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La verit come conformit tra le idee e le cose

Limpostazione ideistica della dottrina lockiana rischia di chiudere lintelletto in se stesso,


privando la conoscenza di un criterio sicuro con cui distinguere le affermazioni reali da quelle che non lo sono. Per ovviare a questo inconveniente, Locke indica un nuovo criterio di
verit nella concordanza tra le idee e le cose esterne.

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Non dubito che a questo punto il lettore sar incline a pensare che ho costruito finora solo un
castello in aria; e sar pronto a dirmi:
A quale scopo darsi tanto da fare? La conoscenza, voi dite, solo la percezione dellaccordo o
disaccordo tra le nostre idee: ma chiss che cosa queste idee possono essere? C nulla di cos
stravagante come le immaginazioni del cervello umano? Dov una testa che non abbia chimere?
O, se c un uomo sobrio e saggio, quale differenza ci sar, in base alle vostre regole, tra la sua
conoscenza e quella della pi stravagante fantasia che c al mondo? []
evidente che lo spirito non conosce le cose immediatamente, ma solo per lintervento delle idee
che ha di esse. La nostra conoscenza, perci, reale solo in quanto c conformit tra le nostre idee
e la realt delle cose. Ma quale sar qui il criterio? Come far lo spirito, che percepisce solo le sue
idee, a conoscere che esse concordano con le cose stesse? Per quanto non manchi di difficolt, credo
tuttavia che ci siano due specie di idee di cui possiamo essere sicuri che concordano con le cose.
Primo. La prima quella delle idee semplici che lo spirito, come stato mostrato, non pu creare
da s e devono necessariamente essere il prodotto di cose che agiscono sullo spirito in modo naturale, producendo in esso le percezioni che dalla saggezza e volont del nostro Creatore sono
ordinate e adattate alle cose stesse. Di qui segue che le idee semplici non sono finzioni della nostra fantasia, ma produzioni naturali e regolari delle cose fuori di noi, che realmente agiscono su
di noi; e sono cos dotate della conformit cui sono dirette o che il nostro stato esige [].
In secondo luogo, tutte le nostre idee complesse, eccetto quelle delle sostanze, essendo archetipi che
lo spirito costruisce per suo conto e non riferendosi allesistenza di qualcosa come al loro originale, non hanno bisogno della conformit necessaria alla conoscenza reale. Infatti ci che non
intende rappresentare altro che se stesso non pu essere capace di una rappresentazione sbagliata []; e tali, eccetto quelle di sostanze, sono tutte le nostre idee complesse.
Terzo. C unaltra specie di idee complesse che, essendo riferite ad archetipi fuori di noi, possono
differire da essi e cos la nostra conoscenza pu esser priva di realt. Tali sono le idee di sostanza,
le quali, consistendo in una collezione di idee semplici che si presumono desunte dalle opere
della natura, possono differire da queste perch uniscono idee in maggior numero o diverse, rispetto a quelle che si trovano unite nelle cose stesse. Perci accade che possono non essere, e
spesso non sono, esattamente conformi alle cose.

I TESTI

Testo

(John Locke, Saggio sullintelletto umano, libro IV, cap. 4, trad. it di M. e N. Abbagnano,
utet, Torino 1971, pp. 646-648 e 651)

Analisi del testo


1-7 Dopo aver definito la conoscenza come la percezione di un accordo o di un disaccordo tra idee, Locke
avverte lesigenza di uscire dal dominio dellintelletto,
per confrontarsi con ci che sta fuori di esso. Il tentativo
quello di non ridurre la verit a sola coerenza interna
allintelletto, in modo che un testo di geografia e la fiaba
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di Biancaneve, per quanto siano entrambi internamente


coerenti, possano avere un diverso grado di plausibilit.
8-11 Alla ricerca di un nuovo e pi potente criterio di
verit della conoscenza, capace di oltrepassare i confini
dellintelletto, Locke lo indica qui nella conformit tra
le idee e la realt delle cose. Cos, se nei primi tre libri

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19-23 Anche la verit delle idee complesse (eccetto


quelle delle sostanze) in qualche modo garantita: non
tanto nel senso che esse corrispondano a realt extramentali effettivamente esistenti, quanto nel senso che,
essendo creazioni interamente nostre e intra-mentali,
per esse non si pu sollevare il problema della corrispondenza, ma solo quello della coerenza interna. Ci
particolarmente chiaro, secondo Locke, se si considera
la matematica, ma anche la morale, i cui principi sono
stabiliti da noi.
24-29 Resta per un terzo e ultimo caso di pi difficile
soluzione: quello delle sostanze. Esse non sono date nel
mondo come oggetti precostituiti, ma vengono costruite dallattivit di combinazione del soggetto: non
c dunque nulla che garantisca che il legame istituito
dal soggetto tra certe determinazioni rispecchi leffettivo ordine in cui esse sono collegate nella realt.

I TESTI

del Saggio ha sostenuto una teoria sostanzialmente coerentista della verit, in questo quarto e ultimo libro
sembra elaborare una teoria corrispondentista, che in
qualche modo pretende di mettere in relazione i contenuti della mente umana con la realt effettivamente
esistente al suo esterno.
11-18 Vi sono per nostra fortuna delle idee sulla cui
conformit alla realt possiamo esser certi: innanzitutto le idee semplici, poich la nostra passivit nei loro
confronti fa s che non possiamo alterarle in alcun
modo quando le riceviamo e dunque tutto ci che esse
ci dicono deriva fedelmente da quanto le ha provocate.
Per quanto concerne il riferimento alla saggezza e volont del nostro Creatore, va specificato che in questa
affermazione non lasciato spazio ad alcun fideismo, in
quanto per Locke il volere divino coincide in modo pieno e perfetto con la pi completa razionalit.

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