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Domenico Modugno nasce il 9 gennaio 1928 a Polignano a Mare (dove ora gli è stato dedicato

un lungomare con annessa statua, in memoria), in provincia di Bari, a piazza Minerva 5 (oggi
piazza Caduti di via Fani), da Vito Cosimo Modugno, comandante del Corpo delle allora dette
Guardie Municipali (Polizia locale), e Pasqua Lorusso, del vicino paese di Conversano; ha due
fratelli maggiori, Vito Antonio detto Tonino e Giovanni detto Giannino, e una sorella maggiore,
Teresa, e sin da piccolo in famiglia viene chiamato Mimì.[4]
Nel 1935, quando lui aveva 7 anni, il padre viene trasferito per lavoro a San Pietro Vernotico,
in provincia di Brindisi (dove saranno poi sepolti i genitori di Modugno): Mimmo a 7 anni
comincia ad andare a scuola e si ambienta nella sua nuova residenza, impara il dialetto
vernacolo sanpietrano (facente parte dell'area del dialetto salentino), che può ricordare
il siciliano; in questo dialetto scriverà le sue prime canzoni.[4]
Durante l'adolescenza impara a suonare la chitarra, grazie agli insegnamenti del padre Vito
Cosimo, e la fisarmonica, mentre nel 1945 compone le sue due prime canzoni, che tuttavia
non inciderà mai: E la luna fra le nubi che sorride al mio dolore e Il treno che fischia. Scrive
anche alcune poesie, che fa stampare dal padre del suo amico Guglielmo Centonze, che è
tipografo. Successivamente le sue canzoni saranno scritte tutte nel dialetto del suo paese, San
Pietro Vernotico[4]
Nel frattempo frequenta l'Istituto di Ragioneria a Lecce. Nel 1947 si trasferisce, all'insaputa del
padre, a Torino per cercare fortuna, e lavora prima come cameriere e poi come apprendista
gommista alloggiando in una baracca in affitto. Il freddo che patirà nel capoluogo piemontese,
all'epoca capitale del cinema italiano, gli rimarrà nell'anima.[4]
Nel 1949, dopo il servizio militare effettuato a Bologna ritorna a San Pietro Vernotico e si lascia
crescere i baffi. In questo periodo comincia a esibirsi come suonatore di fisarmonica nei festini
di paese, improvvisando serenate alle giovani ragazze con il suo gruppo storico di amici
conquistandosi la fama di fimminaru (sciupafemmine) per via del suo aspetto fisico e delle sue
doti artistiche straordinarie.[4]
Dati sintetici
Cantante e attore italiano
D A T A D I N A S C IT A
Lunedì 9 gennaio 1928
LU O G O D I N A S C IT A
Polignano a Mare, Italia
S E G N O ZO D IA C A LE
Capricorno
DATA DI MORTE
Sabato 6 agosto 1994 (a 66 anni)
LU O G O D I M O R T E
Lampedusa, Italia
CAUSA
Infarto
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Domenico Modugno nelle opere letterarie Film e DVD di Domenico Modugno Discografia

Biografia • Penso che un sogno così...


Domenico Modugno nasce il 9 gennaio 1928 a Polignano a Mare (Bari), paesino
dalle case bianche a picco sul mare. Il padre Cosimo è comandante del Corpo
delle Guardie Municipali a San Pietro Vernotico (BR): da lui il piccolo Mimmo
impara fin da bambino a suonare la chitarra e la fisarmonica, ereditando una
grande passione per la musica.

Insoddisfatto della vita di paese a 19 anni scappa di casa per andare a Torino,
dove si adatta a fare il gommista e il cameriere.

Ritornato al suo paese per espletare il servizio militare, poi riparte per Roma
desideroso di iniziare quella carriera artistica che a Torino non è stato capace
di trovare. Partecipa al concorso per attori al Centro Sperimentale di
Cinematografia, dove viene ammesso e dove poi vincerà una borsa di studio
come migliore allievo della sezione di recitazione. Qui conosce Riccardo
Pazzaglia, allievo della sezione di regia, che sarà futuro scrittore e giornalista,
e paroliere di alcune memorabili canzoni di Modugno.

Nel 1951, ancora allievo, Domenico prende parte al film "Filumena Marturano"
di Eduardo De Filippo. Nel 1952 è in "Carica eroica" di De Robertis dove
interpreta la parte di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una
bambina. Sempre nel 1952 è in teatro nel "Il borghese gentiluomo" di Molière e
prende parte ai film "Anni facili" (1953, di Luigi Zampa) e all'episodio "La giara"
del film "Questa è la vita" (1954, di Giorgio Pastina).

Nel 1953 si presenta al concorso musicale radiofonico "Trampolino", poi prende


parte alla trasmissione "Radioclub" che celebra Frank Sinatra. Notato da Fulvio
Palmieri, funzionario Rai, a Modugno viene offerta una serie di trasmissioni
radiofoniche intitolate "Amuri... Amuri" della quale egli stesso scrive i testi, è
regista e (insieme a Franca Gandolfi) attore, e infine rumorista.

