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Vittorio S. Pipia 20/05/2014 Impianti Industriali e Sicurezza sul lavoro, 10 crediti, S.

Grimaldi
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Impianti industriali e sicurezza sul lavoro.
Paragrafo 1
Compito dellindustria quello di trasformare le materie prime in prodotti (siano essi beni o servizi). La
trasformazione di questi prodotti avviene appunto attraverso gli Impianti Industriali. Questi devono
rispettare alcune caratteristiche base, come quella di essere in armonia col territorio circostante richiedere
i minori costi possibili e consentire facili modifiche qualora necessario.
Allora procedendo per ordine bisogna seguire una determinata prassi per la creazione di un impianto
industriale. Innanzitutto bisogna:
Progettare i prodotti;
Scegliere lubicazione pi conveniente possibile;
Scegliere il tipo di fabbricato;
Scegliere il tipo di fabbricato;
Organizzare le vendite.
Come regola base bisogna tenere in mente che in ogni caso bisogna spendere risorse minime per avere il
massimo della rendita. Ovviamente quando si va a scegliere lubicazione bisogna considerare che i costi di
trasporto vanno a incidere anche pesantemente sul costo finale del prodotto.
Una volta dunque, individuati i capitali e lubicazione si pu procedere con lo studio del plant lay-out.
Questo deve prevedere vari fattori, come ad esempio la sistemazione dei macchinari, lubicazione di tutti i
servizi e vie di fughe necessari, la scelta del tipo di fabbricato.
E stato stabilito un decreto legge (31 marzo 1998, n.112) secondo cui i comuni assicurano lunicit
di conduzione e la semplificazione di tutte le procedure riguardanti gli impianti di produzione.

1. Ubicazione dellimpianto
Teniamo presente che la scelta del terreno dovrebbe essere effettuata solo dopo che si sono stabiliti tutti i
requisiti precedentemente esposti. In realt molto spesso avviene il contrario, quindi bisogna adattare
scegliendo la strada della massima efficienza le proprie scelte alla geografia del terreno a disposizione.
Tra questi ci sono:
-costi di costruzione, i quali variano da un territorio allaltro, anche in funzione del clima (un clima pi
freddo o pi caldo richieder impianti di isolamento e climatizzazione)
-mercato, Il quale pu essere concentrato o distribuito. Se Concentrato si sceglie il metodo della
convenienza, se distribuito si sceglie il baricentro dei mercati tenendo conto dei costi di distribuzione.
Materie prime
Alcune aziende (es. aziende petrolifere) hanno convenienza a ubicarsi in prossimit del luogo dove esiste la
materia prima.
Trasporti
E conveniente scegliere lubicazione in modo da avere il minor costo dovuto ai costi di trasporto dei
materiali verso lesterno. Si considera e si tiene presente che il raggio di trasporto dei vari materiali dipende
dal costo intrinseco del materiale stesso. Dunque per luranio avremo migliaia di km, per mattoni qualche
km.
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Scelta del terreno.
La scelta del terreno da scegliere tiene in conto tantissimi fattori.
Innanzitutto dobbiamo vedere se il terreno preso in esame una zona considerata da incentivare. In tal
caso infatti potremmo godere di finanziamenti. Poi abbiamo il costo dei trasporti e verso la fabbrica e dalla
fabbrica. La manodopera, in quanto dobbiamo tenere in considerazione sia il costo che la disponibilit di
manodopera qualificata. In tal caso dobbiamo anche prevedere che limpianto sia facile da raggiungere. La
disponibilit di acqua in grandi quantit nella vicinanza dellimpianto di vitale importanza. Inoltre ci sono
fattori quali esposizione ai venti, condizioni del terreno, estensione del terreno (se si prevedono
ampliamenti), smaltimento dei rifiuti prodotti e costo globale che deve risultare il pi basso possibile.
Scelta ubicazionale
La scelta ubicazionale finale pu essere effettuata in due modi diversi. O effettuando una stima dei costi dei
trasporti globali, quindi scegliendo quale ubicazione ha i costi minori, oppure tramite il metodo del
punteggio, dove in una tabella si assegna un punteggio a tutti quei fattori che vengono considerati
importanti nella fase di scelta del prezzo finale, e in seguito sommando questi costi parziali, scegliere
lubicazione col punteggio pi alto.

2. Potenzialit dellimpianto
Quando si va a creare un impianto si sempre davanti alla scelta di usare lavoro macchina o alvoro uomo.
In entrambi i casi bisogna sempre tener presente la quantit di prodotto da vendere e da produrre,
tenendo conto della propriet di assorbimento del mercato. Tutti i mercati poi sono caratterizzati da fasi di
regresso e da fasi di ripresa, la cui durata quasi impossibile da valutare. Tuttavia quando si deve andare a
fare un investimento importante tenere presente che lo stesso investimento risulter avere costi molto
bassi se fatto in fase di regresso e costi pi altri in fase di ripresa. Bisogna anche considerare landamento
periodico del mercato, dunque un aumento di domanda in certe stagioni e una diminuzione in altre, e
progettare limpianto in modo da soddisfare comunque la domanda in modo da saturare in ogni periodo
dellanno la produzione.
3. Studio del plant layout
Gli studi di plant layout si rendono necessari quando si introduce un nuovo prodotto, quando si acquistano
nuovi macchinari, quando ci sono troppi incidenti, quando aumenta la produzione. Lo scopo primario di
questo studio labbattimento dei costi di produzione e lottenimento del migliore utilizzo dello spazio.
Durante lo studio bisogna sempre considerare eventuali ampliamenti futuri e un utilizzo razionale dei
capitali. Molto utile risulta in questo caso avere un diagramma che riporti tutte le varie fasi di lavorazione
del prodotto finale, in modo da potersi rendere conto dei tempi effettivi e delle necessit che
quellimpianto deve soddisfare.
A seconda del tipo di prodotto, e della sua quantit possiamo prendere in considerazione 3 soluzioni:
1. Tipi di lavorazione;
2. Trasporto interno;
3. Posti di lavoro.

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1. Le lavorazioni possono essere in serie o in linea, oppure a piccoli lotti o per commesse. La
disposizione dei macchinari nel primo caso un ordine effettuato in base alla successioni delle
operazioni. Nel secondo caso invece si procede ad una disposizione per reparti o centri di
lavorazione. Inoltre quando si parla di disposizione in linea possiamo avere anche distribuzioni
convergenti, divergenti o miste e non per forza a disposizione in singola linea. La scelta
influenzata soprattutto dalle quantit. Se abbiamo quantit ingenti meglio prevedere una
distribuzione in linea mentre se abbiamo quantit piccole (artigiano) opportuno prevedere una
disposizione per reparti. (Pag.30) Seguendo la curva P-Q (prodotto- quantit) si possono distinguere
3 zone. La zona A dove assolutamente conveniente usare il sistema in linea, la zona C dove si usa
quella per reparti, e la zona B in cui opportuno valutare quali dei 2 layout convenga di pi.
2. Una volta stabilito il tipo di produzione bisogna attentamente scegliere il tipo di trasporto interno e
gli spazi di immagazzinamento.
3. La legislazione prevede che per ogni lavoratore siano assicurati 2 m^2 di spazio, 10 m^3 di volume
lordo, 3m di altezza. Ovviamente oltre alle norme legislative, al fine di ridurre la stanchezza e la
complessit bisogna prevedere che loperatore faccia meno movimenti e pi semplici possibili.
Assicurare che utensili e materiali si trovino in un posto fisso e collocarli in prossimit
delloperatore. Bisogna anche evitare che il lavoratore faccia dei movimenti pericolosi o stressanti.
Dunque prevedere carichi di spostamento con mezzi adeguati minori di 30 kg. Deve essere
assicurata laccessibilit delle macchine tenendo in conto lingombro medio dei lavoratori. Siccome
i corridoi rappresentano spazio sottratto allimpianto si deve cercare di ridurne lo spazio. Tuttavia
un corridoio troppo stretto potrebbe comportare maggiori manovre da parte dei mezzi e dunque
costi maggiori. Dunque bisogna trovare il giusto compromesso. Tuttavia la legislazione prevede la
presenza di un corridoio centrale o periferico in corrispondenza degli ingressi carrai di una
larghezza dai 3 ai 5 metri.

Lo studio del plant layout deve sempre precisare la disposizione dei vari reparti e le possibilit di
ampliamenti futuri. Uno dei concetti base quello di avvicinare fra di loro macchine e operatori
caratterizzati da un maggior numero di collegamenti. generalmente possibile calcolare il costo per unit
di tempo in modo direttamente proporzionale alla distanza percorsa.
Il costo del trasporto dato dal prodotto Pij cij dove i e j sono i punti iniziali e finali, Pij la quantit di
materiale che deve essere trasportata da i a j e cij il costo di trasporto dellunit di materiale.
Aggiungendo a questo prodotto anche dij (distanza fra i baricentri ponderali) allora il costa del trasporto
diventa:
Cij = Pij cij dij
E se si vuole passare al costo totale relativoa tutti i centri di lavoro basta fare le sommatorie di questo
prodotto per i=1 ->n e j=1 ->m.
Metodo delle intensit di traffico
Si rappresenta ciascun centro di lavoro con una sagoma di cartone. Si dispongono tali sagome tenendo
conto delle intensit di trasporto evidenziate. La determinazione di tali aree presuppone che si sia eseguito
lo studio dei singoli posti di lavoro, e lo studio della sistemazione delle macchine.



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Metodo del triangolo di Buff
Si elencano in un elenco verticale tutte le lavorazioni o i reparti. Detto questo si fanno partire da ogni
caselle due serie di rette parallele tra loro e si indicano con appositi simboli le direzioni e le quantit
trasportate. Siccome questo metodo pu essere gravoso a seconda dellimpianto vengono utilizzati
software appositi.

Impiego di modelli bi e tri-dimensionali per lo studio del plant layout
Per quanto riguarda i modelli bidimensionali si prosegue cos:
Si eseguono in un foglio di carta non trasparente i disegni di tutte le macchine e postazioni di lavoro
presenti poi nellimpianto finale. Si esegue con tratto pieno spesso i contorni della macchina, tratto pieno i
particolari, tratto punto gli assi della macchina. Si elenca inoltre la dimensione e le eventuali potenze che le
macchine erogano, nonch posizione del lavoratore. Fatto questo i modelli vengono poi disposti su un
foglio di moviphan reticolato con maglie di 5 mm. Il lucido cos ottenuto viene conservato come originale
in modo da potere sistemare nuovamente le macchine nel caso ce ne fosse bisogno.
Per quanto riguarda invece i modelli tridimensionali si disegna la macchina o lattrezzatura nella stessa scala
del modello (1:50 o 1:100). Da fogli di plexiglass si ottengono le parti del modello. Questo modello consente
poi di avere una pianta completa della struttura finale (avendo i produttori e le misure di ogni macchina
utilizzata) e di avere un quadro generale con elevata immediatezza visiva. La procedura pi usata quella di
disporre i modellini tridimensionali su una lastra di vetro e contemporaneamente quelli bidimensionali sul
moviphan.
Scelta del plant layout ottimale.
Per avere la disposizione ottimale dei flussi e delle macchine operatrici si pu procedere o col metodo dei
momenti in cui si procede per valori tabellari, analizzando le varie disposizione possibili e scegliendo quale
tra queste pi concilia i nostri obiettivi, o con un metodo grafico. Il metodo grafica valuta tutti i percorsi
allinterno dello stabilimento consentendoci cos di scegliere il layout pi economico.
Diagramma di GANTT
Il diagramma di Gantt (dal nome del suo ideatore) prevede di inserire in una tabella le varie operazioni e
funzioni che servono per la realizzazione dello stabilimento, e di scrivere alla sinistra del codesto
diagramma delle barre o linee orizzontali, proporzionali allavanzamento dello stato dei lavori e al tempo
previsto per ogni lavoro. Grazie allimpatto visivo ci si rende subito conto del tempo rimanente alla fine.

