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FRANCESCO POMPONIO E LORENZO VERDERAME

Leconomia neo-sumerica

Il periodo neo-sumerico,1 ovvero della III dinastia di Ur,


costituito dal regno di cinque sovrani, che si successero sul
trono di Ur di padre in figlio:2
Ur-Namma: 2159-2142 a.C.;
ulgi: 2141-2094 a.C.;
Amar-Suena: 2093-2085 a.C.;
u-Sn: 2084-2076 a.C.;
Ibbi-Sn: 2075-2052 a.C.3
Questo periodo segu una gravissima crisi politica ed
economica che invest la Babilonia settentrionale a causa
delloccupazione dellelamita Puzur-Inuinak (Steinkeller
2013, pp. 295-296), le citt di Adab e Umma per lintrusione degli arcibarbari Gutei e lestremo sud della Babilonia
per il conflitto che contrappose gli statarelli di Ur e G-L.
Utu-hegal, re di Uruk, risolse gli ultimi due problemi, eliminando il re guteo Tirigan, e con ci procurandosi gloria immortale nella tradizione storica mesopotamica, e occupando
Ur (Frayne 1993, pp. 280-293). Ur-Namma, il fondatore
della III dinastia di Ur, fratello di Utu-hegal e da lui insediato come governatore militare nella conquistata Ur, eredit dal fratello, morto dopo solo sette anni di regno, uno
statarello relativamente solido, e poi liber tutta la Babilonia centro-meridionale e la valle del Diyala dalloccupazione
di Puzur-Inuinak, conquistando anche la capitale di questi, Susa. Infine, un accordo con Namhani di G-L permise a
Ur-Namma di annettersi senza altre guerre fratricide lultima
enclave meridionale rimasta indipendente. La conquistata Ur
divenne la capitale del nuovo stato, che non dovette subire
le ribellioni delle citt sumeriche e accadiche che avevano
dissanguato il precedente impero paleo-accadico.
Rivista di Storia Economica, a. XXXI, n. 1, aprile 2015

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Il successore di Ur-Namma, ulgi, riusc a superare una


crisi che potrebbe essere stata provocata dalla morte del
padre in battaglia, consolid con una serie di riforme politiche, amministrative, religiose e culturali (Steinkeller 1987;
Waetzoldt 1991, p. 638; Sallaberger 1999, p. 148; Goddeeris
2004, pp. 96-97; Selz 2010) lunit del nuovo stato, strutturato in una ventina di province (cfr. Sharlach 2004, pp. 7-8),
che cambiarono un gruppo di citt stato in uno stato burocratico potentemente strutturato. Tra esse, devono esservi
lassegnazione delle households templari al controllo regio;
forse la creazione di un esercito professionista; la formazione
di centri di produzione e redistribuzione di un sistema amministrativo fortemente centralizzato, collegato a un complesso di scuole scribali per fornire i nuovi membri degli
uffici statali e provinciali di uneducazione altamente professionale e ideologica; linstaurazione di un efficentissimo sistema di comunicazioni con una rete di strade e posti di sosta per centinaia di missi dominici e corrieri. Infine, furono
stabilite le linee della politica estera che i successori di ulgi
seguirono fedelmente. I confini non furono ampliati, nonostante una lunga serie di spedizioni vittoriose, ma su tutto il
fronte nord-orientale fu stabilita unamplissima fascia-cuscinetto, pi vasta del nucleo dello stato, che essa cingeva da
NE a SE. Essa proteggeva le rotte commerciali, preveniva
incursioni dei montanari, procurava prima bottino dai nemici sconfitti e poi tributi dalle colonie militari ivi insediate.
Lagricoltura4 e il commercio risultano essere le basi delleconomia del Paese (kalam), il termine con cui era definito il
nucleo dello stato. Considerando lenorme mole della documentazione amministrativa neo-sumerica, che approssimativamente pu superare, tra testi editi integralmente o voci di catalogo, le 100.000 tavolette (Molina 2008), si pu ritenere che
i dati da esse fornite dovrebbero permettere una visione completa e coerente delleconomia del periodo. Non cos. Tra
laltro, da considerare che della ventina di province dello
stato noi possediamo la documentazione solo di due, G-L e la
confinante Umma,5 cui sono da aggiungere le 1.159 tavolette
recentissimamente pubblicate dalla provincia di Iri-sagrig/
Al -arraki (Owen 2013). Per la datazione da notare che la
quasi totalit della nostra documentazione va da 30 ad IS
4-5, lo spazio di allincirca due generazioni. Del regno di UrNamma e dei primi 30 anni di ulgi ci rimasta solo qualche
tavoletta e durante gli ultimi 18 anni di Ibbi-Sn lo stato neosumerico era ridotto a Ur e al suo territorio sino alla costa.

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rat

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Ur

Ubicazioni certe
Ubicazioni ipotetiche

Fig. 1. I principali centri dello stato neo-sumerico.


Fonte: Steinkeller 1987a, p. 23.

Ha

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Assur

Urbilum
Arraphum
Simurrum
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Fonte: Steinkeller 1987a, p. 38.

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Fig. 2. La composizione dello stato neo-sumerico.

uh

Stati vassalli o alleati

h
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Il ma-da

am
Ad
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Lo stato neo-sumerico

Nippur
Euph Girsu
rate
Ur

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Dagli archivi delle province di Laga e di Umma sappiamo che le risorse erano ripartite tra:
1)i possedimenti provinciali, in gran parte appartenenti
ai templi, costituiti da propriet terriere o anche di altro
tipo, amministrate dai sanga, amministratore templare,
o dagli abra, prefetto, sotto il controllo del governatore
della provincia (nsi), che versava molti contributi allamministrazione centrale;
2)i possedimenti reali, costituiti da terreni distribuiti ai
dipendenti del re (lugal), per lo pi in cambio di servizi,
dei quali quello militare era il pi importante; da complessi
industriali, soprattutto tessili, sotto il diretto controllo del
re o di membri della sua famiglia; da mandrie e greggi di
propriet del re, e amministrati dal governatore militare
(agina);
3)la propriet privata, costituita quasi esclusivamente
(ma su questo aspetto torneremo sotto) da case e da piccoli
appezzamenti di terreno, e dallattivit di artigiani, mercanti,
pescatori, ecc.; tutti costoro interagivano con lamministrazione provinciale. Delle tasse da loro versate allamministrazione centrale non conosciuto alcunch.
Lo stato neo-sumerico pu considerarsi appartenere al
sistema socio-politico definito patrimoniale (cfr. Michalowski 1987, pp. 55-56; Steinkeller 2013b, p. 350): in esso
tutte le risorse, ripartite tra un gran numero di households,
costituirebbero la propriet di un unico individuo, il re, e
tutti i suoi abitanti sono considerati suoi dipendenti, ovviamente di livello molto differenziato.6 Nel caso della societ
neo-sumerica il gradino infimo era occupato dagli schiavi
(rad; femm.: gme), privi di alcun diritto socio-legale. Costoro, sia fossero prigionieri di guerra, sia schiavi per debiti,
sia nati da schiavi, costituivano una parte insignificante della
popolazione e non risultano avere alcuna rilevanza economica, agendo nellambito delle singole famiglie.
Molto pi importante, come numero e incidenza economica, la categoria dei portatori (UN-l, femm.: gme),
al servizio dellamministrazione provinciale tutto lanno,
come lavoratori privi di specializzazione e mezzi di produzione, che erano pagati con salari, o in qualche caso, con un
campo di approvvigionamento, il cui raccolto sostituiva il salario. Ma di gran lunga il pi numeroso gruppo sociale della
popolazione neo-sumerica era costituito dagli ren, lavoratore (var.: dumu-gir15, cittadino), con pieni diritti sociolegali. Agli ren sembra appartenere tutta la popolazione,

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che non fossero il re e gli UN-l: dai soldati, messaggeri,


agricoltori, pastori, artigiani ai pi alti gradi amministrativi,
sacerdotali e militari, includendo i membri della famiglia reale. La distinzione tra ren e UN-l consisterebbe, secondo
Steinkeller (1987b e 1996), nel fatto che i primi lavoravano
per lo stato e ne erano remunerati solo met dellanno. Per
il restante tempo, gli ren non specializzati avrebbero potuto continuare a lavorare, pagati con stipendi anche molto
pi alti dei salari normali (di norma 6 sla di orzo al giorno,
alla pari dei l-hun-g, lavoratori ingaggiati7), mentre gli
artigiani avrebbero continuato a produrre manufatti, questa
volta non per lo stato, ma da vendere o scambiare sul mercato. Tuttavia, come notato da Pomponio (2013a, pp. 221223), troppe professioni che rientrano nella categoria degli
ren (dai pi alti gradi ai pastori, dai soldati ai messaggeri),
proprio per il loro tipo di attivit non avrebbero potuto
adattarsi a questo lavoro part-time. Lintera questione sulla
forza-lavoro neo-sumerica sembra sfuggire a rigide separazioni e pi sofisticato il modello di distinzione, pi si levano contro di esso fastidiose eccezioni.
La grande maggioranza della manodopera, composta da
lavoratori non specializzati (UN-l e gli ren di grado pi
basso), era sottoposta a grande mobilit: vi erano ovviamente due periodi dellanno, quello dellaratura-semina e
soprattutto quello della mietitura-trebbiatura che richiedevano limpegno di moltissimi lavoratori. A parte ci, i guru,
termine che designa i lavoratori maschili nel pieno delle
loro capacit lavorative, e che comprende gli UN-l e molti
gruppi di ren (escluse le pi alte cariche), erano alternativamente impiegati nella manutenzione dei canali e delle strutture connesse (argini, chiuse), nella costruzione di edifici religiosi e civili, nel taglio e nel trasporto di canne ed erbe.
La stessa mobilit aveva il loro corrispondente femminile, le
gme. Questa mobilit non si arrestava ai confini della provincia. Il tributo bala, che ogni provincia doveva allamministrazione centrale, su cui torneremo, comprendeva anche
manodopera per un determinato periodo dellanno. E poi vi
era la corve in cui gli abitanti di ogni provincia potevano
essere impegnati a riguardo di grandi lavori di interesse nazionale.8
Infine, vi era lattivit militare: a essa, sia per le funzioni
di polizia o, sia per le spedizioni militari, partecipavano soprattutto gli ren del settore reale; in caso di necessit a costoro si aggiungevano gli ren del settore provinciale, mentre

