La comunicazione tiene conto dei contributi dei Prof. ri Alvaro Cacciotti, ofm, Tedros
Abraha, ofmcap, Mario Cucca, ofmcap, e dei dottorandi Zacharie Kolantrin, ofmcap, e Alceo Grazioli, TOR.
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Cf. il primo intervento in questo fascicolo.
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M. RUPNIK, Teologia Spirituale, in G. BARBAGLIO - G. BOF - S. DIANICH (edd.), Teologia, (I
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2. Tuttavia qui si ripropone il problema della relazione di tale eventomediazione (levento rituale in relazione allevento originario) con la concreta esperienza storica. Qui emerge soprattutto la riflessione tesa a identificare il proprium della teologia spirituale. necessario uscire definitivamente dalla inadeguata concezione deduttivistica, che vedrebbe lo spirituale come il luogo in cui applicare ci che stato elaborato altrove. Tale impostazione, infatti, rischierebbe di condannare nellinsignificanza e irrilevanza teologica la quasi totalit di testi, scritti, poemi, prose, diari, regole proprie di autori spirituali e di mistici, in cui lesperienza spirituale si
attesta e si offre alla conoscenza e allo studio. Tale letteratura non pu essere considerata meramente ausiliaria o applicativa. Ora, non ci si deve nascondere che questa giusta attenzione apre, dallaltra parte, alla necessit
di cercare un elemento regolativo, non solo linguistico ma anche contenutistico, per affermare ci che pu essere giustamente riconosciuto come
spirituale cristiano, in un epoca in cui il carattere esperienziale non privo di ambiguit, come anche lo spirituale4. Cosa pu identificare lo spirituale cristiano, inteso come esperienza spirituale? Quale metodo permette
di arrivare a questa affermazione? Induzione, deduzione, analisi storica,
letteraria, psicologica dei fenomeni?
3. Vorrei qui accennare al fatto che la teologia spirituale, come la conosciamo oggi, certamente esito di una storia prima della quale non si dava una disarticolazione tra oggetto e soggetto della fede e della esperienza, ovvero tra fides qua e fides quae creditur5. E questo non certo in forza della impossibile deduzione dal dogma dellesperienza, ma per una ingenua
circolarit vissuta, la cui attestazione formale pi probante la struttura
dei quattro sensi in riferimento alla Sacra Scrittura6, in cui la Parola attestata veniva colta nel senso storico e spirituale e dove nello spirituale vi era
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il senso dogmatico (allegorico), morale (tropologico) ed escatologico (anagogico). Ora, a ragione Giovanni Moioli affermava che con il passaggio alla modernit la teologia delimita in concreto il proprio ambito alloggettivit cristiana, cio alla fede [] nel suo versante oggettivo, non prestando invece attenzione alla medesima realt della fede anche precisamente in quanto essa vive e si appropria linsieme dei valori cristiani7. Da
ci si comprende anche la sua proposta di vedere nella esperienza spirituale lappropriazione credente particolare e storicamente determinata delluniversale verit cristiana. Ma questa visione sfugge al rischio del deduttivismo
solo se si riconosce il legame tra verit ed esperienza (e libert credente)
come originario e non derivato. Vale a dire: la verit cristiana non pu mai
essere considerata a prescindere dalla figura intenzionata dalla rivelazione di Dio e che la fede8.
4. Ci reale solo se coglie inseparabilmente il dato e la libert, quale mediazione intrinseca di ogni esperienza. In tal modo lesperienza spirituale nella sua concretezza di forma storica non mai deducibile ma attestabile e riconoscibile. E questo il lavoro teologico spirituale. Nessuna esistenza cristiana nella sua fatticit deducibile n dal dogma, n dalla liturgia. Ma senza questi non si darebbe concreta esperienza cristiana: il dato o tradizione che, come spiegava Blondel9, il luogo di pratica e di esperienza.
