141
• Influenza del Manganese (Mn)
E’ completamente solubile in tutte le proporzioni.
Ha un comportamento simile al Ni.
Tutti gli acciai contengono un po’ di Mn (viene utilizzato
come disossidante e desolforante , 0.3-0.4%).
Le strutture martensitiche sono troppo fragili
Caratteristiche positive
Diminuisce T ricottura e tempra
Aumenta penetrazione di tempra
Diminuisce v raffreddamento critica e le deformazioni
di tempra
Aumenta la tenacità a parità di Rm
Aumenta Rm (100MPa/1%Mn)
Migliora deformabilità a caldo
Caratteristiche negative
Diminuisce conducibilità termica
Diminuisce deformabilità a freddo
Aumenta la sensibilità al surriscaldo
Diminuisce la lavorabilità per acciai austenitici
Peggioramento proprietà magnetiche ed elettriche
Inconvenienti nella cementazione
142
• Influenza del Cobalto (Co)
Non si ossida e può essere aggiunto alla colata in
qualsiasi momento
Aumenta la velocità critica (diminuisce la
penetrazione di tempra)
Favorisce la grafitizzazione
Rende più stabile la martensite
143
• Influenza dell’Alluminio (Al)
Ha un energico effetto disossidante
Forma con l’azoto dei nitruri durissimi
Conferisce resistenza all’ossidazione a caldo
Peggiora la saldabilità
147
• Influenza del Fosforo (P)
Simile allo S, per P%>0.2% la resilienza
diviene nulla
Il tenore limite è più basso dello 0.2%, in
quanto il P si scioglie anche nell’acciaio
anche allo stato solido.
Per acciai particolarmente tenaci si arriva a
tenori inferiori allo 0.02%
• Influenza dell’ Ossigeno (O)
Peggiora le proprietà meccaniche
Peggiora le proprietà fisiche
Aumenta la sensibilità al surriscaldo
Peggiora la lavorabilità a caldo
Dato che la solubilità dell’O nel Fe è
praticamente nulla, tutto l’ossigeno
contenuto è quello nelle inclusioni non
metalliche
Gruppo 1
- un simbolo principale, che indica la caratteristica
meccanica o fisica oppure l’impiego
- un numero pari alla valore minimo della proprietà
meccanica o fisica che deve essere specificata
149
Gruppo 1
Si suddivide in 4 sottogruppi:
- Sottogruppo 1 (%Mn<1)
Lettera C
Tenore C moltiplicato per 100
- Sottogruppo 2 (%Mn>1, tenore complessivo
elementi di lega <5%)
Tenore C moltiplicato per 100
Simboli chimici elementi caratterizzanti
Tenore elementi caratterizzanti (x fattore)
- Sottogruppo 3 (acciai legati, eccetto acciai rapidi,
in cui almeno un elemento è > 5%)
Lettera X
Tenore C moltiplicato 100
Simboli chimici elementi di lega
Tenore elementi di lega
- Sottogruppo 4 (acciai rapidi)
Lettere HS
Tenore dei seguenti elementi: W, Mo, V, Co
150
Designazione precedente
(UNI EU 27)
152
Si introducono elementi di lega per aumentare
Rs con una buona resilienza ed accettabile
resistenza alla corrosione atmosferica.
153
Ad esempio:
154
Altre composizioni chimiche
%S < 0.02
%P < 0.02
155
Acciai speciali da costruzione
0.1<%C<0.6 aumenta Rm, Rs ma fa diminuire la
tenacità
0.2<%Mn<0.4 (<2 molle) aumenta un po’ la
resistenza
0.2<%Si<0.4 (<2 molle) aumenta Rm ed il rapporto
Rs/Rm
%Cr<3, %Ni<5 aumentano la resistenza,
migliorano la tenacità
0.2<%Mo<0.5 elimina il fenomeno della fragilità al
rinvenimento (importante negli acciai da
nitrurazione), aumenta Rm
%V<0.2 migliora notevolmente Rm, Rs ha un forte
effetto di affinamento del grano
%Al<1 negli accia da nitrurazione
B<0.1 aumenta la temprabilità
W utilizzato nel passato negli acciai da bonifica al
posto del Mo
Pb completamente insolubile, aumenta la
lavorabilità
156
Variazione della resistenza meccanica, per gli
acciai speciali da costruzione, al variare di Trinv
158
Alcuni acciai da bonifica:
%C %Mn %Cr %Ni %Mo
C25 0.25 0.60 ------ ------ ------
C60 0.60 0.75 ------ ------ ------
41Cr4 0.40 0.65 1.00 ------ ------
36CrMn5 0.35 1.00 1.15 ------ ------
35CrMo4 0.35 0.75 1.00 ------ 0.20
39NiCrMo3 0.39 0.65 0.85 0.85 0.20
30NiCrMo12 0.31MPa 0.65 0.80 2.90
0.45
159
Acciai da nitrurazione
Dopo bonifica, sono sottoposti al trattamento di
nitrurazione (50 ore a 525°C).