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il contrario avveniva per la corve civile. Nellambito militare, se gli ren costituivano il personale di leva, in un rapporto forse di 1:10, vi erano i militari di carriera, gli ga-s,9
che costituivano llite dellesercito. In questo corpo specializzato potevano essere arruolati sia normali lavoratori (pastori, vignaiuoli), sia stranieri (Amorrei ed Elamiti).
Per quanto riguarda lattivit economica di gran lunga
pi importante nella protostoria e nella storia antica della
Mesopotamia era la cerealicoltura, con un raccolto standardizzato di 30 gur (= 9.000 litri) per br (= 6,48 ha.). Noi
abbiamo molte informazioni sulla quantit di orzo prodotta
annualmente dal territorio amministrato dal governatore
della pi grande provincia, quella di G-L, mediante le seguenti households: il tempio di Ningirsu e altri undici templi, compreso quello del re divinizzato ulgi, il centro del
prefetto (-abra) e il centro di Namhani, un precedente re
locale. Tuttavia, un confronto tra questo territorio e quello
complessivo della provincia, pur soggetto a diverse interpretazioni, rende evidente che il primo era nettamente inferiore
a quello appartenente al settore reale. Per la provincia
limitrofa di Umma, probabilmente la seconda per importanza dello stato neo-sumerico,10 le tenute fondiarie del settore provinciale dipendevano dai templi del dio cittadino
ara e della sua paredra Ereura, e da unaltra dozzina di
households templari. Si calcolato che a Umma il terreno
provinciale era ancor di pi inferiore a quello controllato
direttamente dalla corona, rispetto alla provincia di G-L,
appena il 15% secondo Steinkeller (2013b, p. 359), e concentrato per il 60% in quello dei 4 distretti cui apparteneva
la capitale provinciale. Il terreno reale doveva essere costituito principalmente da quello dato in godimento a insediamenti militari, ma ampi appezzamenti potevano essere
assegnati a membri della famiglia reale, come quello presso
GARana, che apparteneva alla principessa Simat-Itaran e a
suo marito u-Kabta, o ad alti funzionari.11 anche verosimile che, a Umma come altrove, il settore reale ampliasse
costantemente il terreno agricolo sotto il proprio controllo
con lo scavo di nuovi canali, la messa in lavorazione di
nuovi campi e la creazione di nuovi insediamenti, anche abitati da stranieri e deportati.
I settori provinciale e reale a G-L e Umma erano separati
economicamente e amministrativamente, risultando il primo
sotto il controllo del governatore, con i sanga e gli abra che
occupavano il secondo livello gerarchico, e il secondo sotto

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il controllo diretto della corona, tramite il governatore militare agina. Questa separazione non esclude ovviamente
varie forme di collaborazione, appartenendo i due settori
alla stessa provincia e addirittura essendo spesso ripartiti tra
loro vasti appezzamenti agricoli. Cos, il settore provinciale
prestava importanti quantit di orzo a ren del settore reale,
direttamente o tramite i loro superiori, ricavandone in cambio non interesse, ma prestazioni di lavoro per la mietitura,
e personale del settore provinciale partecipava a progetti di
interesse nazionale coordinati, nellambito della provincia,
dallo agina (cfr. Steinkeller 2013b, pp. 362-373). Di contro,
potevano sorgere contrasti tra i due settori, ad es. per la
gestione delle acque dei canali o per lappartenenza del rispettivo personale: il mediatore di questi contrasti sembra
fosse non il lontano re, ma il governatore.
A secondo dellimpiego, il terreno apparteneva a tre diverse categorie: il terreno sfruttato direttamente dalle unit
agricole facenti capo alle amministrazioni provinciale e reale
(aa5-gu4),12 quello di approvvigionamento (aa5-uku) che
sostituiva i salari (cfr. infra, n. 30) e quello, molto probabilmente di estensione complessiva pi ridotta e di qualit pi
scadente, dato in affitto (aa5-apin-l): questaffitto equivaleva
a circa un terzo del raccolto, e poteva essere pagato parzialmente o totalmente in argento secondo il rapporto standard
1 gur (= 300 litri) di orzo = 1 gn (= c. 8,4 g.) di argento.
Il terreno ki mun-gazi, terreno per sale e pianta-gazi
riguardava in realt soprattutto la coltivazione di legumi
grandi (sumerico: g-gal-gal, accadico: hallurum; per lo pi
identificato con la fava), legumi piccoli (sumerico: g-turtur, accadico: kakkm; per lo pi identificato con la lenticchia) e varie piante, tra cui il coriandolo. Lagricoltura neosumerica forniva molti altri vegetali. Tra gli ortaggi i pi importanti erano le agliacee, delle quali le pi coltivate erano
lo m-sikil, cipolla, lo m-gaz, aglio (o cipolla rossa)
e lo m-za-ha-din, scalogno(?).13 Il sesamo (e-gi-, Sesamum indicum) forniva con i suoi semi un eccellente sostituto
dellolio di oliva, prodotto non locale, e rappresentava unutilissima coltura intercalare con i cereali, perch non impoverisce il suolo, ma ne migliora la struttura, e con il suo breve
periodo di crescita, fa un ottimo uso dellumidit del suolo,
lasciata dalla messe precedente (Powell 1991, p. 162).14 Le
palme da dattero diffuse un po dappertutto nel Sud, non
fornivano solo un prodotto ricco di zuccheri, ma con i rami
il mezzo per la copertura e con le sue fibre il materiale per

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numerosi oggetti, tra cui corde e panieri, e anche il suo legno, insieme a quello del tamerisco, poteva aver impiego, con
una adatta preparazione, nellarchitettura (Van de Mieroop
2001, pp. 127-128), anche se non poteva fornire, alla pari di
altri alberi, i tronchi lunghi, dritti, resistenti e profumati delle
conifere. Mescolate con la palma da dattero, e usufruenti
della loro ombra, potevano essere coltivati alberi da frutto
(fichi, meli e melograni); le verdure potevano utilizzare questo doppio schermo di ombra contro la ferocia del sole, cos
come le loro acque di irrigazione (Postgate 1992, p. 170),
e i filari di alberi costituivano anche uno schermo contro il
vento. I boschetti rivieraschi (tir: a Umma ne sono stati registrati 30) davano alcuni tipi di alberi (pioppi e salici), che
fornivano tronchi e rami, e di piante selvatiche (tra cui molto
probabilmente lerba alpha), e di esse la pi importante economicamente era la gazi, identificata con la liquirizia selvatica
(Steinkeller 1987b, pp. 91-92). Infine da molti alberi (pini,
ginepri, terebinti, ecc.) erano tratti oli ed essenze profumate
(Brunke, Sallaberger 2010). Gli estesissimi canneti davano in
abbondanza, con raccolti di due volte allanno, un materiale
poco costoso, a parte il pagamento della manodopera per
tagliarlo e trasportarlo, con molteplici impieghi nellarchitettura, nei lavori di canalizzazione, per vari manufatti (stuoie e
contenitori), per combustione e anche, fresche, per il foraggio
di molti animali. Unaltra materia prima era il bitume, particolarmente abbondante nella regione di Hit (medio Eufrate,
antica Madga), in due tipi principali, il bitume liquido,
propriamente bitume del dio (acquatico) Ea e il bitume
secco (cfr. Stol 2012): i suoi principali impieghi erano per
calafatare le imbarcazioni e, unito a mattoni per fare solide
e impermeabili strutture architettoniche per opere idrauliche
(Postgate 1992, pp. 177-178), e poteva essere utilizzato per la
manifattura di oggetti sia di uso comune, sia artistici.
Unattivit molto importante per leconomia della regione
e per lalimentazione della popolazione, considerando che
per buona parte di essa la carne era un prodotto di consumo eccezionale, era la pesca, organizzata dallamministrazione provinciale in gruppi di pescatori che variavano di
norma da 2 a 20: costoro dovevano procacciare, oltre a vari
pesci di acqua dolce altre creature acquatiche, come le tartarughe, e lolio di pesce, prodotto impiegato anche nella
costruzione e riparazione di navi (Englund 1990).
15
doveva fornire allamminiOgni settore provinciale
strazione centrale una serie di tributi. Di gran lunga il pi

