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La preghiera di liberazione

Padre Matteo La Grua

INTRODUZIONE
Quali sono oggi i bisogni maggiori della Chiesa? Non vi stupisca come semplicistica, o
addirittura come superstiziosa e irreale, la nostra risposta: uno dei bisogni maggiori la
difesa da quel male che chiamiamo demonio (Paolo VI, Disc. 15-11-1975).

Oggi il diavolo tornato alla ribalta, non solo sugli schermi della televisione e sui rotocalchi
- il che si pu spiegare con l'accentuato gusto del pubblico per il sensazionale ed occulto -
a prescindere che vi si creda o no - ma anche tornato alla ribalta nei discorsi dei
Pontefici, prima di Paolo VI e oggi di Giovanni Paolo II il che pu trovare spiegazione nella
preoccupazione dei supremi garanti della sana dottrina della Chiesa di riaffermare una
verit messa troppo facilmente in discussione, anche in campo cattolico, e di additare a
tutti, credenti o non credenti, l'agente occulto che sta dietro il male organizzato del mondo.
indubbio merito dei Movimenti carismatici postconciliari, e tra di essi, in Italia, del
Rinnovamento nello Spirito, avere attirato l'attenzione sulla presenza attiva del diavolo nel
mondo di oggi proprio in un tempo in cui quasi nessuno prende sul serio le sue
manifestazioni, e una teologia razionalista e riduzionista - come dice il Card. Ratzinger
nella presentazione del pi recente libro del Card. Suenens - riduce il demonio e il mondo
degli spiriti cattivi a una semplice etichetta che copre tutto ci che minaccia l'uomo nella
sua subbiettivit (L. J. Suenens, Rinnovamento e potenze delle tenebre, EP. 1982, p. 5).

Si direbbe che lo Spirito Buono abbia sensibilizzato alla presenza dello spirito cattivo, e
che l'esperienza delle cose di Dio abbia portato a cogliere la realt delle cose del maligno.
La presa di coscienza della pericolosa attivit di Satana da parte del Rinnovamento ha
dato origine, in seno ad esso, a preghiere di liberazione , e in alcuni gruppi ha fatto
sorgere veri e propri ministeri di liberazione, i quali, se da una parte hanno alleviato molte
sofferenze, d'altra parte hanno esposto ed espongono il Rinnovamento a serie critiche e le
persone interessate a veri pericoli.
I pericoli sono su per gi quelli denunziati dal Card. Suenens nel suddetto libro (p. 108):
pericoli per il paziente che potrebbe essere traumatizzato dalla sua stessa immagine di
vittima di influenze malefiche che sfuggono alla sua responsabilit , o potrebbe sentirsi
dispensato da una ascesi faticosa personale, per evadere dalla sua situazione
attraverso un mezzo pi rapido e tutto esteriore; pericoli per l'operatore che potrebbe
subire un danno dall'impatto improvviso con forze spirituali esplosive, quando non vi sia
preparato.
Ne va taciuto il pericolo, facile a verificarsi, di invadere il campo riservato alla Gerarchia,
quando dalla semplice preghiera di liberazione si dovesse passare a veri e propri
esorcismi, ancora una volta proibiti dalla nuova legislazione ecclesiastica (Can. 1172,
C.J.C.), mettendosi, cos, fuori dalla mens e dalla disciplina della Chiesa.
La critica di maggior rilievo riguarda il fatto che, dando spazio a questa attivit, si distrae
l'attenzione dei fratelli da ci che pi importante e caratteristico nei nostri gruppi, la
preghiera di lode, e che, parlando troppo del diavolo, si pu compromettere l'equilibrio del
nostro cristianesimo, che ha al centro Cristo.
Dice il Card. Suenens, nel suo recente libro: L 'insidia pi sottile del Maligno consiste
nell'attirare l'attenzione su di lui e sulle sue opere invece che su Ges, Salvatore del
mondo (p. 132).
Pur avendo per scontato che nel cuore della nostra fede non c' la demonologia ma il
Cristo , tuttavia non si contraddice il Vangelo che buona novella e messaggio
liberatore (1. c.) quando, anche con insistenza, secondo l'insegnamento di Ges e degli
Apostoli, mettiamo noi stessi e gli altri in guardia contro le insidie del tentatore.
Dopo tutto anche vero quello che diceva Gide, e con lui altri, che l'insidia pi sottile di
Satana consiste nell'occultare la sua presenza e nel farci credere che non esiste, perch
non lo si serve mai cos bene che quando lo si ignora (G. Bernanos, Satan singe de
Dieu, in Bonanno, C. Bernanos e il mistero del male, Palermo,1981, p. 46).
Quel che conta non tanto parlare pi o meno del diavolo, quanto come se ne parla.
Noi ne parliamo nella luce di Cristo, di Colui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e
ci ha fatti figli della luce , che lo ha vinto e lo ha cacciato fuori e ci ha insegnato
come combatterlo e come vincerlo.
Questo libro vuole anche portare un po' di luce in un campo per tanti versi oscuro e
ambiguo, e aiutare i fratelli che prestano servizio nei gruppi di liberazione a fare opera di
discernimento prima di procedere ad una preghiera di liberazione, che potrebbe essere
anche controindicata: a discernere cio se, come e a quali livelli opera lo spirito del male
nelle persone che vengono a noi e incolpano il diavolo dei loro disturbi,
L 'esperienza ci insegna che un'altissima percentuale dei disturbi attribuiti al maligno in
realt sono disturbi psicofisici dovuti a malattie o a fattori medianici. pi saggio in questi
casi smontare le idee, pacificare gli animi, fare preghiere di lode, non di liberazione. -
Al contrario, ci sono casi in cui il nemico c', e abilmente si nasconde. Allora saggezza
scovarlo e invocare la potenza di Dio perch lo cacci; carit curare le ferite da lui lasciate
nel fratello che soffre; prudenza prendere tutte le precauzioni perch il nemico non
nuoccia.

Questo libro vuole essere anche di aiuto a tutti. La nostra battaglia infatti non
contro creature fatte di sangue e di carne... ma contro gli spiriti del male che abitano
nelle regioni celesti (Ef. 6,12). Una battaglia che ha, si, la prospettiva della vittoria, ma
che ci impegna seriamente nel presente finch non entreremo nella pienezza della
Resurrezione.
Il lavoro si divide in tre parti :
1) elementi dottrinali sulla natura e attivit del maligno;
2) il combattimento spirituale contro il maligno;
3) la pratica della liberazione e preghiere di liberazione.

Padre MATTEO
I. IL MALIGNO
Tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno (1 Gv. 5,19).

Al centro della nostra fede c' Ges, Figlio di Dio, inviato dal Padre per la nostra
salvezza . Egli riempie di S tutta la Rivelazione, e riempie anche tutta la nostra vita.
Egli venuto per distruggere le opere del diavolo (1 Gv. 3,8) e liberare l'uomo dalla
sua schiavit, trasferendolo dal regno delle tenebre al regno della luce.
Questa opera di sgretolamento e di liberazione continuer incessantemente fino alla sua
seconda venuta, quando restituir il regno a Dio Padre (1 Cor. 15,24). Nel tempo
intermedio tra la prima e la seconda venuta, il Nemico, sapendo che poco tempo gli
resta (Ap. 12,12), lotta per contrastare a Cristo il possesso degli uomini e ostacolare il
suo piano di salvezza.
Dovendo parlare di questa lotta e della liberazione che Cristo ancora compie nella sua
Chiesa, pur necessario parlare con chiarezza di questo nemico.
Se parlarne molto un male, perch non pu stare mai al centro della nostra attenzione,
non parlarne affatto, quasi ad ignorarlo, o parlarne superficialmente, quasi a sottovalutarlo,
un male maggiore, per il pericolo a cui si va incontro, trattandosi di un nemico che ci gira
attorno per divorarci, e contro cui ci si dice di stare in guardia (cfr. 1 Pt. 5,8).

Ne trattiamo, tenendo gli occhi fissi su Ges (Ebr. 12,2), nella certezza che Egli lo
ha vinto (Lc. 11,22), lo ha gettato fuori (Vv. 12,31), e che anche noi lo vinceremo e
siederemo con Lui sul suo trono (cfr. Ap. 3,21).
Un discorso serio sul diavolo non facile, perch nessuno l'ha mai visto, essendo puro
spirito. Solo alla luce della Rivelazione possiamo entrare nel mondo delle tenebre e
scoprire i lineamenti di questa misteriosa realt negativa, di cui avvertiamo la presenza
nella nostra vita, ma di cui ci sfugge il diretto controllo.
La Sacra Scrittura, particolarmente i Vangeli, parlano frequentemente del Regno di Dio,
ma accennano anche ad un altro Regno, quello di Satana (Mt. 12,25-29), che coesiste con
quello (Mt. 13,38) ed proprio di questo mondo (Lc. 4,5-6). Le Scritture parlano pure,
doviziosamente e in tutti i toni, della Potenza di Dio; ma accennano anche ad un'altra
Potenza, quella delle tenebre. Non la mettono evidentemente sullo stesso piano, perch -
bene sottolinearlo contro ogni risorgente manicheismo - Dio l'unico principio da cui
tutto procede e a cui tutto sottomesso, ma la presentano tuttavia come una Potenza ,
una Potenza tremendamente attiva nella scena di questo mondo.
Ges stesso che rivela questa Potenza. Rivolto ai soldati che erano venuti a catturarlo
nell'Orto degli ulivi, dice: Sono stato con voi ogni giorno nel tempio e non avete
steso le mani contro di me, ma questa la vostra ora, la Potenza delle tenebre
(Lc. 22,53).
Paolo, raccontando l'apparizione di Ges sulla via di Damasco, mette in bocca a Lui
queste parole: lo sono Ges... ti mando ad aprire gli occhi ai pagani, perch
passino dalle tenebre alla luce, dal potere di Satana a Dio (At. 26,15-17); e nella
lettera ai Colossesi benedice Dio che ci ha liberati dal potere delle tenebre (Col.
1,13). Giovanni, poi, afferma: Tutto il mondo giace sotto la potenza del maligno (1
Gv. 5,19).
1. Il nome
A questa potenza che sta al centro del Mysterium iniquitatis , (2 Ts. 2,3-12) - che
quasi in opposizione al Mysterium salutis (Ef. 3,3-5; 1 Pt. 1,10) - le Scritture si
interessano con nomi o appellativi diversi, secondo l'angolo visuale da cui la guardano;
ma, in ogni caso, si tratta di una potenza malvagia, pericolosa, contro cui l'uomo deve
combattere per non soccombere.
Questa potenza si accentra in un capo che viene chiamato: Diavolo - Il termine, da
diaballein (greco), mettere per traverso indica un ostacolo , un avversario , uno
che si mette di mezzo per impedire il passaggio e che trae fuori strada.
Con il significato di ingannatore e calunniatore lo troviamo 6 volte nel V.T. e 36 volte nel
N.T.
Satana -Il termine Shatan in ebraico corrisponde, nella radice e nel significato, al greco
diabolos . Nel senso di avversario menzionato 13 volte nel V.T. , e 34 volte (nella
forma greca, Satanas) nel N.T.
Viene presentato come un essere che fa male, inganna , seduce , tenta e
accusa gli uomini al tribunale di Dio. Nel N.T. presentato come antagonista di
Cristo. Ges lo chiama Principe di questo mondo (Gv. 14,30; 16,11), e Paolo anche
Dio di questo mondo (2 Cor. 4,4).
Con altro nome chiamato Beelzebul) cio principe dei baal o dei demoni , 6 volte nei
Sinottici.
Nemico chiamato semplicemente nella parabola della zizzania (Mt. 13,28).
Il Tentatore nelle tentazioni di Ges nel deserto (Mt. 4,3).
Maligno il malvagio per antonomasia, colui che assomma in se ogni male, chiamato 5
volte nella 1 Lettera di Giovanni.
Tutti questi nomi sono al singolare) e ricorrono sempre in un contesto di peccato o
induzione al peccato, di errore e deviazione dalla verit, di rovina o male spirituale per
l'uomo.

Attorno a Satana, come attorno a un capo, troviamo una pluralit di esseri, chiamati
demoni o spiriti.
Demonio un termine che pu significare ispiratore o istigatore , e richiama il
daimon dei greci ( come la voce di Socrate), o il genius dei latini, non in senso buono e
creativo, ma in senso deteriore e distruttivo.
Ricorre 17 volte al singolare e una volta al plurale nel V.T.; 7 volte al plurale, e 69 volte al
singolare nel N.T. Il singolare partitivo, cio uno dei demoni. Qualche volta assunto
come sinonimo di diavolo.
I demoni appaiono come esseri intelligenti, ministri di Satana nel procurare il male, ma a
volte sembrano personificazioni del male stesso che procurano.
Spirito cattivo un altro termine per designare un emissario di Satana. A volte
presentato come un messaggero di Dio, come lo spirito cattivo inviato da Dio su Abimelek
(Gdc. 9,23) e su Saul (1 Sam. 16,14-23; 18,10; 19,9). A volte si identifica con un male
specifico, come lo spirito di menzogna sulla bocca dei falsi profeti (1 Re, 22,23; 1 Cr.
18,20-22), lo spirito di fornicazione o prostituzione (Os. 12,2-4), lo spirito di errore (1 Gv.
4,3,6).
Nel N. T. troviamo spesso lo spirito immondo o impuro (pneuma aktarton) al singolare o
al plurale, e lo spirito maligno (pneuma poneron) .Marco ci parla di uno spirito sordo e
muto, perch legava bocca e orecchi dell'ossesso, (7,31; 9,16), e Luca di uno spirito di
infermit con cui Satana aveva legato per diciotto anni la donna ricurva (Lc. 13,16).
Demoni e spiriti vengono menzionati nel N.T. quasi sempre in un contesto di male fisico,
sono cio legati a malattie neuropsichiche e fisiche, e sono oggetto delle numerose
liberazioni di Ges.

2. Esistenza e personalit
Il diavolo e i demoni, di cui parlano le Scritture, sono esseri reali o simbolici? Hanno una
esistenza propria e autonoma, oppure sono la personificazione del male che, a diversi
livelli, fuori di noi, o anche la proiezione del disordine, della concupiscenza profonda che
dentro di noi?

Non pu darsi che questi demoni siano in realt i nostri vizi, e questi spiriti siano le
tendenze cattive o anche gli influssi negativi che noi proiettiamo o recepiamo dagli altri, e
non hanno una esistenza propria?

Il credente non pu nutrire alcun dubbio che il diavolo sia una realt concreta, un essere
personale, dotato di intelligenza e volont, e che i demoni siano anche delle realt
concrete e non simboliche, una pluralit intelligente che con Satana, potenza singolare,
costituiscono un tutt'uno, cio il regno del male.

A questa conclusione si viene innanzi tutto dall'esame dei testi, che escludono ogni
demitizzazione.

Ges nel deserto non si incontra con un personaggio mitico, ma con un personaggio reale.
Egli ha la coscienza di opporsi ad una potenza malvagia, che vuole sviarlo dalla sua
missione, che batte in ritirata, ma torner (Lc. 4,13).

A Pietro, prima della passione, Ges dice: Simone, Simone, ecco Satana vi ha cercato
per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te... (Lc. 22,31). Purtroppo la preghiera
di Ges che raggiunge Pietro non raggiunge il figlio della perdizione ; e Satana entr
in lui (Gv. 13,27) per compiere, attraverso il suo tradimento, il deicidio, nella illusione di
frustrare il piano della salvezza.

Per Paolo il diavolo un essere personale. Nella seconda ai Corinti egli parla delle
macchinazioni di Satana (2 Cor. 2,18), e dice di stare attenti perch talvolta si
maschera da angelo di luce (2 Cor. 11,14) per ingannare. In Efesini parla del Principe
delle potenze dell'aria... che ora opera negli uomini ribelli, nel numero dei quali eravamo
anche noi un tempo, seguendo le voglie della carne... (Ef. 2,2-3), dove distingue
nettamente il male e l'istigatore al male, e mette costui a capo di una schiera di malvagi
esseri celesti. E prosegue ammonendo di attingere forza nel Signore, per potere
resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti contro i Principati e le Potest,
contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male (Ef. 6,10-12),
distinguendo anche qui il male e il mondo del male dai loro dominatori .

Ai Tessalonicesi dice: Per ben due volte, io Paolo, ho desiderato di venire da voi, ma
Satana me lo ha impedito (1 Ts. 2,18), dove si vede chiaramente che Satana una
persona.

Per altri testi paolini si veda 1 Ts. 3,5; 1 Tm. 3,7; 6,9.
Pietro, che nella casa di Cornelio, riassumendo l'opera di Ges, dice che pass
beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo (At. 10,38),
nella sua prima Lettera ammonisce: Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il
diavolo, come leone ruggente va in giro (1 Pt. 5,8).

Pi chiari ancora sono i testi di Giovanni.

Non parler pi a lungo con voi, perch viene il principe del mondo; egli non ha nessun
potere su di me (Gv. 14,30). Egli, il principe d questo mondo stato giudicato... e sar
gettato fuori (Gv. 16,11; 12,3 1). Qui Satana evidentemente una persona, l'antagonista
di Cristo.

Ai giudei che non avevano creduto in lui e si vantavano di avere Abramo per padre,
Ges dice che hanno un altro padre, avete il diavolo per padre, e volete compiere i
desideri del padre vostro. Egli stato omicida fin dal principio e non ha perseverato nella
verit (Gv. 8,44-45). L'allusione a Lucifero e al dramma della sua caduta chiara, come
chiara la contrapposizione tra due esseri personali, Lui e il diavolo.

Questa contrapposizione ribadita nella 1 Lettera: Chi commette il peccato viene dal
diavolo, perch il diavolo peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio apparso per
distruggere le opere del diavolo. Chiunque nato da Dio non commette peccato , (1 Gv.
3,8-9). Due personaggi, il Figlio di Dio e il diavolo; due figliolanze, quella dei figli di Dio,
quella dei figli del diavolo. Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo... (1
Gv. 3,10).

Tutti i testi sono cos chiari che non si pu dubitare che Satana sia una persona.

In quanto ai demoni e agli spiriti, anche se talvolta possiamo pensare a personificazioni di


mali spirituali e fisici, tuttavia da molti testi la loro personalit evidente.

Sono i testi in cui Cristo caccia i demoni e gli spiriti, distinguendo bene gli indemoniati dai
malati, anche quando i sintomi sono apparentemente uguali, come nei due sordomuti di
Marco, di cui uno ammalato e Cristo lo guarisce con la saliva (Me. 7,33-35), e l'altro
ossesso e Cristo lo libera col comando (Mc. 9,25-26).

I demoni riconoscono Ges, hanno paura e gridano. Scacci molti demoni; ma non
permetteva ai demoni di parlare, perch lo conoscevano (MC. 1,34); Gli spiriti
immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: Tu sei il Figlio di Dio" "
(Mc 3,11); Da molti uscivano demoni gridando: Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li
minacciava e non li lasciava parlare, perch sapevano che era il Cristo (Lc. 4,41).

A Cafarnao lo spirito immondo lo riconosce e interpella Ges: Che c'entri con noi, Ges
Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio . E Ges lo sgrid:
Taci! Esci da quell'uomo . E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, usc da lui
(Mc. 1,34-36).

A Gadara o Gerasa lo spirito immondo ha un colloquio con Cristo; alla domanda di Ges:
Come ti chiami? , risponde: Mi chiamo Legione, perch siamo in molti . Lo spirito,
che si sente tormentato dalla sua sola presenza, temendo di dover abbandonare quel
luogo, lo scongiura: Mandaci da quei porci, perch entriamo in essi . Ges glielo
permette. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci (Mc. 5,1-20; Mt. 8,28-34;
Lc. 8,26-39).

Tutti questi atti compiuti dai demoni denotano un'attivit cosciente, propria di esseri
personali.

Ges stesso, sollevando un velo su questa attivit nascosta del demonio, ci mette a
conoscenza delle sue manovre per rientrare in un uomo da cui uscito: Allora dice:
"Rientrer alla mia abitazione... va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi
dimora; e la nuova condizione di quelluomo diventa peggiore della prima" (Mt. 12,43-
45).

In sintesi, stando ai testi della Scrittura, non possiamo minimamente dubitare che questa
Potenza malvagia, composta da Satana e dai suoi satelliti, sia una potenza personale,
singolare e multipla, dotata di intelligenza e volont.

Ma, al limite, non si pu pensare che Ges si sia adattato alla mentalit del tempo, che
credeva nella esistenza personale degli spiriti cattivi, e abbia fatto sua la credenza dei
rabbini che attribuivano ai demoni le manifestazioni che chiameremmo oggi
neuropsichiche e agli spiriti immondi le malattie fisiche? Tale adattamento o principio di
accomodamento nel presente caso non corre. Non si trattava di una credenza popolare
trascurabile, su cui poteva anche sorvolare lasciando i suoi interlocutori nella loro falsa
supposizione, ma si trattava di una verit fondamentale per la salvezza. La missione di
Ges, quale traspariva dal Vangelo, dall'inizio della vita pubblica fino alla morte, si basava
sulla esistenza reale e sulla nefasta attivit del diavolo, che egli personalmente affronta
nel deserto, e che combatte passo passo, smantellando l'errore, distruggendo il peccato,
guarendo le malattie, liberando gli ossessi, tutti segni del suo dominio sugli uomini.

Cristo, che era venuto a rendere testimonianza alla verit (Gv. 18,37) non poteva
usare un linguaggio ambiguo, da cui si poteva anche concludere per l'esistenza o non
esistenza reale del nemico, data l'importanza che la sua esistenza effettiva e personale ha
nell'economia della salvezza.
Troppo spazio nel Vangelo, e in genere nella Rivelazione del N.T., viene riservato al
diavolo per poter dubitare sulla realt della sua persona, che rientra perci, sia pure come
punto nero, nel messaggio della salvezza.

L'insegnamento dei Padri, rispecchia, fin dall'inizio, l'insegnamento di Cristo e degli


Apostoli.