Rm Rs A% KCU
31CrMo12 1080 880 10 324.5
41CrAlMo7 930 730 12 22.5
160
Acciai da cementazione
Sono sottoposti al trattamento termochimico, seguito
da una tempra ed un rinvenimento a 150°C.
Il tenore di C è basso sia per avere una buona
cementazione, che per avere una elevata tenacità nel
cuore
%C < 0.2
%Mn < 2
%Ni < 5
%Cr < 2
%Mo < 0.5
C Mn Cr Ni Mo
C10 0.1 0.50 - - -
C15 0.15 0.50 - - -
16MnCr5 0.16 1.15 - - -
18CrMo4 0.18 0.75 1.0 - 0.20
12NiCr3 0.12 0.45 0.55 0.65 -
16CrNi4 0.16 0.85 0.95 0.95 -
16NiCrMo2 0.16 0.80 0.50 0.55 0.20
16NiCrMo12 0.16 0.55 0.95 2.95 0.35
161
Acciai per molle
Si distinguono dagli altri acciai per l’elevato valore
di Rs, ottenuto agendo sia sulla composizione
chimica che sulla temperatura di rinvenimento
(400-450°C invece di 600°C).
Nel caso degli acciai non legati si utilizzano tenori
di C piuttosto elevati, mentre nel caso degli acciai
legati il tenore di C è inferiore, con valori più
elevati di Si e Mn. (<2%)
162
Acciai autotempranti
Sono quegli acciai che prendono tempra dopo un
semplice raffreddamento all’aria. Essi vengono
rinvenuti a 200°C. Si ottengono in tale modo delle
resistenze elevatissime (2000MPa) con una
tenacità soddisfacente.
%C+%Ni+%Cr = 5-7
0,3<%C<0,5 3<%Ni<6 1<%Cr<2
Evoluzione proprietà
meccaniche 34NiCrMo1 6
con la T di rinvenimento
163
Acciai speciali per
cuscinetti da rotolamento
Si impiegano acciai ipereutettoidici che, dopo
trattamento di ricottura, assumono struttura globulare
che coincide con la massima lavorabilità e predispone
l’acciaio alla tempra.
%S<0.03; %P<0.03; %S+%P<0.05
%C %Mn %Cr %Ni %Si %Mo
100Cr6 0.95-1.10 0.25-0.45 1.40-1.60 ---- 0.15-0.35 -----
17NiCr 0.14-0.20 0.60-0.90 0.8-1.1 1.2-1.5 0.15-0.40 0.15-0.25
X105CrMo17 0.95-1.20 <1.00 16-18 <0.5 1.00 0.35-0.75
164
Acciai per funi
Il prodotto è caratterizzato da una elevata
resistenza a trazione, resistenza alla torsione,
resistenza piegamento, tenacità.
Tali caratteristiche sono ottenute con una scelta
ottimale della composizione chimica (%C), della
deformazione plastica (grado di incrudimento),
trattamento termico (patentamento)
Normalmente 0.2<%C<0.9.
Si parte da una struttura perlitica fine, tenore di
inclusioni non metalliche molto ridotto, limitata
segregazione ed assenza di decarburazione
superficiale.
Si deve trafilare con una riduzione di sezione fino
al 90-95% senza trattamento termico intermedio.
Si possono ottenere Rm = 1770MPa.
