Mo Æ M + ql/*3l/2 – 7ql/8*2l + ql/8*(x + l) = 0 per x = 0 Æ M = –ql²/4


l
per x = 0 Æ M = – 3ql²/2 + 7ql²/4 – ql²/8 Æ M = ql²/8 per x = l Æ M = –ql²/8
per x = l Æ M = – 3ql²/2 + 7ql²/4 – ql²/8 – ql²/8 Æ M = 0 per x = 2l Æ M = 0

31
STATICA DELLA TRAVE

q q
C D C D
_Esercizio n.16

ȈHi = 0 l l
ql – HE = 0 Æ HE = ql ql/2
M
A
B
E A
o .T N
A
B E
ȈVi = 0 ql/2 ql/2
ql
VA – VE = 0 Æ VA = VE
2ql²
ȈMC = 0 x
l l l l l l
M + ql*l/2 – VA*l = 0
Æ VA = ql/2 sezione 01
2ql
Æ VE = ql/2 0”x”l
RA
RE
ql –
C D
ȈME = 0 N ÆN=0
Lp1 Lp2 –
ME – ql*l/2 – VA*l = 0 –

Æ ME = ql*l/2 + ql/2*3l
T Æ T – ql/2 = 0 Æ T = ql/2
l
ql
N=0
N
Æ ME = 2ql² RE ql/2¥2
A E
Mo Æ M – ql/2*x = 0 ql/2

RA B per x = 0 Æ M = 0
Lp1 valida da A a ql ME per x = l Æ M = ql²/2 ql
Lp2 valida da ql ad E ql/2 +

l l l

+

ql/2 +
T
q 3ql/2¥2
C D

l ql²/2
+
A VE ql²/2
B E
HE
VA
+
ME +

M
+
l l l ql²/2

2ql²

32
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

N
M
T
.o
A
x x l
q B M
sezione 02 ql/2 sezione 04
0”x”l
N .o D
0”x”l T

l
N Æ N + ql/2 = 0 Æ N = –ql/2 N Æ N + ql = 0 Æ N = –ql
ql/2

T Æ T + qx = 0 T Æ T – ql/2 = 0 Æ T = ql/2 E
ql
per x = 0 Æ T = 0
Mo Æ M + ql*l + ql/2*(l + x) – 2ql² = 0 2ql²
per x = l Æ T = –ql
per x = 0 Æ M = 2ql² – ql² – ql²/2 Æ M = ql²/2
per x = l Æ M = 2ql² – ql² – ql²/2 – ql²/2 Æ M = 0
Mo Æ M – ql/2*l + qx*x/2 = 0
per x = 0 Æ M = ql²/2
per x = l Æ M = ql²/2 – ql²/2 Æ M = 0

N M
x

T .o 3ql/2¥2
E
sezione 03 ql/2¥2
0 ” x ” l¥2
2ql²

N Æ N + ql/2¥2 = 0 Æ N = –ql/2¥2

T Æ T – 3ql/2¥2 = 0 Æ T = 3ql/2¥2

Mo Æ M + 3ql/2¥2*x – 2ql² = 0
per x = 0 Æ M = 2ql²
per x = l¥2 Æ M = 2ql² – 3ql²/2 Æ M = ql²/2

33
STATICA DELLA TRAVE
q D F G
C
q D F G l
_Esercizio n.17
C
l E
ȈHi = 0 M l
HH – HA = 0 Æ HA = HH E N
T
.o A B A
l ql ql
B A
N.b. graficamente è possibile intuire 2l
il valore di VH Æ la Lp1 ha un’inclinazione x
di 45°, quindi le componenti di RA devono essere 2l 2l l l 2l ql
di uguale modulo Æ VH = HH 3ql 3ql ql
sezione 01 H
2l l l 2l
H 0 ” x ” 2l
ql ql
ȈVi = 0 RH
+ +
N=0
VA – 2ql – VH = 0 +
N Æ N + ql = 0 Æ N = – ql
RA –
ȈMH = 0 2ql
2ql ql¥2 N
M + 2ql*5l – VA*4l + HA*2l = 0
T Æ T + 3ql = 0 Æ T = – 3ql
D F G – ql +
Æ 2HA = 4VA – 10ql C
l Mo Æ M + 3ql*x = 0 3ql
Æ HA = 2VA – 5ql
Æ M = – 3qlx
Lp2 E Lp1
ȈME = 0 l per x = 0 Æ M = 0 3ql
parte sinistra della struttura rispetto a E B A ql
per x = 2l Æ M = – 6ql²
M + 2ql*2l – HA*l – VA*l = 0 + + ql
Æ M + 2ql*2l – (2VA – 5ql)*l – VA*l = 0 RA 2l T=0
+
Æ 4ql – 2VA + 5ql – VA = 0
2l l l 2l RH
Æ 3VA = 9ql Æ VA = 3ql H +
ql¥2
T

3ql
Æ VH = 3ql – 2ql –

Æ VH = ql ql
q D F G
C
Æ HA = 2(3ql) – 5ql l
Æ HA = ql 4ql² ql
E 2ql²
Æ HH = ql l M=0 –
B A 4ql²
HA
Lp1 valida da H a 2ql + M –
Lp2 valida da 2ql ad A 2l 2ql²
2l l l 2l VH
VA +
H 6ql²
HH

34 4ql²
CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

N
M ql¥2 ql¥2
x
T
. D

x
o
C o . M
sezione 02 B A T
0 ” x ” 2l ql 2l N

B A
N Æ N + 3ql = 0 Æ N = – 3ql
2l ql¥2 2ql¥2
3ql
T Æ T – ql = 0 Æ T = ql

sezione 04 l l
Mo Æ M + 3ql*2l – ql*x = 0
0 ” x ” l¥2
per x = 0 Æ M = – 6ql²
per x = 2l Æ M = – 4ql² N Æ N + ql¥2 – 2ql¥2 = 0 Æ N = ql¥2

x
T Æ T + ql¥2 – ql¥2 = 0 Æ T = 0

M Mo Æ M + ql¥2*l/¥2 – 2ql¥2*l¥2 + ql¥2*(l¥2 – x) + ql¥2*(l/¥2 + x) = 0


q
o . N
per x = 0 Æ M = – ql² + 4ql² – 2ql² – ql² Æ M = 0
C T
per x = l¥2 Æ M = – ql² + 4ql² – 2ql² + 2ql² – ql² – 2ql² Æ M = 0
2l

sezione 03 B A
0 ” x ” 2l ql sezione 05
0 ” x ” 4l
N Æ N + ql = 0 Æ N = – ql
2l N Æ N – ql = 0 Æ N = ql
3ql
T Æ T – 3ql + qx = 0
per x = 0 Æ T = 3ql T Æ T + ql = 0 Æ T = – ql

per x = 2l Æ T = 3ql – 2ql Æ T = ql


Mo Æ M – ql*x = 0 N
M
per x = 0 Æ M = 0
Mo Æ M – ql*2l + 3ql*(2l – x) + qx*x/2 = 0 per x = 4l Æ M = 4ql²
T
.o
per x = 0 Æ M = 4ql x
ql
per x = 2l Æ M = 2ql² + 6ql² – 6ql² – 2ql² Æ M = 0 H
ql

35
STATICA DELLA TRAVE

_Verifica mediante l’equilibrio globale alla rotazione.

x È molto utile eseguire anche l’equilibrio globale alla rotazione della struttura, in verifica finale
sezione 06 dei calcoli trascritti nel diagramma di corpo libero.
0 ” x ” 2l M
N
T
.o G

N Æ N – ql = 0 Æ N = ql l
2ql
T Æ T – ql = 0 Æ T = ql l D F G
C
l
Mo Æ M – ql*4l + ql*x = 0
per x = 0 Æ M = 4ql² 2l E
l
per x = 2l Æ M = 2ql² B A
ql
ql
H
ql
2l
l l l l 2l
ql H
3ql ql

2ql
2l
sezione 07 F G
x D
0 ” x ” l¥2 C
F G Æ eventualmente, è possi-

N ÆN=0 M .o l
bile scomporre forze e rea-
zioni, in modo da ottenere
T E
coppie formate da forze di
T Æ T – ql¥2 = 0 Æ T = ql¥2
N eguale modulo. B A
l
ql

Mo Æ M – ql¥2*(l¥2 – x) = 0 2ql
2l
per x = 0 Æ M = 2ql² 2l ql H
per x = l¥2 Æ M = 0 ql ql
ql¥2
H
l 4l
ȈMi = 0
M – ql*4l + ql*2l + 2ql*l = 0 Æ M = 0 Æ la struttura è in equilibrio alla rotazione.

36
STRUTTURE RETICOLARI

A.4 Le strutture reticolari sono strutture formate da aste rettilinee, connesse agli estremi attraverso
nodi cerniera. Tali strutture possono essere sia spaziali sia piane.
STRUTTURE RETICOLARI Il punto di incontro di due o più aste nel quale non viene trasmesso momento è chiamato nodo
cerniera.

nodo cerniera

asta rettilinea

Assunti di calcolo da adottare per strutture reticolari piane:


- reticolare con aste interconnesse da cerniere perfette (metodo che non sarà affrontato;
la cerniera perfetta equivale ad una cerniera normale in cui M = 0, tenendo conto che
in casi particolari le cerniere trasmettono momento).
- reticolare con carichi esterni applicati ai nodi cerniera Æ tutte le aste sono soggette
solo a sforzo normale, costante lungo tutta la lunghezza dell’asta. Æ le aste possono
quindi anche essere dette bielle.

N N

37
STATICA DELLA TRAVE

_Tipi di strutture reticolari. _Concetti preliminari per il calcolo.

a. individuare le reazioni vincolari esterne


b. trovare gli sforzi normali su tutte le aste

- Reticolare Polonceau Æ si inizia numerando i nodi e le aste (es. nodi con numero arabo cerchiato, aste con numero
arabo non cerchiato), e successivamente si conteggiano i gradi di vincolo esterno.

5 8 5 9 6
NN (numero nodi) : 6 P

NA (numero aste) : 9 l 3 4 5 6 7

- Reticolare Inglese NV (numero gradi di vincolo) : 3


Æ due dalla cerniera, uno dall’appoggio
1 1 2 2 3

l l
Æ le incognite sono lo sforzo normale N sulle aste e le reazioni vincolari. Æ ogni nodo
fornisce due equazioni di equilibrio; le equazioni complessive sono quindi due volte il numero
dei nodi.
- Reticolare Mohniè
equazioni = 2 NN
incognite = NA + NV

una struttura reticolare piana è risolvibile quando:


2 NN = NA + NV

o meglio, riassumendo in un coefficiente g:


g = 2 NN – NA – NV
- Reticolare Neville

g>0Æ2 NN > NA + NV Æ struttura labile


g=0Æ2 NN = NA + NV Æ struttura isostatica
g<0Æ2 NN < NA + NV Æ struttura iperstatica

quindi, la struttura di partenza


NN = 6 NA = 9 NV = 3 Æ 12 = 12, g = 0 Æ è una reticolare isostatica.

38
STRUTTURE RETICOLARI

_Metodo di calcolo dell’equilibrio ai nodi. Convenzione: se lo sforzo normale N su un’asta è incognito, esso è sempre uscente dal nodo.

a. calcolare le reazioni vincolari.


b. scrivere per ogni nodo due equazioni di equilibrio, una alla traslazione orizzontale ed 5 N6
una alla verticale.
c. le incognite delle suddette equazioni sono gli sforzi normali su tutte le aste. P
N.b. è indispensabile non avere più di due incognite per nodo, e gli equilibri fatti agli
ultimi due nodi permettono di verificare se i precedenti calcoli sono esatti Æ delle N5
quattro equazioni che vengono scritte, tre sono di controllo poiché le reazioni sono già
note dagli altri calcoli.

-esempio pratico- c. scrivere le equazioni di equilibrio, una alla traslazione orizzontale una alla verticale.

a. calcolare le reazioni vincolari. E.O. N6 + N5/¥2 = 0 Æ N6 = – N5/¥2 Æ N6 = P


5 6 4 7 3
ȈHi = 0 E.V. – P – N5/¥2 = 0 Æ N5 = – P¥2
H=0 P

l 5 4 3 2
ȈVi = 0 d. ripetere tale operazione per il resto dei nodi.
V1 –P–V2 =0
Convenzione: se lo sforzo normale su di un’asta è noto e positivo si indica uscente dal nodo,
se noto e negativo entrante nel nodo.
ȈM 1 =0 1 1 2

M – V *l + P*l = 0
2
N6 = P 4 N7
ÆV2=P
Æ V 1 = 2P l l
E.O. N7 – P = 0 Æ N7 = P

E.V. – N4 = 0 Æ N4 = 0
5 6 4 7 3
NN = 6
N4
NA = 9 P
NV = 3 l 5 4 3 2

N7 = P 3
1 1 2
E.O. – P – N3/¥2 = 0 Æ N3 = – P¥2
V 1 = 2P V2 = P
E.V. – N2 – N3/¥2 = 0 Æ N2 = P N3
l l
N2
b. per il calcolo si parte da un nodo cerniera che comprende due sole aste, per il quale vanno
scritte due sole equazioni. Æ nell’esempio è possibile partire dal nodo 2 o dal nodo 5 .

39
STATICA DELLA TRAVE

N2 =P
f. come ultima operazione, segnalare i risultati ottenuti nella struttura di partenza.

E.O. – N1 = 0 Æ N1 = 0
5 6 4 7 3
E.V. – P + N2 = 0 Æ N2 = P puntone
(prima equazione di verifica)
N1 2 P
tirante
l 5 4 3 2
P asta scarica

1 1 2

N3 = – P¥2 N4 = 0 N3 = – P¥2 2P P

l l
E.O. – P + P + N1 = 0 Æ N1 = 0
(seconda equazione di verifica)
E.V. – P – P + 2P + N4 = 0 Æ N4 = 0 1 N1 = 0
(terza equazione di verifica)

2P

_Metodo di calcolo delle sezioni di Ritter.


Riassumendo il percorso eseguito: Tale metodo permette di calcolare gli sforzi normali in una struttura reticolare note le reazioni
vincolari. Si basa sul teorema fondamentale della statica secondo il quale “se una struttura è in
5 4 3 2 1 equilibrio lo è ogni sua parte”.
Chiamasi sezione di Ritter “canonica” una sezione che divide in due parti una struttura
N5 N7 N2 N1 verifica reticolare, tagliando tre aste non tutte concorrenti nello stesso punto.
N6 N4 N3 verifica verifica

-esempio pratico-
e. redigere una tabella riassuntiva dei risultati ottenuti. P
N.b. se un’asta ha sforzo normale positivo è detta tirante, se negativo puntone, se zero asta 4 5 3
scarica.
P

asta valore N tipo asta


1 0 scarica
2 3 4 l
2 P tirante
3 – P¥2 puntone
4 0 scarica
5 – P¥2 puntone P 1 1 2
6 P tirante P
7 P tirante

40
STRUTTURE RETICOLARI

a. dividere la struttura in due o più tronconi. d. proseguire per gli altri sforzi normali incogniti, cambiando di volta in volta nodo.
N.b. la sezione deve tagliare né più né meno tre aste, non concorrenti in uno stesso
nodo. P
N.b. si prende in considerazione un nodo trovato
P all’intersezione delle rette d’azione di N3 ed N5, N5 5 3
4 5 5 3 coincidente con il nodo 4 .
P
? = N1 N3 3 4 l
2 3 3 4
ȈM 4 parte Dx = 0
M – N1*l – P*l = 0
Æ N1 = –P N1 1 2
P 1 1 1 2
P
Æ nel caso degenere in cui le rette d’azione degli sforzi normali siano parallele (calcolo di N3),
si sostituisce l’equazione di equilibrio alla rotazione con una di equilibrio alla traslazione, nella
b. mettere in evidenza le forze interne e gli sforzi normali incogniti lungo le aste. direzione perpendicolare alle due rette parallele.

P P
4 5 5 3
N5 N5 si considera in questo caso solo una componente N5 5 3
P di N3, quella verticale che rientra nel calcolo.
N3
N3/¥2
2 3 3 4 ? = N3 N3/¥2
3 4 l
N3 ȈV 4 parte Dx = 0
M + N3/¥2 – P = 0
N1 N1
P 1 1 1 2 Æ N3 = P¥2
P N1 1 2

c. la struttura è in equilibrio in ogni suo punto, quindi è possibile redigere le equazioni di Æ N.b. il metodo delle sezioni di Ritter non permette di conoscere tutti gli sforzi normali di una
equilibrio. Viene utilizzata l’equazione di equilibrio alla rotazione, scegliendo per iniziare reticolare Æ per gli sforzi restanti bisogna ricorrere a sezioni non canoniche o al metodo
un nodo che lasci nell’equazione una sola incognita. dell’equilibrio ai nodi.

P
Æ nel nodo 2 N1, N3, P hanno con- N5 5 3
tributo nullo nel calcolo del momento;
l’unica incognita è N5.
N3 3 4 l
? = N5
ȈM 2 parte Dx = 0
M + N5*l = 0
N1 1 2
Æ N5 = 0

41
LA TRAVE ELASTICA

B.1 La deformabilità di una struttura dipende dai materiali di cui è composta e dai parametri
geometrici in gioco.
TRAVE INFLESSA Tema di studio è l’oggetto trave, oggetto con una dimen-
sione preponderante rispetto alle due restanti. Il modello
trave viene identificato come elemento monodimensionale,
.
G
rappresentato dall’asse longitudinale della stessa (luogo
geometrico dei baricentri delle sezioni).

Nello stesso modo sono state affrontate le caratteristiche di sollecitazione interna (vedi p.18)
Æ le sezioni trasmettono fra loro le azioni di taglio, momento, sforzo normale. In questo
capitolo si studieranno le deformazioni indotte da tali sollecitazioni.

_Deformazione longitudinale.

Prendendo un concio di ampiezza dz

z N N
y
A B A B
dz dz

il medesimo reagisce allo sforzo normale applicato, allungandosi di ǻdz.

ǻdz sarà:
- proporzionale allo sforzo normale N
- inversamente proporzionale all’area della
sezione A N N
- dipendente dalla lunghezza dz considerata
- dipendente dal materiale di cui è composta
la struttura Æ modulo elastico E

Ndz ǻdz dz
ǻdz = Æ deformazione assiale.
EA

EA = rigidezza assiale, che ha in sé una caratteristica meccanica (E) ed una geometrica (A).

44
TRAVE INFLESSA

Nello sforzo normale ǻdz è inversamente proporzionale all’area _Modello di Eulero-Bernouilli e Timoshenko.
della sezione perché:
Si prenda ad esempio una trave P
se la sezione è grande, le sollecitazioni si distribuiscono in piccole forze su incastrata con una forza P applicata
tutta la sezione; discorso analogo se la sezione è piccola, ma le forze hanno sull’estremo libero, ipotizzando che un
minore spazio in cui distribuirsi e quindi la sollecitazione è maggiore Æ solo concio della struttura sia deforma-
diviene fondamentale conoscere la sezione dell’oggetto.
bile. dz

_Deformazione a taglio.
T Alla sollecitazione momento flettente
Nel taglio il concio si deforma nel modo illustrato a fianco, ovvero
M si otterrà un effetto di questo tipo. dV
le sezioni scorrono reciprocamente e si ingobbano.
T

Per semplicità, la vera deformazione viene approssimata,


lasciando le sezioni lisce. In ogni caso, la deformazione tagliante
Il taglio T è di minore entità, ha sem-
sarà per ora trascurata, poiché viene adottato per lo studio il
Ȗ pre incisività minore Æ è possibile Ȗ
modello di trave di Eulero, che trascura tale deformazione (la
trascurare le deformazioni date dal dV
quale in realtà è estremamente piccola nel caso di travi sottili).
taglio.
dV

dz
_Deformazione flessionale.
Æ più la trave è sottile, più la deformazione tagliante T è trascurabile rispetto alla flessione M.
Nel momento flettente le fibre superiori del concio si comprimono
M M e le inferiori si tendono, secondo un arco di circonferenza. Ma gli
spostamenti sono abbastanza piccoli da poter approssimare, M
confondendo l’arco di circonferenza con la sua tangente.

