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Folklorica
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I bambini e i musei
Bruno Bettelheim
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I bambini e i musei
vano esposto raccolte di oggetti di genere cost diverso doveva es-abituare la gente a meravigliarsi, a lasciarsi incantare, sicch6 in se-
sere sembrato piiu importante dare una forma appropriata all'idea guito questa capacith possa estendersi anche ad altri oggetti, anche
di museo e alla sua finalith di ampliare l'orizzonte dei fruitori, chead altre occasioni. Forse, allora, insistere troppo con le spiegazioni
non adattare l'edificio a un contenuto specifico. Volevano sottoli-e le informazioni sulle meraviglie esposte finisce per ridurle a una
neare, per cosi dire, l'idea platonica di museo, anzich6 una realiz-dimensione piii quotidiana, privandole cost proprio di quel qualco-
zazione specifica, e dunque relativamente effimera dell'idea stes-sa in piii che la gente vorrebbe trovare nei musei. Molte mostre mo-
sa, della quale i singoli musei non sono che un pallido riflesso. derne, cosi ben organizzate, disposte cosi razionalmente e sistema-
Questa spiegazione mi venne in mente quando incominciai aticamente, con un intento essenzialmente didattico, appunto per
domandarmi non soltanto perch6 i due edifici fossero esterior-questo sono meno adatte a suscitare la meraviglia. Per l'individuo
mente identici, ma anche perch6, entrandovi, ci si sentisse sopraf-semplice, qual & il bambino, c'e una sorta di scarto tra l'istruttivo e
fatti dalla grandiosith degli atri e delle superbe scalinate. Facevail meraviglioso: dove prevale l'uno, sbiadisce l'altro.
dunque parte della realizzazione dell'idea platonica di museo che Alla Smithsonian Institution, per esempio, e in corso una
il visitatore, entrando, dovesse sentirsi colmo di riverente timore?straordinaria mostra di manufatti della Polinesia. E una delle mo-
Nel caso di questi due musei viennesi sarebbe facile attribuire lastre piii belle e meglio organizzate che abbia mal visto; ma mi ha
cosa al desiderio degli imperatori asburgici di ribadire la loro mu- fatto sorgere qualche dubbio sul senso che essa pu6 avere per la
nificenza nel donare ai sudditi una parte cospicua delle loro colle-maggioranza dei bambini che hanno la fortuna di visitarla. Cia-
zioni, nonch6 alle tendenze esibizionistiche caratteristiche del di-scun oggetto e corredato da una targa, che spiega chiaramente di
ciannovesimo secolo. La stessa spiegazione si potrebbe dare an-che cosa si tratta e fornisce tutte le spiegazioni del caso; per esem-
che per altri musei, come quello del Louvre. Tuttavia, se entriamo pio, dice che il tal oggetto veniva usato in certi riti segreti, inter-
in costruzioni del ventesimo secolo come il Museo Guggenheim odetti alle donne, che serviva a stabilire misteriosi legami con gli
il National Museum of Art, eretto solo pochi decenni or sono, oantenati, o possedeva un enigmatico nesso con le origini della
nella sua ala est, ancora piji recente, scopriamo di essere ugual- tribji. I cartellini, tuttavia, dicono poco o nulla sulle proprieth spi-
mente colpiti dalla grandiosith delle architetture e dell'atrio, che, rituali di quegli oggetti, che conferivano loro senso agli occhi dei
pure, non esibisce oggetti importanti e non comunica altro che laloro creatori; e non spiegano come certe caratteristiche, che a noi
propria grandiosita. viene fatto di considerare elementi decorativi, fossero quelle che
Forse questi imponenti edifici, con i loro atri grandiosi che ten- davano all'oggetto virtiu magiche.
dono a suscitare in noi un senso di piccolezza e di soggezione, so- L'occulto e il magico sono concetti strani per il bambino ame-
no stati ideati per astrarci dal rumore e dalla contusione della me- ricano di oggi, educato a pensare razionalmente. Molti bambini
tropoli e trasportarci dentro una sorta di luogo consacrato. Se enon conoscono in prima persona che cosa sia l'esperienza mitica
questa la ragione, allora imponenza e grandiosith servono a una o della trascendenza; spesso anzi, i genitori stessi esigono che il
finzione molto importante: farci entrare in uno stato d'animo dibambino abbandoni, e al piii presto, la sua fede infantile nella sfe-
ammirazione e di meraviglia, prepararci all 'incantesimo che ra del magico. L'informazione che un certo oggetto faceva parte
verra, col farci presente che 1l dentro ci attendono cose meravi-dei riti segreti che davano alla vita un senso piui elevato non pu6
gliose. Forse e questo che ci permette di parlare dei musei in ge-significare nulla per un bambino, se non ha mai avuto esperienze
nerale: il fatto che, nonostante la loro enorme varieth di tipi e dimistiche. Se un bambino non crede nel sovrannaturale, se non lo
utilizzazioni, essi hanno tutti in comune lo scopo di farci stupire e sente, se non vive con un senso di riverente timore di fronte a es-
meravigliare, di riscuoterci dall'indifferenza; ovvero, se tale e laso, al massimo rimarr~ colpito dagli aspetti piui esteriori di quegli
nostra inclinazione, lo scopo di destare in noi un tipo di curiosita'oggetti, senza cogliere quello essenziale: la loro tunzione vitale
che non si lascia facilmente soddisfare, ma alimenta una venera-per quella particolare cultura. Se il sesso gli & stato spiegato
zione, che ci accompagnera per tutta la vita, per le meraviglie che "scientificamente", come si fa oggi nelle scuole, la sessualith avra
quel particolare museo ci offre. perduto il suo mistero e i suoi segreti. Come potr~ allora il bambi-
Di fronte alla strumentalizzazione pubblicitaria e commercialeno capire per empatia gli aspetti enigmatici della sessualith che
che ha accompagnato la mostra del "tesoro di Tutankhamon era trovano espressione in quelle delicate sculture dotate contempora-
facile essere indotti ad arricciare il naso, trascurando I'aspetto es-neamente di attributi maschili e femminili?