Esempio:
S<0.03%; 0.15<%Si<0.35; 0.4<%Mn<0.85
165
Acciai speciali da costruzione per
particolari applicazioni
Si ricordano gli acciai per lavorazioni ad elevata
velocità, con percentuali notevoli di S oppure con
un contenuto non trascurabile di Pb
%C %Mn %Si %S %P
10S22 0.10 0.70 0.30 0.22 0.05
35SMn10 0.35 1.50 0.25 0.10 0.02
35SMnPb 0.35 1.50 0.25 0.10 0.02
166
Acciai speciali da costruzione con
elevatissime caratteristiche
Acciai maraging
• Non è necessaria la presenza del C, anzi è
dannosa (%C<0.03)
• Σ El < 30%
17<%Ni<25
3<%Mo<5
7<%Co<9
in più si hanno Ti ed Al
• La trasformazione martensitica avviene anche in
condizioni isoterme
• La martensite ha un reticolo CCC
• La durezza HRC≅30 (invece di 45)
• La tenacità è ottima
• La struttura resta invariata fino a circa 500°C
• Sono sottoposte al processo di invecchiamento
della martensite (Martensite Ageing)
• Si ottiene un rapporto Rs/Rm prossimo ad 1
167
La scelta del tenore del Ni è dettata dalle seguenti
considerazioni:
• Se Ni<17, la struttura resta parzialmente ferritica
• Se Ni>23 si ha della austenite residua non
trasformata
168
Trattamento termico di Maraging
Laminazione
o fucinatura
Solubilizzazione
Riscaldamento
composti
a 820±25°C
intermetallici
Struttura
Raffreddamento in aria
completamente
fino a T ambiente
martensitica
Permanenza a Precipitazione
480±15°C per 3- composti
6h (Maraging) intermetallici
169
Acciai per utensili
Le caratteristiche che, da sole o combinate,
vengono richieste a questi acciai sono:
• Elevata durezza a caldo ed a freddo
• Elevata capacità di taglio
• Insensibilità all’addolcimento per rinvenimento
• Elevata penetrazione di tempra
• Insensibilità alle spaccature per oscillazioni
termiche
• Buona resistenza all’usura
Da ricordare che:
• La temperatura di austenitizzazione >> Ac3, in
modo da solubilizzare i carburi precedentemente
precipitati (rischio ingrossamento grano)
• Durante la tempra i vari elementi di lega
modificano fortemente le curve CCT
• Durante il rinvenimento la durezza aumenta
notevolmente grazie alla precipitazione dei carburi
170
Influenza dei vari elementi
C (fra 0.25 e 2%): è sempre presente ed è
l’elemento più importante per aumentare la
durezza, sia per la formazione di martensite che
di carburi.
Mn (<0.5%): Ha azione disossidante e facilita la
formazione dei carburi
Si (<0.5%): Ha azione disossidante e aumenta la
resistenza all’ossidazione.
Cr (<13%): Aumenta la temprabilità e forma
carburi
V (<0.2): Forma carburi
W, Mo (rispettivamente<20 e 10%): Formano
carburi ed aumentano la resistenza all’usura ad
elevata temperatura
Co (5-20%): Non forma carburi ma aumenta
comunque la durezza ad elevata temperatura
Si possono distinguere:
• Acciai per lavorazioni a freddo
• Acciai per lavorazioni a caldo
• Acciai rapidi
171
• Acciai per lavorazioni a freddo
Tali acciai sono caratterizzati da una elevata
durezza a freddo (>55HRC) ma da una bassa
durezza a caldo. Si possono distinguere gli acciai
per utensili al C e gli acciai legati per lavorazione
a freddo.
172
• Acciai rapidi
Sono caratterizzati da una durezza molto elevata
alla temperatura ambiente (>60HRC) e da una
ottima durezza a caldo. Queste proprietà sono
ottenute mediante l’aggiunta importante di
elementi carburigeni (W, Mo, V) associati al Cr
(miglioramento della temprabilità) ed,
eventualmente, al Co.
173
Acciai inossidabili
Sono delle leghe a base di ferro resistenti ad un
gran numero di ambienti corrosivi, in un campo
esteso di temperatura.
L’elemento indispensabile perché un acciaio sia
inossidabile è il Cr che deve essere presente
almeno con un tenore minimo del 12%.
Gli elementi di lega hanno una influenza sulla
struttura di tipo:
ALFAGENO
(come il Cr)
GAMMAGENO
(come il Ni)
174
Si può utilizzare il diagramma di Schaeffler
(valido per le leghe dopo solidificazione), che
permette di determinare la microstruttura
dominante, nota la composizione chimica e la
velocità di raffreddamento.