I fabbricati industriali
La scelta del tipo di fabbricato strettamente connessa al plant layout, ai costi di costruzione, al costo per
la climatizzazione, alle esigenze dei macchinari. Come spiegato precedentemente laltezza minima deve
essere di 3 m, ma pu scendere a 2,5 nei comuni superiori a 1000m. E inoltre vietato far lavorare in zone
semi interrate o interrante.
Si parla generalmente di fabbricati a pi piani qualora larea lavorativo si sviluppi in altezza, e il
collegamento tra i vari piani assicurato da scale e ascensori.
Si definisce invece a un solo piano i fabbricati che si sviluppano in orizzontale. Tuttavia questultima
soluzione oggi la pi utilizzata vista la difficolt di collegamento della prima.
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Sistemi costruttivi
Le tipologie pi frequenti per la costruzione sono:
1. In cemento armato;
2. In laterizio armato;
3. In acciaio.
Per il cemento armato abbiamo il vantaggio di resistenza a fuoco e agenti corrosivi, capacit di isolamento
termico e riduzione delle vibrazioni trasmesse. Oggi si tende a costruire i nuovi stabilimenti con dei
prefabbricati in cemento armato. Questo perch si usano maglie sempre pi larghe, e la costruzione, o
meglio lassemblaggio diventa in questo modo molto pi rapido.
Per quanto riguarda invece le maglie in acciaio, queste vengono usate qualora siamo in presenza di forti
sovraccarichi. Tuttavia la capacit di resistenza al fuoco e alla corrosione, sono molto minori, e si traducono
in maggiori costi di manutenzione. Di solito vengono usate maglie 12x12, 16x16 ,12x16, 12x24, 20x20.
La struttura in laterizi armati consentiva di coprire grandi aree. Tuttavia oggi non viene pi utilizzata in
quanto i costi per il riscaldamento sono maggiori, e in pi il soffitto non consentiva le installazioni di tutte le
tubazioni per il riscaldamento e per nastri di trasporto aerei.
Un fabbricato industriale composto da:
A. Fondazioni;
B. Struttura portante;
C. Copertura e pareti;
D. Pavimento;
E. Strutture varie.
Le fondazioni vengono classificate in fondazioni superficiali e fondazioni profonde. La scelta tra le due
dipende principalmente dai carichi che queste dovranno sopportare e dalle caratteristiche geotecniche del
terreno. Vi sono anche terreni compatti (rocce ghiaie dense) e terreni sciolti (argille, limi) e inconsistenti per
i quali vengono richiesti lavori difficili e costosi.
Le strutture portanti, oggi come oggi sono standardizzate, in quanto si ricorre molto spesso alluso di
prefabbricati, grazie ai costi, che praticamente si riducono allacquisto e al montaggio. Inoltre in questo
modo i prodotti risultano uniformati e tutti collaudati.
Tra i prefabbricati possiamo distinguere:
Strutture prefabbricate in carpenteria metallica, utilizzate molto spesso nella realizzazione di capannoni
industriali poich uniscono doti di leggerezza a prestazioni elevate.
Strutture prefabbricate in cemento armato, molto utilizzate nelledilizia civile.
Strutture in cemento armato tradizionale, utilizzate per edifici con dimensioni limitate oppure con
complessit tale da non consentire il ricorso alluso di prefabbricati.
Per quanto riguarda i carichi da considerare ci sono:
Carichi fissi;
Azioni sismiche (dipendono dal territorio);
Sovraccarico (vento neve);
Sovraccarico per carichi sospesi.
Le azioni sismiche sono da considerare in base al grado di sismicit della zona in cui costruito limpianto.
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Le azioni del vento si traducono in pressioni e depressioni (mecc. dei fluidi), agenti perpendicolarmente
(peggiore caso possibile). Lazione agente : p=qrefcecpcd .
Dove ce coefficiente di esposizione in pianura circa uguale a 1,8
Cp coefficiente funzione della forma delledificio
Cd coefficiente dinamico, circa uguale a 1
E qref la pressione che si esercita su 1 m
2
di superficie ortogonale esposta al vento.
Coperture e pareti
Illuminazione
Lilluminazione dei fabbricati industriali viene fatta combinando luce diurna e luce naturale. Tuttavia
bisogna considerare anche la posizione geografica dello stabilimento in quanto pi siamo al nord pi il
vantaggio dellilluminazione naturale diminuisce. Inoltre siccome la luce naturale non facilmente
controllabile bisogna sempre evitare di creare zone dombra e di abbagliamento. Valori tabellari ci dicono
quali sono i lux pi adatti da assegnare per determinati ambiti lavorativi e zone di lavoro.
Bisogna inoltre ricordare che lefficacia delle superfici vetrate si assottiglia molto col tempo in quanto lo
strato di polvere che si accumula riduce lefficacia di passaggio della luce.
Per valutare come e dove apporre le superfici vetrate abbiamo diverse tabelle e metodi applicativi, e ci
aiuta molto lindice di luce diurna (j) e lindice di superficie vetrata (i) che altro non che il rapporto tra la
superficie delle aperture e la superficie del terreno.
Acclimazione
Lacclimazione un valore dato dallinsieme di resistenza termica, permeabilit allaria e capacit termica.
abbastanza evidente che maggiori disperdimenti termici comportano maggiori consumi, maggiori costi. Ne
deriva che lacclimazione dipende strettamente dalle caratteristiche costruttive delledificio. I prefabbricati
comportano, a parit di condizioni termiche, maggiori costi di gestione. Bisogna tenere conto che la
temperatura media richiesta in ambito lavorativo di 18 gradi, che limpianto climatico funzioni su un solo
turno giornaliero, quindi con pausa notturna.
La quantit di calore dispersa nelle strutture a causa della trasmittanza termica data da: K(ti-te), dove K
la trasmittanza termica del fabbricato, misurata in W(m
2
C). Dunque questo valore, moltiplicato per le ore
annue in cui limpianto lavora a regime da il disperdimento di calore che pari a 100mila*K per le pareti,
115mila per le coperture.
Tipi di coperture
Alle coperture si richiedono generalmente:
Impermeabilizzazione
Isolamento termico e acustico
Resistenza meccanica
Durata
Leggerezza
Possibilit di contribuire a illuminazione e ventilazione.
Possiamo avere diversi tipi di infrastrutture che rispettano queste caratteristiche:
a) Lastre di fibrocemento o lamiere zincate o di alluminio
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b) Pannelli di materiale isolante di 5 cm
c) Pannello di materiale coibente (dai 2 ai 5 cm)
d) Lastre zincate o di alluminio di tipo grecato sopportanti uno o pi strati di materiale isolante.
e) Laterizi forati (che trovano tuttoggi applicazione nonostante luso smodato di prefabbricati.
La struttura pi utilizzata quella a shed, lo shed multiplo presenta numerosi vantaggi quali: maggiore
illuminazione, riduzione del volume da riscaldare e maggiori possibilit di ancoraggi.
Per evitare il ristagno di aria, si possono installare dei ventilatori o aeratori statici. Questi aumentano
leffetto camino, e contribuiscono a mantenere laria allinterno dello stabilimento pulita.
Per quanto riguarda le pareti dobbiamo analizzare separatamente la parete esterna e quella interna.
Le pareti esterne hanno la funzione di chiusura, devono avere resistenza meccanica, caratteristiche termo-
acustiche, e devono raggiungere altezze elevate. Possono essere:
a) Lastre prefabbricate in cemento armato, con particolare attenzione da rivolgere al sostegno dei
pannelli e al bloccaggio superiore;
b) Parete in muratura di laterizi
c) Pareti semplici in lamiera, caratterizzate da costi molto ridotti e facilit di costruzione
d) Pareti strutturali in vetro, pannelli in vetro sostenuti da una forte struttura metallica. La
ventilazione in questo caso viene garantita ponendo pezzi apribili nella struttura.
Le pareti interne invece devono avere funzione di separazione fisica tra ambienti diversi (magazzino /area
lavoro) e possono essere raggruppate nelle seguenti categorie:
a) Chiassilerie, generalmente metalliche con scarsi effetti termici e isolanti.
b) Pareti in muratura e laterizio (case e edifici civili)
c) Pareti con determinate caratteristiche di resistenza al fuoco (laterizio, mattoni in terracotta,
continui in cemento armato di 20 cm)
d) Setti in cemento armato, realizzati quando abbiamo bisogno di uno spazio per collegamenti
verticali
e) Pareti mobili, soluzione avanzata per la realizzazione di partizioni interne. Soluzione costosa ma che
garantisce una elevata flessibilit qualora si andasse incontro a rimodulazione dellimpianto.
f) Pareti fonoisolanti, usate in impianti metallurgici per isolare zone rumorose da zone tranquille
g) Pareti in carton gesso, particolarmente veloci da costruire grazie al montaggio a secco senza luso
di particolari malte.
Pavimenti
Ad un pavimento industriale sono richieste determinate caratteristiche di resistenza a urti e vibrazioni,
bassi costi, non sdrucciolevole, assorbimento dei rumori, isolamento termico, antipolvere, facilit di
manutenzione e pulizia. Ci sono diverse soluzioni che adempiono a queste caratteristiche. Tra queste
abbiamo:
a) Calcestruzzo in lastroni, che tuttavia polverosa e anche sdrucciolevole, inoltre assorbe oli grassi e
liquidi data la sua natura porosa.
b) Calcestruzzo con trattamento superficiale indurente, lastroni induriti con miscele di quarzo e
corindone.
c) Blocchetti di legno, presenta il vantaggio di non rompersi, anche se uno dei pavimenti pi costosi,
e dato il suo colore scuro assorbe molto la luce e oggi si utilizza sempre meno.
d) Piastrelle di materiali vari (korodur), le cui giunzioni sono realizzate con malta pura
e) Piastrelle di acciaio, soluzione quasi ottimale per costi di gestione bassi e usura minima.
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f) Piastrelle di gres os o klinker, particolarmente adatta per locali adibiti a mensa, servizi igienici e
sanitari e in generale per pavimenti soggetti a frequenti lavaggi.
Per quanto riguarda invece i pavimenti di uffici la scelta meno legata a esigenze specifiche e si prediligono
esigenze estetiche e di comfort.
Strutture varie
Per cancelli si intendono le chiusure lungo il perimetro dello stabilimento, mentre porte e portoni sono le
chiusure previste proprio nelle pareti.
I Portoni possono essere a battenti (classica apertura con due parti semoventi), o a libro, cio pannelli
incernierati tra di loro e scorrevoli entro guide inserite nellarchitrave. Scorrevoli, sono composti da battenti
metallici scorrevoli su guida, a serranda costituiti da elementi di lamiera ondulata o piana, e infine
basculanti che si sollevano con apposite guide verticali.
Porte
Le porte sono realizzate nei materiali pi svariati a seconda dellutilizzo e dello scopo che si vuole
raggiungere. Qui la legislazione impone larghezze minime che variano da 0,8m per 25 lavoratori, da 51 e
100 il locale deve avere una porta da 0,8 m e una di minimo 1,2 m. Se non sono presenti porte antipanico,
vietato luso di porte scorrevoli saracinesche ecc., accanto ai portoni per il transito di veicoli devono essere
presenti porte per il transito dei pedoni segnalate in modo visibile.
Servizi generali, ausiliari, igienico-sanitari
Uffici
Gli uffici sono di tre categorie distinte:
Uffici di direzione (uffici singoli per il direttore dello stabilimento, segreteria, vice, sala-riunioni)
Uffici dofficina (uffici tempi e metodi, controllo della produzione, capo-officina, ovvero tutti quegli
uffici che sono a stretto contatto con i lavoratori)
Uffici generali (locali in cui si esplicano funzioni amministrative).
Per quanto riguarda il collegamento tra gli uffici si pu applicare lo stesso discorso che si era fatto a
proposito dei reparti di produzione. Gli uffici possono inoltre essere dislocati nello stesso fabbricato della
produzione, in un edificio adiacente oppure in un edificio separato dalla sede industriale.
Generalmente quando si va a pensare a di un ufficio preferibile pensarlo come un ufficio a pi posti in
quanto lutilizzo dello spazio migliore, la comunicazione pi facile, si facilita il lavoro di gruppo.
Particolare importanza nella progettazione di un ufficio prende lo studio del modulo, ovvero di una unit
ripetitiva unificata. I posti di lavoro devono essere disposti in modo che lilluminazione risulti ottimale e in
certi casi bisogna prendere in considerazione la postazione uomo /pc.
Definite le caratteristiche del posto di lavoro si decide se fare una disposizione trasversale o
longitudinale (pag. 230-231 esempi visivi). I moduli destinati negli uffici dei vari paesi europei variano tra
0,95 e 1,85.
Laboratori
Nella collocazione dei laboratori di ricerca (ormai essenziali) opportuno valutare se porli in unarea
apposita o in una sede separata, a seconda dei test che ivi si conducono e della loro pericolosit (gas ecc.).

