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Lo stato neo-sumerico
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Ur
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Dagli archivi delle province di Laga e di Umma sappiamo che le risorse erano ripartite tra:
1)i possedimenti provinciali, in gran parte appartenenti
ai templi, costituiti da propriet terriere o anche di altro
tipo, amministrate dai sanga, amministratore templare,
o dagli abra, prefetto, sotto il controllo del governatore
della provincia (nsi), che versava molti contributi allamministrazione centrale;
2)i possedimenti reali, costituiti da terreni distribuiti ai
dipendenti del re (lugal), per lo pi in cambio di servizi,
dei quali quello militare era il pi importante; da complessi
industriali, soprattutto tessili, sotto il diretto controllo del
re o di membri della sua famiglia; da mandrie e greggi di
propriet del re, e amministrati dal governatore militare
(agina);
3)la propriet privata, costituita quasi esclusivamente
(ma su questo aspetto torneremo sotto) da case e da piccoli
appezzamenti di terreno, e dallattivit di artigiani, mercanti,
pescatori, ecc.; tutti costoro interagivano con lamministrazione provinciale. Delle tasse da loro versate allamministrazione centrale non conosciuto alcunch.
Lo stato neo-sumerico pu considerarsi appartenere al
sistema socio-politico definito patrimoniale (cfr. Michalowski 1987, pp. 55-56; Steinkeller 2013b, p. 350): in esso
tutte le risorse, ripartite tra un gran numero di households,
costituirebbero la propriet di un unico individuo, il re, e
tutti i suoi abitanti sono considerati suoi dipendenti, ovviamente di livello molto differenziato.6 Nel caso della societ
neo-sumerica il gradino infimo era occupato dagli schiavi
(rad; femm.: gme), privi di alcun diritto socio-legale. Costoro, sia fossero prigionieri di guerra, sia schiavi per debiti,
sia nati da schiavi, costituivano una parte insignificante della
popolazione e non risultano avere alcuna rilevanza economica, agendo nellambito delle singole famiglie.
Molto pi importante, come numero e incidenza economica, la categoria dei portatori (UN-l, femm.: gme),
al servizio dellamministrazione provinciale tutto lanno,
come lavoratori privi di specializzazione e mezzi di produzione, che erano pagati con salari, o in qualche caso, con un
campo di approvvigionamento, il cui raccolto sostituiva il salario. Ma di gran lunga il pi numeroso gruppo sociale della
popolazione neo-sumerica era costituito dagli ren, lavoratore (var.: dumu-gir15, cittadino), con pieni diritti sociolegali. Agli ren sembra appartenere tutta la popolazione,
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il contrario avveniva per la corve civile. Nellambito militare, se gli ren costituivano il personale di leva, in un rapporto forse di 1:10, vi erano i militari di carriera, gli ga-s,9
che costituivano llite dellesercito. In questo corpo specializzato potevano essere arruolati sia normali lavoratori (pastori, vignaiuoli), sia stranieri (Amorrei ed Elamiti).
