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Rino Gaetano

Rino Gaetano, all'anagrafe Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29


ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981), è stato un cantautore italiano, ricordato
per la sua voce ruvida, per l'ironia e i nonsenso caratteristici delle sue canzoni,
nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri
e disimpegnati.
Rimasto profondamente legato alle sue origini calabresi, rifiutò ogni sorta di
etichetta e, a differenza di numerosi suoi contemporanei, evitò di schierarsi
politicamente. Nonostante questo, i suoi componimenti non mancano di
riferimenti e critiche alla classe politica italiana: Gaetano arrivò in alcuni suoi
brani a fare nomi e cognomi di uomini politici del tempo e non solo e, anche per
questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo furono più volte segnati dalla
censura.
Crocevia della sua carriera fu l'esperienza sanremese con il successo di Gianna;
per molto tempo infatti gran parte del pubblico italiano lo ha ricordato solo per
questo episodio e per questa canzone. I suoi lavori precedenti vennero quasi
eclissati dal nuovo successo e ciò che giunse al grande pubblico delle sue canzoni
– in primis Gianna – fu soprattutto il nonsenso e non tutto ciò che si celava dietro
di esso. Tragica e prematura fu la sua scomparsa, dovuta a un incidente stradale
che lo portò via a soli trent'anni.
Il lavoro di Gaetano cominciò a essere significativamente apprezzato diversi
anni dopo la sua morte e molte delle sue canzoni vennero riscoperte soprattutto
dopo il 2000, riscuotendo consensi sempre maggiori, in particolar modo tra le
nuove generazioni, e conferendo all'ormai defunto cantautore lo status di artista
di culto.
Primi anni e trasferimento a Roma

Rino Gaetano da bambino

Salvatore Antonio Gaetano nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950 da una


famiglia originaria di Cutro. La famiglia era appena rientrata dallo sfollamento
dovuto alla seconda guerra mondiale dove trovarono rifugio in Veneto nei
pressi di Dolo (Venezia) dove nacque la sorella Anna[4].In famiglia era
chiamato Salvatorino eccetto che dalla sorella maggiore Anna; lei preferiva il
diminutivo Rino che in ultimo soppiantò il nome di battesimo.[5]
Nel marzo del 1960, quando l'artista calabrese aveva appena dieci anni, la
famiglia si trasferì a Roma per motivi legati al lavoro dei genitori.[6] L'anno
dopo Gaetano venne mandato a studiare nel seminario della Piccola Opera
del Sacro Cuore di Narni, in provincia di Terni. Tale decisione non fu presa
col fine di avviare il ragazzo ad una carriera ecclesiastica; l'intento era
probabilmente quello di assicurargli una buona cultura e di non lasciarlo
troppo solo, visto che entrambi i genitori lavoravano.[7] Lontano dalla famiglia
Gaetano compose il poemetto E l'uomo volò e legò soprattutto con un
insegnante, padre Renato Simeoni, che ricorda:

« [Gaetano] sentiva l'importanza dello studio, però aveva anche dei


momenti di grande assenza, che non era vuoto. Era molto difficile
trovare Rino in situazioni di "vuoto", era sempre mentalmente occupato.
C'erano dei gusti, questo mi è sempre sembrato di lui, dei gusti
all'interno di questa persona, delle ricerche sue personali che lo
tenevano occupato. Lui è stato abbastanza un ragazzo sognante, molto
sognante.[8] »

Nel 1967 Gaetano tornò nella città capitolina dove visse il resto della sua vita,
prima in via Cimone nei dintorni di piazza Sempione, nel quartiere di Monte
Sacro e successivamente, dal 1970, in via Nomentana Nuova. L'anno
seguente, insieme a un gruppo di amici creò il quartetto dei Krounks, un
gruppo musicale che eseguiva soprattutto cover. Gaetano suonava
il basso all'interno della band e nel frattempo si dilettava a scrivere canzoni. I
suoi artisti di riferimento in quegli anni erano cantanti italiani
come Jannacci, De André, Celentano, i Gufi, Gian Pieretti e Ricky Gianco ma
anche star internazionali, quali Bob Dylan e i Beatles, come si può leggere
nel frontespizio di un quaderno che contiene accordi e canzoni scritte da
Gaetano proprio in questo periodo