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importante di essi era il bala,16 che possiamo rendere con


rotazione poich nellambito di un anno, a turno, questo
tributo era fornito da una provincia. La pi ricca ed estesa,
e quindi la pi tassata, era quella di G-L cui potevano toccare tre mesi di pagamento per un anno,17 mentre la media era di 1 mese (cos Umma) e alle province pi piccole
toccava mezzo mese. I beni forniti riguardavano quelli per
cui ogni provincia era specializzata, e a G-L e a Umma il
carico pi pesante era costituito dai cereali.18 Altri beni che
sono forniti dalla tassa-bala di G-L sono prodotti cerealicoli
(farina, pani, crusca) e legno (salice), canne, essenze, contenitori (Sharlach 2004, pp. 327-329), e di Umma soprattutto
canne, e poi legno e manufatti di legno, manufatti di pellame, bitume, sale (Sharlach 2004, pp. 319-320). Lentit di
queste forniture era basato, in percentuale, con ogni probabilit, non sul raccolto effettivo, ma su quello previsto. Questi beni, portati da imbarcazioni, raggiungevano non solo la
capitale Ur, ma anche la citt santa di Nippur.
Per quanto riguarda laltro importante settore primario
delleconomia neo-sumerica, lallevamento,19 una prova della
sua importanza viene dallistituzione del centro di PuzriDagan, moderna Drehem, una decina di chilometri a SE di
Nippur. Le responsabilit del nuovo centro, che ampliavano
quelle di un centro precedente, consistevano nel gestire la
raccolta delle imposte in bestiame del regno e garantire lapprovvigionamento di animali ai templi di Nippur e, poi, di
Ur e Uruk, oltre che delle cucine per lesercito. Ogni mutamento nello stato fisico o contabile degli animali interessati
(bovini, ovini, caprini, e in misura minore cervidi, equidi,
maiali, cani, volatili) era registrato nella documentazione di
Drehem, con altri testi che registravano lorzo impiegato per
il nutrimento degli animali e il pagamento dei loro addetti,
il trattamento del pellame, la consegna di latte e lana. Per
avere unidea del movimento di bestiame registrato in questo archivio sar sufficiente notare che in una tavoletta che
riguarda gli ultimi 5 anni del regno di ulgi sono menzionati 28.601 bovini, 347.394 ovini, 3.329 equidi, 3.880 gazzelle, 457 orsi (Sigrist 1992, pp. 33-34). Tuttavia, probabile
che buona parte di questi animali non raggiungessero fisicamente Puzri-Dagan per essere ivi ingrassati e da l avviati
alla loro destinazione finale, ma fossero solo registrati.
Parte dellallevamento era gestito dalle singole province,
principalmente sulla base di accordi che mettevano questo capitale vivente a disposizione di bovari o pastori: per le man-

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drie, quello che lamministrazione richiedeva era di ricevere


annualmente un gruppo di animali aumentato di un vitello
ogni due vacche adulte e una quantit di derivati dal latte
equivalenti a 5 sla di burro (-nun) e a 7,5 sla di formaggio secco (ga-HAR) o prodotto equivalente (ricavabili
da 100 litri di latte ingiallito (ga-ex(SIG7)-a) (cfr. Englund
2012, p. 447), ovvero il loro corrispondente in argento.20 Gli
stessi criteri valevano per le greggi con un piccolo ogni due
femmine adulte e quantit fisse di burro, formaggio e
inoltre di vari tipi di lana, in riferimento alle varie razze, con
la quantit standard di 1,8 mina (= ca. 1 kg.) per pecora, e di
peli di capra (SET, p. 130). La carne di bovini e ovini finiva
nell-muhaldim, cucina, e aveva tre principali destinatari: i
templi degli di, la corte reale e i soldati, sia stazionati nelle
guarnigioni, sia di ritorno da una spedizione (Lafont 2009,
pp. 5-6). Per la tassazione bala, le province fornivano anche
bestiame grosso e minuto. Per lammontare di queste elargizioni a Umma, si pu fare riferimento alle cifre massime di
zi-ga bala, prelevamento per il bala (annuale) per un anno,
che equivalgono a 169 bovini e 2.153 ovini (Owen 1982, pp.
37-39, Y), mentre le forniture annuali di G-L sono di molto
maggiori: 408 bovini e 5.537 ovini (Sharlach 2004, p. 132).
Un altro importante contributo alla fornitura di animali
alla corona veniva dal succitato ma-da. In questa regione,
che contava circa un centinaio di insediamenti ed era sotto il
controllo del sukkal-mah Arad-Nanna, la pi alta carica dello
stato dopo il re, dovevano essere insediate numerose colonie
militari, i cui componenti, con gli ufficiali che venivano dalla
Babilonia e i soldati in gran parte autoctoni, versavano allo
stato animali secondo il loro grado e, quindi, in rapporto ai
terreni o al bestiame dei quali erano beneficiari: tale tassa,
denominata g-un ma-da, tassa del ma-da, andava dai 10
buoi e 100 ovini di norma versati annualmente dallo agina,
il comandante di una colonia militare, ai 2 buoi e 20 pecore
o alla met pagati da due diverse categorie di nu-bnda. Gli
ufficiali inferiori (ugula dei 60) e i soldati (ren) contribuivano congiuntamente con quote molto inferiori. Sullimportanza del contributo del ma-da da notare che nellanno
di IS 3, allorch il controllo di Ur sul ma-da venne completamente meno, cess di esistere anche il centro di Drehem,
la cui contabilit regolare si arresta alla fine di IS 2 (Lafont
1995, p. 7). Altri arrivi di animali, anche in grandi quantit,
ma ovviamente senza alcuna regolarit, erano prodotti dal
bottino (nam-ra-ak) delle spedizioni militari.21

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Lallevamento di bestiame minuto fornisce il prodotto per


la pi importante attivit industriale della societ neo-sumerica, pianificata con grande cura dallo stato, la produzione
tessile. Questa forniva le vesti impiegate come offerte agli
di, come prodotti di lusso per le classi pi elevate, come
doni per centri politici alleati, e anche nellambito dello stipendio dei lavoratori di ogni grado (nella misura di un vestito allanno, in alternativa a 4 mine di lana), ma soprattutto
i tessili costituivano il principale bene di esportazione, a motivo dellottimo rapporto peso/valore. La documentazione
amministrativa permette di seguire tutte le fasi della lavorazione di enormi quantit di lana grezza (il lino era di impiego molto pi raro), cominciando dalla scelta e dalla classificazione del prodotto in cinque gradi di qualit, alla prima
pulizia, alla pettinatura, alla filatura, alla tessitura, alla seconda lavatura, al restringimento e allispessimento mediante
sali alcalini ottenuti da ceneri di piante (naga) e gesso, con
ogni fase controllata da ispettori specializzati (Verderame,
Spada 2013; cfr. Adams 2006, pp. 164-165). Stabilimenti
di tessitura (-u-bar) nelle quali questa attivit si svolgeva,
erano presenti in molti centri, in particolare per la provincia
di G-L, dove il personale femminile impiegato nella tessitura
sembra raggiungesse le 15.000 unit, e nella capitale Ur, con
un numero di non molto inferiore (13.200: Waetzoldt 1972,
p. 106),22 tra donne libere, schiave e prigioniere di guerra.23
Il sistema finanziario mesopotamico potrebbe essere considerato basato su un bimetallismo, che per il periodo neosumerico, come per molti altri, rappresentato da orzo/
argento, il primo con il vantaggio di essere di produzione
locale e di facile disponibilit, il secondo di impiego pi facile e ingombro molto minore.24 Anche largento era fornito dallamministrazione provinciale alla corona e tra i testi
che registrano questo passaggio di gran lunga i pi ricchi di
dati sono i bilanci annuali. Ne conosciamo tre (DAgostino,
Pomponio 2005; DAgostino, Pomponio 2014), che coprono
un triennio consecutivo (S 8-IS 1). Nella prima sezione dei
bilanci sono elencate le entrate che riceve lamministrazione
provinciale di Umma, nella seconda le uscite, in parte spese
nellambito della provincia, e in parte destinate alle capitali di
Ur e Nippur. In tutti i tre testi il bilancio si conclude in deficit, e questo ammanco riportato, come ultima voce tra le
entrate, nella compilazione del bilancio dellanno successivo.
Le entrate comprendono: 1)il contributo che devono
pagare i beneficiari dei campi per i lavori agricoli, in primo

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luogo, lirrigazione, di cui il terreno usufruiva, compiuti


dallamministrazione centrale; 2)una consegna dei mercanti, forse la restituzione della somma da loro ricevuta e
non spesa; 3)una consegna del governatore, non motivata,
forse anchessa un rimborso; 4)argento ricavato da vari
beni (orzo, ovini, sale, erba-gazi, farina, pesci, bitume, datteri, mele, lana, penne di uccelli), forse tasse di vendite private; 5)rimborsi in argento di beni (orzo, buoi, ovini e capretti, burro, canne, lavoro, lavoro del bala), che non sono
stati forniti nella misura stabilita da un contratto; 6) argento
messo in relazione con nomi di individui senza alcunaltra
specificazione, forse anchesse tasse di transazioni private.
Quanto alle spese, esse possono essere divise in due
gruppi, spese prestabilite e altre motivate da eventi imprevisti. Alle prime appartengono: 1)argento per anelli da
naso per buoi per le feste di Ur e piccoli anelli, forse come
una forma di tesaurizzazione; 2)quantit di oro rosso, in
rapporto di 15:1 con argento per unofferta m-da-re-a al
re, per alcune feste; 3) due quantit di argento per lo stendardo del Gu-edena in Umma e in Apisal, probabilmente
rinnovati in occasione della Festa dellAnno Nuovo; 4)argento per i mercanti, come vedremo pi sotto.25 Alle spese
eccezionali ad es. appartengono per il bilancio di S 9 un
dono a due funzionari in occasione dellintroduzione della
statua del re u-Sn rispettivamente in due templi, e un
dono a un messaggero per la notizia che il nuovo re Ibbi-Sn
asceso al trono.
La documentazione amministrativo-economica del periodo neo-sumerico costituita principalmente da registrazioni di attivit svolte allinterno o in relazione con le amministrazioni palatine e templari. Labbondanza e il dettaglio
di questo tipo di fonti ha prodotto una visione parziale e
fuorviante, dominata da uno stato burocratizzato e centralizzato, che controlla tutti i settori delleconomia. Tale visione
deve probabilmente essere ridimensionata alla luce di un
approccio critico e maturo alle fonti. Cos, ora si ammette
che in periodo neo-sumerico esisteva un vitale e florido settore privato (Garfinkle 2008; Garfinkle 2012, passim), anche
se probabilmente persino la pi piccola household pubblica
disponeva di risorse superiori a quella del pi fortunato imprenditore privato.
Un aspetto molto dibattuto nellambito della propriet
privata26 se di essa potessero far parte appezzamenti di terreno cerealicolo. La risposta negativa si basa su un argumen-