Ricordiamo che anche lapproccio ermeneutico di Gadamer riconosce, a
sua volta, lappartenenza alla tradizione e il ruolo dellautorit come elementi
decisivi dellesperienza e dellinterpretazione stessa10. La libert, che la rivelazione cristiana postula, per natura sua non disponibile prima del suo attuarsi. Per questo ogni spiritualit manifesta linesauribile potenzialit del
Vangelo senza poter essere preventivabile poich la mediazione della libert non afferrabile prima del suo accadere. LOriginario si dispiega nelle sue
potenzialit nellesperienza spirituale, senza che questa possa mai esaurirlo11.
G. MOIOLI, Teologia Spirituale, in S. DE FIORES - T. GOFFI (edd.), Nuovo dizionario di Spiritualit, San Paolo, Cinisello Balsamo 1985, 1597-1609, qui 1599.
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Ci piace ricordare a questo proposito che fu proprio il giovane studente Joseph Ratzinger a dimostrare nella sua Habilitationsschrift su san Bonaventura il fatto che il concetto
di rivelazione fino al medioevo, al contrario dellepoca moderna, non indica primariamente
un contennuto ma una azione che pertanto per natura sua implica il soggetto della sua
ricezione, ossia la libert credente, cui la verit di Dio destinata: Offenbarungsverstndnis
und Geschichtstheologie Bonaventuras.Die ungekrzte Habilitationsschrift und weitere Bonaventura-Studien, Herder, Freiburg iB. 2009.
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Cf. M. BLONDEL, Storia e dogma, Queriniana, Brescia 1992, 103-137.
10
Cf. H.G. GADAMER, Verit e metodo, Milano 1987.
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Qui si pone la decisiva questione di distinguere lInizio dallOrigine/Fondamento; termini che spesso vengono erroneamente confusi e ritenuti sinonimi.
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PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, Linterpretazione della bibbia nella Chiesa, Citt del Vaticano 1993, II,A,1.
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Cf. P. RICOEUR, Ermeneutica della testimonianza, in Testimonianza Parola e Rivelazione. Introduzione e traduzione di F. Franco, Dehoniane, Roma 1997, 73-108.
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sul nostro tema andrebbero studiati anche autori come Romano Guardini,
Edith Stein e Jean Luc Marion.
9. Assai interessanti sono i contributi che si prospettano dal punto di vista biblico. Un primo contributo quello inerente, come gi si fatto cenno, al significato del testo sacro, alla scrittura in relazione allevento originario dellAlleanza, come evento dellincontro tra Dio che si rivela e luomo
che si lascia coinvolgere in questa relazione. La struttura dellalleanza appare come particolarmente significativa per comprendere la struttura della esperienza spirituale nei termini in cui ne abbiamo parlato. Lesperienza maggiormente attestata del Patto del Sinai e dal suo fallimento: Solo a
partire dalla fine, infatti, possibile fare una (ri)lettura globale del tutto; in
tal senso esattamente lesperienza finale per eccellenza della storia biblica, cio la tragedia dellesilio, interpretato come lesperienza della rottura definitiva dellalleanza o meglio, della relazione suggellata nellalleanza a far emergere la fisionomia specifica di una alleanza originaria,
la cui figura anticipatrice rintracciabile nellalleanza stipulata con Abramo e con Davide, ma il cui compimento oggetto della promessa di una
alleanza nuova ed eterna15. Sempre in ambito biblico si propone uno studio sulla categoria di Popolo che indica una struttura determinante dellesperienza religiosa (mai meramente individualistica), particolarmente
eloquente oggi in relazione al movimento migratorio di popoli e al sorgere di nuove istanze di appartenenza16.
Con quanto affermato si perimetrato uno spazio che pu, spero, permettere un affronto di alcune nuove frontiere della teologia spirituale, di
cui vorrei ricordare innanzitutto la qualificazione dellesperienza cristiana
in relazione ai contesti multi religiosi in cui ci troviamo sempre di pi a vivere, alla secolarizzazione e alle sue opportunit per lesperienza spirituale e la credibilit delle sue testimonianze.
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