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PONTIFICIO INSTITUTO BIBLICO 15.Abril.

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Antonio Escobedo c.m.
Se pu misurare la temperatura, la pressione atmosferica, il tempo trascorso dun momento
allaltro, anche se pu sapere quanto il nostro peso o la nostra altezza. Ma misurare la fede?
Come si pu sapere quanta fede ce lha ogni persona? Quest un lavoro complesso.
Per avere unidea approssimata della magnitudine della nostra fede, possiamo guardare
diversi personaggi dei vangeli e paragonare loro fede con quella nostra. Avviamo gi studiato
due brani di persone che hanno poca fede nel vangelo di Matteo (6,25-34 e 8,23-27), adesso
studieremo altri personaggi che hanno una fede pi grande. Cominceremo con il brano di
Marco che presenta la grande fede del paralitico e i suoi compagni (2,1-12) e dopo al cieco
Bartimeo (10,46-52).
Lintenzione di studiare tutti questi personaggi conoscere quale sono le caratteristiche che
permettono dire che una persona ha grande, poca o nulla di fede. Alla fine di questo studio si
far un esercizio che ci aiuta per scoprirlo.
La guarigione del paralitico Mc 2,1-12
Lettura narrativa
3.1. La trama
- La trama di risoluzione.
Il racconto inizia con la prima complicazione: un gruppo vuole presentare a Ges un
paralitico perch lo guarisca, ma non possono raggiungerlo ! una folla fitta impedisce il
gruppo di entrare nella casa dove Ges sta. La trama mette alla prova la fede dei malati e di
quelli che li accompagnano per mostrare che solo la fede salva.
Due sono le prove:
(1) la folla che impedisce di entrare,
(2) la risposta di Ges che dichiara lhandicappato perdonato, mentre ovviamente egli veniva
per essere guarito.
- La trama di rivelazione.
Distinguere tre fasi:
(1) la reazione degli scribi che chiamano Ges blasfematore, perch, non essendo Dio, non
pu perdonare i peccati,
(2) Ges, che risponde e dichiara di aver lautorit di perdonare i peccati, affermando quindi
di aver unautorit finora inaudita e di condividerla con Dio.
(3) la guarigione come segno fornito da Ges per confermare lautorit che dice di avere.
In Mc non si dice che luomo guarito glorifica Dio. Lassenza del motivo non deve
essere interpretata psicologicamente come ingratitudine. Significa che il Narratore considera
solo lalzarsi e landarsene delluomo, perch la reazione che importa in Mc quella di tutti
gli astanti, senza eccezione. Ci significa che anche gli scribi che, prima, avevano accusato
Ges di blasfemo, hanno cambiato di parere e glorificano Dio con tutti gli altri astanti. Non
possono quindi ancora essere qualificati di opponenti.
3.2. I personaggi in Mc
- la moltitudine.
Alla moltitudine vengono dati tre nomi che corrispondono a tre diverse funzioni:
(1) allinizio, nella scena di presentazione, gli astanti sono chiamati "multitudine" (v.2).
(2) quando impediscono il paralitico e i suoi accompagnatori di entrare, sono chiamati "folla"
(v.4).
(3) dopo la guarigione, quando glorificano Dio, sono chiamati "tutti", indicando cos che non
c la minima eccezione nel glorificare Dio.
Per ascoltare ci che dice e fa Ges c dunque una folla fitta, ed importante per la
questione della sua identit.
- il guarito e quelli che lo portano. La presenza della folla ha per funzione di mettere alla
prova la loro voglia di guarigione. Non sono tornati a casa, ma hanno trovato uno
stratagemma per raggiungere Ges, segno della forza del loro desiderio. Nei racconti di
miracoli, il Narratore marciano mette difficolt sul cammino di quelli che vogliono essere
guariti per poter mostrare la forza della loro fede.
- il paralitico.
(1) Non dice niente (n formula una domanda di guarigione, n ringrazia appena guarito), ma
la sua tenacia e quella dei suoi accompagnatori va riconosciuta quale fede da Ges. Esprime
ci che la fede e di confermare, per la sua guarigione, che Ges ha il potere di guarire e di
perdonare i peccati.
(2) Chiamato figliolo da Ges nel v.5. Luso pu essere dovuto allet del paralitico (
giovane), ma pi probabilmente si tratta di un uso ipocoristico (indicando affetto e tenerezza)
per qualcuno che, come un bambino, si affida totalmente in lui e gli lascia liniziativa.
- i legisti.