Solitamente 150°C<T<430°C
176
Impiego a basse temperature
177
Acciai inossidabili ferritici
(non hanno A3 ed A1,
e non sono induribili per tempra)
178
Impiego a basse temperature
179
Acciai inossidabili austenititci
(hanno A3 ed A1 < 20°C)
180
Impiego a basse temperature
181
Acciai per impieghi a bassa T
- fino a 0°C : Acciai al carbonio effervescenti e semicalmati;
- fino a –20°C : Acciai al carbonio calmati;
- fino a –45°C : Acciai al Mn (≅ 1%) calmati e normalizzati;
- fino a –80°C : Acciaio 1.5% Ni normalizzato;
- fino a –103°C : Acciaio 3.5% Ni normalizzato e rinvenuto a
620°C;
- fino a –196°C : Acciaio 9% Ni sia bonificato che
normalizzato e rinvenuto;
- fino a –269°C : Acciai inossidabili austenitici.
182
Acciaio al 13%Mn (acciaio Hadfield)
X120Mn12
Amagnetico, estremamente tenace, ha una
elevatissima capacità di incrudimento e viene
utilizato quando si prevedono delle sollecitazioni
contemporanee di urti ed abrasione. Ha una
lavorabilità a freddo nulla.
Per %Mn>12 si ottiene austenite stabile a 20°C. La
composizione tipica è:
%C=1.1-1.4 %Mn=11-14 %Si<0.7
Raffreddamento
in H2O 183
Ghise
Sono leghe ferrose che durante la solidificazione
formano, almeno in parte, l’eutettico ledeburitico
184
Nel caso delle ghise, l’influenza dei vari elementi
di lega, oltre a riguardare la microstruttura
(elementi alfageni e gammageni) e la capacità di
formare precipitati (ossidi, carburi, nitruri), deve
considerare anche la capacità di agevolare la
decomposizione della cementite, ovvero il loro
effetto grafitizzante.
Il fenomeno della grafitizzazione dipende:
- dalla velocità di raffreddamento (natura della
parete del getto, grandezza del pezzo), con la
grafitizzazione che viene agevolata da velocità di
raffreddamento basse.
- dalla presenza di elementi grafitizzanti, quali il
Si, o di antigrafitizzanti, quali il Mn.
185
• Il Si è l’elemento grafitizzante per eccellenza
Il tenore di C corrispondente all’eutettico (Ce)
diminuisce secondo la relazione:
Ce = 4.3 - Si/3.2
187
Gli elementi di grafite sono classificati in base a
(UNI3775-73):
• Forma
• Distribuzione
• Dimensione
A) Distribuzione uniforme
B) Rosette non orientate
C) Lamelle non orientate
D) Lamelle in zone interdendritiche
E) Lamelle interdendritiche
189
Le ghise sono tradizionalmente classificate nei
seguenti gruppi:
190
Ghise grigie
Sono dette tali dal colore della superficie di frattura
2 < %C < 4.5
1 < %Si < 3
Durante la solidificazione si forma l’eutettico
grafite-cristali γ.
Per ottenere la resistenza di un getto di ghisa
grigia si utilizza il seguente nomogramma
HB provetta
R provetta
HB getto } R getto
191
Le curve σ - ε non seguono la legge di Hooke
E è determinata arbitrariamente con delle formule
empiriche oppure con la pendenza fra l’origine ed
un punto corrispondente ad una sollecitazione pari
ad 1/4 Rm
192
Ghise bianche
Il carbonio si trova legato a formare cementite.
La ghisa solidifica e raffredda secondo il sistema
metastabile. Per ottenerla si possono modificare la
composizione chimica oppure la velocità di
raffreddamento
2.5 < %C < 3.5 (dipende dalla durezza desiderata)
%Si < 0.7
Cr (di solito <2%, può arrivare al 27%) favorisce
la formazione di carburi
Cu produce un affinamento della struttura
Mo ha un comportamento simile a quello del Cr
V forma e stabilizza i carburi
Te stabilizza i carburi
B simile al Te, affina anche il grano
C Si Mn Cr Ni Mo S P HB
2.9 0.5 0.5 - - - 0.12 0.10 415-460
3.2 0.5 0.6 2.0 4.5 - 0.12 0.20 550-650
3.25 0.6 0.7 15.0 - 3.0 0.03 0.06 600-750
Hanno una elevata resistenza all’usura ed
all’abrasione, ma sono più fragili e più dure delle
ghise grigie.
