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Kurt Gdel (Brno, 28 aprile 1906 Princeton, 14 gennaio 1978) stato un matematico, logico e losofo austriaco
naturalizzato statunitense, noto soprattutto per i suoi lavori sull'incompletezza delle teorie matematiche. Gdel
ritenuto uno dei pi grandi logici di tutti i tempi insieme
ad Aristotele e Gottlob Frege;[1] le sue ricerche ebbero un
signicativo impatto, oltre che sul pensiero matematico e
informatico, anche sul pensiero losoco del XX secolo.
Biograa
Gdel nasce in Moravia, secondo glio di Rudolf August e Marianne Handschuh, all'interno di una famiglia di
lingua tedesca operante con l'industria tessile, nella citt allora chiamata Brnn, sotto l'impero austro-ungarico.
Il padre aveva svolto studi commerciali e grazie ad una
grande applicazione nel lavoro riesce a raggiungere il
grado di dirigente e comproprietario di un'importante
azienda locale. Grazie al benessere acquisito, in grado
di mandare i propri gli in una scuola privata tedesca. Sin
da giovane Gdel mostra alcuni aspetti della personalit
che lo contraddistingueranno per tutta la vita, cio una curiosit insaziabile,[2] una brillantezza negli studi, una pre1
Risponde: Il ca cattivo.
Torna nuovamente all'Institute for Advanced Study, dove rimarr no alla ne della sua vita. Dell'IAS diventa
membro permanente nel 1946, professore ordinario nel
1953 e professore emerito nel 1973. Dal 1948 diventa cittadino degli USA. Frequenta tutti i giorni Einstein,
che lo conduce in passeggiate e conversazioni quotidiane.
L'ultimo suo articolo pubblicato risale al 1958, mentre
nel 1972 riceve la laurea honoris causa dalla Rockefeller
University e tre anni dopo la National Medal of Science.
Muore praticamente da suicida il 14 gennaio 1978 per
inedia, cio lasciandosi uccidere dalla fame, a causa dei
disturbi ipocondriaci di cui soriva che lo portavano a non
mangiare per paura di essere avvelenato.
L'attivit e il pensiero
Pur pubblicando un numero ridotto di articoli, Gdel riesce ad occuparsi di quasi tutti i settori della logica moderna e l'impatto derivato dalle sue opere sar enorme
e si dionder anche al di fuori del mondo accademico
matematico.[6]
Gdel ha pubblicato il suo pi famoso risultato nel
1931, all'et di venticinque anni, quando lavorava presso l'Universit di Vienna. Tale lavoro conteneva i famosi
due Teoremi di incompletezza che da lui prendono il nome, secondo i quali: ogni sistema assiomatico consistente in grado di descrivere l'aritmetica dei numeri interi
dotato di proposizioni che non possono essere dimostrate
n confutate sulla base degli assiomi di partenza. Parafrasando, se un sistema formale S consistente (ossia privo
di contraddizioni), allora possibile costruire una formula F sintatticamente corretta ma indimostrabile in S. Per
cui se un sistema formale logicamente coerente, la sua
non contraddittoriet non pu essere dimostrata stando
all'interno del sistema logico stesso.
I teoremi di Gdel nascevano in relazione alle ricerche
volte a realizzare il programma di Hilbert, che chiedeva
di trovare un linguaggio matematico che potesse provare da solo la propria consistenza o coerenza. Gdel invece dimostr che la coerenza di un sistema tale proprio
L'ATTIVIT E IL PENSIERO
perch non pu essere dimostrata[7] . Molti non compresero appieno il senso delle aermazioni di Gdel, ritenendo che il suo teorema avesse denitivamente distrutto la
possibilit di accedere a verit matematiche di cui avere
assoluta certezza. Gdel invece era convinto di non avere aatto dissolto la consistenza dei sistemi logici, da lui
sempre considerati come funzioni reali dotati di pieno valore ontologico, e che anzi il suo stesso teorema di incompletezza aveva una valenza di oggettivit e rigore logico.
Oltretutto, egli spiegava, la presenza di un enunciato che
aermi di essere indimostrabile allinterno di un sistema formale signica appunto che esso vero, dato che
non pu essere eettivamente dimostrato. E proseguiva
dicendo:
I due teoremi, il primo in particolare, furono da Gdel
interpretati come una conferma del platonismo, corrente
losoca che aermava l'esistenza di formule vere non
dimostrabili, e dunque l'irriducibilit della nozione di verit a quella di dimostrabilit. In accordo con questa losoa, la sua convinzione era che la verit, essendo qualcosa di oggettivo (cio di indipendente dalle costruzioni
eettuate nelle dimostrazioni dei teoremi), non pu essere posta a conclusione di alcuna sequenza dimostrativa,
ma solo all'origine.