Æ Æ
simbologia realtà approssimazione T
dij I due assi su cui giacciono le due sezioni del concio si incontrano
R travi sottili travi tozze
in un punto, formando l’angolo dij ed un raggio di curvatura R.
Sono le travi che verranno analizzate in Gli effetti di deformazione a taglio e flessio-
Si nota che nella definizione di rigidezza vista poc’anzi l’area non questa sede, e seguono il modello di nale sono comparabili; tali travi individuano
dij è sufficiente, poiché la sezione resiste in modo diverso per Eulero-Bernouilli, caratterizzato da: il modello di Timoshenko.
posizione Æ viene inserito nella formula il momento di inerzia. - mantenimento delle sezioni;
- spostamenti piccoli;
Æ EI = rigidezza flessionale. - trascurabilità delle azioni taglianti.
dz

45
LA TRAVE ELASTICA

B.2 Per disegnare la deformata flessionale di una


struttura, è necessario conoscere innanzitutto
q

z
SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE le condizioni di cinematica nei vincoli.

cerniera appoggio
y
u = 0 u  0
v = 0 v = 0
ij  0 ij  0

Nella deformata reale il carrello resiste sola-


mente agli spostamenti verticali, e quindi
pattina.

Nella pratica si prende in considerazione


un’approssimazione, secondo la teoria dei
piccoli spostamenti Æ l’appoggio si sposta V(z)
talmente di poco da essere lasciato dov’è,
ovvero si considera l § l0.
l0 l
configurazione configurazione
indeformata variata o deformata
V di (z) è detto linea elastica, e rappresenta la
configurazione deformata per effetto della fles-
sione della trave.

_Relazione fra momento flettente e deformata flessionale.

ij z
V(z)
z V(z)
y y

Ingrandendo un pezzo di deformata, tracciare la tangente alla curva trovando l’angolo ij,


angolo secondo il quale l’oggetto si deforma.
Æ N.b. la tangente di una curva in un punto è la derivata della curva in quel punto.

46
SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

Se l’angolo è piccolo, la tangente dell’angolo è confondibile con l’angolo stesso. Riassumendo:


dV
tg ij § ij § dV dij momento applicato
dz = –ij Æ = 1 = – M
Convenzione: spostamenti positivi generano rotazioni orarie Æ fra M e V si pone il segno – . dz dz R EI rigidezza flessionale

N.b. da – ij a 1/R si ha a che fare con passaggi ed equazioni cinematiche (compatibilità e


+M – +V congruenza con i vincoli), mentre da 1/R a – M/EI si passa dal mondo della cinematica a
quello della statica.
L’angolo dij formato dall’intersezione fra le tangenti è la rotazione relativa fra il punto 0 ed il
punto 1. Æ la tangente che si considera è ovviamente tangente
per una famiglia di curve, e non per un’unica curva.
Æ scendendo di grado mediante derivazione, la tangen-
ij ij0 te in un punto è una ed una sola.


R

dij _Richiamo agli integrali.


ij ij0 b
a
kzn+1
b œkz n
˜z =
n+1
dij a

0 Æ formula generale di integrale definito. Per il calcolo sono utili gli integrali indefiniti, per i
quali basta aggiungere alla suddetta formula una costante C, che verrà ricavata dalla struttura
dz di partenza.
1
dij * R = dz dij
kzn+1
ds œkzn ˜z =
n+1
+C
dij 1
= Æ formula generale di integrale indefinito.
dz R

ds dz
dij dipende da: dij (vera) (approssimata)
- l’entità del momento flettente M
- l’inerzia del momento I R
- il modulo elastico del materiale E

47
LA TRAVE ELASTICA

_Metodo dell’integrazione della linea elastica. - EI V(z = l) = Pl3/6 + C1l + C2 = 0


- EI dV/dz (z = l) = Pl2/2 + C1 = 0 Æ C1 = – Pl2/2
- EI V(z = l) = Pl3/6 – (Pl2/2)*l + C2 = 0 Æ C2 = Pl3/2 – Pl3/6 Æ C2 = Pl3/3
P Pl P

Sostituendo il tutto:
A B A B
P
EI * dV/dz = Pz2/2 – Pl2/2
l l EI * V = Pz3/6 – Pl2/2*z + Pl3/3
EI V(z = 0) = Pl3/3 Æ V = Pl3/3EI
ȈHi = 0 Æ H = 0
ȈVi = 0 Æ V – P = 0 Æ V = P
ȈMA = 0 Æ M – P*l = 0 Æ M = Pl Partendo da A, il discorso è il medesimo.

? = calcolare l’abbassamento in B. Mz = P * z – Pl P
Pl M
N.b. partendo da destra la z positiva va da destra a sinistra.
per z = 0 Æ M = – Pl A B z
per z = l Æ M = 0 P y
Mz = – P * z Pl P z
M EI * d2V/dz2 = Pl – Pz
a. cambiare di segno il momento
2 2 A B z EI * dV/dz = Plz – Pz2/2 + C1
EI * d V/dz = dz P y EI * V = Plz2/2 – Pz3/6 + C1z + C2

b. integrare l’espressione precedente z


per z = 0 Æ V = 0
EI * dV/dz = Pz2/2 + C1
per z = 0 Æ dV/dz = 0

c. integrare nuovamente
EI V(z = 0) = C2 = 0 Æ C2 = 0 Æ C1 = 0
EI * V = Pz3/6 + C1z + C2
Æ si ottengono due costanti. Bisogna quindi porre una condizione cinematica che definisca la EI V(z = l) = Pl3/2 – Pl3/6 = Pl3/3
famiglia di curve utile.
N.b. se il momento è lineare, la rotazione ij e la linea elastica V saranno curve. V = Pl3/3EI

per z = l Æ V = 0 È ora possibile disegnare la deformata della struttura.


per z = l Æ dV/dz = 0
P
Æ la cinematica enuncia che in A rotazione e spostamento sono nulli, quindi è possibile
eguagliare l’espressione a zero. Pl3/3EI

48
SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

_Metodo dell’analogia formale di Mohr. c. scrivere le condizioni cinematiche nei vincoli del sistema reale.
A(incastro): VA = 0; ijA = 0
VZ = linea elastica o abbassamento. MZ = momento flettente. B(estremo libero): VB  0; ijB  0
V’Z = ijZ = rotazione. M’Z = TZ = taglio.
d. nel sistema fittizio bisogna porre dei vincoli analoghi che garantiscano:
V’’Z = ij’Z = 1/R = curvatura. M’’Z = T’Z = –q = carico. A: M(*)A = 0; T(*)A = 0 Æ estremo libero
B: M(*)B  0; T(*)B  0 Æ incastro
1/R = –M/EI Æ relazione sostitutiva che lega cinematica e statica.
sistema Reale (sR) sistema Fittizio (sF)
E’ evidente che le relazioni statiche fra momento, taglio e carico sono in qualche modo A B A B
formalmente analoghe alle relazioni cinematiche fra abbassamento, rotazione e curvatura.
Mohr individuò appunto questa analogia, disinteressandosi del fatto che da una parte si VA = 0 VB  0 M(* )A = 0 M(* )B  0
ijA = 0 ijB  0 T(*)A = 0 T(*)B  0
trovano elementi statici (M, T e q) e dall’altra cinematici (V, ij e 1/R).
Cinematica e statica vengono quindi raffrontate ipotizzando un mondo fittizio, indicato con
l’asterisco (*).
A B A B
q(*) (carico fittizio) = 1/R = –M/EI
T(*) (taglio fittizio) = ij
e. applicare il carico fittizio nel sistema fittizio.
M(*) (momento fittizio) = V
A B
a. trovare la rotazione reale equivale a trovare il taglio fittizio della trave Æ la trave viene Pl
caricata con il diagramma delle curvature. EI

sistema Reale (sR) l


( ) ( )
Pl M f. calcolare taglio fittizio T * e momento fittizio M * del sistema fittizio.
P Pl

R(*) = – Pl/EI * l * 1/2 = – Pl²/2EI
A B
P T(*)B – Pl²/2EI = 0 Æ T(*)B = Pl²/2EI = ijB
M(*)B – Pl²/2EI * 2l/3 = 0 Æ M(*)B = Pl³/3EI = VB
l

T(*)B
b. è necessario il momento flettente nei suoi valori ed andamento grafico.
N.b. q(*) è il momento cambiato di segno e diviso per EI Æ si prende il diagramma di A B
M(* )B
momento invertito di segno, e quindi rovesciato. Pl
EI
q(*) = – M/EI = – Pl/EI R(*)
Pl
EI
l/3 2l/3

49
LA TRAVE ELASTICA

g. Studiando le caratteristiche di sollecitazione della struttura fittizia, si ottengono le formule N.b. la linea del diagramma di momento del sistema fittizio, trasportata senza cambi di segno
generali per risolvere tutta la struttura (vedi p.48, esempio pratico di integrazione della nel sistema reale, è la deformata qualitativa di quest’ultimo.
linea elastica).

Pl²/2EI sistema Reale (sR) sistema Fittizio (sF)


B
M(* )Z Pl³/3EI
1/R Æ R * Z = – Pz/EI * z * 1/2 = – Pz²/2EI
( )

T(*)Z
ijZ Æ T(*)Z = Pl²/2EI – Pz²/2EI
z
VZ Æ M(*)Z = Pz²/2EI * z/3 – Pl²/2EI * z + Pl³/3EI

momento sR sF caricato
Riassumendo:
a. calcolare il momento flettente nella struttura di partenza, e disegnarne il diagramma;
b. scrivere le condizioni reali degli spostamenti nei vincoli;
c. porre nel sistema fittizio dei vincoli che soddisfino, con analogia a tagli e momenti fittizi,
le condizioni cinematiche del sistema reale;
d. caricare il sistema fittizio con il diagramma del momento invertito di segno e diviso per
EI, ottenendo il diagramma delle curvature;
e. calcolare momenti e tagli fittizi nel sistema fittizio, dove sia necessario, ottenendo deformata sR momento qualitativo sF
spostamenti e rotazioni del sistema reale.

N.b. in ogni caso nella realtà il diagramma delle curvature non corrisponde al diagramma del
momento flettente, poiché bisogna tener conto della rigidezza flessionale:

sistema Reale (sR) sistema Fittizio (sF)

C C/EI

I1 I2 C/EI1 C/EI2

C + M (sR)

Æ Il diagramma di momento flettente non cambia, ma non bisogna dimenticare che il sistema
fittizio tiene conto anche della rigidezza flessionale EI Æ se il rapporto EI è piccolo il
diagramma si ingrandirà, e viceversa; stesse considerazioni vanno poste se la trave è costituita
da due materiali diversi, con E1 ed E2.

50
SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

C
_Esercizio n.18 A B M (sF)

? = rotazione in A e B.
N.b. disegnando la deformata
ȈVi = 0 Æ VA – VB = 0 Æ VA = VB l qualitativa a monte dell’esercizio è A B
ȈMA = 0 Æ M – C + VB*l = 0 C/l possibile comprendere anche il
C verso delle rotazioni. Æ ijA ijB
Æ VA = VB = C/l A B

sezione 01
0”x”l C/l
l
Mo Æ M + C/l * x = 0
C/l
per x = 0 Æ M = 0 M
A
per x = l Æ M = – C

x
cinematica sR
A(cerniera): VA = 0; ijA  0
B(appoggio): VB = 0; ijB  0 M (sR) –
C

vincoli sF
A: M(*)A = 0; T(*)A  0 Æ appoggio
B: M(*)B = 0; T(*)B  0 Æ cerniera A B
N.b. il sistema fittizio è identico al reale.
C/EI

q(*) = – C/EI l
R(*) = – C/EI * l * 1/2 = – Cl/2EI
ȈVi (sF) = 0
T(*)A + T(*)B – Cl/2EI = 0 T(*)A T(*)B
A B
ȈMA (sF) = 0
M(*)A + Cl/2EI * 2l/3 – T(*)B * l = 0
Æ M(*)A = T(*)Bl – Cl²/3EI R(*)
Æ T(*)B = Cl/3EI = ijB 2l/3 l/3
Æ T(*)A = Cl/6EI = ijA

51
LA TRAVE ELASTICA

R1(*) R2(*)
P P ( )
q * = – 2Pl/9EI
_Esercizio n.19 A B A B
R1(*) = – 2Pl/9EI * l/3 * 1/2 = – Pl²/27EI
? = rotazione in A e B. R2(*) = – 2Pl/9EI * 2l/3 * 1/2 = – 2Pl²/27EI
T(*)A T(*)B
N.b. il sistema è caricato simmetricamente l/3 l/3 l/3 ȈVi (sF) = 0 2l/9 l/9 2l/9 4l/9
Æ è possibile studiare la struttura caricata T(*)A + T(*)B – Pl²/27EI – 2Pl²/27EI = 0
con una sola forza e sovrapporre gli effetti.
ijA P ijB
Disegnare nel sistema reale la deformata A B ȈMA (sF) = 0
qualitativa è utile per intuire verso e segno M(*)A – Pl²/27EI * 2l/9 – 2Pl²/27EI * 5l/9 + T(*)B * l = 0
delle rotazioni o degli abbassamenti richie-
Æ M(*)A = 2Pl³/243EI + 10Pl³/243EI – T(*)Bl
sti. Æ
Æ T(*)B = 4Pl²/81EI = ijB
ȈVi = 0 Æ VA + VB – P = 0 l/3 2l/3 Æ T(*)A = Pl²/9EI – 4Pl²/81EI = 0 Æ T(*)A = 5Pl²/81EI = ijA
ȈMA = 0 Æ M – P*l/3 + VB*l = 0
Æ VB = P/3 P
Æ VA = 2P/3 A B È ora possibile applicare la sovrapposizione degli effetti:

2P/3 P/3
sezione 01
0 ” x ” l/3 l/3 2l/3 P P 5Pl²/81EI P 4Pl²/81EI
A B A B

Mo Æ M – 2P/3 *x = 0
M
per x = 0 Æ M = 0 A

2P/3
+
per x = l/3 Æ M = 2Pl/9 l/3 l/3 l/3 P
4Pl²/81EI 5Pl²/81EI
A B
x P P
A B
cinematica sR
A(cerniera): VA = 0; ijA  0 P P
2Pl/9 +
M (sR)
B(appoggio): VB = 0; ijB  0 ijA = ijA1 + ijA2
l/3 Æ ijA = 5Pl²/81EI + 4Pl²/81EI
vincoli sF Æ ijA = Pl²/9EI = ijB
A: M(*)A = 0; T(*)A  0 Æ appoggio VB = P/3 + 2P/3 = P
B: M(*)B = 0; T(*)B  0 Æ cerniera VA = 2P/3 + P/3 = P
2Pl/9EI A B

Pl/3 +
M (sR)
l/3 2l/3

52
SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

_Esercizio n.20 _Esercizio n.21 q


A B
q
? = rotazione in A e B, abbassamento in l/2. A B ? = rotazione in A e B.
Vl/2 ijA ijB
ijA ijB
ȈVi = 0 ȈVi = 0 Æ VA + VB – ql/3 = 0
VA + VB – ql = 0 l/3 l/3 l/3
ȈMA = 0 Æ M – ql/3*l/2 + VB*l = 0
l
Æ VB = ql/6
ȈMA = 0 ql/3
ql Æ VA = ql/6
M – ql*l/2 + VB*l = 0
A B
Æ VB = ql/2 Æ VA = ql/2 , Ml/2 = ql²/8 Ml/2 – ql/6*l/2 + ql/6*l/12 = 0
A B
Æ Ml/2 = 5ql²/72 ql/6 ql/6

ql/2 ql/2
cinematica sR Ml/3 = ql²/18
A(cerniera): VA = 0; ijA  0 l/3 l/3 l/3
l
B(appoggio): VB = 0; ijB  0
cinematica sR
vincoli sF A(cerniera): VA = 0; ijA  0 M (sR)
M (sR)
A: M(*)A = 0; T(*)A  0 Æ appoggio + ql²/8 B(appoggio): VB = 0; ijB  0 + ql²/18
B: M(*)B = 0; T(*)B  0 Æ cerniera 5ql²/72
vincoli sF
A: M(*)A = 0; T(*)A  0 Æ appoggio
q(*) = – ql²/8EI B: M(*)B = 0; T(*)B  0 Æ cerniera
R1(*) = R2(*) = – ql²/8EI * l/2 * 2/3
Æ – ql²/24EI ql²/8EI A B 5ql²/72EI
q(*) = – ql²/12EI ql²/18EI
( )
R1 * = – ql²/18EI * l/3 * 1/2 = – ql³/108EI
ȈVi (sF) = 0 A B
( ) ( )
T * A + T * B – ql²/24EI – ql²/24EI = 0 R2(*) = – ql²/18EI * l/6 = – ql³/108EI
R3(*) = – ql²/72EI * l/9 = – ql³/648EI
l
ȈMA (sF) = 0
M(*)A – ql²/24EI * 5l/16 – ql²/24EI * 11l/16 + T(*)B * l = 0 T(*)A = T(*)B = R1(*) + R2(*) + R3(*) l/3 l/3 l/3
( ) ( ) ( ) ( ) Æ T(*)A = ql³/108EI + ql³/108EI + ql³/648EI
Æ M * A = 5ql³/384EI + 11ql³/384EI – T * Bl R1 * R2 *
Æ T(*)A = 13ql³/648EI = ijA
( )
Æ T * B = ql²/24EI = ijB R3(*)
Æ T(*)B = 13ql³/648EI = ijB R2(*)
Æ T(*)A = ql²/24EI = ijA A B
( )
R1(*)
M * l/2 – ql²/24EI * l/2 + ql²/24EI * 3l/16 = 0 ( )
T*A ( )
T*B
( )
M * l/2 = ql³/48EI – 3ql³/384EI
Æ M(*)l/2 = 5ql³/384EI = Vl/2 T(*)A T(*)B
5l/16 3l/16 3l/16 5l/16

53
LA TRAVE ELASTICA

_Abbassamenti e rotazioni notevoli.

Æ Per ottenere il risultato voluto, sostituire alle parti in grigio carichi e lunghezze in analisi.

Forze applicate.

ijB F ijA F ijB
ijB = Fl²/2EI ijA = 7Fl²/128EI A B

A B
VB
VB = Fl³/3EI ijB = 5Fl²/128EI
l l/4 3l/4

F
ijA ijB ijA F ijB
ijA = ijB A B ijA = 6Fl²/125EI A B

Fl²/16EI
ijB = 4Fl²/125EI
l l/5 4l/5

ijA F ijB F F
ijA = 5Fl²/81EI A B ijA = ijB A ijA ijB B

ijB = 4Fl²/81EI 3Fl²/25EI

l/3 2l/3 2l/5 l/5 2l/5

F F F
ijA ijB ijA ijB
ijA = ijB A B ijA = 55Fl²/1296EI A B

Fl²/9EI ijB = 35Fl²/1296EI
l/3 l/3 l/3 l/6 5l/6

54
SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

Forze applicate (formula generale). Carichi distribuiti.

ijA F ijB q
ijA = A B ijA = ijB A B
Fb * (l² – b²) * 1
6EIl ql³/24EI ijA ijB
ijB =
Fa * (l² – a²) * 1 a b l
6EIl l

q
ijA = ijB A B

13ql³/648EI ijA ijB

l/3 l/3 l/3


Coppie di forze.

ijB q
ijB = Xl/EI X ijA = ijB A B

A B
VB = Xl²/2EI
VB 37ql³/3000EI ijA ijB

l 2l/5 l/5 2l/3

ijA ijB X
ijA = Xl/6EI A B

ijB = Xl/3EI
l

55
LA TRAVE ELASTICA

B.3 Una trave può, al massimo,


essere tre volte iperstatica (a
STRUTTURE IPERSTATICHE P
destra), e cioè con tre gradi di
vincolo in più di un sistema
isostatico.
A B
In questo capitolo verranno analizzate strutture una volta
iperstatiche, con un grado di vincolo in più.

