Scuola di Medicina
TESI DI LAUREA
Relatore: Candidato:
1. RINGRAZIAMENTI.................................................................................................... 3
2. INTRODUZIONE ....................................................................................................... 4
2.1.2 - CLASSIFICAZIONE................................................................................................. 7
2.1.5 CONDILO.............................................................................................................. 16
5. RISULTATI .............................................................................................................. 51
5.3.2 Variazione successiva al trauma della sensibilità cutanea (Skin Sensitive) ........ 55
7. DISCUSSIONE......................................................................................................... 57
8. CONCLUSIONI ........................................................................................................ 62
9. BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................ 64
2
1. RINGRAZIAMENTI
Grazie a tutti
3
2. INTRODUZIONE
2.1.1 - PREFAZIONE
prossimali è tra le ossa del cranio il segmento scheletrico la cui patologia traumatica
che può essere diretta, se la frattura si trova nella stessa sede d'azione dell'agente
applicazione della forza traumatizzante. L’agente traumatico nel contempo può agire
— Incidenti stradali con traumatismo diretto dovuto ad urto sul volante, traumatismo
anticonservativi.
tutto spessore. Fa eccezione a questa regola la cute del mento che è aderente e quindi
conformazione anatomica della mandibola in toto e per la cinetica dei traumi che si
lacera facilmente per la trazione esercitata dai frammenti di frattura all'atto della loro
alle arcate dentarie e quindi si parla di fratture aperte o esposte nel cavo orale.
Nella mandibola, così come in tutte la altre ossa, vi sono dei punti di debolezza che
in caso di trauma rendono più fragile la mandibola, fornendo una certa protezione
delle strutture mobili poste più cranialmente e che pertanto, in caso trauma, vengono
del processo articolare fa si che il trauma non comporti una lesione delle strutture
5
Ellis III. Maxillo facial Traumatology. Eds lippicot 2010.
patogenesi delle fratture nell'ambito dei due terzi inferiori del viso è, analogamente
alla maggior parte delle fratture negli altri distretti corporei, eminentemente di natura
traumatica.
o errore medico volto a sanare tutt'altra patologia. In base alla energia del
quelli che avvengono a velocità elevata (gran parte degli incidenti stradali, ferite da
arma da fuoco, cadute dall'alto, ecc.) e quelli che sono dotati di bassa energia cinetica
prevalentemente dei traumi a bassa velocità, come del resto i traumi sportivi e gli
2.1.2 - CLASSIFICAZIONE
Se, oltre alla patogenesi (analisi statica), si considerano, nel contesto di un focolaio
di frattura, gli eventuali spostamenti cui possono andare incontro i frammenti per le
fratture scomposte, in rapporto alla perdita della relazione di contiguità dei monconi
ossei.
Nel contesto delle fratture scomposte, può essere redatta un'ulteriore suddivisione
riferita allo spostamento relativo dei due monconi di frattura tra loro, consentendo,
dell'asse maggiore;
frammenti;
Se invece le fratture vengono poste in rapporto all'entità del danno scheletrico, si può
— fratture complete;
— fratture incomplete.
7
Queste ultime possono essere ulteriormente suddivise, in rapporto all'andamento
• complesse;
• comminute.
possono determinare:
— fratture da flessione;
— fratture da torsione;
— fratture da compressione;
— fratture da trazione;
trova nella stessa sede d'azione dell'agente traumatico e indirette quando il focolaio
invece le fratture vengono poste in rapporto all’entità del danno scheletrico, possono
anche essere suddivise in incomplete, in cui non viene interessato tutto lo spessore
quali l'osso è diviso in frammenti, la cui rima di frattura può avere orientamenti
dividere in:
— fratture trasversali;
— fratture oblique;
— fratture longitudinali.