Gdel fu anche autore di un celebre lavoro sull'ipotesi del
continuo, dimostrando che essa non pu essere confutata dagli assiomi della teoria degli insiemi accettata, assumendo che tali assiomi siano consistenti. Tale ipotesi
venne poi ampliata da Paul Cohen il quale, illustrando
come a partire dagli stessi assiomi sia indimostrabile, ne
prov l'indipendenza.
Gdel vedeva nella teoria degli insiemi, e nella
matematica in genere, una forma di conoscenza reale
e non puramente astratta o concettuale, nonostante
prescinda dall'esperienza dei sensi e si basi esclusivamente sull'intuizione mentale.[8] Similmente a
Parmenide, egli concepiva la logica formale come
unita indissolubilmente a un contenuto sostanziale":
Un altro risultato a cui giunse la dimostrazione nel 1970
dell'esistenza di Dio, inteso come ente che assomma tutte le qualit positive di un dato insieme. Tale teorema
deriva dal concetto di ultraltro ed ha poco a che vedere con la teologia tradizionale, sebbene nascesse anche da esigenze di carattere esistenziale e religioso. Per
comprendere la sua Ontologisches Beweis, ovvero la sua
prova ontologica di Dio, occorre tener presente come Gdel avesse sempre avvertito l'urgenza di trovare un ordine
logico-matematico da porre a fondamento dell'esistenza
dell'universo. Un tale ordine gli sembrava fosse garantito
solo dalla necessit logica dellesistenza di Dio, ossia dalla
dimostrazione di un Essere che assommi in s le qualit
positive di tutti gli enti reali. Come nel primo teorema
di incompletezza, Dio doveva rappresentare quella Verit che non dipende da calcoli umani, ed perci assoluta
e non relativa. Riemerge qui limpostazione platonica di
Gdel, nonch la sua forte stima per il losofo tedesco
3
Gottfried Leibniz, di cui riprende la prova ontologica e
la denizione di Dio come la somma perfetta di ogni
qualit semplice che sia positiva e assoluta[9] .
La dimostrazione gdeliana, da lui concepita come un
teorema logico-formale assolutamente analogo a quelli
suoi precedenti, risulta dal fatto che non logicamente plausibile ammettere la possibilit di un unico Essere
provvisto di tutte le propriet positive, tra cui la stessa
esistenza, senza attribuirgli una realt eettiva, perch ci
sarebbe una palese contraddizione in termini. Il passaggio dal piano razionale a quello reale avviene per limpossibilit di salvaguardare la coerenza del discorso logico
qualora si negasse a Dio unesistenza fattuale. E conclude
quindi aermando che Dio esiste necessariamente, come volevasi dimostrare[10] . Va inoltre sottolineato che a
dierenza dell'amico Albert Einstein, che concepiva Dio
alla stregua di unentit impersonale da cogliere con la
sola ragione, Gdel era animato anche da sentimenti di
venerazione religiosa.[10]
La prova ontologica di Dio non fu mai resa nota dall'autore, probabilmente per timore di essere
frainteso;[11] essa rimase sconosciuta no a quando venne pubblicata postuma negli Stati Uniti, nove anni dopo
la sua morte, all'interno di una raccolta contenente altri
scritti inediti appartenuti al matematico moravo.[11]
Opere
ber formal unentscheidbare Stze der Principia
Mathematica und verwandter Systeme, Monatshefte fr Mathematik und Physik, vol. 38, 1931 (disponibile traduzione in inglese di Martin Hirzel,
2000, qui).
The Consistency of the Axiom of Choice and of the
Generalized Continuum Hypothesis with the Axioms
of Set Theory, Princeton University Press, Princeton,
NJ., 1940.
Ontologischer Beweis (Prova ontologica), pubblicata postuma nel 1987 (trad. it.: La prova matematica
dell'esistenza di Dio).
My philosophical viewpoint, c. 1960, inedita.
The modern development of the foundations of
mathematics in the light of philosophy, 1961, inedita.
3.1
Edizioni in italiano
4 Note
[1] Alcuni matematici come Hermann Weyl e John von Neumann lo denivano il pi grande logico dopo Leibniz, o
dopo Aristotele (cfr. articolo su Il Sole 24 Ore).
[2] In famiglia era stato aettuosamente soprannominato Herr
Warum, Signor Perch".
[3] Gdel e i limiti della logica, di John W. Dawson Jr., pubbl.
su Le Scienze, n 374, ottobre 1999, pag. 88.
[4] John W. Dawson Jr., ibidem, pag. 90.
[5] John W. Dawson Jr., ibidem, pag. 91.
[6] John W. Dawson Jr., ibidem, pagg. 88-92.
[7] Cfr. in bibliograa: Goldstein, Incompletezza. La dimostrazione e il paradosso di Kurt Gdel.