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Mensa e Ristoranti
Qualche anno fa era pratica comune delle aziende creare il refettorio ovvero una zona con tavoli sedie,
servizi igienici, distributori, dove i lavoratori potevano consumare il pasto portato da casa. Oggi invece le
aziende tendono sempre di pi a creare dei veri e propri servizi di ristorazioni allinterno dellarea
lavorativa. In questo caso si devono prevedere una cucina, una dispensa, e una zona di amministrazione del
ristorante. Una prima regola consiste nel determinare larea della mensa. Si moltiplica il numero di
dipendenti per 1,5 m
2
e 3m
2
. Tali aree prevedono loccupazione di corridoi, sale, tavoli, sedi ecc. Inoltre non
meno di 100-200 m
2
occorrono per cucina dispense ecc. I primi sistemi di distribuzione diffusa dei pasti
sono stati organizzati con distribuzione di cibi precotti, oggi invece abbiamo dei veri e propri ristoranti.
Pareti, pavimenti, tavoli, sedie, devono essere in materiale tale da facilitare al massimo eventuali
operazioni di pulizia.
Infermeria
Il servizio di infermeria pu essere utile in molti ambiti. Primo soccorso, visita medica in vista di assunzioni,
assistenza medica per gli operai. Se in infermeria accedono oltre al lavoratore anche i suoi familiari
lubicazione pi vincolata. In genere si suggerisce di usare unarea di 0,1 m
2
per dipendente. Se lo
stabilimento molto decentrato rispetto al centro urbano sarebbe opportuno di fornirsi di unapposita
autoambulanza.

Servizi ausiliari
Servizi igienico-sanitari
I servizi igienici sono comprensivi di fontanelle, spogliatoi, docce, servizi sanitari veri e propri.
Le fontanelle sono distribuite in maniera ordinata lungo tutta larea dello stabilimento, mentre per quanto
riguarda i bagni, essi devono essere posti in apposite aree. Devono avere dimensioni limite di 1,20x0,9 m e
devono essere dotati di impianti di estrazione forzata dellaria.
Larea occupata da gabinetto e relativo antigabinetto pu essere di 2,5 m
2
o fino a 3,5. Una parte dei servizi
igienici deve essere utilizzabile da portatori di handicap.
Gli spogliatoi sono previsti in un unico locale. Devono essere ubicati in modo da essere facilmente
raggiungibili e che risultino accessibili dallesterno. Si pu definire unare intorno agli 0,8 m
2
(1)
/dipendente.
Ultima nota, nella progettazione devono essere inclusi i locali atti a contenere mezzi di soccorso, salotti di
attesa, e locali per custodi e sorveglianti.
Accessi allo stabilimento.
Si deve anche considerare la creazione di posti auto (generalmente si considera che il 40-60% degli operai
arrivi in macchina) e si calcola circa 20-25 m
2
per auto. Inoltre si deve considerare un posto auto per disabili
ogni 50 posti disponibili. Per quanto riguarda altri veicoli (bici o moto) si considera che un 10-15% possa
arrivare tramite codesti mezzi, e si calcola come spazio necessario circa 5 m
2
a mezzo.
Per motivi di sicurezza si pu decidere di difendere la zona con una recinzione. Il numero il tipo e la
disposizione delle entrate dipende dallo stabilimento. Si prevede inoltre una guardiola con relativa sede per
il sorvegliante in corrispondenza dellingresso.

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Vie interne allo stabilimento.
Per risparmiare risorse e spazi si tende a minimizzare le vie interne allo stabilimento. Per questo vengono
spesso fissate velocit massime di circa 15/20 km/h e una larghezza di 5,5 m in rettilineo (per le curve pi
larga, a senso unico di 3 m.).
Binari ferroviari
Un allacciamento ferroviario pu risultare conveniente qualora ci si trovi in prossimit di stabilimenti
ferroviari e arrivino o partano merci tramite treno molto speso. Anche qui si devono rispettare alcune
norme costruttive, come non superare la pendenza dell8%0 e curve con raggi minimi di 150m.
Trasporti interni e mezzi di collegamento
Si definisce come trasporto interno qualsiasi movimentazione di materiale eseguita allinterno dello
stabilimento.
Al giorno doggi si cerca sempre di pi laumento dellefficienza al costo di un minore impiego delluomo. I
trasporti interni influenzano in maniera di retta la creazione del plant layout. Lideale sarebbe quello di
diminuire al minimo i trasporti, in modo da avere il minor impatto possibile sul costo finale del prodotto.
In sintesi un buono studio dei trasporti ha lo scopo di:
- Diminuire i costi
- Ridurre scarti e perdite
- Migliorare le condizioni di lavoro
- Aumentare lefficienza dellazienda.
Dunque bene provvedere allanalisi del flusso dei materiali in entrata e in uscita.
Bisogna perci, impiegare mezzi meccanici quando possibile, avere un grado di utilizzazione dellimpianto il
pi alto possibile, ricordare che il movimento pi economico quello che sfrutta la gravit.
Classificazione trasporti interni
I trasporti interni possono essere classificati in base a tante cose.
a) A seconda del tipo di materiale
b) In base al funzionamento (continuo, con carrelli elevatori... )
c) In base al tipo di energia motrice
d) In base al tipo di movimento (discontinuo, continuo)
e) In base al tipo di comando (con manovratore a bordo, a terra, computerizzato ecc.)
Unit di carico
Si definisce unit di carico un raggruppamento di materiali disposto in modo tale da essere movimentato e
trasportato mediante trasporto meccanico. La cosa pi importante che le unit di carico siano
accatastabili le une sulle altre e movimentabili con le forche dei mezzi di trasporto. Ricordiamo che i nostri
obiettivi sono sempre quelli di:
- Ridurre il costo
- Ridurre le riprese
- Ridurre lo spazio per limmagazzinamento
- Ridurre i tragitti in officina.
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Ci non significa individuare lunit di carico pi ingombrante ma quella ottimale per avere un giusto
equilibrio.
Indicata con Q la quantit di materiali e con q il carico unitario e con n il numero dei viaggi:
Q = nq
evidente che sta nel nostro interesse aumentare q per diminuire n. si nota tra laltro che aumentando q
entro un certo valore ottimale la convenienza tende a diminuire, perch ci significherebbe impiegare
macchine molto pi costose, per avere vantaggi via via sempre pi piccole.
Le unit di carico devono essere sempre semplici ed economiche. Si distinguono le seguenti unit di carico:
- Costituite con palette e contenitori
- Fatte dello stesso materiale trasportato
- Impiego di accessori a perdere
- Impiego di accessori vari da recuperare




Palette
Le palette o pallet possono essere di legno, metallo, materie plastiche o altro materiale. La convenienza
legata ai pallet dovuta al fatto che si riducono le manipolazioni. Il risparmio ovviamente deve essere
superiore al costo delladozione dei pallet. Per esempio se la pallettizzazione destinata anche alla
spedizione verso lesterno, il ritorno di vuoti pu essere un limite alla convenienza delladozione di questo
tipo di stoccaggio. A partire da una certa percorrenza dunque si utilizzano palettature a perdere. Le
palettature pi utilizzate sono costruite in legno e lUNI ha emanato diverse norme per la loro costruzione.
Le dimensioni delle palette in pianta possono essere di: 800x1000, 800x1200, 1000x1200, 1200x1200.
Alcune aziende europee per uniformare i trasporti e i macchinari hanno costituito lEPAL che ha fornito
delle misure standard di 800x1200. Queste palettature riportano la sigla EPAL e FS I e i numeri xxx-x-xx che
sono in ordine codice fabbricante, anno e mese di produzione e il marchio EUR dentro un ovale. La
certificazione di qualit riconoscibile tramite graffa metallica. Queste palettature reggono unaltezza
(salvo casi particolari) di 2 metri, e la superficie non ricoperta dal carico deve essere minima. Inoltre, si
devono disporre i carichi appoggiandoli sulla faccia di maggiori dimensioni, e i colli devono essere disposti
incrociati.

(Vedi foto per maggiori dettagli)
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Contenitori e container
I contenitori sono utilizzati per proteggere i materiali trasportati. Si pu distinguere tra:
- Contenitori a parete piena o in lamiera
- A struttura reticolare
- In filo di acciaio
- Ripieghevoli
Le preferenze vanno verso contenitori forcolabili e sovrapponibili. Anche la capacit pu essere molto
variabile ed generalmente di 1/1,5 m
3
di volume utile. I container sono generalmente forniti di agganci
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che ne facilitano il trasbordo per mezzo di altri mezzi di trasporto. Si pu parlare di container piccoli quando
il volume utile non super i 3 m
3
e possono essere costruiti in alluminio, acciaio ecc a seconda delle esigenze.
Cassette
molto diffuso nelle aziende luso di cassette in materie plastiche o legno. Le dimensioni delle cassette
sono sottomultipli delle dimensioni dei pallet. Per il trasporto vengono usati carrelli manuali con freno a
pedale. Lorganismo odette ha definito una serie di contenitori in plastica con capacit da 5 a 60 dm
3
.
Gestione trasporti interni
La comunicazione per i trasporti interni pu essere gestita attraverso telecomunicazioni e rete informatica
apposita. Generalmente le varie fasi sono:
1. Arrivo trasportatore
2. Riconoscimento merce e controllo documenti
3. Scarico merci e controllo colli
4. Formazione UDC prelievo e immagazzinamento
5. Picking, formazione colli, imballaggio, etichettatura, pesatura
6. Controllo, assemblaggio UDS (unit spedizione) trasferimento in baia carico
7. Carico veicolo
8. Partenza
Paranchi e argani
I paranchi sono strumenti dedicati al sollevamento dei carichi, il pi semplice la cosiddetta taglia. La taglia
semplice semplicemente costituita da una carrucola sospesa e una staffa ruotante, sulla cui gola passa un
cavo a cui collegata la massa da trasportare /sollevare. Al fine di ridurre la forza per attivare il movimento,
si accoppiano pi taglie semplici in modo da avere taglie multipli.
Dalle taglie si passa ai paranchi a mano, infatti nel sistema a fune costituito da un tamburo, un riduttore
meccanico e un azionatore (manovella). Nel sistema a catena invece abbiamo una ruota con delle impronte
per avvolgere la catena, un riduttore e un comando con freno automatico a spinta. A parit di forza motrice
questultimo meccanismo consente di sollevare carichi molto pi pesanti.
Dopodich si passa ai paranchi elettrici e pneumatici. I secondi sono caratterizzati da motore a lamelle o a
pistoni assiali. I vantaggi sono:
- Non provocano scintille
- Resistono meglio a agenti corrosivi
- Sono meno soggetti ad avarie.
Hanno per una portata limitata che si aggira intorno alle 1500, 2000kg.
Un paranco elettrico costituito da:
- Carcassa
- Tamburo scanalato
- Motore elettrico
- Riduttore ad ingranaggi
- Freno
- Bozzello (comprendente pi pulegge di rinvio e gancio)
- Apparecchiatura elettrica per impartire i comandi
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il tipo di carico dipende dalla misura in cui viene utilizzata la portata del paranco. Le norme F.E.M.
suddividono tali categorie in:
1. Leggeri (k<=0,5)
2. Medi (0,5<k<0,63)
3. Pesanti (0,63<k<0,8)
4. Molto pesanti. (0,8<k<1,00)
Il fattore k identifica il fattore cubico medio.
Paranchi e scivoli su monorotaia
Sono entrati nellimpiego corrente appositi paranchi che possono traslare orizzontalmente tramite luso di
apposite rotaie. I carrelli sono dotati di rulli di guida oppure le ruote hanno apposite guide. Il profilato su cui
trasla il paranco, deve avere unaltezza minima tra ala inferiore e ala superiore per consentire il passaggio
delle ruote.
Fra le ruote e lala inferiore si interpone una lastra di usura, onde evitare il logorio delle ruote.

I tratti in salita non devono superare la pendenza del 2%. La via di corsa viene fissata ad apposite vie sulla
struttura di copertura del fabbricato, oppure su apposite travi. La traslazione dei paranchi sulle vie pu
avvenire mediante spinta esercitata sul carico oppure mediante catena o ruota motrice. La traslazione
spesso motorizzata, con due delle ruote portanti che sono anche motrici. In questo caso lalimentazione
viene assicurata per mezzo di:
- Rotaiette rigide con bulbo di rame (carichi gravosi allaperto)
- Conduttori in cavo flessibile (sostenuto da carrelli scorrevoli)
- Conduttori nudi racchiusi in una canalina di protezione e contatti scorrevoli (vie di corsa medio-
lunghe).