Necessitano di un trattamento a 200-480°C per
eliminare le tensioni residue 193
Ghise malleabili
Sono ottenute da ghise bianche
Sono caratterizzate da una certa plasticità a freddo
Si ottengono mediante malleabilizzazione
Si possono avere due processi di malleabilizzazione:
• a cuore bianco
• a cuore nero
194
Ghise malleabili a cuore nero
Riscaldamento a
950°C in ambiente
neutro • Grafitizzazione
• Diminuzione della solubilità
Permanenza per un del C nella austenite
tempo sufficiente
195
Ghise sferoidali
197
Ghise resistenti alla corrosione
%Si > 3 promuove la formazione di una pellicola
superficiale protettiva negli ambienti ossidanti
%Cr < 35 favorisce la formazione di un ossido
protettivo agli ambineti ossidanti
%Ni < 32 migliora la resistenza agli ambienti
riducenti
%Cu < 6 migliora la resistenza all’acido solforico
Rm = 90-130 MPa
198
Ghise resistenti al calore
• Non si deve avere una eccessiva dilatazione per
grafitizzazione
• La penetrazione dell’ossigeno deve essere
perlomeno limitata
• Si deve avere una buona resistenza alla criccatura
per urto termico
Si, Cr promuovono la formazione di uno strato
protettivo
Ni, Mo aumentano la tenacità ed Rm ad elevata T
Mn, P, Cr, Mo, V riducono dilatazione della ghisa,
in quanto stabilizzano i carburi
200
Trattamenti termici leghe Al
• Omogeneizzazione: Sono dei riscaldamenti
effettuati a 450-610°C per 6-48 ore effettuati per
disciogliere tutte le fasi eventualmente precipitate.
• Trattamenti di addolcimento: hanno lo scopo di
addolcire un metallo indurito (p.e. a seguito di
tempra strutturale). Se si tratta di restaurazione
viene effettuata a 200-300°C, mentre se si tratta di
una recristallizzazione si effettua a 300-400°C per
0.5-3 ore
• Tempra di soluzione (o tempra strutturale) +
invecchiamento (naturale o artificiale)
201
Leghe di Rame (Cu)
L’Al puro è caratterizzato dalle seguenti proprietà:
Rm = 23-50 MPa
Re = 7-30 MPa
HB = 40
E = 117 GPa
Le leghe più diffuse sono quelle con:
• Zn (ottone)
• Sn (bronzo)
• Si (bronzo al silicio)
• Al (bronzo all’alluminio o cupralluminio
• Ni (cupronichel, monel)
202
Saldatura degli acciai
La saldatura dei materiali metallici è un processo
tecnologico che consiste nel fornire continuità
meccanica e metallica a due o più lembi mediante
fusione (e/o pressione) e successiva
solidificazione.
203
Tecniche di saldatura
• Saldatura per fusione
Ad elettrodi rivestiti
Ad arco sommerso
Ad arco In atmosfera gassosa
Elettrogas
Plasma
Chimica
{ Gas
Alluminotermica
Fisica
{ Fascio elettronico
Laser
Elettroscoria
• Saldatura per pressione
Elettrica
{ Resistenza
Scintillio
Induzione
Meccanica
{ Esplosione
Attrito
Ultrasuoni
Fuoco { Bollitura 204
Rappresentazione tridimensionale di
un cordone di saldatura formato da
una sorgente termica in movimento
Rapporto di diluizione
Rd = vol. metallo base fuso/vol. totale zona fusa
205
1 Liqu. 4 3 2
1538
1
1394 2
δ
T [°C]
HV
γ
912
3
727
4
α
0.02 0.2 0.77
%C
206
Evoluzione della temperatura nel tempo al
crescere della distanza dal cordone di saldatura
207
• Zona 1: La temperatura non supera i 600°C circa
• Zona 2: La temperatura è compresa fra 600°C ed
Ac1
• Zona 3: La temperatura è compresa fra Ac1 ed
Ac3
• Zona 4: La temperatura è compresa fra Ac3 e
1100°C circa
• Zona 5: La temperatura è compresa fra 1100 e
1500°C (fusione).
• Zona sotto cordone: nei vari punti del cordone,
per velocità di raffreddamento decrescenti, si
ottengono strutture martensitiche, bainitiche e
ferriito-perlitiche.