[8] Classi e concetti possono essere concepiti come enti reali, cio le classi come pluralit di oggetti, e i concetti come
propriet e relazioni tra esse, entrambi esistenti indipendentemente dalle nostre denizioni o costruzioni (Kurt
Gdel, Russells mathematical logic in Collected Works,
Vol. II: Publications 1938-1974, a cura di Solomon Feferman, John W. Dawson Jr., Stephen C. Kleene, Gregory
H. Moore, Robert M. e Jan van Heijenoort, New York e
Oxford, Oxford U. P., 1990, pag. 128).
[9] Leibniz, L'Essere perfettissimo esiste, in Scritti losoci,
Utet, Torino 1967, vol. I, p. 261.
[10] R. G. Timossi, Prove logiche dell'esistenza di Dio da Anselmo d'Aosta a Kurt Gdel, Marietti, Genova-Milano 2005,
pp. 437-445.
[11] La prova, probabilmente ideata gi nel 1941, perfezionata
poi nel 1954 e inne nel 1970, fu infatti lasciata da Gdel
allo stato di bozza, consistente in tre pagine manoscritte. Il
logico Dana Scott tuttavia, chiamato dall'autore a prenderne visione nella sua versione denitiva, la ricopi e la fece
circolare, nch nel 1987 Jordan Howard Sobel la pubblic nel saggio On Being and Saying. Essays for Richard
Cartwright (redatto da Judith Jarvis Thomson, Cambridge, pp. 242-261). La reticenza di Gdel a pubblicarla
testimoniata dal diario di Oskar Morgenstern nella pagina del 29 agosto 1970 (citata in Kurt Gdel, Ontological Proof, Collected Works: Unpublished Essays & Lectures, III volume, p. 388, Oxford University Press ISBN
0-19-514722-7).
5 Bibliograa
Italo Aimonetto, Il fondamento del teorema di Gdel: da Peano a Frege e Russell, Torino, Rivista
Filosoa.
8
Francesco Berto, Logica da zero a Gdel, Bari,
Laterza, 2008, ISBN 88-420-8634-7.
Francesco Berto, Tutti pazzi per Gdel. La guida
completa al teorema d'incompletezza, Bari, Laterza,
2008, ISBN 978-88-420-8590-4.
Riccardo Bruni, Kurt Gdel, un prolo, Roma,
Carocci, 2015, ISBN 978-88-430-7513-3.
Pierre Cassou-Nogus, I demoni di Gdel. Logica e
follia. Milano, Bruno Mondadori, 2008, ISBN 97888-6159-145-5.
John L. Casti, Werner DePauli, Gdel: L'eccentrica
vita di un genio, Milano, Raaello Cortina, 2001,
ISBN 88-7078-711-7.
Daniele Chi, Kurt Gdel. Philosophical Explorations, Aracne, Roma 2012.
John W. Dawson jr, Dilemmi Logici: La vita e l'opera
di Kurt Gdel, Torino, Bollati Boringhieri, 2001,
ISBN 88-339-1353-8.
Sergio Galvan. Introduzione ai teoremi di incompletezza. Milano, Franco Angeli, 1992.
Rebecca Goldstein, Incompletezza. La dimostrazione e il paradosso di Kurt Godel, Torino, Codice
Edizioni, 2006, ISBN 88-7578-041-2.
Douglas Hofstadter, Gdel, Escher, Bach: un'eterna
ghirlanda brillante, Milano, Adelphi, 1990, ISBN
88-459-0755-4.
Gabriele Lolli, Da Euclide a Gdel, Bologna, Il
Mulino, 2010, ISBN 978-88-15-13923-8.
Gabriele Lolli, Incompletezza. Saggio su Kurt Gdel.
Bologna, Il Mulino, 1992.
Gabriele Lolli, Sotto il segno di Gdel. Bologna, Il
Mulino, 2007.
Gabriele Lolli e Ugo Pagallo (a cura di), La complessit di Gdel, Torino, Giappichelli, 2008, ISBN
978-88-348-8271-9.
Gabriele Lolli, La prova matematica dell'esistenza
di Dio, Torino, Bollati Boringhieri, 2006, ISBN 88339-1679-0.
Ernest Nagel e James R. Newman, La prova di
Gdel, Torino, Bollati Boringhieri, 1992, ISBN
88-339-0309-5.
Piero Pasolini, Il teorema di Gdel di fronte alla
logica, alla cibernetica e all'assoluto, Rivista Nuova
Umanit n. 1, Roma, Ed. Citt Nuova, 1978.
Palle Yourgrau, Un mondo senza tempo. L'eredit dimenticata di Gdel e Einstein. Milano, Il Saggiatore,
2006, ISBN 88-428-0903-9.
COLLEGAMENTI ESTERNI
6 Voci correlate
Teoremi di incompletezza di Gdel
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8 Collegamenti esterni
(EN) John J. O'Connor e Edmund F. Robertson,
Kurt Gdel in MacTutor, University of St Andrews,
Scotland.
(EN) Kurt Gdel in Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University.
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