Folkstudio e prime esperienze teatrali


Nel 1969 Gaetano si avvicinò al teatro e iniziò a frequentare il Folkstudio,
noto locale romano dove si esibivano molti giovani artisti. Qui ebbe
l'occasione di conoscere Antonello Venditti, Ernesto Bassignanoe Francesco
De Gregori. In questo ambiente emersero in maniera alquanto precoce quelle
caratteristiche che differenziavano Gaetano da altri cantanti. La
forte ironia dei suoi brani, il suo modo di cantare e di criticare furono mal
sopportati da altri membri del Folkstudio. È lo stesso cantautore a ricordare:

« Già quando cantavo al Folkstudio ero al centro di certe discussioni...


insomma molti non volevano che io facessi i miei pezzi perché,
dicevano, sembrava che volessi prendere in giro tutti. »

Anche Bassignano ricorda:

« Adottava uno stile atipico, buffonesco, ma non faceva cabaret.


Dissacrava continuamente il pop e, per tutti questi motivi, risultava
improponibile per il pubblico del Folkstudio.[11] »

Inoltre Gaetano si dimostrò sin da subito poco interessato agli ideali di


sinistra e fu probabilmente anche per questo che faticò ad inserirsi
nell'ambiente del Folkstudio: la militanza infatti era quasi un dogma per i
cantautori in quegli anni.[12] In quello stesso periodo Gaetano si esibì spesso
insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello
Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prese parte a diverse rappresentazioni
teatrali: recitò i poemi di Majakovskij e interpretò Estragone in Aspettando
Godot di Samuel Beckett e la volpe in Pinocchio di Carmelo Bene
Primo 45 giri
Gaetano nel frattempo si diplomò in ragioneria. Per via dei problemi
economici della famiglia, il padre cercò spesso di indirizzarlo verso una
carriera ben retribuita e per questo motivo gli procurò un posto di lavoro in
banca. Tuttavia i progetti di Gaetano per il proprio futuro divergevano
profondamente da quelli del padre, col quale raggiunse un compromesso:
avrebbe provato per un ultimo anno a sfondare nel mondo della musica con
la promessa che in caso di esito negativo avrebbe accettato di lavorare in
banca. Nel 1972 si iscrisse alla SIAE e conobbe Vincenzo Micocci,
proprietario della casa discografica It. Quello stesso anno incise un primo 45
giri con l'etichetta discografica milanese Produttori Associati, contenente i
brani Jacqueline e La ballata di Renzo, ma il disco non venne mai stampato.
Nel 1973 Gaetano incise un 45 giri con la It, I Love You Maryanna/Jaqueline,
prodotto da RosVeMon (acronimo delle iniziali dei cognomi di Aurelio
Rossitto, Antonello Venditti e Piero Montanari[15]). Il cantautore tuttavia preferì
firmare il singolo con lo pseudonimo di Kammamuri's, in omaggio ad un
personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. Secondo Micocci la
scelta di utilizzare uno pseudonimo era probabilmente frutto della timidezza e
dell'insicurezza di Gaetano. Il cantautore pareva essere alquanto dubbioso
soprattutto riguardo alle sue abilità canore e quindi rispetto all'eventualità di
cantare egli stesso i propri brani. Gaetano non era particolarmente intonato,
basti pensare che ai tempi delle medie, a Narni, fu escluso dal coro del
Seminario, ma è stato, secondo molti esperti del settore, proprio il suo modo
di cantare naturale e "sporco" a conferire una tale intensità ai suoi brani. Lo
stesso Micocci ricorda:

« Si considerava un autore, non un cantante. Era convinto di non avere


una bella voce, tanto che dopo l'uscita di I Love You Maryanna, quando
fu l'ora di incidere il primo album, venne a dirmi che sarebbe stato
meglio far cantare le sue canzoni a un amico. Io, naturalmente, mi misi
a ridere e lo mandai in studio. »