_Calcolo dell’incognita iperstatica mediante il metodo delle forze.

MA a. Il problema prevede la soluzione di quattro incognite.


P I mezzi a disposizione sono le tre equazioni
HA fondamentali della statica, che non permettono di
A B risolvere tutte le incognite.
VA VB

l
b. togliere il vincolo in più, rendendo la struttura
isostatica, e caricarla con il carico reale. Æ in questo
P caso è stato tolto l’appoggio, ma è possibile anche
rendere l’incastro una cerniera.
A B Senza l’appoggio, la struttura si deforma nel modo
VB(P) illustrato a fianco, individuando l’abbassamento
VB(P).

c. il vincolo tolto in B produceva una reazione incognita;


se il vincolo fosse rimasto al suo posto l’abbassamen-
VB(X) to sarebbe stato zero Æ il vincolo imponeva una
A B relazione di congruenza in quel punto. Æ la reazione
deve produrre uno spostamento verticale uguale in
X modulo ma di verso opposto a quello del sistema
senza appoggio; si andrà a calcolare proprio tale
abbassamento, che prende il nome di incognita
iperstatica (X).

56
STRUTTURE IPERSTATICHE

L’incognita iperstatica, una volta calcolata, viene sostituita nel calcolo delle reazioni vincolari, e sistema Reale, incognita iperstatica (INC-sR) sistema Fittizio, incognita iperstatica (INC-sF)
dà la possibilità di risolvere la struttura. Æ N.b. sbagliare l’incognita iperstatica significa
trovare una possibile configurazione equilibrata, ma non congruente con il sistema di partenza.
Xl/EI
A B A B
Tale metodo prende il nome di metodo delle forze Æ le incognite sono le forze, e fra tutte le
X
soluzioni equilibrate possibili bisogna ricercare quella che restituisce la congruenza. Dunque è
necessario verificare che la sovrapposizione degli effetti dei due sistemi, l’isostatico (ISO) e l l
quello dell’incognita iperstatica (INC), restituisca la coerenza iniziale.
R(*)

M M(* )B
Al fine di restituire la congruenza è necessario redigere un’equazione di congruenza prima di + A B
procedere con i calcoli: Xl

VB(P) + VB(X) = 0 l/3

q(*) = – Xl/EI
R(*) = – Xl/EI * l * 1/2 = – Xl²/2EI
M(*)B – Xl²/2EI * 2l/3 = 0 Æ M(*)B = Xl³/3EI = VB(X)
sistema Reale, carico reale (ISO-sR) sistema Fittizio, carico reale (ISO-sF)
e quindi:
P VB(P) + VB(X) = 0
5Pl³/48EI + Xl³/3EI = 0
A B A B
Pl/2EI dividendo tutto per l³ ed EI
Æ 5P/48 – X/3 = 0
l l Æ X = 5P/16 = VB

Pl/2 Æ ora il problema è risolvibile con i metodi conosciuti:



M tre incognite, tre equazioni di equilibrio.
A B

R(*)
MA
5l/6 P
( )
q * = – Pl/2EI HA
R(*) = – Pl/2EI * l/2 * 1/2 = – Pl²/8EI A B
( ) ( )
M * B – Pl²/8EI * 5l/6 = 0 Æ M * B = 5Pl³/48EI = VB(P) VA 5P/16

57
LA TRAVE ELASTICA

Per rendere il sistema isostatico, è anche possibile togliere un grado di vincolo all’incastro, INC-sR ISO-sR
anziché eliminare l’appoggio; in questo caso l’incognita iperstatica sarebbe divenuta la
rotazione e non l’abbassamento, poiché l’incastro diverrebbe una cerniera.
X
A B A B
P P ijA(X)
ijA(P) X/EI
A B A B
A B
l l
l T(*)A


X
La condizione di congruenza deve imporre che fra tutti i valori della coppia X sia trovato quello M A B
che permette una rotazione nulla in A.
R(*)
ijB(P) + ijB(X) = 0
q(*) = – X/EI
R(*) = – X/EI * l * 1/2 = – Xl/2EI
ISO-sR ISO-sF M(*)B + Xl/2EI * 2l/3 – T(*)A * l = 0
Æ T(*)A = Xl/3EI = ijA(X)
P Pl/4EI
A B A B
ijA(P) + ijA(X) = 0
Æ –Pl²/16EI + Xl/3EI = 0
Æ –Pl/16 + X/3 = 0
l l
Æ X = 3Pl/16 = MA
3Pl/16
R1(*) R2(*) P
HA
A B
A B
+ Pl/4
VA VB
M T(*)A
l

Riassumendo, per risolvere una struttura iperstatica:


q(*) = – Pl/4EI
a. individuare un possibile schema isostatico;
R1(*) = R2(*) = – Pl/4EI * l/2 * 1/2 = – Pl²/16EI b. disegnare la deformata qualitativa sia del sistema iperstatico che dell’isostatico, dalle
M(*)B + Pl²/16EI * l/3 + Pl²/16EI * 2l/3 – T(*)A * l = 0 quali è possibile accorgersi cosa è stato tolto dal sistema iperstatico;
c. scrivere un’equazione di congruenza;
T(*)A = Pl²/48EI + 2Pl²/48EI Æ T(*)A = Pl²/16EI = ijA(P) d. risolvere l’incognita iperstatica ed utilizzarla nel sistema reale.

58
STRUTTURE IPERSTATICHE

_Appendici isostatiche ed oculatezza di risoluzione. N.b. è possibile inserire nel calcolo risultati già notilÆ per un tratto di struttura vincolato da
una cerniera ed un appoggio, di lunghezza pari a l, con una coppia C applicata ad un vincolo,
P Il sistema iperstatico a lato può essere affrontato in vari
modi: il valore di T(*) nel vincolo dove agisce la coppia sarà C * l/3EI, mentre nell’estremo non
- è possibile togliere l’appoggio in B (metodo a), caricato sarà C * l/6EI (vedi esercizio n.18).
A B C
ponendo la congruenza nell’abbassamento in tale
punto;
- oppure togliere un grado di vincolo all’incastro ISO-sR ISO-sF
l l/2 (metodo b), ottenendo però un sistema fittizio di diffi-
coltosa risoluzione. Pl/2
P
A A B
metodo a. ISO-sR ISO-sF B
Pl/2EI
P
A B C
A B C l
l
T(*)A
VB(P)
l l/2 3l/2 Pl/2
A B

M
metodo b. ISO-sR ISO-sF
R(*)
( ) ( )
T * A = Pl/2 * l/6EI Æ T * A = Pl²/12EI = ijA(P)
ijA(P) ijBA=ijBC P T(*)BA= T(*)BC
A B A B C

INC-sR INC-sF

l l/2 l l/2 X X/EI


A B A B
Ma si nota che il carico P è applicato su di un’appendice isostatica, ovvero una porzione di
struttura della quale tutto è noto a priori Æ si intende lo sbalzo come una mensola, che
caricata sull’estremo libero crea in corrispondenza dell’appoggio B un momento di incastro. Æ
è possibile portare il carico nel vincolo, applicando un conseguente momento di trasporto.
l l
metodo c. ISO-sR ISO-sF R(*)

Pl/2 Pl/2
P ijA(P) P ijA(X) M +
X
A B
A B A B
A B T(*)A

T(*)A = X * l/3EIÆ T(*)A = Xl/3EI = ijA(X)

l l l

59
LA TRAVE ELASTICA

ijA(P) + ijA(X) = 0 _Calcolo dell’incognita iperstatica operando una sconnessione interna.


Æ Pl²/12EI –Xl/3EI = 0
P
Æ Pl/12 – X/3 = 0 ijBA
Scartata l’ipotesi di togliere l’appoggio in C A B C
Æ X = Pl/4 = MA (sistema fittizio complicato), l’ipotesi più ijBC
ragionevole sarebbe togliere l’appoggio in
Trovata l’incognita iperstatica, si ritorna nel sistema di partenza calcolando le altre reazioni B e calcolare nel medesimo punto l’incogni-
mediante le tre equazioni cardinali della statica. ta iperstatica come abbassamento.
Ma in B si verifica la medesima quantità di l l
Pl/4 rotazione nel tratto BA come nel tratto BC,
P
P e quindi c’è continuità di momento fra i due
ȈHi = 0 Æ HA = 0 HA tratti Æ la trave può essere intesa come A B C
ȈVi = 0 Æ VA + VB – P = 0 A B C discontinua in B; la congruenza impone
ȈMA = 0 Æ –Pl/4 – P * 3l/2 + VB * l = 0 VA VB l’uguaglianza della rotazione fra i due tratti.
Æ VB = 3P/2 + P/4 Æ VB = 7P/4
Æ VA = –3P/4 ijBA = ijBC l l
l l/2

Redigendo il diagramma di corpo libero, è possibile tracciare la linea delle pressioni Æ N.b. è Calcolare l’incognita iperstatica in B
X X
impossibile tracciare la linea delle pressioni a priori, poiché può essere tracciata solamente permette di conoscere il valore del momen- A B C
nell’unico sistema equilibrato possibile, dato dalla soluzione dell’incognita iperstatica. to flettente in quel dato punto, e quindi di
Æ A differenza dei capitoli dedicati alla statica della trave, nei calcoli compariranno risultati utilizzarlo nel calcolo delle reazioni vincolari.
anche negativi, che stabiliranno il verso delle reazioni a seconda della convenzione stabilita. In questo caso, quindi, non si calcola una
reazione vincolare esterna ma la caratteri-
stica di sollecitazione momento flettente. l l

3P/4 P
È utile disegnare la struttura per pezzi P ijB+
separati, al fine di comporre l’equazione di A B
A B C congruenza e di controllare il segno delle
7P/4 rotazioni. Æ
Pl/4
l l/2 Da notare, inoltre, che tutti i risultati ricercati
l +
sono già stati trovati negli esercizi svolti in
precedenza: le rotazioni prodotte da X
X–
sono pari a Xl/3EI, e la rotazione in B
A B
P + prodotta da P è Pl²/16EI.
T Æ T(*)B = Pl/4EI * l/2 * 1/2 = Pl²/16EI
3P/4 –

l =
ijB(P) + ijB(X) = ijB(X)
Æ Pl²/16EI + (–Xl/3EI) = Xl/3EI X+
Æ Pl/16 – 2X/3 = 0 B C
Pl/2 –
Æ X = 3Pl/32 = MB
+ M
Pl/4
l
60
STRUTTURE IPERSTATICHE

P
Noto il valore del momento in B, la struttura M
è analizzabile per parti con equazioni A
P 3Pl/32
B C
sezione 02
0 ” x ” l/2
A o .
T
ausiliarie Æ analogamente alla cerniera 13P/32
interna, in questo caso l’incognita ipersta-
tica fornisce un’informazione riguardo il VA VB VC T Æ T – 13P/32 + P = 0 Æ T = – 19P/32
momento flettente in un dato punto, ed il l/2 x
metodo di calcolo diviene analogo. l l Mo Æ M – 13P/32*(l/2 + x) + P * x = 0
per x = 0 Æ M = 13Pl/64
ȈVi = 0 Æ VA + VB + VC – P = 0 per x = l/2 Æ M = 13Pl/64 + 13Pl/64 – Pl/2 Æ M = – 3Pl/32 c.v.d.

ȈMBAB = 0 Æ M + P*l/2 – VA*l – 3Pl/32 = 0


Æ VA = 13P/32
P
M
ȈMBBC = 0 Æ M + VC*l + 3Pl/32 = 0 P
sezione 03
0”x”l
A B o .
A B 3P/32 C T
Æ VC = –3P/32 13P/32 11P/16

VB = P – VC – VA = P + 3P/32 – 13P/32
13P/32 11P/16 T Æ T – 13P/32 + P – 11P/16 = 0
Æ T = 3P/32 l x
Æ VB = 11P/16
l l
In verifica dei risultati ottenuti, redigere una Mo Æ M – 13P/32*(l + x) + P * (l/2 + x) – 11P/16*x = 0
equazione globale alla rotazione. per x = 0 Æ M = –3Pl/32
ȈMi = 0
M – 13P/32 * l/2 + 19P/32 * l/2 – 3P/32 * l = 0 per x = l Æ M = 13Pl/32 + 13Pl/32 – Pl/2 – Pl + 11Pl/16 Æ M = 0

ÆM = 13Pl/64 – 19Pl/64 + 3Pl/32 Æ M = 0

sezione 01 M

0 ” x ” l/2
A o . Per conoscere dove il momento è
nullo all’interno della struttura, è
13P/32 +
+ 3P/32
T
13P/32 sufficiente scrivere un equilibrio alla –
19P/32
T Æ T = 13P/32 x
rotazione fra 11P/16 e 3P/32. T

Mo Æ M – 13P/32*x = 0 11P/16*x – 3P/32* (l + x)= 0


3Pl/32 –
per x = 0 Æ M = 0 Æ –3Px/32 + 11Px/16 = 3Pl/32
+
per x = l/2 Æ M = 13Pl/64 Æ 19x/32 = 3l/32 Æ x = 3l/19
13Pl/64
M

22l/19

61
LA TRAVE ELASTICA

X
P P
_Esercizio n.22
A A
ȈHi = 0 Æ HA + HC = 0 Æ HA = –HC P 3Pl/32
B B X HA A B
ȈVi = 0 Æ VA + VC – P = 0
VA
l l
ȈMBAB = 0 Æ M + P*l/2 – VA*l – 3Pl/32 = 0 l
C C Æ VA = 13P/32
HC C

ȈMBBC = 0 Æ M + HC*l + 3Pl/32 = 0


VC
Æ HC = –3P/32
l l Æ HA = 3P/32
l
VC = P – VA = P – 13P/32
Æ VC = 19P/32

P ijB+ ȈMi = 0
N.b. in B si considerano due semplifi- A M – 13P/32 * l/2 + 19P/32 * l/2 – 3P/32 * l = 0
B
cazioni: A P B
a. l’angolo è indeformabile; ÆM = 13Pl/64 – 19Pl/64 + 3Pl/32 Æ M = 0 3P/32
b. considerando l’indeformabilità
13P/32
assiale della trave, il punto B
l l
non si abbassa come avverreb- + Æ P*x – 13P/32* (l/2 + x)= 0
be nella realtà.
Date queste due informazioni, si nota Æ Px + 13Px/32 = 11Pl/32 C
che la situazione è analoga a quella X– Æ 45x/32 = 11l/32 Æ x = 11l/45 3P/32
dell’esempio precedente Æ in B si A B
19P/32
verifica la medesima quantità di rota-
zione nel tratto AB come nel tratto l
BC, e quindi c’è continuità di momen-
to fra i due tratti. l
=

B X+

ijB(P) + ijB(X) = ijB(X)

Æ Pl²/16EI + (–Xl/3EI) = Xl/3EI l


Æ Pl/16 – 2X/3 = 0 C
Æ X = 3Pl/32 = MB

62
STRUTTURE IPERSTATICHE

sezione 01
0 ” x ” l/2
A P B
M 3P/32
N Æ N = – 3P/32 3P/32
A o . N
T
13P/32 13P/32
T Æ T = 13P/32 l
x
Mo Æ M – 13P/32*x = 0 C
3P/32
per x = 0 Æ M = 0
19P/32
per x = l/2 Æ M = 13Pl/64
l

sezione 02 P
M
0 ” x ” l/2
3P/32
A o . N
3P/32 –
T
13P/32
N Æ N = – 3P/32 –

T Æ T – 13P/32 + P = 0 Æ T = – 19P/32 l/2 x


N
Mo Æ M – 13P/32*(l/2 + x) + P * x = 0 19P/32
per x = 0 Æ M = 13Pl/64
13P/32 + 3Pl/32
per x = l/2 Æ M = 13Pl/64 + 13Pl/64 – Pl/2 Æ M = – 3Pl/32

19P/32 –

sezione 03 N +

0”x”l M
T
. T
N Æ N = – 19P/32 o
x
T Æ T = 3P/32 C 3Pl/32
3P/32
Mo Æ M + 3Pl/32*x = 0
19P/32 13Pl/64
+

per x = 0 Æ M = 0
per x = l Æ M = – 3Pl/32
M
56l/45

63
LA TRAVE ELASTICA

_Esercizio n.23 ȈHi = 0 Æ HB + HD = 0 Æ HA = –HC P Pl/8


A HB B C
P Pl/2 X ȈVi = 0 Æ VB + VD – P = 0
P
A B C B C X VB
ȈMCBC = 0 Æ M + P*3l/2 – VB*l + Pl/8 = 0 l
Æ VB = 3P/2 + P/8 Æ VB = 13P/8
HD D
l l
ȈMCCD = 0 Æ M + HD*l – Pl/8 = 0
D D VD
Æ HD = P/8
Æ HB = –P/8
l/2 l
VD = P – VA = P – 13P/8
l/2 l l Æ VD = – 5P/8

ȈMi = 0
M + P * l/2 – 5P/8 * l + P/8 * l = 0
Pl/2 ijC– P
N.b. il tratto AB costituisce una B
ÆM = 5Pl/8 – Pl/8 – Pl Æ M = 0
C A B C
appendice isostatica, e quindi la forza P/8
P viene traslata in B applicando un
momento di trasporto (vedi p. 60). ȈMC = 0 13P/8
Da notare, inoltre, che la forza P l l
Æ P*(l/2 + z) – 13P/8*z = 0
trasportata nel vincolo non ha + 5P/8
rilevanza alcuna ai fini della flessione, Æ – Pz + 13Pz/8 = Pl/2 D
in quanto assorbita direttamente dal Æ 5z/8 = l/2 Æ z = 4l/5 P/8
X–
vincolo Æ si tiene conto solamente B C
della coppia applicata. l/2 l

l
=
ijC(P) + ijC(X) = ijC(X)

Æ – Pl²/12EI + (–Xl/3EI) = Xl/3EI C X+

Æ – Pl/12 – 2X/3 = 0
Æ X = –Pl/8 = MC
l

64
STRUTTURE IPERSTATICHE

P
sezione 01 A B C
0 ” x ” l/2 P/8
P
M
N ÆN=0
A o . N 13P/8 l
T 5P/8
T Æ T = –P D
x P/8
Mo Æ M + P*x = 0
l/2 l
per x = 0 Æ M = 0
per x = l/2 Æ M = –Pl/2

N=0 –
sezione 02
P/8
0”x”l
P
M

N Æ N = P/8
A B o . N

P/8 T
N
T Æ T + P – 13P/8 = 0 Æ T = 5P/8 13P/8 5P/8
Mo Æ M + P * (l/2 + x) – 13P/8*x = 0 l/2 x
5P/8 + P/8
per x = 0 Æ M = 0
per x = l Æ M = 13Pl/8 – Pl/2 – Pl Æ M = Pl/8
P –
+

sezione 03 N T
0”x”l M
T
. Pl/2
N Æ N = 5P/8 o – Pl/8
5P/8 x Pl/8
T Æ T = – P/8 D +
P/8
Mo Æ M – P/8*x = 0
per x = 0 Æ M = Pl/8 M
per x = l Æ M = 0 l/5

65
LA TRAVE ELASTICA

Æ struttura simmetrica,
_Esercizio n.24 caricata simmetricamente. Æ Pl²¥2/6EI + (–Xl¥2/3EI) = Xl¥2/3EI – Pl²¥2/6EI
Æ Pl²¥2/6EI + Pl²¥2/6EI = Xl¥2/3EI + Xl¥2/3EI
P A C E P Æ Pl/3 = 2X/3
Æ X = Pl/2 = MC

l
Pl/2
P A C E P
B D

l l l l
HB HD
B D
X C X
VB VD

l l l l l
Pl Pl

P P
B D

ȈHi = 0 Æ HB + HD – P + P = 0 Æ HB = –HD

l l ȈVi = 0 Æ VB + VD = 0 Æ VB = –VD

ijC+ C X– C C X+ C
ijC– ȈMB = 0 Æ M + VD*2l + P*l – P*l = 0
Æ VD = 0
Æ VB = 0

Pl Pl ȈMCAC = 0 Æ M – Pl/2 + HB*l = 0


Æ HB = P/2
B B D D Æ HD = –P/2

+ = +

ijCBC(P) + ijCBC(X) = ijCCD(X) + ijCCD(P)

66
STRUTTURE IPERSTATICHE

P/¥2 P/¥2
A E
P/¥2
P/¥2
sezione 03
x
. M 0 ” x ” l¥2 M .
T T x
N
N
sezione 01 N Æ N = –P/¥2
0 ” x ” l¥2
T Æ T = –P/¥2
N Æ N = –P/¥2
Mo Æ M – P/¥2*x = 0
T Æ T = P/¥2 per x = 0 Æ M = 0
per x = l¥2 Æ M = Pl
Mo Æ M – P/¥2*x = 0
per x = 0 Æ M = 0 P/¥2
E
per x = l¥2 Æ M = Pl P/¥2
N M

.
T

P/¥2
A
P/¥2 P/2¥2 l¥2
D
M N x P/2¥2
sezione 04
. T 0 ” x ” l¥2

l¥2 P/2¥2
B N Æ N + P/¥2 + P/2¥2 = 0 Æ N = –3P/2¥2
P/2¥2 x
sezione 02
T Æ T – P/¥2 – P/2¥2 = 0 Æ T = 3P/2¥2

0 ” x ” l¥2
Mo Æ M – P/¥2*l¥2 + P/¥2*x + P/2¥2*x = 0
per x = 0 Æ M = Pl
N Æ N + P/¥2 + P/2¥2 = 0 Æ N = –3P/2¥2
per x = l¥2 Æ M = Pl – Pl – Pl/2 = 0 Æ M = –Pl/2
T Æ T + P/¥2 + P/2¥2 = 0 Æ T = –3P/2¥2

Mo Æ M – P/¥2*l¥2 + P/¥2*x + P/2¥2*x = 0


per x = 0 Æ M = Pl
per x = l¥2 Æ M = Pl – Pl – Pl/2 = 0 Æ M = –Pl/2

67
LA TRAVE ELASTICA

P A C E P
Æ struttura simmetrica,
_Esercizio n.25 caricata antimetricamente.

l
P A C P E

P/2 B D P/2
l

l l l l
B D

3P/2¥2 P/¥2

l l l l
– – – –
X C X

N
P/¥2 3P/2¥2 l
Pl Pl

3P/2¥2 P/¥2 P P
B D

+ +
– –
l l

ijC+ X– X+ ijC+
T C C C C
P/¥2 3P/2¥2
Pl/2
Pl Pl

B B D D

+ + + +
+ = +
M Pl Pl

N.b. carico simmetrico e struttura simmetrica: ijCBC(P) + ijCBC(X) = ijCCD(X) + ijCCD(P)


Æ grafici di momento e sforzo normale simmetrici, taglio antimetrico.

