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LA NITRURAZIONE

La nitrurazione uno tra i pi importanti, raffinati e costosi processi di produzione


industriale legata al vasto mondo dei trattamenti termici. Prima di affrontare l'argomento
vero e proprio verr fatta una panoramica che introdurr due concetti principali, cio che
cos' un trattamento termico e quali sono i diversi tipi di trattamenti termici.

Che cos' un trattamento termico?


Con la definizione Trattamento Termico dei Metalli si intendono tutti quei processi che
sfruttano l'effetto del calore volto a modificare e/o esaltare determinate propriet strutturali,
meccaniche e tecnologiche di un metallo.
Cicli di riscaldamento e raffreddamento con specifiche caratteristiche di tempo e
temperatura sono in grado di modificare la struttura cristallina di un componente meccanico
esaltandone le caratteristiche di durezza, tenacit, resistenza e lavorabilit. Gi alla fine del
2 millennio A.C., in Etruria si applicavano quelli che oggi sono ritenuti i rudimenti degli
attuali trattamenti termici. Per mezzo di tecniche allora esclusiva prerogativa di alcuni

gruppi nomadi, si era scoperto come incrementare drasticamente la durezza e la resistenza


all'usura delle lame di coltelli e spade. Il processo, del tutto simile a quella che oggi viene
definita "cementazione in cassetta", consisteva nel mettere a contatto con la lama
dell'utensile particolari sostanze organiche in grado di generare carburi e nitruri, questa fase
veniva seguita da un riscaldo a temperature appropriate quindi dopo un periodo di
permanenza si abbatteva drasticamente la temperatura con una sorta di "tempra" in acqua
Oggi il Trattamento Termico condotto in impianti completamente automatizzati con
sistemi di gestione computerizzati in grado di controllare tramite sofisticati algoritmi interni
tutte le singole fasi del processo, unendo all'elevata produttivit un'assoluta ripetitivit dei
processi, requisito indispensabile al fine di assicurare un prodotto qualitativamente costante
nel tempo.

Quali sono i trattamenti termici?


I trattamenti termici esistenti sono talmente tanti che risulterebbe inutile e dispersivo persino
elencarli e spiegarli uno per uno. Per questo motivo verr effettuato un elenco dei soli
trattamenti termici chiamati termochimici e una breve spiegazione di come si distinguono
gli altri trattamenti.
I termochimici sono:

Carbocementazone

Carbonitrurazione

Nitrurazione

Cementazione

Nitrocarburazione

Solfonitrurazione

Borurizzazione

Calorizzazione

Cromatizzazione

Sherardizzazione

Gli altri trattamenti termici vengono suddivisi in base al seguente ragionamento:


Sapendo che in un ciclo termico si pu suddividere in tre fasi fondamentali: riscaldo,
permanenza a temperatura e raffreddamento. La principale suddivisione dei trattamenti
termici la si pu eseguire in base alle caratteristiche dell'ultima fase: il raffreddamento.

Trattamenti termici con raffreddamenti in modo continuo (convenzionali)

Trattamenti termici la cui fase di raffreddamento caratterizzata da una sosta con


determinate caratteristiche di tempo e temperatura (isotermici)

Abbiamo cos elencato i trattamenti termochimici, tra questi i principali e i pi utilizzati


sono la nitrurazione e la cementazione, nella seguente tabella, vengono sottolineati i punti
principali che diversificano questi due trattamentitermici:

CARATTERISTICHE

NITRURAZIONE

CEMENTAZIONE

Elemento chimico:

N (Azoto), forma nitruri

C (Carbonio), forma carburi

Sequenza:

un trattamento finale, cio


che non viene seguito da altri
trattamenti se non dalla
lucidatura.

Questo trattamento (pi la


tempra) un trattamento
intermedio che viene
solitamente seguito dalla
rettifica.