Il 45 giri presentava testi comici e goliardici, caratterizzati dalla demenzialità e


dal nonsense: Gaetano tentava in tal modo di dissacrare il mondo
cantautorale impegnato.[17] Sulla figura di Maryanna, destinataria dell'amore
di Gaetano in una delle due canzoni, sono state fatte molte ipotesi. La più
accreditata, sostenuta anche dalla sorella del cantautore, Anna Gaetano, è
che la canzone fosse dedicata alla nonna Marianna. Secondo altri invece il
brano alluderebbe provocatoriamente alla marijuana o ad un altro
personaggio salgariano, Lady Marianna.
Primi successi
Il 1974 fu sicuramente un anno molto importante per Gaetano: scrisse i testi
del suo primo album, Ingresso libero, poi pubblicato nel novembre dello
stesso anno, e incontrò Bruno Franceschelli, con il quale nacque poi
un'intensa amicizia. Bruno ricorda così il loro primo incontro:

« Erano gli inizi degli anni Settanta, quando in un bar a Montesacro, il nostro
quartiere, io e Rino ci incontrammo per la prima volta. In quel bar io «giocavo
a dama» mentre Rino «beveva birra chiara in lattina», quel bar si chiamava il
Barone. Potrei definire quell'incontro come il ritrovarsi di due che si cercano
da tempo. »

Gaetano descrisse l'atmosfera del bar menzionato da Franceschelli nel


brano Tu, forse non essenzialmente tu. Al momento dell'incisione del disco,
però, il cantautore mostrò ancora delle perplessità tanto da arrivare a
proporre un altro cantante per i propri testi; Micocci tuttavia riuscì a
persuadere Gaetano a cantarli.
La copertina dell'album ritrae il cantante, in un'immagine volutamente sfocata,
mentre cammina davanti a un muro di mattoncini della sua prima casa a
Roma e su una porta è appeso un cartello «Ingresso libero». Il titolo allude
all'entrata di Gaetano nel mondo della musica.[19] Il disco non riscosse grande
successo, mentre il 45 giri tratto dall'album Tu, forse non essenzialmente tu/I
tuoi occhi sono pieni di sale ebbe maggior fortuna, catturando soprattutto
l'attenzione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che inserirono più volte i
due brani nella scaletta del loro programma radiofonico Alto
gradimento.[6] Rispetto al primo 45 giri, le canzoni di questo nuovo album
mostravano un maggiore impegno sociale e abbracciavano temi quali
l'emarginazione e l'alienazione industriale.
Gaetano, nello stesso anno, tramite la RCA, scrisse tre canzoni per Nicola Di
Bari: Prova a chiamarmi amore, Questo amore tanto grande e Ad esempio a
me piace... il Sud, incluse nell'album Ti fa bella l'amore Nessuna delle tre
canzoni ebbe gran fortuna. La canzone Ad esempio a me piace... il
Sud partecipò quell'anno a Canzonissima ma venne eliminata nelle prime
fasi, al contrario la versione spagnola Por ejemplo ottenne un notevole
riscontro in America Latina.
Il successo arrivò l'anno successivo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu.
Si trattava in realtà di un 45 giri piuttosto atipico: esso conteneva una sola
canzone divisa in due parti. Gaetano in questa canzone propose diversi
spaccati di vita quotidiana, descrivendoli con ironia, luoghi comuni e
contraddizioni. Nel settembre del 1975 il cantautore spiegò in un articolo
di Ciao 2001:
« Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto
sottolineare che al giorno d'oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è
per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi
vuole l'aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e
negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi «vive in
baracca». »

Questo brano segnò il primo grande successo di Gaetano ma la popolarità


del cantante era ancora molto limitata. Nello stesso articolo di Ciao 2001,
infatti, si può leggere:

« Questa è una canzone che molta gente canticchia o


fischietta pur non conoscendone l'autore. »

Gaetano cominciò ad esibirsi sempre più di frequente nei concerti dal vivo,
facendo soprattutto da apripista a Venditti e altri cantanti già affermati. Quello
stesso anno inoltre scrisse insieme a Bruno Franceschelli Ad esempio a me
piace..., una commedia in due tempi, una sorta di mix tra musica e teatro. A
tal proposito Gaetano dichiarò in un'intervista dell'epoca:

