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Le modificazioni a cui è sottoposto l’essere umano per effetto del deterioramento e dell’usura
può essere definito “VECCHIAIA”.
L’uomo, come tutte le specie viventi, nasce, cresce, si sviluppa e matura, si riproduce e
diventa produttivo nelle sue capacità durante la maturità per poi affrontare la senescenza in cui
raccoglie i frutti della sua intera esistenza e, …acquisire ciò che non si ha mai desiderato prima
(rughe, corpo flaccido, perdita dei sensi, paura di soffrire, terrore di restare soli e, infine, la morte)!
È una legge della Biologia che si sussegue con un processo ciclico affidato a tempistiche
biologiche differenti per ogni sistema e tessuto organico. L’ansia di restare giovani non permette di
affrontare con facilità l’ultima tappa dell’esistenza umana: la vecchiaia.
La Somatometria - dal greco σώμα (sóma → corpo) e μέτρον (métron → misura) - (la
scienza che nelle discipline biologiche, antropologiche, paleontologiche, si occupa delle misurazioni
e della comparazione delle forme anatomiche attraverso l'utilizzo di indici, di misure assolute e della
forma delle regioni anatomiche) insegna che, durante la senescenza, si riscontra una evidente
riduzione della statura.
Il secular trend è la risultante di una serie complessa di fenomeni che agiscono sull'adattabilità
umana sia in termini fenotipici sia micro-evolutivi (Wolanski, 1985; Susanne e Bodzsar, 1998).
Si assiste a:
- aumento del diametro delle creste iliache in quanto aumenta la grandezza del bacino per effetto
del peso viscerale, massa che ha gravato verso il basso per l’intero corso della vita);
- aumento del diametro antero-posteriore del torace con incremento della cifosi dorsale;
consegue una diminuzione dell'escursione di movimento del torace e delle strutture che
partecipano alla respirazione e l’assunzione di atteggiamento inspiratorio;
- affaticamento del sistema respiratorio: i muscoli inspiratori vanno incontro a fenomeni fibrotici
e di calcificazione; perdono la capacità elastica e contrattile a dispetto del tono che resta inalterato
o aumenta.
- decremento del diametro bi-acromiale per effetto delle retrazioni muscolari che interessano la
scapola;
- diminuzione del diametro trasverso del torace per effetto della riduzione della componente
muscolare;
- variazione dei carichi ponderali con modificazioni della distribuzione adiposa.
- la pelle si segna e si secca;
- rarefazione di peli e di capelli che diventano bianchi e grigi;
- diminuzione di vista e udito;
- decremento della forza muscolare: la riduzione della massa e della forza muscolare è il risultato
della sarcopenia per effetto dell'associazione di atrofia muscolare e della riduzione dell'attività
fisica giornaliera; invecchiando, il sistema nervoso restituisce una riduzione del 37% del numero
di fibre nervose spinali e una riduzione del 10% della velocità di conduzione dell'eccitamento
lungo le fibre; la progressiva atrofia dei muscoli è caratterizzata dalla loro degenerazione fibrosa e
dalla sostituzione delle fibrocellule muscolari con cellule adipose. Si riduce la componente
contrattile e aumenta quella fibrotica poiché il connettivo continua a depositarsi ricoprendo il
muscolo.
- rarefazione della massa ossea e incremento dei fenomeni degenerativi dell’apparato
locomotore: l'avanzare della senescenza produce una scarsa attività degli osteoblasti che, in
contrapposizione, vede un incremento dell’attività osteoclastica con gravi ripercussioni sulla
densità ossea e compromettente le trabecole con la comparsa di cavità geodiche capaci di
modificare il corpo vertebrale che mostra la modificazione del piatto fino a diventare cavo. Anche
il disco intervertebrale si riduce nel suo spessore e consistenza a causa della incapacità di
reidratarsi e di inefficacia ad assorbire gli urti e le pressioni meccaniche annullando il principio di
Pascal per cui, se fossero efficienti, le forze si propagherebbero sulla superficie somatica
salvaguardando il rachide.
La riduzione dell'altezza è compromessa per effetto delle protrusioni discali e, in casi gravi, anche
per effetti di “crolli” (fratture) vertebrali.
I fenomeni artrosici a carico della colonna vertebrale che si osservano con più frequenza
riguardano le degenerazioni discali, le faccette articolari e l’osteoporosi per cui, lee modificazioni
che riguardano le unità funzionali producono alterazioni delle curve rachidee.
- diminuzione della performance neuromuscolare;
- trasformazione del sistema immunitario;
- lentezza dei movimenti;
- tendenza a svalutarsi, a non piacersi più;
- tendenza a non sedurre (pensare che le persone diventino asessuate);
- incremento del bisogno di contare per qualcuno;
- necessità di provare emozioni e sentimenti;
- bisogno di avere un contatto fisico costante.
L'attività consigliata all'anziano deve tenere presente una intensità moderata e avere
impegno con carichi sub-massimali, una FCmax non superiore al 70-80% che, solo nei soggetti ben
adattati può raggiungere picchi dell’85-90%; bisogna mantenere un regime prettamente aerobico
evitando sforzi esagerati, esercizi di potenza, picchi anaerobici alternati come nell’HIIT e tenere
conto dell'incapacità del sistema locomotore, cardio-circolatorio e respiratorio di conservare
l'omeostasi. Il numero e la durata delle sessioni settimanali varia in rapporto all’individualizzazione,
all’organizzazione del piano di lavoro e alla progressione dei microcicli di training.