Materiale:

Acciaio da bonifica debolmente Acciai con contenuto di


legato o Al.
carbonio:
C<0,25%

Spessore:
Durezza superficiale:
Temperatura:
Durata trattamento:

0,3/0,4 (mm)

Al massimo 2,2 mm

1220 HV

850 HV

550C

950C/850C

40h/50h

6h/8h

Nella foto in basso a sinistra, possibile vedere la superficie di un provino nitrurato, sulla
superficie del provino si nota un piccolissimo strato di coltre bianca. Sulla destra invece
possibile notare la superficie di un provino cementato, si nota infatti la zona in superficie
pi scura perch stata arricchita di carbonio.

Come gi spiegato in precedenza, il trattamento termico della nitrurazione molto diverso


da quello della cementazione. Possiamo infatti notare dalla tabella che gli elementi
sostanziali che le contraddistinguono sono appunto che in una viene usato l'azoto e nell'altra
il carbonio, di conseguenza la nitrurazione e la cementazione formeranno rispettivamente
nitruri e carburi.
Sono inoltre due trattamenti termici diversi anche a livello di ordine in quanto, la
nitrurazione un trattamento finale, in quanto sarebbe controproducente trattare
ulteriormente i pezzi nitrurati rischiando di compromettere la loro integrit (visto il costo
del trattamento), la cementazione invece, non essendo un trattamento cos raffinato, viene
seguito puntualmente da rettifica, infatti un trattamento intermedio.
Il materiale usato per la nitrurazione, dev'essere inoltre diverso da quello adoperato per la
cementazione, per la nitrurazione viene infatti usato un acciaio da bonifica debolmente
legato mentre per la cementazione un acciaio a basso contenuto di carbonio.
La durezza che otteniamo in un acciaio da nitrurazione, inoltre molto pi alta, la durezza
di un acciaio nitrurato arriva infatti fino a 1200 HV mentre di un cementato a 850 HV.
Le temperature usate nella nitrurazione sono molto pi basse rispetto a quelle della
cementazione perch lo strato interessato dalla nitrurazione molto pi basso rispetto a
quello della cementazione.
Dalla tabella notiamo infatti che per la nitrurazione lavoriamo a 550C mentre nella
cementazione attorno ai 900C.
Le temperature di esercizio infine sono molto diverse inquanto nella nitrurazione serve un
tempo compreso tra le 40 e le 50 ore mentre nella cementazione bastano 7 ore. Nelle
tecniche di nitrurazione innovative (come in quella ionica) il tempo di esercizio viene
ridotto ad un massimo di 30 ore per gli strati pi profondi a 30 minuti per quelli pi leggeri.

INTRODUZIONE ALL'ARGOMENTO :
La nitrurazione un particolare tipo di trattamento termico che consiste nellindurimento
della superficie di un acciaio. Questo processo, permette di migliorare le sue caratteristiche
meccaniche, in particolare la durezza e la resistenza allusura.

TRATTAMENTO DI NITRURAZIONE:

Preparazione pezzo da nitrurare prima dell'inserimento in forno:


Il trattamento di nitrurazione consiste nel riscaldare e mantenere per un tempo sufficiente un
materiale ferroso, di opportuna composizione chimica, a temperature di regola comprese
nell'intervallo 500-600C, in un mezzo gassoso contenente ammoniaca anidra ( senza acqua)
dal quale possa assorbire azoto. La nitrurazione generalmente preceduta, ma raramente
seguita, da altri trattamenti termici: la temperatura di processo evita pericoli di distorsioni
per effetto termico. Con la nitrurazione i pezzi si deformano pochissimo, pertanto questo
trattamento risulta idoneo per ingranaggi, stampi, calibri, riscontri, allo scopo di ottenere
uno strato superficiale con durezza superiore a quella ottenibile con la carbocementazione,

resistente all'usura abrasiva e adesiva, alla fatica e alla corrosione. Questo grazie all'opera
dei nitruri che l'azoto ha formato con gli elementi nell'acciaio. Pertanto possibile
completare la lavorazione di un pezzo prima del suddetto trattamento (ramando le parti che
eventualmente non debbono venire indurite superficialmente), senza la necessit di ricorrere
ad ulteriori lavorazioni, eccezione fatta per la lucidatura delle parti rettificate.