Per quanto riguarda lattivit economica di gran lunga
pi importante nella protostoria e nella storia antica della
Mesopotamia era la cerealicoltura, con un raccolto standardizzato di 30 gur (= 9.000 litri) per br (= 6,48 ha.). Noi
abbiamo molte informazioni sulla quantit di orzo prodotta
annualmente dal territorio amministrato dal governatore
della pi grande provincia, quella di G-L, mediante le seguenti households: il tempio di Ningirsu e altri undici templi, compreso quello del re divinizzato ulgi, il centro del
prefetto (-abra) e il centro di Namhani, un precedente re
locale. Tuttavia, un confronto tra questo territorio e quello
complessivo della provincia, pur soggetto a diverse interpretazioni, rende evidente che il primo era nettamente inferiore
a quello appartenente al settore reale. Per la provincia
limitrofa di Umma, probabilmente la seconda per importanza dello stato neo-sumerico,10 le tenute fondiarie del settore provinciale dipendevano dai templi del dio cittadino
ara e della sua paredra Ereura, e da unaltra dozzina di
households templari. Si calcolato che a Umma il terreno
provinciale era ancor di pi inferiore a quello controllato
direttamente dalla corona, rispetto alla provincia di G-L,
appena il 15% secondo Steinkeller (2013b, p. 359), e concentrato per il 60% in quello dei 4 distretti cui apparteneva
la capitale provinciale. Il terreno reale doveva essere costituito principalmente da quello dato in godimento a insediamenti militari, ma ampi appezzamenti potevano essere
assegnati a membri della famiglia reale, come quello presso
GARana, che apparteneva alla principessa Simat-Itaran e a
suo marito u-Kabta, o ad alti funzionari.11 anche verosimile che, a Umma come altrove, il settore reale ampliasse
costantemente il terreno agricolo sotto il proprio controllo
con lo scavo di nuovi canali, la messa in lavorazione di
nuovi campi e la creazione di nuovi insediamenti, anche abitati da stranieri e deportati.
I settori provinciale e reale a G-L e Umma erano separati
economicamente e amministrativamente, risultando il primo
sotto il controllo del governatore, con i sanga e gli abra che
occupavano il secondo livello gerarchico, e il secondo sotto
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il controllo diretto della corona, tramite il governatore militare agina. Questa separazione non esclude ovviamente
varie forme di collaborazione, appartenendo i due settori
alla stessa provincia e addirittura essendo spesso ripartiti tra
loro vasti appezzamenti agricoli. Cos, il settore provinciale
prestava importanti quantit di orzo a ren del settore reale,
direttamente o tramite i loro superiori, ricavandone in cambio non interesse, ma prestazioni di lavoro per la mietitura,
e personale del settore provinciale partecipava a progetti di
interesse nazionale coordinati, nellambito della provincia,
dallo agina (cfr. Steinkeller 2013b, pp. 362-373). Di contro,
potevano sorgere contrasti tra i due settori, ad es. per la
gestione delle acque dei canali o per lappartenenza del rispettivo personale: il mediatore di questi contrasti sembra
fosse non il lontano re, ma il governatore.
A secondo dellimpiego, il terreno apparteneva a tre diverse categorie: il terreno sfruttato direttamente dalle unit
agricole facenti capo alle amministrazioni provinciale e reale
(aa5-gu4),12 quello di approvvigionamento (aa5-uku) che
sostituiva i salari (cfr. infra, n. 30) e quello, molto probabilmente di estensione complessiva pi ridotta e di qualit pi
scadente, dato in affitto (aa5-apin-l): questaffitto equivaleva
a circa un terzo del raccolto, e poteva essere pagato parzialmente o totalmente in argento secondo il rapporto standard
1 gur (= 300 litri) di orzo = 1 gn (= c. 8,4 g.) di argento.