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Le fratture complete possono essere ulteriormente distinte in semplici, se i frammenti
dislocazione dei frammenti che può essere assiale o di lato. Le fratture possono
essere anche classificate in rapporto alla sede della frattura medesima, con una
caratteristiche differenti nel decorso della rima di frattura, nel grado e nelle
muscolari, che agiscono in modo differente in rapporto alla sede di inserzione e alla
forza che trasmettono ai rispettivi capi d'inserzione muscolare. Infatti, potremo avere
frattura parasinfisaria per azione dei muscoli sovraioidei oppure, nel caso in cui la
frattura paramediana sia bilaterale, per azione dei muscoli sovraioidei, si potrà avere
posteriore della lingua con ostruzione delle vie aeree. Altre complicanze delle
dislocazioni, in seguito a frattura della mandibola, sono le lesioni del nervo alveolare
inferiore, le lacerazioni dei tessuti molli intra o extra-orali con esposizione dei
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2.1.3 INCIDENZA DELLE AREE DI FRATTURA
• ANGOLO 35%
• CORPO 18%
• CORONOIDE 4%
• RAMO 2%
2.1.4 SINTOMATOLOGIA
In base alla sede di frattura i segni ed i sintomi possono variare. Dal punto di vista
clinico, dei segni certi (patognomonici) ed incerti di frattura. Tra i segni certi di
frattura abbiamo:
— mobilità dei frammenti che sarà tipica delle fratture mandibolari interne all'arcata
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— l’asimmetria facciale, in cui l'alterazione della tridimensionalità delle strutture del
Tra i segni incerti di frattura, che compaiono anche in altri quadri clinici e in altre
importante indizio per sospettare e quindi ricercare, ad esempio, una frattura del
antalgiche assunte dal paziente (ad esempio, nelle fratture mandibolari possono
— ostruzione delle vie aeree dovuta a caduta indietro della base della lingua (ad
laringei, grave emorragia, presenza nel cavo orale di corpi estranei, denti avulsi,
— alterazioni estetiche del volto con allungamento della faccia, morso aperto
anteriore e laterale;
fratture bilaterali del ramo della mandibola (oltre che nelle fratture del mascellare
— mobilità dei denti con alterazione della continuità dell'arcata dentaria e comparsa
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Nel ampio ventaglio delle possibili fratture, sono o possono essere presenti vari segni
e sintomi più caratteristici e patognomici di una frattura ben specifica che devono far
Per esempio nelle fratture del processo coronoideo sono o possono essere presenti:
della mandibola verso il lato della frattura durante l’apertura della bocca, trisma.
Nelle fratture del ramo della mandibola (poste tra l’angolo e la base del processo
movimenti con apertura dolorosa della bocca, spesso associati a trisma, con possibile
parestesia del labbro e del mento per lesione del nervo alveolare inferiore. Nelle
corpo della mandibola fino all’angolo mandibolare) sono o possono essere presenti:
mandibolare con apertura dolorosa, spesso trisma, possibile mobilità dei denti
contigui alla frattura e possibile parestesia del labbro e del mento. Nelle fratture del
corpo della mandibola: (che interessano la parte della mandibola compresa tra
parestesie del labbro e del mento. Nelle fratture della sinfisi mandibolare (situate tra
la regione dei due canini) sono o possono essere presenti: crepitazione, ecchimosi del
apertura della bocca, a cui spesso si associa trisma, inoltre vi è slivellamento del
livello del processo alveolare della mandibola, in cui vengono solitamente coinvolti
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un numero variabile di denti, che possono essere stati avulsi o sublussati. Le lesioni
denti e delle strutture alveolari possono essere isolate, come conseguenza di impatti
anche modesti, o associate a fratture delle ossa mascellari, talvolta nel contesto di
interessati sono gli incisivi centrali superiori, che a causa della loro lunghezza, della
di supporto e dei tessuti molli. Ad esempio per quel che riguarda le fratture della
dentaria).
Per ciò che concerne le fratture della radice possiamo trovare quelle che interessano
percussione).
13
— Lussazioni intrusive o dislocazioni centrali (dislocazione del dente all'interno
dell'osso alveolare).