68
STRUTTURE IPERSTATICHE

Æ Pl²¥2/6EI + (–Xl¥2/3EI) = Xl¥2/3EI + Pl²¥2/6EI P/¥2


A
Æ Pl²¥2/6EI – Pl²¥2/6EI = Xl¥2/3EI + Xl¥2/3EI P/¥2
Æ 0 = 2X/3
Æ X = 0 = MC x
. M
T
N
X=0 sezione 01
P A C P E 0 ” x ” l¥2

l
N Æ N = –P/¥2

T Æ T = P/¥2
HB HD
B D
Mo Æ M – P/¥2*x = 0
VB VD
per x = 0 Æ M = 0
l l l l per x = l¥2 Æ M = Pl

P/¥2
ȈHi = 0 Æ HB + HD + 2P = 0 A
M N
P/¥2
ȈVi = 0 Æ VB + VD = 0 Æ VB = –VD . T

ȈMB = 0 Æ M + VD*2l – P*l – P*l = 0 P¥2


l¥2
Æ VD = P B
Æ VB = –P x

ȈMCAC = 0 Æ M + HB*l + VB*l = 0 sezione 02


Æ HB = –P 0 ” x ” l¥2
Æ HD = P – 2P Æ HD = –P
N Æ N + P/¥2 – P¥2 = 0 Æ N = P/¥2
ȈMi = 0
M + P * 2l – 2P * l = 0 Æ M = 0 T Æ T + P/¥2 + P/2¥2 = 0 Æ T = –P/¥2

Mo Æ M – P/¥2*l¥2 + P/¥2*x = 0
per x = 0 Æ M = Pl
per x = l¥2 Æ M = Pl – Pl Æ M = 0

69
LA TRAVE ELASTICA

P A C P E
P/¥2
E
P/¥2 l
sezione 03
0 ” x ” l¥2 M . P
P P
T x B D
N
N Æ N = P/¥2 P

T Æ T = P/¥2 l l l l

Mo Æ M + P/¥2*x = 0 P/¥2 P/¥2


per x = 0 Æ M = 0
+ +
per x = l¥2 Æ M = –Pl – –

P/¥2
E
P/¥2 N
N M P/¥2 P/¥2
.
T

P/¥2 P/¥2

D l¥2
x
sezione 04 P¥2 + +
0 ” x ” l¥2 – –

N Æ N – P/¥2 + P¥2 = 0 Æ N = –P/¥2 T


P/¥2 P/¥2
T Æ T + P/¥2 + P/2¥2 = 0 Æ T = –P/¥2

Mo Æ M – P/¥2*l¥2 + P/¥2*x = 0
per x = 0 Æ M = –Pl
– –
per x = l¥2 Æ M = Pl – Pl Æ M = 0
+ +

M Pl Pl

N.b. carico antimetrico e struttura simmetrica:


Æ grafici di momento e sforzo normale antimetrici, taglio simmetrico.

70
STRUTTURE IPERSTATICHE

_Esercizio n.26 N.b. il risultato della rotazione prodotta dalle due forze P nel tratto BC è data dal risultato
precedentemente contemplato nell’esercizio n.19 Æ forze in l/3; T(*) = Pl²/9EI.
X
C C
0,181Pl
l/3 X l/3
P C
l/3 l/3
P
P
l/3
P Pl/2 P Pl/2
l/3 l/3
D E D E P
l/3
A B A B
ȈHi = 0 Æ HB + HD + 2P = 0 P
l/3
P HB HD D E
P A B

l/2 l l/2 l/2 l VB VD P


ȈVi = 0 Æ VB + VD – P + P = 0
Æ VB = –VD l/2 l l/2
ijC– ijC+ X– C X+ ijC–
C C C C

P ȈMD = 0 Æ M – VB*l + P*3l/2 + P*l/2 – P*2l/3 – P*l/3 = 0


Æ VB = 2P – P Æ VB = P
P
Æ VD = –P
Pl/2 Pl/2
D D
B B

ȈMCCD = 0 Æ M + HD*l – P*l + P*3l/2 + 0,181Pl = 0


+ + = + Æ HD = P – 1,5P – 0,181P Æ HD = –0,681P
Æ HB = –2P – (–0,681P) Æ HB = –1,319P

ijCBC(P) + ijCBC(P+P) + ijCBC(X) = ijCCD(X) + ijCCD(P)


C
Æ – Pl²/12EI + Pl²/9EI + (–Xl/3EI) = Xl¥2/3EI + (– Pl²¥2/12EI) ȈMi = 0
P
l/3
M + P * l/2 – 0,834P * l + P * l/3 = 0
Æ – Pl²/12EI + Pl²/9EI + Pl²¥2/12EI = Xl¥2/3EI + Xl/3EI
ÆM = – 0,5Pl + 0,834Pl – 0,333Pl P
l/3
Æ – Pl/12 + Pl/9 + Pl¥2/12 = X¥2/3 + X/3 P
ÆM§0 P
1,319P 0,681P l/3
Æ – 0,0833Pl + 0,1111Pl + 0,1179Pl = 0,4714X + 0,3333X
Æ 0,1457Pl = 0,8047X A B D E
P P
Æ X = 0,181Pl = MC

l/2 l l/2

71
LA TRAVE ELASTICA

sezione 01 N
0 ” x ” l/2 M
P
M
T
.
N ÆN=0 . N P
x
A T
l/3
T Æ T = –P P
x sezione 04 P
1,319P l/3
Mo Æ M + P*x = 0 0 ” x ” l/3
A B
per x = 0 Æ M = 0 P
N ÆN+P–P=0 Æ N=0
per x = l/2 Æ M = –0,5Pl l/2
N T Æ T = –0,681P
M
sezione 02
0 ” x ” l/3 P
T
. Mo Æ M + P*l/2 – 1,319P*(l/3 + l/3 + x) + P*(l/3 + x) + P*x = 0
x 1,319P per x = 0 Æ M = 0,44Pl + 0,44Pl – 0,5Pl – 0,333Pl Æ M = 0,047Pl
N ÆN+P–P=0 Æ N=0 A B per x = l/3 Æ M = 0,44Pl + 0,44Pl + 0,44Pl – 0,5Pl – 0,333Pl – 0,333Pl – 0,333Pl
P Æ M = –0,18Pl
T Æ T = 1,319P
l/2
Mo Æ M + P*l/2 – 1,319P*x = 0
per x = 0 Æ M = –0,5Pl
per x = l/3 Æ M = 0,44Pl – 0,5Pl Æ M = –0,06Pl
N x
sezione 05
M
0 ” x ” l/2
sezione 03
T
. N
M
.
P
x T E
0 ” x ” l/3 P N ÆN=0 P
1,319P l/3
N ÆN+P–P=0 Æ N=0 A B T Æ T = –P
P
T Æ T = 0,319P Mo Æ M – P*x = 0
l/2
per x = 0 Æ M = 0
Mo Æ M + P*l/2 – 1,319P*(l/3 + x) + P*x = 0
per x = l/2 Æ M = 0,5Pl
per x = 0 Æ M = 0,44Pl – 0,5Pl Æ M = –0,06Pl
per x = l/3 Æ M = 0,44Pl + 0,44Pl – 0,5Pl – 0,333Pl Æ M = 0,047Pl

72
STRUTTURE IPERSTATICHE

C
N M
l/3
.
T P

P
l/3
P
1,189P P
1,319P 0,681P l/3
sezione 06 0,226P E
0 ” x ” l¥2 D A B D E
x 0,707P 0,707P P P
N Æ N + 0,707P – 0,226P = 0 Æ N = –0,481P
l/2¥2 l/2 l l/2
T Æ T + 0,707P – 1,189P = 0 Æ T = 0,481P

Mo Æ M – 0,707P*l/2¥2 – 0,707P*(l/2¥2 + x) + 1,189P*x = 0


N
per x = 0 Æ M = 0
per x = l¥2 Æ M = 0,25Pl + 0,25Pl + Pl – 1,681 = 0 Æ M = –0,181Pl N=0

N=0 N=0

0,481P
1,319P
0,319P 0,681P

T

+
+

– P – P

0,481P

0,0181Pl
M
0,047P
0,06P

+
0,5Pl +

0,5Pl

73
MECCANICA DEI SOLIDI

C.1 Considerando tutti i punti di cui è costituito il concio in seguito


alla deformazione flessionale, sotto l’asse neutro si allontanano e
sopra si avvicinano. Æ è evidente che non tutti i materiali
ANALISI DELLA DEFORMAZIONE possono resistere a determinati tipi di deformazione, e che la
deformazione flessionale non esaurisce le possibili deformazioni
dei corpi. Verranno quindi affrontati i tipi di deformazione e le
deformazioni lecite per ogni materiale.

Ad esempio: un telaio metalli-


co accoppiato ad una lastra di
vetro.

Æ Il metallo si deforma
molto, il vetro quasi per nulla.
Æ è necessario studiare la
compatibilità fra materiali, e
quindi conoscerne le modalità
di deformazione.

Ad esempio, i telai metallici di Mies Van der Rohe sono tutti sovradimensionati, al fine di
deformarsi meno Æ la struttura reggerebbe ugualmente anche con dimensioni minori, ma si
deformerebbe troppo spaccando il vetro.

Le teorie sulla deformazione sono state


formalizzate grazie a Cauchy, che ha definito la
deformazione come il rapporto fra le variazioni di
lunghezza di un concio e la lunghezza iniziale
dello stesso.
l0 l
l – l0 ǻl
İ (deformazione) = =
l0 l0

ǻl
Æ dilatazione lineare specifica.

İ > 0 Æ elongazione lineare specifica


İ < 0 Æ contrazione lineare specifica

Tutto ciò, però, non è sufficiente ad interpretare tutte le deformazioni compatibili con i materiali.

76
ANALISI DELLA DEFORMAZIONE

z Si analizzi un oggetto costituito da un insieme di punti z


. P
materiali Æ è necessario individuare la posizione di ciascun
punto, e quindi si pone un sistema di riferimento.

y b. l’oggetto ruota. La rotazione di un punto dipende dalla


y rotazione Ȧ più la distanza d dal centro di rotazione.
Æ sP = t + Ȧ * d
x x

B1

.
B0
z P’ z

.
sP
P rP’
rP
rP è il raggio che congiunge il punto P, appartenente c. quanto analizzato in precedenza fa ancora parte del
y all’oggetto, con l’origine degli assi.
y movimento rigido dell’oggetto, che alla fine va anche
L’oggetto subisce una trasformazione dallo stato B0 allo stato stirato. Æ è possibile porre dei vincoli al movimento
B1. rigido, ma non bloccare la deformazione.
x x Æ sP = t + Ȧd + İ
rP’ = rP + sP rP = (x,y,z)
Æ la İ è l’unica parte dell’espressione relativa alla deforma-
zione pura. Non è possibile vincolarla poiché fa parte delle
proprietà dei materiali stessi.

z
w
v

y a. innanzitutto, l’oggetto subisce una traslazione, con tre


componenti u, v, w.
Per semplicità, nel caso in figura si considerano solo le
x componenti v e w associate al piano yz.
Æ sP = t (v,w)

77
MECCANICA DEI SOLIDI

N.b. ogni punto deve mantenere la sua identità. _Dilatazione lineare specifica
Å Qui l’oggetto si compenetrerebbe, non è realmente accet- (variazione di dimensione)
tabile. Æ nulla si crea - nulla si distrugge, i punti si fanno più
vicini o più lontani ma non si compenetrano Æ teoria della
permanenza della materia.
..
.
A’
I punti in direzione delle forze si allontanano Æ

. .. .
A’ A
Saranno trattate solamente trasformazioni topologiche.
AA
..
A Å il punto A, nella configurazione B0 punto di frontiera, si A

..
A’B’ – AB

. B .B
sdoppia nella configurazione B1 ed il punto B, prima interno,
diviene di frontiera. Non saranno affrontate situazioni di
İn =
AB
B
B’
B
B’
questo tipo, che vengono analizzate nella meccanica della
B0 B1 frattura Æ le deformazioni studiate saranno sempre Æ per sapere come si deforma un oggetto è
reversibili ed elastiche. necessario conoscere due punti su di esso, e la
deformazione relativa fra di essi.

In termini differenziali:
y
(˜u + ˜x) – ˜x ˜u
İx =
˜x
=
˜x ..
T
T’ ˜v

Æ esiste una relazione funzionale fra spostamento e ˜y


deformazione.

u è la funzione spostamento secondo la direzione x;


..
P P’
x
˜x ˜u
facendo la derivata secondo x si ottiene la dilatazio-
ne lineare specifica secondo x stessa.

(˜v + ˜y) – ˜y ˜v
İy = =
˜y ˜y

(˜w + ˜z) – ˜z ˜w
İz = =
˜z ˜z

N.b. questo tipo di deformazione implica che gli angoli mantengano la stessa entità.

78
ANALISI DELLA DEFORMAZIONE

_Variazione angolare o scorrimento puro -esempio pratico-


(variazione di forma)
Ponendo che: u=K*y
v=K*x
w = 0 Æ (caso piano) x

y
(˜u + ˜x) – ˜x ˜u
˜u
İx = =
˜x ˜x
T . . T’

˜y
Į2
. P’ İy =
(˜v + ˜y) – ˜y
=
˜v
y
ș
Į1 . P
˜v

x
˜y ˜y

˜v ˜u D (0,1) C (1,1)
˜x Ȗxy = +
˜x ˜y

Con un angolo sufficientemente piccolo è possibile confondere la tangente dell’angolo con


l’angolo stesso. Ȗxy = ˜(K*x)/˜x + ˜(K*y)/˜y = 2K
A (0,0) B (1,0) x
˜v ˜u
tgĮ1 = § Į1 tgĮ2 = § Į2
˜x ˜y
uA = K(xA) = K*0 = 0 y
vA = K(yA) = K*0 = 0
La deformazione è pari a Æ Ȇ/2 – ș = Į1 + Į2, e quindi: C’
D’
uB = K(xB) = K*0 = 0
˜v ˜u
Ȗxy = + z Æw vB = K(yB) = K*1 = K
˜x ˜y B’

uC = K(xC) = K*1 = K A’ x
˜w ˜u
Ȗxz = +
˜x ˜z vC = K(yC) = K*1 = K
yÆv
˜w ˜v uD = K(xD) = K*1 = K
Ȗyz = +
˜y ˜z xÆu
vD = K(yD) = K*0 = 0

79
MECCANICA DEI SOLIDI

C.2 Le forze possono essere distinguibili per tipo e per forma.


- forze di volume: dipendono dalla gravità Æ es. il peso proprio della struttura.
TEORIA DELLA TENSIONE - forze di superficie: esercitate dall’ambiente sulla struttura Æ es. l’azione del vento su di
una parete.
Forza [Newton]
Dimensionalmente, la tensione è data da:
Area [mm²]

F3
Si consideri ad esempio un elemento B Fn Į
soggetto ad un sistema n di forze F in
equilibrio. Tagliando il medesimo con un
piano di normale Į ed eliminandone la
parte destra, si nota che la parte eliminata
. a

trasmetteva alla restante un insieme di


azioni, che saranno ora oggetto di analisi.
B F2
F1

Sia preso un punto a sulla sezione n


generata dal piano, ed il suo intorno ǻA.

n Æ direzione normale al piano di sezione;


tn Æ forza specifica secondo la direzione n. tn
ǻA
a .
Per ǻA tendente a zero, tn è il vettore
tensione.
n

È possibile scomporre il vettore tn secon-


do una componente ortogonale ı ed una
IJȞ tn
componente tangenziale IJ, sempre rispet- ǻA
to al piano Į.
a . ın

ın Æ tensioni normali alla superficie.


n
IJȞ Æ tensioni tangenziali alla superficie.

80
TEORIA DELLA TENSIONE

_Teorema di Cauchy.
n z
Il vettore tn dipenderà dal punto in cui si n
opera la sezione, dalle forze agenti
considerate, dall’inclinazione del piano di dx
sezione e dalla direzione normale n. Considerando l’intorno del punto P
dx * dy * dz Æ
tn = (x, n)
P P
dz . y
P
Æ a parità di azioni esterne, nella situa-
zione A si hanno solamente componenti dy
normali alla sezione, nella B sia tangen-
ziali che normali. x

Quindi: z
tn = lim
ǻAÆ0 ( AR ) z
A B –x
I piani dell’intorno del punto sono indivi-
Æ limite di una generica risultante R e di P P duati dalle perpendicolari al sistema di
una generica area A. –y y
riferimento ortogonale x, y, z.
y
x
ın Æ componente allineata con n –z
tn = (x, n) x
IJȞ Æ componente tangenziale

Considerando solamente la tensione in y, ty


il vettore ty viene scomposto secondo la y
componente ortogonale ıy e le compo- y
nenti tangenti IJyx e IJyz.

