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Questi acciai vengono classificati in base alla loro struttura; sono normalmente suddivisi
nelle seguenti quattro classi:
- acciai martensitici;
- acciai ferritici;
- acciai austenitici;
- acciai bifasici (duplex).
Per valutare l'influenza dei vari elementi sulla struttura degli acciai inossidabili e’
innanzitutto opportuno ribadirne la suddivisione nei due gruppi:
- quelli che facilitano la formazione della fase g: nichel, carbonio, azoto, manganese,
rame;
- quelli che facilitano la formazione della fase a: cromo, molibdeno, silicio, titanio,
niobio, tantalio, alluminio, ecc.
Dato che, negli acciai inossidabili, gli elementi caratterizzanti sono il cromo ed il nichel,
e’ opportuno notare che, mentre il cromo e’ tra quegli elementi che restringono il campo
di esistenza del ferro g, il nichel e’ tra quegli elementi che allargano tale campo di
esistenza.
Schaeffler ha riassunto in un diagramma (fig. 1) le strutture degli acciai inossidabili allo
stato grezzo di fusione.
Questo diagramma puo’ dare una prima idea orientativa della composizione chimica delle
tre principali classi degli acciai di questa categoria (martensitici, ferritici e austenitici),
che verranno ora considerati separatamente.
Fig. 1 Diagramma di Schaeffler in cui si possono distinguere le varie fasi in funzione della
quantita’ di alliganti presenti
Data l'elevata percentuale di cromo presente in tutti gli acciai martensitici, le curve delle
trasformazioni (TTT) sono notevolmente spostate verso destra, con l'importante
conseguenza che i pezzi realizzati con questi acciai si temprano completamente, anche se
di grosso spessore.
Tutti questi acciai prendono tempra se vengono raffreddati sia in aria, sia in olio. L'olio e’
solitamente riscaldato, a temperature di 40 ÷ 90 °C e, per i tipi ad alto tenore di carbonio,
e’ bene che raggiunga temperature anche di 120 °C circa. La tempra in olio permette di
ottenere durezze superiori a quelle in aria; quest' ultima e’ adottata invece per pezzi di
forme irregolari.
In generale fra gli acciai inox quelli martensitici sono i piu’ duri e resistenti ma anche
quelli piu’ propensi a corrodersi.
Acciai inossidabili ferritici
Gli acciai inossidabili ferritici sono leghe ferro - cromo - carbonio che hanno una
composizione tale che non e’ possibile farli “entrare” nella zona di esistenza dell’
austenite. Non sono quindi induribili col trattamento di tempra. In generale se confrontati
con quelli martensitici contengono piu’ cromo e meno carbonio.
Il tipo AISI 405 e’ un acciaio con il 13% di Cr; la struttura ferritica e’ assicurata dal basso
tenore di carbonio e dall'aggiunta di alluminio, il cui potere ferritizzante e’ superiore a
quello del cromo. L’alluminio poi aumenta la resistenza all' ossidazione alle alte
temperature.
Il pericolo maggiore degli acciai inossidabili ferritici e’ l'ingrossamento del grano, che si
verifica quando tali materiali vengono riscaldati a temperatura superiore agli 850 °C.
Visto che le loro composizioni non permettono la tempra; il solo trattamento applicabile a
questi acciai e’ la ricottura, che rigenera e regolarizza il grano, migliorando le
caratteristiche meccaniche e la resistenza alla corrosione del materiale.
Per quanto riguarda le temperature da raggiungere (650 ÷ 830 °C), esse devono essere
messe a punto per evitare il grave pericolo dell'ingrossamento del grano; analoga
attenzione deve essere fatta nella scelta dei tempi di permanenza in temperatura (1 ÷ 2
ore a seconda delle dimensioni del pezzo).
Se si verifica un ingrossamento del grano, il pezzo puo’ venir recuperato solo
rifondendolo.
Come si puo’ osservare dalla figura, gli acciai ferritici sono, tra gli acciai inossidabili,
quelli meno adatti ad essere impiegati alle basse temperature.
Proprietà alle alte temperature
Gli acciai inossidabili ferritici presentano una resistenza all'ossidazione tanto maggiore
quanto più elevato e’ il contenuto di cromo in lega: il tipo 430 puo’ resistere fino a
temperature di 800 ÷850 °C, in ambienti ossidanti.
Questa classe di acciai e’ particolarmente sensibile all’infragilimento: mantenendo questi
materiali tra i 550 e gli 850 °C per lunghi periodi di tempo, si verifica la precipitazione
dei carburi di cromo e tale fenomeno e’ tanto più pronunciato quanto maggiore e’ il
contenuto di cromo; la presenza di questo composto intermetallico provoca una
diminuzione della tenacità.
Questi acciai sono inoltre particolarmente sensibili all'ingrossamento del grano.
Sono leghe ferro - cromo - nichel con contenuti di cromo dal 12 al 30% e di nichel dal 7
al 35%, aventi struttura completamente austenitica.
Gli acciai inossidabili austenitici, a causa proprio della loro struttura, rimangono tenaci
fino a temperature molto basse e sono quindi impiegabili per applicazioni criogeniche.