Inerentemente alle lesione della gengiva o della mucosa orale si possono avere
procedure radiografiche, denti o frammenti dentari per escludere che essi siano stati
aspirati, ingeriti o siano nascosti nei tessuti molli delle labbra, delle guance, del
pavimento della bocca, nel collo, nelle cavità nasali o nel seno mascellare. Lo studio
stimoli termici non è necessariamente conclusiva per necrosi pulpare ma, nel periodo
dei nervi sensitivi, reversibile nell'arco di settimane o mesi. Una corretta diagnosi
elementi coinvolti.
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— presenza di denti o corpi estranei a livello dei tessuti molli.
frontale e premolare; possono essere isolate o associate a lesioni dentarie e/o ad altre
fratture facciali. Le lesioni a carico delle strutture ossee di supporto agli elementi
dentari comprendono inoltre le fratture della parete degli alveoli, o fratture parziali
esposizione verso il cavo orale della frattura. Alla palpazione i denti coinvolti si
muovono unitamente al rispettivo alveolo o ad una sola delle due corticali alveolari.
integrità delle radici dentarie. Una più accurata valutazione richiede l'esecuzione di
gravità del quadro clinico possono presentarsi con ostruzione delle vie aeree,
deviazione della mandibola (omolaterale alla sede del focolaio di frattura), mobilità
degli elementi dentari contigui al sito di frattura. Tipologie specifiche sono le fratture
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bilaterali del corpo mandibolare edentulo; queste fratture spesso interessano entrambi
suddette fratture si presentano con ostruzione delle vie aeree, crepitazione, ecchimosi
movimenti di apertura della bocca, trisma, spesso associati a parestesie del labbro e
2.1.5 CONDILO
Le fratture del condilo mandibolare costituiscono circa il 25-36% delle fratture del
mascellare inferiore;
HUMAN ANATOMY Martini (Anatomia Umana) EdiSES Timmons Tallitsch (quarta edizione)
la loro frequenza è dovuta alla peculiare costituzione morfologica del collo condilare
alla sede in testa, collo (alte, basse), subcondilari (quando la linea di frattura
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dislocazione del condilo fuori dall’alloggiamento glenoideo. Per la valutazione
può essere caratterizzata da: edema, lacerazione del mento, croste ematiche del
eventualmente beanza tra incisivi superiori e inferiori. Una diagnosi precoce nelle
terapeutico adeguato. Infatti, ogni qualvolta vi sia il sospetto di una frattura del
alterazioni della euritmia del viso. Nelle fratture monocondilari può essere presente
una asimmetria sul piano frontale con spostamento del mento verso il lato fratturato,
mentre le fratture bicondilari potranno causare una alterazione sul piano sagittale,
con una retrusione del mento. Soprattutto nelle fratture bicondilari il paziente tenderà
presenza di morso aperto (da risalita dei rami). Ciò è dovuto sia alla ricerca di una
propria stimolazione riflessa delle ghiandole salivari indotta dal dolore. L’ ispezione
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endorale permette spesso di confermare il dubbio diagnostico di frattura del condilo.
fratturativi.
superfici occlusali degli elementi dentali e dallo studio dei modelli in gesso del
essere rilevabile una deviazione della linea mediana verso il lato della frattura, un
dell'attività muscolare sulla mandibola fratturata. Dalla parte del lato leso, infatti, i
gruppi muscolari costituiti dal massetere, dallo pterigoideo interno e dal temporale
morso aperto anteriore e laterale, con precoce contatto degli elementi dentali
o meno deviazioni laterali in rapporto alla differenza anatomica delle due fratture.
acustico esterno, attraverso il quale la testa del condilo può essere facilmente palpata
che bilaterali. Scopo principale di tale tipo di approccio è l’attivazione del processo
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tramite il precoce ripristino di una occlusione stabile ed attraverso la normalizzazione
disfunzionali, o di vere e proprie anchilosi. È oggi perciò un dato acquisito che non è
— attivatori occlusali.