Leconomia neo-sumerica

37

tum ex silentio, cio sullassenza di contratti che registrano


trasferimenti di propriet di lotti di terreno agricolo,27 e anche di accenni a essi nei verdetti di-til-la.28 Tuttavia, vi sono
alcuni dati, provenienti dalla parte meridionale dello stato
(cfr. supra, n. 26 e infra, n. 33), per i quali la spiegazione pi
verosimile che, almeno in situazioni particolari, il terreno
cerealicolo potesse effettivamente divenire propriet privata.
E anche da considerare che il campo di approvvigionamento, che era concesso a numerose categorie di lavoratori e funzionari in luogo del salario,29 se non poteva essere
alienato, poteva essere ereditato, ovviamente se lerede era in
grado di svolgere la stessa funzione del precedente possessore, trasferito e anche concesso come garanzia per il creditore, che in caso di debito non pagato finiva per esserne leffettivo beneficiario (cfr. Pomponio 2013b, pp. 33-34).
Le maggiori informazioni sul settore privato vengono dagli archivi di alcuni imprenditori. Il pi cospicuo di questi
archivi quello del succitato SI.A-a (cfr. Garfinkle 2012,
cap. 5), la cui attivit originale, e quella della sua famiglia,
riguardava lallevamento, ed egli, alla pari di due dei suoi
quattro fratelli, e come gi suo padre, raggiunse la carica di
na-gada, capo pastore.30 Successivamente, egli si interess
di agricoltura e trasse da unintensa attivit di prestiti la possibilit di estendere grandemente le sue risorse, procurandosi sempre nuova terra da coltivare e sempre pi lavoratori
per coltivarla in una spirale che dur circa 30 anni. La sua
cinquantina di contratti di prestito sinora editi riguardano
argento, orzo e lana e avevano diversi tipi di interesse, anche in qualche caso a interesse zero o anticretici, cio il debitore si impegnava a fornire, in luogo dellinteresse, lavoro,
soprattutto per la mietitura, ma in un caso come carpentiere
(Garfinkle 2012, pp. 42ss.). I suoi debitori spesso appartenevano allamministrazione provinciale o alle gerarchie militari.
Una prova del suo successo che la sua attivit superava i
limiti della sua sede, qualunque essa fosse (certamente nella
Babilonia settentrionale). Altri 13 testi di SI.A-a sono ricevute, nelle quali egli il fornitore di argento, orzo, farina,
lana e un capro, a volte anche a membri della propria famiglia in forma di prestito per sostenere, ma anche trarre
profitto, dalle attivit commerciali del suo gruppo. Infine, vi
sono 10 contratti per lacquisto complessivo di 4 donne, 3
uomini, 3 SAR di terreno non coltivato e di un asino, in uno
solo dei quali SI.A-a il venditore, e non il compratore, e
un documento stabilisce la disponibilit di una quantit di

38

Francesco Pomponio e Lorenzo Verderame

orzo, 30 gur, ratificata dal sigillo di SI.A-a, la quantit pi


alta registrata in una tavoletta di questo archivio (Garfinkle
2012, pp. 67-68).
Se quello del settentrionale SI.A-a larchivio pi numeroso, deve essere notato che la grande maggioranza dei
documenti che mostrano di possedere un carattere privato
(contratti di compravendita e di prestito) sono stati rinvenuti
a Nippur. Si tratta di pi del 90% dei contratti di prestito
neo-sumerici, che complessivamente superano i seicento documentimentre sono rari quelli che provengono dalle altre
citt dellimpero (Ur, Laga, Umma) o da Drehem e quasi
il 50% dei contratti di compravendita. Ci potrebbe dipendere dal fatto che Nippur, per il suo status di citt santa del
regno, era divenuta un centro finanziario e affaristico, ma
Nippur anche lunica provincia dellimpero che ha fornito
tavolette che provengono da abitazioni private: cos si pu
ritenere che la situazione di Nippur non fosse differente da
quella degli altri centri babilonesi.31
Molto superiore era certo il livello delle finanze private
dei governatori di G-L e di Umma. Costoro, come tutti gli
ren di alto grado, possedevano campi di approvvigionamento (aa5-uku), la cui estensione complessiva non ci
nota, ma certo era cospicua. ovvio che tutto quello che
apparteneva alla voce uku tornava allamministrazione provinciale, allorch il governatore moriva o usciva dalla sua carica, ma lenorme quantit di beni derivati dallo sfruttamento
di quei campi, e che non sappiamo che forma assumesse,
per non parlare delle rendite di altre risorse (argento, capi
di bestiame), doveva entrare a far parte del suo patrimonio
personale. E ci deve valere anche per le altre pi alte cariche, in primo luogo sanga e abra. Interessanti informazioni vengono dai registri dei patrimoni di tre sanga (Dudu,
Lugal-Suluhu e Ur-Bau), che sembrano essere stati anche
figli del governatore Ur-Lama di G-L. Queste tavolette, che
dovrebbero essere state redatte nel mezzo di AS 2, circa un
anno prima che Ur-Lama abbandonasse la sua carica,32 definiscono i beni in questione come -dul-la o n-gur11, propriet, degli alti funzionari in questione. Essi comprendono
decine di schiavi, molte decine di buoi e centinaia di pecore,
appezzamenti di giardini, manufatti di bronzo e rame, grandi
quantit di cereali e di lana, vari beni alimentari, alcune barche, molte decine di vesti, mobili e utensili di pietra, e anche
una barchetta di argento, ma non campi cerealicoli. A parere
di Maekawa (1996, pp. 117-118), questi inventari erano stati

Leconomia neo-sumerica

39

redatti al fine di una confisca, significato che egli attribuisce


al succitato -dul-la, e i funzionari in questione sarebbero
stati non solo rimossi dalle loro cariche, ma anche giustiziati.
Di contro, secondo Heimpel (1997, pp. 80-82), i testi in questione rappresenterebbero un rendiconto di quanto i funzionari possedevano al momento della loro normale uscita dalla
carica, ed -dul-la tradotto come cessazione. La prima
ipotesi sembra la pi verosimile: la contemporanea decadenza da tre delle pi importanti cariche amministrative di
una provincia, che riguardava tre fratelli33 non era una prassi
normale, n si comprende perch patrimoni personali, fatti
per lo pi da beni mobili, dovessero essere registrati dallo
stato. C da segnalare qualche altra particolarit: ad es., al
momento dellinventario molti dei servi risultano fuggiti o
irreperibili (cfr. Maekawa 1996, p. 117). Resta, di contro,
la stranezza del fatto che il loro padre abbia continuato, almeno per molti mesi, a esercitare la suprema carica della
provincia mentre tre dei suoi figli erano cos brutalmente eliminati dal potere e forse dalla vita.
Naturalmente solo pochi funzionari avevano la possibilit
di procurarsi patrimoni di questa entit.34 Un diverso quadro fornito dal testo BM 19972 (Waetzoldt, Sigrist 1993,
pp. 271-280), che si compone di 10 sezioni, ognuna delle
quali elenca nellordine una quantit di orzo, lespressione
-bi-ta, da cui, una casa di vaste dimensioni (da m2 108
a m2 180), vari beni e il nome di un funzionario. Tra i beni
in questione ricorrono sempre letti, sedie, pietre da macina
e in qualche caso una tavola, un contenitore di bitume, una
scala; in pi, in ogni sezione del testo citata la moglie del
funzionario, in quattro casi una o pi figlie, e ancora in
una 2 schiave e 1 schiavo e in una 10 ovini. Dopo la decima sezione del testo sono citati tre funzionari, al cui cospetto i dieci sopra elencati avevano prestato un giuramento,
con ogni probabilit che i beni elencati (famigliari compresi)
rappresentavano tutto il loro patrimonio.
La spiegazione di questo documento viene dai contratti
che lamministrazione provinciale stipulava con i suoi ufficiali, fornendo loro dei beni35 e impegnandoli a compiere
determinate operazioni: qualche esempio lo abbiamo sopra
menzionato a riguardo di mandrie e greggi. Poteva accadere,
e accadeva spesso, che il funzionario non fosse in grado di
assolvere pienamente al suo compito: in questi casi il deficit era inserito nellanalogo contratto stabilito per lanno seguente, nellaspettativa che egli fosse questa volta non solo

