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L’impero portoghese
Le isole atlantiche, il Brasile, il dominio nell’oceano Indiano
I portoghesi ricavavano una gran quantità d’oro scambiando tessuti e metalli grezzi con l’oro del golfo della Guinea (Costa d’oro). Le produzioni
dello zucchero a Madèra e nell’isola Sao Tomé, dei portoghesi, producevano circa 4.500 tonnellate di zucchero l’anno. Quando nel XVI secolo
venne utilizzata per la produzione di zucchero la costa più occidentale del Brasile, il prodotto salì a circa 16.000 tonnellate. I portoghesi
detenevano il dominio sull’oceano Indiano, grazie ad importanti basi in Africa Orientale. Il potere portoghese sull’India, invece, si limitava
solamente alle coste; questi insediamenti non facevano paura per la loro estensione, anzi venivano ritenuti “lucrosi” per il commercio. Nel 1530
infatti l’espansionismo in India ebbe termine, anzi da quella data cominciarono gli attacchi indiani contro i portoghesi. Quindi il centro politico e
militare si trovava in India. Mentre, per mare, l’unico impero in grado di contrastare i portoghesi, era quello ottomano.
Malacca, le isole delle spezie e la Cina
La rete commerciale portoghese si estendeva tra l’India, l’Indonesia e le Molucche, ricchissime di spezie pregiate. L’occupazione di queste isole
venne visto come una violazione del trattato di Tordesillas. Poiché cominciarono a crearsi discordie che avrebbero potuto portare a delle guerre,
Carlo V, dietro pagamento, vi rinunciò. Alla Spagna restavano i diritti sulle Filippine, ma essi divennero effettivi solo quando fu trovatala la giusta
rotta per la traversata di ritorno del Pacifico. La Cina ed il Portogallo non erano in buoni rapporti, a causa delle violenze di cui si fecero artefici
alcuni portoghesi nei porti meridionali della Cina. Quando i portoghesi si riavvicinarono alla Cina, vennero accolti da nemici. I rapporti
commerciali tra cinesi e portoghesi potevano mantenersi solo nella forma del contrabbando. Solo a partire dal 1582 l’amministrazione cinese
riconobbe l’esistenza dei portoghesi. Mentre con il Giappone i contatti erano ottimi. Oltre agli scambi commerciali, i portoghesi portarono in
Giappone sia le armi da fuoco europee, che il cristianesimo.
I portoghesi tra profitto e crociata
In seguito alla crociata del 1415, con la quale inizio la costruzione dell’impero portoghese, i portoghesi non tralasciarono mai il loro compito di
cristiani, di combattere gli “infedeli” musulmani. Anzi, talvolta, le crociate entrarono in conflitto con gli interessi dell’impero. Il re del Portogallo,
a differenza di altri, monopolista del pepe e delle spezie, utilizzava i profitti, non per trarne altri profitti, ma per la sua politica religiosa.