Il terreno ki mun-gazi, terreno per sale e pianta-gazi
riguardava in realt soprattutto la coltivazione di legumi
grandi (sumerico: g-gal-gal, accadico: hallurum; per lo pi
identificato con la fava), legumi piccoli (sumerico: g-turtur, accadico: kakkm; per lo pi identificato con la lenticchia) e varie piante, tra cui il coriandolo. Lagricoltura neosumerica forniva molti altri vegetali. Tra gli ortaggi i pi importanti erano le agliacee, delle quali le pi coltivate erano
lo m-sikil, cipolla, lo m-gaz, aglio (o cipolla rossa)
e lo m-za-ha-din, scalogno(?).13 Il sesamo (e-gi-, Sesamum indicum) forniva con i suoi semi un eccellente sostituto
dellolio di oliva, prodotto non locale, e rappresentava unutilissima coltura intercalare con i cereali, perch non impoverisce il suolo, ma ne migliora la struttura, e con il suo breve
periodo di crescita, fa un ottimo uso dellumidit del suolo,
lasciata dalla messe precedente (Powell 1991, p. 162).14 Le
palme da dattero diffuse un po dappertutto nel Sud, non
fornivano solo un prodotto ricco di zuccheri, ma con i rami
il mezzo per la copertura e con le sue fibre il materiale per
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numerosi oggetti, tra cui corde e panieri, e anche il suo legno, insieme a quello del tamerisco, poteva aver impiego, con
una adatta preparazione, nellarchitettura (Van de Mieroop
2001, pp. 127-128), anche se non poteva fornire, alla pari di
altri alberi, i tronchi lunghi, dritti, resistenti e profumati delle
conifere. Mescolate con la palma da dattero, e usufruenti
della loro ombra, potevano essere coltivati alberi da frutto
(fichi, meli e melograni); le verdure potevano utilizzare questo doppio schermo di ombra contro la ferocia del sole, cos
come le loro acque di irrigazione (Postgate 1992, p. 170),
e i filari di alberi costituivano anche uno schermo contro il
vento. I boschetti rivieraschi (tir: a Umma ne sono stati registrati 30) davano alcuni tipi di alberi (pioppi e salici), che
fornivano tronchi e rami, e di piante selvatiche (tra cui molto
probabilmente lerba alpha), e di esse la pi importante economicamente era la gazi, identificata con la liquirizia selvatica
(Steinkeller 1987b, pp. 91-92). Infine da molti alberi (pini,
ginepri, terebinti, ecc.) erano tratti oli ed essenze profumate
(Brunke, Sallaberger 2010). Gli estesissimi canneti davano in
abbondanza, con raccolti di due volte allanno, un materiale
poco costoso, a parte il pagamento della manodopera per
tagliarlo e trasportarlo, con molteplici impieghi nellarchitettura, nei lavori di canalizzazione, per vari manufatti (stuoie e
contenitori), per combustione e anche, fresche, per il foraggio
di molti animali. Unaltra materia prima era il bitume, particolarmente abbondante nella regione di Hit (medio Eufrate,
antica Madga), in due tipi principali, il bitume liquido,
propriamente bitume del dio (acquatico) Ea e il bitume
secco (cfr. Stol 2012): i suoi principali impieghi erano per
calafatare le imbarcazioni e, unito a mattoni per fare solide
e impermeabili strutture architettoniche per opere idrauliche
(Postgate 1992, pp. 177-178), e poteva essere utilizzato per la
manifattura di oggetti sia di uso comune, sia artistici.
Unattivit molto importante per leconomia della regione
e per lalimentazione della popolazione, considerando che
per buona parte di essa la carne era un prodotto di consumo eccezionale, era la pesca, organizzata dallamministrazione provinciale in gruppi di pescatori che variavano di
norma da 2 a 20: costoro dovevano procacciare, oltre a vari
pesci di acqua dolce altre creature acquatiche, come le tartarughe, e lolio di pesce, prodotto impiegato anche nella
costruzione e riparazione di navi (Englund 1990).
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doveva fornire allamminiOgni settore provinciale
strazione centrale una serie di tributi. Di gran lunga il pi
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nomi, che nel corso della storia della Mesopotamia identificheranno entit geografiche differenti, in questo periodo
si riferirebbero rispettivamente alle isole Bahrain e alle zone
costiere dellOman e della Valle dellIndo. Unaltra area
di enorme importanza per la Mesopotamia larea interna
dellaltopiano iranico dove coesistono diverse formazioni politiche (Anan, imaki, Marhai): con le due prime, le sole
confinanti, al contempo pericolosi vicini e invitanti fonti di
approvvigionamento di materie prime, lo stato neo-sumerico
intrattiene rapporti ambivalenti: le relazioni vanno dai rapporti diplomatici, compresi matrimoni dinastici, allo scontro
aperto. La difficile natura della relazione tra le due aree, che
si protrarr per quasi tre millenni, illustrata, ad es., dai poemi epici dei re di Uruk (Enmerkar, Lugalbanda, Gilgame)
le cui gesta hanno spesso per scenario laltipiano montuoso
orientale. In particolare Enmerkar e il signore di Aratta
(cfr. Vanstiphout 2003, pp. 49-96) ha per tema le relazioni
di scambi e di conflitto tra il re di Uruk e il re della citt di
Aratta, forse da identificare con la moderna Shahr-i Sokhta
(estremit orientale dellIran).