40

Francesco Pomponio e Lorenzo Verderame

capace di assolvere pienamente il suo compito, ma anche


di colmare il deficit accumulato. Ma che cosa avveniva se,
anno dopo anno, il deficit si accresceva o se il funzionario
per qualunque motivo non poteva continuare a impegnarsi
con lamministrazione provinciale? Se egli aveva accumulato
una certa quantit di argento o orzo, pagava con questa; altrimenti, la soluzione data dal testo succitato: egli pagava
con la cessione della casa e dei suoi mobili e con la libert
dei suoi famigliari, che entravano, insieme ai suoi schiavi, a
far parte dei lavoratori dello stato.36 Ma, da un calcolo del
valore in argento di queste propriet, in molti dei casi descritti in BM 19972, nemmeno questo sacrificio sarebbe
stato sufficiente ed possibile che lo sfortunato funzionario
abbia dovuto rinunziare anche alla sua personale libert.
A parte i drammi personali, i sontuosi inventari del patrimonio dei sanga di G-L e i poveri beni registrati in BM
19972, pongono un altro problema: da dove provenivano
tutti quei manufatti in metallo, legno e pietra? Certo, tra gli
ren al servizio dellamministrazione provinciale e reale vi
erano carpentieri, fabbri, lapicidi e orafi, come anche cuoiai, vasai e cestai. Non siamo informati con precisione sulle
varie fasi della loro attivit, ma questi artigiani dovevano essere dislocati presso le varie households dellamministrazione
provinciale e centrale per soddisfare le esigenze di queste
con le rispettive competenze. Secondo Steinkeller 1996, a
riguardo dei vasai, questi artigiani lavoravano per lamministrazione provinciale o statale per mezzanno, cio per 15
giorni al mese, e per questo periodo erano pagati. I giorni
restanti li dedicavano a unattivit privata, utilizzando i propri mezzi di produzione e, quindi, portando al mercato i
propri manufatti. Questa ricostruzione naturalmente ipotetica, perch in testi economici abbiamo frequente menzione
di argento ricavato dal(la vendita di) sale, liquirizia, pesce,
sesamo, mele, fichi, ma non di manufatti.37 Ammettendola,
resta il problema di sapere in che misura queste vendite fossero tassate. E, a riguardo di altre attivit, ad es. che cosa
dire delle parcelle del medico, di cui parla il Codice di UrNamma (Civil 2011, p. 250, D2-5)? Se egli era tutto il
tempo al servizio e a pagamento dellamministrazione provinciale o statale, queste parcelle facevano parte del suo salario o erano versate dal paziente? E se il medico lo era per
soli 15 giorni al mese, il paziente pagava solo nel periodo
in cui svolgeva attivit libera? E, ancora una volta, quanto
dellargento di queste parcelle era tassato? Certo possibile

Leconomia neo-sumerica

41

che lamministrazione provinciale lasciasse ad artigiani e a


medici, con il consenso alla loro attivit libera, anche quello
a incamerare quanto potevano durante questo periodo senza
versare alcun tributo, cos come lautorizzazione ai forestali di Umma di sfruttare a loro vantaggio le risorse arboree ed erbacee dei 30 boschetti rivieraschi nei sei mesi nei
quali erano liberi dal servizio, come suppone Steinkeller
(1987b), eppure questa liberalit sembra contrastare con le
spietate regole di altre situazioni sopra esaminate.
Passando allattivit del commercio, la documentazione
non permette di procedere a una sua analisi complessiva per
il periodo neo-sumerico. Il quadro che possibile delineare,
utilizzando le fonti disponibili, , infatti, limitato agli scambi
condotti per o in concomitanza con le necessit delle grandi
istituzioni, il cui principale interesse il procacciamento di
materie prime e manufatti semilavorati o lavorati per le necessit delle lites. Queste importazioni costituivano certo
importanti attivit commerciali, ma rappresentavano solo una
parte di un complesso di attivit di scambi, la maggior parte
dei quali resta sconosciuta.38 La Mesopotamia una piana
alluvionale in cui sono assenti metalli (oro, argento, stagno,
rame), pietre semi-preziose (lapislazzulo e cornalina), pietre
da costruzione e alberi da alto fusto. Sebbene la necessit
e lingegno abbiano portato a una serie di soluzioni tecnologiche per ovviare in parte a queste carenze,39 le esigenze
celebrative delle lites e in particolare i fattori prezioso e
durevole necessitavano di materie dure e pregiate.40
A parte vari prodotti esotici, ad es. lavorio, sono metalli,
pietre e legname a essere al centro degli interessi per la fabbricazione di gioielli, monumenti celebrativi (statue e steli),
arredi sacri e parti di templi (cfr. Pettinato 1972). Le imprese degli di41 fondano miticamente la natura e il corso di
questo flusso di beni dalla periferia verso la Mesopotamia;
i re, a loro volta, celebrano la fornitura di materie prime
come prova della benevolenza divina e della potenza del
loro stato: cos, le iscrizioni reali commemorano larrivo di
diorite per la fabbricazione di statue e di cedri per la costruzione dei portali di templi e palazzi. A fianco dellaspetto
ideologico e celebrativo di questo flusso di beni, la politica
estera dei re mostra un interesse costante al controllo delle
rotte carovaniere e dei loro sbocchi, attraverso e oltre il succitato ma-da.
I principali contraenti commerciali dello stato neo-sumerico sono il trinomio Dilmun, Magan e Meluhha. I tre

42

Francesco Pomponio e Lorenzo Verderame

nomi, che nel corso della storia della Mesopotamia identificheranno entit geografiche differenti, in questo periodo
si riferirebbero rispettivamente alle isole Bahrain e alle zone
costiere dellOman e della Valle dellIndo. Unaltra area
di enorme importanza per la Mesopotamia larea interna
dellaltopiano iranico dove coesistono diverse formazioni politiche (Anan, imaki, Marhai): con le due prime, le sole
confinanti, al contempo pericolosi vicini e invitanti fonti di
approvvigionamento di materie prime, lo stato neo-sumerico
intrattiene rapporti ambivalenti: le relazioni vanno dai rapporti diplomatici, compresi matrimoni dinastici, allo scontro
aperto. La difficile natura della relazione tra le due aree, che
si protrarr per quasi tre millenni, illustrata, ad es., dai poemi epici dei re di Uruk (Enmerkar, Lugalbanda, Gilgame)
le cui gesta hanno spesso per scenario laltipiano montuoso
orientale. In particolare Enmerkar e il signore di Aratta
(cfr. Vanstiphout 2003, pp. 49-96) ha per tema le relazioni
di scambi e di conflitto tra il re di Uruk e il re della citt di
Aratta, forse da identificare con la moderna Shahr-i Sokhta
(estremit orientale dellIran).
I testi cuneiformi, sebbene offrano una visione di questo
flusso di beni sempre stimolato dalliniziativa babilonese,
narrano di merci portate dai nomadi o dellattracco delle
navi di Dilmun, Magan, Meluhha ai porti delle citt sumeriche.42 quindi lecito pensare che in molti casi fossero i
mercanti stranieri a inviare le proprie merci in Babilonia e
addirittura che questultima fosse solo il tratto terminale,
o uno dei vari sbocchi, di una rete commerciale molto pi
vasta. Si pu anche ritenere che esistessero insediamenti
commerciali di mercanti stranieri presso i principali centri
mesopotamici non diversamente dalle posteriori colonie
commerciali paleo-assire in Anatolia come indicherebbero
i sigilli e altri oggetti della Valle dellIndo rinvenuti durante
i sondaggi di scavo del porto della capitale Ur, Diqdiqqeh.
Ovviamente, laltro aspetto del commercio quello delle
esportazioni. A questo riguardo, spesso si parlato di esportazioni invisibili, sia perch di natura deteriorabile, sia perch sparse su un territorio assai vasto, sia perch omesse per
ragioni ideologiche: ammettere contraccambi di valore equivalente avrebbe implicato il riconoscimento di centri politici
di pari potenza, sovvertendo lintera struttura centralizzata
delluniverso, la preminenza del dio cittadino, la potenza
del re, la contrapposizione tra centro civile e periferia barbara. Oltre ad argilla e canne, lunico prodotto presente in

Leconomia neo-sumerica

43

qualit rilevante nel suolo babilonese sono i cereali, tuttavia


di non agevole esportazione, dato il rapporto non favorevole
tra peso/ingombro e valore. Probabilmente, come in periodi
precedenti e successivi, la parte pi rilevante di queste esportazioni doveva essere rappresentata dai prodotti artigianali,
frutto della lavorazione di beni locali, in primo luogo i tessili.
Le normali attivit commerciali ed economiche registrate
nei documenti amministrativi sono connesse al dam-gr,
un termine la cui pi comune traduzione quella di mercante (cfr. Gledhill, Larsen 1982, p. 206; Garfinkle 2012,
9, p. 3). I mercanti svolgevano la loro attivit a livello familiare, ma una o pi famiglie potevano avere il controllo
o responsabilit di unintera citt. La loro relazione con le
grandi istituzioni ambivalente.43 Ai mercanti spettava la
gestione dei traffici sia verso lestero per procacciare quei
beni di cui necessitavano le grandi istituzioni, sia verso le altre province dello stato. Questa attivit registrata ad es.,
nei loro bilanci annuali, dei quali ci pervenuto un corpus
di una cinquantina di testi da Umma (cfr. Mander, Notizia
2009, pp. 81-82;44 Englund 2012, pp. 438-445). Questi documenti si compongono di due sezioni: il capitale a disposizione del mercante, costituito da una quantit di argento
unita ad altri beni di consumo prodotti dalla provincia
(orzo, frumento, pesci, datteri, fichi, lana, pellami), dei quali
indicato il valore in argento;45 le spese intese a procurare
beni non reperibili, almeno in quel periodo, nellambito
della provincia (bestiame, essenze, bitume, legname, gesso,
argille, lana, sale, miele).46 Il bilancio era concluso dal confronto tra quanto era stato ricevuto e quanto speso dal mercante: se vi era un disavanzo positivo, questa rimanenza andava restituita allamministrazione provinciale che aveva fornito argento e beni; il disavanzo negativo (diri) sarebbe stato
addebitato nel bilancio dellanno successivo.47
Quella su descritta costituiva solo una delle attivit che
i mercanti svolgevano per le grandi istituzioni: loro erano,
ad es., responsabili della riscossione a livello cittadino della
tassa bala dovuta alla corona e che costituiva, come su visto, la principale fonte di entrata per lo stato. In generale,
un mercante poteva essere coinvolto in vari tipi di attivit,
con istituzioni pubbliche, con gruppi di lavoratori e con
altri imprenditori privati. Siffatta pluralit di interessi riscontrabile ad esempio, nellarchivio di Ur-Nusku (Garfinkle
2012, cap. 7), il capo di 10 mercanti nella citt santa di
Nippur:48 questi aveva rapporti con unazienda tessile del