Inserimento pezzo nel forno e avvenimento della nitrurazione:


L'obbiettivo finale, ovviamente quello di far si che il pezzo subisca la nitrurazione, per
conseguire questo scopo si ricorre, in forni a pressione atmosferica, per procurarsi l'azoto, si
ricorre alla dissociazione spontanea dell'ammoniaca in azoto e idrogeno che avviene a
conveniente temperatura ( maggiore o uguale a 480C) e in presenza di opportuni
catalizzatori ( il ferro di pers un ottimo catalizzatore).
L'azoto cos ottenuto allo stato atomico nascente (non possibile utilizzare l'azoto
molecolare, eccessivamente ingombrante, per cui si ricava l'azoto atomico dalla
dissociazione termica dell'ammoniaca o dalla diffusione da bagni di sale) chimicamente
molto attivo, per una questione di difetto elettronico per cui si pu combinare con il ferro e
gli elementi di alligazione dell'acciaio (Al, C, Mo, V), per formare i desiderati composti duri
superficiali: i nitruri.
La dissociazione termica dell'ammoniaca, catalizzata dall'acciaio, produce:

2NH3

2N + 3H2

quindi azoto atomico che diffonde nel ferro. Superati i limiti di solubilit dell'azoto nel ferro
si formano i nitruri di ferro. Il primo nitruro che si forma quello a minor contenuto di azoto
Fe4N, all'aumentare del tenore di azoto assorbito si forma il nitruro Fe2N. La durezza e la
profondit dello strato sono legate alle variabili che regolano tale processo, quindi:

composizione dell'acciaio;
Potenziale nitrurante (legato al grado di dissociazione dell'ammoniaca);
temperatura di trattamento (influenza il grado di dissociazione);
tempo di permanenza.

Il potenziale nitrurante Np (grado di dissociazione dell'ammoniaca) influenza lo spessore e


la morfologia della coltre bianca (strato di Fe2N e Fe4N) presente sulla superficie del pezzo;
tale strato cede l'azoto all'acciaio sottostante per generare la diffusione dell'azoto nella
matrice metallica. Lo strato di coltre bianca pu essere eliminato con la rettifica; altrimenti,
con l'introduzione di una fase a potenziale nitrurante ridotto (si aumenta il grado di
dissociazione) prima della fine del processo si pu ridurre o eliminare totalmente la coltre
bianca.

Lo strato nitrurato composto di due zone con strutture aghiformi distinguibili al


microscopio:

La prima zona esterna (la zona dei composti), detta per il suo aspetto micrografico:
coltre bianca, costituita da nitruri e da vari elementi di alligazione presenti
nell'acciaio e dal nitruro: Fe2N; questo strato molto duro ma assai fragile ed
pertanto da evitare o minimalizzare al massimo (spessore massimo tollerato minore
di 30 micron);

La seconda zona (zona di diffusione) costituita dal nitruro Fe4N e da nitruri


complessi di forma reticolare e successivamente diffusi con tenore di azoto
decrescente dalla superficie; la diffusione verso l'interno favorita dal nitruro Fe2 del
primo strato il quale, a contatto con gli strati sottostanti cede azoto per la formazione
di nuovi nitruri duri ma meno fragili, che costituiscono l'obbiettivo finale del
trattamento.