I testi cuneiformi, sebbene offrano una visione di questo
flusso di beni sempre stimolato dalliniziativa babilonese,
narrano di merci portate dai nomadi o dellattracco delle
navi di Dilmun, Magan, Meluhha ai porti delle citt sumeriche.42 quindi lecito pensare che in molti casi fossero i
mercanti stranieri a inviare le proprie merci in Babilonia e
addirittura che questultima fosse solo il tratto terminale,
o uno dei vari sbocchi, di una rete commerciale molto pi
vasta. Si pu anche ritenere che esistessero insediamenti
commerciali di mercanti stranieri presso i principali centri
mesopotamici non diversamente dalle posteriori colonie
commerciali paleo-assire in Anatolia come indicherebbero
i sigilli e altri oggetti della Valle dellIndo rinvenuti durante
i sondaggi di scavo del porto della capitale Ur, Diqdiqqeh.
Ovviamente, laltro aspetto del commercio quello delle
esportazioni. A questo riguardo, spesso si parlato di esportazioni invisibili, sia perch di natura deteriorabile, sia perch sparse su un territorio assai vasto, sia perch omesse per
ragioni ideologiche: ammettere contraccambi di valore equivalente avrebbe implicato il riconoscimento di centri politici
di pari potenza, sovvertendo lintera struttura centralizzata
delluniverso, la preminenza del dio cittadino, la potenza
del re, la contrapposizione tra centro civile e periferia barbara. Oltre ad argilla e canne, lunico prodotto presente in
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GARana, che ha prodotto un archivio di circa 1.530 tavolette di recente edizione (cfr. Owen 2007).
12
Per lorganizzazione dellunit agricola aa5-gu4, campo dei buoi, cfr. da ultimo Ouyang 2013, pp. 41-42.
13
Il terreno coltivato ad agliacee era definito (aa5) ki-SAR e distinto da quello
coltivato a legumi e verdure: (aa5) ki-g e (aa5) ki-mun-gazi (Maekawa 1987,
p. 101).
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Dai semi di sesamo era anche possibile ricavare un alimento secco (cfr. Stol
2001-2002, p. 403). In un periodo di grave crisi alimentare per la citt di Ur (IS
6-8) il sesamo insieme ai datteri sostitu in alcuni salari lorzo (Gomi 1984).
15
Quanto al settore reale, verosimile che esso non fornisse importanti apporti
allamministrazione centrale, e in ogni caso su questi non abbiamo dati precisi.
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Numerosi erano tuttavia gli altri tributi che lamministrazione provinciale doveva fornire alla corona. Il principale era chiamato ma/m-da-re-a, letteralmente capretto condotto al fianco. Esso era ricevuto dal re, in qualche caso
dalla regina o dal palazzo, e consisteva in una grande variet di beni (quantit
di argento e di oro, bestiame grosso e minuto, prodotti di allevamento, orzo e
prodotti cerealicoli, pesci, datteri, vegetali, frutta), che dovevano essere versati
da ogni provincia in concomitanza di tre feste della capitale, la festa della mietitura, la festa della semina e la festa somma, rispettivamente nel I, VII e
X mese del calendario di Ur (cfr. Sallaberger 1992, pp. 160-170; Ouyang 2013,
pp. 99-101; Owen 2013a, p. 394).
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Per lanno S 2 il bala fu versato per tre mesi consecutivi (X-XII) (cfr. Sharlach
2004, p. 367), ma di norma vi era un intervallo di qualche mese tra i pagamenti.