81
MECCANICA DEI SOLIDI

In pratica si scompone un vettore nello IJyx Questo passaggio prende il nome di teorema di reciprocità delle tensioni tangenziali, e
spazio Æ ty è la diagonale di un permette di lavorare con un modello di calcolo semplificato. Espresso in forma matriciale:
parallelepipedo.
ty IJxy = IJyx
Il primo pedice (y) è l’identificativo della
ıy IJzx = IJxz ıx IJxy IJxz
direzione normale al piano, il secondo
(x ) della direzione del vettore. IJzy = IJyz
IJ yz IJyx ıy IJ yz = tn
Æ le incognite si riducono da nove a sei.
N.b. l’eguaglianza si verifica per il modulo IJzx IJzy ız
delle tensioni; le direzioni restano comun-
Ponendo in forma matriciale il tutto, si ıx IJxy IJxz que diverse Æ i piani in cui giacciono le
forma un tensore, ovvero una tabella
ordinata i cui componenti sono vettori. tensioni tangenziali eguali sono infatti
IJyx ıy IJ yz perpendicolari.
A questo punto è necessario trovare un = tn N
modo di ridurre il numero di incognite in Tutto ciò è utile per individuare un piano
gioco. sulla cui ortogonale si verifichino solo
IJzx IJzy ız trazione e compressione. Æ nella realtà,
le lesioni si formano ortogonalmente alla
direzione di trazione; in questo caso, le N N
azioni tangenziali sono tutte pari a zero.
Considerando la faccia superiore del cubo y Æ l’obiettivo finale è la ricerca delle
ıy direzioni principali di trazione e compres-
di dimensioni dx * dy * dz (ovvero il sione. N
piano xy), scrivere le tensioni associate IJyx
ad essa e calcolare un equilibrio alla
rotazione in o. y dy
ıx
IJxy
o . IJxy
ıx
Studiando ad esempio il piano fessurativo
x di una trave, si nota che la fessura si
IJyx inclina ortogonalmente ai piani principali,
ȈMo = 0 ıy dove si verifica solo trazione e compres-
M – IJxy*dx/2 – IJxy*dx/2 + IJyx*dy/2 + IJyx*dy/2 = 0 sione.
dx +
Æ M – IJxy*dx + IJyx*dy = 0 Da notare che il taglio è legato ad azioni T

di tipo tangenziale IJ, mentre il momento è
legato alle azioni normali ı.
Considerando il fatto che dx e dy sono uguali, essendo le dimensioni infinitesime del cubo, le Æ l’andamento del quadro fessurativo è M
legato l’inclinazione dei piani principali, ed +
due tensioni sono uguali.
il taglio esiste nei tratti di fessura inclinata
Æ – IJxy + IJyx = 0 Æ IJxy = IJyx dove si verificano azioni tangenziali.

82
TEORIA DELLA TENSIONE

L’obiettivo finale è arrivare alla condizione in cui non si verificano azioni tangenziali. _Cerchio di Mohr.

Tale costruzione geometrica serve a descri-


ıx IJxy IJxz ıI vere graficamente lo stato tensionale di un
ı
0 0
punto.

ıy IJ yz ıII 0
Si inizia ponendo un sistema che abbia in
ascissa le tensioni normali ı, ed in ordinata
[simm.] ız [simm.] ıIII le tensioni tangenziali IJ.
Successivamente verrà tracciato un cerchio
che, al variare dell’angolo, restituirà valori ı IJ
e IJ per un piano di normale n.
Al fine di ottenere questo risultato, è utile la trattazione del paragrafo successivo sul cerchio di
Mohr, ovvero una modalità di rappresentazione grafica dello stato tensionale di un punto.

a. disegnare tre punti.


- a = (ıx , 0) Æ tensione sul piano di normale x;

- b = (ıy , 0) Æ tensione sul piano di normale y;

- m = (ıx , IJxy) punto chiamato polo della rappresentazione.

porre ad esempio ıx = 3, ıy = 1, IJxy = –2.


.
m

R
b
. . . a
ı
C
b. trovare il centro C fra b ed a.
Æ (ıx – ıy)/2 = C

c. tracciare il raggio R del cerchio


pari al segmento Cm, e disegnare IJ
la circonferenza.

83
MECCANICA DEI SOLIDI

d. da notare che il punto m rappre-


senta il piano xy ruotato.
R= ((ıx – ıy)/2)² + IJxy² .
m
Se, per ipotesi, si intendesse cono-
scere lo stato tensionale di un .m x
.
.
x
generico piano ij, è sufficiente ıij = R (1 + cos(2ij)) R

.
porre un piano ruotato sul piano di ij
R

. . .
partenza xy. ij IJij = R sen(2ij) 2ij
b a
C
ı
C
ı
.
e. nelle intersezioni fra il cerchio ed il . N.b. 2ij è un angolo al centro, mentre ij è un
angolo alla circonferenza. Per costruzione
geometrica, un angolo al centro è sempre due
piano ij si ottengono nuovi valori
volte un angolo alla circonferenza. y
.
tensionali relativi al piano in
questione. Æ il cerchio di Mohr è y x
una costruzione geometrica per
scoprire coppie di valori ın e IJn per Į 2Į IJ
piani qualsiasi.
IJ

.IJ ij
ıij

Si nota che, per passare dal piano xy al y


ıy
Da notare che si avranno unicamente
tensioni di tipo normale ın quando la x .
m

piano ij, l’intorno del punto ha subito una circonferenza interseca l’asse ı.


rotazione di angolo ij (vedi anche p. 82).
IJyx R Į
. . .
La circonferenza ha raggio invariabile, e
quindi le combinazioni di ın e IJn non ıx
IJxy
o . IJxy
ıx
C
ı

variano Æ le somma vettoriale, e cioè il Æ il piano dove non si verificano tensioni


raggio, resta uguale. IJyx x
tangenziali IJn è quello che passa per i
ıy punti di intersezione fra il cerchio e l’asse
ı. Æ la costruzione del cerchio di Mohr è y
y utile per l’individuazione dei piani principa-
li di sezione di una trave.
IJ1 IJ
ı2
ı1
IJ2 o .
ij
x

84
TEORIA DELLA TENSIONE

_Stati tensionali notevoli.


-esempio pratico-
. .
Riprendendo l’esempio del precedente B A
paragrafo, è possibile analizzare lo stato
tensionale del sistema nei punti A e B
mediante il cerchio di Mohr. –
+
T
Stato triassiale.
.ı III ıII
.
ıI ı
M IJ
+

IJxz
. .m = IJzx

punto A Æ presenza solo di sforzo


normale di trazione. La compressione è
nulla.
Stato biassiale. .ı . .
b = ıx = ıII = 0

C
. .ı
a = ız
I
ı
.x . .
III
ıx  0, ıy = 0, IJxy = 0 b a=m
C
Æ stato monoassiale Æ solo una compo-
R ı IJ
nente.

IJ y
Stato monoassiale. . .
b = ıII = ıIII = 0

C
.a = m = ıI

ı
IJ

punto B Æ il piano comincia a ruotare.


ıx  0, ıy = 0, IJxy  0 x Į
. m
. mŁ IJ

. . .
Æ stato pluriassiale Æ da due a tre com- R
ponenti. b C a
ı
ıI = sigma massima (max. trazione)
ıII = sigma media y
Taglio puro
ıIII Ł IJ . .
ıII = a = b = C .ı IŁ IJ
ı
(particolare stato biassiale).
ıIII = sigma minima (max. compressione) IJ

IJ
85
MECCANICA DEI SOLIDI

C.3 _Leggi costitutive dei materiali.

MATERIALI Prendere, ad esempio, una barretta di materiale qualsiasi a sezione circolare, sollecitandola
con un’azione di compressione P; l’effetto dell’azione produce una deformazione.

P
l0 d0
l d

l – l0 ǻl
İ =
l0
=
l0
= deformazione longitudinale.

d – d0 ǻd
İt =
d0
=
d0
= deformazione trasversale.

trazione
ı
ı0
Se nel diagramma costitutivo ı-İ, giunto al
valore ı0, il materiale raggiunge il suo limite di
resistenza viene detto elasto-fragile. Esistono
materiali che presentano lo stesso limite a İ
trazione ed a compressione (vetro), ed altri che
presentano valori diversi (calcestruzzo).
ı0
compressione

trazione
ı
ı0
Se superato il valore limite il materiale accetta
ancora sollecitazioni si parla di materiale duttile,
con grande capacità di adattarsi alle deforma-
zioni. Solitamente i materiali duttili resistono in İ
ugual modo sia a trazione che a compressione
(acciaio).
ı0
compressione

86
MATERIALI

Il primo tratto del diagramma costitutivo è lineare ı0 _Rapporti fra tensioni e deformazioni.
(sino al valore ı0); in questo caso si parla di
campo lineare elastico, ovvero il legame ı-İ è
rappresentato da una retta. Le deformazioni in In campo lineare elastico, le deformazioni avvengono in base a:
campo lineare elastico sono reversibili.

Superato il valore limite ı0, il materiale accetta


E, modulo di Young Æ ı = E*İ ; esiste un E per ogni materiale.
ancora tensioni (la legge costitutiva non è più ı ed E si misurano in N/mm2, mentre la deformazione İ è un numero.
lineare), ma le corrispondenti deformazioni non
sono più reversibili Æ campo plastico, lo scarico
avviene secondo una retta parallela a quella del
Ȟ, modulo di Poisson Æ İt = Ȟ*İ ; Ȟ è il coefficiente di contrazione trasversale.
campo elastico, spostata Æ il materiale non può İt, Ȟ ed İ sono numeri.
più tornare alla condizione iniziale.

Ad esempio, il campo plastico dell’acciaio si divide in: ıx Æ İx


ıy Æ İy
- snervamento: auto-bloccaggio casuale e disordinato a livello mole-
colare. ız Æ İz
- incrudimento (hardening): il materiale può ancora assorbire ten-
sioni, ma modifica la sua struttura sempre di più, finché collassa. IJxy = IJyx Æ Ȗxy = Ȗyx
IJzx = IJxz Æ Ȗzx = Ȗxz
deformazione in campo elastico. Æ IJzy = IJyz Æ Ȗzy = Ȗyz
si verifica una strizione Æ una sezione si contrae
più delle altre; avviene circa a metà del campo
plastico. Il punto centrale della strizione è il punto
dove si verificherà la rottura. Æ Partendo dalle deformazioni longitudinali, bisogna legarle alle trasversali, ottenendo
una matrice a trentasei caselle.

Schematizzazioni. - Se la matrice è piena, il materiale è detto anisotropo, ovvero ha un comportamento


ı0 = ıP diverso per ogni direzione.
modelli elastico – perfettamente plastici
Æ non si considera che il materiale assorba - Se il materiale ha delle direzioni privilegiate di utilizzo è detto ortotropo; ad esempio il
tensioni raggiunto il valore ı0, ma si deforma legno, dà prestazioni differenti se utilizzato parallelamente o perpendicolarmente alle
solamente fino alla rottura. fibre; occupa diciotto termini della matrice. Anche la muratura è associabile ad un
materiale ortotropo, ma più problematico: è disomogenea, e campionando in più punti si
ottengono risultati diversi.
elastico – plastici con incrudimento ı0 = ıP
Æ si tiene conto del fatto che il materiale, anche - Se il materiale si comporta nello stesso modo in tutte le direzioni è detto isotropo;
se in campo plastico, può assorbile ancora di esempio calzante è l’acciaio. Anche il calcestruzzo e la ghiaia sono statisticamente
tensioni. materiali isotropi.

87
MECCANICA DEI SOLIDI

_Tensioni e deformazioni in materiali isotropi. Tirando da tutte le facce del provino:

Prendere ad esempio un provino cubico di z z


materiale isotropo. İz ıx Ȟıy Ȟız
İx = – – ız
E E E ıx
Applicando uno sforzo normale di trazione İx
secondo y, si nota che il materiale si
allunga secondo y e si comprime nelle ıy ıy ıy Ȟıx Ȟız ıy ıy
İy = – –
altre due direzioni. y E E E y

ıy İx
ıy = Eİy İy = ız Ȟıx Ȟıy ıx
Æ
E
İz İz = – – ız
x E E E x

İz ed İx sono le deformazioni trasversali,


legate ad İy tramite il coefficiente di Pois- Per legare le tensioni tangenziali taglianti alle deformazioni trasversali esiste una costante di
taglio G, misurata in N/mm2.
son, Ȟ.

IJxy = G Ȗxy
Ȟıy
İx = İz = –Ȟ*İy = – IJxz = G Ȗxz
E
IJzy = G Ȗzy
Æ i materiali isotropi riempiono tre termini della suddetta matrice: una deformazione
longitudinale (un modulo di Young) e due deformazioni trasversali (due coefficienti di Poisson).
Per materiali isotropi, G vale:
ıx Ȟıx E
ıx = Eİx Æ İx = ; İy = İz = –Ȟ*İx = – G=
E E 2(1+Ȟ)

ız Ȟız Æ un materiale isotropo è legato a due costanti: G ed E, E e Ȟ, Ȟ e G.


ız = Eİz Æ İz = ; İx = İy = –Ȟ*İz = –
E E
- E > 0 Æ è sempre positivo, poiché non è possibile che un materiale tirato si accorci.
- G > 0 Æ idem.
- –1 < Ȟ < 0,5 anche se per materiali strutturali è compresa fra 0 e 0,5 Æ i materiali
strutturali non si dilatano trasversalmente quando vengono sottoposti a trazione.

88
MATERIALI

Riassumendo: _Criteri di resistenza dei materiali.


A ıx ıy ız IJxy IJxz IJzy ı
1/E ; -Ȟ/E İx 1/E -Ȟ/E -Ȟ/E 0 0 0
İ ı ı ıR
İy -Ȟ/E 1/E -Ȟ/E 0 0 0 ı0 = ıS
E;Ȟ
ı İ İz -Ȟ/E -Ȟ/E 1/E 0 0 0 ı0 = ıR

Ȗxy 0 0 0 1/G 0 0
1/G İ İ
Ȗ IJ Ȗxz 0 0 0 0 1/G 0

G Ȗzy 0 0 0 0 0 1/G
IJ Ȗ materiali fragili Æ la tensione ı0 materiali duttili Æ la tensione ı0
coincide con la ıR di rottura. coincide con la tensione di sner-
vamento ıS.
Æ le Ȗ sono collegate solo alle IJ con pedice uguale tramite 1/G;
Æ le İ sono collegate alle ı con pedice uguale tramite 1/E; compressione trazione compressione trazione
Æ le İ sono collegate alle ı con pedice diverso tramite -Ȟ/E.
.ıC = -ıR 0

ıT = ıR
.
ıC = -ıS 0

ıT = ıS

Tale matrice esprime le coordinate del vettore deformazioni e e del vettore tensioni t, e viene
indicata con la lettera A per semplicità Æ noto uno stato, tensionale o deformativo, si ottiene
l’altro.
Si introduce dunque il concetto di
grandezza indice del pericolo (G.I.P.):

ıx İx
- Nei materiali fragili la G.I.P. è
ıy İy solamente una tensione di valore
normale, di tipo ı; le IJ non
ız İz influiscono.
t e
IJxy = IJyx Ȗxy = Ȗyx - Nei materiali duttili la G.I.P. è
determinata da tutte le tensioni, sia
IJzx = IJxz Ȗzx = Ȗxz ıR
ı che IJ.
CS
IJzy = IJyz Ȗzy = Ȗyz ıV

Ovviamente le strutture vanno verificate


con una ıV che tenga conto di un
e=At t = A-1 e (l’apice -1 indica l’inverso della matrice di partenza) coefficiente di sicurezza CS.

89
MECCANICA DEI SOLIDI

_Modello di Galileo – Rankine.


Si individua a questo punto un dominio
degli stati ammissibili, entro il quale .
-ıV 0

ıV
Utilizzato per materiali fragili. È necessario verificare che le tre ı principali ıI, ıII e ıIII siano
verificare una struttura.
minori della ıT di trazione e maggiori della ıC di compressione.
stati ammissibili
G.I.P. = { ıI, ıII, ıIII }” ıT ıII

G.I.P. = { ıI, ıII, ıIII }• ıC


.ıT

Portando in tre dimensioni il tutto, si ıIII


costruisce una sfera nello spazio delle
tensioni principali ıI, ıII, ıIII, che raccol-
ga il dominio degli stati ammissibili.
-esempio pratico-
Parete, oggetto bidimensionale.
ıC
. .
ıT
ıI
Æ ıI  0, ıII  0, ıIII = 0.

. Æ il dominio è compreso fra le ı


massime di compressione e trazione per
ıI e ıII.
.ıC

Dopo aver disegnato un modello della


struttura e dei carichi agenti, si passa a F q

.
campionare un punto A qualsiasi, che
ıI ıII sarà definito, come noto, da: A
ıx , ıy , IJxy.

Mediante il cerchio di Mohr vengono


analizzate ıI e ıII;
all’interno del dominio
se si trovano
la struttura è .
m (ıx,IJxy)

verificata, al contrario se tangenti o


esterne al dominio. IJxy
R
ıII . . . .C
b (ıy,0) a (ıx,0)
.ıI ı

Æ ıI , ıII = C ± R

ıx + ıy ıx – ıy 2 2
ıx + ıy ıx – ıy
Æ ± + IJxy
2 2 2 2
IJ

90
MATERIALI

ıII _Criterio di Tresca.

Calcestruzzo. Utilizzato per materiali duttili. Le G.I.P. sono le tensioni tangenziali IJ, ed in particolare la IJ max.

Viene verificato solamente a ıC di com-


pressione.
ıT di trazione = 0.
ıC
. IJmax =
ıI – ıII
2
= |R| IJmax . . m (ıx,IJxy)

ıI
In pratica, viene ristretto il campo di leggasi: IJ massima = valore assoluto di R
. . . . .ı
dominio.
.
ıI – ıII mezzi, e cioè il raggio del cerchio
di Mohr in valore assoluto. ıII C I
ıC b (ıy,0) a (ıx,0) ı

ıII
Quindi, per uno stato tridimensionale, il IJ
N.b. nei provini: Tresca enuncia:

Il provino A, a causa degli


sforzi applicati, si deforma
A . A IJmax = ½ * max{ (ıI – ıII); (ıII – ıIII); (ıIII – ıI) }
molto più facilmente del B.
Æ verificare che la IJ sia compresa entro le IJ massime a trazione e compressione.
La condizione B è più sicura ıI
Æ ecco perché molto spesso i
pilastri vengono ingabbiati: per B . B ıC ” ıI – ıII ” ıT
contrastare lo spanciamento. ıC ” ıII – ıIII ” ıT
ıII
ıC ” ıIII – ıI ” ıT
Negli angoli superiore sinistro ed inferiore
. ıT

destro lo snervamento del materiale deve


_Criterio di Coulomb. già essere avvenuto.
Viene utilizzato per murature, e descrive
crisi per decoesione e scivola-mento dei
Quindi il Tresca formula un grafico sosti-
tutivo al modello di Galileo-Rankine Æ
ıC
. . ıT
ıI

. .
piani. Si usa il piano di Mohr (ı,IJ). In oggetti bidimensionali (assenza di ıIII):
ıT in questo caso è la massima trazione ıC ıT
sostenibile per il materiale. ı
ıC ” ıI – ıII ” ıT . ıC
Ne risulta un dominio a forma di cono. Æ definisce una retta compresa fra ıC e ıT.

IJ ıC ” ıII ” ıT
|IJ| = c – ȝı ı C ” ıI ” ı T
leggasi: valore assoluto di IJ = coesione (c) – coefficiente di attrito (ȝ) per ı. Si ottiene il cosiddetto esagono di Tresca, identificativo delle IJ massime del materiale.

91
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.1 a

TRAVE DI DE SAINT-VENANT
z
b

x x
y y

Il modello si compone di alcuni punti cardine:

a. modello geometrico: b. modello meccanico:


- a << l - lineare elastico
- omogeneo
- b << l - isotropo
“<<” sta per “molto più piccola di”.

La trave è pensabile come formata da un insieme di fibre (ad esempio un pacco di spaghetti).

IJzx
I campi diversi da zero sono:
ız
ız  0; IJzx  0; IJzy  0.

Æ il tutto avviene in campo lineare elastico, quindi è possibile utilizzare la sovrapposizione


degli effetti.

94
TRAVE DI DE SAINT-VENANT

_Casi descritti in trave di De Saint Venant.

y
y My
Nz = ız dA Mx = ız * y dA
tn Mx Mt
ǻA

.
A A
a x z
z
Ty = IJzy dA x My = ız * x dA
n
A
A

Tx = IJzx dA Mt = (–IJzy*x + IJzx*y ) dA


A
A

Æ parametri di sollecitazione per la sezione di normale z.