Cristo - dice Ireneo - ricapitolando tutte le cose in se stesso, ha ricapitolato anche la


guerra contro il nostro nemico: ha provocato e vinto colui che all'inizio in Adamo ci fece
schiavi, e ha calpestato il suo capo... Dopo averlo vinto, lo sottomise all'uomo, dicendo:
Ecco, io vi do il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra qualunque
potenza del nemico , affinch, come domin sull'uomo per mezzo dell'apostasia, cos la
sua apostasia sia a sua volta annientata per mezzo dell'uomo che ritorna a Dio (S.
Ireneo, Contro le eresie, Jaca Book, Milano, 1981, V, 21,1; 24,4, pp. 450-457).

Lo stesso Ireneo attribuisce tutte le eresie al Diavolo, e chiama gli eretici inviati di
nascosto da Satana per corrompere la fede (o.c., 111, 16,1, p. 263).
Il diavolo, vinto, cerca ancora di insidiare l'uomo. Il diavolo va da tutti i servi di Dio, per
provarli - dice Erma -. Quelli che sono pieni di fede gli resistono energicamente, e lui si
allontana da loro non avendo dove entrare. Allora egli va dai vani e, trovando lo spazio,
entra da loro ed agisce con questi come vuole e gli diventano soggetti... Ma non pu
dominare i servi di Dio che sperano con tutto il cuore in lui. Il diavolo pu combattere, ma
non pu trionfare. Se lo contrastate, vinto e scornato fuggir da voi (Erma, Il pastore,
12,48, Padri Apostolici, ed. Citt nuova, p. 228).

A volte la lotta contro Satana si fa serrata, e bisogna stare in guardia. S. Atanasio, nella
vita di S. Antonio Abate, riporta le parole che questi soleva dire ai suoi monaci: Abbiamo
nemici molto potenti, molto cattivi, e ingegnosissimi, i perfidi demoni; ed appunto contro
di loro che dobbiamo combattere (Vita... 21, Mg. 26,837 c).

Le citazioni dai testi dei Padri potrebbero riempire interi volumi, e la loro demonologia
molto spinta. Si confronti, ad esempio, Tertulliano, De Baptismo, 5,34; De anima, 39,3;
Apologeticus, 22; Cipriano, De mortalitate, 4.

Il Magistero della Chiesa pure costante. Per ci che concerne la demonologia la


posizione della Chiesa chiara e ferma. E' vero che nei secoli addietro l'esistenza di
Satana e dei
demoni non stata fatta mai oggetto di una affermazione esplicita del suo magistero. La
ragione che la questione non fu mai posta in questi termini: gli eretici e i fedeli,
ugualmente
fondandosi sulla Scrittura, erano d'accordo nel riconoscere la loro esistenza. Per questo
oggi, quando messa in dubbio la realt demoniaca, necessario riferirsi alla fede
costante e universale della Chiesa (Osservatore Romano, 26-6-1975).

Tuttavia c' una dichiarazione solenne del Conc. Laterano IV (a. 1215): Il diavolo e gli
altri demoni furono creati buoni per natura da Dio, ma essi per s si sono fatti cattivi
(Denz., Ench. Symb. 1957, p. 428).

Il Concilio Vaticano II eco fedelissima di questa costante tradizione della Chiesa. Tutta
intera la storia umana - dice G.S. - pervasa da una lotta tremenda contro le potenze
delle tenebre, lotta incominciata fin dalle origini del mondo (G.S., 37). L'uomo tentato
dal Maligno fin dagli inizi della storia, abus della sua libert, erigendosi contro Dio e
bramando di conseguire il suo fine al di fuori di Dio... Rifiutando di riconoscere Dio come
suo principio, l'uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine (G.S., 13).
Ma Dio invi suo Figlio nel mondo per sottrarre a suo mezzo gli uomini al potere delle
tenebre e del demonio (Ad Gentes, 1,3). Ed effettivamente, egli Agnello innocente, col
suo sangue sparso liberamente, ci ha strappati dalla schiavit di Satana e del peccato
(G.S., 22). La lotta contro gli spiriti maligni continua e durer, come dice il Signore, fino
all'ultimo giorno (G.S., 37).
Dopo il Concilio Vaticano II, gli interventi dei Papi sono stati frequenti, in parecchie
allocuzioni e dichiarazioni.

Si ricordi il Credo di Paolo VI, dove il diavolo menzionato come essere personale, della
cui esistenza il credente non pu dubitare. In un discorso del 15 nov. 1975 il Papa dice:
Sappiamo che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero, e che con proditoria
astuzia agisce ancora; il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana
(Paolo VI, Encicliche e discorsi, v. XXIII, p. 520).
Anche il Pontefice Giovanni Paolo II, in un discorso tenuto ai giovani universitari nella
Quaresima del 1980, parla del regno di Satana ben organizzato, che si oppone al Regno
di Cristo; e pi recentemente, in parecchi discorsi tenuti alle folle nell'America latina, mette
in guardia contro le insidie del nemico, affermandone non solo l'esistenza, ma anche la
funesta attivit nelle cose di questo mondo.

La Liturgia, che per noi credenti esprime la fede della Chiesa - lex precandi lex et credendi
- ha ordinato riti e formule, fin dall'antichit, per cacciare il maligno, il che non avrebbe
senso se effettivamente il maligno fosse un fantasma, e non esistesse nella realt. Nella
liturgia della Chiesa Romana del II secolo, secondo la Traditio apostolorum di Ippolito, i
catecumeni, nelle settimane che precedevano il conferimento del Battesimo, venivano
sottoposti, ogni giorno, a riti di esorcismo: All'avvicinarsi del giorno in cui dovranno
ricevere il Battesimo, il vescovo li esorcizzi uno per uno per vedere se sono puri. Chi non
buono o non puro venga scartato, perch non ha ascoltato con fede la parola:
impossibile difatti che lo straniero (allotrios, spiritus alienus = demonio) si nasconda
sempre... Il sacerdote, prendendo in disparte uno per uno coloro che devono ricevere il
Battesimo, gli ordini di abiurare dicendo: "Rinuncio a te, Satana, a tutte le tue pompe e a
tutte le tue opere". Dopo che ha abiurato, lo unga con l'olio dell'esorcismo dicendogli:
"Ogni spirito si allontani da te" Ippolito di Roma, Tradizione apostolica, EP. 1979, p.
79,82).
Questi esorcismi sono stati sempre in uso nella Chiesa e sono stati conservati anche nel
nuovo Rito del Battesimo sia per i bambini che per gli adulti.

Le orazioni liturgiche nei Messali e le formule delle benedizioni nei Rituali testimoniano il
perenne sensus ecclesiae, dagli inizi fino ad oggi. Si ricordi, di recente, la bella preghiera
di Leone XIII che si recitava alla fine della S. Messa, fino alla riforma liturgica: S. Michele
Arcangelo, principe delle milizie celesti, rinserra nell'inferno Satana e gli altri spiriti che per
la rovina degli uomini vanno in giro per il mondo . E semplicemente insulso, perci,
quanto si auspica un teologo, citato da Serafino Falvo: Il cristianesimo deve eliminare
dai suoi insegnamenti ogni idea relativa al demonio come ad una realt personale (S.
Falvo, Il Risveglio dei carismi, EP. 1975, p. 166).

L'esperienza quotidiana conferma per il credente i dati della fede, ma vale anche per il non
credente. Il quale, se ben riflette, deve ammettere l'esistenza di una entit maligna,
intelligente, nel mondo, o quanto meno deve porsi l'interrogativo della sua effettiva
presenza nella nostra vita.

Qui entriamo nel demoniaco in noi e nel mondo, oggi.

Certo non si pu negare l'esistenza del male, a livello fisico, a livello di aberrazione
intellettuale e di aberrazione morale; a livello individuale e a livello collettivo.

C' una certa corrente di pensiero che spiega il male col demoniaco che nell'uomo. Il
quale sarebbe un impulso prepotente alla autoaffermazione che, quando integrato nella
persona, creativo; quando invece altera l'equilibrio dell'uomo, d luogo, nell'individuo, a
forme di aggressivit, di crudelt, di ricerca ossessiva del sesso, di aberrazioni morali.
Quando questi impulsi disgreganti si impossessano, per contagio, di migliaia di individui e
di intere collettivit, danno luogo alle violenze, ai genocidi, alle guerre (cfr. May Rollo,
Volont e amore, Astrolabio, Roma, 1971, pp. 125-165).
Noi crediamo invece che certe forme di violenza, certe esplosioni di male, superano le
possibilit dell'uomo, e non si possono spiegare se non con l'intervento di forze estranee,
superiori all'uomo stesso. L'odio super-umano di razza, gli eccidi di milioni e milioni di
individui, le stragi di innocenti non si possono spiegare se non ammettendo che ci sia uno,
il quale supera l'uomo, organizza e tira le cordicelle di una trama per fare scempio
dell'umanit.

Dice Bernanos: Il male non una fatalit astratta, ma il volere di una entit che odia
l'uomo, poich Dio lo ha creato per restaurare il piano della creazione sconvolto dalla
negazione di Lucifero. L'opera di costui solo, nell'insieme della rivelazione biblica, trova la
spiegazione possibile e ragionevole alle difficolt di cui soffre il mondo ... Chi oserebbe
negare che il male non sia organizzato, un universo pi reale che quello che ci svelano i
nostri sensi?... Un regno allo stesso tempo spirituale e carnale, di una densit prodigiosa,
di una misura pressoch infinita, davanti a cui i regni della terra rassomigliano a delle
figure, a dei simboli? Un Regno a cui non si oppone realmente che il misterioso Regno di
Dio, che noi nominiamo, senza conoscerlo e neanche concepirlo, e di cui non pertanto
attendiamo l'avvento? (G. Bernanos, Le grandes cimitieres sous la lune, II, p. 81, da
Bonanno, George Bernanos, II, Il mistero del male, Palermo, 1981, p. 16).

Anche nella nostra piccola vita quotidiana entra il diavolo. Io so che ripugna a noi tutti,
pi o meno, di introdurre il diavolo nella nostra piccola vita. Noi amiamo immaginarci che
le sue passioni siano diverse da quelle nostre. La gente seria e rispettabile si rifiuta di
credere che essa condivide con questa canaglia l'uso dei sette vizi capitali (da Bonanno,
op. cit., p. 27). Ci sono certe forme malefiche che non possono originarsi nelle capacit
umane di peccato.. In realt il male fatto dagli uomini sembra possedere una autonomia
troppo grande in rapporto ad essi, per cui appare evidente che gli uomini sono condotti dal
male e inghiottiti in esso. Tutte le menzogne non hanno che un padre, e questo padre non
di qui (Bernanos, Satan singe de Dieu, Bonanno l. c. p. 34).

La pi grande trovata del diavolo di persuaderci che egli non esiste - diceva Gide -. E
cos noi cadiamo nell'inganno, anche di fronte all'evidenza.

Come riprovevole l'atteggiamento di chi nega l'esistenza del diavolo e dei demoni -
atteggiamento proprio della cultura moderna che rifiuta tutto ci che non quadra con i
suoi schemi mentali, e, superbamente, impone di credere solo a ci che pu essere
spiegato con la ragione e provato con i mezzi scientifici di essa - cos pure riprovevole e
pericolosa l'ammissione di altre forze spirituali, sconosciute al sano cristianesimo.

L'esistenza di queste forze o entit spirituali ammessa da una fascia di cultura che si rif
alla dottrina evoluzionistica, da spiritisti e cultori di scienze esoteriche, i quali, per darsi
credito, cercano di presentare le loro teorie e le loro esperienze in termini
accettabili al pensiero moderno, e deviano l'uomo dall'unica via di salvezza, che Cristo
Ges, proponendo altre vie. Contro questi affermiamo che non esistono, oltre agli angeli e
ai demoni, altre forze neutrali.

I cosiddetti spiriti superiori , che nella loro evoluzione avrebbero un grado di perfezione
maggiore della nostra, non esistono, o, se si presentano come tali, sono spiriti ingannevoli,
camuffati da entit di luce, e appartenenti in realt al mondo demoniaco.

Essi, offrendo una falsa guida , mirano a rendere gli uomini dipendenti da loro, e i favori
iniziali si mutano ben presto in una trappola da cui difficilmente potranno liberarsi.
Pericolosa altres la credenza diffusa nel popolino, che ammette, oltre agli spiriti cattivi,
anche gli spiriti buoni . Questi - beati quelli che ce l'hanno! - aiutano, proteggono,
avvisano; sono doni di Dio che bisogna conservare , o anche sviluppare se
disturbano la creatura! Pericolosa credenza, che, rimettendo l'uomo sotto gli elementi di
questo mondo , crea un alone di mistero e di paura, e alimenta un mondo di affari
dominato da streghe e fattucchieri. Bisogna far capire che questi spiriti buoni non
esistono, o, se esistono, sono spiriti cattivi, quando non sono parti di fantasia o influssi
malefici.

Cos anche gli spiriti dei morti , che invadono e tormentano i viventi, non sono le
anime dei morti, che, lasciato il corpo, tornano a Dio, per ricevere il loro definitivo
destino; ma sono: o un quid lasciato dalle creature umane, che lo spirito del male pu
manipolare per danneggiare l'uomo, o simulazioni create dallo stesso spirito cattivo per
ingannarci.

Con ci non vogliamo negare che Dio possa legare, prima del giudizio finale, le anime dei
dannati a qualche luogo, dove scontano la loro pena e sono esposte ai tormenti dei
demoni; e che possa anche legare a qualche luogo le anime purganti, o per istruzione
dei vivi, o per l'aiuto che ne viene agli stessi defunti dai suffragi che essi chiedono e che
ricevono dalla Chiesa , come dice S. Tommaso (S.T. Quaestio de purgatorio, app., art.
2).

3. Natura e attivit
Dice Origene: Riguardo al diavolo e ai suoi angeli e alle potenze ostili, l'insegnamento
della Chiesa ritiene che questi esseri esistono davvero; ma come siano o come esistano
non spiegato con totale chiarezza. L'opinione comune comunque che il diavolo era un
angelo; e avendo apostatato, persuase il pi gran numero possibile degli angeli ad
andarsene con lui; e questi, anche al giorno d'oggi, sono chiamati i suoi angeli (Origene,
De principiis, Praef. 6, Patrologia G., 10,119).

Questa opinione comune nella Chiesa basata saldamente sulla Rivelazione.


Lasciando da parte i due testi di Isaia ed Ezechiele che riguardano rispettivamente il re di
Babilonia e il re di Tiro, ma vengono interpretati come la caduta di Lucifero - Come mai
sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? ... Eppure tu pensavi: Salir in cielo, mi
far uguale all'Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondit
dell'abisso! (Is. 14,12-15); Tu eri un modello di perfezione, in Eden, giardino di Dio. Eri
come un cherubino ad ali spiegate... finch fu trovata in te l'iniquit. Il tuo cuore si era
inorgoglito per la tua bellezza... Ti ho gettato a terra, ti ho ridotto in cenere... (Ez. 28,12-
18) -

Troviamo alcuni testi attinenti nel N.T.

Quando i settantadue discepoli tornarono da Ges pieni di gioia, dicendo: Signore,


anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome , egli disse: lo vedevo Satana
cadere dal cielo come la folgore , riferendosi certamente alla sua caduta, e attingendo
quasi a un suo ricordo personale (Lc. 10,18).
S. Pietro, nella seconda Lettera, dice: Dio infatti non risparmi gli angeli che avevano
peccato, ma li precipit negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio (2 Pt.
2,4).

Nella lettera di Giuda scritto: Riserb per il giudizio del gran giorno, legati da eterne
catene e immersi nelle tenebre, gli angeli che non conservarono la loro dignit, ma
abbandonarono la loro dimora (Gd. 6).

L'ultimo testo quello dell'Apocalisse che descrive la guerra nel cielo tra Michele e i suoi
angeli e il Drago e i suoi angeli. Per questi nel cielo non vi fu pi posto . E il grande
Drago, l'antico serpente, che si chiama diavolo e Satana, il seduttore del mondo intero,
fu precipitato sulla terra e i suoi angeli furono precipitati con lui (Ap. 12,7-9).

Questi testi sono eco della Tradizione che ritiene Satana un angelo decaduto dal suo
splendore iniziale; e precipitato nell'abisso per essersi ribellato a Dio. Con lui c' una
immensa schiera di altri spiriti che lo seguirono nella ribellione.

La storia di questi spiriti ha inizio prima del tempo umano, ma in relazione col mondo
umano. Prima di creare l'uomo, Dio decide di creare gli spiriti intelligenti, liberi di amarlo e
di respingerlo. Questa creazione sembra legata alla sua decisione di legarsi all'uomo,
mediante l'Incarnazione; di entrare nel mondo della materia, dello spazio e dei tempo. La
creazione degli angeli, dunque, fu orientata fin dall'inizio verso il mondo, al cui centro c'
l'uomo, in cui il Verbo prende carne, e, umanato, d consistenza e significato a tutto
l'universo, compresi gli angeli.

La ribellione di Lucifero e degli angeli che lo seguirono dovette riguardare il Verbo


umanato, e il corpo degli uomini di cui Egli si fece capo. Possiamo cos congetturare
che il peccato primordiale fu di empiet, di falsit vitale, stando alla affermazione di Ges
in Giovanni (Gv. 8, 44), in quanto Lucifero amb, creatura come era, di farsi Dio, e
conseguentemente di ribellarsi al piano divino; di negare Dio e affermare s stesso.

Secondo la tradizione, Michele, uno dei Serafini, reagendo subitamente, al grido Chi
come Dio , proclama la sua fedelt e sottomissione al Signore e schiera dietro di s
moltitudini di angeli. Dio interviene, e sprofonda nell'abisso Lucifero e gli altri spiriti ribelli.

(Ges, riferendosi a questo episodio e rifacendosi ai suoi ricordi personali, dice: Io


vedevo Satana cadere come la folgore dal cielo (Lc. 10,18)). Lucifero e gli angeli ribelli
vengono degradati: dal bene passano al male. La loro relazione verso Dio creatore e
verso il mondo creato rimane, perch legata alla loro stessa creazione; per l'amore si
muta in odio, la verit si muta in falsit.

L'orientamento verso gli uomini rimane, ma non per aiutarli ed essere ministri di bene,
come nell'ordinamento primigenio, ma per distruggerli, abbruttirli, prenderli, sconvolgendo
e annullando, per quanto loro possibile, il piano divino.

Come sabot in cielo il piano di Dio, cos lo sabota sulla terra facendo cadere gli uomini in
Adamo; dopo che Dio ha restaurato il suo piano in Cristo, che non pu crollare, continua la
sua lotta nel mondo per ostacolarne il compimento.

I diavoli sono dunque esistenze capovolte, personali. che conservano la loro intelligenza e
la loro volont, ma diretta verso l'errore e verso la malignit.
Le Scritture presentano il diavolo come:

a) Un omicida. Uccise spiritualmente il primo uomo e continua ad uccidere gli uomini.


Egli stato omicida fin da principio (Gv. 8,44). Odia l'uomo, per invidia, perch egli
occupa il posto che lui voleva occupare nel piano divino, e perch in Cristo egli partecipe
della natura divina. Attacca la persona dell'uomo, cercando di disgregarla. Spinge
all'avvilimento, alla degradazione; spinge all'omicidio e al suicidio. Tante stragi hanno per
padre lui. Spinge al vuoto, al nulla.

b) Un mentitore. La verit non in lui (Gv. 8,44). La menzogna si fa impostura e


inganno. Ingann Eva, e continua a ingannare. E la falsit personificata (Gv. 8 l.c.), come
Cristo la verit personificata.

c) Un accusatore. Prima tenta gli uomini per rovinarli e poi li accusa davanti a Dio,
esigendo giustizia e condanna (cfr. Zac. 3, 1 ss.). Nell'Apocalisse presentato come il
grande accusatore (Ap. 12,10). Ma Dio ci ha dato due grandi avvocati e difensori: Cristo
Ges, che si interpone per evitarci la condanna, offrendo il suo sangue di riscatto (1 Gv.
2,1-2), e lo Spirito Santo, che detto appunto Paraclito (Gv. 14,16).

d) Tenebra. L'ostilit di Satana si manifesta nel rifiuto della luce. Dice Giovanni nel
Prologo del suo Vangelo: La Luce venne nel mondo (Gv. 1, 9). Satana il signore
delle tenebre. Le tenebre sono tempo di tentazione, di delitti. E nella notte che si operano
i misfatti, gli omicidi, i furti, le immoralit. Chi opera nelle tenebre non vuole la luce
perch non siano manifeste le sue opere (Gv. 3,20; 1 Tes. 5,7; Ef. 5,7). Cristo fu tradito
nella notte (1 Cor. 11,23). E il deicidio produsse le tenebre su tutta la terra per
l'apparente trionfo del principe delle tenebre.
Ma in realt il diavolo un vinto con un entourage di piccoli vinti, che recita il suo ruolo
di antagonista di Cristo, ma sa bene che Cristo venuto per ridurre all'impotenza colui
che aveva il potere della morte, il diavolo (Ebr. 2,14). Tuttavia si ostina per la sua
perversa natura ad operare il male.

L'attivit principale di Satana essere SCIMMIA di Dio. Scimmiotta Dio, creandosi, come
abbiamo detto, un Regno, con organizzazioni e ordinamenti. Scimmiotta soprattutto il
piano di Dio che fa perno in Cristo.

Opera la controincarnazione e l'antichiesa.

Al centro del mistero cristiano c' l'Incarnazione. Satana cerca di rifare l'incarnazione, in
una inversione sacrilega. In Giovanni si legge: E il Verbo si fece carne (Gv. 1,14). E
come la materializzazione del Logos in una realt di amore.

Questa controincarnazione si manifesta soprattutto a due livelli, a livello di idee e a livello


di carne, e sfocia nel tentativo di fare l'antichiesa, ossia una organizzazione di sostegno.