208
Influenza delle dimensioni del grano
nel metallo base e nella zona di
legame sulla struttura di solidificazione
209
I principali problemi metallurgici della ZF sono:
• Protezione dall’ambiente del bagno metallico
• Condizioni di raffreddamento
211
Precipitazione di carburi in zona
termicamente alterata
212
Corrosione
E’ il processo antitetico a quello della
metallurgia estrattiva in quanto il metallo tende
a riassumere una forma ossidata non dissimile
da quella originaria del minerale. Tale processo
è caratterizzato da una variazione negativa di
energia libera (∆G<0), quindi avviene
spontaneamente.
Gli ambienti più comuni per i fenomeni di
corrosione sono rappresentati da soluzioni
acquose contenenti elettroliti, da acide (H2SO4,
HCl…) a basiche (NaOH, acqua di mare…),
dall’atmosfera (per formazione di condensa), dal
terreno, da gas ad alta temperatura (corrosione a
secco).
213
Morfologie di corrosione
214
Lo schema elementare per introdurre il fenomeno
della corrosione è quello di due metalli diversi a
contatto fra loro e con una soluzione acquosa
Ferro Rame
Ferro Rame
anodo catodo
216
Serie galvanica dei potenziali in acqua di mare
Platino
Oro
Argento
Titanio
Acciaio inossidabile passivo
Leghe di Ni
Rame
Acciaio inossidabile attivo
Acciaio al carbonio
Alluminio
Zinco
Magnesio
Pit crevice
218
Metodi di protezione contro la corrosione
• Metodi cinetici: permettono di agire direttamente sulla
velocità di corrosione. In tale categoria possono essere
ricordati:
- l’impiego degli inibitori;
- l’impiego dei rivestimenti;
-in una certa misura, la passivazione anodica, in cui il metallo
viene portato nelle sue condizioni di passivazione, ovvero
riesce a formare uno strato uniforme, sottile, compatto, ed
aderente di ossido superficiale che svolge un ruolo protettivo.
219
Impiego di rivestimenti
Si possono distinguere:
• Rivestimenti metallici, ottenuti per:
- elettrolisi (Zn, Ni, Cr, Cu, Cd, ...)
- immersione (Zn, Sn, Al)
- diffusione di un elemento di lega (Zn, Al)
- placcatura, su prodotti piani durante la laminazione a
caldo (saldatura per diffusione). Sono placcati anche su
acciaio al carbonio: acciai inossidabili, ottone, nickel,
cupro-nickel, rame, ... .
• Rivestimenti non metallici
- pitture, vernici contenenti eventualmente degli inibitori
di corrosione;
- smalti, vetri;
- materie plastiche, gomme;
- fosfatazione;
- ossidazione anodica (Al) oppure chimica (Mg).
220
Corrosione degli acciai inossidabili
Gli acciai inossidabili sono così denominati grazie alla loro
caratteristica resistenza alla corrosione, dovuta alla
formazione di un film protettivo passivante legato alla
presenza del Cr. Diversi sono i parametri che influenzano
la resistenza alla corrosione degli acciai inossidabili:
• acidità del mezzo aggressivo (pH);
• tenore in ioni alogenuri (essenzialmente Cl-);
• potere ossidante della soluzione aggressiva;
• temperatura.
221
Vaiolatura
Affinché si possa avere si debbono verificare
contemporaneamente le tre seguenti condizioni:
•Ambiente ossidante
•Presenza di ioni alogenuri (ad esempio Cl-)
•Metallo passivabile (ad esempio acciaio inossidabile)
Caso tipico è quello di strutture in acciaio inossidabile
austenitico immerse in acqua di mare (ambiente ossidante
contenente ioni Cl-)
Corrosione cavernosa
Attacco corrosivo localizzato in cui fenomeni di idrolisi,
diminuzione del pH e la presenza degli ioni Cl- giocano un
ruolo importante.
I rimedi sono:
• Solubilizzazione dei carburi precipitati (1000°C);
• Impiego di acciai a basso tenore di C (< 0,02%)
• Aggiunta di elementi tipo Ti, Nb, V, Ta (detti
stabilizzanti) e trattamento di stabilizzazione (permanenza
a 885°C per due ore, quindi raffreddamento in aria) in
modo da far precipitare i carburi degli elementi aggiunti e
NON di cromo.
223