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SCHEDA LIBRO ANALITICA CON NOTE DI

“IL SACRO”
di Rudolf Otto
Editrice Morcelliana, Brescia, 2011

Introduzione
di Aldo Natale Terrin
Secondo Terrin lo studio di Otto ha la profondità della vera percezione del sacro, restituendone le
sfumature, come agisce nell’animo umano affiorando dai sentimenti in un modo unico, irriducibile a ogni
altra esperienza. Otto riesce a mettere in luce il carattere universale dell’esperienza religiosa spaziando tra
diverse confessioni e religioni, quali l’induismo e il buddhismo, molto distanti dal cristianesimo per
apparato teoretico1. L’esperienza religiosa viene pensata a un livello descrittivo fenomenologico, della
quale ne viene isolata l’eidetica costitutiva nell’esperienza del numinoso

L’esperienza del numinoso è segnata dall’irrazionalità e si presenta come conoscenza nel sentimento,
ovvero di intraducibilità in concetti chiari2. Ciò che entra in gioco nell’esperienza religiosa è il mondo delle
intuizioni, dei sentimenti e delle emozioni3.

Il modo in cui il linguaggio umano può accostarsi a l’esperienza del numinoso è simbolica, di rinvio, non è
totalmente inesprimibile4. Si tratta quindi di supporre che siano possibili esperienze che abbiano un
significato al di là del linguaggio e della sfera concettuale. Terrin chiede infatti al lettore se la nostra
esperienza non sia troppo logocentrica, ristretta perché a sfondo illuminista5, incapace di accettare la
possibilità di intuizioni senza giudizio predicativo6 .

1
Il che è significativo di una vera e propria husserliana messa fuori circuito di un approccio allo studio della religione
da un punto di vista storico, teologico e filosofico-metafisico. In tal senso è lo studio stesso che viene congelato per
lasciare lo spazio all’apparire del fenomeno del sacro nelle sue nervature.
2
L’approccio fenomenologico è utile a scalzare il metodo e la razionalità delle altre forme di indagine scientifiche che
importerebbero presupposti positivistici e sociologici, incapaci di andare al fondo della questione, compromettendola.
L’influenza del positivismo sembra essere in Otto molto forte, tanto che il nostro autore è costretto a definire
irrazionale il cuore dell’esperienza religiosa, poiché ha tarato il concetto di irrazionalità sulla razionalità propria delle
scienze naturali.
3
La razionalità dei teologi trasforma radicalmente il senso della ricerca religiosa, che tuttavia non è un noumenica,
cioè inaccessibile alla conoscenza dell’uomo. Si richiede un’estensione del significato di conoscenza, più ampia rispetto
alla sola razionalità.
4
Molto semplicemente mi pare che sia funzionale a esprimere il divino, perché quella forma espressiva svela solo
parzialmente il suo oggetto, in un continuo rinvio a esso.
SPUNTO: valore noetico del sentimento. la razionalità nel sentimento, l’intuizione dell’essere nel sentimento e il
sentimento dell’intuizione dell’essere (per accedere al divino non in forma seconda come accade alla legge morale
nella seconda critica della ragion pura).
5
Anubhava in sanscrito significa illuminazione senza concetto: Otto lo utilizza in La mistica dell’oriente e
dell’occidente.
6
(su questo tema vedi J. McDowell, Mente e mondo e D. Davidson, Pensare e discorrere in Verità e interpretazione).
Otto considera l’irrazionalità del mistero del senso nell’esperienza religiosa, ma vede anche il senso del
mistero razionale, in termini di nascondimento e rivelazione, usando il rapporto categoria e schema
tipicamente kantiani.

L’intenzionalità fenomenologicamente riscontrabile nell’esperienza del religioso è quella diretta alla


presenza del numen, o meglio che dal numen stesso si rivolge al soggetto, manifestandosi per primo, in
una rivelazione interiore. In tal senso il numinoso è immediatamente presente a chi ne fa esperienza, senza
mediazione di sorta: “sconosciuto e inconoscibile, indimostrabile e tuttavia in se stesso auto-evidente.

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