Il diavolo sa che necessario che una idea si incarni dentro di noi, che cio il verbo si
faccia carne, perch questa abbia forza di azione.

E attraverso le ideologie stabilisce la schiavit dell'uomo, illudendolo con una falsa libert,
in antitesi alla vera libert operata da Cristo nell'uomo attraverso il Logos che scende e si
incarna.
L'altra schiavit avviene nella carne.

Il Figlio di Dio, facendosi carne, redime la carne e la eleva unendola a Dio. La carne in
Cristo strumento di redenzione e termine di santit, perch Cristo attraverso la carne -
Verbum caro factum est - ci redime, e la carne nostra, destinata alla corruzione e alla
morte, diventa supporto alla vita dello Spirito.

Il diavolo odia la carne. Si serve cosi della carne, di cui Cristo si servito nella
Incarnazione per redimere l'uomo e salvare il mondo restaurando il piano divino, proprio
per rovinare il piano divino e lo stesso uomo. Facendo idolatrare la carne - contraffazione
del Verbo incarnato e insulto al Verbo incarnato - rovina l'uomo il quale doveva salvarsi
attraverso la carne assunta dal Verbo. Satana punta sulla carne. Il sesso diventa cos
strumento di degradazione, di distruzione dell'uomo stesso. Attraverso il mistero tenebroso
della carne, Satana distrugge l'amore, e rovina l'uomo.

Dice Balthassar (Ordre et Pnitence, p. 345) citando un pensiero di Bernanos: Se il


peccato soprattutto una menzogna, la sessualit ne la sua pi grande immagine:
mezzo multiforme di tradurre tutta la presenza del male. Il suo valore sta qui, che il corpo
che doveva servire alla manifestazione fenomenica dell'amore spirituale, serve invece pi
a velarlo che a rivelarlo, serve a pervertirlo anzich a tradurlo in un puro dono di s
(Bonanno, o.c., p. 122). Cos la carne diventa cancer, cancro che produce la morte
nell'uomo.

La controincarnazione porta Satana al tentativo di creare l'antichiesa, cio la chiesa del


peccato, a sostegno delle false ideologie e della idolatria del sesso, della triplice
concupiscenza (1 Gv. 2,16). Ma non ci riesce perch il male non fa incontrare gli uomini, il
male disgregante. Il diavolo non arriver mai a fondare la sua chiesa, con i suoi ministri, i
suoi riti, i suoi luoghi di culto, una chiesa che metta in comune il peccato, come la Chiesa
di Cristo mette in comune la Grazia. Vogliamo dire che il diavolo pu aggregare e
asservire, ma non potr creare comunione e libert tra gli adepti. Il peccatore peccher
solo, anche quando saranno tutti a peccare, perch il peccato morte, e si muore soli,
anche quando si muore insieme in una ecatombe. Il male, ripetiamo, non pu essere
fermento di unione vera; per cui l'antichiesa intesa come istituzione organizzata e
compatta, grottesca, un'opera fallita della Scimmia.

Tuttavia il diavolo crea la sua citt , la citt della confusione, la Babilonia con tutti i suoi
quartieri, le sue strade, che egli percorre con i suoi spiriti ribelli, e dove trova i suoi alleati, i
suoi complici: gli uomini legati alle false ideologie del potere, del sesso, del denaro, della
gloria, e asserviti al suo trionfo.
La citt della confusione, la Babilonia, dove anche noi viviamo, il luogo dove il diavolo
scorazza con l'ateismo pratico, con la pornografia, con le violenze, l'odio, la sete del
denaro, la criminalit, la tossicomania, le magie, i riti superstiziosi.

La bestia di cui parla l'Apocalisse (13,5-7), che proferisce parole d'orgoglio e


bestemmie , a cui permesso di far guerra ai santi e vincerli, coinvolge tutte le forze
umane, anche politiche, che sono alleate con Satana nella grande Babilonia.

Ma Babilonia destinata a cadere. Profeticamente Giovanni grida: E caduta, caduta


Babilonia la grande... Uscite popolo mio da Babilonia, per non associarvi ai suoi peccati e
non ricevere parte dei suoi flagelli. Sar bruciata dal fuoco, poich potente Signore Dio
che l'ha condannata (Ap. 18,2 ss.).

Alla caduta di Babilonia succeder la definitiva vittoria di Cristo, con la disfatta del diavolo,
che sar precipitato nel fuoco (Ap. 20,10), e la discesa della Citt di Dio dal cielo, la
celeste Gerusalemme (Ap. 21,1 ss.).

Questo sar l'epilogo della storia, della lotta tra le tenebre e la Luce.

4. Il mistero di Satana: poteri e limiti


Il diavolo puro spirito, la cui personalit si esprime diversamente da quella dell'uomo, e il
cui potere certamente superiore a quello dell'essere umano, legato al corpo. I demoni
mancano di una esistenza fisica, e cio di un proprio corpo. Sono localizzati in un luogo
non dalla propria sostanza ma dalla propria attivit, cio si trovano l dove operano, per
contactum virtutis , dice S. Tommaso (S.T., I, q. 8, a. 2). Essendo puri spiriti, esprimono
se stessi senza ricorrere agli elementi psicofisici, propri delle persone umane, con la loro
attivit. Questa si differenzia secondo il grado di intelligenza e la forza di volont il che
comporta una gerarchizzazione di dominio e una graduatoria di poteri. S. Tommaso parla
di differenza specifica tra di loro (S.T., 1, 50, ad 4).

A volte sembra che non siano entit separate; sono simultaneamente io e noi ,
uno e legione , dicono mio e nostro . Possono agire insieme, come uno e
come sette o un multiplo di sette. Non possono trovarsi contemporaneamente in
due luoghi distanti, come del resto gli angeli (S.T., q. 52, ad 3). Per i demoni possono
operare separatamente nello stesso luogo.

Come il diavolo agisce sulla materia?


Il diavolo, in forza della sottigliezza (subtilitas) dice S. Tommaso (II Sent., d. 8, p. 2) pu
penetrare nei corpi materiali; ma non pu produrre mutazioni sostanziali nella materia. Pu
per trasportare corpi pesanti, tenerli sospesi, metterli in collisione; pu, con l'uso di
sostanze adatte, creare suoni, luci, rappresentazioni fantasmagoriche; pu far sentire
melodie e canti, pu dare anche visioni.

Come agisce sull'uomo?


L'uomo dotato di anima e di corpo, di una vita fisica e di una vita psichica. Il cristiano poi
partecipa, in Cristo, della vita divina.
a) In quanto alla vita soprannaturale, nessuno spirito, per quanto dotato di intelligenza
superiore, di forza di volont eccezionale e di capacit di operare, pu interferire
nella nostra vita soprannaturale, il cui ingresso gli sempre vietato. Il diavolo infatti
appartiene alla natura angelica, superiore s alla natura umana, ma inferiore
essenzialmente a quella divina, e perci a quella nostra, come partecipi in Cristo
della filiazione divina. Il diavolo un essere preternaturale, non soprannaturale;
mentre noi siamo naturali (per la natura umana), ma anche soprannaturali (per la
natura divina partecipata). Per la prima siamo inferiori a lui, e perci soggetti al suo
influsso; per la seconda, cio per la grazia, siamo superiori a lui, e immuni dal suo
influsso diretto, anzi siamo dotati di influsso su di lui. Noi siamo l'umanit di Cristo
e, uniti attualmente a Cristo, siamo potenti contro il diavolo.
b) In quanto alla vita psichica, il diavolo, non solo pu conoscere, attraverso i segni
corporei, i nostri pensieri pi intimi (Cfr. S.T. qu. 57, a. 3), ma pu anche influenzare
la nostra mente con la confusione di idee, storpiando la verit e offuscando
l'intelligenza.

Pu similmente sollecitare la volont al male, suscitando ogni forma di passione, o


intorpidendo la stessa volont, fino a violentarla, come avviene talvolta nei posseduti.
Pu manipolare la psiche umana e produrre stati paranormali (telecinesi, telepatia, viaggi
astrali). Pu produrre effetti affascinanti nei campi della percezione e del comportamento
umano; pu affascinare la fantasia con seduzioni e attrazioni, pu produrre immagini
sessuali. Per non pu produrre nulla che non sia gi in noi o allo stato effettivo o allo
stato potenziale. Pu agire, cio, in base a ci che trova in noi e sempre nei limiti delle
nostre coscienze e, come diremo, della permissione divina.
Il diavolo non pu interferire direttamente sul comportamento morale dell'uomo. Pu
creare e offrire del denaro, ma non pu costringere a prenderlo. La libert umana
garantita da Dio. Anche quando dice che stato lui a peccare in una persona, sempre
vero che la persona fu libera interiormente, se non era impedita nell'esercizio della sua
libert. Il peccato, se c', solo dell'uomo; l'azione materiale pu essere anche attribuita al
diavolo, ma la responsabilit morale, cio il peccato, no.
Quanto alla vita fisica, il diavolo, in forza della sua capacit preternaturale, pu influire sul
corpo, sulla vita vegetativa e sensitiva. Come si detto, non pu penetrare nel pensiero, e
solo consequenter , cio attraverso i riflessi organici, le onde che emaniamo, pu
conoscere quello che abbiamo in mente; direttamente non pu penetrare nella nostra
volont, ma solo indirecte , attraverso elementi psicofisici, pu muoverla; invece,
quando si tratta del corpo, pu direttamente influire ed esercitare un certo dominio, perch
pu perfino penetrare nel corpo. Certamente non pu animare il corpo, ma pu
affliggerlo ed esercitare su di esso un potere dispotico, sempre nei limiti della permissione
divina.

Sembra a molti che non possa indurre direttamente la morte, e neanche malattia, se non
manipolando quello che gi in potenza c'era nell'individuo. Potrebbe per fissare stati di
malattie, aggravarli e impedire la guarigione. Altri invece contestano e affermano che
Satana, sempre nei limiti della permissione divina, pu causare malattie e morte. E
comunque un mistero.

Limiti all'attivit del diavolo


Se vasto il raggio di azione del diavolo nella vita dell'uomo, in concreto per il suo
campo di azione pi ristretto.

1 limiti provengono da tre fonti.

a) Dalla natura stessa demoniaca. Pu fare, ma non strafare. Non pu fare miracoli in
senso stretto, perch solo Dio pu fare miracoli. Pu fare solo prodigi, cio cose
meravigliose, ci che la natura pu fare, ma non in quel modo o in quel lasso di tempo.
Pu cos guarire ammalati in breve tempo: egli conosce le malattie, conosce le medicine e
il loro uso. E cos si spiega come talvolta i maghi che sono in relazione con lui conoscono
le malattie e possono ottenere delle guarigioni. Non conosce per gli eventi futuri che
dipendono dalla volont divina o umana; perci non possono i diavoli sapere quello che
far l'esorcista domani e perci non possono predisporre impedimenti.

b) Dalla diversa condizione dei singoli demoni. Conservano, a quanto pare, il grado
gerarchico a cui appartenevano prima della caduta. Hanno perci diversi gradi di
perfezione. Differiscono per specie. Un serafino non come un semplice angelo. Poich
non hanno perduto i doni naturali (S.T., q 100, ad 2), ci che pu fare un serafino o un
cherubino non pu fare un angelo inferiore. Non tutti hanno pari forza e intelligenza, anzi
sembra che molti siano ottenebrati e ignavi.

c) Dalla volont di Dio. Cristo ha vinto Satana, e il potere dei demoni limitato. Sono
ministri di Dio. e possono fare solo quello che Dio permette. Dice S. Agostino: Se il
diavolo potesse fare quello che vuole, nessuno di noi rimarrebbe in vita (Enar. in Ps.
96,12, MI. 37,1246). L'impugnazione - dice S. Tommaso - viene da loro (cio dai
diavoli), ma il modo di impugnare viene dallo stesso Dio (S.T. q. 114). Il Signore permise
a Satana di tentare Giobbe, di colpirlo nella pelle, ma gli proib di toccargli la vita (Giobbe
1,1 ss.). Questa limitazione da parte di Dio riguarda l'agire, che Egli ferma e circoscrive
direttamente o attraverso persone sacre o attraverso simboli (p. e., crocifissi), e riguarda
anche la conoscenza, per cui tante cose sono nascoste da Dio a Satana e gli angeli ribelli.

5. I poteri di Cristo, della Chiesa e del cristiano su Satana


Ges ha vinto Satana. A coloro che gli dicevano che egli cacciava i demoni in nome di
Beelzebul principe dei demoni, Ges faceva osservare che Satana non pu scacciare
Satana, e aggiungeva: Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, dunque
giunto a voi il Regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al
suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno pi forte di lui e lo
vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino
(Lc. 11,20-22). Egli, Ges, il pi forte, e lo ha vinto, lo ha legato (Mc. 3,27); Mt.
12,29), lo ha spogliato, ha saccheggiato il suo regno che sta per finire (Mc. 3,26).

Abbiamo detto sopra che le espulsioni degli spiriti immondi dagli ossessi vengono
presentate dagli evangelisti come tanti episodi della lotta e della vittoria di Ges su
Satana. Cacciare i diavoli uno dei capisaldi della missione di Ges. Egli fa dire ad Erode
che lo voleva uccidere: Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demoni oggi
e domani, e il terzo giorno avr finito (Lc. 13,32).

Ges affida questa missione alla Chiesa.


Scelse i Dodici perch stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perch
avessero il potere di cacciare i demoni (Mc. 3,15). S. Luca nel cap. 9 del Vangelo ci
dice che Ges chiam i Dodici e diede loro potere e autorit su tutti i demoni (Lc.
9,1) e li mand ad annunziare il regno di Dio.

Nel cap. 10 lo stesso Luca ci dice che Ges estese questa missione ai settantadue
discepoli, i quali di ritorno riferirono a Ges con gioia quanto avevano fatto: Signore -
dissero - anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome (Lc. 10, 17).

Dopo l'ascensione di Ges gli apostoli e i discepoli continuarono a cacciare i demoni (At.
5,16; 8,5-8; 16,16-18; 19,11-16).
Al tempo in cui Marco scrive il suo Vangelo l'esercizio di questo potere praticato nella
comunit dei fedeli, anzi il primo segno carismatico tra coloro che credono (Mc. 16,17).

Nel periodo patristico varie sono le testimonianze riguardo all'esercizio di questo potere da
parte dei cristiani.

S. Giustino scrive: Numerosi indemoniati in ogni parte del mondo e della vostra citt,
che non furono guariti da tutti gli altri esorcisti, incantatori e fattucchieri, li guarirono e
anche ora li guariscono molti dei nostri cristiani, facendo scongiuri nel nome di Ges
Cristo, crocifisso sotto Ponzio Pilato, riducendo all'impotenza e cacciando i demoni che
possiedono gli uomini (Apologia 11,6, P.G., 6,455).

Alcuni Padri e scrittori ecclesiastici, per provare la verit della nostra religione, ricorrono
alla confessione che fanno gli stessi diavoli, sotto l'ingiunzione dei cristiani.

Cos Minucio Felice: Molti fra voi sanno che i demoni stessi confermano tali cose, ogni
qualvolta vengono da noi costretti ad uscire dai corpi con la forza degli esorcismi e l'ardore
della preghiera (Octavius, 27, MI. 3,325).

Anche Tertulliano nell'Apologeticus presenta questa sfida: Si presenti nei vostri


tribunali un indemoniato. Forzato a parlare da qualsiasi cristiano, quello spirito affermer il
vero nel chiamarsi un demonio... Temendo Cristo in Dio e Dio in Cristo i diavoli si
assoggettano ai servi di Dio e di Cristo (Apol., 23, MI. 1,113).

Per la liberazione i cristiani usavano, con la preghiera e lo scongiuro, limposizione delle


mani e la insufflazione in bocca. Tertulliano dice: Al nostro contatto e al nostro soffio i
diavoli, presi dalla visione e dalla rappresentazione di quel fuoco, se ne escono anche dai
corpi, sia pure di malavoglia rattristati e con grande vostra vergogna (Apol. l.c., MI. 415).

Tante volte i diavoli resistono - ci dice Origene - ma non per questo bisogna desistere;
anzi bisogna moltiplicare le preghiere, i digiuni, le invocazioni, e soprattutto le buone
opere, perch le buone opere e gli atti virtuosi aggravano e affliggono ogni specie
di demoni e ogni forza avversaria (Orig. In Librum Jesu, hom. 24,1, Mg., 12,940).

Pi tardi la Chiesa, per regolare l'esercizio di questo potere e non dare luogo ad abusi,
determin delle formule e dei riti di esorcismo, e incaric alcune persone determinate che
esercitassero questo potere in suo nome.

L'antica formula per il conferimento dell'ordine minore dell'esorcistato, in uso fino


all'abolizione avvenuta con la riforma liturgica del Vaticano II, dice: Prendi (questo
libro) e imparalo a memoria e ricevi la potest di imporre le mani sopra
l'indemoniato sia battezzato che catecumeno (Denz., 155).

Pi tardi ancora la Chiesa credette bene riservare ai vescovi e ai sacerdoti espressamente


da loro designati l'esercizio ufficiale del potere sugli indemoniati, mediante esorcismi;
mentre per preservare i fedeli dagli altri influssi del maligno predispone una lunga serie di
sacramentali.

Sarebbe utile fare un esame di tutte le formule contenute nel Rituale Romano, per vedere
con quale cura la Madre Chiesa ha voluto offrire, attraverso i secoli, dei sussidi ai cristiani
nella lotta contro il nemico.
Attraverso particolari benedizioni gli elementi vengono sottratti ad ogni influsso del nemico
- riflettendo, in questo, la mentalit del tempo, che per non sempre errata - e vengono
caricati di una forza divina per servire da segni della potenza divina contro le incursioni del
diavolo.

Nella benedizione del sale per l'acqua benedetta, si dice: Fugga dal luogo dove tu
sarai asperso ogni malignit, ogni fantasma, ogni astuzia della frode diabolica e
ogni spirito immondo .

Sull'acqua si prega cos: ... Infondi, Signore, in questa acqua la forza della tua
benedizione, perch serva a cacciare i demoni, ad espellere tutte le malattie, e
perch ogni luogo dove sar aspersa questa acqua sia immune da ogni
immondezza, da ogni cosa nociva, non vi si posi lo spirito pestifero o l'aura che
corrompe, siano messe in fuga tutte le insidie del nemico che si nasconde .

Per la benedizione dell'olio detto: ... Sradica e metti in fuga da questa creatura
dell'olio ogni esercito avversario, ogni esercito diabolico, ogni incursione, ogni
fantasma di Satana.

Per la benedizione delle candele il sacerdote dice: ... Dovunque queste candele
siano deposte o accese, vadano via i principi delle tenebre, tremino, e fuggano
pavidi i diavoli con tutti i loro servitori dalle abitazioni degli uomini, e non
presumano pi di turbare la quiete o di molestare coloro che Ti servono, o Dio
onnipotente... (cfr. Rituale Romano, ed 1954, pp. 315, 394, 397).

Nell'amministrazione del sacramento del Battesimo il rito in uso fino a pochi anni fa
prevedeva tre esorcismi, che vengono conservati, ma in forma pi blanda, nel Nuovo Rito
dell'iniziazione degli adulti, dove sono proposte diverse formule: Col soffio della tua
bocca allontana, Signore, gli spiriti maligni; comanda ad essi di andarsene, perch il
tuo regno vicino... ; ... Allontana da loro ogni spirito maligno, la servit degli
idoli e la magia, gli incantesimi e la negromanzia, la cupidigia del denaro... (Rito
iniz. cristiana degli adulti pp. 59, 74-75).

La potest che ha la Chiesa, per delega di Cristo, contro gli spiriti del male, ce l'ha anche il
cristiano, secondo misura.

Il cristiano congiunto a Cristo nel suo Mistico Corpo, animato dallo Spirito Santo, e
partecipa dell'autorit di Cristo.

Dice il Balducci nella sua pregiata opera Gli indemoniati che il semplice cristiano a
due titoli pu esercitare il suo potere sul diavolo, quando esso esercita il suo influsso su
una persona e su un ambiente:

a) in forza di un carisma particolare (carisma di liberazione, Mc. 16,17) che gli conferisce
un effettivo potere sul demonio;

b) in forza dell'appropriazione del potere di Cristo, a cui congiunto, e in nome di Cui pu


allontanare il maligno (Balducci, Gli indemoniati, Roma, 1959, pp. 95-99).
Per il predetto autore l'efficacia del potere carismatico sicura e l'effetto infallibile; nel
caso invece dell'appropriazione del potere di Cristo, l'efficacia non sicura, mancando la
forza carismatica (dono personale) e la forza dell'impetrazione della Chiesa.

Se tutto questo vero, tuttavia, in pratica, quando si tratta di casi di infestazione o di


presenze maligne, ogni prudenza non mai eccessiva. Possiamo trovarci di fronte a
cariche esplosive, di ordine spirituale, che possono deflagrare e seriamente nuocere a chi
non preparato.

Resta fermo che, nei casi di possessione accertata, l'esorcismo riservato all'Ordinario e
al suo delegato, e che anche chi ha il dono carismatico, non pu intervenire. La nuova
legislazione della Chiesa chiara al riguardo (con 1172, c.j.c.).

Il semplice fedele che vuole appropriarsi del potere di Cristo pu farlo, ma con maggiore
prudenza, sapendo di esporsi a gravi rischi, ove egli non sia intimamente congiunto con
Cristo. Se poi il fedele debole nella fede o nella carit, se soprattutto ha subito di
recente influssi demoniaci da cui non si completamente ristabilito, allora ogni
intervento fatto da solo sconsigliabile, anzi deve essere vietato.

Diverso il caso quando il cristiano attaccato lui stesso da Satana. Allora egli pu usare
tutte le armi per autoliberarsi, pu appellarsi all'autorit di Cristo e ingiungere al diavolo di
allontanarsi.