Data la lenta diffusione di azoto nel ferro alfa necessario un tempo relativamente lungo per
formare spessori la cui profondit di nitrurazione sia sufficiente agli scopi industriali. Un
trattamento normale correttamente eseguito per ottenere uno spessore totale compreso tra
0,2 e 0,4mm richiede un tempo variabile da 40 a 60 ore di permanenza alla temperatura di
regime.
Dallimmagine seguente, possiamo notare due strati diversi, la coltre bianca e lo strato
nitrurato. La coltre bianca molto dannosa per lacciaio in quanto ne abbatte le
caratteristiche meccaniche e gli conferisce fragilit. In alcuni trattamenti termici di
nitrurazione di precisione (aerospaziale), il limite di tolleranza che viene accettato per la
coltre bianca addirittura 0. Questo risultato viene raggiunto tramite lutilizzo di una sonda
che misura il potenziale di dissociazione dellammoniaca e prendendo in considerazione la
pressione, la temperatura, la concentrazione dellammoniaca e lidrogeno prodotto dalla
dissociazione di questa regola lafflusso di ammoniaca nel forno. Fingendo la coltre da:
polmone nitrurante, la quantit di ammoniaca perfetta e non si viene a formare azoto in
eccesso in superficie.

MATERIALI PER NITRURAZIONE:


Materiali particolarmente idonei alla nitrurazione sono acciai calmati quali i seguenti acciai
unificati:

31CrMo12

31CrMow10

34CrAlMo7

41CrAlMo7

La durezza superficiale di questi materiali pu raggiungere rispettivamente:

750 HV

700 HV

900 HV

950 HV

Possono essere nitrurati gli acciai:

Da costruzione e da utensili: ( 36CrMn5, 39NiCrMo3, 18NiCrMo5)

Acciai inossidabili austenitici e martensiticci

Gli acciai per valvole di motori a scoppio

Gli acciai maraging (un acciaio speciale a base di ferro dalle caratteristiche di elevata
durezza e malleabilit, ma anche di buona tenacit con un comportamento elastico fin
quasi alla rottura).

Nella seguente tabella si possono notare i principali acciai da nitrurazione e i conseguenti


modi di nitrurarli, secondo i diversi paramentri. Il primo in elenco il re degli acciai da
nitrurazione, il 41CrAlMo7, il secondo il 48CrMo4, il terzo il W1,2343/1,2344,il quarto
lacciaio inox lultimo e il C40 e gli acciai al carbonio. Nella tabella vengono indiate le
classi, dalla 0 (senza coltre) alla 2 (con 0.025 mm di strato che il massimo consentito).

Si nota che la nitrurazione viene effettuata in 2 parti, che nella tabella vengono chiamate
stage. La prima deve occupare un terzo del tempo totale del processo.

Nella quasi totalit dei casi l'acciaio da nitrurazione viene ordinato allo stato bonificario per
avere caratteristiche meccaniche del cuore soddisfacenti e perch la struttura sorbitica
favorisce il trattamento. evidente che un materiale nitrurato non pu essere sottoposto
all'operazione di tempra in quanto questa comporterebbe un riscaldamento a temperatura
superiore rispetto a quella di nitrurazione con conseguente diffusione dell'azoto verso il
cuore del pezzo e perdita di tenacit.
Occorre inoltre ricordare che la nitrurazione causa un leggerissimo aumento di volume
dovuto alla trasformazione strumentale cui lo strato superficiale soggetto (l'aumento di
spessore o di diametro si aggira da 15 a 35 micron); tale aumento provoca tensioni
superficiali di compressione che favoriscono una crescita considerevole della resistenza a
fatica.
La presenza di molibdeno negli acciai da nitrurazione evita che insorgano fenomeni di
fragilit.

DUREZZA DELLO STRATO NITRURATO:


La durezza ottenibile nello strato dipende dalla temperatura, dalla durata del procedimento e
dal tipo di acciaio. Nelle condizioni ottimali di produzione, si ottengono durezze superficiali
massime di 1200-1300 HV tali da garantire una resistenza all'usura e al grippaggio di gran
lunga superiore a quella degli acciai carbocementati e temprati ( 700-750 HV). Il valore
della durezza superficiale ottenuto con i metodi indicati nella tabella seguente, relativa alle
classi, spessore efficace per: carbocementazione, nitrurazione, carbonitrurazione,
nitrurazione salina areata:

Gli acciai da nitrurazione, sono pi cari di quelli da carbocementazione; ma nella


produzione di particolari ingranaggi come ad esempio per i cambi delle automobili, oggi si
intende a preferirli in quanto forniscono prestazioni pi vicine alla richiesta dei clienti, si
riesce infatti grazie a questi materiali a non avere un aumento progressivo della rumorosit e
della potenza richiesta.
Nella figura di sotto, possibile notare che sul provino nitrurato, stata effettuata una prova
di microdurezza per vedere quanto lo strato di nitruri penetrato allinterno del provino.
Nelle prove di durezza che risultano pi grandi, il peso utilizzato era uguale a 1000g mentre
in quelle che risultano pi piccole, il peso utilizzato era di 200g.