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La velocit di traslazione non supera generalmente i 40m/min. La potenza necessaria per imporre
una velocit v al paranco vale:
N=(Fv)/(1)

Argani
Per carichi maggiori a 10 tonnellate, i paranchi vengono sostituiti con gli argani. Altre applicazioni si hanno
in montacarichi, funivie, seggiovie, e cabestani. Oltre i 15000kgf si adoperano argani con quattro o otto tiri
di fune.
Carriponte
Generalit
Un carroponte costituito da un paranco o da un argano su struttura metallica a sua volta scorrevole su vie
di corsa sopraelevate. Si tratta di mezzi di trasporto discontinui per la movimentazione orizzontale di mezzi
e materiali. Il manovratore opera da una apposita cabina posta sulla gru o a terra. La progettazione di un
carroponte richiede la precisazione di alcuni elementi:
- Il carico massimo da movimentare o portata utile
- Interasse delle rotaie di scorrimento
- Tipo di rotaie
- Velocit di sollevamento carico
- Accelerazioni del sollevamento
- Corsa massima verticale
- Tensione di alimentazione
- Tipo di cuscinetti
- Modalit di trasmissione del moto
- Tipo di dentatura degli ingranaggi
- Materiali da impiegare per le diverse lavorazioni
- Tipo di collegamento tra argano e tamburo
- Tipo delleventuale cabina
- Freccia di inflessione elastica del ponte
Per travi ad anima piena laminate si richiedono frecce 1/750 dellinterasse delle rotaie, per travi ad anima
piena con argani azionamento meccanico e velocit di 25 m/min f1/1000 dellinterasse delle rotaie.
Dunque la freccia deve essere minore ai valori specificati.
Sicurezze antinfortunistiche
I mezzi di sollevamento e trasporto devono essere provvisti di dispositivi di frenatura, e di freni automatici.
I ganci delle gru devono essere conformi alle norme UNI od europee e costruiti in acciaio fucinato. Inoltre
devono avere chiusure atte a prevenire un eventuale distacco delle funi. Le passerelle per effettuare misure
di manutenzione devono inoltre essere previste. Il sollevamento e il trasporto dei carichi devono avvenire
senza che i carichi passino sopra le persone.
GRU
Le gru sono apparecchi a funzionamento discontinuo, impiegate per il sollevamento e la traslazione di
carichi. Alcuni apparecchi oltre alla traslazione consentono anche una rotazione attorno ad un asse.

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Gru a portale o cavalletto
Le gru a portale sono particolarmente adatte qualora non possibile realizzare vie di corsa sopraelevate. Le
rotaie infatti su questo particolare tipo di gru, sono posizionate a terra. Si possono avere gru a portale con
uno o due bracci laterali a seconda delle necessit. Di norma le rotaie vengono installate al di sotto del
piano del pavimento. Se le gru sono installate allaperto molto importante da tenere in considerazione la
pressione dinamica del vento. Gli interassi di questo tipo di gru arrivano fino a 100m.
Gru a bicicletta o a parete
Si tratta di gru a braccio che possono spostarsi lungo le pareti di un fabbricato o lungo i pilastri di una
campata. Sono necessarie tre vie di corsa, una in verticale, le altre due in orizzontale.
Gru a bandiera
Prevedono la rotazione attorno ad un asse verticale. Si suddividono a loro volta in gru a montante girevole
e gru a montante fisso. Limpiego pi diffuso nellindustria prevede lutilizzo di gru a bandiera installate a
servizio delle macchine utensili.
Gru a piattaforma girevole
Le gru a piattaforma girevole sono dotate di un braccio atto a sollevare il carico, montato su una
piattaforma che pu girare su se stessa. Le caratteristiche di questa gru sono: portata, volata, altezza di
sollevamento e velocit di funzionamento.

Carrelli
I carrelli sono dei mezzi che possono essere a traslazione manuale o motorizzata. Per essi si pu introdurre
la seguente suddivisione:
- Carrelli a traslazione manuale
- Carrelli trasportatori azionati manualmente
- Carrelli trasportatori-elevatori motorizzati
Si possono distinguere inoltre per portata massima o capacit portante e gommatura delle ruote.
Carrelli a traslazione manuale
I carrelli a traslazione manuale possono assumere le forme pi disparate per assolvere determinati
scopi/funzioni. Se i carichi sono leggeri si pu avere solo una ruota pivottante per ciascuna estremit. La
portata massima dei carrelli a traslazione manuale dipende dallo sforzo che si deve effettuare.
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Carrelli trasportatori-elevatori con azionamento manuale
I carrelli ad azionamento meccanizzato, sono impiegati perlopi per la movimentazione di pedane, palette e
colli avente forma opportuna. Anche in questo caso la portata massima dipende dallo sforzo per
movimentare il carico. Il sollevamento pu essere comandato con manopole o centralina di controllo.
Hanno velocit limitate e anche altezza di sollevamento limitate.


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Carrelli motorizzati
I carrelli di sollevamento con sistema di sollevamento e traslazione motorizzati sono i pi diffusi nelle
aziende. Il sistema di azionamento pu essere
- Termico
- Elettrico (per interni)
La scelta tra i due dipende da diversi fattori quali:
- Minore tempo di avviamento per carrelli elettrici
- Maggiore robustezza dei carrelli con motore diesel
- Uso dei motori termici solo allesterno (per ovvie esigenze di smaltimento dei gas di scarico)
- I carrelli elettrici necessitano di area di ricarica
Si distingue inoltre tra carrelli con manovratore a bordo e carrelli con manovratore a terra. Questo tipo di
carrelli dotato di speciali forche che possono sollevarsi rispetto al piano orizzontale. Esse sono montate su
unapposita piastra scorrevole. La norma UNI ISO 5053 definisce duplex triplex e quadruplex i carrelli con
un montante fisso e uno due o tre montanti mobili.


Caratteristiche carrelli motorizzati
Le principali caratteristiche di un carrello a forche sono:
- Massima capacit portante
- Distanza tra lasse delle ruote anteriori e la superficie frontale delle forche
- Altezza di sollevamento delle forche
- Dimensioni di ingombro in elevazione
- Brandeggio dei montanti porta-forche
Il brandeggio un movimento per cui le forche si inclinano in avanti e in indietro dei montanti sui quale
scorre la piastra porta forche.
Inclinando i montanti in avanti, risultano facilitate le operazioni di introduzione negli appositi spazi della
palettatura.
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La capacit portante una costante per ogni carrello ed esposta dalla formula:
C= I*Q
Dove Q il peso lordo del carico trasportato. Dunque possiamo determinare il massimo ingombro dellunit
di carico da movimentare e la massimo portata del carrello per una data lunghezza dellunit di carico.
Normalmente il costruttore specifica la portata nominale, la posizione del baricentro e la distanza A fra
lasse delle ruote anteriori e la superficie frontale delle forche. Dunque facilmente ricavabile la capacit
portante C.
Ovviamente prima che un carrello venga messo in commercio deve obbligatoriamente superare delle prove
di collaudo che sono:
a) Prova di stabilit longitudinale in impilamento
b) Prova di stabilit longitudinale in movimento
c) Prova di stabilit laterale in impilamento
d) Prova di stabilit laterale in movimento.

Un altro importantissimo parametro per la scelta del macchinario laltezza massima di sollevamento delle
forche. Laltezza di sollevamento raggiungibile con forche a duplice o triplice sfilamento di 8/9 metri.
Per quanto riguarda le caratteristiche geometriche dei carrelli rivestono particolare importanza:
- Laltezza totale del carrello con le forche e i montanti abbassati
- Lingombro massimo in altezza del carrello
- Lunghezza totale
- Lunghezza e spessore delle forche
- Ingombro in larghezza
- Raggio minimo di sterzatura
- Raggio di ingombro minimo in fase di sterzatura
Gli ultimi tre parametri sono fondamentali visto che fanno a scontrarsi con la larghezza dei corridoi di
transito.
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Alla larghezza minima del corridoio bene aggiungere 200mm di franco per sicurezza. Il raggio minimo di
sterzatura si pu determinare graficamente quando noto langolo massimo di sterzatura delle ruote.
=
Nel caso di un carrello con assale sterzante secondo cui le ruote possono assumere angoli diversi:
= =

Altri parametri caratteristici sono:
- Velocit di marcia con e senza carico
- Velocit di sollevamento delle forche
- Velocit di discesa delle forche
- Pendenza superabile
- Capacit di traino

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Ed sempre opportuno conoscere:
- Peso
- Carico massimo su ciascuna ruota
- Tipo di freni
- Tipo di batteria
- Numero di marce

Tipi di carrello trasportatore
Teniamo sempre a mente che la necessit primaria per la disposizione dei carichi e per la scelta dei carrelli
elevatori, quella di diminuire quanto pi possibile la larghezza dei corridoi a vantaggio dello spazio utile.
Dunque in questi casi si pu scegliere il tipo di carrello che pi soddisfa le nostre esigenze (vedi figure)



Attrezzature speciali per carrelli
Per consentire luso dei carrelli anche per colli che non costituiscono unit di carico. In figura si possono
vedere alcuni di questi implement. Luso di un attrezzo speciale conveniente se si deve movimentare un
solo tipo di carico o carichi simili tra loro. Se i carichi sono diversi si deve tenere conto del costo di
montaggio dei vari attrezzi.
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Trasportatori a rulli
I trasportatori a rulli consistono in una serie di rulli uno davanti allaltro, montati su apposite strutture
portanti. Devono avere lunghezza tale da appoggiare almeno su due rulli. Su di essi si possono eseguire
varie operazioni.
Particolarit costruttive
I rulli dei trasportatori in esame sono costituiti da tubi di acciaio montati su cuscinetti a sfere. I rulli devono
essere scelti tenendo conto dei carichi da trasportare. Per quanto riguarda la lubrificazione si possono
avere rulli lubrificati in fase di costruzione con appositi ingrassatori o rulli lubrificati a vita in fase di
costruzione. Le strutture portanti sono costituite da unincastellatura in materiali metallici.
Laccoppiamento invece realizzato tramite bullonatura.