19
— fratture bicondilari in presenza di morso aperto;
pluriframmentate.
sia per le vie di approccio chirurgico sia per il metodo di contenzione dei frammenti.
rappresentato dalle mini o microplacche poste sulla porzione laterale del condilo.
Altri sistemi prevedono l'infibulazione del condilo mediante anchor-screw per via
esterna.
2.1.6 DIAGNOSI
sull'esame obiettivo alla ricerca di quei segni di certezza e di probabilità cui abbiamo
già fatto cenno, in cui si potranno rilevare ematomi cutanei e/o intraorali,
caratterizzato, oltre che da alterati rapporti delle arcate dentarie, anche da mobilità
preternaturale, dolore alla compressione ed alla mobilizzazione dei monconi con una
alterazione della cinetica mandibolare, sia che sia interessata la regione condilare che
la mandibola in toto, soprattutto la regione angolare. Per quanto riguarda gli esami
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strumentali, di cui ci si deve servire per consentire un inquadramento clinico corretto
mandibolare per valutare eventuali dislocazioni dei monconi di frattura, che spesso
Il grosso limite della OPT, oltre alla possibile sovrapposizione a livello mandibolare
che quindi non possono avere un decubito obbligato verticale, pertanto l'esame che
21
Caso dello studio: Paziente con frattura al condilo dx.
Per porre una diagnosi di certezza, in caso di sospetta frattura del condilo e per
individuare con esattezza la sede della frattura, la direzione delle rime fratturative e
per valutare infine lo spostamento dei monconi fratturativi, gli esami Rx specifici per
trovi di fronte a dei depiazzamenti condilari complessi, può essere di grande ausilio
22
Paziente con frattura mandibolare (TC3D).
Il principio del trattamento delle fratture del massiccio facciale si basa sia sulla
mezzi di sintesi (viti e placche in titanio), sia sull’utilizzo del blocco intermascellare
(BI), rigido (BRI) o elastico (BEI), durante la fase intra-operatoria ed in quella post-
operatoria.
Nella letteratura maxillo-facciale sono stati proposti diversi metodi per la fissazione
barre di metallo ad arco dotate di un occhiello sporgente, fissate grazie a dei fili
metallici del diametro di 0.4 o 0.5 mm, che solidarizzano tali barre passando
attraverso il parodonto.
23
Questi fili metallici concettualmente devono essere applicati lungo la giunzione
dentari.
Caso dello studio: Paziente con scarsa igiene orale a seguito di posizionamento di mezzi contenitivi (Ferule) con abbondati
accumuli di placca sull’arcata superiore.
un tempo relativamente lungo, sia per l’apposizione che per la rimozione. Durante
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è il rischio di contaminazione e infezione di malattie trasmissibili. (Scully e
Caso dello studio: Paziente in fase di rimozione della Ferula con traumatismi evidenti del parodonto e principalmente a
livello delle papille interdentali dell’arcata inferiore.
Oltre alle problematiche sopra citate, le ferule non sono facili da applicare, in
particolar modo quando i denti presentano ponti e corone; i fili stretti durante
l'applicazione della barra ad arco intorno agli elementi dentari possono causare una
una buona salute parodontale (Wilson e Hohmann, 1976; Ayoub e Rowson, 2003).
Caso dello studio: Paziente in fase di terapia con ottima igiene orale grazie alla elevata compliance
dello stesso al protocollo di IOD proposto in questo studio.
25
Caso dello studio: Paziente in fase di terapia con ottima igiene orale grazie alla elevata compliance
dello stesso al protocollo di IOD proposto in questo studio.
Caso dello studio: Paziente in fase di terapia contenitiva(IMF) con buona igiene orale grazie alla compliance
dello stesso al protocollo di IOD proposto in questo studio.
26
Caso dello studio: Paziente in fase di terapia contenitiva (IMF) con buona igiene orale lievi accumuli in particolare nelle
zone ove risiedono punti di sutura, elastici e viti.