« Nei prossimi mesi usciranno un 45 giri intitolato Berta filava e un


LP dal titolo Mio fratello è figlio unico. Ma prima ho un altro impegno
importante: farò coppia in teatro con il mio amico Bruno
Franceschelli, riproponendo, sulle scene, il solito problema
dell'incomunicabilità, dell'isolamento e dell'esclusione. »

Questa rappresentazione tuttavia, a causa di vari problemi, non andò mai in


scena.
Partecipazione al Festival
L'idea di portare Gaetano al Festival partì da Vittorio Salvetti, inventore
del Festivalbar e da Ennio Melis, direttore artistico della RCA. Gaetano
all'inizio si mostrò alquanto scettico in merito a questa possibilità, tuttavia le
pressioni da parte della RCA e la convinzione che si trattasse di un'occasione
da non perdere, lo portarono pian piano a cambiare idea. Quando la voce
iniziò a diffondersi, fan e amici non la presero bene: in quegli anni infatti, per
un cantautore, la partecipazione a Sanremo equivaleva a una sorta di
tradimento. In molti provarono, senza successo, a dissuaderlo dal proposito
di partecipare al Festival. Gaetano aveva intenzione di presentare la
canzone Nuntereggae più, tratta dal nuovo album. La RCA tuttavia
considerava la canzone poco adatta al Festival per via del lungo elenco di
nomi di personaggi noti presente all'interno del testo e consigliò fortemente a
Gaetano di presentare Gianna, una canzone più disimpegnata e
musicalmente più orecchiabile. Gaetano non apprezzava molto questa
canzone, la riteneva troppo commerciale e troppo simile a Berta filava, ma
alla fine la casa discografica riuscì a far valere la propria opinione.
Il 26 gennaio 1978 iniziò il 28º Festival della Canzone Italiana e Gaetano fece
il suo ingresso sul palco con una tuba nera (regalatagli da Renato Zero pochi
giorni prima), un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe
bianche e rosse e scarpe da ginnastica Mecap. Sul bavero del frac portava
appuntata una colossale quantità di medagliette, che nel corso dell'esibizione
consegnò in parte al direttore d'orchestra e in parte lanciò al pubblico.
Gaetano suonava inoltre un ukulele.
Con l'esecuzione di Gianna, per la prima volta a Sanremo venne pronunciata
la parola «sesso», presente nel testo della canzone.
I Pandemonium entrarono inaspettatamente sul palco verso la fine della
performance per cantare il coro finale della canzone, a mo' di sketch
umoristico.Gaetano descrisse così la sua esibizione sul palco dell'Ariston:

« Il Festival resta una passerella e come tutte le passerelle ti offre tre minuti
per fare un discorso che normalmente fai in uno spettacolo di due ore. Così
devi trovare un sistema. Da parte mia, ho scelto la strada del paradosso un
po' alla Carmelo Bene. »

Bruno Franceschelli invece ha ricordato così l'evento:

« L'esibizione a Sanremo, dal mio punto di vista, è stata una dimostrazione


del suo talento d'artista, ha portato un'aria nuova, allegra e dissacrante, ha
dimostrato ancora una volta il suo spirito libero, libero di ridere e scherzare
anche sul «sacro suolo» di Sanremo. »
La prima esibizione di Gaetano, così come quelle seguenti, raccolse il
consenso della critica e del pubblico. Alla fine il brano si classificò terzo,
dietro E dirsi ciao dei Matia Bazar e Un'emozione da poco di Anna Oxa. Dopo
il Festival si diffuse la voce di un presunto flirt tra il cantautore e Stefania
Casini, presentatrice di quell'edizione di Sanremo. Intanto Gianna, grazie
soprattutto al trampolino di Sanremo, ottenne un grande successo,
diventando una hit nelle discoteche della Riviera e rimanendo per quattordici
settimane nella top ten, vendendo oltre 600 000 copie. La versione inglese
del brano, Gina, non venne mai pubblicata, mentre la versione tedesca venne
cantata da Wolfgang Petry. Dopo la partecipazione al Festival, la carriera
antecedente di Gaetano rimase praticamente oscurata dal successo
di Gianna: per gran parte del pubblico infatti il cantautore era noto
semplicemente come «quello di Gianna», molti dei suoi fan "storici" invece
interpretarono la canzone e la partecipazione a Sanremo come una caduta di
stile.

