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Non dubito che a questo punto il lettore sar incline a pensare che ho costruito finora solo un
castello in aria; e sar pronto a dirmi:
A quale scopo darsi tanto da fare? La conoscenza, voi dite, solo la percezione dellaccordo o
disaccordo tra le nostre idee: ma chiss che cosa queste idee possono essere? C nulla di cos
stravagante come le immaginazioni del cervello umano? Dov una testa che non abbia chimere?
O, se c un uomo sobrio e saggio, quale differenza ci sar, in base alle vostre regole, tra la sua
conoscenza e quella della pi stravagante fantasia che c al mondo? []
evidente che lo spirito non conosce le cose immediatamente, ma solo per lintervento delle idee
che ha di esse. La nostra conoscenza, perci, reale solo in quanto c conformit tra le nostre idee
e la realt delle cose. Ma quale sar qui il criterio? Come far lo spirito, che percepisce solo le sue
idee, a conoscere che esse concordano con le cose stesse? Per quanto non manchi di difficolt, credo
tuttavia che ci siano due specie di idee di cui possiamo essere sicuri che concordano con le cose.
Primo. La prima quella delle idee semplici che lo spirito, come stato mostrato, non pu creare
da s e devono necessariamente essere il prodotto di cose che agiscono sullo spirito in modo naturale, producendo in esso le percezioni che dalla saggezza e volont del nostro Creatore sono
ordinate e adattate alle cose stesse. Di qui segue che le idee semplici non sono finzioni della nostra fantasia, ma produzioni naturali e regolari delle cose fuori di noi, che realmente agiscono su
di noi; e sono cos dotate della conformit cui sono dirette o che il nostro stato esige [].
In secondo luogo, tutte le nostre idee complesse, eccetto quelle delle sostanze, essendo archetipi che
lo spirito costruisce per suo conto e non riferendosi allesistenza di qualcosa come al loro originale, non hanno bisogno della conformit necessaria alla conoscenza reale. Infatti ci che non
intende rappresentare altro che se stesso non pu essere capace di una rappresentazione sbagliata []; e tali, eccetto quelle di sostanze, sono tutte le nostre idee complesse.
Terzo. C unaltra specie di idee complesse che, essendo riferite ad archetipi fuori di noi, possono
differire da essi e cos la nostra conoscenza pu esser priva di realt. Tali sono le idee di sostanza,
le quali, consistendo in una collezione di idee semplici che si presumono desunte dalle opere
della natura, possono differire da queste perch uniscono idee in maggior numero o diverse, rispetto a quelle che si trovano unite nelle cose stesse. Perci accade che possono non essere, e
spesso non sono, esattamente conformi alle cose.
I TESTI
Testo
(John Locke, Saggio sullintelletto umano, libro IV, cap. 4, trad. it di M. e N. Abbagnano,
utet, Torino 1971, pp. 646-648 e 651)
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I TESTI
del Saggio ha sostenuto una teoria sostanzialmente coerentista della verit, in questo quarto e ultimo libro
sembra elaborare una teoria corrispondentista, che in
qualche modo pretende di mettere in relazione i contenuti della mente umana con la realt effettivamente
esistente al suo esterno.
11-18 Vi sono per nostra fortuna delle idee sulla cui
conformit alla realt possiamo esser certi: innanzitutto le idee semplici, poich la nostra passivit nei loro
confronti fa s che non possiamo alterarle in alcun
modo quando le riceviamo e dunque tutto ci che esse
ci dicono deriva fedelmente da quanto le ha provocate.
Per quanto concerne il riferimento alla saggezza e volont del nostro Creatore, va specificato che in questa
affermazione non lasciato spazio ad alcun fideismo, in
quanto per Locke il volere divino coincide in modo pieno e perfetto con la pi completa razionalit.