Nella pratica si utilizzano almeno quattro viti in titanio (IMF) autofilettanti inserite a
livello trans-mucoso, una o più per ogni quadrante, che trovano la loro ritenzione a
livello del processo alveolare dei mascellari. Queste viti, hanno dimensioni di 8 -13
della giunzione tra gengiva aderente e non aderente della mucosa alveolare,
solitamente nello spazio tra i canini e primi premolari. Questa procedura presenta
molti vantaggi rispetto alle tecniche con ferule. In primo luogo, l’applicazione di tale
rischio per il chirurgo di contrarre malattie trasmissibili per via ematica a seguito di
1989; Avery e Johnson, 1992; Busch, 1994; Gordon et al, 1995; Karlis e
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ferimento della mucosa orale sono notevolmente ridotti; i denti e le protesi dentarie
non sono sottoposti a trazione, ed è più facile mantenere l'igiene orale (Gordon et al,
(IMF) offre risultati paragonabili, sotto il punto di vista della stabilità del blocco
2002; Mai / ora e Brook 2002). Un evento riferito da vari Autori è la la rottura
(Holmes e Hutchinson, 2000. Coburn et al, 2002), o la perdita di viti all’interno del
Glickman, 1997).
1995. Coburn et al, 2002) (Coburn et al, 2002) e talvolta con la conseguente
compromissione degli elementi dentari contigui. Vengono segnalate, sempre dai dati
della letteratura, lesioni iatrogene a livello dei nervi alveolari inferiori (NAI) o
migrazione delle stesse all’interno dei seni paranasali (Schneider et al, 2000.
metalliche. Jones (1999) e Schneider et al, (2000) hanno affermato per primi e
rilevato che la fissazione intermascellare con viti non crea trazione direzionale
postoperatoria e quindi non crea l'effetto "banda di tensione" che invece può creare la
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Di frequente l’utilizzo delle viti rende impossibile raggiungere la trazione
Le controindicazioni alle viti includono anche pazienti pediatrici con denti non erotti
eseguita una esposizione chirurgica del focolaio di frattura, una riduzione manuale o
anatomico la frattura, la quale è contrastata, nella sua corretta riduzione, dalle forze
muscolari che agiscono sui monconi e che hanno portato alla scomposizione della
stessa. Una volta che la frattura è stata ridotta, si procede alla contenzione mediante
che deve, costantemente, essere la guida per il trattamento terapeutico delle fratture
l'osteosintesi, che comporta, una volta raggiunta la guarigione della frattura, la loro
contempo, una evenienza cui può andare incontro un paziente trattato per fratture
del cavo orale con fuoriuscita di materiale purulento nella fase acuta del processo
oppure può dar luogo ad un vero e proprio flemmone omolaterale, che se non
tempestivamente trattato con terapia antibiotica può suppurare a livello cutaneo con
imporre una fistolectomia con plastica della regione cutanea interessata, oltre alla
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rimozione della placca responsabile dell'infezione. Altre complicanze possono essere
possibile che non si formi, in caso di errata osteocontenzione, un callo osseo duro
quindi si presenti un mal consolidamento dei monconi di frattura fino ad arrivare alla
30
3. SCOPO DELLO STUDIO
elementi dentali. Durante la rilevazione dei parametri prima citati, si è reso necessario,
individuare nuovi indici al fine di indagare in modo più peculiare e dettagliato eventuali
differenze e/o anomalie in alcune aree specifiche di criticità, sia dal punto di vista del
interessante dal punto di vista degli eventuali risvolti clinici, è emersa la possibilità di
percezione di sensibilità della cute, riferita all’area della porzione inferiore del labbro.