18
Sulla base del bilancio BM 12926, dove nella sezione dedicata al capitale
citata la produzione annuale di orzo (84.666 gur e 47 sla), e nella voce delle
uscite vi quella del pagamento bala (49.790 gur e 161,5 sla) (ed entrambe le
voci sono di gran lunga le pi importanti rispettivamente delle entrate e delle
uscite), possiamo concludere che in questa provincia, la pi ricca dello stato,
circa il 58% della produzione doveva essere versata come tassa bala (cfr. Pomponio 2012, p. 38).
19
Lallevamento sembra essersi ben accordato con lagricoltura nella Mesopotamia
meridionale: in particolare, le greggi potevano pascolare ai margini dei campi
coltivati, dove lacqua proveniente dallirrigazione, ma non assorbita dal terreno,
favoriva la nascita di piante selvatiche, ma anche nellampio spazio lasciato a
maggese. Naturalmente, se le greggi invadevano il terreno coltivato, il pastore
doveva rimborsare lagricoltore, come prevede, ad es., il Codice di Hammurabi
(Postgate 1992, p. 159).
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Come di norma, il valore era fisso nelle varie province: ad es., a Umma 1 siclo
di argento equivaleva a 10 sla di burro e a 180 sla di formaggio (cfr. Englund 1995, p. 426).
21
Il bottino (nam-ra-ak), frequentemente citato nei testi amministrativi, oltre
che di animali (bovini, equidi, pecore e capre), era costituito di prigionieri di
guerra, uomini e donne, provvigioni alimentari (orzo, olio, prodotti animali) e
altri beni (lana, panieri rivestiti di bitume, contenitori di pietra, oggetti di metallo, pellamii: Lafont 2009, pp. 4-5). Il bottino di gran lunga pi ricco venne
dal saccheggio di Anan, capitale elamita, citato nel nome danno 34: centinaia di manufatti di oro, argento, bronzo e rame furono trasferiti a Umma; pertanto, lecito credere che un tesoro inestimabile abbia arricchito le capitali Ur
e Nippur (Steinkeller 2007, pp. 226-227).
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Il numero di queste lavoratrici non deve stupire, se si considera che, ad esempio, per la manifattura di due tessili n-lm, evidentemente di elaborata manifattura e ricca decorazione, occorreva il lavoro annuale di due donne impiegate
allo stesso telaio (cfr. Sallaberger 2013, p. 235). Qui si nota che il valore dei
tessili dipendeva pi dalla spesa della lavorazione che dalla qualit della lana,
aggiungendo la pi generale considerazione che il lavoro probabilmente era il
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Cfr. Widell (2008, p. 209). Daltro canto, andrebbe notato che proviene da
Umma e da G-L una categoria di tavolette, i cosiddetti testi e-ur5-ra, che registrano quantit di orzo prese in prestito per conto di lavoratori o funzionari
di households provinciali, e anche di dipendenti del settore reale, da parte
dei loro responsabili. In queste tavolette, a differenza dei normali documenti di
prestito, linteresse e lelenco dei testimoni non compaiono mai, ed solo contemplata la restituzione dellorzo. Si tratta con ogni probabilit di anticipi sul
salario (cfr. Steinkeller 2002, pp. 116-117; Paoletti, Spada 2005).
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Appare strano che il defunto Ur-Lama che sembra essere stato costretto ad
abbandonare la sua carica in circostanze drammatiche, sia in qualche testo di
Girsu destinatario di offerte di birra, farina e olio alla pari del dio ulpae e di
due re divinizzati di enorme prestigio, Gudea e ulgi (cfr. Sallaberger 1992, p.
94; 1993: tav. 28).
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Inoltre, tutti i funzionari in questione scompaiono dalla documentazione dopo
la loro uscita dalla carica.