Dobbiamo avere fiducia nella potenza di Dio che in noi e nella forza della preghiera.
Resistete al diavolo - ci dice S. Giacomo - ed egli fuggir da voi (Gc. 4,7). Erma
ammonisce: Non temere il diavolo; temendo infatti il Signore dominerai il diavolo perch
in lui non c' potenza (Erma Il Pastore. mandato 7,2); e ancora: Il diavolo pu
combattere, ma non pu trionfare. Se lo contrastate, vinto e scornato fuggir da voi... Il
diavolo va da tutti i servi di Dio, per provarli. Quelli che sono pieni di fede gli resistono
energicamente e lui si allontana da loro non avendo per dove entrare (o.c. mand. 12).
L'autore delle Recognitiones dice: Quando avrete abbandonato il peccato e avrete
creduto in Dio con tutto il trasporto del vostro essere, anche dagli altri potete cacciare il
diavolo (Recognitiones, 4,32), Pg. 1,1329).

Le buone opere, poi, ci mettono in condizione di superiorit sul diavolo. Ce lo dice


Origene: Coloro che con le buone opere gravano la mano sul diavolo, anche se non lo
arrivano ad espellere completamente, certamente se lo rendono tributario e soggetto .
(Origene, o.c., hom. 24,1; Mg. 12,940).

Purtroppo il mondo oggi attraversato da orde di diavoli scatenati. Il cristiano deve


arrestarli o sviare i loro agguati con l'esempio di vita buona, vincendo il male col bene, e
con la preghiera assidua. Abbiamo una bella preghiera alla Madonna, dettata dalla
stessa Augusta Regina ad un'anima devota, e indulgenziata da S. Pio X nel 1908: O
Augusta Regina del cielo e sovrana degli angeli, a voi che avete
ricevuto da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa di satana,
noi chiediamo umilmente di mandarci legioni celesti, perch al vostro
comando inseguano i demoni, li combattano dappertutto, reprimano la
loro audacia e li respingano nell'abisso .
E c' l'altra bella preghiera composta da Leone XIII all'Arcangelo S. Michele, che si
recitava dopo la S. Messa insieme al Prologo di S. Giovanni, prima della riforma liturgica,
e che sarebbe bene riprendere: S. Michele Arcangelo, difendici nella
battaglia; contro le malvagit e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti
preghiamo supplici: Comandi a lui il Signore!, e tu, principe delle milizie
celesti, con la forza di Dio ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti
maligni, i quali scorazzano per il mondo a perdizione delle anime .

6. I campi di Satana
I dominatori di questo mondo di tenebra, gli spiriti che abitano nelle regioni
dell'aria (Ef. 6,12) scorazzano per tutta la terra, percorrono le vie delle grandi citt, e le
vie del deserto, penetrano nelle case dei peccatori ed anche nella casa di Dio, bivaccano
nelle oasi del peccato e della violenza fisica e mentale, e si infiltrano, anche nelle cose
sante.

Ma i campi preferenziali in cui il nemico scende per combattere l'uomo sono:

1) Il campo dell'errore

Spirito di menzogna, padre di ogni errore e di ogni eresia, come lo dicono gli antichi Padri
della Chiesa, il diavolo semina zizzania di false dottrine, confonde le idee, crea pericolose
e funeste ideologie, suscita contese, divisioni, scismi Arriva talvolta a vestirsi di angelo di
luce (2 Cor. 11,14) per sedurre anche gli eletti.

Nei singoli suscita dubbi e perplessit, mescola il vero e il falso dando parvenza di verit a
ci che erroneo Sostiene la pervicacia in coloro che sostengono posizioni errate, con
capziosi ragionamenti.

Nelle masse fomenta l'incredulit, scredita la dottrina della Chiesa e le venerande


tradizioni, scardina la fede nei suo fondamenti, oscura i grandi valori dello spirito, afferma il
materialismo servendosi di tutti i mezzi di comunicazione sociale per avvelenare le menti e
corrodere i costumi.

In questo campo cos vasto sono in attivit moltissimi demoni, intelligenze decadute di
diverso grado e potenza, che usano con astuzia le loro arti per ottenebrare l'intelletto de
l'uomo e impedire l'acquisizione della verit.

Quando vengono individuati sollecitano la curiosit di sapere, invitano al ragionamento,


cercano di trarre l'interlocutore nel loro campo, come fece il serpente con Eva. Con tutti
questi generi di demoni saggia cosa restare nel campo della fede, ossia nel nostro
terreno, e appellarci sempre, come fece Ges nel deserto, alla parola di Dio.
2) Il campo del peccato

E' un campo vastissimo. Per invidia del diavolo il peccato entrato in questo modo, e per
l'attivit del diavolo domina in questo mondo. La nostra civilt permeata di peccato; le
stesse strutture sociali sono viziate di peccato e non si possono sostenere senza di esso.

Si tratta in particolare di tutti i peccati di perversione sessuale, di odio e di violenza, di


ingiustizie e di oppressioni, tutti i peccati connessi con le tre concupiscenze di cui parla
Giovanni (1 Gv. 2,16).
E chiaro che in ogni peccato non bisogna vedere Satana, ed ancora pi chiaro che in
ogni peccato, anche il pi grave e degradante, la responsabilit prima non di Satana, ma
dell'uomo che si lascia sedurre e si fa complice nel male.

Tuttavia in tante situazioni di peccato la presenza di Satana evidente e bisogna


identificare i singoli demoni che le sostengono.

Bisogna discernere in qual modo siano entrati, in qual modo operino, e in qual modo
possano essere vinti, per non combattere come chi batte l'aria (1 Cor. 9,26), ma con
armi appropriate.

3) Il campo della malattia

Certamente c' un nesso misterioso tra malattia e demonio, come tra malattia e peccato.
La malattia appartiene al mondo decaduto, dove domina il male e l'autore primo del male.

Il demonio pu esercitare il suo influsso diretto sul corpo, come su qualunque materia, pu
influenzare le funzioni fisiopsichiche dell'uomo, come abbiamo detto pi sopra, e
indirettamente anche le sue facolt superiori.

Pu il demonio causare direttamente le malattie?


Lo abbiamo accennato sopra.
Generalmente si ritiene che egli direttamente non pu causare le malattie; ma solo perch
Dio non lo permette. In linea assoluta lo potrebbe, diversamente di come deve dirsi per il
peccato. Infatti non si pu mettere sullo stesso piano il peccato e la malattia, perch nel
peccato coinvolta la responsabilit dell'uomo, essere libero, e il suo destino eterno,
mentre nella malattia non coinvolta la responsabilit morale dell'uomo n il suo destino.

Ma poi sicuro che Dio non lo permette? Il caso di Giobbe, e tanto pi il caso della donna
che uno spirito teneva inferma da diciotto anni e che Cristo guarisce, sciogliendola
dal legame di Satana (Lc. 13,11-16), dovrebbero farci riflettere; come dovrebbero
farci riflettere tanti casi di malefici, in cui la malattia legata alla fattura o all'attacco psichico
arriva inesorabilmente

Comunque, se nella linea ordinaria il diavolo non causa direttamente la malattia, tuttavia
entra largamente nel campo della malattia sia fisica che psichica, soprattutto in questa.

Il diavolo manipola quello che trova nella persona. Pu acuire una malattia gi presente,
pu impedirne la guarigione. Il diavolo presente in alcune malattie fisiche inspiegabili e
resistenti a qualunque cura, presente in alcune nevrosi e psicosi; senza volere dire con
questo che tutto ci che inspiegabile sul piano fisico o psichico debba attribuirsi a lui.
L'attivit del diavolo nelle malattie piuttosto a livello morale. La malattia menoma le forze
di resistenza della persona, ed offre facile adito alle forze diaboliche della paura, della
sfiducia, della disperazione, della dissociazione, della ribellione a Dio. Il diavolo procura
all'uomo ammalato sconforto, amarezza; Spinge talvolta al suicidio.

Ci vuole molto discernimento per vedere nella luce di Dio uno stato morboso e individuare
il luogo dove il nemico eventualmente si annida, e come esercita il suo influsso
nell'ammalato, per approntare i pi opportuni rimedi spirituali.

4) II campo della magia

E il campo degli interventi pi distruttivi e pi sconcertanti di Satana. Stregonerie,


spiritismo, occultismo e simili comportano il pi delle volte la presenza del demonio. Gi
tante operazioni si compiono con l'aiuto del demonio, invocato direttamente, specialmente
nelle pratiche della magia nera. Quanto meno le pratiche occulte e i riti magici ne
favoriscono l'interferenza.

E' vero che oggi la scienza ritiene fondatamente che molti dei fenomeni paranormali
(psicometria, poltergeist, telecinesi) che prima venivano attribuiti al diavolo (ipotesi
demoniaca) o agli spiriti vaganti (ipotesi spiritica) o ad attacchi psichici da parte di anime
incarnate o disincarnate (ipotesi occultista) oggi si attribuiscono a forze misteriose della
psiche umana che in date occasioni si sviluppano in alcuni soggetti (ipotesi psichica), ma
pur vero che non tutto pu spiegarsi con la natura, e che, a monte di molte manifestazioni
misteriose, ci sono attivit di esseri intelligenti e di forze malvagie. Quando non troviamo
nei fenomeni la consequenzialit tra causa ed effetto, quando manca la costante tra i dati,
per cui c' variet e imprevedibilit, noi propendiamo per l'interferenza di uno che manovra
dietro le quinte.

Sta di fatto che la ricerca del meraviglioso - tentativo di rompere le barriere che Dio ha
poste alle possibilit conoscitive e operative dell'uomo, contro l'ammonimento del Siracide,
3,21-24 - provoca l'intervento dello spirito ingannatore e seduttore.

Abbiamo voluto accennare a. questi campi di Satana, perch qui che il nemico opera
preferenzialmente, disponendo le sue direttrici di marcia per distruggere la personalit
dell'uomo, demolire il piano di Dio e affermare il suo schiavizzante dominio.

7. Il nemico all'attacco: le direttrici e le fasi di penetrazione

1) La tentazione
Nel Padre Nostro Cristo ci fa pregare: ... e non ci indurre in tentazione, ma liberaci
dal male (o dal maligno) (Mt. 6,13). C' una tentazione umana, che cio viene
dall'uomo. Ciascuno piuttosto tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e
lo seduce , dice l'apostolo Giacomo (1,14), e altrove: Da che cosa derivano le guerre
e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che
combattono nelle vostre membra? (Gc.4,1). S. Paolo scrive ai Corinzi: Nessuna
tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio fedele e non permetter
che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi dar anche la via di
uscita e la forza per sopportarla (1 Cor. 10,13).

Ma c' anche una tentazione diabolica (cfr. 1 Pt. 5,7-8; Ef. 6,11 ss.; At. 5,3; 1 Cor. 7,5).

Il primo ad essere tentato da Satana, che viene chiamato nel Vangelo il tentatore Mt.
4,3) fu Ges (Mt. 4,1 ss.; Mc. 1,13; Lc. 4,2 ss.). E dopo Ges tutti saremo tentati dal
diavolo qualche volta, come furono tentati Simone e gli Apostoli: Simone, Simone, ecco
Satana ha cercato di vagliarvi come il grano... (Lc. 22,31), e come saranno attaccati i
discepoli del Signore: Ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per
mettervi alla prova... (Ap. 2, 10).

Satana ci tenta indirettamente, attraverso strumenti umani (scandali, istigazioni al male,


persecuzioni) o attraverso le passioni (1 Tim. 6,9; 1 Cor. 7,5).

Ci attacca direttamente nella sfera psichica, suscitando fantasie e ricordi, o nella sfera
fisica, con molestie corporali.

La tentazioni diabolica diretta si caratterizza per la sua particolare violenza, la sua


improvvisa irruzione, talvolta senza una causa plausibile e proporzionata; e cede
facilmente ad una forte preghiera. Talvolta pu persistere uno stato di tentazione, ma Dio
ci custodir dal maligno (2 Ts. 3,3).

Talvolta la tentazione assume carattere di vessazione o di persecuzione. Ricordiamo le


vessazioni di Giobbe. Anche le prove di Tobia rientrano in quest'ordine: gli insulti della
moglie, la cecit, ecc. Ci sono persone che sono continuamente attaccate da disgrazie
personali e familiari, fisiche, economiche, morali. In tante di queste persone con disgrazie
a catena riconosciamo le vessazioni di Satana. La spina di Paolo pu essere una
malattia o una persecuzione particolarmente pungente e insistente.

A volte Satana suscita persecuzioni anche da parte dei buoni, inspiegabili sotto il profilo
umano, in cui si nota un accanimento, una insistenza che trovano la pi plausibile
spiegazione in un intervento persecutorio di Satana, cui Dio permette di tormentarci. In
tutti questi casi bisogna tenersi fermi in Cristo, in attesa che la persecuzione abbia
termine, sicuri che alla fine Dio stritoler il nemico sotto i vostri piedi (Rom. 16,20).

La suggestione una tentazione subdola, che si insinua in noi senza che ce ne


accorgiamo. Il diavolo un incantatore formidabile. Ammali Eva: La donna vide che
l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare
saggezza (Gn. 3,6). Ammalia anche noi con i suoi incantesimi e con i suoi ragionamenti,
ci d una falsa sicurezza: Non morirete affatto! Anzi Dio sa che... (Gen. 3,4-5). Non
d spazio alla riflessione e alla luce e azione dello Spirito.

Lo scopo di Satana nella tentazione, sia che essa prenda il carattere di un attacco frontale
o di una vessazione, sia che si presenti come una suggestione o una seduzione, quello
di ostacolate o interrompere il rapporto con Dio, e conseguentemente di sabotare e
contrastare il regno di Dio nell'uomo. La lotta sempre tra i due regni.
Non si sottolinea mai abbastanza l'astuzia del Nemico e la sua ostinatezza. La tattica pi
astuta di non farsi riconoscere nella tentazione. Dietro un'avarizia ostinata, una libidine
continua, un'iracondia ricorrente, un'ambizione nascosta che finalizza tutta la nostra
attivit, una stranezza di comportamento inspiegabile, ci pu essere anche lui che si
mimetizza. Il guaio che spesso noi questo non lo vogliamo ammettere.

Il diavolo non desiste mai dal tentarci. Non desistette dal tentare Ges, dopo il primo
scacco nel deserto, ma torn da lui all'ora stabilita, e non potendo piegarlo direttamente,
cerc, attraverso l'odio dei Giudei e il tradimento di Giuda, di spazzarlo via da questo
mondo, illudendosi di scalzare il suo regno.

Anche adesso, vinto, non desiste dal tentare i figli del Regno. E l'avversario vecchio e
il nemico antico colui col quale combattiamo - dice S. Cipriano - sono gi quasi
seimila anni che il diavolo attacca l'uomo. Dalla stessa esperienza consumata ha
imparato tutti i modi di tentare, le arti e le insidie per uccidere (Cyprianus, Epistula
ad Fortunatum, Prefatio, 3, P.I., 4).

Le armi migliori contro la tentazione sono la vigilanza e la preghiera, come ci ha insegnato


il Signore (Mt. 26,61), o anche il ricorso alla parola di Dio, come ha fatto lo stesso Signore
(Mt. 4,4).

2) Oppressione

L'oppressione diabolica si ha quando un demonio o pi demoni creano attorno a noi un


clima di pesantezza che schiaccia, incatena, offusca la mente, intorpidisce la volont e
smorza l'entusiasmo. A volte crea eccitazione, e l'atmosfera - per es. in una riunione -
diventa elettrica, irritante. Non ci si accetta gli uni gli altri, corre astio, animosit, dissidio
tra le persone, senza che le persone stesse sappiano spiegarsi il perch.

Talvolta il diavolo crea svogliatezza, o sonnolenza. Un torpore invade pi o meno tutti.

Le persone sensibili - soprattutto i sensitivi - avvertono subito l'oppressione diabolica in


un ambiente, o in una assemblea. Le persone opache ne subiscono l'effetto, senza
rendersene conto.

Col discernimento degli spiriti facile accorgersi, a livello carismatico, dell'oppressione


diabolica e scoprire quali demoni sono in attivit. Una buona preghiera di liberazione
sufficiente a ristabilire l'equilibrio, se si tratta di un ambiente sano; se invece si tratta di un
ambiente malsano, vizioso, difficile eliminare il clima di oppressione che appunto
dovuto al peccato (pornografia, prostituzione, violenza, ecc.).

3 ) Infestazione locale.

Abbiamo affermato che il diavolo pu esercitare attivit diretta sulla natura inanimata
e animata inferiore, per arrivare all'uomo. L'infestazione locale pu rivestire carattere di
maleficio.
Attenti a non confondere linfestazione con fenomeni di poltergeist (esplosione di
forze naturali concentrate, che venivano attribuite ad uno spirito rumoroso - poltergeist).
In genere infestazione e poltergeist presentano differente rilevabili ad una attenta
diagnosi. Gli incidenti di poltergeist sono collegati con un individuo, mentre le infestazioni
sembrano connesse con una localit, generalmente una casa. Nel poltergeist
predominano i disturbi fisici, nelle infestazioni le esperienze allucinatorie. Queste
esperienze possono comprendere apparizioni di fantasmi, rumori di passi, ombre; e sono
dette allucinatorie perch sono percepibili da una sola persona. Differiscono queste
allucinazioni da quelle di persone turbate mentalmente (psicastenia, isteria ecc.); si
riferiscono ad esperienze analoghe avute da altre persone, indipendentemente, e
corrispondono a fatti o persone del passato, e sono dunque da considerare allucinazioni
veridiche (cfr. William Roll - Il poltergeist, Ed. Ancora, Milano, 1978, pp. 215-222).
Le infestazioni tendono a durare per lunghi periodi; mentre i fenomeni di poltergeist
sono di breve durata (due o tre mesi). Le infestazioni non sono legate ad una persona
vivente, mentre in genere lo sono i fenomeni di poltergeist.
Per noi i fenomeni di poltergeist possono spiegarsi naturalmente, per via del
potenziale energetico (PK) che in alcuni soggetti generato da forti cariche passionali,
anche se l'individuo non se ne accorge, le quali scaricano l'energia sugli oggetti vicini
producendo movimenti e rumori.
Le infestazioni, invece, mentre per i cultori di parapsicologia vengono fatte rientrare
nei fenomeni ESP, per noi in gran parte vanno attribuite a forze demoniache.
chiaro che quando ad un attento esame le manifestazioni sono da attribuire al
potenziale PK, l'eventuale intervento nostro - il caso per s va risolto dal psicoterapista -
mira a rendere consapevole l'individuo della realt dei fatti. Sappiamo che quando l'uomo
diviene consapevole delle sue forze segrete distruttive, queste perdono il loro carattere di
aggressivit. Conviene, nel caso, far rientrare queste forze che hanno assunto aspetto
demoniaco e riordinarle in senso positivo, in modo che, integrate, siano forze costruttive e
creative nella persona.
Le manifestazioni di infestazione, una volta accertate, vanno trattate con preghiera di
liberazione e, nei casi pi molesti, vanno rimesse all'esorcista.

8. L'attacco di Satana all'interno


Fin qui abbiamo considerato l'attacco esterno del nemico. Con la tentazione, la
vessazione, l'oppressione, l'infestazione locale, il diavolo ci disturba dal di fuori. Adesso
consideriamo una prima serie di attacchi dal di dentro, attraverso infiltrazioni interne
sempre pi profonde che racchiudiamo sotto un'unica denominazione, infestazione.
Riprendiamo da un libro scritto da una comunit francese carismatica, edito a cura,
del dr. Philippe Madre, e tradotto in italiano col titolo Ma liberaci dal male , ed. REM,
Roma, 1980, alcune linee interessanti, perch frutto della loro esperienza.
Il peccato originale ha intaccato l'uomo, e sebbene le due facolt superiori dell'anima, sia
pure indebolite, sono rimaste integre, tuttavia le funzioni corruttibili dell'anima, cio la
facolt di ricordare, l'immaginazione e l'affettivit, nella loro espressione corporale , che
sono le passioni, sono rimaste fragili, lese, esposte a molteplici aggressioni e perci
aperte alle suggestioni del male.
Il diavolo, non potendo attaccare direttamente le facolt superiori, si insinua
attraverso le incrinature della psiche ferita. Quando arriva a mettere piede su una
porzione della incrinatura psichica, progredisce subdolamente, come un cancro,
attraverso le brecce della memoria, dell'immaginazione, della affettivit, allo scopo di
indebolire la volont, sede della libert, che tende ad asservire. Esiste dunque
tutta una gamma di gradi di alienazione che bisogna conoscere per poterli discernere
nel corso della liberazione (o.c., p. 68). Il guaio che il maligno non attende il s
decisivo della volont per entrare. L'uomo pu dire di s al maligno involontariamente,
per ignoranza o per semplice stanchezza, senza la minima idea delle tremende
conseguenze... Solamente pi tardi prender coscienza dell'ostacolo sempre pi grande
che lo aliena in certe manifestazioni della sua personalit (o.c., p. 68).

I settori dell'anima che possono essere pervertiti sono:

Memoria. E' la facolt di ricordare situazioni dolorose o felici, rimosse talvolta


nelle profondit di un inconscio non bene scandagliato. La memoria pu imporre
immagini dolorose a scadenza ripetuta, generando un profondo stato di ansia. La
volont potrebbe dominare questa ridda di pensieri, ma avrebbe bisogno di una
grazia speciale dello Spirito Santo: la memoria non pi docile ai movimenti della
volont e si produce, soprattutto negli individui di coscienza delicata, uno stato di
colpevolezza che aumenta l'ansia.
Il discernimento, a questo punto, deve dirci se si tratti di una pura patologia
psichica - e allora il caso va portato al medico adatto - oppure, se c'entra il maligno,
occorre sostenere lo stato di ansia e di colpevolezza.
In questo caso bisogna ricorrere alla preghiera di libera zione, che mira non tanto
a cancellare i ricordi ripetitivi e traumatizzanti, quanto a cacciare il maligno per
disinnescare dalla loro azione distruggitrice i ritmi mnemonici e mettere gli stessi
ricordi nella luce dello Spirito, il quale, risvegliando la memoria ontologica del nostro
essere figli di Dio, amati da Lui, ci difende dalle insinuazioni del maligno.