Tale parametro è stato valutato con l’indice denominato Skin Sensitive (SS),
appositamente creato per questo studio al fine di valutare le differenze pre e post
31
4. MATERIALI E METODI
Sono stati esclusi dallo studio tutti i pazienti che presentavano gravi lesioni al
Sono stati esclusi tutti i pazienti edentuli o con meno di 15 elementi presenti
Su tutti i pazienti inseriti nello studio sono stati esclusi i terzi molari in quanto
32
Inoltre sono stati escluse tutte le eventuali problematiche endodontiche e/o
*Per il gruppo dei pazienti con IMF in aggiunta agli altri indici, è stato creato un
parametro associato alle aree più significative quali zone di frattura e di inserimento
di viti IMF.
33
- SS Skin Sensitive (SS) sensibilità cutanea al labbro inferiore.; su tutto il campione
appositamente per lo studio è stato denominato Skin Sensitive (SS), esso offriva al
3) In una tabella veniva visualizzato graficamente il sito esatto in cui erano stati
34
Cartella per pazienti con Ferula
35
Cartella per pazienti con IMF
36
4.4 Valutazioni Temporali
Per ogni paziente del campione esaminato sono stati raccolti tutti i parametri prima
(T1) ad una settimana post-intervento chirurgico per i pazienti con IMF, e a 15 giorni
37
4.5 Valutazioni Radiografiche
38
RX Cranio Antero-Posterioree di Paziente con frattura
mandibolare in fase Pre-Chirurgica al T0
è indicata l’area di frattura.
39
Tempo 1: OPT post-operatoria, RX cranio
40
RX Cranio Latero-Laterale di Paziente con frattura mandibolare in fase
Post Chirurgica al T1
è indicata la placca in Titanio e le viti di fissaggio.
41
RX Cranio Latero-Laterale di Paziente con frattura mandibolare in fase
Post Chirurgica al T1
sono indicati i mezzi di contenzione Ferule
42
OPT Paziente con frattura mandibolare in fase post Chirurgica al T1
è indicata la placca in titanio di stabilizzazione ossea
superiormente in mezzi di contenzione Ferule
43
OPT Paziente con frattura mandibolare in fase post Chirurgica al T1
sono indicate placche in titanio di stabilizzazione ossea
e legatura Ippocratica
44
RX Cranio Antero-Posteriore di Paziente con doppia frattura
mandibolare in fase Post Chirurgica al T1
sono indicate le placche in Titanio
45
RX Cranio Antero-Posteriore di Paziente con doppia frattura
mandibolare in fase Post Chirurgica al T1
sono indicate le Viti IMF
46
4.6 Creazione Data Base
Per il presente studio è stato creato un database apposito su che prevedesse una
misura per la presente tesi. Lo studio prevedeva la raccolta di parametri quali PD, PI,
BOP, VIT e eventualmente VITs per i pazienti con IMF al tempo T0, T1 e T2,
Tali dati in alcuni casi erano definiti come medie matematiche pure, come nel caso
del PD, infatti per arrivare ad un dato unico tale da consentire l’inserimento
successivo in una tabella Excel, veniva fatta la somma di tutti i sondaggi eseguiti su
ogni sito e in seguito il risultato della sommatoria veniva suddiviso per il numero di
siti.
47
Per quel che riguarda PI e BOP si è utilizzato rispettivamente l’indice di riferimento
riferimento e offre come risultato una percentuale di siti sanguinanti o con presenza
di placca riferita a tutti i siti dentali presenti all’interno del cavo orale.