Gli impieghi di questi acciai sono molto vasti: dalle pentole ai servizi domestici, alle
applicazioni architettoniche, ai mattatoi, alle fabbriche di birra, bibite e prodotti
alimentari (che richiedono facilità di ripulitura e proprietà di resistenza alla corrosione
causata da prodotti organici). Questi acciai inox sono largamente usati tanto a bassissime
temperature (applicazioni criogeniche) per il deposito di gas liquefatti, che a quelle molto
elevate degli scambiatori di calore, degli apparecchi di controllo dell'inquinamento e di
estrazione di fumi. L'eccellente resistenza alla corrosione in ambiente umido (in presenza
d'acqua) e l'ottima saldabilità rendono ideali questi prodotti per tubazioni, serbatoi,
vasche di processo ed autoclavi nelle industrie chimiche, petrolchimiche, petrolifere,
estrattive, della pasta legno e della carta.
Limitazioni:
Gli acciai inox austenitici convenzionali soffrono di alcune limitazioni:
ACCIAI SPECIALI
Acciai Maraging
Gli acciai Maraging presentano valori particolarmente elevati della resistenza a trazione (
anche 2400 MPA e del limite di snervamento (il lite di snervamento e’ anche il 90 % del
limite di rottura), senza che la tenacità sia eccessivamente ridotta.
Questi acciai sono stati scoperti e brevettati all’inizio degli anni 50 dalla marina
Americana che stava studiando nuovi acciai ad elevatissima resistenza per sottomarini.
Successivamente gli acciai maraging non hanno soddisfatto le richieste di resistenza alla
corrosione previste per I sottomarini ma sono rimasti comunque una famiglia di acciai
molto interessanti .
La composizione chimica e’ veramente eccezionale:
- mentre negli acciai da costruzione usuali la sommatoria di tutti gli elementi presenti,
oltre al ferro, non supera mai il 6 ÷ 7%, per gli acciai Maraging e’ dell'ordine del
30%; in particolare in essi il tenore di nichel oscilla tra il 17% ed il 25%, quello di
molibdeno tra il 3% ed il 5%.
Se vengono riscaldate fino a 480 °C e successivamente raffreddate in aria fino a
temperatura ambiente, queste leghe allo stato martensitico (mar-) subiscono un
invecchiamento (-aging).
Questo trattamento denominato appunto di "mar-aging" e’ tale da portare ad un
eccezionale complesso di proprietà fisiche e meccaniche, tra le quali primeggia il livello
elevatissimo del carico di snervamento, che puo’ raggiungere e superare i 2400 N/mm2.
La martensite di queste leghe, data l'assenza di carbonio, ha una struttura e delle proprietà
profondamente diverse dalla ordinaria martensite ed in particolare:
- il suo reticolo e’ cubico a corpo centrato invece che tetragonale;
- la sua durezza e’ solo di 30 HRC circa (a differenza delle martensiti degli acciai
usuali, aventi durezze HRC di 45 ÷ 65) ed e’ quindi facilmente lavorabile, sia alle
macchine utensili per asportazione di truciolo sia per deformazione plastica a freddo;
- la sua tenacità e’ ottima;
- possiede la proprietà di rimanere invariata nella sua struttura, e quindi nelle sue
proprietà, per riscaldamenti fino a circa 500 °C.
Nati per soddisfare soprattutto le esigenze delle industrie aeronautiche e spaziali, gli
acciai "Maraging" sono usati nella costruzione di involucri di razzi ed in parti dei motori
di missili. Altre applicazioni si trovano su sottomarini ed aliscafi.
Nell'industria meccanica, le applicazioni riguardano principalmente ingranaggi, alberi,
matrici di estrusione, stampi per materie plastiche, bulloni.
La presenza di tali carburi migliora sia la durezza sia la resistenza all'usura e questo ha
molta importanza negli acciai da utensili: i carburi devono essere presenti in rilevanti
quantità, ma soprattutto devono essere stabili alle alte temperature.
Il carburo di titanio e’ il più stabile, seguito da quelli di vanadio, tungsteno, molibdeno ed
infine da quelli di cromo e di manganese.
Nella maggior parte dei casi la presenza di manganese e silicio, in tenori inferiori allo
0,50%, e’ dovuta alla loro azione disossidante; inoltre il manganese migliora la
temprabilità, mentre il silicio aumenta la resistenza all'ossidazione.
Il cromo é presente in quasi tutti gli acciai per utensili fino ad un massimo del 13%.
L'effetto del cromo e’ duplice: aumenta la temprabilità e forma carburi. Nei tipi ad alto
tenore sia di carbonio sia di cromo l'ottimo comportamento all'usura e’ dovuto appunto
alla presenza di carburi di cromo.
Il vanadio viene aggiunto per la sua elevata affinità chimica con il carbonio. La sua
presenza e’ indispensabile nei casi in cui e’ richiesta una buona durezza a temperature
relativamente elevate.
L'aggiunta di basse quantità di vanadio, mediamente dello 0.20%, serve per prevenire
l'ingrossamento del grano durante il trattamento termico.
Il tungsteno e’ stato uno dei primi elementi aggiunti agli acciai per utensili ma
gradatamente e’ stato sostituito dal molibdeno, il cui effetto e’ generalmente molto
superiore (in linea di massima si puo’ considerare che l'1% di Mo equivalga al 2% di W).
L'aggiunta del tungsteno puo’ raggiungere il 20%, mentre il tenore massimo di
molibdeno e’ del 10%. Entrambi hanno la proprietà di formare carburi e di stabilizzare la
martensite alle alte temperature.
Il molibdeno fa pero’ aumentare la tendenza alla decarburazione alle alte temperature.
Il cobalto e’ presente essenzialmente negli acciai per utensili denominati super – rapidi
perché ne aumenta la durezza alle alte temperature. Il quantitativo aggiunto varia dal 5 al
10%.