95
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.2 È necessario, in una trave, conoscere il baricentro della sezione, ovvero il punto dove si
collocano le informazioni studiate, in forma schematica, nel calcolo strutturale.
CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

_Individuazione del baricentro di una figura.

Esempio: trave con sezione a T.


.
Æ ogni sezione in cui si individua un asse
di simmetria possiede il baricentro lungo a
tale asse.

a a a

a. scomporre la figura in parti, delle


quali è possibile conoscere senza A1
problemi il baricentro Æ scomposi-
zione in rettangoli. A2

3a²
b. disegnare dei vettori rappresentanti
ogni area, individuata nei baricentri
2a²
delle medesime.

96
CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

La seconda coordinata del baricentro globale è la risultante dei due vettori, dove il momento è d. redigere una tabella con aree, lunghezze e momenti statici.
zero. Æ la risultante è all’interno dei due vettori, purché essi siano di verso concorde.
Ai yi xi Sx i Syi

c. calcolare il momento dei due vettori rispetto ad un asse scelto opportunamente. A1 3 a² 5a/2 3a/2 15a³/2 9a³/2
+
3a²*(5a/2 – y) + 2a²*(a – y) = 0 A2 2 a² a 3a/2 2 a³ 3 a³
y
N.b. la y che compare nell’equazione serve ad
3a²
applicare un’incognita alla stessa. totali 5 a² 19a³/2 15a³/2
2a²
Æ 15a³/2– 3a²y + 2a³ – 2a²y = 0
x Sx 19a³ 1
19a³ yG = = = 19a/10 = 1,9a y 3a/2
Æ 19a³/2– 5a²y = 0 Æ y = A 2 5 a³
2* 5a² area totale della sezione.

Sy 15a³ 1
Scrivendo sotto forma di formula il tutto: xG = = = 3a/2
A 2 5 a³ yG a
Sx
yg (coordinata y baricentro) = 0,1a x’
A xG a
Sy Ovviamente, prendendo in considerazione
xg (coordinata x baricentro) = un altro asse x’, il risultato non cambia Æ 1,9a
A
il valore rispetto al nuovo asse è diverso, a
In generale: ma la posizione di XG rimane invariata.
x
Sxi = Ai * yi a a a
Syi = Ai * xi
Ai yi S x’ i

con: A1 3 a² a/2 3a³/2


Ai = area totale i-esima della sezione, +
Si = momento statico i-esimo della sezione. 2 a² –a –2a³
A2

Il momento statico è il rapporto fra un’area ed una lunghezza, è una grandezza espressa al totali 5 a² –a³/2
cubo. Può essere nullo (nell’asse baricentrico) negativo, positivo.

S x’ a³ 1
yG = =– = a/10 = 0,1a
A 2 5 a³

0,1a + 1,9a = 2a (distanza fra i due assi x ed x’ c.v.d.)

97
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

yG
_Esercizio n.27 _Il momento di inerzia.
3a²
a A1
La tab_A si riferisce alla consue- Il momento statico delle travi A e B è
ta soluzione per scomposizione uguale, ma le medesime si inflettono in
(a destra), mentre la tab_B ana- a modo diverso, offrendo una diversa resi-
lizza una soluzione alternativa A2 2a² stenza alla flessione Æ è possibile studiare
per sottrazione di aree (in basso) questa caratteristica con il momento di
tenendo conto dell’asse x’. a inerzia, ovvero la capacità della trave di A B
xG opporsi alla rotazione.
3a² x
a A3 in queste pagine verrà affrontato solamente
A5 = 25a² il momento di inerzia assiale. b
5a ²
A6 = 2a²
a A4
n
Ix (momento di inerzia assiale rispetto all’asse x) = Ȉ Ai * yi²
A7 = 4a²
a a a a a
i=1
h . x

n G
x’ Iy (momento di inerzia assiale rispetto all’asse y) = Ȉ A i * x i²
i=1
y
tab_A Ai yi Sx i tab_B Ai yi S x’ i N.b. Il momento di inerzia è il rapporto fra un’area ed una distanza al quadrato
A1 3 a² 5a/2 15a³/2 A5 25a² 5a/2 125a³/2 Æ è una quantità sempre positiva.
+ –
Per assi baricentrici di sezioni rettangolari i momenti di inerzia sono pari a:
A2 2 a² a 2 a³ A6 2*2a² 3a 12a³
bh³ b³h
+ – I xG = Iy G =
12 12
A3 3 a² –a/2 –3a³/2 A7 2*4a² 3a 24a³
+ + Per assi tangenti alle sezioni rettangolari i momenti di inerzia sono pari a:
A4 5 a² –3a/2 –15a³/2 totali 13a² 53a³/2 bh³ b³h
Ix i = Iy i =
3 3
a
totali 13a² a³/2
a*3a³ 9 a4
3a I xG = =
12 4
Sx a³ 1 A. sezione con b di gran lunga minore di h
yG = = = a/26 = 0,04a
A 2 13a³

S x’ 53a³ 1 B. sezione con b di gran lunga maggiore di h a IxG = 3a*a³= a4


yG = = = 53a/26 = 2,04a 3a 12 4
A 2 13a³

2,04a + (–0,04a) = 2a (distanza fra i due assi x ed x’ c.v.d.) Æ la sezione A è molto più resistente alla flessione della sezione B.

98
CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

_Teorema del trasporto. _Modalità applicative del teorema del trasporto.

Siano date tre aree A1, A2, A3


espresse in forma di vettori, ed il A1
loro asse baricentrico XG.
y1 Riprendendo l’esempio precedente (sezione a T):
n
Ix G = Ȉ Ai * yi² y2 A2 xg
i=1 y3 Ai yi xi Sx i Syi
A3
A1 3 a² 5a/2 3a/2 15a³/2 9a³/2
+
Si applichi un piccolo incremento d alle distanze y, in modo da calcolare il momento di inerzia
A2 2 a² a 3a/2 2 a³ 3 a³
rispetto ad un asse qualsiasi e non all’asse baricentrico delle aree.
n
Ixi = Ȉ Ai * (yi + d)² totali 5 a² 19a³/2 15a³/2
i=1

Sx 19a³ 1
yG =
n n n
Æ Ixi = Ai * yi² + Ai * yi * d = = 19a/10 = 1,9a y
Ȉ Ȉ Ai * d² + Ȉ A 2 5 a² 3a/2
i=1 i=1 i=1

Ix G momento distanza rispetto ad un asse Sy 15a³ 1


statico baricentrico = 0 xG = = = 3a/2
A 2 5 a² yG A1 a
il rapporto fra i due è zero.
xG a

n 1,9a A2
Æ Ixi = Ix G + Ȉ Ai * d² a
i=1
x
a a a
Æ Il momento di inerzia assiale rispetto ad un asse qualsiasi è pari al momento di inerzia
assiale baricentrico più l’area della figura.

Æ il momento di inerzia assiale baricentrico è il momento più piccolo fra i possibili momenti di
inerzia di una figura.

La formula enunciata poc’anzi prende il nome di teorema del trasporto, il quale permette di
trovare il momento di inerzia di una figura rispetto ad un asse baricentrico ed un asse
qualsiasi.

99
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Primo metodo: asse tangente Secondo metodo: assi barcentrici delle singole aree

Non è possibile calcolare Ix né rispetto ad Xg né ad x, poiché non sono assi tangenti alle Se non è possibile trovare assi tangenti a tutte le aree, applicare il teorema del trasporto per gli
assi baricentrici noti delle aree di scomposizione.
due aree. Æ si pone un nuovo asse x’, tangente ad entrambi i due rettangoli di scomposi-
zione. xG A2
0,6a
0,9a xG
A1 x’ xG A1
xG
A2
N.b. per le due aree, in questo caso, l’asse XG è un asse qualsiasi Æ vanno sommati i
x momenti di inerzia di ogni area e le aree per le rispettive distanze dall’asse al quadrato.

Ix’ = Ix’(A1) + Ix’(A2) n

Æ Ix (IxG) = IxGi + Ȉ Ai * d²
3a*a³ a*(2a)³ 3a4+8a4 11a4 i=1
I x’ = + = = = 3,67a4
3 3 3 3
Ix G = IxG1(A1) + A1*( xg1 – Xg)² + IxG2(A2) + A2*( xg2 – Xg)²
E quindi, applicando il teorema del trasporto: 3a*a³ a*(2a)³
Æ Ix G = + 3a²*(0,6a)² + + 2a²*(0,9a)²
12 12
Ix G = I x’ – Ai * (x’ – Xg)² Æ Ix G = 3,67a4 – 5a²*(0,1a)² = 3,62a4 Æ IxG = 0,25a4 + 1,08a4 + 0,67a4 + 1,62a4 = 3,62a4 c.v.d.

distanza
fra gli assi

100
CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

Terzo metodo: pieno meno vuoto _Esercizio n.28


yG
Analogo al primo metodo, con la differenza di considerare la figura inscritta in un rettangolo, e
calcolare l’inerzia del pieno meno l’inerzia dei vuoti tangenti. Ai yi Sx i
3a²
A1 3 a² 3a/2 9a³/2 a A1
Ap
+
a² a/2 a³/2 a²
xG A2 a A2
Av1 Av2 x
+
x A3 3 a² –a/2 –3a³/2 a xG A3
3a²

+
A4 5 a² –3a/2 –15a³/2 5a ²
Ix = Ix(Ap) – Ix(Av1) – Ix(Av2) a A4

3a*(3a)³ a*(2a)³ 81a4 – 16a4 totali 12a² –4a³


Ix = – 2 = = 21,67a4
a a a a a
3 3 3
Sx 1
Applicando il consueto teorema del trasporto: yG = = – 4 a³ = – a/3 = – 0,33a yG
A 12a²
Ix G = Ix – A * (x – Xg)² L’asse stabilito è utile anche nel
calcolo del momento di inerzia, dal
momento che può essere conside-
Æ 21,67a4 – 5a²*(1,9a)² = 21,67a4 – 18,05a4 = 3,62a4 c.v.d.
rato tangente a tutte le aree Æ Av1 = a² Ap2 = 2a²

Il momento di inerzia delle aree x


piccole si ottiene per differenza fra il
momento delle aree Ap3 e quello xG
delle Av1; è possibile moltiplicare
per quattro il momento trovato, in
quanto le piccole aree sono tutte
equidistanti dall’asse x.
Ap1 = 6a² Ap3 = 2a²

3a*(2a)³ a*(2a)³ a4 a*(2a)³


Ix = + 4 – +
3 3 3 3

24a4 7 a4 8 a4 60a4
Æ Ix = + 4 + = = 20a4
3 3 3 3

Æ Ix G = Ix – Ai * (x’ – Xg)² Æ Ix G = 20a4 – 12a²*(0,33a)² = 18,69a4

101
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.3 _Sforzo normale in trave di De Saint-Venant.

SFORZO NORMALE E FLESSIONE Ipotizzando che la trave sia soggetta solo ad uno sforzo normale di trazione:

ZE è la zona di estinzione Æ lo sforzo


concentrato si distribuisce per la sezione.
È possibile rappresentare tale fenomeno N
mediante un integrale. z

N = ız * ˜A y

A
ZE
ız è costante, e quindi viene tratta fuori
dal segno di integrale.

˜A
N = ız ˜A

L’integrale in A delle porzioni infinitesime


˜A è uguale alla area stessa.

ÆA = Ȉ ˜A

Quindi, la tensione ız è uguale allo sforzo


normale N fratto l’area A.

N = ız * A

N
ız =
A

102
SFORZO NORMALE E FLESSIONE

Se il materiale è isotropo la trave si deforma secondo İx, İy, İz (vedi p.88). È ora possibile occuparsi dell’area della sezione, che si contrarrà secondo le deformazioni
trasversali İx e İy.
ız Ȟıx Ȟıy
İz = – – N N İx = 1/E (ıx – Ȟ * (ıy + ız)
E E E l
İy = 1/E (ıy – Ȟ * (ıx + ız) x
İz = 1/E (ız – Ȟ * (ıx + ıy) l l0
l0
Ȟız ȞN
Dato che non si verificano tensioni trasversali ıx e ıy, İz è pari a: İx = – = –
E EA y
Ȟız ȞN
ǻl ız N İy = – = –
İz = = = E EA
l0 E EA

Æ compare il segno meno, poiché la deformazione è opposta alla precedente Æ è generata


Quindi la deformazione della trave è: dalla compressione anziché dalla trazione.
- direttamente proporzionale allo sforzo N;
- inversamente proporzionale al modulo elastico E ed all’area A della sezione.
È quindi possibile rappresentare il comportamento della sezione mediante un unico cerchio di
EA è la rigidezza assiale. Mohr Æ ız è costantemente distribuita in tutta la sezione; in questo caso il punto m coincide
con a, poiché non si verificano tensioni tangenziali.

N*l0 ız  0, ıx = 0, IJxz = 0
ǻl =
EA
Æ il piano della sezione è un piano
principale, e la ıI di trazione coincide con
la ız Æ caso monoassiale.

.xb (ıx,0)
.C
R
. a = m (ız,IJxz)
ı

IJ y

103
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

_Flessione in trave di De Saint-Venant (formula di Navier). Æ La tensione è direttamente proporzionale al momento flettente, inversamente proporzionale
al momento di inerzia e dipende da che punto y della sezione viene analizzato.
Æ si andrà a verificare la tensione della sezione ai lembi superiore ed inferiore, dove è massi-
Mx ma.
Prendere una trave soggetta a due
momenti Mx costanti in tutta la trave. Il momento flettente, in ogni caso, può
Mx
agire secondo un asse che non è un asse
Il pedice x indica intorno a quale asse x principale di inerzia (x o y). My
y M
ruota il momento; in questo caso, l’asse x z Æ È possibile trattare il momento come
un vettore (rappresentato dalla doppia Mx
è l’asse di sollecitazione. x freccia) e scomporlo in due componenti
y x z
secondo gli assi principali.
M
y
M M
Le fibre della sezione saranno tese al
lembo inferiore e compresse al superiore.
Mx My
ız = *y – *x Æ flessione deviata.
Ix Iy
Mx = ız * y dA

A
Æ è stato posto il segno meno al secondo membro poiché la componente di M secondo y è
discorde rispetto al verso dell’asse.
ız = Ky
x
y
Æ ız digrada da un valore massimo fino
a coincidere con l’asse neutro, dove non
si verifica tensione ız.

Mx = Ky * y dA = K y² dA = K * Ix

A A

Mx
ız = Ky = *y Æ flessione semplice retta (formula di Navier).
Ix

104
SFORZO NORMALE E FLESSIONE

-esempio pratico-
È ora possibile applicare il cerchio di
Prendere una trave incastrata a sezione Mohr, secondo il modello trave di De
rettangolare. Saint-Venant.
Non si verifica né taglio T né sforzo nor-
male N Æ M positivo e costante in tutte
A B
M
ıx = ıy = IJxy = 0
. c
.
a=m
ı
le sezioni della trave.
l ız  0
Mx IJxz = 0
ız = *y M + M
Ix IJ yz = 0 IJ

Per assi baricentrici di sezioni rettangolari


i momenti di inerzia sono pari a: h/2
x Æ il valore ız coincide con il valore
bh³
I xG = h/2 massimo di trazione, mentre –ız con il
12 massimo di compressione. Scegliendo i
punti b o d, non si ottengono valori utili
y alla verifica; scegliendo il punto c, il
Trovandosi sull’asse neutro non si verifica
cerchio di Mohr degenera in un punto.
tensione. Æ y = 0
ıc
. e
Sostituendo h/2 ad y:
.. d
c

Mx 12 h Mx
.. b
a . e
. d
. c
. b
.
a
ız = * Æ 6 Æ ıt trazione. ı
bh³ 2 bh² ıt

Mx 12 h Mx
ız = *– Æ –6 Æ ıc compressione. IJ
bh³ 2 bh²

105
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

_Calcolo delle tensioni massime in una sezione. Si ha sovrapposizione degli effetti fra un campo costante prodotto da N ed uno a “farfalla”
prodotto da M.
Prendere un pilastro incastrato, con applicato uno sforzo normale N eccentrico. N.b. nella somma, l’asse baricentrico XG non coincide più con l’asse neutro (AN).

Quindi, in caso di sforzo normale N eccentrico, è possibile enunciare:


N
z
N My
ız = + y
N A Iy
Pressoflessione
Æ compressione eccentrica. z x y

y Equazione che, se posta uguale a zero, restituisce la posizione dell’asse neutro.

Tensoflessione
N N My
Æ trazione eccentrica.
+ y=0
z A Iy

y
Semplificando e riducendo il tutto:

Mx = N*e
Æ elaborando un sistema N*e ȡ²x = Ix/A Æ raggio di inerzia secondo l’asse x.
e
equivalente, si giunge alle N
seguenti conclusioni: z
N Ne N e
y + y=0 Æ 1 + ȡ² y = 0
A ȡ²x A A x

ma, sapendo che N/A = 0 non è una condizione possibile, è sufficiente porre uguale a zero il
N
ız = y N*e resto dell’equazione.
A N XG
z AN
My e
ız = x y 1 + ȡ² y = 0 Æ equazione dell’asse neutro.
Iy x

Mx
ız = y
Ix

106
SFORZO NORMALE E FLESSIONE

N
centro di pressione (cp)
N*e e -esempio pratico-
.
N e
ız = – 1–
ȡ²x
y N
z
a
A
N
5cm 5cm
N
z x
y
N*e 20cm

.
b

y y
N*e
e
ız = – N 1 + ȡ² y N N = 10 tonnellate
z A = 20*10cm = 200cm2 10cm
A x e Ix = bh3/12 = 10*(20)3/12 = 6666,67cm4
N
ȡ2x = Ix/A = 33,33cm2 Æ ȡx = 5,77cm
y
? = asse neutro e tensione ız al lembo superiore ed inferiore.

N Ne
N
N*e e ız = +
ȡ²x A
y
N e N A
ız = 1–
ȡ²x
y z
A Æ (–10t / 200cm2) + (–10t *–5cm)*y/33,33cm2 * 200cm2) = 0
Æ –10t / 200cm2 * (1 – (5cm*y/33,33cm2)) = 0

y Æ 1 – (5cm*y/33,33cm2) = 0
Æ 1 – (5*y/33,33cm) = 0
Æ 5y/33,33cm = 1
Æ y = 33,33cm/5 Æ y = 6,67cm
e N*e
N
ız = 1+
ȡ²x
y N
z N.b. l’asse neutro, rispetto all’asse bari- XG
A e centrico, è sempre antipolare al centro di
x
N pressione. 6,67cm
AN

Æ Per ottenere il risultato voluto, sostituire ai y


termini N, A, ȡ, e i valori in analisi senza y
cambi di segno; variare solamente il segno
della y secondo la convenzione indicata.

107
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Æ Metodo grafico per individuare la posi- Considerazioni:


zione dell’asse neutro: ȡx = 5,77cm
- È intuibile dal principio che il valore di compressione sia più grande di quello di trazione,
Congiungere e con ȡx, costruendo un innanzitutto per sovrapposizione degli effetti ed in secondo luogo per la posizione
dell’asse neutro.
triangolo rettangolo. Il punto di interse- - Più il centro di pressione cp si allontana dall’asse baricentrico, più l’asse neutro si
zione con l’asse y appartiene all’ asse XG avvicina all’asse baricentrico.
neutro.
x - Se il cp coincide con l’asse baricentrico, l’AN va all’infinito Æ si ha solo trazione
compressione semplice.
yAN (asse neutro)= ȡx 2 / e
AN - Se l’asse neutro cade al di fuori della sezione, si avrà una situazione di questo genere:

yAN : ȡx 2 = ȡx : e y

Æ tale metodo permette di controllare


subito se l’asse neutro cade o meno
all’interno della sezione.
XG
x z
È ora possibile calcolare le tensioni ız al lembo superiore ed inferiore. E’ sufficiente verificare
la sezione in ±y, e cioè in ±h/2, e cioè in ±10cm. AN AN
N.b. le distanze y sono prese dall’asse baricentrico al lembo superiore ed inferiore. y y

ız (a) = –10t/200cm2 * (1 – (10cm * 5cm/33,33cm2))


= 0,025 t/cm2 Æ trazione massima.