34
Un altro personaggio dal ricco patrimonio Allamu, forse di Girsu, la cui
propriet registrata in Maekawa (1996, pp. 151-154): tra i suoi beni vi sono
campi dalla complessiva estensione di 25 br e 6 iku (= c. 164 ha.), pi 51
schiavi, 18 tra bovini ed equidi, 160 capi di bestiame minuto, 40 sicli di argento, 1 talento e 7 mine di bronzo in oggetti, e ancora 43 sedie, 8 letti, 2 imbarcazioni, ecc. Questi beni sono suddivisi tra quattro persone, ma la grande
maggioranza di essi divisa, in parti esattamente uguali, tra due di loro, forse
i figli di Allamu. Importanti personaggi di Ur, in particolare, il (capo) cantore
Dada e il principe Ahuni, sembrano aver posseduto estesi appezzamenti di terreno (almeno 145 br e 10 iku [= 943 ha.] e 120 br [= 778 ha.], rispettivamente) e di averli successivamente persi per intervento del re Ibbi-Sn dopo la
sua ascesa al trono, se il termine -dul-la ha nei testi in questione il significato
di confisca, come suggerito da Maekawa (1996, pp. 131-146). Ma, a prescindere da questa interpretazione, difficile negare che i campi in questione
fossero di propriet dei succitati personaggi. Resterebbe da stabilire se queste
situazioni fossero illegali, e come tali passibili di un provvedimento di confisca,
o normali, e allora la confisca sarebbe stata causata da una scelta politica del
sovrano contro alti ufficiali cui egli era divenuto ostile.
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Questi beni sono molto vari, ma nella grande maggioranza dei casi si tratta di
cereali, argento e manodopera maschile e femminile.
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Un esempio di quello che avveniva se il funzionario debitore moriva, dato da
Englund (1991, p. 268): alla morte del bovaro Ur-KAnara, suo figlio e quattro suoi schiavi sono consegnati allamministrazione provinciale cosicch, alla
fine, il debito stato rimosso.
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In un articolo del Codice di Ur-Namma (Civil 2011, p. 250, Dic) stabilito
tuttavia il prezzo in orzo di 3 tipi di contenitori e di un forno.
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Per una rassegna dei prodotti registrati nei rendiconti dei mercanti, cfr. Snell
1982. Il commercio di materie preziose ed esotiche non doveva avere scarsa rilevanza per leconomia babilonese (cfr. Leemans 1977), se si considerano le attivit artigianali collegate allafflusso e lavorazione di questi beni.
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Per esempio, i mattoni potevano essere cotti o invetriati per meglio resistere alle
intemperie e per decorazione; interessante anche la produzione di pietre artificiali, surrogati dei pi costosi e non facilmente reperibili originali. In molti di
questi casi va tenuto conto anche di un aspetto economico determinante: lassenza di alberi di alto fusto capaci di fornire quella capacit calorica necessaria
per raggiunge le temperature di cottura di questi materiali. Dunque anche queste soluzioni risultavano dispendiose e quindi limitate a contesti specifici (cfr.
Levey 1959, passim).
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Il commercio di materie preziose con lestero un argomento frequente nelle
iscrizioni reali e nella letteratura. Il re capace, e protetto dagli di, procaccia le
materie prime assicurandosi il controllo sulla periferia; questultima, caotica e
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selvaggia, diviene linesauribile serbatoio per lapprovvigionamento di beni necessari ai centri urbani babilonesi (Verderame 2011).
Il trasferimento di beni dalla periferia al centro mesopotamico narrato in
diverse composizioni letterarie, innanzitutto il mito delle imprese del dio Ninurta, Lugal-e (Bottro, Kramer 1989, pp. 339-377), che narra lo scontro tra
il dio Ninurta e un essere mostruoso, Asag, che si impossessato della Montagna. Qui sono classificate le diverse pietre importate dalle zone montagnose
orientali: alle pietre, e a qualche metallo, il dio assegna un destino nobile o
meschino, nellambito del loro impiego nellartigianato, a seconda che si siano
schierate a favore o contro di lui (cfr., da ultimo, a riguardo di due delle pietre
pi importanti, la diorite e il calcare, Foster 2014).
Molte delle aree da cui giungono le merci ai centri babilonesi sono da considerare come tratti intermedi di questa rete commerciale, piuttosto che come le
zone di origine dei prodotti.