DIVERSI TIPI DI NITRURAZIONE:


Esistono diversi metodi per nitrurare un pezzo, in seguito ne elencheremo alcuni.
necessario premettere che alcuni di questi sono ormai caduti in disuso e sono stai superati
dagli altri.
Tra i diversi tipi di nitrurazione, prenderemo maggiomente in considerazione la quella
plasmoionica perch tra quelle pi all'avanguardia.

- NITRURAZIONE PLASMO IONICA


La nitrurazione plasmo ionica la principale modificazione rispetto il trattamento
superficiale di nitrurazione di materiali ferrosi; viene realizzata in un forno freddo in quanto
il riscaldamento superficiale ottenuto localmente per effetto del bombardamento ionico a
cui la parte sottoposta.

Il trattamento in plasma o nitrurazione ionica uno dei metodi pi innovativi ed efficaci che
vengono utilizzati nella produzione industriale. Considerato il costo elevato, si nitrurano
solo acciai dove il risultato sia tale da compensare la spesa: quindi quelli contenenti cromo,
molibdeno e alluminio (< 1%), che formano nitruri pi efficaci di quelli di ferro. Si
preferiscono inoltre acciai bonificati perch necessaria tenacit al cuore del pezzo e perch
la struttura fine creata con la bonifica facilita la diffusione dell'azoto. Ne sono esempi il
41CrAlMo7 e il 42CrMo4.
Utilizzi pi frequenti: calibri, riscontri, ingranaggeria di precisione, fasce elastiche, alberi a
camme e a gomiti per la nitrurazione in fase gassosa; utensili di acciaio rapido a profilo

costante (creatori, maschi, pettini, punte), acciai inossidabili o per valvole austenitici, alcuni
acciai
per
stampi
per
la
nitrurazione
in
bagno
di
sale.
Si sconsiglia di nitrurare pezzi sottoposti a elevata compressione.
Questo trattamento pu essere riassunto e schematizzato in 5 punti fondamentali:
1. Nel primo punto i pezzi vengono posti in un forno a vuoto (pressione 0,15-1,5 kPa)
nel qule viene mantenuta una differenza di potenziale di circa 300 V e quindi una
scarica elettrica luminescente stabile tra le pareti del forno (anodo) e i pezzi da
trattare (catodo);
2. Successivamente viene fatta affluire nel forno una miscela di gas (azoto e idrogeno,
oppure ammoniaca e idrocarburi), nella quale l'azoto molecolare si dissocia in azoto
atomico ionizzato sotto l'azione della scarica elettrica;
3. Gli ioni di azoto(che sono ioni positivi) verranno cos proiettati contro le superfici
(che sono negative) dei pezzi esercitando su di esse un vero e proprio
bombardamento;
4. Il bombardamento subito dalle pareti, a sua volta, per impatto sulla superficie dei
pezzi, una parte dell'energia cinetica assunta dagli ioni si trasforma cos in calore
causando sui pezzi un innalzamento della temperatura superficiale dell'ordine di 350550C, mentre le parti interne rimangono fredde;
5. Gli ioni di azoto atomico, penetrano in profondit negli strati superficiali (0,10,2mm) e reagiscono con gli elementi metallici di lega formando nitruri che,
rimanendo inglobati nella struttura superficiale, ne determinano l'indurimento.
A livello chimico, quando introduco azoto atomico sulla superficie del pezzo meccanico,
questo viene assorbito dal metallo e va appunto a formare nitruri (Fe4N), molto duri i quali
distorcono il reticolo cristallino. Il meccanismo di rafforzamento che quindi interviene
quindi quello di Orowan, cio il modello che spiega l'indurimento e il comportamento
deformativo di un metallo sottoposto a diversi tipi di deformazioni. In seguito all'evidenza
sperimentale, si nota come nella deformazione di un materiale cristallino sono richieste
sollecitazioni via via crescenti per procedere nella deformazione; si riscontra dunque un
innalzamento del limite elastico del materiale.
Ci deriva dal fatto che, nella loro migrazione, le dislocazioni incontrano ostacoli costituiti
da grani di precipitato (e anche giunti di grano, altre dislocazioni, ecc.) per superare i quali
necessaria una maggiore energia.
Contro questi ostacoli le dislocazioni tendono quindi ad addensarsi (impilamento delle
dislocazioni) ed a curvarsi, passando tra i grani, formando come un anello attorno ai grani di
dimensioni maggiori, senza riuscire ad emergere alla superficie del solido, con la
conseguenza che, anche per sollecitazioni elevate, il comportamento del materiale sotto
sforzo rimane di tipo elastico. Questo meccanismo permette alla deformazione di proseguire
il suo moto nel materiale, lasciando attorno ai grani degli anelli di dislocazione che
rinforzano il materiale, aumentando la sua resistenza ad una susseguente deformazione e
quindi migliorando la sua resistenza alla deformazione.