ız (b) = –10t/200cm2 * (1 – (–10cm * 5cm/33,33cm2))


= –0,125 t/cm2 Æ compressione massima.

0,125 t/cm2

N
XG
z
AN

y 0,025 t/cm2

108
TORSIONE

D.4 _Momento torcente in trave di De Saint-Venant.

TORSIONE In un graticcio di travi, ciò che è flettente per una trave è torcente per la trave perpendicolare.

La trave a sezione circolare, come quella in analisi, possiede il vantaggio della simmetria
radiale Æ la sezione non esce mai dal piano di appartenenza, anche sotto l’azione di un
momento torcente; una sezione rettangolare si ingobbirebbe, uscendo dal proprio piano.

y variazione
massima
Mt Mt
x

variazione
media l

nessuna
variazione
Mr

configurazione di partenza configurazione variata

Mt = momento torcente, agente intorno all’asse z.


Mr = momento reagente.

ș(z) = Ĭz ș
Mt
dove:
- ș = angolo di torsione;
- Ĭ = angolo unitario di torsione;
- z = asse della trave;
- l = lunghezza della trave.

109
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Æ L’angolo ș di torsione è funzione lineare della distanza z, ed è uguale a Ĭ (costante che Approccio agli spostamenti di Neumann:
restituisce l’idea di come ruota un oggetto sotto l’effetto di un momento torcente) per la distan- assegnare un campo di spostamento in x Æu r
za z. relazione a ș, vedendo come si modifica il u
tutto.
v s
Pensando la trave come una pila di Ogni s è un vettore, appartenente al piano
monetine, ogni moneta ruota in modo della sezione. Prendere un s qualsiasi e
diverso e trasmette una tensione alla scomporlo secondo i vettori unitari u e v.
successiva.
x L’asse z è l’asse neutro per la rotazione
Il centro resta fisso. La tensione cresce R Æ sapendo che le sezioni di una trave
fino ad essere massima alla circonferen- cilindrica non escono dal loro piano, non y Æv
za. N.b. per le circonferenze, tutte le si hanno componenti z Æ w.
concentriche sono assi principali.
IJzs
Mt
y u (discorde con x) = –ș(z)*y = –Ĭzy
Mt = IJzs * r ˜A
v (concorde con y) = ș(z)*x = Ĭzx
A x
Æ integrale esteso all’area.
x r y
Scomporre una tensione IJzs tangente alla IJzx
circonferenza secondo x ed y, ottenendo
IJzy IJzs È ora possibile andare a verificare le deformazioni del sistema.
IJzx e IJzy.
Dilatazioni lineari specifiche:
I bracci di IJzx e IJzy sono generici, ma il
verso delle due tensioni indica quale ˜(–Ĭzy)
˜u
segno è necessario applicare Æ IJzx è İx = = = 0 Æ la derivata di x rispetto ad y è pari a zero.
y ˜x ˜x
discorde con la direzione x e quindi
negativo, IJzy è concorde con y e quindi ˜v ˜(Ĭzx)
İy = = = 0 Æ la derivata di y rispetto ad x è pari a zero.
positivo. ˜y ˜y

˜w
İz = = 0 Æ non si verificano azioni in z.
Mt = ( IJzy x – IJzx y ) ˜A Æ momento torcente. ˜z
A

110
TORSIONE

Variazioni angolari: 2 2
Æ L’integrale in A di x + y è il momento di inerzia polare IP per travi a sezione circolare.

˜(Ĭzx) ˜(–Ĭzy) ʌR4


Ȗxy = ˜v
+
˜u
= + = Ĭz – Ĭz = 0 IP = Æ formula del momento di inerzia polare, assimilabile a quella del
2 momento di inerzia lineare.
˜x ˜y ˜x ˜y
Æ sono le derivate di x rispetto ad x e di y rispetto ad y = 1, che quindi moltiplicate per una
costante (Ĭz) restituiscono la costante stessa. Sostituendo con la nuova simbologia:

˜(0) ˜(–Ĭzy)
Æ Mt = GĬ IP
˜w ˜u
Ȗxz = + = + = –Ĭy
˜x ˜z ˜x ˜z
Mt
Æ Ĭ = Æ più forte è il momento, più grande è l’angolo di torsione.
˜w ˜v ˜(0) ˜(Ĭzx) GIP
Ȗyz = + = + = Ĭx
˜y ˜z ˜y ˜x
Æ GIP è la rigidezza torsionale. G in questo caso è il modulo di elasticità torsionale.

La relazione sostitutiva per un corpo lineare isotropo enuncia che, per un corpo lineare
isotropo, le deformazioni trasversali sono legate alle tensioni longitudinali mediante il
coefficiente G (vedi p.88).
IJxz = –G Mt y = – Mt y
IJxy = G Ȗxy = 0 GIP IP
IJxz = G Ȗxz = –GĬy
Mt
IJzy = G Ȗzy = GĬx IJzy = G Mt x = x
GIP IP
E quindi:

Mt = ( IJzy x – IJzx y ) ˜A = (GĬx)x – (–GĬy) y ˜A


Mt Mt
A A IJmax = IJxz2max + IJzy2max = x2 + y2 = Raggio
Trasportando le costanti al di fuori del segno di integrale:
IP IP

Æ Mt = GĬ (x2 + y2) ˜A
A

111
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

_Momento torcente di sezioni cave (formula di Bredt).


Mt Mt

Caso A. Caso B.
Prendere una sezione cava chiusa, una Prendere una sezione cava aperta in un
sorta di tubo. tratto.

Secondo l’ipotesi di Greenhill le tensioni


tangenziali “viaggiano” nella sezione
b2 IJ2
come il flusso di un fluido Æ più
l’imboccatura è stretta più il flusso è
veloce, poiché si ha sempre la medesima
quantità di fluido che la attraversa. IJ1
b1
Æ b1 IJ1 = b2 IJ2

Æ anche in questo caso le tensioni si


inseguono, formando un diagramma delle
tensioni a farfalla.

Le tensioni tangenziali si “inseguono”,


possono essere sempre costanti nelo
spessore, secondo le concentriche della
sezione; si comportano, appunto, come
un fluido.

Tagliando la sezione in un punto qualsia-


si, si ha un diagramma tensionale del tipo
illustrato a fianco, tenendo sempre conto
del fatto che lo spessore è abbastanza
piccolo da considerare costanti le tensioni.

112
TORSIONE

Analizzando il caso A: N.b. in questo caso, r identifica la con-


Mt giungente fra i lembi inferiore e superio-
re di dc ed il baricentro G.
prendendo il medesimo oggetto cavo con
baricentro G, isolarne una porzione dc. Portando questa funzione al limite:
.
G
T è la risultante delle tensioni tangenziali
appartenenti alla porzione.
dc
Æ IJbmedio r dc = Mt totale.
dc
IJ zs
. . G

c . r

Æ ogni porzione va ad equilibrare il Mt dc


T
complessivo.
Æ ogni porzione, quindi produce un L’integrale di r*dc è il doppio dell’area
piccolo momento torcente, la sommatoria di tutti i triangoli, fatti dalle congiungenti,
dei quali è il Mt totale. bc che costituiscono l’area della sezione.
Æ area media.
. G
AM = r*dc = 2ȍ r r+b

AM = ʌr2 = ʌ(r+b/2) 2
r1 ed r2 sono i bracci delle risultanti IJ1 e
IJ2, perpendicolari alle risultanti, rispetto al
baricentro G.
r1 quindi:
Il momento di ciascuna risultante sarà:

. .
IJ1b1 dc * r1 IJ1
Mt
.
G b2
dc IJzs = Æ legge di Bredt.
.
IJ2b2 dc * r2
2ȍ * bmedio
Æ IJ1b1 e IJ2b2 sono uguali, per la b1
. dc

sunnominata legge del flusso.


IJ2
r2

Æ IJbmedio * Ȉ r dc

113
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.5 _Taglio in trave di De Saint-Venant.

AZIONI TAGLIANTI a

Ty
z
b

x x
y y

Mt
Quando il taglio (Ty) è eccentrico rispetto
agli assi uscenti dal baricentro della
sezione, diventa parte del momento Tx
torcente (Mt). x
Ty

Mx
Ty y
z

Ty

l y Si tratta del caso in cui il taglio


agisce sugli assi principali di inerzia.

Ty Mx dà equilibrio al sistema.
z
Mx N.b. Il taglio è sempre associato al
Ty momento flettente.

Æ Mx = – Ty (l–z)
z y
Mx Ty (l– z)
ız = *y = – *y
Ix Ix

114
AZIONI TAGLIANTI

_Trattazione di Jourasky. Sostituendo e semplificando ız nella prima parte dell’integrale:

Ingrandendo un concio della suddetta trave:


Mx Ty (l–z)
AI ız = *y = – *y
IJzy ız Ix Ix

˜ Ty (l–z) ˜ Ty l Ty z Ty
Æ – y = – y + y = y
z ˜x Ix ˜x Ix Ix Ix

.
b b

x .
a
IJzy
z
Ty
Ix
y dz dA + IJyz dx dz = 0
AII 0
dz y
˜z
y AII Trarre dal segno di integrale le costanti (N.b. l’integrale di IJyz in dx da 0 a b è pari a IJyz per
la lunghezza dell’intera corda ab = b):

ab = corda qualsiasi che divide la


sezione in due aree, AI ed AII. .
b
IJ yz Ty
y *dA = – IJyz b
ız +
˜ız
˜x
* dz a
. IJzy
Ix
AII

Æ sommare alla tensione ız che esiste è il momento statico Sx dell’area AII.


senza il concio dz la risultante delle ten-
sioni ˜ız dell’area sottesa alla corda. dz Ty
˜ız Sx(AII) = – IJyz b
È quindi possibile costruire un integrale. Ix
AII
b
˜ız
Ty Sx(AII)
– ız dA + ız + dz dA + IJyz dx dz = 0 Æ IJ yz = –
˜x Ix b
AII AII 0
b
Quindi:
˜ız
– ız + ız + dz dA + IJyz dx dz = 0 Ty Sx
˜x Ty = IJzy dA Æ IJzy = Æ formula di Jourasky.
AII 0 Ix b
A

115
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

-esempio pratico-

b ıT
P
Verifica nel punto 1.
Æ si ha solo ıC. . a = m = ıC
.C
. b = ıT = 0

ı
6Pl
h bh2
IJ
x z A B

y
ıC ı
.
y l
Verifica nel punto 2. m
P +
T Æ per effetto delle IJ si verifica
ıT = Pl * 12 *
h
= 6Pl
.. . .ı
anche una ıT principale di tra-
bh3 2 bh2

M
zione. ıC
a
.C b
T
ı
ıC = Pl * 12 * –
h
= – 6Pl
bh3 2 bh2
Pl –
IJ

3Ty

Alle estremità le IJ saranno pari a zero Æ le IJ dipendono dal momento statico Sx, che è il Verifica nel punto 3. .
m=
2A
Æ si hanno due ı principali di
momento di una sezione compresa fra due corde. Æ si andrà a calcolare il momento statico trazione e compressione, che

. . .ı
nell’asse baricentrico per metà sezione. si elidono perché uguali in
ıC a=b=C T
modulo.
ı
6Pl/bh2 IJ

b=b ..
3
2
Considerazioni:

Sx =
bh
*
h
=
bh2 .
1 ı IJ se ız è a farfalla, IJzy è parabolico.
2 4 8 6Pl/bh2 3Ty /2bh

Ty 12 bh2 3 Ty 3 Ty
IJzy = 3 * = =
b bh 8 2bh 2A
ı IJ

Æ il diagramma delle IJ è formato sezioni paraboliche variabili.

116
PRATICA

D.6 _Metodo di verifica delle tensioni ammissibili.

PRATICA Il metodo delle tensioni ammissibili pone come base per l’analisi le azioni caratteristiche, azioni
che, nell’arco di un periodo di vita stabilito della struttura, hanno la probabilità del 95% di
essere superate.

Analizzando l’azione della neve negli anni:


Æ non è possibile prendere il valore
medio, ovviamente troppo basso; si andrà 98 99 00 01 02 03 04 05 06
valore di
a trovare un valore che viene superato, ad verifica
esempio, solo nel 5% dei casi, in modo da
costituire un livello ragionevole, non valore
troppo alto. Æ valori poco probabili ma medio
possibili. 98 99 00 01 02 03 04 05 06

Ad esempio, si prenda un tondino di


acciaio con applicato uno sforzo normale N N
di trazione N.
l

Æ il materiale si deforma. Il grafico ha un


andamento lineare fino ad un andamento
ı
Fyk, poi si snerva, incrudisce e collassa.
Ftk
ǻl Fyk
İ= l0
ıfe,adm
N
ı=
A
İ

La nomenclatura delle barre “FeB44k” è uguale al limite Fyk = 44 kg/mm2 = 440 MPa o
N/mm2 = 4400 kg/cm2. Fe sta per ferro, B per barre.

A tutto questo si pone un valore limite inferiore a Fyk.

Æ ıferro, ammissibile = 2600 kg/cm2.

117
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

È chiaro che ci si riferisce solo allo stato elastico del materiale. La flessione semplice, come noto, avviene dove non si ha taglio (IJ  0) e si verifica momento
massimo (ı  0).
E = ıfe,adm/İ = 2,1 * 106 kg/cm2.
La verifica viene condotta per raffronto fra la ın ottenuta e la ıfe,adm.
– Mmax
Æ ın ” ıfe,adm
z ymax
+
y
T ı+max
_Metodo di verifica degli stati limite.
Mmax Mmax
Vengono applicati alle azioni caratteristiche dei coefficienti amplificativi. M ı+max = = * ymax
W I
1
Carichi permanenti: M
1,4 criterio di resistenza: ” ıadm
W
1,5 Æ carichi principali
Carichi accidentali: 1,05 Æ carichi secondari
0 Raggiungendo il valore Fyk la ı non può più aumentare, e quindi il grafico cambia:

Per l’acciaio, Fyk è di 3818 kg/cm2.

10o/oo (dieci per mille) è il valore oltre il


quale non è dato andare per l’acciaio nel
ı ımax ımax ımax
sistema degli stati limite. Æ si tiene conto (al limite di rottura).
anche del materiale nello stato incrudente
e plastico.
Fyk Æ nel metodo degli stati limite si tiene conto della riserva di resistenza del materiale in campo
2,8o/oo è un valore stabilito, poiché E, che 1,15
plastico. N.b. in ogni caso, la deformazione resta.
dipende dal materiale, è ovviamente il
medesimo in tutti i paesi.

İ
o o
2,8 /oo 10 /oo

118
PRATICA

_Casi di stati pluriassiali (ipotesi di Von Mises). Analogamente al criterio di Tresca è


ıII
possibile usare l’ellisse di Von Mises,
Se nelle tensioni ammissibili si limita la ın con una ıfe,adm, in caso pluriassiale si procede in
modo analogo.
derivante da dati puramente sperimentali. .
ıT

ıC ” ıx ” ıT Æ ıC ” ıI ” ıT , ıC ” ıII ” ıT
ıC
. .
ıT
ıI
ı ıII
.ıT
ıI2 + ıII2 – (ıI * ıfe ) ” ıadm .
ıC

İ
ıC
. . ıT
ıI
Æ ipotesi di Von Mises.

ıadm .ıC

ıII

Per materiali isotropi si ha un campo di .ıT

dominio quadrato, che determina le


tensioni ammissibili per il materiale.

. .
Cercando un modello che descrivesse
meglio la realtà, il Tresca formulò un ıC ıT
grafico sostitutivo (vedi p.90-91). ıI

.ıC

119
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

-esempio pratico-
ıI = ız/2 + R = ız/2 + (ız/2)2 + (IJzx)2
In caso di torsione pura con trave di Saint-Venant.
ız  0; IJzx  0; IJzy  0.
Mt
ıII = ız/2 – R = ız/2 – (ız/2)2 + (IJzx)2 . IJzx

. . . .ı
R
ıII I
ız/2 ız ı

. mŁ IJ
IJ
45°
R Quindi:
ıII Ł IJ . . a=b=C
.ı IŁ IJ
ı ıI2 + ıII2 – (ıI * ıfe ) ” ıadm

IJ2 + IJ2 + IJ2 = ¥3*IJ ” ıadm ız/2 + (ız/2)2 + (IJzx)2


2
+ ız/2 –
2
(ız/2)2 + (IJzx)2 – (ıI * ıfe ) ” ıadm
Æ IJadm = ıadm/¥3

IJ semplificando Æ ız2 + 3IJzx2 ” ıadm

Æ il termine in radice è la sigma ideale ıid, che è la grandezza indice del pericolo da
Per la reciprocità delle tensioni tangen- confrontare con la sigma ammissibile ıadm per verificare una struttura.
ziali, le due IJxz e IJzx sono uguali, e ıx è
zero secondo il modello di De Saint
Venant.
(IJxz)
. . m (IJzx)

.. . . .ı
R R
Æ quando una delle due ı è zero le due ıII I
IJ sono sempre uguali.
b (ıx) C (ıx/2) a (ız) ı

120
PRATICA

_Verifiche e dimensionamenti. -esempio pratico-

Per procedere con i dimensionamenti, è necessario conoscere le formule inverse dei teoremi Prendere un telaio strutturale, analizzando
di Navier, Jouraski, Bredt. In questo caso viene in aiuto l’ipotesi di Von Mises. una delle travi.

ıid = ı2 + 3 IJ2

z
Prendere sempre come modello la trave
Sezione in A (mezzeria).
di De Saint-Venant.
ız  0; IJzx  0; IJzy  0. x
y - Il taglio T è nullo.
q
.
B
. A

- Non si hanno sforzi normali N.


N
- Non si ha momento torcente Mt.
N
- Esiste un momento Mx+ positivo T
.
B
. A
ı =
A (N.b. il piano posto è zy, quindi la
2
N N N rotazione avviene intorno a x).
ıid = ı2 = = = |ı| Æ –ıadm ” ” ıadm
A A A . ql²/12

M B
. A
ql²/24

T
Ponendo che le travi in analisi siano in
ıid = ¥3IJ acciaio, sezione HE:

e
M –
Sa h

M x x z
–ıadm ” ıid = ” ıadm +
W y y
e
ı
b
y

121
TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Mx Æ la trattazione svolta nella sezione A non è più valida, poiché interviene anche il taglio.
Mx = ız * y dA Æ ız = *y
Ix
A Ty Sx
Ty = IJzy dA Æ IJzy =
Æ formula di Navier, che descrive la flessione semplice retta (vedi p. 104). Ix b
A
Æ l’acciaio si comporta nello stesso modo a trazione ed a compressione, e la sezione è
simmetrica in x. Quindi: Æ formula di Jourasky, dove:

Mx - Ty = taglio in y;
Æ ımax = * h/2
Ix
- Sx = momento statico dell’area
M sottesa alla corda b;
Æ ” ıfe,adm
W
- Ix = momento di inerzia di tutta la
M
Æ– ” –ıfe,adm sezione;
W
- b = corda qualsiasi, che assume

Æ se la sezione non fosse stata simmetrica, si procederebbe a due diverse verifiche al lembo diversi valori.
inferiore e superiore.

Il diagramma delle IJ ha grossomodo questa forma.

Sezione in B (sull’incastro).

- Il taglio è Ty+ positivo.

- Esiste un momento Mx– negativo.

x
+
y
x z

y y

IJ
ı
122
PRATICA

Quindi, la sezione che verrà verificata sarà la sezione A, la più sollecitata. Verifica nel punto 2.

. A1
.
e . 1
2
ıid = ı2 + 3 IJ2 e
2
Ty Sx
.
Sa h h
Æ IJ= Sa
3 x Ix b

e Mx h-e
Æ ı= *
b Ix 2 b
y Ixtot Æ idem come sopra.