Secondo Powell (1977) i mercanti sono totalmente indipendenti; Garfinkle
(2010) propone un quadro pi complesso e articolato in cui alcune delle attivit
del mercante sono svolte per o sotto il controllo delle grandi istituzioni.
Per unottantina dei pi importanti prodotti menzionati in questi bilanci, con i
rispettivi equivalenti con un siclo di argento, cfr. da ultimo Englund (2012, pp.
441-445), dove anche trattato il problema della fluttuazione dei prezzi nel periodo neo-sumerico.
Non noto se i beni di consumo del capitale fossero convertiti in argento per
effettuare gli acquisti o se fossero utilizzati per qualche forma di scambio.
Naturalmente il mercante poteva vendere i beni affidatigli a un prezzo maggiore
e acquistare gli altri beni a prezzo minore di quanto previsto nel bilancio: le differenze erano tutte a suo vantaggio, cos, ad esempio, come i surplus di nascite
e di latticini nei bilanci su accennati dei pastori.
Da questo corpus omogeneo di testi si ricavano molte informazioni riguardo alle
dinamiche tendenziali dei prezzi in argento dei diversi beni.
Il titolo di capo dei 10 mercanti pu essere equivalente a quello di responsabile dei mercanti (ugula dam-gr) attribuito a Turam-ili, di cui pure ci pervenuto un archivio (Garfinkle 2012, cap. 6). In Nippur esisteva anche un centro
dei mercanti, verosimilmente sede dellassociazione cittadina di questa categoria.
stato notato che solo una parte delloro che andava dalla provincia di Umma
alla corona sotto forma di tassa ma-da-re-a era procurato dai mercanti della
provincia (Ouyang 2013, pp. 124-125, 141): le altre fonti rimangono sconosciute, ma verosimile che la capitale Ur avesse una sorta di monopolio sulloro
e che quindi i governatori provinciali fossero obbligati a procurarsi da Ur loro
che poi versavano nei suoi forzieri.
Nei testi di Puzri-Dagan il peso standard delle spirali varia dai 5 ai 10 sicli (4283 g.) (Paoletti 2012, p. 139), in quelli di Ur su 620, ben 541 pesano 5 sicli (Powell 1978, pp. 214-215). Pi di un centinaio di questi anelli-spirali, provenienti
dalla valle del Diyala, sono conservati nella collezione dellOriental Institute di
Chicago, nella quasi totalit acquistati sul mercato antiquario. Ancorch questi
oggetti risultino di peso molto vario e la loro datazione non sia accertabile, essi
possono essere messi in relazione con i har dei testi neo-sumerici (Powell 1978,
pp. 228-233). Molti di essi risultano recisi allestremit, dove un pezzetto della
spirale deve essere stato tagliato, probabilmente per piccoli pagamenti.
Le premesse di questa situazione sono illustrate da due lettere tra Ibbi-Sn
e Ibi-Erra, non ancora re di Isin (Michalowski 2011, pp. 416-438): il primo
aveva inviato il secondo a Kazallu e a Isin per acquistare orzo con lastronomica somma di 20 talenti di argento (= 576 kg.), ma Ibi-Erra, rinchiuso in Isin
a causa di uninvasione amorrea, si dichiara incapace di far giungere i cereali
(72.000 gur = 21.600.000 litri) al re e chiede linvio di una flotta di 600 imbarcazioni da carico di 120 gur. I numeri contenuti in queste lettere sono inverosimili, ma la situazione storica descritta deve essere vera, poich negli anni di IS
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5-6 le due province granaio dello stato (G-L e Umma) erano andate perdute
a causa degli Elamiti.
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I testi sono per lo pi datati allultimo mese, e i sacerdoti e sacerdotesse-gudu4
erano i responsabili di questi inventari degli oggetti presenti alla fine dellanno,
in un caso indicando anche quelli che risultavano mancanti, in riferimento certo
a precedenti inventari.
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