Accorgimenti post-nitrurazione ionica:


inoltre possibile controllare, entro certi limiti la composizione chimica dei nitruri che si
formano e quindi i valori di durezza ottenibili, permettendo di adeguare le caratteristiche
tecnologiche superficiali dei pezzi in funzione di specifici impieghi, un risultato
difficilmente ottenibile con gli altri procedimenti di nitrurazione.
La iononitrurazione si applica con successo a quasi tutti i tipi di acciai, alle ghise (grige e
sferoidali) e ai metalli come titanio alluminio ecc...
Si ricorda inoltre che nel forno per iononitrurazione possono essere posti dei metalli
d'apporto che si combinano con l'azoto dando origine a dei nitruri di titanio , alluminio, boro
che si innestano, assieme ai nitruri di ferro, nella struttura cristallina superficiale dei pezzi
ottenendo un aumento della durezza superficiale e una diminuzione del coefficiente d'attrito.
Le applicazioni riguardano principalmente gli utensili d'acciaio rapido (punte elicoidali,
brocce, creatori, alesatori ecc...). Il vantaggio fondamentale della iononitrurazione consiste
nella possibilit di disporre di un complesso di parametri (temperatura, pressione,
composizione dei gas, differenza di potenziale e amperaggio) indipendenti tra loro. Ci
permette di ottenere strutture e caratteristiche meccaniche e superficiali tali da adeguarsi alle
esigenze degli utenti degli utenti in maniera pi semplice e rapida rispetto agli altri processi
di nitrurazione. Possiamo notare in basso a sinistra lo schema di funzionamento di un forno
per la nitrurazione ionica mentre a destra il diagramma degli spessori efficaci.

Spessori efficaci:
Osservando le norme UNI possiamo individuare, al fine di verificare la validit del nostro
trattamento due principali spessori:

Spessore di indurimento totale: Distanza tra la superficie esterna dello strato indurito
ed il punto in cui non si rileva pi alcuna differenza nei valori delle durezze.

Spessore di indurimento efficace: Distanza tra la superficie esterna dello strato


indurito ed il punto in cui la durezza di questo assume il valore convenzionale di 100
HV pi del cuore.