Immaginazione. Questa facolt corruttibile ci presenta spesso le cose diverse dalla


realt. Il pericolo della immaginazione alienata maggiore di quello della memoria,
perch essa si basa non solo sul reale, ma anche sull'irreale; e il maligno, esperto
nel creare miraggi, vi si trova a suo agio.
Sotto la spinta del maligno l'immaginazione pu architettare tutto. L'intelligenza
perde la sua lucidit e coerenza e inclina la volont ad agire di conseguenza.
Rientrano nell'attivit del maligno, al riguardo, allucinazioni e deliri, che in realt
si ritrovano in tante malattie neuropsichiche.
Solo il discernimento e la preghiera di liberazione, fatta in seguito al
discernimento, potranno dirci se ci troviamo di fronte ad una pura turba psichica o
di fronte ad una azione del nemico.

Affettivit. una delle funzioni primordiali dell'anima. Sotto l'azione della grazia
essa si orienta verso Dio e trova la sua stabilit. Nell'affettivit, che non il semplice
amore, sono in giunco i nostri sentimenti, nei quali c' un fondo di egocentrismo. Il
maligno attacca facilmente questa facolt fragile, e pu far deviare le nostre emozioni
verso la sensualit e le altre passioni. Di qui il passo ai quadri anormali dell'affettivit
breve: perversit, sadismo, masochismo, ansia patologica.
Solo il discernimento ci dir se in questo quadro della perversione dell'affettivit ci
sia di mezzo il maligno.
Una distinzione tra queste tre facolt non si pu fare quando c' di mezzo
l'influsso del maligno, perch egli, infiltrandosi, attacca tutte e tre le facolt.
Se c' distinzione da fare, questa, in linea pratica, sul grado di influsso che il
nemico esercita all'interno dell'anima umana.
a) Primo grado: la ferita. una piaga benigna dell'anima, nella quale la memoria,
l'affettivit o l'immaginazione sono state lese. La lesione comporta una difficolt di
rapporti con gli altri. La volont resiste, ma, nonostante la buona volont, la persona
presa da pensieri, sentimenti, preoccupazioni insistenti, giudizi, aggressivit.
La persona turbata e vive penosamente, soprattutto se in ambiente religioso, e
cade in uno stato di conflitto e di ansiet.
La psicoterapia arriva, in questo caso, ad individuare le cause psicologiche del
disagio, cio le circostanze che hanno originato e sostengono per ricordo il
conflitto, ma la terapia poco efficace. Una preghiera di intercessione pu risolvere il
caso.
b) Secondo grado: la legatura. un grado maggiore di influenza del maligno. Pu
provenire da aggravamento della ferita, oppure pu prodursi direttamente in circostanze
pericolose.

Il legame pu rimanere nascosto per parecchio tempo e manifestarsi dopo,


quando la persona cerca di superarsi. La persona si sente legata da situazioni
precedenti. La volont ostacolata, non libera di esprimersi come vorrebbe, perch
legata.

Quattro sono le caratteristiche di un legame:

1) una resistenza di ordine spirituale non semplicemente psicologica, sebbene sia


scontato che ci che di ordine spirituale passa pure per lo psicologico e il fisiologico, a
causa dellunit della persona. Ma la radice di ordine spirituale, come ad es. in un
dubbio ostinato, che resiste anche per anni, e non si scioglie con nessun colloquio,
non si attenua con i mezzi ordinari di grazia, e affossa sempre pi la persona. In
questo caso
il legame attacca la fede o la speranza. Il nemico tende ad annebbiare la persona
legata e a portarla alla disperazione;
2) settorialit. Il legame settoriale, delimitato ad una sfera. Una persona legata
nel dubbio, pu essere eccellente nella carit verso il prossimo, pu annunciare con
efficacia la parola di Dio, pu osservare bene la castit. In altri termi ni, la vita
spirituale bloccata solo in un antro;
3) compulsivit. L'uomo legato in un punto come necessitato. Non pu farci
niente. in quello stato, suo malgrado. Non pu per es. reprimere quel dubbio,
reprimere quell'ostilit legata ad un ricordo;
4) dinamismo. Il legame ha un suo dinamismo, cio un suo processo di
sviluppo. Cresce, cio, e blocca sempre pi la persona in quel settore. Come chi
impedito di camminare bene con una gamba, a poco a poco avverte che la gamba
si paralizza, e poi si atrofizza, se non corre ai rimedi.
Solo quando si trovano le quattro caratteristiche di cui sopra, si pu parlare di un
legame di origine diabolica, da distinguere dai semplici legami di natura psicologica.

Qual la causa dei legami?

a) la prima fonte il peccato, anzi possiamo dire che in ogni legame non manca
mai il peccato. Possono causare legami i persistenti peccati di odio, e di deviazione
morale, o di pratica di alcool, di droga.
b) Altra fonte molto comune sono le pratiche occulte, spiritismo, magia, esoterismo.
Anche chi frequenta maghi, o stringe amicizia con persone malefiche e pervertite fino a
farle entrare nella propria vita, pu contrarre dei legami.
c) Altra fonte di legami sono i malefici, quando colpevolmente la persona colpita
presta il fianco alla persona attaccante.

Il legame si scioglie con la scoperta della causa che l'ha prodotto. Bisogna
scoprire la verit, cio fare verit sulla situazione.
Scoperta la verit, o la causa del legame, bisogna procedere alla rinuncia alla
causa che l'ha prodotto.
In questa operazione, il pi delle volte, necessaria la presenza del sacerdote o
dell'esorcista, che scopra e faccia cadere l intonaco , che stracci i veli ,
strappi i lacci che irretiscono le anime come uccelli , e lasci libera la preda
(Ez. 13,11-12; 20,21).

c) Terzo grado: infestazione maligna. L'individuo non soltanto legato, ma abitato


da una o pi potenze, innestate nel suo essere umano, nell'anima o anche nel corpo.
La persona si accorge che c' qualche cosa in lei, di estraneo , che talvolta la
spinge a fare ci che non vuole, e la vuole distruggere.
L'infestazione porta un certo oscuramento della intelligenza, e un certo indebolimento
della volont. La persona presa spesso da ansia irrazionale, e diventa talvolta
impulsiva o aggressiva, preda di pensieri osceni o blasfemi. in stato di quasi
permanente conflitto interiore per questa invasione di forze estranee .
Solo il discernimento ci pu consentire di individuare una infestazione o invasione
maligna, di precisare le potenze occupanti, e di saggiare quale tipo di preghiera sia
pi efficace.
Il discernimento deve essere fatto con cura quando si riscontrano presenze ,
per distinguerle da eventuali presenze proiettate dalla persona dissociata o indotte per
suggestione da altre persone. Le presenze diaboliche hanno delle caratte ristiche
proprie che bisogna sapere riconoscere, come diremo parlando del discernimento.
La preghiera di liberazione comporta normalmente l'intervento del carisma di
autorit. Nei casi pi resistenti, rimandare all'esorcista.

9. Turbe psichiche e influsso del maligno


Un tempo i traumi della psiche, e tutte quelle turbe che oggi vanno sotto il
nome di psicosi, venivano attribuiti al maligno. Cos epilettici e isterici spesso
venivano classificati come posseduti da spiriti maligni. Lo sviluppo della psichiatria ha
chiarito in moltissimi casi l'origine naturale delle turbe neuropsichiche.
Tuttavia, nota bene il dr. Madre, nel libro citato Ma liberaci dal Maligno (p.
87-88), tanti punti oscuri sono rimasti: le scoperte scientifiche non offrono nessun
valido argomento per negare la realt del maligno... Senza voler cadere in eccessi,
noi siamo attualmente portati a considerare la possibilit di una influenza maligna,
sia come fenomeno aggiunto, che aggrava talvolta una alterazione psichica in atto,
sia come causa di una malattia psichica evidente, che ne solamente l'effetto .
chiaro, continua il dr. Madre, che bisogna guardarsi da una facile demonologia,
ma neanche bisogna eliminare troppo rapidamente la dimensione spirituale della
malattia. Dispiace constatare che molti psichiatri, anche cristiani, rifiutano di
prendere in considerazione queste realt (o.c., p. 88).
Certamente l'anamnesi, nei casi di nevrosi e di psicosi, va fatta con molto
discernimento, per concludere che si tratti di sintomi dovuti non solamente a cause
psichiche ma anche a fattori di altra dimensione.
Conviene esaminare la qualit e la tonalit dei sintomi. Molte affezioni
neuropsichiche presentano sintomi analoghi a quelli della infestazione maligna.
Allucinazioni interne ed esterne possono trovarsi nei psicastenici e negli isterici; deliri,
idee impulsive possono trovarsi nei melanconici e in tante forme di depressione psichica;
possono anche ritrovarsi negli infestati.
La tonalit di questi disturbi, l'indagine di quando e di come sono sorti, ci possono
aiutare a riconoscere una causa naturale o una causa estrapsichica. L'esame della
personalit, se un neurolabile e se lo sempre stato; se appartiene ad una
famiglia di neurolabili, ed altri elementi possono aiutarci nella diagnosi. L'esame del
contesto, cio dell'ambiente in cui la persona ha vissuto, delle persone e dei luoghi
che ha praticati, ci pu orientare nel formularci un giudizio sulla causa dei disturbi.
Soprattutto il discernimento in preghiera ci guider nello individuare il nemico, se
effettivamente si nasconde in una parte della psiche o anche del corpo.
Nel dubbio una preghiera di intercessione fa sempre bene; ma non procedere ad una
preghiera di liberazione con impiego di autorit sullo spirito del male, se non si
moralmente sicuri dell'infestazione maligna.

10. Il maleficio e i disturbi fisici


Il maleficio una forma particolare di magia nera, che si esplica attraverso riti e
cerimoniali, allo scopo di nuocere alle persone. Si chiama anche fattura, perch si
agisce con particolari oggetti opportunamente preparati.
Nel maleficio, diversamente da quanto si pu supporre nella magia bianca, in cui
si vuole recare un beneficio agli altri, interviene in genere il diavolo, sia che lo si
invochi direttamente o meno, tanto che gli antichi definirono il maleficio:
Arte di nuocere agli altri con l'intervento del demonio .
Il materiale usato come strumento di fattura molto va rio e strano, ma ha valore
di segno sensibile che veicola la volont perversa di nuocere e costituisce lo
strumento esterno attraverso cui Satana esercita il suo influsso negativo.
Nella fattura dunque bisogna distinguere tre elementi:
1) la volont di nuocere dell'operatore, il quale carica un oggetto di perversi
sentimenti;
2) l'oggetto che caricato di questi sentimenti perversi, il quale tanto pi riesce
pericoloso quanto pi stato caricato;
3) il diavolo che, attraverso questo oggetto, si rende presente e nuoce alla
persona contro cui diretto il maleficio.
Il diavolo attraverso la fattura, confezionata con formule magiche e malefiche, riceve
un culto di adorazione, di cui lo scimmiottatore di Dio, avidissimo.
Il maleficio, secondo gli effetti che produce, detto amatorio, se d luogo ad un
forte sentimento di amore o di odio verso una persona; venefico, se inteso a produrre
una malattia, un danno, un disturbo alla persona maleficiata, alla sua famiglia, ai suoi
beni; diabolico se diretto a introdurre nella persona una presenza maligna, che la
infesti o la ossessioni.
Il maleficio, secondo come viene operato, diretto o indiretto.
Il maleficio diretto si compie direttamente sulla persona della vittima, con materiale
debitamente preparato (sangue, ossa di morti, polveri, erbe) e confezionato con
formule occulte, che viene mescolato al cibo o alla bevanda, o viene messo in contatto
con la persona.
Il maleficio indiretto si attua su oggetti che rappresentano la vittima, su una sua
fotografia, su un suo indumento, o su un altro materiale rappresentativo (un pupazzo,
una bambola, un animaletto) che materiale di transfert, su cui si scarica il male che si
vuole, con segni e con parole.
La scelta e la manipolazione del materiale sono regolate dal principio di
omeopatia: il simile produce il simile. L'operazione su materiale obbedisce pure al
principio di analogia. Cos:
a) con l'infissione di chiodi, aghi, coltelli si vuole produrre sofferenza e strazio
nella vittima;
b) con la putrefazione (sotterrando per es. la fattura) si vuole produrre, attraverso
una malattia inesorabile, il deperimento e la morte della vittima (fattura a morte);
c) con l'annodamento o legatura del materiale di transfert (capelli, strisce di
stoffa, ecc.) si vuole produrre impedimento, difficolt, impossibilit a realizzare una cosa
(per es. ,legatura al matrimonio, legatura alla generazione, al rapporto sessuale) oppure
difficolt a sciogliersi da una situazione.
Gli annodamenti di crini di cavallo, i fittissimi intrecci di capelli sulle teste di donne o
di bambini (trecce di donne), i fittissimi trapunti su materassi con disegni di corone,
lasciano talvolta allibiti per la loro maestria e improvvisa presenza, e tradiscono
l'intervento misterioso di una mano invisibile.
Il maleficio opera pi efficacemente se la persona fatturata sa delle pratiche che sono
state eseguite a suo danno.
Tra i popoli primitivi, presso i quali le pratiche magiche sono molto sviluppate, lo
stregone informa sempre, direttamente o indirettamente, la vittima designata. In
questo caso entra in giunco la suggestione, che, operando nel soggetto facilmente
impressionabile, produce il suo effetto, spesso immediato: la vittima si ammala,
deperisce, e in pochi giorni muore (maleficio a morte). La casistica molto vasta al
riguardo (cfr. Diz. Enciclopedico di Parapsicologia, Popoli primitivi, sortilegi, Fabbri,
1984, pp. 447 ss.).
Quando la vittima non sa, pi difficilmente la fattura
sortilegio ottiene l'effetto desiderato; se l'effetto viene ottenuto all'insaputa totale
della vittima, allora bisogna ammettere l'intervento di una forza occulta, che noi crediamo
sia lo spirito cattivo, invocato dal mago, o a cui il mago asservito.
Tuttavia, anche in questo caso, l'efficacia della fattura ha sempre dei limiti.
La limitazione proviene:
a) dal demonio stesso che bugiardo, non mantiene le promesse, e inganna i
suoi stessi servitori;
b) dagli operatori di maleficio che non sanno operare
spesso imbrogliano i clienti per amore di lucro;
c) dagli individui sui quali viene fatto il maleficio, i quali spesso sono re-
frattari grazie all'aiuto di segni sacri;
d) dalla potenza divina che limita il potere del demonio o lo annulla
completamente.
Un rilievo importante da farsi che non bisogna credere facilmente ai malefici, ai
sortilegi e alle fatture.
Un esame attento dei fatti tradisce il pi delle volte, alla base di disturbi o di
inconvenienti e insuccessi, cause psichiche e fattori naturali.
Pertanto occorre sfatare pregiudizi e facili allarmismi in persone che attribuiscono i
loro mali o le loro disgrazie a interventi di megere, prezzolate da nemici o anche da
parenti invidiosi.
Terapia

Una volta accertata l'esistenza di un maleficio, o perch l'operatore ha


confessato il suo crimine e l'effetto della fattura manifesto, o perch il disturbo
inspiegabile, per es. una malattia resiste ad ogni cura perch non si conosce
l'origine e si fondato motivo per credere che ci sia di mezzo un maleficio, allora
bisogna ricorrere ad una terapia.
La terapia soprannaturale giustificata dal fatto che nel maleficiato opera,
almeno mediante, cio a mezzo della fattura, lo spirito maligno, il quale sostiene e
alimenta il disturbo (per es. la malattia) e produce inoltre alcuni fenomeni tipici degli
infestati e degli ossessi.
La preghiera di liberazione, ripetuta pi volte, ha una soddisfacente efficacia e
blocca il disturbo o attenua i sintomi del male; scioglie inoltre molte legature. Nei casi
pi resistenti bisogna ricorrere all'esorcista.
Pi facile la liberazione con preghiera nei casi di maleficio semplice, senza fattura
materiale, come nell'attacco psichico, sferrato da una persona che concentra il suo
odio distruttivo, la sua rabbia o altro sentimento nel suo spirito e poi lo lascia fluire
sull'oggetto (un individuo, una cosa).
La terapia naturale consiste nella distruzione della fattura a cui legato il
maleficio o della formula magica con cui si fatta una legatura.
Se la fattura un cibo o una bevanda somministrati al maleficiato, questi vengono
spesso rimessi nel corso della preghiera; se invece un oggetto, questo va ritrovato e
distrutto.
Quando si tratta di sciogliere un maleficio, lecito chiedere lo scioglimento a chi lo
ha fatto o consultare altra persona esperta in questo affare.
Non per opportuno, come sostiene invece un autore peraltro molto apprezzato
(Balducc, Gli indemoniati, p. 572) rivolgersi ad uno stregone per togliere un maleficio,
sia perch potrebbe farlo con un altro maleficio, sia perch in ogni intervento del
genere non si usano sempre mezzi naturali.
Vale sempre la norma dettata dalla Chiesa di non ricorrere ai maghi: caveat
ne ob hoc (maleficium) ad magos, vel ad sagas, vel ad alios, quam ad Ecclesiae
ministros confugiat (Rit. Rom. XII. c. t. 8).

11. Possessione diabolica


Per completezza, diciamo qualche cosa della possessione diabolica, che quando
piena rappresenta l'ultimo grado del dominio di Satana nell'uomo.
Nella possessione il diavolo pu esercitare una attivit in una parte del corpo, in una
sfera particolare (possessione parziale o ossessione), e pu esercitare la sua
attivit in tutto il corpo, senza peraltro possedere lo spirito (possessione piena).
L'unione con l'uomo evidentemente estrinseca. Egli penetra ed esce a suo
piacimento, per cui il paziente ha momenti o periodi di remissione del suo male. Ma
quando il demonio attivo, egli si sostituisce alla forza direttiva dell'anima, dopo
averla con violenza brutale ridotta impotente, e cos da padrone dispotico opera in quel
misero corpo a suo piacimento (Balducci, Gli indemoniati, p. 36). Nel posseduto
quindi il diavolo che agisce, non pi l'individuo, divenuto uno strumento cieco, docile,
fatalmente obbediente, incapace di reagire alla forza maggiore che l'opprime
(Balducci, o. c., p. 37).
Tuttavia, se la persona in grazia di Dio, permane in essa la inabitazione della SS.ma
Trinit, anche negli arnesi diabolici.
Che il diavolo possa giungere a tanto ce lo documenta il Vangelo, come negli
episodi dell'indemoniato di Gerasa, posseduto da Legione, e del fanciullo epilettico
(Mc. 9,14-29). E ce lo documentano numerosi casi, di cui qualcuno sperimentato
personalmente.
L'indemoniato presenta fenomeni caratteristici di ordine psichico, di ordine metapsichico,
e di ordine spirituale.
La fenomenologia psichica rassomiglia molto a quella degli ammalati psichici, per cui
occorre molto discernimento.
Questi disturbi si spiegano col fatto che le anomalie prodotte negli organi con la
presenza maligna determinano squilibri nell'esercizio della facolt dell'anima, nella
percezione, nella conoscenza, nella volizione.
Ma analoghi disturbi ritroviamo nei quadri clinici di molte malattie neuropsichiche.
Disturbi allucinatori (allucinazioni esterne della vista, dell'udito, del tatto, allucinazioni
cenestetiche e allucinazioni psichiche con presenze di oggetti di persone estranee)
troviamo nella psicastenia, nell'isterismo, ecc. Disturbi impulsivi (atti sconnessi o coatti,
attentati sessuali o suicidi, lacerazioni, morsi ecc.) troviamo nell'epilessia, nella
schizofrenia, ecc. Idee deliranti (deliri di esaltazione, di depressione, deliri di colpa,
deliri di accusa) troviamo nella paranoia e in altre psicosi maniaco-depressive.
Solo l'esame anamnestico e diagnostico, fatto possibilmente da un medico
specialista, pu orientarci sulla naturalit o preternaturalit dei predetti disturbi. E
diciamo subito che non sono tanto i disturbi che debbono metterci in allarme sulla
possibile presenza diabolica, quanto le modalit con cui essi si manifestano e la
correlazione con altri dati gi acquisiti.
La fenomenologia metapsichica, cos detta perch presenta analogia con i fenomeni
paranormali che si verificano talvolta in alcuni soggetti, naturalmente, accompagna gli
stadi pi acuti del male.
Si tratta di fenomeni di chiaroveggenza, di psicometria, di telecinesi. Il posseduto
mostra di conoscere cose occulte o lontane, di sapere fatti e circostanze della vita
delle persone presenti; mostra la capacit di spostare gli oggetti da un punto all'altro, di
prendere posizioni strane e mirabolanti; sviluppa talvolta una forza superiore alle sue
condizioni fisiche, ecc.
Questi fenomeni, presi in s isolatamente, non dimostrano la presenza diabolica. Ma
quando sono molti e rivelano dietro le quinte un essere intelligente che manovra a suo
piacere, e varia i segni senza un nesso di consequenzialit, allora noi legittimamente
possiamo orientarci per una possessione diabolica.
I fenomeni di ordine spirituale sono:
a) L'avversione al sacro. Il posseduto dimostra uno spiccato senso di
avversione alle cose sacre, al nome di Ges e di Maria, ai segni sacri, alle
reliquie dei santi, agli Agnus Dei e ai crocifissi; talvolta avversione ad entrare in
chiesa o ad assistere ad azioni liturgiche, alla recita delle preghiere.
Questa avversione non si nota sempre, anche nei casi accertati, ma molto
frequente ed ha una sua precisa tonalit, che la distingue da altra avversione al sacro
o al fastidio per la preghiera che notiamo in alcune persone isteriche.
b) La vocazione al male. Il diavolo vuole sempre il male, o di ordine mentale
(errore, menzogna, aberrazioni di idee) o morale (peccato, perversione, distruzione
della personalit). Nell'indemoniato notiamo i segni di questa attivit nascosta di Satana;
quando questi segni mancano, o non c' vera possessione, ovvero la possessione
non maligna e pericolosa.