Classificazione dei traportatori a rulli
La classificazione avviene tenendo conto del diametro dei rulli, del diametro dellalbero, della lunghezza del
cilindro esterno, linterasse tra i rulli.
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La motorizzazione si realizza secondo una delle seguenti modalit:
- Prevedendo catene motorizzate
- Facendo scorrere un nastro o una cinghia piatta contro la generatrice inferiore dei rulli
- Trasmettendo il moto di rotazione dei rulli mediante cinghie ad anelli a sezione tonda.
Quando le strutture portanti sono disposte in pendenza e i rulli sono folli lavanzamento del materiale
sovrastante pu avvenire per gravit. sufficiente una pendenza di 3/6%.
ovvio che per risparmiare pi energia possibile bene che i rulli abbiano una bassa resistenza alla
rotazione.
Accessori a volte essenziali sono i rulli frenanti e i dispositivi di arresto, automatici o manuali.
Allora i trasportatori si possono suddividere in:
- Trasportatori a rulli orizzontali
- A rulli di gravit
- A rulli motorizzati
Scelta dei rulli
I principali parametri da conoscere sono il carico massimo da trasportare e la velocit di rotazione. Si
devono conoscere inoltre anche il passo dei rulli e il tipo di fissaggio.
Il passo minimo dei rulli consigliato quello che permette di avere sempre un appoggio su almeno 3 rulli.
Oltre a questi fattori si deve tenere conto dellambiente in cui verranno collocati, e di seguito scegliere il
materiale pi adatto.
Trasportatori a rotelle
Quando i carichi da movimentare sono leggeri e hanno fondo piano opportuno pensare a un
trasportatore a rotelle come mezzo di traslazione. In questo sistema troviamo due o pi rotelle calettate
sullo stesso albero. Questi tipi di trasportatori sono leggeri, costano poco, danno luogo ad una resistenza
allattrito minima.
Curve e deviatori
Ovviamente dobbiamo pensare anche a eventuali deviazioni lungo il percorso dei carichi da trasportare. Per
questo motivo possiamo avere:
- Curve, costituite da rulli cilindrici doppi o tronco conici
- Curve a rotelle
- Piattaforme girevoli
- Piattaforme a sfere
- Carrelli
- Deviatori mobili
- Curve adeguatamente inserite in un trasportatore a rulli rettilineo
- Dislivelli opportuni
- Deviatori rulli catene.
Lungo la movimentazione possono anche essere inseriti elementi come scivoli e discensori gli
scivoli a profilo elicoidali presentano lenorme vantaggio di movimentare il carico per semplice gravit.
La forza centrifuga crescente provoca una frenatura del collo lungo la parete laterale, facendo
discendere il carico ad una velocit pressoch costante.
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Possiamo inoltre trovare trasportatori a catene, consistenti in una o pi catene mosse da ruote dentate
collegate ad un gruppo motoriduttore. Questi trasportatori presuppongono che il carico poggi sulle
catene.
Trasportatori a nastro
I trasportatori sono impiegati per il trasporto continuo dei carichi. Sono costituiti da:
- Un nastro trasportatore
- Rulli superiori
- Un tamburo motore
- Una struttura metallica
Possiamo inoltre distinguere tra:
- Nastri trasportatori di tela o gomma
- In fibre naturali o sintetiche
- Di acciaio
- Rete metallica.
Tela e gomma
Le UNI 8721 definisce i trasportatori come una struttura di gomma e tela a forma di nastro chiuso ad anello.
La norma UNI 3786 classifica i nastri in base alla resistenza a rottura dellinserto, sia in direzione
longitudinale che trasversale. Nota la resistenza e i carichi, il costruttore determina la resistenza delle tele
che costituiscono il nucleo. Il rivestimento di tale nucleo pu assumere quattro gradi di qualit, indicati con
le lettere M-N-P-Q
Fibre naturali e sintetiche e in acciaio
I nastri di acciaio sono adatti per temperature superiori a 100 gradi e per il trasporto di materiali corrosivi.
I valori pi frequentemente adottati sono:
- Spessore lamiera 0,8: 1,2 m
- Larghezza nastro 0,2: 1,2 m
- Velocit massima 0,6: 1,2 m/s
- Diametro pulegge di rinvio, 100 volte lo spessore del nastro
- Coefficiente di aderenza 0,1
Nastri piani e a conca
I nastri possono essere piani e a conca. Sono piani i nastri destinati a trasportare colli singoli, concavi quelli
per trasportare tanti materiali alla rinfusa. In quelli concavi il nastro superiore supportato da 2 o da 3 rulli.
Tra i trasportatori a conca ci sono quelli a ghirlanda due tre o cinque rulli sono collegati tra loro mediante
maglie di catena e sospesi a sostegni. Sono utilizzati per il carico e il trasporto di materiale di grande
pezzatura e spigolosi.
Caratteristiche ed elementi costitutivi dei trasportatori a nastro
Un trasportatore a nastro essenzialmente caratterizzato dai seguenti parametri:
- Lunghezza del trasportatore
- Larghezza del nastro e numero di tele o spessore
- Inclinazione del nastro
- Velocit del nastro
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- Diametro dei tamburi
- Diametro dei rulli
- Cuscinetti, generalmente di tipo radiale rigido a sfere
- Angolo di avvolgimento del nastro sul tamburo motore e tipi di materiali del nastro.
Oltre agli elementi gi indicati per i nastri trasportatori dobbiamo aggiungere:
- Un tenditore a vita o a molla, o un contrappeso
- Un dispositivo di carico avente lo scopo di limitare gli urti tra materiale e nastro
- Due sponde laterali
- Uno o pi dispositivi per lo scarico del materiale
- Un dispositivo di frenatura
- Un raschiatore per la pulizia della spazzola
Potenzialit di trasporto
Scatole, colli, cassette
La potenzialit del trasporto data da una espressione del tipo:
=
Dove:
- K= costante dipendente dalle unit di misura adottate
- q= carico distribuito sul nastro
- B = larghezza del nastro
- V= velocit del nastro
Materiali alla rinfusa
Per quanto riguarda i materiali alla rinfusa lespressione della potenzialit di trasporto varia, infatti si
sostituisce a kq un k che altro non che una costante che dipendono dalle unit di misura adottate.
Calcolo di un trasportatore a nastro
Per il calcolo corretto di un trasportatore a nastro bisogna innanzitutto avere questi dati di partenza:
- Caratteristiche chimico-fisiche del materiale da trasportare
- Portata richiesta
- Lunghezza del trasportatore
- Profilo dellinstallazione
Resistenza al moto
Le resistenze che si oppongono al moto di un trasportatore a nastro sono le seguenti:
- Coefficiente di attrito dei rulli (f)
- Peso delle parti mobili (qs espresso in kgf al metro)
- Lunghezza del trasportatore misurata fra gli assi dei due tamburi di estremit (l)
1 =
Questa prima formula lattrito della massa in moto del trasportatore.
Poi abbiamo lattrito per il trasporto del materiale
2 = ()()
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Lo sforzo da far superare per un eventuale dislivello:
3 = ()
La resistenza dovuta ad eventuali scaricatori fissi o mobili
4 = ()
E le resistenze fisse.
Lo sforzo totale la somma di queste 5 grandezze e si indica con R.
Potenza assorbita
Dallo sforzo totale possibile calcolare la potenza assorbita come:
=

102()

Tensioni del nastro
Equivalgono alle tensioni T1 e T2 studiate in meccanica applicata alle macchine.
Numero di tele
Determinata la massima tensione T si pu definire il numero di tele da inserire nel nastro, che dato da:
=


Dove n=numero di tele
K= resistenza dellunit di lunghezza di una tela
B= larghezza del nastro.
Elevatori
Gli elevatori a nastro sono trasportatori continui impiegati per fare superare ai materiali un determinato
dislivello. Essi possono essere disposti verticalmente oppure con un determinato angolo di inclinazione. Si
pu inoltre effettuare unaltra distinzione tra elevatori a tazze fissate a catene, o a nastri trasportatori.
Normalmente la velocit delle tazze montate a catena arriva fino a 1 m/s mentre quella degli elevatori a
nastro di 2 m/s.
Il calcolo di un elevatore a nastro si effettua tenendo conto:
- Della potenzialit richiesta Q
- Delle caratteristiche chimico fisiche del materiale da sollevare
Noti questi elementi si sceglie il tipo di tazza la distanza la velocit e si definiscono il peso P e il volume C del
materiale contenuto in ogni singola tazza.
A seconda dellutilizzo si pu scegliere di usare tazze rotanti (es. quando arrivati in cima si deve versare il
contenuto in un contenitore) o fisse.
Elevatori a bilancini
Gli elevatori a bilancini, chiamati anche paternoster, consistono in:
- Due catene (o funi)
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- Una coppia di ruote superiori e una inferiore
- Una serie di ripiani
- Un gruppo motore (generalmente sistemato in alto)
Un impiego interessante quello che prevede il carico automatico dei bilancini a valle di una operazione
produttiva


Trasportatori a catena
I sistemi di trasporto a catena sono caratterizzati dal fatto che una o due catene traenti assicurano
lavanzamento del materiale. Analizziamoli pi da vicino.
Convogliatori aerei
Possono essere suddivisi in:
- Monorotaia in cui una catena traente compie un circuito chiuso trascinando dei carrellini scorrevoli.
Ai carrellini sono sospesi ganci, ripiani, cestelli ecc.. I convogliatori aerei sono in grado di superare
dislivelli. A questo proposito bisogna prevedere la creazione di curve nei piani superiori.
Linclinazione in genere di 30 o 45. Le dimensioni di ingombro dei carichi determinano il passo
minimo tra un carrello e laltro. Quando la potenzialit o le esigenze del trasporto sono tali che la
distanza fra i trolley risulta maggiore del passo minimo, si devono prevedere dei carrellini intermedi
che hanno il ruolo di sostenere la catena. Il moto della catena causato da una ruota dentato o da
un gruppo di comando con denti che ingranano nel convogliatore. Questo ultimo tipo di comando
viene sovente chiamato caterpillar. Quando i carichi superano il peso trasportabile da un trolley, si
accoppiano due carrellini con una barra porta carico, oppure si adottano carrellini a quattro ruote.
- Birotaia in cui le vie di corsa sono due. I carichi corrono sulla via di corsa inferiore supportati da
appositi carrelli. La doppia via di corsa, se da un lato comporta maggiori investimenti, dallaltro
consente di sganciare il carico dalla catena traente senza lintervento diretto delluomo, senza
necessit di fermare il convogliatore. Unaltra importante caratteristica dei birotaia quella di
costituire accumuli di bilancelle. I sistemi di aggancio e di svincolo variano da un costruttore
allaltro. Il gruppo motore anche in questo caso del tipo caterpillar. A favore dellimpiego di
convogliatori aerei sta la loro capacit di compiere percorsi tortuosi.
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Casi Monorotaia

Casi Birotaia

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Le velocit dei convogliatori aerei dipendono:
- Dalla potenzialit richiesta
- Dal sistema di carico e scarico adottato
- Dal carico trasportato e dalla lunghezza del percorso
- Dalle preselezioni richieste al convogliatore.
Convogliatori a carrelli
I convogliatori a catena per il traino di carrelli e ruote si distinguono in base alla posizione della catena in:
a) Convogliatori con catena a pavimento
b) Convogliatori con catena aerea
c) Convogliatori con catena sotto piano pavimento (noti anche come trukveyor)
Con i truckveyor nessun ostacolo ingombra i reparti di lavoro tranne i carrelli. Lapertura del pavimento ha
infatti una larghezza di 2/3 cm e non costituisce ostacolo. Lunico inconveniente deriva dal fatto che
attraverso lapertura possano entrare rifiuti e polvere. A questo proposito la catena viene dotata di
raschiatori che eliminano lo sporco depositandolo in appositi pozzetti.
Versioni pi recenti e tecnologiche sono quelle a nastro magnetico i carrelli sono guidati da conduttori
flessibili posti ad una profondit di 10/20 cm.
Ogni carrello dotato dei seguenti sistemi di sicurezza:
- Paraurti anteriore flessibile
- Lampeggiatore luminoso
- Avvisatore acustico
Trasportatori a piastre
Sono costituiti da piastre in lamiera di acciaio con ruote e trascinate da catene disposte ai lati. Sono noti
anche come trasportatori apron. Essi sono particolarmente adatti per il trasporto di materiali pesanti o
abrasivi o con temperature elevate.
La velocit dei trasportatori a piastre si aggira tra i 6 e i 10 m/min, ma nella variante con piastre snodate si
raggiungono i 30 m/min.

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Trasportatori a tapparelle
Questo tipo di trasportatore del tutto analogo agli apron, se ne differenziano per il fatto che le piastre,
sono prove di risvolti e presentano interstizi tra luna e laltra. Molto adatti per trasporto di sacchi e
cassette.
Ascensori e montacarichi
Ascensori e montacarichi consistono in una cabina che trasla verticalmente su guide fisse, grazie a delle funi
collegate ad un contrappeso e una seconda cabina.
Definita la corsa media della cabina H e il numero di persone N, si pu determinare la capacit o portata P
una volta definito il tempo T.
Tale tempo risulta pari alla somma dei tempi che compongono:
- Lapertura delle porte
- La chiusura delle porte
- Avviamento
- Corsa media
- Frenatura
- Apertura
- Scarico
- Chiusura delle porte.
Il tempo occorrente per il carico e lo scarico dei materiali varia sensibilmente dal tipo di carico.