Æ vengono scelti tre punti per la verifica: 1 al lembo superiore, 2 subito sotto l’ala superiore e b = Sa
3 in mezzeria.
h-e
Sx = (eb)* Æ il momento statico diminuisce gradatamente.
2
Verifica nel punto 3.
A1
ıid = ı2 + 3 IJ2 e Verifica nel punto 1.

Æ IJ=
Ty Sx
A2 . h
ıid = ı2 + 3 IJ2 e
A1 . 1
Ix b Sa
3
b = Sa Ty Sx h
Æ IJ= Æ idem come sopra. Sa
Ix b
be3 h-e 2 b
IxA1 = + (eb)*
12 2 Mx h
Æ ı= *
Ix 2 b
Sa*(h-2e)3
Ix2(A2) = Ixtot = idem come sopra.
12

be3 h-e 2 Sa*(h-2e)3 b=e


Ixtot = 2 + 2 (eb)* +
12 2 12
Æ secondo la teoria del flusso delle IJ, il momento statico gira Æ b diviene e, e quindi è

Sx = (eb)*
h-e
+ Sa
h-2e h-2e
* sufficiente metà sezione per l’analisi delle IJ.
2 2 4

123
INSTABILITA’ DELL’EQUILIBRIO

E.1 _Qualità dell’equilibrio.

QUALITA’, VINCOLI ELASTICI Condizione necessaria per l’equilibrio di un sistema, come noto, è che la sommatoria delle
forze agenti e reagenti e la sommatoria dei momenti siano pari a zero. Nell’instabilità
dell’equilibrio si analizzano alcuni casi in cui questa necessaria condizione non è sufficiente.

Instabilità = carico di punta.


Il sistema deve essere in equilibrio nella sua qualità Æ non tutti gli equilibri hanno la
medesima qualità.

Esempio: bastone rigido incernierato.


P
caso A: la struttura è labile, ma caricata in VA
B
questo modo risulta in equilibrio. A

ȈHi = 0
l l
ȈVi = 0 Æ VA – P = 0 Æ VA = P
ȈMi = 0
caso B: anche il secondo esempio è in A
B
equilibrio, ma la qualità dello stesso è VA
maggiore. P
Æ l’asta sotto l’effetto di azioni orizzon-
tali (perturbazioni) può muoversi, ma alla A B
fine ritorna nella configurazione standard.
Æ equilibrio stabile.

Se l’oggetto, in caso di perturbazioni, si


P
allontana sempre più dalla configurazione
di partenza l’equilibrio è detto instabile. B
A

A
B

126
QUALITA’, VINCOLI ELASTICI

Anche in questo caso la struttura è labile, P Riprendere il sistema di partenza, ponen-


ma regge. A B do una molla rotazionale. P
Assegnando una perturbazione, l’oggetto
B
si sposta un po’ e poi si ferma Æ ȈHi = 0
equilibrio indifferente. ȈVi = 0 Æ VA – P = 0 Æ VA = P
ȈMA = 0 l
Æ non tutti gli equilibri sono uguali. Per sapere di che equilibrio si tratta bisogna assegnare
una perturbazione. Ma comunque, a priori, è necesasrio verificare che l’oggetto sia in
equilibrio.
A
VA
Ma bisogna tener conto che i materiali sono elastici, non rigidi.
- sistemi rigidi Æ l’equilibrio è un fatto posizionale, non dipende dall’entità della forza;
- è necessario controllare che i vincoli siano ben disposti.
- sistemi elastici Æ controllare il punto critico. Dipende dal fatto che il sistema sia: Cinematica linearizzata.
- ad elasticità diffusa (in ogni punto);
- ad elasticità concentrata nei vincoli. Assegnare una perturbazione sufficiente-
mente piccola da confondere l’arco con la
tangente. P P

_Molla rotazionale. Il carico viene ridisegnato con lo stesso B


modulo, direzione, verso.
Il vincolo è formato da tre parti: una
cerniera, un incastro ed una molla.
Non è un vincolo perfetto, in cui i mondi ȈHi = 0 ij
della cinematica e statica sono separati. ȈVi = 0 Æ VA è sempre = P kij
In questo caso cinematica e statica sono
collegate fra loro.
ȈMA = 0 Æ M – P*į + k*ij = 0 A

Cinematica statica Æ Pį è il momento instabilizzante Mi


u = 0 H  0 Æ kij è il momento stabilizzante Ms
v = 0 V  0
ij = M/k M = k į = lij į

Æ la struttura può ruotare fino ad un


Ms > Mi Æ equilibrio stabile
valore stabilito in base alla rigidezza k
della molla.
Ms < Mi Æ equilibrio instabile
M = kij
Æ rigidezza rotazionale applicata alla Ms = Mi Æ condizione critica, che si andrà a calcolare.
molla.

127
INSTABILITA’ DELL’EQUILIBRIO

Riprendendo il calcolo del momento in A: k/l Æ punto di biforcazione dell’equilibrio. P


– Plij + kij = 0 Æ più l’asta ruota, più P non rientra nello
Æ ij (– Pl + k) = 0 sforzo normale e va nel taglio.
Æ questa formula può essere uguale a zero in due casi:
- se ij = 0 Æ matematicamente questa soluzione viene chiamata banale, poiché se ij è
Æ il carico di punta è uno sforzo normale
Æ per il calcolo è necessaria la sola com- .k/l
zero la struttura non ha subito perturbazioni. ponente normale.
- se (– Pl + k) = 0 Æ formula da analizzare. –ʌ –ʌ/2 ʌ/2 ʌ ij

PCR = k/l Æ risolvendo questa uguaglianza si trova il carico critico per la struttura. _Molla estensionale.
N.b. k/l non è il punto dopo il quale la struttura collassa del tutto.
Cinematica statica P
u  0 H = 0 HB
v = V/k V = kv B
Cinematica finita (si considera l’effettiva deformazione) ij  0 M = 0

ȈMA = 0 Æ M – P*į + k*ij = 0 v = V/k l


P
P Æ rigidezza estensionale della molla.
Æ – Pl senij + kij = 0 B

ȈHi = 0 Æ HA – HB = 0 Æ HA = HB HA A
PCR(ij) = kij/l senij VA
l ȈVi = 0 Æ VA – P = 0 Æ VA = P
ij l cosij ȈMA = 0

- per ij = 0
A
lim ij Cinematica linearizzata. P P
=1
ijÆ0 senij Applicando una perturbazione: HB = k*į, į = lij HB= k*į
B
Æ PCR(ij) = k/l
ȈMA = 0 Æ M – P*į + HB*l = 0
į = l senij
Æ Pį = Mi l
- per ij = ʌ/2 Æ HBl = Ms
Æ PCR(ij) = k/l * (ʌ/2)/1
Æ – Plij + (klij)*l = 0 A
Æ (– P + kl)*ij = 0
- per ij = ʌ
Æ ij/senij = ’ Æ ʌ e –ʌ sono gli asintoti del grafico che esprime le posizioni di equilibrio
fra Ms ed Mi. PCR(ij) = kl
į

128
QUALITA’, VINCOLI ELASTICI

Cinematica finita. P _Concio elastico.


P
È una sorta di cerniera interna. P A B
ȈMA = 0 Æ M – P*į + HB*l cosij = 0
B
La struttura può piegarsi indifferentemente
Æ – Pl senij + k*į l cosij = 0 da entrambi i lati, con la stessa forma di
l deformazione.
Æ – Psenij + kl senij cosij = 0 l cosij
ij
Æ senij (– P + kl cosij) = 0
A P A B
Ponendo due conci elastici all’interno
della struttura, si avranno due possibili
PCR(ij) = kl cosij modi di deformazione:

į = l senij
- Per ij = 0
Æ PCR(ij) = kl *1 = kl primo metodo di deformazione Æ

- Per ij = ʌ/2
Æ PCR(ij) = k/l *0 = 0 secondo metodo di deformazione Æ
P

- Per ij = ʌ
Æ La struttura si rompe o si è già rotta.
Æ la struttura non accetta più carico, ci
.
kl

avvisa con grandi spostamenti che sta per Considerando la trave come costituita
spaccarsi e poi si rompe del tutto. interamente da conci elastici, si ottengono
–ʌ –ʌ/2 ʌ/2 ʌ ij le modalità di deformazione illustrate a
fianco.

Quando le aste della struttura possono


sbandare indifferentemente da entrambi i
P
lati è possibile parlare di aste perfette.
In caso di sistemi imperfetti si parla di
instabilità per divergenza Æ le aste
partono già ruotate di un valore ij0.

Pl (ij0 + ij)= kij
ij

129
INSTABILITA’ DELL’EQUILIBRIO

E.2 _Carico critico euleriano.

CARICHI CRITICI Prendendo il consueto concio di trave. P


z V(Z)
V(Z) = linea elastica o abbassamento. y
V’(Z) = ij(Z) = rotazione.
V’’(Z) = ij’(Z) = 1/R = curvatura.

R
1/R = – Mi/EI Æ Mi = R/EI

Mi Mi
Si avrà un momento stabilizzante Ms dato
dall’elasticità della trave.
dz
Æ Ms = EI/R Æ l’opposto di Mi.
Æ Ms = EI*V’’(Z)


R
Ms è la capacità di opporsi alla rotazione
relativa delle facce del concio, ed è legato Ms
alla curvatura.
Ms

MR = P*V(Z) Æ momento instabilizzante.


dz

Quindi:

P*V(Z) + EI*V’’(Z) = 0 Æ carico critico euleriano.

Æ P/EI*V(Z) + V’’(Z) = 0
ponendo a2 = P/EI
2
Æ a V(Z) + V’’(Z) = 0

Saltando la parte di calcolo attraversante la trigonometria, viene presentata direttamente la


formula già semplificata.

130
CARICHI CRITICI

Æ V(Z) = C1 sena z + C2 cosa z n è il numero di onde o semionde che la trave può produrre sottoposta a carico critico.

Per risolvere questa formula è necessario porre due diverse condizioni al bordo: 2 2
PCR = 32ʌ EI = 9ʌ EI
2
a. per V(Z=0) = 0 Æ C1 sena0 + C2 cosa0 Æ C10 + C21 Æ C2 = 0 l l2
2 2
PCR = 22ʌ EI = 4ʌ EI
b. per V(Z=l) = 0 Æ C1 senal + 0cosal P
l2 l2
esistono due soluzioni per cui il tutto sia uguale a zero:
Æ C1 = 0 (matematicamente banale) PCR =
2
12ʌ EI = ʌ2EI
Æ senal = 0 Æ è uguale a zero quando al = nʌ l2 l2

Per le verifiche viene usato il carico critico più piccolo:


senx
2
PCR = ʌ EI
a = nʌ/l 1
l2

a2 = n2ʌ2/l2
x
2 2
Æ P/EI = n 2
ʌ /l ʌ 2ʌ 3ʌ ʌ

2
PCR = n2ʌ EI -1
l2

Quindi il carico critico dipende:


- dal modulo elastico
- dal momento di inerzia
- dalla lunghezza della trave

131
INSTABILITA’ DELL’EQUILIBRIO

È possibile individuare quattro modi di deformazione per strutture sottoposte a carico critico. In ogni caso, quanto detto finora si applica a travi snelle.

_Significato di tozzo e snello.

Esempio: verifica di un pilastro.

Ny = valore di rottura a compressione.


ǻ = spostamento in generale. N (P)
l l l l
Ny
Se tozzo, il pilastro viene verificato solo a
compressione.
Æ P < Ny

Se snello, si verifica tutto, anche il carico


critico di punta. ǻ
modo I modo II modo III modo IV 2
l0 = 2l l0 = l l0 = l/¥3 l0 = l/2 ÆP<
ʌ EI
l02
l0 l0 La snellezza di una trave è pari a:
P
Ȝ=
l0
ȡmin
, con ȡ2min = Imin/A Ny . a

l0 l0 Æ il ȡ è minimo poiché il carico critico


preso in esame è il più piccolo.
l l l l L’inerzia restituisce, come noto, l’idea del
modo in cui lo sforzo normale si distribui-
sce nella sezione. Ȝ
con l0 = lunghezza di un’onda. I valori indicano quante volte, rispetto ad l, è grande un’onda Ȝy
intera. Per il calcolo, basta sostituire tali valori nella precedente formula:
2
2 2 2 2 Æ PCR = ʌ E*ȡ 2min A
2
=
ʌ2EA elementi tozzi elementi snelli
PCR(1) = ʌ EI
2
PCR(2) = ʌ EI
2 PCR(3) = 3ʌ 2EI PCR(4) = 4ʌ 2EI l0 Ȝ2
4l l l l
Æ porre un termine Ȝy che deriva dalla proiezione di a sull’asse Ȝy.
Quindi, il carico critico è pari a:
ʌ2EA
se Ȝ > Ȝy = verificare P <
2 Ȝ2
PCR = ʌ EI
l 02 se Ȝ < Ȝy = verificare solo a compressione, P < Ny

132
CARICHI CRITICI

Nel punto a l’asta può sia sbandare sia rompersi per compressione. -esempio pratico-
P
E = 210000 [Mpa]
ʌ2EA EA B
Ny = Æ Ȝy = ʌ ıyC = 275 [Mpa]
Ȝ2 Ny
A = 2502 – 2402 = 4900 [mm2] h = 3m
In ogni caso, la snellezza è solo un fatto geometrico.
I = (2502 – 2402)/12 = 4,904*107 [mm2]
A
ȡ = I/A = 100,042 [mm]
N.b. il grafico della pagina precedente è
formato dalla somma di:
Ny = A*ıyC Æ 4900*275 = 1347 [kN]
Ny

Ȝ = l0/l Æ 2l/ȡ Æ 2*3000/100,042 = 5,992 [n]


5mm
rottura per schiacciamento
EA
Ȝy = ʌ =ʌ 210000*4900/1347500 = 86,82 [n]
Ny
250mm
+

rottura per instabilità

= Ny

intersezione dei due domini.

133
INDICE

A_STATICA DELLA TRAVE B_LA TRAVE ELASTICA

A.1_TEORIA DEI VETTORI .................................................................... pag. 6 B.1_TRAVE INFLESSA ......................................................................... pag. 43


Vettori liberi ............................................................................................... pag. 6 Defromazione longitudinale .................................................................. pag. 44
Vettori applicati ........................................................................................ pag. 8 Defromazione a taglio ............................................................................ pag. 45
Poligono funicolare ................................................................................. pag. 9 Defromazione flessionale ...................................................................... pag. 45
Modello di Eulero-Bernouilli e Timoshenko ........................................ pag. 45
A.2_VINCOLI ED EQUILIBRIO ............................................................ pag. 10
Gradi di liberta’ nel piano ...................................................................... pag. 10 B.2_SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE ............................... pag. 46
Alcuni tipi di vincolo .............................................................................. pag. 11 Relazione fra momento flettente e deformata flessionale ............... pag. 46
Tipi di strutture ....................................................................................... pag. 11 Richiamo agli integrali ............................................................................ pag. 47
Linee d’azione delle reazioni nei vincoli ............................................ pag. 12 Metodo dell’integrazione della linea elastica ..................................... pag. 48
Equilibrio di una struttura ...................................................................... pag. 12 Metodo dell’analogia formale di Mohr ................................................ pag. 49
Esercizi n.1-9 ................................................................................... pagg. 13-17 Esercizi n.18-21 .............................................................................. pagg. 51-53
Abbassamenti e rotazioni notevoli .............................................. pagg. 54-55
A.3_CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE ................................ pag. 18
Convenzione positiva in un concio di trave ........................................ pag. 18 B.3_STRUTTURE IPERSTATICHE ...................................................... pag. 56
Analisi delle caratteristiche di sollecitazione ...................................... pag. 19 Calcolo dell’incognita iperstatica - metodo delle forze ..................... pag. 56
Rotazione del concio di convenzione positiva nelle strutture ......... pag. 20 Appendici isostatiche ed oculatezza di risoluzione .......................... pag. 59
Esercizi n.10-11 .............................................................................. pagg. 21-22 Calcolo dell’incognita iperstatica - sconnessione interna ................ pag. 56
Rapporti fra taglio, momento e linea delle pressioni ........................ pag. 23 Esercizi n.22-26 .............................................................................. pagg. 62-73
Esercizi n.12-13 .............................................................................. pagg. 24-25
Momento, taglio e sforzo normale in termini differenziali ................ pag. 25
La cerniera interna ................................................................................. pag. 26
Esercizi n.14-17 .............................................................................. pagg. 27-36

A.4_STRUTTURE RETICOLARI .......................................................... pag. 37


Tipi di strutture reticolari ....................................................................... pag. 38
Concetti preliminari per il calcolo ........................................................ pag. 38
Metodo di calcolo dell’equilibrio ai nodi ............................................. pag. 39
Metodo di calcolo delle sezioni di Ritter ............................................. pag. 40

136
INDICE

C_MECCANICA DEI SOLIDI D_TEORIE DI DE SAINT-VENANT

C.1_ANALISI DELLA DEFORMAZIONE ............................................ pag. 76 D.1_TRAVE DI DE SAINT-VENANT ................................................... pag. 94


Dilatazione lineare specifica ................................................................. pag. 78 Casi descritti in trave di De Saint-Venant ......................................... pag. 95
Variazione angolare o scorrimento puro ............................................. pag. 79
D.2_CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE ...................................... pag. 96
C.2_TEORIA DELLA TENSIONE ........................................................ pag. 80 Individuazione del baricentro di una figura ....................................... pag. 96
Teorema di Cauchy ................................................................................ pag. 81 Esercizio n.27 ......................................................................................... pag. 98
Cerchio di Mohr ...................................................................................... pag. 83 Il momento di inerzia ............................................................................. pag. 98
Stati tensionali notevoli .......................................................................... pag. 85 Teorema del trasporto ........................................................................... pag. 99
Modalità applicative del teorema del trasporto ................................ pag. 99
C.3_MATERIALI .................................................................................... pag. 86 Esercizio n.28 ....................................................................................... pag. 101
Leggi costitutive dei materiali ............................................................... pag. 86
Rapporti fra tensioni e deformazioni ................................................... pag. 87 D.3_SFORZO NORMALE E FLESSIONE .......................................... pag. 102
Tensioni e deformazioni in materiali isotropi ...................................... pag. 88 Sforzo normale in trave di De Saint-Venant ................................... pag. 102
Criteri di resistenza dei materiali .......................................................... pag. 89 Flessione in trave di De Saint-Venant (formula di Navier) ........... pag. 104
Modello di Galileo-Rankine ................................................................... pag. 90 Calcolo delle tensioni massime in una sezione ............................. pag. 106
Criterio di Coulomb ................................................................................ pag. 91
Criterio di Tresca .................................................................................... pag. 91 D.4_TORSIONE .................................................................................... pag. 109
Momento torcente in trave di De Saint-Venant ............................... pag. 109
Momento torcente di sezioni cave (formula di Bredt) .................. pag. 112

D.5_AZIONI TAGLIANTI ..................................................................... pag. 114


Taglio in trave di De Saint-Venant ................................................... pag. 114
Trattazione di Jourasky ...................................................................... pag. 115

D.6_PRATICA ...................................................................................... pag. 117


Metodo di verifica delle tensioni ammissibili ................................. pag. 117
Metodo di verifica degli stati limite .................................................. pag. 118
Casi di stati pluriassiali (ipotesi di Von Mises) ............................. pag. 119
Verifiche e dimensionamenti .............................................................. pag. 121

137
INDICE

E_INSTABILITA’ DELL’EQUILIBRIO

E.1_QUALITA’, VINCOLI ELASTICI ................................................. pag. 126


Qualità dell’equilibrio ........................................................................... pag. 126
Molla rotazionale .................................................................................. pag. 127
Molla estensionale ............................................................................... pag. 128
Concio elastico ..................................................................................... pag. 129

E.2_CARICHI CRITICI ........................................................................ pag. 130


Carico critico euleriano ....................................................................... pag. 130
Significato di tozzo e snello .............................................................. pag. 132

138

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