Anche nel corpo il diavolo possidente lascia dei segni, che gli esperti riconoscono a
prima vista.
possibile una presenza demoniaca limitata ad un semplice disturbo fisico?
S, possibile, ma si tratta sempre di possessione parziale. Direi che pi
frequente di quanto non sembri, sebbene sia difficile averne la sicurezza.
Si tratta di malattie restie ad ogni cura, di disturbi molesti resistenti ad ogni
terapia, che logorano la persona e la rovinano anche economicamente. Queste
possessioni parziali vanno per in gran parte ricollegate ai malefici, a pratiche magiche e
simili.
Dei segni che la Chiesa d, nel Rituale Romano, per riconoscere la possessione
diabolica daremo un accenno parlando del discernimento, ma di sfuggita, perch
questo libretto non un manuale per esorcisti.

Le tentazioni di Ges nel deserto

Allora Ges fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal
diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.
Il tentatore allora gli si accost e gli disse:
Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane .
Ma egli rispose: "Sta scritto:
Non di solo pane vivr l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
Allora il diavolo lo condusse con s nella citt santa,
lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse:
"Se sei Figlio di Dio, gettati gi, poich sta scritto:
Ai suoi angeli d ordini al riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perch non abbia a
urtare contro un sasso il tuo piede".
Ges gli rispose: "Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo ".
Di nuovo il diavolo lo condusse con s sopra un monte altissimo e gli mostr
tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:
Tutte queste cose io ti dar, se, prostrandoti, mi adorerai .
Ma Ges gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto".
Allora il diavolo lo lasci ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
MATTEO 4,1-11

II - IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

1. Conoscenza delle posizioni nemiche: il discernimento


di somma importanza, prima di intraprendere una preghiera di liberazione,
conoscere su quale piano ci moviamo; cio necessario sapere:
a) se veramente la persona sotto l'influsso del maligno ed ha perci bisogno
di liberazione;
b) in caso affermativo, quali demoni sono in attivit e a quali livelli operano;
c) se opportuno, nelle circostanze concrete, procedere alla preghiera di
liberazione o consigliare altri mezzi.
Il discernimento degli spiriti, se un dono carismatico (1 Cor. 12,10) utile
all'esercizio di ogni mistero, perch ci fa cogliere il vero di Dio in ogni
situazione di fatto o in ogni progetto o anche in una semplice ispirazione, nel
ministero della liberazione di somma utilit per il prezioso contributo che offre alla
conoscenza del nemico che vogliamo combattere. Il danno di una preghiera di
liberazione, e tanto pi di uno scongiuro, fatto senza discernimento, pu essere
rilevante.
Il discernimento di cui parliamo non da confondersi con l'intuito naturale di cui
sono dotate alcune persone, che in una situazione ti spaccano il capello e colgono
l'essenziale dal marginale. Anche questo un dono che pu essere coltivato con
l'uso, con l'ausilio del raziocinio e delle scienze umane, e pu prestare un prezioso
aiuto quando manca il dono del discernimento.
Non neanche da confondersi con un altro dono naturale, che hanno alcuni sensitivi,
di cogliere gli influssi negativi in un ambiente, in una persona, e da questi risalire alle
fonti di emanazione; talento anche questo molto utile che, usato con prudenza
soprannaturale, pu rendere un buon servizio in alcune fasi della preghiera.
Il discernimento una luce particolare che ci fa vedere in Dio come stanno
le cose. Una luce pregata che si ottiene in preghiera e si esercita in preghiera;
un dono dato da Dio agli umili e ai puri di cuore in una comunit orante, e che va
usato comunitariamente con l'ausilio degli altri, con il confronto della parola divina e il
senso della fede. Allora diventa anche un'arte umano-divina, perch si serve di criteri
acquisiti attraverso i dati rivelati e l'esperienza.
La prima cosa che bisogna fare, quando un fratello chiede la preghiera di
liberazione, informarsi su di lui, guardarlo nella luce del Signore, e iniziare - in disparte
se lo desidera - un dialogo con lui per avere un quadro generale della situa zione,
attraverso l'anamnesi personale, familiare, ambientale, anche se non approfondita.
Il primo punto da stabilire l'origine naturale o preternaturale dei disturbi,
sofferenze e anomalie che il fratello accusa.
La maggior parte delle persone sofferenti che vengono a chiedere la liberazione
sono affette da disturbi neuropsichici, e buona parte passata, oltre che dai medici,
da maghi e guaritori.
Bisogna allora assodare ci che semplicemente un disturbo naturale e ci
che, eventualmente, da attribuire ad una infezione per pratiche magiche.
L'esperienza ci insegna che tante persone sono semplicemente spaventate di
avere in corpo qualche diavolo o di essere vittime di fatture. E una volta che sono
rassicurate che non hanno diavoli e che non sono state fatturate, i disturbi si
dileguano e tornano ad una vita tranquilla.
Tante volte si tratta di persone affette da nevrosi ossessive, somatizzate, di
depressi psichici, ansiosi, angosciati, che attribuiscono tutti i dolori e tutte le ansie
al diavolo; con una buona preghiera di lode e di conforto si sentono rianimate,
acquistano fiducia, escono dalla loro angoscia, e si avviano verso la guarigione.
Altre volte invece si tratta di persone isteriche. L'isteria in tutte le sue forme
presenta dei disturbi e dei fenomeni che simulano bene i disturbi e i fenomeni
dell'infestazione diabolica e anche della possessione parziale. Bisogna aver presenti i
quadri clinici delle forme isteriche per non cadere in abbagli:
a) la sintomatologia psichica con i disturbi della sfera affettiva (depressione,
eccitamento isterico) e della sfera della coscienza (letargia o sonno isterico, stati
crepuscolari, sdoppiamento della personalit, allucinazioni visive, auditive, sessuali,
deliri, ecc.);
b) la sintomatologia somatica, con i disturbi motori (paralisi parziali, contratture
spesso ad arco, ecc. ), disturbi sensoriali (anestesie e, iperestesie, chiodo isterico
sulla testa, bolo isterico o corpo estraneo che si muove all'interno), disturbi neu-
rovegetativi e viscerali (febbre, pallore, rossore, dermografismo. spasmi, dolori intestinali,
palpitazioni di cuore, vaginismo, prurito, sbadigli, ecc.).
vero che a sostenere queste forme di isterismo pu entrare il maligno, ma questo va visto
non tanto nei disturbi, nelle manifestazioni, quanto nei gangli vitali pi profondi, nella sfera
della mentalit e della affettivit lese e portate a minare, ad esaltarsi, a ripiegarsi, a
mettersi al centro dell'attenzione.
Comunque il trattamento spirituale degli isterici non facile, n scevro da pericoli; e
la preghiera di liberazione pu attenuare il male, cacciando quel tanto di influsso del
maligno che si potuto insinuare e anche fissare, ma non risolverlo del tutto.
Le persone che sono passate per le mani di maghi e guaritori, quelle che
effettivamente sono state oggetto di maleficio, hanno frequentato sedute spiritiche o
corsi di pratiche esoteriche, vanno sottoposte ad attento esame, portando il discer-
nimento sui seguenti punti di anamnesi:
a) pratiche occulte, personali o familiari, soprattutto su magie, spiritismo,
divinazione;
b) frequenza di sette esoteriche e iniziazione a pratiche yogistiche di conoscenza
trascendentale, concentrazione sull'arcano ecc.;
c) esperienze alienanti con droga, alcool e farmaci alle nanti;
d) depravazioni sessuali di ogni specie, escluse le relazioni normali;
e) traumi psicoaffettivi dell'infanzia, adolescenza, et adulta.
La scoperta di uno o pi elementi di questa anamnesi non significa infestazione
diabolica. La sensibilit alle infestazioni maligne varia in larga misura, secondo la
costituzione, la spiritualit della persona, l'ambiente in cui vissuta.

2. Problema delle presenze


Un punto difficile di diagnosi restano sempre le presenze estranee che si
autorivelano. Anche sotto il profilo teologico la questione non si pu dire risolta.
Nel corso della preghiera si presentano delle entit, le pi diverse, come talvolta
avviene nelle sedute spiritiche. Parlano in lingua volgare, nel dialetto del luogo o in
altri dialetti, spesso in lingue, francese, inglese, tedesco, giapponese, arabo, qualche
volta correttamente, pi spesso approssimativamente. Le entit si qualificano come
persone morte, di epoca recente o anche antica, in incidenti di strada o di lavoro,
pi spesso uccise. Appartengono alle pi disparate categorie sociali, professionisti,
operai, commercianti, casalinghe, pastori, contadini, soldati, preti, frati, suore.
Narrano i particolari della loro vita prima della loro morte violenta, dando le loro
generalit, che tante volte alla verifica risultano vere, altre volte invece false.
Alcuni di questi individui sono entrati spontaneamente, altri sono stati mandati,
o per fare del male o per proteggere una persona. Alcuni si mostrano cattivi, pieni di
livore e di odio, altri invece si mostrano buoni, religiosi, credenti in Dio. Altri si
dicono dannati per sempre, in attesa di cadere nell'inferno, altri invece sono in
viaggio verso Dio, come in uno stato di purificazione. Tanti esortano la persona a
fare opere buone, persuasi che le opere buone della persona posseduta giovano anche
a loro. Ne ho incontrati di quelli che, rammaricati di non poter amare Dio, tentano di
avvicinarsi a Lui e di sentire l'eco dell'amore nella persona posseduta. Spesso aiu-
tano la persona a pregare, pregano essi stessi nella persona rispondendo con
devozione alle preghiere, o anche pregando spontaneamente. Alcuni, che si qualificano
inviati da Dio, indicano lo stato in cui si trova la persona posseduta, quanti spiriti ha in
corpo, e dnno consigli per liberare la persona. Tanti domandano suffragi, e quando
si pregato per loro mostrano quiete, gioia, e ringraziano forante.
Il problema si pone.
La prima ipotesi, quella comune presso il popolo, che si tratta di anime di defunti,
soprattutto di quelli morti violentemente, che vagano nell'aria e tendono ad entrare
nei viventi per continuare in essi la propria vita interrotta anzi tempo. In questo loro
vagare possono essere catturate dal demonio, soprattutto attraverso i maghi, e
costrette ad entrare nelle persone per torturarle.
Questa ipotesi da scartare. Le anime, dopo la morte, vanno al giudizio di Dio,
che segna loro la sorte definitiva: paradiso, purgatorio, inferno.
E vero che il paradiso, il purgatorio, l'inferno, pi che un luogo sono uno stato, e
che, soprattutto nel tempo intermedio tra la morte e la futura risurrezione, Dio pu
permettere alle anime di stare in qualche luogo particolare. Ma non possiamo
ammettere che queste anime siano alla merc dei maghi, che le catturano, le
strumentalizzano d'accordo con il diavolo, anche se sono dannate, per nuocere ai
viventi o per aiutare i viventi.
L'ipotesi dell'origine psichica di queste presenze , oggi, quella che ha pi
credito.
L'uomo proietta quello che vuole essere, o quello di cui sente di aver bisogno, o
quello di cui teme. D volto alle sue paure o ai suoi sogni, soprattutto quando in
una fase di dissociazione o di turbamento psichico.
A queste sue creazioni egli tende a dare personalit (prosopopesi); arriva ad
identificarsi con esse, imitandone i gesti, il linguaggio, e finanche la fisionomia
(trasfigurazione), quasi come avviene, nei limiti del normale, all'attore teatrale, che
impersona il suo personaggio, lo imita a meraviglia, nei modi, nella voce,
nell'espressione dei sentimenti, fino quasi a trasfigurarsi in esso. Le presenze allora
sarebbero personalit fittizie, endogene.
Tra i cultori di parapsicologia c' chi parla di personalit alternanti: un individuo, in
stato di veglia, cambia improvvisamente e spontaneamente personalit, con gesti,
parole, concetti diversi da quelli della personalit normale (cfr. Diz. enciclopedico di
parapsicologia e spiritismo, Fabbri, 1984, Possessione , p. 481).
Altri parlano di polipsichismo: nell'uomo ci sarebbero numerosi centri psichici
raggruppati gerarchicamente sotto la direzione di un organismo che ne a capo,
ma dotati ognuno di un certo grado di volont e di coscienza. In alcuni casi di
anormalit questi centri acquisterebbero pi autonomia, s da dare l'impressione di
parecchie personalit conviventi (cfr. op. cit., Polipsichismo , pag. 466).
Altri spiegano il fenomeno delle presenze, nei casi in cui queste mostrano di sapere
cose superiori al grado di cultura del soggetto, oppure cose occulte e lontane, con il
serbatoio cosmico o memoria universale, dove si conserverebbero tutti i ricordi, le
orme, delle persone che ci hanno preceduti, e a cui il soggetto attingerebbe le
notizie, dando l'impressione di essere altra persona vissuta in altro tempo e in altro
luogo.
Si parla anche di presenze indotte o provocate: maghi o ipnotizzatori possono
talmente soggiogare le persone che chiedono loro un servizio, da indurre in loro immagini
o forme-pensiero di individui defunti o anche viventi. Ho riscontrato personalmente, in
due casi, presenze di viventi (maghi) in individui plagiati, con voce, gesti, modi di fare del
plagiatore.
Spiritisti e occultisti parlano invece di presenze reali, esogene. Quando l'uomo muore,
il corpo va in disfacimento, ma la vita psichica con tutte le sue cariche personali
sopravvive per qualche tempo, soprattutto negli uomini attaccati alla vita e soppressi
violentemente. Queste cariche vitali, o resti psichici dei defunti, che sono gli
elementari per gli occultisti, e gli spiriti per gli spiritisti, sarebbero all'origine delle
presenze e delle loro manifestazioni, locuzioni, apparizioni. Essi infatti tenderebbero
a rivitalizzarsi, e dove trovino un uomo affine, che li riceva (il soggetto ospitante), si
radicherebbero, come un parassita che succhia vitalit in un'altra pianta, per
prolungare la propria sopravvivenza (cfr. Papus, La magia e l'ipnosi, Napoli, 1921, pp.
125-130).
Ultimamente il Benedettino p. Pellegrino Ernetti ha ripreso e rielaborato questa ipotesi
dei residui psichici, o rimanenze .
Niente dell'uomo si distrugge. Ogni vibrazione di pensieri e di sentimenti lascia
un'impronta, ogni azione lascia un residuo nel luogo dove viene compiuta. Di ogni parola
resta l'eco, carica dei connotati della persona che l'ha pronunziata.
Queste rimanenze tendono a rivitalizzarsi e ad integrarsi, dando luogo a
personalit psichiche, effimere e di fragile consistenza.
Ove si voglia tener conto di questa ipotesi (cfr. Diz. di parapsicologia e spiritismo, cit.,
p. 484) possiamo anche pensare che il diavolo, sfrutti, come abile manovratore e prestigia-
tore, questi resti per creare presenze disturbatrici, dando ad essi i connotati di
persone defunte; come, secondo il pensiero dell'Ernetti, pu fare anche un medium o un
mago, ricostruendo con questi dati una personalit.
Checch ne sia di tutte queste ipotesi per spiegare le presenze , a noi, che
perseguiamo uno scopo pratico, interessa sapere se e in quale maniera il diavolo operi
attraverso di esse.
La saggezza della Chiesa avverte l'esorcista di non credere si daemon simularet se
esse animam alicuius sancii vel deuncti (Rit. Romanum, XII, 1,14).
Pu talvolta il diavolo operare nelle vesti di una presenza. Il discernimento potr
orientarci al riguardo, e ci pu fare scovare se e quali demoni si camuffano nelle singole
presenze, oppure se si tratti di azioni diversive del nemico per sviare dalla preghiera.
Ove non dovessimo capirci molto, perch la luce di Dio non ci soccorre, accettiamo
con umilt il consiglio del Siracide: Non indagare le cose per te troppo grandi; non
sforzarti in ci che trascende le tue capacit, poich tu non devi occuparti delle
cose misteriose (Sir. 3,21-23).
Se le presenze sono collegate con disturbi fisici, non bisogna lasciarsi ingannare dalle
manifestazioni locali degli spiriti cattivi che tormentano una parte del corpo, simulano di
essere nascosti in quel luogo; anzi le reazioni del paziente non coincidono con l'attivit del
maligno, ma possono essere anche naturali; e il maligno se ne serve per distogliere la
nostra attenzione e non farsi individuare.
Siccome ogni spirito si qualifica per la sua attivit, e non per la sua sostanza,
bisogna che noi identifichiamo gli effetti, per risalire alla causa agente, tenendo presente
che il maligno, il quale ha la vocazione all'errore, alla falsit, al peccato, all'avversione a
Dio, si trover l dove ci sono perversioni mentali o aberrazioni morali, o dove c'
particolare avversione al sacro. Dove questi effetti mancassero, c' molto da dubitare
della presenza del maligno anche di fronte a manifestazioni vistose, che vanno ricondotte
nel campo del psichico o del metapsichico naturali.
Comunque - e non lo si ripete mai abbastanza - nella preghiera troveremo luce
sufficiente e la guida sicura dello Spirito di Dio.
3. Consigli pratici

1. Quando si presentano persone che accusano disturbi del maligno, si tenga conto
che:

a) i disturbi psico-fisici possono provenire:


1) da malattie fisiche non bene diagnosticate e curate; bene, pertanto, consigliare
ripetute visite mediche ed esami clinici;
2) da malattie neuropsichiche, spesso resistenti alle cure mediche, come
nevrastenia, psicastenia, epilessia, isteria, schizofrenia, melanconia, che simulano bene,
con i loro fenomeni di cui stato detto sopra, gli attacchi dello spirito del male nelle
infestazioni e possessioni diaboliche. L'uso del discernimento ci sar indispensabile;
3) da disturbi effettivi del demonio, connessi spesso con malefici e contatti con
streghe e maghi, che solo il discernimento pu assodare.

b) I disturbi di ordine metapsichico possono provenire:

1) da una causa naturale, come medianicit del soggetto, traumi dovuti a


pratiche spiritiche spesso fatte per giunco, che hanno alterato l'equilibrio delle facolt
e hanno scatenato il demonio nell'individuo;
2) da interventi di spiriti maligni.
In tutti e due i casi bisogna affidarsi al discernimento.

c) I disturbi locali possono provenire:

1) da fenomeni di poltergeist, come si detto sopra;


2) da concentrazione di onde malefiche, che le persone pi sensibili e
influenzabili possono avvertire, o come peso al petto, o come senso di oppressione e
spossatezza. Tali concentrazioni sono dovute a influssi di depravazioni peccaminose, o
ad attacchi psichici sferrati da persone per nuocere agli abitanti del luogo. Secondo i
sensitivi, odori cattivi in un luogo denoterebbero un attacco di origine magica, cio fatto
con riti magici; odori di carne in decomposizione o di concime denoterebbero un
maleficio compiuto per procurare una malattia, odore di zolfo o di bruciato
denoterebbero un attacco ad opera o col concorso di spiriti maligni. In questi casi
opportuno uscire dal luogo infetto, o purificarlo;
3) dal maligno che vuole nuocere alle persone o ai loro beni. In questo caso
opportuno un esorcismo di disinfestazione.
2. Il primo consiglio da dare alle persone disturbate di non aver paura. La
migliore difesa la calma e la fiducia in Dio che ci protegge. Questo, soprattutto,
vale per le persone che temono attacchi psichici, malefici e sortilegi.
Secondo consiglio da dare di usare i mezzi pi idonei suggeriti dal buon
senso, per alleviare i disturbi psicofisici. Talvolta l'esodo dall'ambiente in cui si vive,
l'allontanamento da certe persone e da certe pratiche, l'astinenza da certi cibi o
bevande (caff, alcool, fumo ecc.) possono determinare un netto miglioramento.
Terzo consiglio da suggerire la pratica dei sacramenti, la preghiera, l'apertura agli
altri, il costante controllo medico.

3. Prima di passare alla preghiera, bisogna:


a) curare che l'unit della persona sia tutelata, e favorire tutti quei mezzi che
sono ritenuti adatti al recupero delle forze interiori e all'integrazione;
b) coinvolgere il paziente nella sua liberazione, aiutarlo, cio a liberarsi da se
stesso, facendo leva sulle sue possibilit.
Sarebbe un grave errore far dipendere la sua liberazione dalle nostre preghiere;
renderlo cio succube del nostro aiuto;
c) smontare le persone con decisione e pazienza dalle false convinzioni che i loro
disturbi sono dovuti al maligno o a persone che agiscono sotto influsso del maligno.
Demolire cio tutte le demonopatie, o nate per suggestione propria o indotte da altri
(parenti, amici, maghi), quando effettivamente i disturbi non sono di chiara origine
diabolica.

4. Esaminato bene il caso, bisogna stabilire il tipo di preghiera, che sar di:
a) consolazione;
b) intercessione;
c) liberazione psicologica;
d) liberazione dal maligno.
Particolare attenzione bisogna usare in quest'ultimo tipo di preghiera, che va fatta con
un gruppo ben assortito dove sono presenti i carismi di misericordia, di discernimento,
di intercessione, di autorit, e disponendo di un tempo sufficiente.
5 . da ricordare che non si deve pregare su nessuno senza il suo
consenso, anzi senza la sua richiesta. Non si deve pregare su chi non pronto
spiritualmente a ricevere la preghiera, o che rifiuta di uscire dal suo stato.
Non si deve pregare per la liberazione di una persona, se non si pu provvedere a
continuare le preghiere dopo la liberazione o ad affidare il paziente ad una
comunit di preghiera. Il nemico torner inesorabilmente, e la condizione di
quell'uomo sar peggiore di quella di prima .