44

Francesco Pomponio e Lorenzo Verderame

tempio del re divinizzato ulgi a Nippur, che riceveva da


Ur-Nusku cereali, metalli, miele e resine e soprattutto grandi
quantit di argento, evidentemente per la vendita della sua
produzione di tessili; muoveva grandi quantit di rame e di
bronzo; curava i rapporti tra lamministrazione provinciale
e unorganizzazione di tagliatori di canne, ricevendo queste
dai secondi e fornendo loro quantit di cereali. Il ricavato
da queste e similari attivit era investito nei prestiti, anche a
favore dei membri della propria famiglia o di altri mercanti,
probabilmente per promuovere le attivit di scambio, e in
operazioni di compravendita.
Buona parte di quanto prodotto dalle risorse su elencate,
sotto forma di quantit di argento, oro,49 altri metalli, legname pregiato, di manufatti spesso pluri-materici (gioielli,
contenitori, armi, mobili, suppellettili) e di tessili, si concentrava nei tesori reali, collocati nella capitale Ur e in PuzriDagan, sede di un palazzo reale. Larchivio di Puzri-Dagan,
oltre alle succitate circa 20.000 tavolette che registravano
animali, i loro sotto-prodotti e il loro mantenimento, ne ha
conservati circa 220 che riguardano il tesoro dello stato e
una sessantina per lattivit di un calzaturificio. I testi del
tesoro per lo pi registrano assegnazioni a divinit, membri
della famiglia reale, alti funzionari e inviati di stati stranieri.
Il manufatto che ricorre pi spesso il har, spirale pi
che anello, perch come notato da Powell 1978 a riguardo
di esso nei testi di Ur, questo oggetto, per lo pi di argento,
a volte in oro, bronzo o rame, non era un gioiello, ma un
mezzo per accumulare metallo in un modo conveniente per
utilizzarlo per operazioni finanziarie, staccandone un pezzo
e pesandolo, o per fonderlo per fabbricare altri oggetti.50 Il
tesoro di Puzri-Dagan probabilmente fu trasferito a Ur in
IS 2-3, quando i suoi archivi cessarono di esistere (Paoletti
2012). Successivamente, buona parte del metallo tesaurizzato
nella capitale fu impiegato per acquistare cereali di cui ci
che restava dello stato neo-sumerico (Ur e il territorio immediatamente circostante) era drammaticamente privo: un
testo amministrativo di Ur (UET, 3, p. 702) elenca enormi
quantit di metallo (pi di 36 mine di oro di vario tipo; 2
talenti, 13 mine e 57 sicli di argento pi bronzo e rame) registrati come: oro, argento, bronzo, rame, il loro peso in
oggetti, che sono usciti dai templi degli di e dalle singole
cappelle, come prezzo (di orzo) per Isin.51 Ma, a parte
questi enormi tesori, i centri religiosi e anche i centri civili
di ogni citt dovevano avere depositi di beni sia preziosi, sia

Leconomia neo-sumerica

45

alimentari. Ad es., abbiamo da Irisagrig alcuni inventari di


oggetti di metallo, pietre semipreziose e legname, conservati
nelle sacrestie di vari templi sia in questa citt sia in altre
vicine: tra loro sono annoverati soprattutto contenitori, e poi
le solite spirali di argento, oro, stagno e rame, gioielli, utensili decorativi, sigilli, scettri e armi (Owen 2013c).52
Quel che rimaneva del tesoro di Ur divenne preda degli
Elamiti, quando presero la citt, rifacendosi cos del saccheggio del tesoro della loro capitale Anan circa mezzo secolo prima. Lultimo re, Ibbi-Sn, mor durante la deportazione nelle montagne orientali.
Francesco Pomponio, Universit degli Studi di Messina
Lorenzo Verderame, Sapienza Universit degli Studi di
Roma
Abbreviazioni
AfO:
AoF:
AOS:
ASJ:
AuOr:
BAIAS:

Archiv fr Orientforschung (Wien)


Altorientalische Forschungen (Berlin)
American Oriental Series (New Haven)
Acta Sumerologica, Japan (Hiroshima)
Aula Orientalis (Barcelona)
Bulletin of the Anglo-Israel Archeological Society (Jerusalem)
BiOr: Bibliotheca Orientalis (Leiden)
BPOA: Biblioteca del Prximo Oriente Antiguo (Madrid)
CDLJ: Cuneiform Digital Library Journal
CUSAS: Cornell University Studies in Assyriology and Sumerology
(Bethesda)
JCS: Journal of Cuneiform Studies (Atlanta)
JESHO: Journal of the Economic and Social History of the Orient
(Leiden)
JNES: Journal of Near Eastern Studies (Chicago)
MVN: Materiali per il vocabolario neosumerico (Roma)
NABU: Nouvelles Assyriologiques Brves et Utilitaires (Paris)
Or.: Orientalia (Nova Series) (Roma)
RA:
Revue dAssyriologie et dArchologie Orientale (Paris)
RlA: 
Reallexikon der Assyriologie und Vorderasiatischen Archologie (Berlin-New York)
RSE: Rivista di storia economica (Roma)
SEL: 
Studi epigrafici e linguistici sul Vicino Oriente Antico
(Verona)
SET: T.B. Jones, J.W. Snyder, Sumerian Economic Texts from
the Third Ur Dynasty, Minneapolis, 1961

46

Francesco Pomponio e Lorenzo Verderame

UET 3: L. Legrain, Business Documents of the Third Dynasty of


Ur, Ur Excavation Texts, 3, London
ZA: Zeitschrift fr Assyriologie und Vorderasiatische Archologie (Berlin-New York)
Per precedenti studi sulleconomia neo-sumerica, ma dedicati soprattutto allimpiego in essa dellargento, cfr. Pomponio 2003; Mander, Notizia 2009. Per i sistemi di misure mesopotamiche si notino le seguenti equivalenze: per le misure
di peso: 1 mina (ma-na) = ca. 500 grammi, 1 talento (g) = 60 mine, 1 mina =
60 sicli (gn), 1 siclo = 180 grani (e); per gli aridi (cereali, farina, etc.): 1 sla,
ciotola = ca. 1 litro, 1 gur = 300 sla; per le aree: 1 iku, campo = 3.600 m2,
1 br = 18 iku = 0,648 ha., 1 SAR = 1/100 di iku = 36 m2.
2
Nel presente articolo sono impiegate le seguenti abbreviazioni: AS: Amar-Suena;
IS: Ibbi-Sn; : ulgi; S: u-Sn, che, seguiti da un numero, indicano lanno di
regno dei vari sovrani. Inoltre, G-L indica la provincia di Girsu e Laga. Per un
diverso rapporto di parentela tra gli ultimi tre re della dinastia, con ulgi e tra
di loro, vedi da ultimo le innovative proposte di Michalowski 2013.
3
Alla cronologia tradizionale per il periodo neo-sumerico (2112-2004 a.C.) preferiamo quella che, sulla base di due omina, aggancerebbe due importanti eventi
(la morte del vecchio ulgi a causa di un colpo di stato di suo figlio e la distruzione di Ur da parte degli Elamiti) a due eclissi lunari complete e ben visibili
nella Babilonia meridionale, rispettivamente quella del 23 Luglio 2094 a.C. e
del 13 Aprile 2052 a.C.
4
Per agricoltura intendiamo principalmente la cerealicoltura, o meglio ancora
lorzocultura. Dei tre principali tipi di cereali (orzo, dicocco e frumento) almeno
in tempi storici, lorzo ebbe una diffusione di gran lunga pi ampia per diversi
fattori: la sua maggiore resistenza alla ruggine, ad altre malattie e alla salinizzazione, la sua necessit di una minore quantit dacqua, il minor tempo per venire a maturazione, e quindi di rimanere esposto a predatori forniti o no di ali.
5
Considerando che, a parte qualche piccolo gruppo di tavolette, gli altri testi
neo-sumerici provengono da Nippur, dal vicino centro di redistribuzione di
Drehem, da Garana, distretto reale nella provincia di Umma, e da Ur, pressoch nessuna informazione abbiamo su tutta la parte settentrionale dello stato
(Accad, valle del Diyala).
6
Diversamente Garfinkle (2008, p. 60) che vede un limite a questo modello nella
sopravvivenza di reti regionali di potere, rappresentati dalle households controllate dal governatore provinciale, e assegna invece il perfetto modello patrimoniale al successivo periodo paleo-babilonese.
7
Alle donne spettava un ingaggio di 3 sla al giorno (cfr. Adams 2010, pp. 3-4):
pur ammettendo che le donne ingaggiate usufruissero di 6 giorni di vacanza al
mese come di norma quelle salariate, se loro avessero lavorato tutti i restanti
giorni del mese, avrebbero ricevuto una quantit di orzo (24x3 = 72 sla), nettamente superiore a quelle delle donne salariate (40), e anche superiore alla media degli uomini (60). In generale stato stabilito (cfr. Englund 2012, p. 432)
che questi lavoratori ingaggiati ricevessero un pagamento triplo rispetto a quelli
salariati, ma senza alcuna garanzia per quando erano malati o una quota minore
di lavoro per let avanzata.
8
Ad es., i grandi lavori nel palazzo reale di Tummal (situata a Tell Dlehim, 20
chilometri a sud di Nippur), cui partecip personale delle province sia di G-L,
sia di Umma, e del tempio del dio cittadino di Umma, ara, con personale sia
provinciale, sia reale (Steinkeller 2013b, pp. 362-384).
9
Termine sumerico dal significato di chi marcia dietro (il proprio capo) (Lafont 2009, 54, p. 9).
10
Da questa provincia proviene in assoluto la pi abbondante documentazione
neo-sumerica.
1

