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IL NUOVO DIRITTO DI FILIAZIONE TRA MODERNITA E TRADIZIONE

1. Premessa
La storia della filiazione si snoda in una continua interazione tra famiglia legittima,
famiglia naturale, famiglia degli affetti, tra diritto e societ, tra fatto e norma.
2. I modi di accertamento della filiazione
La novella Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali nel
formalizzare lunico stato di figlio, si inserisce, come momento qualificante che
tende alla valorizzazione, allinterno del gruppo familiare, della sfera individuale dei
suoi membri, riconoscendoli non pi come parti di unistituzione improntata alla
tutela di interessi super-individuali, ma come persone titolari di diritti
costituzionalmente garantiti allinterno della pi ampia comunit familiare. Le
tutele e le garanzie disposte per la famiglia non sono pi intese come espressioni di
un valore di famiglia in s concluso, ma in chiave strumentale alla realizzazione di
quegli interessi che attraverso questa comunit si intendono realizzare. Questa
considerazione pu rappresentare un principio guida ai fini dellinterpretazione e
applicazione dellintera disciplina. Una legge questa che al di l delle sue
imperfezioni si pu definire una normativa pensata per la persona e in particolare
per la persona di minore et. Pensiero forte della nuova disciplina il superamento
sul piano lessicale dellingiusta differenziazione tra figli ( figli legittimi-figli naturali).
Alla piena parificazione della regolamentazione riguardante il trattamento di tutti i
figli e quindi sia di quelli nati nel matrimonio, sia di quelli nati fuori dal matrimonio,
non ha corrisposto stessa disciplina con riguardo alle modalit di accertamento del
rapporto. La riforma sebbene tesa a garantire gli effetti del rapporto di filiazione in
una visione egualitaria, ha modificato in forma timida la regolamentazione del
momento acquisitivo dello status e il suo accertamento, ancora oggi improntato in
maniera classica. Allo stesso tempo sono state dimenticate le questioni sorte per il
sempre pi diffuso ricorso alle pratiche procreative medicali. Con questo assunto
non si intende affermare che si sarebbe dovuto prevedere analoga
regolamentazione sia per la filiazione nata nel matrimonio, sia per quella nata al di
fuori di esso, vista la palese diversit delle situazioni che impongono una disciplina
diversa. Pi coerente sarebbe stato prevedere regole maggiormente rispettose del
favor veritatis e quindi dare pi risalto alla responsabilit dei genitori per il fatto
stesso della procreazione. Permangono alcune zone dombra. Il nostro diritto di
filiazione conserva anche dopo la riforma, la regola che attribuisce alla madre, sia
coniugata che non, di esercitare al momento della nascita la dichiarazione di non
voler essere nominata. Vero e proprio diritto potestativo che affida alla donna una
priorit assoluta che segner per lungo tempo il destino del nato, consegnando al
segreto non solo il suo rapporto di generazione, ma anche quello di tutti gli altri
parenti di sangue e del padre. Problema questo che ha portato di recente la Corte a
modificare il proprio orientamento. Il supremo collegio ha infatti dichiarato
incostituzionale lart nella parte in cui non prevede la possibilit per il giudice di
interpellare la madre su richiesta del figlio, ai fini di uneventuale revoca della sua
dichiarazione. Per quanto riguarda laccertamento dello status riguardo la filiazione
nata nel matrimonio, la nuova regolamentazione ci propone un revirement. Non vi
dubbio che la tendenza emersa dalla riforma del diritto di famiglia del 75 era
quella di privilegiare quale criterio direttivo il favor veritatis, cio la rispondenza

della realt giuridica a quella naturale. Il legislatore della riforma era cos
pervenuto a ridimensionare la cd presunzione di paternit del marito, svuotandola
di contenuto ogni volta in cui a tale fictio iuris non corrispondesse una realt
naturale. Tale tendenza ha trovato nellattuale disciplina una smentita.
Emblematica la nuova formulazione dellart che estende loperativit della
presunzione anche ai figli nati e non concepiti durante il matrimonio. Questa
prospettiva si ripropone nel disposto dellart che prevede la decadenza dellazione
nel termine di 5 anni dalla nascita del figlio, quando il marito ignorava ladulterio
della moglie al tempo del concepimento e nellipotesi in cui ignorava la propria
impotenza di generare in quel periodo.
3. La conservazione e continuazione dei rapporti familiari
Degne di nota sono le modifiche in tema di responsabilit genitoriale anche per i
figli nati fuori dal matrimonio, il diritto alla bi genitorialit, quale diritto della
personalit. Gi dagli inizi degli anni 60 si era formato un vasto movimento
culturale e politico che riteneva essenziale per un buono sviluppo del bambino, la
possibilit di vivere in famiglia e avere come riferimento entrambe le figure
genitoriali. Il riconoscimento del figlio alla conservazione e continuazione dei
rapporti personali con entrambi i genitori amplia lambito dei loro obblighi, s che la
sua violazione fonte di risarcimento del danno e colora di contenuti pi ampi la
clausola generale dellinteresse del minore riducendo la discrezionalit del giudice.
In questa prospettiva si inserisce la nuova formulazione delle norme dedicate alla
parentela. Il loro tenore letterale spinge ad immaginare la comunit familiare quale
formazione sociale funzionalmente collegata allo sviluppo della personalit dei suoi
membri. Tale comunit continua a rappresentare ancora oggi il luogo privilegiato
che oltre ad assicurare tutela allintegrit psico-fisica del minore, garantisce un pi
adeguato svolgimento della funzione educativa. Appare importante porre laccento
sul fatto che il legislatore abbia sentito il bisogno di riproporre la scelta a favore
della famiglia senza aggettivazioni, al fine di garantire un armonico sviluppo del
minore. Famiglia senza aggettivazioni proprio perch la ratio della nuova normativa
appare tesa a riferirsi a quelle comunit che sorgendo da atti fondativi diversi (es
famiglia di fatto), perseguono finalit di tipo familiare.
4. La rivisitazione del concetto di parentela
Sul versante delle relazioni coniugali, negli ultimi anni, abbiano trovato sempre pi
risalto le istanze di libert ed eguaglianza. Istanze che si sono tradotte in una
decisiva importanza riconosciuta al potere di autoregolamentazione, che attuato
attraverso la regola dellaccordo, ha finito con lincidere fortemente anche sulle
vicende che segnano il consumarsi del rapporto coniugale. In senso inverso
molteplici indici normativi fanno fede del risalto da riconoscere ai profili di
responsabilit e solidariet nellambito delle relazioni tra genitori e figli. Tale
tendenza si tradotta in discipline vincolanti poste a tutela dei figli e a garanzia del
complessivo statuto di favor minoris. Da questa visuale opportuno porre laccento
sullinnovazione che ricollega il legame di parentela non al matrimonio tra i genitori
ma al rapporto di filiazione accertato o riconosciuto. Lattuale formulazione pone
fine al dibattito se per effetto del riconoscimento o della dichiarazione il vincolo di
filiazione si estenda anche alla famiglia del genitore. Dibattito che ha impegnato

anche lo stesso giudice delle leggi. Il pensiero corre ai vari interventi della Corte
costituzionale sul tema e al suo

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