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Traccia 1

"Ci sono delle domande? No? Bene, allora possiamo passare al secondo intervento. Diamo il benvenuto
alla studiosa di sacre scritture Vittoria Donna!" annunciò l'organizzatore della conferenza. Salii sul palco,
un po' tesa. "Allora, Vittoria, sia io che tutti i presenti sappiamo su cosa verterà la sua conferenza, ma
vorrebbe, se non le dispiace, ricordarcelo e magari spiegarcelo con maggiore precisione? "Con piacere!
Allora, intanto salve a tutti, mi lusinga molto essere qui oggi. L'argomento che andrò a trattare è la figura
di Gesù di Nazareth, e presenterò questo personaggio nella maniera più oggettiva possibile, proprio
perchè credo che riguardo ad esso ognuno di noi abbia conoscenze diverse, e quindi, se così posso dire,
cercherò di fare un po' di chiarezza. Iniziamo quindi da 0, con questa domanda che tutti noi ci siamo
posti almeno una volta :" Gesù di Nazareth è realmente esistito?" Stando a tutte le fonti delle quali
disponiamo, la risposta è si. Possiamo affermare questo con certezza perchè la sua figura compare in
numerosi testi antichi, di scrittori cristiani e non. Per esempio, lo storico ebreo Giuseppe Flavio nelle sue
"Antichità giudaiche" descrive Gesù un saggio, dalla condotta buona e virtuosa, lo storico Cornelio Tacito
nella sua opera "Annales" racconta delle terribili persecuzioni portate avanti da Nerone nei confronti dei
seguaci di colui che era stato condannato a morte dal procuratore Ponzio Pilato, e ancora, tra le pagine
della "Vita di Claudio" un'altro studioso romano, Svetonio, scrive di persone cacciate da Roma perchè,
istigate da un certo Chresto, provocavano disordini. Le testimonianze più complete che abbiamo, però,
sono senza dubbio i Vangeli." Vidi alzarsi una mano "Prego!" "Ma, cosa sono esattamente i Vangeli?
Perchè spesso, a mio avviso, si da per scontato che si conoscano la loro natura e la loro funzione, quando
in realtà, sempre parlando personalmente, non ho mai avuto l'occasione di approfondirle, in quanto ci si
concentra sempre di più sui contenuti." "Domanda molto interessante! Allora, partiamo analizzando il
nome: il termine Vangelo deriva dal greco "eu" buono e "anghello" annuncio. Quindi, letteralmente,
questa parola significa buona notizia, buona novella, e fu utilizzata per indicare i quattro testi di Luca,
Giovanni, Marco e Matteo per la prima volta nel 150 DC, dal filosofo cristiano Giustino. Queste raccolte,
scritte tra il 65 e il 90 DC, avevano una finalità precisa, ovvero quella di proclamare che Gesù è il figlio di
Dio, il Messia, colui che per testimoniare all'uomo l'amore di Dio ha dato la vita. Ma, uno scopo così ben
delineato è possibile trarlo solo da un altrettanto ordinato testo, che deve essere inoltre ricco di
informazioni e ricerche poste secondo una precisa logica. Ed è proprio così che gli evangelisti arrivarono
alla stesura dei loro lavori, procedura che tralatro è descritta anche da Luca all'inizio della sua opera:
facendo ricerche accurate, ascoltando le testimonianze degli Apostoli e delle loro comunità e, come
avevo già accennato prima, collocando in ordine cronologico gli eventi narrati." "Scusi... avrei una
perplessità." "Certamente!" "Ma come si può essere certi dell'autenticità dei Vangeli? "Altra domanda
brillante! Si utilizzano tre criteri per accertarsi che un dato evangelico sia autentico. Il primo è chiamato
criterio dell' attestazione multipla: se un determinato fatto è riportato allo stesso modo, o al massimo
con qualche lieve differenza, in tutti o quasi gli scritti, allora si giunge alla conclusione che esso sia vero in
quanto le fonti convergono. Il secondo è "di discontinuità": secondo questo criterio, il dato è autentico se
contrasta con quanto affermava l'Ebraismo al tempo oppure con ciò che riteneva giusto il Cristianesimo
primitivo. Il terzo e ultimo prende il nome di metodo di continuità o coerenza, ed è, a mio avviso, il più
elementare, in quanto considera un fatto veritiero se ha un'ambientazione e un'epoca conforme a quella
di Gesù. Ora, dopo aver fatto una piccola introduzione su cosa effettivamente sono i Vangeli, andiamo a
"scavare al loro interno, e cerchiamo di ricavare quante più informazioni possibili su chi effettivamente
era Gesù di Nazareth, o meglio, su chi diceva di essere. Perchè si, noi tutti sappiamo, grazie a varie fonti