Leconomia neo-sumerica

47

GARana, che ha prodotto un archivio di circa 1.530 tavolette di recente edizione (cfr. Owen 2007).
12
Per lorganizzazione dellunit agricola aa5-gu4, campo dei buoi, cfr. da ultimo Ouyang 2013, pp. 41-42.
13
Il terreno coltivato ad agliacee era definito (aa5) ki-SAR e distinto da quello
coltivato a legumi e verdure: (aa5) ki-g e (aa5) ki-mun-gazi (Maekawa 1987,
p. 101).
14
Dai semi di sesamo era anche possibile ricavare un alimento secco (cfr. Stol
2001-2002, p. 403). In un periodo di grave crisi alimentare per la citt di Ur (IS
6-8) il sesamo insieme ai datteri sostitu in alcuni salari lorzo (Gomi 1984).
15
Quanto al settore reale, verosimile che esso non fornisse importanti apporti
allamministrazione centrale, e in ogni caso su questi non abbiamo dati precisi.
16
Numerosi erano tuttavia gli altri tributi che lamministrazione provinciale doveva fornire alla corona. Il principale era chiamato ma/m-da-re-a, letteralmente capretto condotto al fianco. Esso era ricevuto dal re, in qualche caso
dalla regina o dal palazzo, e consisteva in una grande variet di beni (quantit
di argento e di oro, bestiame grosso e minuto, prodotti di allevamento, orzo e
prodotti cerealicoli, pesci, datteri, vegetali, frutta), che dovevano essere versati
da ogni provincia in concomitanza di tre feste della capitale, la festa della mietitura, la festa della semina e la festa somma, rispettivamente nel I, VII e
X mese del calendario di Ur (cfr. Sallaberger 1992, pp. 160-170; Ouyang 2013,
pp. 99-101; Owen 2013a, p. 394).
17
Per lanno S 2 il bala fu versato per tre mesi consecutivi (X-XII) (cfr. Sharlach
2004, p. 367), ma di norma vi era un intervallo di qualche mese tra i pagamenti.
18
Sulla base del bilancio BM 12926, dove nella sezione dedicata al capitale
citata la produzione annuale di orzo (84.666 gur e 47 sla), e nella voce delle
uscite vi quella del pagamento bala (49.790 gur e 161,5 sla) (ed entrambe le
voci sono di gran lunga le pi importanti rispettivamente delle entrate e delle
uscite), possiamo concludere che in questa provincia, la pi ricca dello stato,
circa il 58% della produzione doveva essere versata come tassa bala (cfr. Pomponio 2012, p. 38).
19
Lallevamento sembra essersi ben accordato con lagricoltura nella Mesopotamia
meridionale: in particolare, le greggi potevano pascolare ai margini dei campi
coltivati, dove lacqua proveniente dallirrigazione, ma non assorbita dal terreno,
favoriva la nascita di piante selvatiche, ma anche nellampio spazio lasciato a
maggese. Naturalmente, se le greggi invadevano il terreno coltivato, il pastore
doveva rimborsare lagricoltore, come prevede, ad es., il Codice di Hammurabi
(Postgate 1992, p. 159).
20
Come di norma, il valore era fisso nelle varie province: ad es., a Umma 1 siclo
di argento equivaleva a 10 sla di burro e a 180 sla di formaggio (cfr. Englund 1995, p. 426).
21
Il bottino (nam-ra-ak), frequentemente citato nei testi amministrativi, oltre
che di animali (bovini, equidi, pecore e capre), era costituito di prigionieri di
guerra, uomini e donne, provvigioni alimentari (orzo, olio, prodotti animali) e
altri beni (lana, panieri rivestiti di bitume, contenitori di pietra, oggetti di metallo, pellamii: Lafont 2009, pp. 4-5). Il bottino di gran lunga pi ricco venne
dal saccheggio di Anan, capitale elamita, citato nel nome danno 34: centinaia di manufatti di oro, argento, bronzo e rame furono trasferiti a Umma; pertanto, lecito credere che un tesoro inestimabile abbia arricchito le capitali Ur
e Nippur (Steinkeller 2007, pp. 226-227).
22
Il numero di queste lavoratrici non deve stupire, se si considera che, ad esempio, per la manifattura di due tessili n-lm, evidentemente di elaborata manifattura e ricca decorazione, occorreva il lavoro annuale di due donne impiegate
allo stesso telaio (cfr. Sallaberger 2013, p. 235). Qui si nota che il valore dei
tessili dipendeva pi dalla spesa della lavorazione che dalla qualit della lana,
aggiungendo la pi generale considerazione che il lavoro probabilmente era il
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pi importante (e sottostimato) fattore delleconomia del mondo antico. Ci


senzaltro vero per una materia prima, di cui vi era grande abbondanza, come
la lana, ma non sembra riguardare, ad es., il metallo, come suggerisce la cura
con cui si cercava di ricostituire la parte metallica di strumenti agricoli (zappe e
falcetti di rame, accette di rame e bronzo (Lafont 1991, pp. 121-122).
Tuttavia, questo enorme potenziale lavorativo era frequentemente dirottato
verso altre attivit, in particolare quella della molitura (cfr. Grgoire 1999), ma
le tessitrici potevano essere anche impiegate nellagricoltura, nellallevamento, in
operazioni di carico, scarico e spostamento di imbarcazioni, di facchinaggio per
terra, mattoni e fascine di canne, di pressatura dellolio (Waetzoldt 1972, pp.
91-108; Studevent-Hickman 2008, p. 145; Verderame 2008). Anche giovani castrati (amar-ku5) e bambini erano impiegati in questi centri dei tessitori (cfr.
Pomponio 2010, p. 187).
Nei vari periodi o regioni le basi di questo sistema variano: ad es., nellambito
della documentazione dello statarello di Fara (periodo proto-dinastico IIIa:
2.600-2.450 a.C.) possiamo assistere al passaggio nellimpiego dal rame allargento, con il primo molto pi ingombrante, essendo il suo rapporto di valore
con largento di 1 mina per 1 siclo, cio di 60:1 (cfr. Pomponio, Visicato 2011).
A Ebla, nella Siria nord-occidentale, dove il bene di maggiore produzione locale
era la lana, questo bimetallismo era costituito da argento/lana.
Questa lunica delle spese previste soggetta a fluttuazioni, mentre le altre, di
carattere cultuale, hanno un ammontare fisso.
Oggetto di propriet erano, oltre alle abitazioni, piccoli orti, frutteti o palmeti.
Sui circa 130 contratti neo-sumerici sinora editi (cfr. Steinkeller 1989), 24 riguardano case e 6 giardini (gikiri6) di ridotta estensione, a parte uno di 5 iku
con 1 iku di terreno vuoto (Steinkeller 1989, 36, pp. 209-211). Infine, in un
testo di Nippur (Steinkeller 1989, pp. 334-335, 4) si fa riferimento allacquisto
per 12 sicli di argento di un campo (a-), ma in esso non indicata lestensione; quindi, non si pu escludere che si tratti di un giardino/palmeto.
Unaltra motivazione addotta da Steinkeller (2002, p. 115): data lenorme
estensione di terreno agricolo controllato sia dal settore reale, sia da quello provinciale non resterebbe abbastanza terreno per larghi appezzamenti private,
communal or tribal, mentre piccole fattorie agricole sarebbero state del tutto
inefficienti dal punto di vista economico. Ma a questo riguardo, stabilire la reale estensione delle province di G-L e di Umma molto difficile, soprattutto a
riguardo dei loro confini orientali, e quindi i dati su quanto terreno rimarrebbe
a disposizione della propriet privata risultano scarsamente affidabili.
In un ditilla da Umma (Falkenstein 1956, 110, pp. 181-183) un orafo fa dono
a suo figlio di un campo di 2 br ricevuto dal re: che si tratti di un campo di
approvvigionamento, per il godimento del quale la funzione del padre sarebbe
stata trasferita al figlio, dubbio. In altri ditilla i beni immobili oggetto dei verdetti sono case (20 testi) e orti o palmeti (6). Ancora, in una tavoletta da Nippur alcuni campi, tra cui uno di 9 iku, erano parte di uneredit contestata tra
una vedova e suo cognato (Owen 1980, pp. 175-180).
La sua estensione variava dai 2 iku (= 0,72 ha.) per gli ren di pi basso grado
ai 6 br (= 38,88 ha.) per i funzionari pi alti (sanga e abra), ma la media era
di 6 iku. stato proposto che questi campi di approvvigionamento non fossero
coltivati direttamente dai loro beneficiari, ma dalle istituzioni che ne erano proprietarie, utilizzando sia i mezzi a loro disposizione (semenza, buoi da lavoro e
personale), sia mietitori ingaggiati. Il raccolto andava poi diviso tra i beneficiari,
con lovvia detrazione delle spese di lavorazione, in particolare lutilizzazione
dellirrigazione (Steinkeller 1999, 52, p. 320).
In un testo relativamente antico (AS 7) SI.A-a ha ancora il titolo di sipa, pastore. I progressi della famiglia di SI.A-a sono dimostrati anche dal fatto che suo
figlio Ahu-waqar non solo ebbe il titolo di dub-sar, come anche un fratello e un
nipote di suo padre, ma arriv allalta carica di arrabdu, interessata tra laltro al
controllo del bestiame, in accordo ai pi antichi interessi della sua famiglia.