« Sanremo non significa niente e non a caso ho partecipato con Gianna che
non significa niente. »
Nuntereggae più e le polemiche

Rino Gaetano durante una delle sue esibizioni

Nello stesso anno Gaetano condusse su Radio uno un programma


radiofonico, intitolato Canzone d'Autore. Nel corso della trasmissione,
musicisti emergenti venivano invitati a commentare un proprio brano
musicale. La sigla del programma era E cantava le canzoni, tratta dal quarto
album del cantante.
Dallo stesso album venne tratta Nuntereggae più, una delle canzoni più
famose e discusse di Gaetano, per via dei numerosi riferimenti politici e del
lungo elenco di nomi presente nel testo. Il cantautore a tal proposito dichiarò:
«Le canzoni non sono testi politici e io non faccio comizi. Questo è uno sfottò.
Insomma, per me "Nuntereggae più" è la canzone più leggera che ho mai
fatto».
Alcune strofe della canzone si presentavano come vere e proprie liste di nomi
dei personaggi che a quel tempo "invadevano" le radio, le televisioni e i
giornali e per questo motivo essa fece molto discutere. In fase di
registrazione, inoltre, i toni della canzone vennero ammorbiditi e alcuni dei
nomi inseriti nella prima versione vennero eliminati o sostituiti. Ad esempio,
anche il nome di Aldo Moro appariva nella versione iniziale, scritta prima
del rapimento di quest'ultimo. A causa degli eventi successivi, il nome di
Moro venne poi eliminato dal testo della canzone in maniera da evitare facili
polemiche. Dal testo vennero cancellati tuttavia anche i nomi
di Montanelli, Banfi, Sinatra, Sindona (crac del Banco Ambrosiano)
e Crociani (scandalo Lockheed e loggia P2). Inoltre, la frase
«PCI nuntereggae più» e l'associazione di questo partito ad altri della
maggioranza, scatenò talune polemiche. Vincenzo Mollica ricorda:

« [Era] una canzone di grande divertimento, anche, però aveva il


coraggio delle sue azioni, non si tirava mai indietro: nomi e cognomi
per tutti e nei tempi in cui fare nome e cognome per tutti era molto
difficile.[8] »