utilizzata dal FMBS e FMPS, cioè veniva messo al numeratore il numero di denti
moltiplicato per cento, questa metodologia offriva una percentuale di vitalità efficace
da confrontare sia per quanto concerne l’indice VIT in generale, sia per l’indice VITs
per la percentuale di elementi vitali nei siti più significativi e a rischio interessati da
48
4.7 Inserimento Dei Dati In Excel
su tale griglia oltre ai tre tempi venivano rilevate le “difference score” tra il T2
venivano poi calcolati gli indici di dispersione quali: MEDIA, MEDIANA, MAX,
Successivamente venivano creati dei grafici “BOX PLOT” rappresentativi dei valori
49
50
5. RISULTATI
livelli di significatività per rifiutare o accettare l’ipotesi nulla riferita al dato specifico
ricercato:
Per quel che riguarda il PD il test non è stato significativo, in quanto il P value risulta
51
Per quel che riguarda il BOP il test non è stato significativo, in quanto il P value
Per quel che riguarda il PI il test non è stato significativo, in quanto il P value risulta
52
Per quel che riguarda la VIT il test non è stato significativo, in quanto il P value
53
5.2 Livelli di Significatività Ferule
Per quel che riguarda tutti i parametri indicati nei test non vi è stata significatività, in quanto il P value risulta maggiore del
5% (P value 0,05)
54
5.3 Altri Parametri Importanti
persi.
Durante il presente studio è stato valutato il parametro S.S. su tutti i pazienti, tale
Diminuzione 0 0
sensibilità
Aumento 4 1
sensibilità
Nessuna 3 6
variazione di
sensibilità
55
6. PROTOCOLLI DI IGIENE ORALE PER I PAZIENTI
IN TERAPIA CONTENITIVA
svolti i lavori del presente studio è stato possibile creare ad hoc uno specifico
protocollo di igiene orale domiciliare (IOD) per ciascun mezzo contenitivo che a
nostro avviso risulta particolarmente efficace nel mantenere un buono stato di salute
orale. Per ciò che concerne l’igiene professionale è stato appurato che essa è
56
6.2 Protocollo IOD per pazienti con IMF
*Si consiglia la sostituzione degli elastici contenitivi una volta al giorno salvo diversa indicazione terapeutica del chirurgo
Maxillo-facciale
7. DISCUSSIONE
Nella gestione delle fratture mandibolari, sono state utilizzate diverse tecniche e
impiegata è quella di utilizzare delle barre di metallo ad arco fissate grazie a dei fili
solitamente hanno un tempo relativamente lungo sia per l’apposizione, che per la
contrarre infezioni di malattie trasmissibili, in quanto può avvenire che i fili taglienti
che vengono utilizzati per il fissaggio delle ferule, o gli aghi possano perforare i
1994).
57
Oltre alle problematiche sopra citate, le ferule non sono facili da applicare, in
Inoltre i fili stretti durante l'applicazione della barra ad arco intorno ai denti, possono
causare una necrosi ischemica della mucosa, e rendere difficile mantenere la salute
tecniche più indicate per eseguirla correttamente; infatti una rimozione adeguata e
mantenimento delle ferule, il paziente deve spesso fare i conti con problematiche di
natura algica, anche in altri distretti corporei, vista la natura traumatica dell’evento
l’idea che si dovrà avere un dispendio di tempo, denaro ed energie con importanti
negativamente sulla motivazione all’igiene orale domiciliare, con esiti quasi sempre
Per ovviare a questi problemi, la tecnica adottata per la fissazione intermascellare nel
presente studio è stata quella descritta da Arthur e Berardo (1989) che utilizza
almeno quattro viti in titanio autofilettanti inserite a livello transmucoso, una per
sono inserite a livello della giunzione della mucosa alveolare tra i canini e primi
premolari. Questa procedura presenta molti vantaggi rispetto alle tecniche con ferule.
In primo luogo, l'inserimento risulta più agevole e richiede circa 10 minuti, con un
rimuovere, senza l’ausilio di anestesia (Arthur e Berardo, 1989; Busch, 1994; Karlis
58
e Glickman, 1997; Jones,1999). Non ci sono rischi che tale procedura possa causare
Avery e Johnson, 1992; Busch, 1994; Gordon et al, 1995;. Karlis e Glickman, 1997;
Jones, 1999). Inoltre, i rischi di amputazione delle papille dentali e del ferimento
della mucosa orale sono notevolmente ridotti; i denti e le protesi dentarie non sono
sottoposti a trazione, ed è più facile mantenere l'igiene orale (Gordon et al, 1995;.