Elementi di progetto
Determinato il tempo T, del ciclo medio, si pu ottenere la capacit portante della cabina con:
=

3600

Fra i numerosi organismi notificati si possono citare IMQ, DNV, RINA ecc.
Dispositivi di sicurezza
I principali dispositivi di sicurezza riguardano:
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- Paracadute idoneo a fermare la cabina in discesa nel caso di rottura di tutte le funi
- Apparecchio di sicurezza atto a impedire leccesso di velocit
- Interruttori extra corsa per fermare la cabina quando oltrepassa i piani estremi della distanza
minima compatibile con il funzionamento normale
- Serratura meccanica per ogni porta di piano, allo scopo di impedirne lapertura finch la cabina non
si ferma
- Contatti di sicurezza da applicare alle porte della cabina
- Cabine munite di mezzi di comunicazione bidirezionali
- Freno elettromeccanico attivo in assenza di tensione
- Valvola di blocco del flusso attiva in assenza di tensione.
Essenzialmente laderenza delle funi sulla puleggia deve essere tale da soddisfare le tre condizioni seguenti:
1) La cabina caricata del 125% della sua portata nominale deve essere mantenuta al livello del piano
senza scorrimento delle funi
2) La frenata di emergenza della cabina deve provocare una riduzione della velocit compatibile con
quella di calcolo degli ammortizzatori
3) Non deve essere possibile spostare la cabina vuota con un movimento di rotazione della puleggia di
frizione quando il contrappeso appoggiato sugli ammortizzatori.
Al fine di usufruire di una maggiore elasticit nellubicazione si canno diffondendo sistemi di azionamento
degli ascensori e montacarichi e di tipo idraulico. Questa soluzione consente di ridurre laltezza della testata
del vano di corsa fino a 3,3m e di disporre il locale del macchinare non necessariamente al di sopra del vano
corsa, ma anche ad un piano intermedio in basso.
Magazzini industriali
Generalit
I magazzini industriali hanno lo scopo di conservare i materiali, assicurare la disponibilit delle materie
prime e consentire una disposizione razionale del materiale.
Si pu dedurre dunque che i magazzini hanno una grande importanza in quanto:
1) Rappresentano un peso economico non indifferente
2) Richiedono notevole spazio
3) Devono rispondere a precise esigenze di funzionalit
La sosta, per ottimizzare i flussi, deve essere minima, richiedere il minor numero di movimentazioni e
comportare operazioni di carico, scarico e immagazzinamento col minor numero di operazioni possibili.
Dal punto di vista degli impianti troviamo magazzini atti a:
- Conservare materie prime
- Semilavorati
- Prodotti finiti
Il primo assicura una riserva di materiali greggi, il secondo costituisce un polmone tra il prodotto iniziale e
finale, il terzo necessario in quanto tra produzione finita e spedizione intercorre un certo tempo e la
produzione segue determinati programmi.
Allora si possono usare i termini:
- Deposito, con riferimento a materiali, raccolti allaperto e di poche qualit
- Magazzino, con riferimento a materiali raccolti in luoghi aperti
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Allora si pu definire la modalit di immagazzinamento a seconda che parliamo di
a) UDC
b) Colli e materiali vari
c) Prodotti speciali
d) Materiali sciolti
e) Liquidi e gas
In un magazzino automatizzato i prodotti vengono inviati automaticamente al luogo di deposito.
Indici caratteristici dei magazzini
a) Indice di utilizzazione superficiale =


b) Indice di utilizzazione volumetrico Iv =
Vu
Vt

c) Indice di selettivit definito dal rapporto del numero di voci che si possono depositare o prelevare
senza spostare altre voci, ed il numero di voci immagazzinate
d) Indice di manodopera, indica il rapporto tra tonnellate arrivate in magazzino o spedite allo stesso in
un certo tempo ed il numero di ore lavorative degli addetti nello stesso periodo
e) Indice di potenza, rapporto tra tonnellate arrivate o spedite in un tempo, e la potenza elettrica
installata nel magazzino
Mezzi di trasporto e contenimento
Bisogna scegliere preventivamente:
1) I mezzi di contenimento e dei sistemi di trasporto pi adatti per il magazzino allo studio
2) I sistemi di immagazzinamento pi convenienti
I mezzi di contenimento possono essere scelti tra quelli analizzati precedentemente (capitolo 15).
Circa i mezzi di trasporto sono da tenere presenti:
- Carrelli elevatori a forche motorizzate
- Carriponte di impilaggio
- Carriponti dotati di opportuni implementi
- Trasportatori a rulli
- Trasloelevatori
Modalit di immagazzinamento
Le modalit di immagazzinamento variano a seconda di cosa dobbiamo immagazzinare. Avremo un
fattore tecnico (che tiene conto delle caratteristiche del materiale da immagazzinare del peso e del
volume) e un fattore economico (che esige il minimo costo di ammortamento, di manodopera ,
esercizio e manutenzione).
a) Unit di carico -> con questo tipo limmagazzinamento pu avvenire mediante sovrapposizione
oppure mediante scaffalatura. Nel primo caso abbiamo pi convenienza a parit di frequenza di
movimentazione. Spesso non si pu usare perch il numero di UDC sovrapponibile troppo piccolo
oppure perch la dimensione e la forma delle UDC non lo consentono, oppure perch la capacit
portante del pavimento consente di sovrapporre un numero limitato di UDC
b) Scaffalatura , si possono avere scaffali fissi o smontabili a struttura tubolare in profilati di acciaio in
angolari forati o in cemento armato. Laltezza da terra non dovrebbe superare i 2/ 2,5 m. al servizio
di scaffali con altezze superiori a ai 12/13m si possono usare carriponte di impilaggio.
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Una scaffalatura di tipo tradizionale caratterizzata da pi ripiani e dal fatto che ogni fronte si affaccia
su un corridoio di servizio. Lo scaffale a gravit consente il corico dei materiali da un lato e il prelievo
dal lato opposto. Una variante dello scaffale a gravit quella in figura 30.7, ma anzich uno
scorrimento per gravit vi un carrello motorizzato che preleva ciascuna UDC da una estremit e la
porta allaltra. Lo scaffale di fig. 30.8 noto come scaffale passante ed adatto per UDC molto
numerose e non sovrapponibili. Il successivo del tipo compactus, e consente di realizzare indici di
utilizzazione assai elevati. Tali elementi sono dotati di ruote scorrevoli su apposite rotaie e possono
essere trainati singolarmente. Tuttavia richiede tempi di accostamento ai vani molto pi lunghi ed il suo
impiego vincolato dalla frequenza di movimentazione. Poi abbiamo anche i cosiddetti alti scaffali
cio di scaffalature che superano i 20/30m. i mezzi di trasporto da usare sono i trasloelevatori.

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Colli e materiali vari
Comprendono quei prodotti come materiali alla rinfusa e che non consentono di essere raggruppati in
UDC. In questi casi entrano in gioco fattori come:
- Variet e natura dei prodotti
- Forma dimensione e peso degli stessi
- Quantit di materiali
- Modalit di frequenza
Per quanto riguarda gli scaffali si usano:
- Il tradizionale
- Scaffali sovrapposti, in genere a doppia facciata
- Scaffali ad elementi mobili longitudinalmente
- Scaffali ad elementi mobili trasversalmente
- Scaffali rotanti
Prodotti speciali
Con tale denominazione indichiamo i materiali che per loro forma e dimensioni determinano particolari
problemi di immagazzinamento. Per esempio:
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- Tubi e barre
- Lamiere
- Rotoli di filo
- Bobine
Materiali alla rinfusa
Le pi frequenti soluzioni di immagazzinamento alla rinfusa sono:
- In mucchi
- In tramogge
- In sili
- In contenitori
Depositi
Se i materiali possono essere depositati allaperto, si cerca di realizzare ke soluzioni di stoccaggio pi
semplici possibile.
Il metodo ABC
Il metodo ABC utilizzato anche nella statistica, viene usato per ridurre linfluenza della gestione dei
magazzini. Come si vede dalla figura, se si sposta sullasse x il numero delle voci immagazzinate (in %) e
sulle y il valore delle v oci, si rileva che:
- Meno del 10-20% rappresenta quasi l80% del valore degli articoli
- Il 20-25% rappresenta quasi il 30% del valore totale
- Una percentuale superiore al 70% rappresenta il 5%
Tale suddivisione consente di assegnare una importanza diversa a ciascuna categoria di articoli A, B o C.


Progettazione dei magazzini
Prenderemo, al fine di progettare il magazzino, i seguenti mezzi di trasporto:
- Carrello elevatore a forche frontali
- Carrello elevatore a forche con montanti retrattili
- Carrello elevatore con forche laterali
- Carroponte di impilaggio
Inoltre ci preoccuperemo del solo indice di utilizzazione superficiale.
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Dunque tra le problematiche principali abbiamo:
- Individuare le caratteristiche fisiche e dimensionali dei materiali da immagazzinare
- Determinare il numero di voci e le relative quantit da immagazzinare
- Precisare lindice di selettivit
- Scegliere i mezzi di contenimento
- Individuare i sistemi di immagazzinamento adatti, dopo avere suddiviso i materiali nelle 3 categorie
A, B, C.
- Valutare il costo di realizzazione
Dopodich dobbiamo:
1) Suddividere i materiali da immagazzinare in gruppi di voci tra di loro simili per caratteristiche fisico-
dimensionali
2) Stabilire il numero massimo di pezzi che si possono raggruppare
3) Limitare il numero ed i tipi di contenitori al minimo necessario
4) Ridurre i travasi
5) Assicurare la massima facilit di movimentazione
6) Ubicare le voci maggiormente movimentate in prossimit del reparto ricevimento o spedizione
7) Prestabilire un metodo di immagazzinamento dei materiali
Elementi per il dimensionamento degli scaffali
Nel caso di scaffali di UDC la distanza tra i montanti dipende anche dalle dimensioni delle stesse Unit.
I ripiani di uno scaffale possono avere superficie dappoggio continua oppure costituita da montanti di
appoggio.
Per il dimensionamento degli scaffali si ricorre alla Scienza delle Costruzioni.
Elementi per la determinazione economica dei materiali da immagazzinare
Come gi detto bisogna limitare al massimo il quantitativo di materiale immagazzinato.
In altre parole occorre soddisfare le esigenze di , ridurre al minimo le scorte e di assicurare i prodotti
occorrenti. Tutto ci si pu ricondurre alla tecnica degli stock, o delle giacenze.
Ottimizzazione del costo di immagazzinamento
Il costo per lapprovvigionamento costituito essenzialmente ai costi dellufficio acquisti e dei trasporti. Il
costo di immagazzinamento vero e proprio invece somma di :
- Interesse del capitale
- Costo della manodopera
- Ammortamento dei mezzi delle macchine e della struttura
- Illuminazione, assicurazione, riscaldamento ecc.
In pi abbiamo anche il costo della scorta di sicurezza. Tale quantitativo S pu considerarsi acquistato una
volta per tutte, dunque pu risultare interessante prevedere il suo costo di immagazzinamento.
Material requirement planning
Precedentemente abbiamo considerato il flusso dei materiali seguendo il criterio classico di determinazione
del fabbisogno degli stabilimenti in base ai consumi registrati.
Tale pianificazione di materiali richiede che ogni fase sia programmata in funzione della fase successiva.
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Pertanto il fabbisogno dei materiali da approvvigionare dato da:
- Programmi di produzione nellimmediato futuro
- Distinta base dei prodotti e relativa scomposizione dei suoi componenti
- Tempi di consegna di tutti i componenti
Sulla base dei dati, un algoritmo pu aiutarci a definire ordini pianificati per ciascuna voce.

Il just in time e la terziarizzazione
Oltre alluso dellMRP si visto diffondere luso del just in time, basata sul concetto di eliminare gli stock
dei materiali rispettivamente a monte e a valle.
In alternativa si pu prevedere la gestione automatica dei magazzini, basata sullutilizzo di data base
informatici contenenti le informazioni dei prodotti e degli approvvigionamenti.
Oggi si diffuso molto luso della terziarizzazione logistica, che consiste nellaffidare a terzi la gestione dei
magazzini.
Arrivo e spedizione dei materiali
Generalmente i materiali possono arrivare:
- Via strada
- Via ferrovia
- Via acqua
Anche dal punto di vista del carico e dello scarico si possono avere:
- Unit di carico
- Colli e materiali sfusi
- Prodotti speciali
- Materiali alla rinfusa
- Liquidi e gas
Limpiego di UDC consente di adottare impianti di carico e scarico con prestazioni elevate. La scelta delle
UDC pi convenienti deve essere effettuata tenendo conto di :
- Fornitori
- Sistema di carico e scarico dei veicoli
- Immagazzinamento dei prodotti finiti e la successiva alimentazione al reparto spedizione
Veicoli stradali
Si definiscono veicoli stradali tutti quei veicoli adibiti al trasporto merci dotati di ruote e autorizzati a
circolare su strada aperta al pubblico. Essi possono inoltre essere suddivisi in :
- Scoperti
- Coperto o chiuso
- Di tipo speciale
Un tipo di orientamento sulla scelta del veicolo pi adatto pu essere fatta :
- Impiego di autoveicoli speciali per materiali alla rinfusa
- Impiego di veicoli scoperti nel caso di container
- Impiego di veicoli chiusi nel caso di UDC o colli
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Banchine
Le banchine sono spesso indispensabili per il carico e lo scarico dei materiali. Gli elementi caratteristici sono
altezza e profondit. Generalmente tale altezza varia da 1 m a 1,3 m e viene scelta in base allimpiego della
banchina come zona di carico o scarico. Infatti nel primo caso il mezzo arriva senza carico a bordo e quindi
col pianale di carico pi alto.
Stesso discorso pu essere fatto per i vagoni ferroviari.
Durante le operazioni di carico e scarico i mezzi devono accostarsi alla banchina con una manovra di
retromarcia. Da ci deriva il fatto che lo spazio antistante deve consentire questa manovra, e quindi
bisogna ben dimensionare gli spazi.
Reparti di ricevimento e spedizione
Banchine impianti di carico e scarico aree di sosta devono essere posti in modo tale da facilitare tutte le
operazioni appena citate, abbreviare i tempi di attesa e lavoro e consentire un flusso rapido.