Possiamo servirci in questo caso di un grafico UNI, che ci aiuta a mettere in relazione la
durezza che ha assunto il provino in relazione alla profondit in cui testiamo la durezza:

- CARBONITRURAZIONE
Il trattamento di carbonitrurazione consiste nel riscaldare e mantenere per un tempo
sufficiente un acciaio a temperatura generalmente compresa tra Ac 1 e Ac 3, in un mezzo
liquido o gassoso di particolare composizione chimica, dal quale possa assorbire carbonio e
azoto. La carbonitrurazione pu essere preceduta da trattamenti preliminari e deve essere
seguita da trattamenti finali fra cui uno di tempra. Nella pratica con carbonitrurazione si
intende indicare il trattamento termico eseguito in atmosfera controllata, mentre con
cianurazione il trattamento in bagni di sali fusi. Le caratteristiche finali dei pezzi trattati nei
due modi si possono considerare equivalenti. da tenere presente che la carbonitrurazione
gassosa ha soppiantato quasi completamente la cianurazione salina sia per la maggiore
conoscenza dei meccanismi chimico fisici alla base del processo, sia soprattutto per
esigenze legate alla salute e all'ambiente.
L'obiettivo della carbonitrurazione quello di ottenere uno strato superficiale
particolarmente duro (60-65 HRC), resistente all'usura e alla fatica superficiale. Questo a
opera dei carburi e dei nitruri che il carbonio e l'azoto hanno formato con gli elementi di
lega dell'acciaio. Quindi il trattamento si pu intendere come una modifica della
carbocementazione: l'austenite prodotta nella carbocementazione si arricchisce anche di
azoto, differendo da quella normale al carbonio per la stabilit a temperature inferiori e per
la lenta trasformazione durante il raffreddamento.

Materiale da carbonitrurazione e parametri di processo:

Sono indicati per questo trattamento gli acciai non legati speciali che conseguono durezze
superiori a 750 HV, gli acciai sinterizzati a basso tenore di carbonio gli acciai da
cementazione debolmente leggeri (16 MnCr 5 e 16 CrNi 4). In alcuni casi, quando sono
richieste alte resistenze a cuore, si ricorre agli acciai da bonifica.
La temperatura di trattamento pu variare da 650 a 870 C: questi valori permettono di
ottenere in circa 3 ore, uno strato carbonitrurato di 0,10-0,15 mm. La carbonitrurazione si
distingue in ferritica e austenitica se effettuata rispettivamente al di sotto di 680-710 C o al
di sopra di Ac 1. Comunque, per evitare il rischio della presenza di austenite residua legata
alla profondit di penetrazione, raramente si utilizzano strati carbonitrurati superiori a 1
mm.
Le sorgenti di carbonio e di azoto di tipo liquido sono costituite da bagni di sali fusi
contenenti cianuri, cianati e carbonati alcalini. La sorgente di carbonio e di azoto di tipo
gassoso l'ammoniaca anidra aggiunta a gas portante endotermico insieme a un gas
cementante quale il metano o il propano in percentuali variabili secondo il processo.
La carbonitrurazione deve corrispondere a una delle classi indicate nelle apposite tabelle,
nelle quali riportato lo spessore efficace e il metodo per rilevare la durezza superficiale
dopo la carbonitrurazione e i successivi trattamenti termici.

Caratteristiche degli strati:

Lo strato carbonitrurato caratterizzato dal gradiente di carbonio e di azoto (funzione della


temperatura e del tipo di acciaio), dal gradiente di durezza dalla superficie verso il cuore
(funzione del gradiente di carbonio e di azoto e dei successivi trattamenti termici), dallo
spessore efficace e totale.

Trattamenti termici preliminari:


I trattamenti preliminari sono quelli che assicurano l'omogeneit strutturale e le minime
tensioni interne.
I trattamenti successivi alla carbonitrurazione sono la tempra diretta, la tempra scalare in
olio o in sali fusi, il trattamento sotto zero (per la riduzione dell'austenite residua), la
distensione, la ricottura di miglioramento della lavorabilit.

Spessori efficaci:
Osservando le norme UNI possiamo individuare, al fine di verificare la validit del nostro
trattamento due principali spessori:

Spessore di indurimento totale: (Per pezzi carbonitrurati e temprati, rappresentato


dalla distanza tra la superficie esterna dello strato indurito ed il punto in cui non si
rileva pi alcuna differenza nei valori delle durezze).