Leconomia neo-sumerica

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Cfr. Widell (2008, p. 209). Daltro canto, andrebbe notato che proviene da
Umma e da G-L una categoria di tavolette, i cosiddetti testi e-ur5-ra, che registrano quantit di orzo prese in prestito per conto di lavoratori o funzionari
di households provinciali, e anche di dipendenti del settore reale, da parte
dei loro responsabili. In queste tavolette, a differenza dei normali documenti di
prestito, linteresse e lelenco dei testimoni non compaiono mai, ed solo contemplata la restituzione dellorzo. Si tratta con ogni probabilit di anticipi sul
salario (cfr. Steinkeller 2002, pp. 116-117; Paoletti, Spada 2005).
32
Appare strano che il defunto Ur-Lama che sembra essere stato costretto ad
abbandonare la sua carica in circostanze drammatiche, sia in qualche testo di
Girsu destinatario di offerte di birra, farina e olio alla pari del dio ulpae e di
due re divinizzati di enorme prestigio, Gudea e ulgi (cfr. Sallaberger 1992, p.
94; 1993: tav. 28).
33
Inoltre, tutti i funzionari in questione scompaiono dalla documentazione dopo
la loro uscita dalla carica.
34
Un altro personaggio dal ricco patrimonio Allamu, forse di Girsu, la cui
propriet registrata in Maekawa (1996, pp. 151-154): tra i suoi beni vi sono
campi dalla complessiva estensione di 25 br e 6 iku (= c. 164 ha.), pi 51
schiavi, 18 tra bovini ed equidi, 160 capi di bestiame minuto, 40 sicli di argento, 1 talento e 7 mine di bronzo in oggetti, e ancora 43 sedie, 8 letti, 2 imbarcazioni, ecc. Questi beni sono suddivisi tra quattro persone, ma la grande
maggioranza di essi divisa, in parti esattamente uguali, tra due di loro, forse
i figli di Allamu. Importanti personaggi di Ur, in particolare, il (capo) cantore
Dada e il principe Ahuni, sembrano aver posseduto estesi appezzamenti di terreno (almeno 145 br e 10 iku [= 943 ha.] e 120 br [= 778 ha.], rispettivamente) e di averli successivamente persi per intervento del re Ibbi-Sn dopo la
sua ascesa al trono, se il termine -dul-la ha nei testi in questione il significato
di confisca, come suggerito da Maekawa (1996, pp. 131-146). Ma, a prescindere da questa interpretazione, difficile negare che i campi in questione
fossero di propriet dei succitati personaggi. Resterebbe da stabilire se queste
situazioni fossero illegali, e come tali passibili di un provvedimento di confisca,
o normali, e allora la confisca sarebbe stata causata da una scelta politica del
sovrano contro alti ufficiali cui egli era divenuto ostile.
35
Questi beni sono molto vari, ma nella grande maggioranza dei casi si tratta di
cereali, argento e manodopera maschile e femminile.
36
Un esempio di quello che avveniva se il funzionario debitore moriva, dato da
Englund (1991, p. 268): alla morte del bovaro Ur-KAnara, suo figlio e quattro suoi schiavi sono consegnati allamministrazione provinciale cosicch, alla
fine, il debito stato rimosso.
37
In un articolo del Codice di Ur-Namma (Civil 2011, p. 250, Dic) stabilito
tuttavia il prezzo in orzo di 3 tipi di contenitori e di un forno.
38
Per una rassegna dei prodotti registrati nei rendiconti dei mercanti, cfr. Snell
1982. Il commercio di materie preziose ed esotiche non doveva avere scarsa rilevanza per leconomia babilonese (cfr. Leemans 1977), se si considerano le attivit artigianali collegate allafflusso e lavorazione di questi beni.
39
Per esempio, i mattoni potevano essere cotti o invetriati per meglio resistere alle
intemperie e per decorazione; interessante anche la produzione di pietre artificiali, surrogati dei pi costosi e non facilmente reperibili originali. In molti di
questi casi va tenuto conto anche di un aspetto economico determinante: lassenza di alberi di alto fusto capaci di fornire quella capacit calorica necessaria
per raggiunge le temperature di cottura di questi materiali. Dunque anche queste soluzioni risultavano dispendiose e quindi limitate a contesti specifici (cfr.
Levey 1959, passim).
40
Il commercio di materie preziose con lestero un argomento frequente nelle
iscrizioni reali e nella letteratura. Il re capace, e protetto dagli di, procaccia le
materie prime assicurandosi il controllo sulla periferia; questultima, caotica e
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Francesco Pomponio e Lorenzo Verderame

selvaggia, diviene linesauribile serbatoio per lapprovvigionamento di beni necessari ai centri urbani babilonesi (Verderame 2011).
Il trasferimento di beni dalla periferia al centro mesopotamico narrato in
diverse composizioni letterarie, innanzitutto il mito delle imprese del dio Ninurta, Lugal-e (Bottro, Kramer 1989, pp. 339-377), che narra lo scontro tra
il dio Ninurta e un essere mostruoso, Asag, che si impossessato della Montagna. Qui sono classificate le diverse pietre importate dalle zone montagnose
orientali: alle pietre, e a qualche metallo, il dio assegna un destino nobile o
meschino, nellambito del loro impiego nellartigianato, a seconda che si siano
schierate a favore o contro di lui (cfr., da ultimo, a riguardo di due delle pietre
pi importanti, la diorite e il calcare, Foster 2014).
Molte delle aree da cui giungono le merci ai centri babilonesi sono da considerare come tratti intermedi di questa rete commerciale, piuttosto che come le
zone di origine dei prodotti.
Secondo Powell (1977) i mercanti sono totalmente indipendenti; Garfinkle
(2010) propone un quadro pi complesso e articolato in cui alcune delle attivit
del mercante sono svolte per o sotto il controllo delle grandi istituzioni.
Per unottantina dei pi importanti prodotti menzionati in questi bilanci, con i
rispettivi equivalenti con un siclo di argento, cfr. da ultimo Englund (2012, pp.
441-445), dove anche trattato il problema della fluttuazione dei prezzi nel periodo neo-sumerico.
Non noto se i beni di consumo del capitale fossero convertiti in argento per
effettuare gli acquisti o se fossero utilizzati per qualche forma di scambio.
Naturalmente il mercante poteva vendere i beni affidatigli a un prezzo maggiore
e acquistare gli altri beni a prezzo minore di quanto previsto nel bilancio: le differenze erano tutte a suo vantaggio, cos, ad esempio, come i surplus di nascite
e di latticini nei bilanci su accennati dei pastori.
Da questo corpus omogeneo di testi si ricavano molte informazioni riguardo alle
dinamiche tendenziali dei prezzi in argento dei diversi beni.
Il titolo di capo dei 10 mercanti pu essere equivalente a quello di responsabile dei mercanti (ugula dam-gr) attribuito a Turam-ili, di cui pure ci pervenuto un archivio (Garfinkle 2012, cap. 6). In Nippur esisteva anche un centro
dei mercanti, verosimilmente sede dellassociazione cittadina di questa categoria.
stato notato che solo una parte delloro che andava dalla provincia di Umma
alla corona sotto forma di tassa ma-da-re-a era procurato dai mercanti della
provincia (Ouyang 2013, pp. 124-125, 141): le altre fonti rimangono sconosciute, ma verosimile che la capitale Ur avesse una sorta di monopolio sulloro
e che quindi i governatori provinciali fossero obbligati a procurarsi da Ur loro
che poi versavano nei suoi forzieri.
Nei testi di Puzri-Dagan il peso standard delle spirali varia dai 5 ai 10 sicli (4283 g.) (Paoletti 2012, p. 139), in quelli di Ur su 620, ben 541 pesano 5 sicli (Powell 1978, pp. 214-215). Pi di un centinaio di questi anelli-spirali, provenienti
dalla valle del Diyala, sono conservati nella collezione dellOriental Institute di
Chicago, nella quasi totalit acquistati sul mercato antiquario. Ancorch questi
oggetti risultino di peso molto vario e la loro datazione non sia accertabile, essi
possono essere messi in relazione con i har dei testi neo-sumerici (Powell 1978,
pp. 228-233). Molti di essi risultano recisi allestremit, dove un pezzetto della
spirale deve essere stato tagliato, probabilmente per piccoli pagamenti.
Le premesse di questa situazione sono illustrate da due lettere tra Ibbi-Sn
e Ibi-Erra, non ancora re di Isin (Michalowski 2011, pp. 416-438): il primo
aveva inviato il secondo a Kazallu e a Isin per acquistare orzo con lastronomica somma di 20 talenti di argento (= 576 kg.), ma Ibi-Erra, rinchiuso in Isin
a causa di uninvasione amorrea, si dichiara incapace di far giungere i cereali
(72.000 gur = 21.600.000 litri) al re e chiede linvio di una flotta di 600 imbarcazioni da carico di 120 gur. I numeri contenuti in queste lettere sono inverosimili, ma la situazione storica descritta deve essere vera, poich negli anni di IS

Leconomia neo-sumerica

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5-6 le due province granaio dello stato (G-L e Umma) erano andate perdute
a causa degli Elamiti.
52
I testi sono per lo pi datati allultimo mese, e i sacerdoti e sacerdotesse-gudu4
erano i responsabili di questi inventari degli oggetti presenti alla fine dellanno,
in un caso indicando anche quelli che risultavano mancanti, in riferimento certo
a precedenti inventari.

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