Hanno una doppia funzione:
(1) protestando interiormente contro la dichiarazione di Ges sul perdono dei peccati. Si
tratta da monologhi interiori che esprimono la teologia comune, quella delle Scritture, quella
rivelata da Dio stesso, cio che solo lui pu perdonare i peccati (e mai gli uomini).
Indirettamente consentono a Ges di rivelare a tutti che ha una tale autorit.
(2) non esprimendo ad alta voce quel che pensano di Ges, gli permettono di mostrare che
Ges legge nei cuori e che, dunque, come Dio.
(3) glorificanno Dio con tutti gli altri astanti. Non erano quindi aprioristicamente opponenti:
non sapevano che Ges leggeva nei cuori e che aveva il potere di perdonare i peccati.
- Ges.
(1) Presentato allinizio come annunziatore del Vangelo e come molto popolare; dice dopo
che Ges ha colto subito i pensieri dei legisti (che vede dunque nei cuori);
(2) egli dichiara al paralitico che i suoi peccati sono perdonati, dichiara di avere lautorit di
perdonare, e dice che la guarigione del paralitico lo dimostra. Possiamo parlare di
autorivelazione esplicita e diretta, come in Mc 1,38. Qui Ges non soltanto colui che
annunzia il regno di Dio, ma colui per mezzo del quale la vittoria di Dio sul male e sul
peccato si effettua. Ges dice esplicitamente di avere il potere di cui Dio ha il monopolio,
quello di perdonare i peccati (cfr. il v.7).
La rivelazione del potere divino di Ges progressiva. Nel v.5, egli non dice infatti ti
perdono i tuoi peccati, ma i tuoi peccati ti sono perdonati, il che pu implicitamente rinviare
a Dio, Ges accontentandosi di rivelare che Dio stesso ha perdonato o sta perdonando.
Questo enunciato va pero precisato pi avanti, nel v.10: il paralitico stato perdonato da
Ges stesso, perch ne ha ricevuto il potere da Dio. Come gi detto, Il tema del perdono dei
peccati, comparso per la prima volta in Mc, indica anche chiaramente il vero scopo del
ministero di Ges: liberare lumanit dal peccato.
- Dio.
(1) menzionato nel discorso dei legisti: Dio ha il monopolio del perdono.
(2) Menzionato alla fine, dove tutti glorificano Dio. Interessante vedere che Ges non
glorificato per suo agire, ma che il suo agire porta gli astanti a glorificare Dio. Ges non
cerca la gloria e il fatto che suo agire porti alla glorificazione di Dio indica bene che non
vuole essere osannato, atteggiamento che le ingiunzioni al silenzio esprimono chiaramente.
4. Interpretazione
4.1. La fede in Mc 2,1-12
- In Mc 2,5 la parola "fede" qui usata per prima volta nel vangelo.
- Ovviamente, la fede del paralitico e dei suoi portatori una fede in Ges,
- fede, perch sono convinti di poter ottenere tutto da lui,
- fede come dipendenza, come rimettersi totalmente nelle mani di Ges,
- un Ges che per loro onnipotente, (perch) inviato da Dio;
- fede tenace, che non si lascia scoraggiare dalle difficolt;
- fede che lascia liniziativa a Ges (mettono il paralitico di fronte a lui, ma non chiedono
niente);
- fede come quella dei bambini (che dipendono totalmente dai genitori) e che sono felici di
dipendere dai genitori.
- fede dei figli, che credono in un Dio Padre (e si comportano da figli).
- vedendo la loro fede: Ges non parla subito di guarigione ma di perdono, perch sa che
questi uomini hanno una fede pronta a ricevere tutto ci che dar loro;
- e, dunque, fede capace di superare lapparente malinteso (come se Ges non sapesse perch
stanno di fronte a lui).
- Ges non dice la tua fede ti ha salvato come in Mc 5,34; 10,52, perch vuole che il
miracolo sia solo la conferma del potere che ha di perdonare.
Per cosa serve queste episodio?
Essendo il primo episodio della sequenza dedicata a controversie, questo micro-
racconto ha per funzione di iniziare o di portare avanti alcuni temi:
- quello del perdono (v. 5.7.9.10)
- quello della chiamata dei peccatori. Perdonare i peccati e chiamare i peccatori, tale lo
scopo esplicitamente formulato da Ges poco dopo, in Mc 2,17: non sono venuto a chiamare
dei giusti, ma dei peccatori. Anche se guarisce molti malati, Ges non dice mai di essere
venuto per questo.
La cristologia della sequenza

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