Spessore di indurimento efficace: (Per pezzi carbonitrurati e temprati, rappresentato


dalla distanza tra la superficie esterna dello strato indurito ed il punto in cui la
durezza di questo assume il valore convenzionale di 550 HV1. Nel caso di durezza a
cuore elevata ( > 500 HV1 ) consentito scegliere valori di durezza convenzionale
differenti ( es. 600 HV1 ) da concordare tra le parti.

necessario aiutarsi con tabelle UNI unificate:

- NITRURAZIONE SALINA AERATA:


Consiste nel riscaldare e mantenere per un tempo prestabilito un materiale ferroso (acciai e
ghise) a una temperatura di 560-590C in un bagno di composizione ben definita nel quale
venga insufflata aria e dal quale il materiale assorbe per diffusione termica dell'azoto e del
carbonio.
Questo trattamento (noto anche sotto il nome di nitrurazione morbida o nitrocarburazione
salina) generalmente preceduto da altri trattamenti quali ad esempio quelli di bonifica,
tempra, solubilizzazione, distensione ecc. ma non seguito da ulteriori trattamenti.
Viene utilizzato quando necessario ottenere in un tempo non superiore a 2 ore uno strato
superficiale duro (500-1000 HV) , tenace, resistente all'usura, al grippaggio, alla fatica.
Attualmente il processo avviene utilizzando quasi esclusivamente bagni privi di cianuro: nel
metodo denominato TF1 il cianato generato riducendo la miscela di carbonati di sodio e
potassio con una opportuna resina melamminica. La composizione chimica ponderale di
questo bagno di nitrurazione la seguente: CN = 1,1%; CNO = 36%. Similare il processo
CETIM nel quale il bagno di cementazione esente da cianuri in quanto sostituiti da una
soluzione di carburo di calcio o cloruro di calcio fuso. Le classi si distinguono in relazione
allo spessore totale.

SPESSORE DEGLI STRATI


Lo spessore totale dello strato interessato al trattamento comprende lo spessore della coltre
bianca, definita zona dei composti, costituita per il 20% da carburi di ferro (Fe3C) e per
l'80% da nitruri di ferro Fe3N (con assenza del fragile nitruro di ferro Fe2N che si forma
nella nitrurazione gassosa), e lo spessore sottostante detto zona di diffusione, nella quale
non si ha diffusione di azoto nascente, a tutto vantaggio della tenacit.

Dalla zona dei composti, il cui spessore (10 / 20 micron) funzione della durata del
trattamento e della percentuale dei cianati nel bagno, dipendono le caratteristiche di
resistenza all'usura, mentre dallo strato di diffusione dipendono le caratteristiche di
resistenza a fatica (il limite di fatica migliora del 20-25%).

STRUTTURE A CUORE E IN SUPERFICIE


Nellimmagine seguente possibile notare lo spessore della coltre bianca e dello strato
nitrurato a 1000X, la messa a fuoco dellimmagine, risulter compromessa in quanto lo
strato nitrurato e la coltre bianca hanno due durezze differenti e durante la lavorazione del
provino queste non sono sullo stesso asse orizzontale e viene di conseguenza compromessa
la planarit della superficie rendendo sfuocata limmagine.
Possiamo inoltre notare sul pezzo, una leggera pellicola di ossido che si andata a formare
proprio sulla parte pi esposta, in superficie. Pi verso il cuore, possiamo invece notare (
nello strato nitrurato) delle venature di colore bianco, che sono dei precipitati dazoto.

Nellimmagine seguente, possibile notare a 1000X la struttura granulare di un provino


nitrurato a cuore, possibile notare che la struttura presente profondamente diversa da
quella presente nella superficie del pezzo, questo, sapendo che il provino per essere nitrurato
viene scaldato in superficie e non a cuore (quindi non si modifica la struttura) ci fa capire
quanto il trattamento termico, modifica la struttura dellacciaio:

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