Sistemi di trasporto AGV
Lautomazione sempre pi spinta delle fasi produttive ha provocato, innovazioni tecniche anche nellambito
dei magazzini industriali e degli impianti. Tra i sistemi pi usati abbiamo i automatic guided vehicles.
In linea generale essi comprendono:
a) I veicoli in guida automatica
b) Un impianto che guida i carrelli lungo tragitti prestabiliti
c) Un impianto per trasmettere comandi informazioni, situazioni di carico
d) Un sistema di gestione
Guida dei veicoli
Il sistema di guida fa seguire ai veicoli, i percorsi richiesti. Tali percorsi sono definiti tramite:
- Cavo inserito nel pavimento
- Nastri o riscontri disposti sul pavimento o su punti fissi sopraelevati
- Memorizzazione del percorso nel calcolatore installato
Prendiamo il caso della guida induttiva. Un apposito generatore di frequenza alimenta un filo con una
corrente elettrica alternata a bassa tensione. Si genera cos un campo magnetico. I veicoli sono dotati
ovviamente di sensori magnetici che sono in grado di riconoscere il campo magnetico. Inoltre le rotaie
possono essere:
- Mono frequenza in cui un unico cavo individua tutti i possibili percorsi. In corrispondenza degli
incroci possibile inserire corrente solo lungo il tragitto che il carrello deve seguire. In alternativa si
fa variare la frequenza
- Multi frequenza, in cui i percorsi sono rappresentati da altrettanti cavi, che sono attraversati da
correnti a frequenze diverse. I carrelli sono dunque in grado di riconoscere la frequenze a loro
destinata e seguire solo un determinato percorso.
Guida ottica a luce riflessa
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Il percorso del sistema di trasporto individuato da nastri catarifrangenti disposti a terra, i quali riflettono
un fascio di luce polarizzata proveniente dai carrelli. I raggi sono captati da appositi dispositivi posti sui
carrelli.

Guida ottica mediante telecamera
Questo sistema di guida prevede linstallazione di un nastro colorato o di riscontri sul pavimento per
individuare i percorsi. Una telecamera posta a bordo dei carrelli prevede ad individuare il colore corretto e
seguire solo quello.
Guida ottica mediante laser
I veicoli sono dotati di una testa laser rotante, alla velocit di 2 giri al secondo. Questa testa rotante
perlustra la zona operativa dove sono installati nastri catarifrangenti.

Trasmissione dei comandi e delle informazioni
Le principali tecniche di trasmissione dei comandi sono:
Tastiera alfanumerica
Una normale tastiera posta sui carrelli (e in generale sui mezzi da movimentare) tramite la quale vengono
trasmessi messaggi codificati al processore. Laccostamento e larresto del mezzo in postazioni prefissate
sono fatte grazie a trasmettitori ottici
Trasmissione induttiva
Le informazioni scambiate con i carrelli sono trasmesse tramite apposito cavo posto sotto al piano di
calpestio. Normalmente si installano un certo numero di cavi disposti ad anello ognuno dei quali trasmette
e riceve un apposito segnale.
Trasmissione a raggi infrarossi per zone
Il sistema consente il colloqui tra sensori ed i carrelli mediante impulsi ottici nella gamma dellinfrarosso.
Installando una serie di trasmettitori ricevitori, il microprocessore posto allinterno di ogni carrello pu
ricevere le informazioni a lui dedicate.
Trasmissione a raggi infrarossi locale
Appositi trasmettitori-ricevitori posizionati lungo il percorso. Questo sistema richiede un attento studio
della disposizione dei punti di comunicazione, onde evitare eventuali interferenze.
Trasmissione via radio
I sistemi colloquiano tra di loro attraverso lemissione e la ricezione di onde radio del sistema UHF.
Gestione dellimpianto
A fronte di richieste di trasporto provenienti dalle aree produttive il calcolatore dedicato memorizza ed
assegna ai carrelli le missioni da compiere seguendo direttamente il loro svolgimento. La prima forma di
controllo comporta uno scambio molto intenso di dati tra il calcolatore dedicato e i carrelli.


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Sicurezza dei sistemi AGV
Ci sono ovviamente dei dispositivi di sicurezza da prevedere per i sistemi AGV tra i quali:
- Pulsanti di arresto di emergenza
- Segnalatori ottici
- Paraurti
- Distanziatori di sicurezza
Inoltre, dato che la maggior parte di questi sistemi funziona mediante batterie, si pu prevedere una
ricarica lungo il percorso che pu essere di tipo:
- Stazioni di aggancio
- Bandelle di contatto aeree
- Contatti a terra

Sistemi di trasporto aerei
Composizione del sistema
I sistemi di trasporto aereo in esame, consistono in carrelli motorizzati che, scorrendo su vie di corsa
sopraelevate sono in grado di svolgere operazioni di trasporto completamente automatizzate. Questi
sistemi possono essere costituiti da:
A) Carrelli -> costituiti da un elemento motore. Essi sono alimentati con corrente alternata oppure con
corrente continua. Lalimentazione elettrica di solito di 380V in corrente alternata o di 24V in
corrente continua. Tutti i carrelli hanno un proprio sistema di controllo costituito da un PLC. La
trasmissione dei comandi avviene prevalentemente tramite bandelle. Anteriormente i carrelli sono
dotati di paraurti onde evitare danni a oggetti o pedoni che possono trovarsi lungo il loro percorso.
B) Vie di corsa -> aeree, costituite da rotair in leghe leggere alluminio estruso od acciaio. Su un fianco
dellanima sono installati i conduttori di alimentazione elettrica e tutti i vari comandi. La rotaia di
scorrimento supportata da appositi staffaggi. Gli scambi sono costituiti da un telaio fisso e uno
mobile
C) Sistema di gestione e controllo -> adeguato alle esigenze dellimpianto
D) Dispositivi automatici di carico e scarico dei carrelli -> devono consentire prelievi e depositi dei
materiali nella massima sicurezza possibile.
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E) Sicurezze antinfortunistiche > le stesse che abbiamo gi illustrato per gli AGV
Sistemi di trasporto automatici a slitta (skid)
La movimentazione lungo le linee di lavorazione o montaggio, spesso affidata a particolari trasportatori
automatici a slitta.
Tali trasportatori sono caratterizzati da speciali telai metallici configurati nella forma pi adatta a svolgere il
loro lavoro. Linsieme delle componenti telaio pi slitta assume la conformazione di ununit di trasporto,
installati a filo pavimento o sopra o sotto tale livello. Questi sistemi sono composti da:
a) Skid -> telaio in profilati di acciaio saldati che devono sopportare il carico da trasportare.
b) Trasportatori -> sono dei trasportatori motorizzati che si possono a loro volta suddividere in
trasportatori a rulli, trasportatori a catene motorizzate o trasportatori a tapparelle. Questi ultimi
sono spesso installati sotto il piano pavimento in modo che questo sia transitabile dal personale e
dai mezzi di trasporto
c) Impianto elettrico
d) Impianto di gestione e controllo
Carrelli semoventi elevatori
I carreli semoventi elevatori si possono dividere in tante grandi categorie:
- Carrelli a piccolo sollevamento, in grado di sollevare transpallet e i carichi in generale
- Carrelli a medio e grande sollevamento, vale a dire muniti di forche in grado di sollevare i carichi,
pallettizzati o meno
- Carrello con forche a sbalzo, sul quale il carico disposto davanti alle ruote anteriori
- Carrello con forche ricoprenti, che altro non che un carrello elevatore con longheroni portanti,
munito di forche i cui bracci coprono i longheroni e nel quale il baricentro del carico si trova sempre
allinterno del poligono di appoggio
- Carrello a forche tra i longheroni, anche denominato straddle
- Carrello a montanti o a forche retrattili
- Carrello a presa unilaterale
- Carrello a presa bilaterale
- Carrello a presa trilaterale
Caratteristiche e prestazioni
Transpallet
La movimentazione di palette di contenitori e di altri colli che non richiedano sollevamenti rilevanti,
spesso affidata ai carrelli a piccolo sollevamento. Essi hanno il vantaggio di essere poco ingombranti e
consentono movimentazioni piuttosto precise. Il sollevamento dei longheroni e di solito limitato a circa
120 mm al di sopra della loro posizione inferiore.
Transpallet elevatori
Il tipo pi semplice di transpallet elevatore quello a timone. Questo tipo di carrello ha forche che possono
sollevarsi fino a 3 m dal piano del pavimento. Si ricorre generalmente a carrelli con forche disposte fra i
longheroni, aventi cio i bracci allargati. Sia nella versione a longheroni che in quella con bracci allargati, i
transpallet elevatori sono anche disponibili con manovratore a bordo. Unulteriore revisione del transpallet
il transpallet commissionatore. In grado di sollevare fino a 2 m dal piano di carico.
Carrelli con montanti retrattili
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Nellottica di semplificare le operazione di prelievo e scarico, e ridurre il tempo perso con la sterzatura si
pu ricorrere a carrelli con forche retrattili. Con questo particolare tipo di carrello, le forche vengono
inclinate in avanti e sono libere di infilarsi sotto lUDC e prelevarla. Dunque il montante arretra fino a che il
baricentro del carico viene a trovarsi allinterno del perimetro individuato congiungendo i punti di appoggio
sul pavimento delle ruote. Per maggiore sicurezza il carico viene inclinato durante il trasporto. Soprattutto i
carrelli con montanti o forche retrattili consentono di ridurre notevolmente la larghezza dei corridoi di
manovra, e possono facilmente raggiungere altezze superiori ai 6 metri.
Carrelli a forte sollevamento ed a presa bilaterale o trilaterale
Al fine di migliorare ulteriormente lefficienza e ridurre la larghezza dei corridoi si possono usare:
a) forche bilaterale di tipo telescopico
b) con forche a presa trilaterale, cio in grado di ruotare di 180
entrambi i tipi di carrelli non richiedono la sterzatura. Dunque sono guidati da rotaie di contrasto installate
a pavimento, oppure da una guida di tipo magnetico. In ogni caso il franco da prevedere piccolo (siamo
intorno ai 100mm per parte fino a raggiungere 150mm)
Carrelli commissionatori
Hanno piattaforma sollevabile di 1-2m, la quale consente di prelevare dal magazzino e immettere nello
stesso materiali disposti ad alcuni metri dal pavimento. Tali carrelli sono impiegati generalmente per
operazioni di picking, o per prelievo parziale dei materiali. I carrelli commissionatori possono essere dotati
di forche normali, trilaterali o di attrezzatura speciale.

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Predisposizione antiinfortunistiche
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Le norme UNI EN 1726 e 6055, contengono numerose disposizione riguardo la sicurezza sul lavoro e luso
dei dispositivi di carico e scarico. Sono legislati:
- Gli organi di comando
- I freni
- Impianto idraulico
- Batterie
- Targhe indicatrici
- Coefficiente di sicurezza
- Le condizioni ambientali di lavoro.
Inoltre devono essere usate griglie e lamiere di protezione onde evitare che la caduta accidentale dei
carichi possa arrecare danni. Questa lamiera o griglia deve essere spessa al minimo 20mm.
Componenti dei carrelli
Batterie ed accumulatori
Tutti i carrelli motorizzati sono dotati di batterie, generalmente costituite da pi elementi, ovvero 2
elettrodi opportunatamente distanziati e immersi in una soluzione di acido solforico diluito. La carica delle
batterie viene effettuata presso postazioni costituite da raddrizzatori singoli, oppure in vere e proprie
stazioni di ricarica. Si ricorre a raddrizzatori singoli quando il numero di carrelli limitato. I processi di
ricarica delle batterie al piombo variano da 6 a 10 ore. Nelle stazioni di ricarica occorre necessariamente
attuare unintensa ventilazione e deve essere vietato fumare, accedere con liquidi o cibi.