Jones, 1999; Ayoub e Rawson, 2003). In fine questo metodo (IMF) è compatibile
(Kev e Gibbons 2001.. Farr e 6W-sentire 2002; Mai / ora e Brook 2002.) questo
infatti, a seguito del presente studio sperimentale non si sono riscontrate differenze
verificare più danni pulpari con Ferule che con l’IMF, infatti, dallo studio è emerso
che nell’utilizzo delle ferule, per quanto riguarda la vitalità, tra i tempi T0 (pre-
Ferule), raggiunge valori molto vicini alla soglia di significatività ( al 5%), con
livelli che oscillano, intorno all’ 8%. Viceversa, nei pazienti con IMF si è riscontrata
una percentuale del P value (VIT IMF) del 30% ben distante dall’avere una
ciò nonostante i dati che raggruppano tutti i pazienti trattati sia con IMF che con
Ferule raggiungono un P value del 6,65%, questo dato indica chiaramente che
secondo il presente studio i danni collaterali agli elementi dentari, che si possono
59
seguito di trauma sia con IMF che con ferule, non risultano statisticamente
l’intervento chirurgico, spetta esclusivamente al chirurgo che non deve tener conto
nella sua scelta di eventuali danni pulpari/ endodontici a carico degli elementi
mediche.
soprattutto in caso di contenzione con ferule, ma che nel controllo a 3 mesi (T2) sono
significatività.
riscontrato una maggiore ripresa della sensibilità nei pazienti con ferula, da T0 (pre-
differenza a nostro avviso non è dovuta a una migliore o peggiore tecnica chirurgica
contenitiva, bensì a una selezione del campione all’origine, in quanto i pazienti con
neurologico, venivano inseriti dal chirurgo in contenzione con ferule, mentre quelli
con fratture meno gravi in quello con IMF. In virtù di quanto detto, i pazienti con
ferule a seguito del trauma avevano perdita di sensibilità temporanea, che nell’arco
dei tre mesi tendeva a risolversi; viceversa nei pazienti con IMF, meno
il parametro (SS) legato ad una variazione di sensibilità e non alla presenza o meno
della stessa nei pazienti con IMF, dove non vi era stata perdita iniziale, non si
Per ciò che riguarda invece la realizzazione dei protocolli di igiene orale domiciliare,
essi sono stati realizzati ad hoc cercando di favorire le esigenze del paziente ma
60
tuttavia armonizzandole con necessità non trascurabili, per il raggiungimento e il
garantiscono una rapida ripresa fisiologica dei tessuti molli e una buona
condizioni sfavorevoli in cui i pazienti si trovano, a nostro avviso essi possono essere
necessità, con ablazione ultrasonica dei depositi di tartaro sopra e sotto gengivali al
tutte queste procedure potranno incidere positivamente anche sullo status psicologico
61
8. CONCLUSIONI
sono stati introdotti sussidi meno traumatici a livello parodontale e di più rapida
applicazione.
Sia con l’utilizzo delle ferule, sia con l’utilizzo delle viti IMF un quadro di
quadro appare risolversi dopo 6-7 settimane, quasi in modo completo e lo status
danno risiedono quasi sicuramente nella difficoltà dei pazienti a mantenere una
62
corretta igiene orale nel periodo di blocco e nel periodo immediatamente successivo
ferule rispetto alle viti per l’IMF. Tuttavia le differenze non sono state
Dall’analisi dei dati clinici e statistici si può affermare che i pazienti in terapia
Una coda dello studio si è occupata dei test di vitalità degli elementi dentari limitrofi
vitalità maggiore nei pazienti quando sono state utilizzate le ferule rispetto a quelli
dove sono state utilizzate le viti per l’IMF. Questo dato trova una spiegazione tecnica
da protocollo l’opzione delle ferule al fine di ottenere una contenzione degli elementi
dentari riposizionati; questo risultato infatti non può essere ottenuto con le viti per
l’IMF. Ovviamente tali elementi dentari hanno rilevato test di vitalità meno
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