In quell'anno Gaetano partecipò a una tournée e ad alcune manifestazioni


serali, la più famosa di queste fu sicuramente Discomare '78 e precisamente
la serata finale svoltasi nella Valle dei Templi di Agrigento il 23 agosto 1978.
Il cantante avrebbe dovuto cantare Nuntereggae più, ma la Rai provò ad
impedirglielo e Gaetano per protesta lasciò la manifestazione.
In un'altra occasione venne invitato ad Acquario, un programma televisivo
dell'epoca. Maurizio Costanzo, il conduttore, e Susanna Agnelli, l'ospite della
puntata, erano due dei personaggi citati nella canzone Nuntereggae più,
eseguita poi dal cantautore nel corso del programma. Anche in
quest'occasione Gaetano fece il suo ingresso con un cilindro in testa e
Costanzo lo presentò come un «autore di canzoncine ironiche, scherzose e
scanzonate, che, vista la sua passione di fare elenchi, si dedicherà presto a
mettere in musica forse le Pagine Gialle». L'Agnelli affermò invece di
apprezzare la canzone.[47] A ottobre Gaetano andò a Madrid per incidere la
versione spagnola del 45 giri Nuntereggae più. Il titolo era Corta el rollo
ya (Dagli un taglio) e il cantante riadattò il testo inserendo personaggi
spagnoli della politica e dello spettacolo come Carrillo, Pirri e Susana
Estrada. Il disco uscì in primavera e ottenne un discreto successo.
Morte
Il 31 maggio Gaetano fece la sua ultima apparizione in TV cantando E io ci
sto e Scusa Mary nel programma Crazy Bus. In quei giorni incise alcune
canzoni insieme ad Anna Oxa come Il leone e la gallina di Mogol e Lucio
Battisti.
La carriera e la vita di Rino Gaetano si interruppero il 2 giugno 1981 all'età di
trent'anni in seguito ad un incidente stradale.[58] Già l'8 gennaio un fuoristrada
contromano aveva spinto la Volvo di Gaetano contro il guard rail: il cantante
rimase illeso mentre la sua auto venne distrutta. Gaetano aveva deciso poi di
acquistare una nuova Volvo 343 grigio metallizzato, targata ROMA Z40932. Il
2 giugno, verso le tre del mattino, dopo una serata passata nei locali, stava
tornando a casa da solo a bordo della sua auto. Alle 3.55, mentre
percorreva via Nomentana, all'altezza dell'incrocio con via Carlo Fea, con la
sua vettura invase la corsia opposta. Un camionista che sopraggiungeva
nell'altro senso di marcia provò a suonare il clacson, ma l'urto con il mezzo
pesante era ormai inevitabile. La parte anteriore e il lato destro della Volvo
vennero distrutti; Gaetano batté violentemente la testa contro il parabrezza,
sfondandolo, mentre l'impatto del petto sul volante e il cruscotto fu
violentissimo. L'autopsia rivelerà - come causa della perdita di controllo
dell'auto - un possibile collasso prima dell'impatto, mentre il camionista -
Antonio Torres, che presterà i primi soccorsi al cantante - raccontò di aver
visto Gaetano accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli
occhi solo pochi attimi prima dell'impatto.
Quando arrivarono i mezzi di soccorso, Gaetano era già in coma; giunto
al Policlinico Umberto I furono riscontrate una frattura alla base cranica, varie
ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta frattura
allo sterno. Il policlinico non aveva però un reparto attrezzato per gli interventi
d'urgenza sui craniolesi, così il medico di turno, il dottor Novelli, tentò di
contattare un altro ospedale dotato di un reparto di traumatologia cranica.
Vennero contattati telefonicamente il San Giovanni, il San Camillo, il CTO
della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riuscì a
trovare un posto disponibile. Finalmente ricoverato al Gemelli, Gaetano
morirà comunque alle sei del mattino. Vi furono successivamente polemiche
per via del mancato ricovero e venne aperta anche un'inchiesta e
un'interrogazione parlamentare. L'interrogazione parlamentare n. 4-02031 del
4 giugno 1981, con risposta del Governo del 1º febbraio 1982.
Il 4 giugno si tennero i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in
cui Gaetano avrebbe dovuto sposarsi poco dopo. Alle esequie parteciparono
parenti, amici, personaggi della musica, dirigenti della RCA e fan.
Inizialmente venne sepolto nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre
venne trasferito al cimitero del Verano.
In La ballata di Renzo, canzone scritta da Gaetano dieci anni prima della
morte, si narra la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in
circostanze simili a quelle del cantautore:

« La strada era buia, s'andò al S.


Camillo
e lì non l'accettarono forse per l'orario,
si pregò tutti i santi ma s'andò al S.
Giovanni
e lì non lo vollero per lo sciopero. »
(da Quando Renzo morì io ero al bar -
Rino Gaetano)
Renzo viene investito da un'auto e muore dopo essere stato rifiutato da molti
ospedali di Roma per mancanza di posti, mentre i suoi amici sono al bar.
Nella canzone vengono citati tre degli ospedali che rifiutarono Gaetano il 2
giugno 1981 per mancanza di letti: il Policlinico, il San Giovanni e il San
Camillo.
Il 27 novembre 2007 Carlo Lucarelli ha parlato della morte del cantautore
in DeeGiallo, programma radiofonico in onda su radio DeeJay, nel quale lo
scrittore ricostruiva in forma narrativo-documentaristica delitti irrisolti legati al
mondo della musica.

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