Gomme per ruote
I tipi di gomme disponibili per carrelli sono:
- Vulkollan
- Cushion
- Pneumatici
- Superelastiche
Il primo viene utilizzato sulle ruote di carrelli transpallet, a timone, a montanti retrattili, con forche a forte
sollevamento e commissionatori. Queste gomme sono molto rigide e sono usate su ruote di piccolo
diametro. Le cushion, hanno unanima ridotta capace di assicurare una maggiore elasticit, e vengono
usate per operare su superfici non perfettamente regolari. Si richiede in questo caso anche un sedile
molleggiato. Le gomme superelastiche sono costruite con tre strati di gomma di diversa natura sovrapposti.
I pneumatici sono usati sui carrelli con forche frontali o laterali di portata elevata e raggiungono pressioni
che superano i 10 bar.
Trasloelevatori
Caratteristiche e prestazioni
I trasloelevatori rappresentano lunico mezzo di trasporto atto a consentire la realizzazione di magazzini
intensivi, aventi altezze sotto filo catena minori di 12m.
Un trasloelevatore essenzialmente costituito da un telaio scorrevole lungo una colonna verticale,
costruita in lamiera di acciaio elettrosaldata, la quale pu traslare lungo un corridoio, delimitato da due
scaffalature. La colonna infatti fissata ad una trave inferiore supportata da due ruote portanti in acciaio
speciale con superficie di rotolamento trattata termicamente o rivestita con materiale sintetico. Tali ruote
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scorrono su una rotaia Vignole, Burback o IPE. Il telaio mobile scorre lungo la colonna dentro guide
analoghe a quelle degli ascensori. La traslazione della macchina affidata ad un motoriduttore, alimentato
con corrente alternata o continua. Il suddetto telaio comprende:
- Forche in acciaio ad alta resistenza, molto spesso telescopiche
- Cabina per il manovratore
- Elementi di guida del moto lungo la colonna o le colonne.
La struttura mobile, denominata piattaforma pu compiere due movimenti. Uno di traslazione orizzontale
e laltro di traslazione verticale. Si possono realizzare anche trasloelevatori dotati di:
- Forche con bracci ad interasse variabile
- Forche a grande angolazione
- Due coppie di forche affiancate a tra loro indipendenti.
Nei traloelevatori automatici lindirizzamento ottenuto mediante comandi molto precisi e coordinate x, y.
Unaltra modalit di posizionamento prevede il rilevamento della loro posizione prescindendo dalla
geometria dello scaffale. Ci si pu ottenere mediante sistema telemetrico di tipo ottico. Questo sistema
misura con precisione millimetrica la distanza di un punto fisso a terra e un catarifrangente montato sul
trasloelevatore. La ricezione e la trasmissione dei dati pu avvenire in qualsiasi punto, fino a una distanza di
200m.
Sistema di gestione e controllo
Il sistema di gestione automatici comprende:
- Un elaboratore dedicato
- Uneventuale apparecchiatura centralizzata di supervisione
- Un PLC per ogni traslatore
- Un PLC a bordo macchina
La suddetta divisione consente di avere:
- Ottimizzazione delle missioni dei trasloelevatori
- Ricerca automatica della postazione da raggiungere
- Riconoscimento del materiale mediante lettura
- Posizionamento orizzontale e verticale
- Deposito e prelievo di carichi
- Visualizzazione ed eventuale stampa della mappa del magazzino
- Utilizzo ottimale degli scaffali
- Stampa di bolle di accompagnamento
- Sicurezze
- Diagnostica dellimpianto
- Visualizzazione dello stato dellimpianto.
Alimentazione e scarico dei traslatori
Le UDC in arrivo al magazzino, sostano normalmente sopra trasloelevatori motorizzati a rulli o a catene.
LUDC deve essere caratterizzata da etichetta e numero identificativo. Se tali elementi non sono leggibili o
sono assenti, si provvede a regolarizzare lUDC in unapposita area.
Ricerca della soluzione ottimale di magazzino
Risulta evidente che a parit di potenzialit ricettiva, la soluzione ottimale da scegliere dipende:
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- Dalle prestazioni che i trasloelevatori sono in grado di fornire
- Dalla lunghezza e altezza degli scaffali
- Dal mix di cicli semplici e combinati da effettuare
In pratica le prestazioni delle macchine sono un dato del problema. Dunque bisogna scegliere i cicli
opportuni per fare tutto con i minori costi di gestione possibili. Tuttavia il rendimento delle operazioni non
deve superare valori attendibili (generalmente 85%).
Impiego di traslatori per il picking
Le UDC possono arrivare ed essere accumulate in 3 metodi diversi:
A) UDC intere che rimangono tali sia per lo stoccaggio che per la spedizione
B) UDC in arrivo ma in uscita vengono prelevati come sottomultipli dellunit
C) Materiali in arrivo sciolti, che vengono raccolti e spediti sotto forma di UDC
D) Arrivo e partenza di materiali sciolti.
Limpiego di trasloelevatori con manovratore a bordo consente di effettuare il picking direttamente dallo
scaffale. Unaltra possibile soluzione quella di attuare il prelievo con un traslatore con manovratore a
bordo, e lo stoccaggio con un trasloelevatore automatico. Tuttavia riteniamo che il lavoro di un operatore
che si muove in una cabina di un mezzo che si muove allinterno di uno scaffale possa essere assai
opprimente, dunque se si devono effettuare operazioni di picking si preferiscono trasloelevatori automatici
oppure si pu:
- Installare un manipolatore od un robot a bordo del trasloelevatore
- Movimentare in automatico le UDC allinterno delle scaffalature ed effettuare il picking al di fuori
delle stesse.
Magazzini intensivi per unit di carico
Le modalit di stoccaggio utilizzate sono gli scaffali a pi piani, a gravit, passanti e ad elementi mobili. I
mezzi di movimentazione pi usati sono i trasloelevatori.
Scaffali a grande altezza
La progettazione dei magazzini destinati a contenere un numero elevato di UDC basate sullimpiego di
scaffalature, andata sempre pi rivolgendosi verso disposizioni intensive di tali unit, le cui altezze
superano in alcuni casi i 40m. Va sempre pi affermandosi limpiego di scaffalature, per magazzino
superiori a 16m, limpiego di scaffalature di magazzino autoportanti, atte cio a sopportare anche la
copertura e le pareti del magazzino.
Gli elementi costitutivi degli scaffali metallici sono:
- I montanti, ovvero gli elementi verticali di sostegno
- I correnti, che collegano orizzontalmente le fiancate trasmettendo a queste le sollecitazioni dovute
ai carichi
- Gli eventuali elementi di appoggio del carico
- Supporto di contenitori
- Sostegno delle UDC
- Supporto dei ripiani continui
- Controventatura fra i correnti di ogni piano
In linea generale si pu dire che la scaffalatura biposto, cio con due unit di carico per ogni vano, la pi
diffusa ed anche la pi affidabile quando la movimentazione delle UDC effettuata con mezzi automatici.
La monoposto tanto affidabile ma comporta peso e dunque costi maggiori.
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Soluzioni di magazzini in funzione del picking
Le operazioni di picking, ovverosia di rottura delle unit di carico al fine di costituire raggruppamenti di
materiali diversi, destinati a soddisfare determinati ordini do spedizione o lavorazione.
Ci si trova di fronte ad una scelta progettuale:
- Alternativa 1: picking effettuato fuori dagli scaffali
- Alternativa 2: picking eseguito presso le stesse postazioni in cui i materiali da prelevare sono
immagazzinati
Il picking di ciascun tipo di materiali pu avvenire per singoli ordini o per lotti di ordini. Se il prelievo
avviene ordine per ordine sufficiente inoltrare i materiali che compongono i vari ordini alla confezione
finale, la quale pu comprendere:
- Disposizioni dei materiali costituenti i singoli ordini dentro contenitori
- Chiusura di questi ultimi mediante graffatura
- Protezione delle confezioni con film estensibile o termoretraibile
- Pesatura ed etichettatura o marcatura indirizzo
- Smistamento finale o spedizione
Se il prelievo effettuato per lotto di ordini si deve prevedere una operazione di formazione dei singoli
ordini, attrezzando unapposita area. Premettiamo che quando i prelievi sono affidati ad un operatore,
questi ha a sua disposizione lelenco dei colli.
Se la rotazione dei prodotti non elevata le operazioni di picking possono essere affidate ad un operatore
che accede ai vani degli scaffali con un carrello a traslazione manuale, sul quale deposita i colli prelevati.
Tale soluzione consente un limitato sviluppo in altezza per le operazioni di picking. Unaltra soluzione di
magazzino con carrelli manuali quella a gravit (pag. 745). La movimentazione dei colli pu inoltre
avvenire tramite trasportatore a rulli, a nastro o altri tipi a seconda delle necessit. Tutti i sistemi
automatici di picking sono gestiti da un elaboratore dedicato.
Operazioni automatizzate nel ciclo dei trasporti interni
Possiamo utilizzare determinati macchinari e ausili per le operazioni automatizzate durante i trasporti
interni. Tra questi abbiamo:
1. Dosatrici a peso o volumetrico, che servono per il confezionamento dei prodotti liquidi o viscosi
allinterno di contenitori posti a valle. Si pu utilizzare un metodo nel quale vengono utilizzati fusti
posti su bilance elettroniche che comunicano il peso ad un elaboratore collegato allerogatore
oppure si pu decidere di prelevare un determinato quantitativo adatto al riempimento del
serbatoio finale.
2. Contapezzi, apparecchiature in grado di identificare il numero di pezzi lavorati o da lavorare.
Limpiego di un contapezzi frequente allentrata e alluscita dei materiali nel magazzino.
3. Incartonatrici, atte ad avvolgere attorno a colli o gruppi di oggetti un fustellato di cartone.
4. Nastratrici, per la chiusura di imballi in cartone mediante nastro adesivo
5. Graffatrici o cucitrici a punto metallico, utilizzate in alternativa alle nastratrici per chiudere le falde
superiori mediante luso di punti metallici o graffette
6. Reggiatrici, realizzano legature in tensione tarate in corrispondenza di posizioni prestabilite. La
reggetta pu essere metallica in polipropilene o poliestere.
7. Applicatori di etichette, autoadesive sui materiali in transito e stoccati che aiutano
lidentificazione degli stessi.
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8. Stampanti di etichette o etichettatrici, che provvedono alla stampa e allapplicazione automatica
di etichette di plastica di carta.
9. Marcatrici, stampano sui prodotti un numero seriale e un codice di identificazione, possono essere
a fuoco o con inchiostro
10. Fardellatrici, macchine atte ad avvolgere una UDC disposti o meno su un supporto di cartone o
simili.
11. Avvolgitrici, utilizzano un film elastico auto collante per avvolgere i prodotti destinati a amgazzino
o spedizione
12. Sistemi di lettura e decodifica, servono appunto a leggere i codici e i numeri seriali per identificare
e indirizzare correttamente lUDC ricevuta o da spedire
13. Palettizzatori, atti a costituire UDC sovrapponendo automaticamente su palette di legno con basi in
plastica, metallo o cartone, oggetti aventi configurazione pi svariata.
14. Depalettizzatori, per lo scarico automatico di palette sulle quali sono disposti scatole cassette etc.
15. Impilatori o deimpilatori, per sovrapporre UDC o per fare il contrario
16. Pesatura automatica, consiste in una bilancia in grado di pesare automaticamente i carichi
sovrastanti. Tale bilancia di solito installata lungo una linea di imballo attrezzata con rulli o nastro
motorizzato
17. Dispositivi per il controllo sagoma, gi citati nel capitolo dei trasloelevatori
18. Impianti automatici di carico e scarico di semirimorchi, nel caso pi semplice trattasi di carrelli
motorizzati con cavi di acciaio o catene e scorrevoli nei due sensi. Le catene o i cavi sono
opportunatamente motorizzati, anche perch si deve prevedere anche larrivo di carichi piuttosto
pesanti. Il rimorchio invece dotato sul fondo di nastri o rulli che facilitano il prelievo del carico o la
fornitura
19. Postazioni attrezzate, per il carico e lo scarico degli automezzi. Si tratta di punti di attracco dei
veicoli, dotati di una rampa di scarico regolabile, una protezione flessibile e un portone di chiusura
rigido o flessibile a seconda dei casi.

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