Durante questo periodo Domenico Modugno compone molte canzoni in dialetto


pugliese e in siciliano, tra cui "Lu pisce spada", "Lu minaturi", "La sveglietta", "La
donna riccia", "Lu sciccareddu 'mbriacu", "Attimu d'amuri".

Nel 1957 vince il II premio al Festival della Canzone Napoletana con "Lazzarella"
(cantata da Aurelio Fierro). Seguono poi canzoni come "Sole, sole, sole", "Strada
'nfosa", "Resta cu mme", "Nisciuno po' sape'", "Io, mammeta e tu" che
rimodernano di fatto lo stile della canzone napoletana.
Nel 1958 Modugno si presenta a Sanremo al festival della Canzone Italiana con
"Nel blu dipinto di blu" (testo scritto da Franco Migliacci). Il celeberrimo brano
non solo vince il primo premio, ma sarà destinato a rivoluzionare la canzone
italiana degli anni a venire. "Volare" - così viene popolarmente ribattezzata la
canzone - viene tradotta in così tante lingue che è difficile tenerne il conto.
Arriverà addirittua in testa alle classifiche statunitensi, vincendo due Grammy
Awards, uno come disco dell'anno e uno come canzone dell'anno 1958.

Anche il Cash Box Bilboard conferisce a Modugno l'Oscar per la migliore


canzone dell'anno. Riceve infine in dono dalle industrie musicali tre dischi d'oro:
uno come migliore cantante, uno per la migliore canzone e uno per il disco più
venduto.

Negli USA vende così tanti milioni di copie e diventa così tanto popolare che nel
corso di una tournée gli vengono offerte le chiavi di Washington e la stella di
sceriffo di Atlantic City. Per quattro mesi, senza interruzione, gli altoparlanti di
Broadway e le stazioni radio americane trasmettono "Nel blu dipinto di blu".

Altri brani di successo di Modugno saranno poi "L'uomo in frack", "Notte di luna
calante", "Io" (incisa da Elvis Presley con il titolo "Ask me").

Nel 1959 Modugno vince nuovamente a Sanremo: il brano si intitola "Piove (Ciao,
ciao bambina)"; l'anno seguente arriva secondo con "Libero".

Dopo lo stop di un anno causato da un incidente (frattura della gamba) debutta


come protagonista nella commedia musicale "Rinaldo in campo" di Garinei e
Giovannini; Modugno ne compone tutte le musiche ("Se Dio vorrà", "Notte
chiara", "Tre briganti e tre somari", "La bandiera"). Lo spettacolo registra record
d'incassi mai raggiunti prima in questo campo, tanto che viene definito "Il più
grosso successo teatrale italiano di tutti i tempi".

Nel 1962 vince ancora a Sanremo con la canzone "Addio..., Addio...". Nel 1963
si cimenta nella regia cinematografica del film "Tutto è musica". Nel 1964 vince
il Festival di Napoli con "Tu si' 'na cosa grande". Nel 1966 è ancora primo a
Sanremo con "Dio, come ti amo". Nel 1968 interpreta "Liolà" di Luigi Pirandello.
Tra il 1973 e il 1975 è Mackie Messer in "Opera da tre soldi" di Bertolt Brecht e
Kurt Weill per la regia di Giorgio Sthreler. Tra gli sceneggiati televisivi ricordiamo
quello del 1984 "Western di cose nostre", tratto da un racconto di Leonardo
Sciascia, sceneggiato da Andrea Camilleri per la regia di Pino Passalacqua.

Appassionato di poesia, Modugno scrive la musica per "Le morte chitarre" e "Ora
che sale il giorno" di Salvatore Quasimodo. Per Pasolini musica "Cosa sono le
nuvole", e che poi canta nell'episodio omonimo del film "Capriccio all'italiana".
Tra i film di Modugno vanno ricordati "Europa di notte" (1959, di Alessandro
Blasetti), "Nel blu dipinto di blu" (1959, di Piero Tellini), "Lo scopone scientifico"
(1972, di Luigi Comencini) e "Il giudizio universale" (1961, di Vittorio De Sica).

Nel 1974 partecipa alla campagna sul divorzio del Psi, componendo per
l'occasione la canzone "L'anniversario" (parole di Iaia Fiastri).

Domenico Modugno viene colpito da un ictus nel marzo del 1984 durante le
prove della trasmissione tv di Canale 5 "La luna del pozzo": la semi-paralisi
conseguente lo costringe a lasciare l'attività artistica.

Nel 1986 inizia dedicarsi alla vita politica iscrivendosi al Partito Radicale, per cui
viene eletto deputato l'anno successivo. Intraprende una vera e propria battaglia
civile per l'ospedale psichiatrico di Agrigento, nel quale i malati vivono in
condizioni disumane, riuscendo nel 1988 a far chiudere il nosocomio e
dedicando ai ricoverati un concerto, il primo dopo la malattia. Nel 1990 è eletto
consigliere comunale ad Agrigento.

Nel 1991 la malattia lo aggredisce nuovamente; nonostante questo nel 1993


incide assieme al figlio Massimo il disco "Delfini".

Domenico Modugno si spegne il 6 agosto 1994 a Lampedusa, nella sua casa, di


fronte al mare

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