che Jeshua sia nato a Betlehem (Betlemme), che sia figlio di Myriam e Joseph e che sia vissuto a
Nazareth, nella Galilea, ma egli, all'interno dei Vangeli, come si presenta? Nel Vangelo di Luca leggiamo
che, questi, seduto nella sinagoga del suo villaggio, pronuncia un discorso basandosi sulla profezia che
era da leggere quel sabato: egli dichiara di aver ricevuto lo spirito di Dio e di essere stato scelto per
annunciare ai poveri e ai bisognosi un lieto messaggio. Pertanto, parla di se come del Messia, ovvero del
"mandato da Dio" figura che era stata annunciata all'interno del primo testamento. Inoltre, tale termine
in greco si traduce "christos", parola che a propria volta ha dato origine al vocabolo Cristo, con il quale
siamo soliti definire questo personaggio oggi. Gesù spiega anche il motivo della sua venuta, che ha lo
scopo di liberare i poveri e gli oppressi dalle sofferenze, tramite il lieto messaggio, il Vangelo appunto,
proponendosi quindi come il compimento dell'attesa di salvezza del popolo ebraico, che nell'Antico
testamento era intesa come un'alleanza tra Dio e l'uomo. Traiamo da queste considerazioni una
conclusione molto interessante, ovvero che Gesù era un personaggio forte e determinato, in alcuni casi
addirittura autorevole: possiamo evincere ciò dal fatto che non era raro sentirlo confutare quanto
dicharavano i dottori della Legge, rielaborandone e rileggendone le affermazioni. Ciò inevitabilmente
suscitava stupore stupore tra le folle, e faceva nascere nelle persone domande del tipo "chi è mai
questo?" Chi poteva mai essere quell'uomo in grado di attuare una simile "rivoluzione" mettendo in
discussione le parole delle autorità. Era senz'altro un personaggio che in quanto a gesti proprio
"rivoluzionari" non si sarebbe fermato lì. Gesù infatti sconvolge, ribalta nel vero senso della parola con il
suo messaggio, anche i parametri che definivano una persona beata al tempo, poichè egli non definisce
beato chi è ricco, o chi è potente, ma chi è in grado di condividere, chi è disposto a soffrire con coloro
che soffrono, chi è mite e perdona, e, chiaramente, chi è costantemente alla ricerca della giustizia,
agendo sempre correttamente senza rispondere agli attacchi degli altri. Per spiegare meglio tutti questi
ideali che stanno alla base della buona novella utilizzerò una parabola, che ha proprio lo scopo di
comunicare un messaggio, religioso o morale, attraverso esempi di vita concreta. Tutti conosciamo la
parabola del padre misericordioso: un padre vede partire in cerca di fortuna uno dei suoi due figli, dopo
che ha consegnato a lui prematuramente la parte di eredità che gli spetta. Questo, dopo aver sperperato
tutto il denaro, tenta di guadagnarsi da vivere facendosi assumere come guardiano dei maiali, ma la paga
è quasi nulla e ogni giorno soffre la fame. Allora decide di ritornare a casa propria, nella speranza che suo
padre, che secondo lui sicuramente non lo avrebbe accolto a bracia aperte, almeno gli avesse dato la
possibilità di lavorare per lui. Tuttavia, il genitore, non appena lo vede, gli corre incontro piangendo,
ordinando ai servi di preparare tutto il necessario per festeggiare il ritorno dell'amato figlio. Cosa che
non passa inosservata agli occhi del fratello maggiore, il quale, offeso, si rifiuta persino di entrare in casa.
Questi motiva tale decisone al padre affermando che non ha mai premiato la fedeltà dimostrata nei suoi
confonti, mentre riempe di attenzioni il suo sciagurato fratello scialacquatore. Questi però gli risponde
dicendo che era necessario fare festa, in quanto il suo secondogenito che era per lui morto è come
tornato in vita, poichè è tornato a casa dopo tanto tempo. Ora, la maggior parte di noi si trova d'accordo
con la presa di posizione del fratello più grande, ovvero concorda con la giustizia umana, che crede che
chi sbagli debba essere punito. Tuttavia, il significato della parabola è chiaramente un'altro, concorde con
il messaggio di Gesù: il protagonista non è il figlio minore, ma l'amore del padre, che aspetta con ansia il
ritorno del figlio ed esplode di felicità quando lo rivede, accogliendolo senza condizioni. Poichè l'incarico
ricevuto da Gesù da Dio è quello di richiamare ogni uomo a se, compresi i peccatori." "Grazie mille per
l'attenzione!"

Vittoria Donna cl 3 A

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