6. Ci sono dei casi in cui non bisogna pregare:

1) quando si tratta di prove mistiche. Ci sono persone che portano la croce di


Cristo nelle loro membra per contemplare la passione del Signore. Le prove di
queste anime vittime possono essere malattie misteriose, e possono anche
essere spine di Satana . Dio pu permettere al diavolo di tormentare una
persona - Satana anzi diventa suo ministro - come lo permise per Giobbe e per S.
Paolo (2 Cor. 12,7). Solo attraverso un sano discernimento potremo scoprire le prove
passive di un'anima mistica nei disturbi psico-fisici dovuti all'intervento del maligno. In
questo caso si far una preghiera di consolazione;
2 ) quando si tratta di maghi o di sciamani. Una preghiera di liberazione su
queste persone pericolosa, per il conflitto che potrebbe scatenarsi tra forze avverse,
con danno delle stesse persone.

4. Le armi dello Spirito


Le armi della nostra battaglia non sono carnali , dice Paolo ai Corinzi (2
Cor. 10,3). E la ragione che la nostra battaglia non contro creature fatte di
sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potest, contro i dominatori di questo
mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti (Ef.
6,12; 2,2).
Con la carne si pu anche combattere con armi materiali, ma con creature
spirituali bisogna combattere con armi spirituali, senza miscuglio.
Per questo l'Apostolo ci ammonisce: Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter
resistere alle insidie del diavolo...Prendete l'armatura di Dio, perch possiate
resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le pro-
ve (Ef. 6,11,13).
Qual questa armatura di Dio?
Le scritture del V. T. ci mostrano il Signore degli eserciti come un guerriero
armato, che scende in battaglia per difendere il suo popolo e far valere i suoi diritti.
Il salmista nel salmo 18 (vv. 10-16) e il profeta Abacuc ( 3 , 9 - 1 4 ) descrivono
una battaglia di Dio con toni solenni, in cui Dio si serve degli elementi della natura
come di armi micidiali. Il profeta Isaia e il libro della Sapienza ci descrivono
l'equipaggiamento di Jahv in battaglia: Egli si rivestito di giustizia come di una
corazza, e sul suo capo ha posto l'elmo della salvezza... si avvolto di zelo come
di un manto (Is. 59,17); Egli prender per armatura il suo zelo... indosser la
giustizia come corazza e si metter come elmo un giudizio infallibile, prender come
scudo una santit inespugnabile, affiler la sua collera inesorabile come spada
affilata... scoccheranno gli infallibili dardi, ecc. (Sap. 5,17-21).
S. Paolo evidentemente si rif ai testi del V. T. per presentarci l'armatura di Dio
nella battaglia contro gli spiriti, volendoci con questo indicare che la nostra battaglia la
battaglia contro gli spiriti; la battaglia di Dio, la quale continua attraverso noi, e che va
combattuta con l'armatura di Dio.
Anche Ges nel N. T. presentato come un lottatore. Dal suo primo ingresso nella vita
pubblica fino alla fine dei tempi egli in lotta contro il principe delle tenebre, per
strappargli il dominio sugli uomini e affermare il suo Regno di pace e di amore.
L'Apocalisse ce lo presenta come un guerriero armato e ci descrive con enfasi il
combattimento escatologico, che vale la pena riportare: Poi vidi il cielo aperto,
ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e
Verace : egli giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una
fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che
nessuno conosce all'infuori di lui. avvolto in un mantello intriso di sangue e il
suo nome Verbo di Dio... Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire
con essa le genti... Ambedue (la bestia e il falso profeta) furono gettati vivi
nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. Tutti gli altri furono uccisi dalla spada
che usciva di bocca al Cavaliere... E il diavolo che li aveva sedotti fu gettato nello
stagno di fuoco e di zolfo dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno
tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli (Ap. 19,11-21; 20,10).
Anche noi siamo lottatori dietro di Cristo, e per questo detto: Il vincitore lo
porr come una colonna nel tempio del mio Dio... Il vincitore lo far sedere
presso di me, sul mio trono (Ap. 3,12,21).
Ma per vincere bisogna attingere forza nel Signore e nel vigore della sua
potenza (Ef. 6,10).
La battaglia che combattiamo la battaglia di Cristo. Cristo che la combatte
contro il grande nemico, in noi, con noi e attraverso di noi.
Per questo l'Apostolo ci esorta: Rivestitevi del Signore Ges Cristo (Rom.
13,14).
importante insistere su questo rivestirci di Cristo, come del resto vi insiste
S. Paolo. Battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo , dice ai Galati (Gal.
3,27); Avete rivestito l'uomo nuovo , dice ai Colossesi (Col. 3,10).
A chi rivestito di Cristo vengono consegnate le armi della luce (Rom.
13,12) perch possa combattere contro le tenebre.
Chi combatte con Cristo, vince. Ma la vittoria data non in forza della volont
dell'uomo, non dalla sua capacit di lottare e di giostrare, ma unicamente dal
potere di Cristo operante in lui. Di qui la necessit di essere fermi in Lui,
seduti in Lui, uniti a Lui.
E adesso ritorniamo all'armatura spirituale descritta dall'Apostolo nel testo di
Efesini 6,14-17.
Troviamo cinque pezzi di rivestimento che sono come armi di difesa nel
combattimento.
1) La cintura ai fianchi, che la verit.
La cintura allaccia tutti gli altri pezzi dell'armatura, d loro consistenza, ai fianchi,
che sono la parte centrale, come la vita, dell'uomo.
La verit di Dio cinge il combattente.
La prima tattica sferrata dal serpente contro l'uomo nel paradiso terrestre fu la
falsit. Insinu in Eva il dubbio sulla parola di Dio, cercando di distaccarla dalla
verit. Non vero , disse. Non morirete affatto, anzi... (Gen. 3,4). E intrappol
l'uomo nel peccato, facendolo suo schiavo.
Cristo, che la Verit, ci ha resi liberi (Gv. 14,6). aderendo a Lui, alla sua
Parola che diventiamo liberi: Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero
miei discepoli, conoscerete la verit e la verit vi far liberi (Gv. 8,32).
Aderire alla verit rivelata la prima esigenza per essere soldati di Cristo e per
combattere contro il falsario, contro colui che non ha perseverato nella verit... e
quando dice il falso, parla del suo, perch menzognero e padre della menzogna (Gv.
8,44).
Aderire alla verit significa anche avere sincerit di vita, nutrirsi degli azzimi
della sincerit e non pi del lievito della malizia e della perversit (1 Cor. 5,7-
8).
Ges domand al Padre lo Spirito di verit per noi, perch ci introdusse in tutta
la verit, e perch fossimo santificati nella verit (Gv. 17,17,19).
Essere cinti della verit, come di una cintura, significa aderire strettamente a Cristo,
col pensiero, con la volont, con la vita.

2) La corazza della giustizia.


La corazza una parte molto importante dell'armatura. Protegge il petto, le
spalle, il cuore del combattente, e gli d un senso di sicurezza contro i colpi del
nemico.
La giustizia una propriet di Dio. Lui solo giusto, Lui solo il santo. Ma Dio
pu comunicarla agli altri, giustificandoli e santificandoli. E Dio ha fatto questo per noi
in Cristo. Siamo stati giustificati nel suo sangue e resi santi al suo cospetto nella
luce (cfr. Rom. cc. 3-6; Ef, cc. 1-2; ecc.).
La giustizia, pertanto, che corazza l'uomo, non la giu stizia dell'uomo perch
l'uomo non si pu rendere giusto con le sue opere davanti a Dio, ma la giustizia di
Cristo, non solo imputata, ma anche data realmente all'uomo, che lo mette in con-
dizione, per lo Spirito di Cristo che gli stato infuso, di compiere quelle opere giuste
che Dio ha preordinato che praticassimo (Ef. 2,10).
Appropriarci dei meriti di Cristo e corazzarci della sua giustizia ci d un grande
senso di sicurezza, ci protegge contro ogni attacco al cuore, contro ogni emozione,
ci protegge soprattutto nella fede e nell'amore. L'Apostolo, nella prima lettera ai
Tessalonicesi, identifica questa corazza con la fede e con l'amore, che sono i frutti
della giustizia di Cristo in noi. Noi che siamo del giorno - dice - dobbiamo essere
sobri, rivestiti della corazza della fede e dell'amore, e avendo come elmo la speranza
della salvezza (I Tess. 5,8).
3) La calzatura ai piedi, che lo zelo per propagare il vangelo della pace.
Lo zelo indica 'in Dio un atteggiamento di difesa del suo onore contro chiunque
voglia profanarlo o del suo posto contro chiunque voglia usurparlo.
Dio rivendica la gloria che gli dovuta come Signore, che
non cede a nessuno (Is. 42,8) e si scaglia contro i culti idolatrici, rivendica l'amore
che gli dovuto come Padre (Is. 1,2-3), come Sposo (Ez. c. 16; Os. c. 2).
Dio comunica all'uomo fedele il suo zelo, perch egli difenda i diritti di Dio contro
chiunque voglia o pretenda di usurparli e perch faccia riconoscere agli altri l'onore che
dovuto a Dio. Finees (Pincas) lodato perch zel lo zelo di Dio (I Mac. 2,54)
uccidendo Zimri (Num. 25,7).
Ges ricevette lo zelo di Dio, ne fu divorato , dice Giovanni, (Gv. 2,17)
applicando a Lui la parola del salmo Lo zelo per la tua casa mi divora (Sal.
69,10), e cacci i profanatori del tempio, che avevano mutato in luogo di mercato la
casa di preghiera (Gv. 2,16).
Lo zelo di Ges avvampa anche noi, quando difendiamo i diritti di Dio, quando
evangelizziamo per affermare il suo regno, quando contro l'odio predichiamo la Pace.
Nell'ossessione il demonio usurpa i diritti di Dio. Dio soltanto pu esercitare il suo
dominio sull'uomo, fatto a sua immagine. Ogni uomo appartiene a Cristo, fa parte del
suo corpo, perch Egli ha dato il suo sangue per tutti. Lo zelo per riven dicare a Dio
quello che a Dio appartiene deve sempre muoverci a pregare per la liberazione e
deve sempre accompagnarci e sostenerci in tutte le fasi della liberazione.

4) Lo scudo della Fede.


Le scritture del V.T. e del N.T. mettono in risalto, in modo sorprendente, l'importanza
unica e suprema della Fede, fondamento (realt fondante) delle cose che si sperano e
prova di quelle che non si vedono (Ebr. 11,1). La base che ci apre le porte a ci che
attendiamo e ci convince di ci che non vediamo, Dio, appunto la fede. Di qui la sua
grandezza, e di qui anche il suo incommensurabile valore, perch ci rende possibile
quello che solo a Dio possibile. A Dio tutto possibile (Mt. 19,26), Tutto
possibile per chi crede (Mc. 9,23). Ci che impossibile all'uomo, possibile a Dio e
a chi crede! su questa linea che dobbiamo leggere e credere le parole di Ges ai
discepoli che per la poca fede non avevano potuto cacciare un diavolo: Se avrete
fede pari ad un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a l,
ed esso si sposter, e niente vi sar impossibile (Mt. 17,20); e in questa luce
dobbiamo cogliere le affermazioni di Ges ai miracolati: La tua fede ti ha salvata
(Le. 8,48) Sia fatto a voi secondo la vostra fede (Mt. 9,29).
Dobbiamo chiedere a Dio questo dono, che radicalmente abbiamo gi ricevuto nel
battesimo, ma di cui abbiamo bisogno in abbondanza, non solo per crescere nella
nostra dimensione personale, ma anche per esercitare il nostro ministero.
Nella liberazione non possiamo fare a meno della fede. Ci vuole fede in noi,
perch operiamo nel campo dell'invisibile e abbordiamo ci che impossibile; fede
che dobbiamo eccitare nei pazienti, perch credano all'amore di Dio e nella sua
potenza liberante.
La fede comporta una grande umilt nel ministero della liberazione. Convinti che
nulla possiamo da noi, perch nulla noi siamo, dobbiamo tuffarci nella fede, e attender
fiduciosi che la dynamis di Cristo si manifesti nella nostra astena.
Talvolta il diavolo ci mette alla prova, ci attacca da ogni lato, ci insinua il dubbio,
ci opprime con la sfiducia e la stanchezza. allora che dobbiamo giostrare con lo
scudo della fede, nasconderci dietro di esso ed eludere tutti i dardi infocati del
maligno (Ef. 6,16).
5) L'elmo della salvezza.
L'elmo protegge il capo, che la parte pi vitale dell'uomo. Se il capo scoperto, il
nemico mirer al capo e tutto sar finito.
L'elmo nostro la salvezza, cio Dio in azione verso di noi.
Jahv significa appunto salvezza, che viene da Dio; Lui che ci salva con mano
potente.
Anche Ges significa salvezza: Lo chiamerai Ges: egli infatti salver il suo
popolo dai suoi peccati (Mt. 1,21).
Invocare il suo Nome avere la salvezza. Chiunque invocher il nome del
Signore sar salvo (Rom. 10,13; GI. 3,5). E Pietro proclama: In nessun altro c'
salvezza; non v' infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale stabilito
che possiamo essere salvati (At. 4,12).
L'esperienza ci insegna l'efficacia del Nome di Ges nella liberazione degli
ossessi, efficacia gi notata dagli antichi Padri.
Quando ci mettiamo a pregare, invochiamo anche su di noi la protezione del
Santissimo Nome di Ges, e combattiamo con senso di grande sicurezza, perch
abbiamo la salvezza del Signore. Quando siamo deboli o in pochi, confidiamo nell'elmo,
ossia nella protezione del Signore, ripetendo come Gionata: Non difficile per il
Signore salvare con molti o con pochi (1 Sam. 14,6), o con Giuda Maccabeo:
Non c' differenza per il cielo salvare per mezzo di molti o per mezzo di pochi (1 Mac.
3,18).
Qualche parola sulle armi di offesa.
1) La spada dello Spirito, che la Parola di Dio.
Ges, sospinto dallo Spirito, che era disceso su di Lui nel Giordano, va nel
deserto e contro il tentatore maneggia come spada la Parola di Dio, insegnando
anche a noi ad usarla e ad usarla bene. Pure il diavolo osa brandire quest'arma, per
trarre in inganno, ma quest'arma si ritorce contro di lui e lo condanna
(Gv. 12,48).
La Parola di Dio veramente una spada a doppio taglio , viva , efficace ,
tagliente ; essa penetra fino in fondo e dove arriva separa le giunture dalle
midolla, scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Nessuna creatura pu nascondersi a
Lui (Ebr. 4,12-13), cio al Signore che brandisce quest'arma. Neanche il diavolo pu
resistere ai colpi della Parola di Dio.
L'Apocalisse ci presenta Ges con la spada affilata a doppio taglio che esce dalla
sua bocca, ed la Parola. Dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio
(Ap. 1,19), per colpire con essa le genti (Ap. 19,15). I1 servo di Jahv, in Isaia,
col soffio della sua bocca uccide gli empi (Is. 11,4). E il libro della Sapienza ci
presenta la Parola onnipotente che, come guerriero implacabile, si lanci in mezzo a
quella terra di sterminio, portando come spada affilata, il tuo ordine inesorabile.
Fermatasi, riemp tutto di morte; toccava il cielo e camminava sulla terra (Sap. 18,15-
16).
Ges continua ad uccidere il Dragone con la parola della sua bocca e a portare lo
sterminio del suo campo, quando noi la usiamo nel combattimento spirituale.
Durante la liberazione, quando l'iniquo accenna a comparire, usiamo la Parola del
Signore, e il Signore Ges lo distrugger col soffio della sua bocca e lo annienter
all'apparire della` sua venuta (2 Tes. 2,8).
L'esperienza ci insegna che tra le parole le pi efficaci sono quelle pronunziate
da Ges nei discorsi del Vangelo. Sembra che il nemico avverta la presenza del Signore
al suono delle sue parole.
Anche per noi, mentre preghiamo, la Parola luce: ci illumina il cammino come
lampada accesa, ci consente di discernere e di scandagliare le tenebre. E quando
siamo stanchi ci consola; una boccata d'acqua fresca nell'arsura della lotta.
2) La preghiera fatta incessantemente e vigilando .
sempre bello ricordare l'episodio di Mos che prega sul monte, mentre a valle
infuria la battaglia contro Amalek, il quale poi sembra simbolo del diavolo: vi sar
guerra del Signore contro Amalek di generazione in generazione (Es. 17-16).
Quando Mos alzava le mani, Israele era il pi forte, ma quando le lasciava cadere,
era pi forte Amalek. Poich Mos sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una
pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una
parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Cos le sue mani rimasero ferme fino
al tramonto del sole. Giosu sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli a fil di spada
(Es. 17,11-13).
L'episodio sottolinea l'importanza della preghiera nella lotta contro il nemico, la sua
efficacia quando incessante , e la forza della intercessione.
Il particolare della pietra su cui siede Mos ci richiama a Cristo, che nelle Scritture
presentato come pietra. Egli la pietra su cui dorme Giacobbe e, dormendo, vede la
visione di Dio e la consacra versandovi dell'olio: Questa proprio la casa di Dio
(Gen. 28,10-18). Egli la pietra da cui scaturisce l'acqua nel deserto (Es. 17,5-6), la
pietra che sempre accompagn Israele nel suo cammino: Tutti bevvero la stessa
bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e
quella roccia era Cristo (1 Cor. 10,4).
La nostra preghiera trae forza da Cristo, in cui siamo seduti , anzi l'acqua
stessa che sgorga da Cristo.
Per questo importante entrare nella preghiera di Ges, perch sia sempre Lui a
pregare in noi come capo, e sia Lui come sacerdote ad intercedere presso il Padre per
la liberazione. Allora la preghiera sar efficace.
C' poi una preghiera fatta nello Spirito. Lo Spirito viene in aiuto della nostra
debolezza, perch nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo
Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inenarrabili, e colui che
scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, perch egli intercede per i
credenti secondo i disegni di Dio (Rom. 8,26-27).
La preghiera in lingue una preghiera nello Spirito.
L'esperienza ci insegna che i demoni sono molto sensibili alla preghiera in lingue.
Nel corso di una liberazione, quando gi parecchi demoni erano usciti ma altri resistevano
tenacemente, domandammo per telefono alla comunit riunita in preghiera a parecchi
chilometri di distanza di venirci in aiuto. Ci aiutarono pregando in lingue: Chi sono
questi che cantano lontano, che sono queste lingue che io sento? disse lo spirito
che teneva legata la ragazza, e dopo averla rotolata a terra per parecchi metri, fugg
ruggendo.
Quanto pi resistenza offre il maligno tanto pi dobbiamo insistere con la preghiera.
Abbiamo sperimentato che la preghiera di lode pi forte degli scongiuri.

5. I nostri alleati: gli angeli


Abbiamo accennato all'esistenza degli angeli buoni parlando degli angeli ribelli.
Qui ne discorriamo pi diffusamente perch di grande conforto sapere che nella
lotta contro le potenze delle tenebre abbiamo dei potenti alleati, che Dio ha messi
accanto a noi perch abbiano cura di noi.
sintomatico che accanto a Ges tentato dal diavolo nel deserto troviamo gli angeli
che lo servono (Mc. 1,13); e accanto a Ges nel Getsemani, dove il diavolo che si era
allontanato da lui per tornare al tempo fissato (Lc. 4,13) venne di nuovo a tentarlo,
troviamo l'angelo della consolazione (Lc. 22,43).
La vita di Cristo profumata dalla presenza degli angeli, a cominciare
dall'Annunciazione, e cos anche l'agiografia cristiana costellata di angeli.
Peccato che oggi l'angelogia presso i teologi non goda molta simpatia e che alcuni
l'abbiano bandita dal loro insegnamento, anzi dal catechismo (vedi Catechismo
olandese); e peccato ancora che molti cristiani ignorino la presenza degli angeli nella
loro vita e non riveriscano coloro che Dio ha mandati per custodirci nel cammino e farci
entrare nel luogo che ha preparato (cfr. Es. 23,20).
Il termine Angelo nella Bibbia traduce il greco aggelos e l'ebraico mal'ak, che
significa messaggero, e ne indica pi il compito che la natura.
La credenza negli angeli nel V. T. attestata gi in Gen. 28-12 (la visione della
scala di Giacobbe), in Gios 5,14 (l'esercito di Jahv), in Giud. 2,1 ss.; 13,2; nei salmi
(91,103,104 ecc.), nei profeti (passim), e la voce vi ricorre oltre 150 volte.
Vengono nominati i serafini (Is.), e i cherubini (Ez.) e i tre arcangeli Michele (Dan.),
Gabriele (Dan.) e Raffaele (Tob.).
Nel N.T. troviamo le apparizioni di angeli nella nascita di Ges e nella
resurrezione. Essi invisibilmente sono attorno a Ges e ai suoi ordini (Mt. 26,53; Gv.
1,51) e lo accompagneranno nell'ultima venuta (Mt. 16,27; 25,31). Un angelo libera
Pietro dal carcere (At. 8,26) e compare a Paolo per rassicurarlo (At. 27,23).
Nell'Apocalisse troviamo ad ogni pagina gli angeli del Signore. Celebrano la liturgia
celeste ed eseguono gli ordini di Dio. Dalle lettere agli Efesini (1,21) e ai Colossesi
(1,16) desumiamo i nomi di cinque classi o ordini di angeli (Dominazioni, Potest, Troni,
Principati, Virt), che aggiunti agli Angeli e Arcangeli, ai Cherubini e Serafini, formano i
nove cori della gerarchia celeste.
Tra gli angeli, ci sono gli angeli custodi delle nazioni (Dan. 10,13-20) e gli angeli
custodi degli uomini (Mt. 18,10; At. 12,15). Tutti per sono spiriti servitori ,
messi a servizio di coloro che devono ereditare la salvezza (Ebr. 1,14).
Il principale avversario di Satana San Michele. Egli difende il primato di Dio,
come dice il suo stesso nome: Chi come Dio? . Egli il protettore della Chiesa
che lotta sulla terra, e noi dobbiamo sempre invocarlo nella nostra battaglia
quotidiana contro le forze del male.
La presenza del mondo angelico attorno a noi deve rischiarare il mondo
tenebroso degli spiriti, e la conversazione con gli angeli deve infonderci sicurezza
contro il nemico: Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dir, io sar il nemico dei
tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari (Es. 23,22).