senziale, e cio& che gli oggetti esposti erano tutti di natura religio- Se non ci ha mai riempiti di sacro timore il pensiero che noi tut-
sa. Fu questo fatto, insieme alla loro antichith ed estrema rarith, al-ti siamo parte di una catena infinita di generazioni che hanno trat-
la sovrabbondanza dell'oro e alle leggende intessute intorno al ri-to origine da un dio o da un animale totemico, se il nostro posto in
trovamento della tomba del faraone, ad attirare le masse. La gen-quella catena non e fonte per noi di inesauribile meraviglia, se non
te andava a vedere la mostra per farsi impressionare, desiderosa di facciamo risalire a questo il nostro posto nel mondo e nella so-
avere un'occasione per porsi in un atteggiamento di venerazione,cietai, se la procreazione non e piui un miracolo, allora non potre-
felice che per una volta fosse previsto, e dunque lecito, lasciarsimo comprendere che cosa dicono gli oggetti esposti alla Smithso-
stordire dalla meraviglia, in contrasto con la condotta razionale ri-nian Institution, e il fatto di vederli con i nostri occhi non serviri a
chiesta in altre occasioni. Ebbene, allora b a questo forse, che ser-molto.
vono i musei: a incantare, soprattutto i bambini, a dare loro la pos- Si potrebbe obiettare che queste mostre servono a farci cono-
sibilith di provare meraviglia, un'esperienza di cui hanno un di-scere culture diverse, ma purtroppo noi impariamo a interpretare
sperato bisogno, oggi che la vita quotidiana ~ stata spogliata di tut-le cose esclusivamente secondo i nostri parametri, che sono estra-
ti i miracoli che epoche piii religiose sapevano invece cogliere do-nei alla maggior parte delle altre culture. Per comprendere vera-
vunque e in ogni cosa. mente una cultura, dobbiamo uscire dal nostro schema di riferi-
Se questo 6 vero, il compito del museo potrebbe essere quello di mento per entrare in quello che le & proprio. Ma il bell'ordine in
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Bettelheim
cui sono disposti gli oggetti nei nostri musei li colloca gida entro la vorire provando a disegnare o a dipingere in prima persona, ma io
nostra cornice culturale. Come fara un bambino, che e stato edu- sono pronto a smentirlo. Infatti presi per anni lezioni di disegno e
cato a considerare gli oggetti dal punto di vista del loro uso prati- di pittura, che servivano solo a dimostrarmi l'abisso che separava
co, a capire che le figurine dipinte su quello scacciamosche non i miei tentativi dalle opere che ammiravo al museo. Impadronirsi
sono semplicemente graziose decorazioni, o che gli intagli sulla della tecnica dell'incisione non rende piui agevole capire dall'in-
trave di una casa servono a investire la trave di proprieth magiche terno Rembrant, perch6 induce a concentrarsi sul marginale e
e di significati profondi e a dotarle di potere sovrannaturale? sull'effimero a scapito dell'essenziale. Lo stesso vale per le vite
Riguardo alla questione di far conoscere ai bambini l'esistenza romanzate degli artisti: non servono a capire il loro genio. Ha ra-
di altre culture, poi, credo che non dobbiamo chiedere ai nostri figli gione Erwin Panofsky quando dice, in II significato delle arti visi-
di capire ci6 che noi adulti non comprendiamo. Dubito che i ve: 'Non e vero che ai bambini o ai ragazzi si debba insegnare sol-
Questo e esattamente ci6 che facevo io. Decidevo da solo, tanto ci6 che sono in grado di capire fino in fondo. Al contrario, e
spesso per ragioni discutibili, quale opera fosse un capolavoro, e proprio la frase mezzo digerita, il nome malpronunciato, il verso
poi attendevo che mi parlasse. A volte avvertivo all'improvviso, travisato, ricordato piui per il suono e il ritmo che per il senso, che
nel piui profondo del mio essere, come una scossa, lo shock del ri- sopravvive nella memoria e cattura 1' immaginazione.."
conoscimento. Ma questo non sarebbe accaduto se qualcuno mi In conclusione, il piji grande valore che il museo pu6 avere per
avesse spiegato tutto in precedenza, perch6 allora non sarebbe sta- i bambini, indipendentemente dal suo contenuto e quello di sti-
ta una mia scoperta personale, il mio momento della verita. Non molare e, ci6 che piui conta, affascinare l'immaginazione; risve-
so come, avevo probabilmente capito ci6 che in seguito trovai gliare la curiosith in modo tale da spingerli a penetrare sempre piu
espresso da Ruskin: 'Nessuno pu6 spiegare come le note di una a fondo il senso degli oggetti esposti; fornire l'occasione di am-
melodia di Mozart o le pieghe di un drappeggio di Tiziano produ- mirare, ciascuno con i suoi tempi e i suoi ritmi, cose che vanno ol-
cano effetti cosi profondi e assoluti. Se non lo comprendiamo con tre la loro portata; e, soprattutto, comunicare un senso di venera-
la nostra sensibilith, non c'e spiegazione razionale che ce lo possa zione per le meraviglie del mondo. Perch6, in un mondo che non
far comprendere". fosse pieno di meraviglia, non varrebbe davvero la pena di cre-
Si potrebbe credere che l'apprezzamento dell'arte si possa fa- scere e abitare.
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