6. L'armatura di Satana
C' l'armatura di Dio (Ef. 6,11-17) e c' l'armatura di Satana. Ce ne parla Ges
quando presenta l'uomo forte, bene armato, che viene spogliato dell'armatura in cui
tanto confidava, ad opera dell'uomo pi forte, che Lui.. Quando un uomo forte,
bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se
arriva uno pi forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura in cui confidava e ne di-
stribuisce il bottino (Lc. 11,21-22).
Qual questa armatura?
Da quanto abbiamo detto pi sopra possiamo abbozzare questo quadro.
1) Conoscenza del male. Intelligenza superiore, ha delle cose una conoscenza pi
vasta e profonda che noi, la quale pu far valere nell'ordire le sue trame a nostro
danno e nel disporre il suo attacco, facendo leva sulla nostra ignoranza.
Ma ha soprattutto la conoscenza del male, di tutte le sue pieghe e i suoi risvolti,
e questa stessa conoscenza del male pu prospettare come un valore all'uomo
sprovveduto, seducendo le intelligenze pi acute. Sedusse Eva sotto questa prospettiva:
Diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male (Gen. 3,5).
A questa cintura di conoscenza buia, illuminata da bagliori di illusioni e miraggi, noi
opponiamo la cintura di verit che Cristo. Egli la luce che splende nel mondo e nella
sua luce vediamo le sagome di ogni cosa e siamo liberi dalle illusioni. Il pensiero di
Cristo dentro di noi e noi giudichiamo di ogni cosa (1 Cor. 2,15-16).
2) Il potere. Anche capovolto, il diavolo conserva la sua potenza. Agli spiriti
malvagi vengono conservati i nomi di Principati e Potest , Troni e Dominazioni
(1 Col. 1,16; Ef. 1,21). Cristo ancora chiama principe di questo mondo il diavolo,
e Paolo parla del principe delle potenze dell'aria (Ef. 2,2).
Egli ha il potere sulla materia che pu manipolare a suo modo, ha potere sull'uomo:
egli opera negli uomini ribelli. Nel numero di quei ribelli siamo vissuti anche noi, un
tempo, con i desideri della nostra carne... (Ef. 2,3). Pu attaccare anche
l'uomo buono, nel suo essere biopsichico, a causa della superiorit della sua natura.
Cristo gli riconosce il potere su questo mondo, e non obietta nulla quando il diavolo
gli dice, mostrandogli tutti i regni del mondo : tutte queste cose io te le dar
(Mt. 4,9).
Su questo potere , limitato solo dal potere di Cristo, egli fa leva, e se ne veste
come di una corazza.
3) La perversit. La volont di Satana fissata nel male. Egli la perversit
personificata, il Maligno . E come tale agli antipodi di Dio, che il Buono .
Egli, perverso, persegue questa sua perversit fino in fondo. L'Apocalisse ci parla
delle profondit di Satana , cio dell'abisso delle aberrazioni mentali e morali che
Satana prospetta come un traguardo allettante da raggiungere. Il male ha la sua
intrinseca seduzione.
Noi opponiamo la santit di Dio.
4) L'odio. L'odio contro Dio e contro l'uomo fatto a sua immagine una forza
potente che spinge Satana ad agire e lo sostiene nella sua lotta furibonda,
nell'intento di rapire a Dio i suoi servitori e di impedire all'uomo, rapitore del suo
posto, di raggiungere il cielo.
L'odio che lo port ad uccidere fin da principio (Gv. 8,44) lo porta sempre ad
uccidere l'uomo. Egli accende l'ira omicida nei cuori degli uomini, fomenta gli odi e
le discordie, scaglia i popoli gli uni verso gli altri. La distruzione dell'avversario, sia
esso un singolo uomo, sia esso un popolo intero, ha la sua esaltante e sinistra
attrazione. Ogni distruzione ha origine dall'odio come ogni creazione ha origine
dall'amore.
5) La falsit, l'inganno. Padre di menzogna, falsario, si serve dell'inganno per far
cadere l'uomo. Ogni uomo mendace (Sal. 116,11) per lui. Egli si nasconde,
come dietro ad uno scudo ,' per non mostrare il suo volto e colpire. Il suo nome
stesso inganno. Il V.T. e il N.T. lo presentano come l'ingannatore per eccellenza.
Noi opponiamo la fede , che ci radica in Dio che verit, e la cui parola non ci
inganna. La fede ci fa eludere i dardi infocati del maligno (Ef. 6,16), nella fede
possiamo sicuramente resistere ai suoi assalti (1 Pt. 5,9). Se Eva avesse opposto la
fede in Dio non sarebbe caduta nell'insidia del serpente.
Sono questi i cinque pezzi principali dell'armatura di Satana che hanno una
analogia con i cinque pezzi dell'armatura di Dio.
Il demonio poi ha due potenti alleati, che usa come due armi micidiali. Un alleato
all'interno dell'uomo, la carne, con la sua triplice concupiscenza, e un alleato esterno
all'uomo, il mondo.
7. Gli alleati di Satana
La carne intesa non tanto come corpo o elemento corporeo dell'uomo, quanto,
nel suo senso peggiorativo, come sinonimo di uomo vecchio (Ef. 4,25), di natura
umana decaduta (Rom. cc. 7-8), inficiata di peccato e perci detta anche carne di
peccato (Rom. 8,3), facile strumento di Satana che, attraverso il peccato, domina
l'uomo (Ef. 2,5), producendo in lui frutti di carne (Gal. 5,17-21) e impedendogli, anche
dopo il suo inserimento in Cristo col battesimo, di vivere secondo lo Spirito di Cristo
(Rom. 8,4,12-14) e produrre il frutto dello Spirito (Gal. 5,22). '
La carne, strumentalizzata da Satana, diviene cos una forza cattiva abitante
nell'uomo, una potenza misteriosa, quasi una persona (Rom. 8,12), la quale pecca (Col.
2,18; Ef. 2,2-3), concupisce (Col. 3,5), aspira alla perdizione (Rom. 8,6), ostile a Dio
(Rom. 8,7).
Il demoniaco nell'uomo questa realt, che trova la sua espressione pi vistosa
nei sette vizi capitali, che sono come le sette teste della bestia dell'Apocalisse (Ap.
13,1).
Attraverso questi vizi Satana si infiltra nell'uomo e vive quasi in simbiosi con lui,
mimetizzando la sua presenza e dissimulando il suo influsso.
L'uomo carnale infatti che soddisfa se stesso, seguendo i propri istinti, in
realt soddisfa i desideri di Satana, e facendo arbitro se stesso del giusto e
dell'ingiusto, del vero e del falso, si mette nella via di Satana. Egli potr ancora
illudersi, rinchiuso nelle tenebre del suo Io e privo della luce di Dio, di potenziare
la sua persona, mentre in realt, sotto l'azione funesta del maligno, la sua persona si
va via via disgregando, e l'uomo perde se stesso.
Il mondo, nel senso etico, il regno degli uomini, penetrato dal peccato e perci
divenuto ostile a Dio e oggetto della sua ira (Ef. 5,6) e del suo giudizio (Gv. 12,31;
16,8). la societ costruita secondo falsi modelli di potenza, con una cultura centrata
sull'uomo e avulsa da Dio, venata di sapienza che per Dio follia (1 Cor. 3,19).
tutto un sistema di relazioni, dove i valori, le idee, i comportamenti sono opposti a
quelli dei regno di Dio, largamente dominati da Satana, per cui dice bene S. Giovanni:
Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno (1 Gv. 5,21).
Mondo e regno di Dio coesistono fianco a fianco, nello stesso ambiente, e il cristiano
ne subisce l'influsso deleterio. Ma Cristo ha pregato per i suoi che sono nel
mondo ma non sono del mondo , perch siano custoditi dal maligno (Gv.
17,15).
Paolo ci avverte di non conformarci alla mentalit di questo mondo (Rom.
12,2). E Giovanni ci dice: Non amate il mondo, n le cose del mondo (1 Gv.
2,15). C' il pericolo infatti che la nostra mentalit aderisca alla mentalit del mondo,
quasi senza avvedercene, e che il nostro cuore rimanga invischiato nelle cose di
quaggi.
Il cristiano, per riconoscere l'influenza del mondo nella propria vita e nella vita degli
altri, e distinguere l'orma del maligno, deve aprire bene gli occhi sui valori cristiani e i
valori mondani, sulle idee cristiane e le idee mondane, sui comportamenti cristiani e i
comportamenti mondani.
A volte l'opposizione chiara e ce ne accorgiamo subito.
Talvolta invece l'opposizione non chiara, ma subdola.
I valori del mondo, sempre in senso etico peggiorativo, si mescolano a scopi validi,
rendendo difficile il discernimento. Il metro per giudicare se, in effetti, si cerca e si
ottiene la gloria di Dio e il bene delle anime.
Le idee possono offrire difficolt. Spesso c' mescolanza di verit e di errore. Anzi
il pi delle volte l'errore veicolato dalla verit. Si trova in mezzo alla verit, come un
seme di morte in un frutto bello a vedersi e dolce a gustarsi. Un attento di -
scernimento ci far scoprire la subdola orma del maligno.
I comportamenti possono essere camuffati da beni illusori, da prospettive valide; ma
sono in urto col Vangelo, appena si esaminano a fondo. Il discernimento ci far trovare
i segni di Satana.
Siccome le forze che guidano il mondo sono le tre concupiscenze, tutto quello
che nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e
la superbia della vita, non viene dal Padre ma dal mondo (1 Gv. 2,16); bisogna
tenere gli occhi aperti per riscontrare la loro eventuale presenza e guardarci dal
maligno.

8. Carismi e ministeri nella preghiera di liberazione


Nella preghiera di liberazione intervengono diversi carismi e ministeri, ed per
l'interazione di questi che la preghiera risulta pi efficace.
Ritorna il concetto che la liberazione un fatto della Chiesa come corpo, non il
fatto di un privato individuo anche se dotato; e l'attivit della Chiesa si esplica
attraverso il concorso dei diversi ministeri. Per questo, nei nostri gruppi carismatici,
la liberazione, come del resto la guarigione, non invocata mai da una singola persona.

I principali carismi che ricorrono nella liberazione sono:

1) Carisma della misericordia.


Le scritture del V.T. tessono un inno continuo alla misericordia di Dio, la quale
sta sopra tutte le sue opere, come una firma di autore, e riempie di s tutta la terra
(Salmi 32,5; 119,64). La voce misericordia ricorre 234 volte nel V. T. (131 volte nei
salmi), senza contare le altre voci della stessa radice e dello stesso significato,
misericors , miseratio , miserator , miseror .
Il salmo 136 - il grande hallel che Ges recit con i discepoli nell'ultima cena
(Mt. 26,30) -- ad ogni versetto ha il ritornello: Perch eterna la sua misericordia .
Anche il N. T. celebra la misericordia di Dio, il quale quando venne la pienezza
del tempo, mand suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge, perch ricevessimo
l'adozione a figli (Gal. 4,4).
E il Figlio di Dio, come suo Padre, si present agli uomini come il misericordioso .
Egli cerca la pecorella smarrita, perdona l'adultera e la Maddalena, sta con i peccatori,
e a quelli che si scandalizzano del suo comportamento ricorda il testo di Osea:
Voglio misericordia e non sacrificio (Mt. 12,7; Os. 6,7). Proclama beati i
misericordiosi (Mt. 5,7), anzi comanda: Siate misericordiosi, come misericordioso il
Padre vostro (Lc. 6,36).
La liberazione l'intervento della infinita misericordia di Dio che trae l'uomo dagli
artigli del leone. Non c' miseria pi nefasta per l'uomo che cadere schiavo del suo pi
grande nemico, e non c' atto pi squisito dell'amore di Dio che liberarlo.
Le liberazioni operate da Ges sono frutto della sua compassione, della congiunzione del
suo Cuore con la miseria dell'uomo. Il comando dato da Ges agli apostoli, e poi
trasmesso alla Chiesa, di cacciare gli spiriti maligni, dettato dal suo amore
misericordioso, l'eco di quel suo miseror super turbam (Mc. 8,2).
Chi partecipa al ministero della liberazione deve avere il Cuore del Signore,
gli stessi sentimenti che furono in Cristo Ges (Fil. 2,5). Come buon
Samaritano deve piegarsi sul malcapitato che i briganti lasciarono mezzo morto sulla
strada tra Gerico e Gerusalemme; deve versare olio e vino sulle sue piaghe,
fasciarle e aver cura di lui, portandolo nell'albergo.
L'ossesso o il ferito dal diavolo va guardato con amore e riguardo. Dopo tutto,
anche lui Cristo, malmenato e fatto prigioniero: Io ero in carcere e siete venuti a
trovarmi (Mt. 25,36).
Se nel gruppo orante non c' nessuno che abbia questo cuore pieno di
misericordia, che accoglie il paziente, lo conforta e lo sostiene durante le fasi della
preghiera, meglio non mettersi a fare liberazione.

2 ) Carisma della intercessione.


Il V.T. ci offre esempi di potenti intercessori presso Dio. Sono in genere profeti e
uomini di Dio, come Mos, Geremia, e altri.
Essi conoscono il Signore e i progetti del Signore, perch il Signore non fa cosa
alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servtori, i profeti (Am. 3,7).
Conoscono se Dio proclive a perdonare, a liberare. Pregano e ottengono.
Ma talvolta, pur sapendo che Dio non proclive, tentano l'impossibile.
commovente la preghiera di Mos per il popolo che ha fatto il vitello d'oro:
Cancellami dal tuo libro , dice al Signore, se tu non perdoni . Ma Dio non
aderisce alla richiesta, e il Signore percosse il popolo (Es. 32,32-35).
Talvolta Dio stesso che previene e taglia la preghiera, come fece con Geremia:
Anche se Mos e Samuele si presentassero davanti a me, io non mi piegherei verso
questo popolo... (Ger. 15,1).
Nel N. T. il grande intercessore Cristo che, essendo Figlio di Dio e Sommo
Sacerdote del nuovo patto, si trova in un'altra posizione.
Egli nei giorni della sua vita terrena offr preghiere e suppliche con forti grida
e lacrime e fu esaudito per la sua piet (Ebr. 5,7). Egli superiore a Mos - dice
l'autore della lettera agli Ebrei - perch non servo ma Figlio e sacerdote per
sempre . .E mentre per la sua natura umana congiunto a noi e perci capace di
comprendere e di compatire, d'altra parte, essendo Figlio, tutto pu ottenere, e tutti
in Lui possiamo ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento
opportuno (Ebr. 4,14-16).
Anche noi, entrando nella preghiera di Cristo, possiamo entrare nel suo potere
di intercessione, e diventare intercessori. Certamente l'unico Mediatore Lui, ma tutti
in Lui possiamo trovare accesso al Padre.
Dio suole concedere ad alcuni in particolare il dono o carisma della intercessione.
Sono uomini dotati di una grande fede, che sanno premere nello Spirito sul cuore di
Dio; uomini dotati di grande amore per il prossimo sofferente, e piangendo con chi
piange (Rom. 12,15) ottengono da Dio tante grazie.
Nel gruppo orante non deve mancare l'intercessore.

3) Carisma del discernimento.


Ne abbiamo parlato sopra e abbiamo anche suggerito alcuni consigli pratici. Qui
aggiungiamo qualche osservazione.
Sebbene nei nostri gruppi non si pratichino esorcismi, tuttavia sommamente
utile tener presente quanto dice il Rituale Romano nell'introduzione al rito
dell'esorcismo, sia per quanto concerne i segni della presenza del maligno sia per quanto
riguarda gli accorgimenti che deve usare il ministro.
Circa la presenza da notare che i segni - parlare o capire lingue ignote, mostrare una
forza superiore alla condizione o all'et, manifestare cose occulte o lontane - presi
singolarmente non hanno valore perch l'uno o l'altro possono verificarsi per cause
naturali; e neanche presi insieme hanno valore di prova, ma solo di un indizio. C'
tutta una situazione generale da esaminare, in cui inquadrare i detti segni; e c' tutto
un discernimento da fare prima di parlare di presenza diabolica.
Ci sono poi i consigli e gli accorgimenti suggeriti all'esorcista per non cadere in
inganno che pu essere di facile credulit per cui pu scambiare una malattia o un
disturbo naturale per una attivit demoniaca; o, all'opposto, di incredulit, per cui
crede che si tratti di un morbo naturale quando effettivamente, dietro quella
manifestazione, c' il maligno che si nasconde.
Solo il discernimento ci pu venire in aiuto.
Valga comunque, come criterio generale, che l dove non c' distruzione della
persona - a questo mira il maligno -, cio dove non c' corruzione mentale o
depravazione morale, conseguenti a manifestazioni di possibile natura demoniaca,
difficile ammettere la presenza attiva del maligno. I disturbi psicofisici da soli non bastano
a farci propendere, anche quando non si riscontra una causa proporzionata, per una
infestazione diabolica, a meno che il dono del discernimento non ci faccia orientare in
altro senso.
Quando dovesse manifestarsi una presenza, e questa riconosciuta come
diabolica - attenti alle presenze pseudo-demonache, di origine psichica, nate nel
paziente o indotte in lui da altri - allora usare somma prudenza, e possibilmente ri-
mandare subito il paziente all'esorcista, e non intavolare discussioni con essa.
Quando dovessimo trovarci di fronte al nemico, bisogna stare attenti alla sua tattica,
che varia sempre da persona a persona, secondo il sesso, l'et, la mentalit,
l'educazione, la cultura.
Il diavolo manipola quello che trova dentro la persona, e sa trovare i punti deboli
dove attaccare. Cos il medesimo demone impuro pu attaccare una donna, facendo
leva sulle sue turbe emotive, sulle sue frustrazioni, su desideri non soddisfatti, e
prendere cos il ruolo del seduttore, mentre con un uomo assume un altro aspetto e
suscita altre reazioni. Con una persona rozza user una tattica diversa da quella che
user con una persona colta. In Africa si comporter in un modo, in Europa in un
altro modo, utilizzando credenze, costumi, modi di pensare e comportamenti diversi.
Anzi con la stessa persona muta facilmente tattica, e nello stesso corso della
preghiera di liberazione pu variare sistema di attacco e di difesa.
Un avvertimento utile questo: non scambiare le reazioni psicofisiche del
paziente con altrettanti attacchi diabolici. Il diavolo pu scoccare la freccia e colpire un
punto, ma non l dove ha colpito. Bisogna trovare il luogo da dove ha scoccato la
freccia. Pu darsi anche che abbia teso l'arco, abbia inviato il dardo, e poi lui se ne
sia andato. Pu darsi che il malore in superficie abbia un'origine interna pi
profonda, dove il nemico ha agito.
Tutto questo nei casi, non frequenti , di vera infestazione diabolica. Nei casi di
semplici ferite, molto pi frequenti, queste osservazioni sono fuori luogo.
Il discernimento deve essere come un lume che ci accompagna sempre nel labirinto
della persona disturbata, durante tutto il corso della liberazione.

4) Carisma di autorit.
Ges Chiam i dodici e diede loro potere e autorit su tutti i demoni (Lc.
9,1). Questa stessa autorit confer ai settantadue discepoli: Ecco io vi ho dato il
potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico
(Lc. 19,19).
Questo potere adesso risiede nella Chiesa, e in modo particolare in coloro che
esercitano l'autorit nella Chiesa, i Vescovi e i sacerdoti che partecipano del loro
ministero.
Questa unzione di autorit i sacerdoti la ricevono nella sacra ordinazione, e
sebbene l'esercizio di essa, per certi versi, limitato dal Vescovo - nell'esorcismo
pubblico - tuttavia, in forza del carattere sacerdotale, essa radicalmente in tut ti.
Questa stessa unzione , per via di un dono di liberazione, pu trovarsi in
alcuni carismatici; ma tale dono nel suo esercizio sempre legato all'autorit
competente che per determina in quali casi e con quali modalit va esercitato.
Nel gruppo orante bene che ci sia un sacerdote ricono sciuto e delegato dal
Vescovo che eserciti questa autorit, e se vi un fratello che abbia l unzione di
autorit sopra i demoni , questi pu agire in silenzio.
Se l'uno o l'altro dovesse mancare, il gruppo stesso, che chiesa, usurpando
l'autorit di Cristo, eserciti con fede questo potere, ma sempre nei casi minori, e
con la preghiera, non con lo scongiuro.
opportuno usare la formula in terza persona, prendendone una di quelle che
si trovano nel Rito dell'iniziazione degli adulti.
Quando la formula diretta, il comando in nome di Cristo va fatto
mentalmente o anche a voce sostenuta: Ti ordino, nel nome di Ges, per il
sangue di Ges, di lasciare questo servo di Dio .

Guerra in cielo e in terra

Scoppi quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano
contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e
non ci fu pi posto in cielo per essi.
Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e Satana e
che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i
suoi angeli.
Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
Ora si compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio la
potenza del suo Cristo, poich stato precipitato l'accusatore dei
nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno
e notte.
Ma essi lo hanno vinto, per mezzo del sangue dell'Agnello
grazie alla testimonianza del loro martirio; poich hanno disprezzato la vita fino
a morire. Esultate dunque o cieli. e voi che abitate in essi. Ma guai a voi terra e
mare, perch il diavolo precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo
che gli resta poco tempo .

Or quando il drago si vide precipitare sulla terra, si avvent contro la donna, che
aveva partorito il figlio maschio. Ma furono date alla donna le due ali della
grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi
nutrita per un tempo, due tempi e la met di un tempo lontano dal serpente. Allora
il serpente vomit dalla sua bocca come un fiume d'acqua dietro alla donna, per
farla travolgere dalle sue acque. Ma la terra venne in soccorso della donna, aprendo una
voragine, e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.
Allora il drago si infuri contro la donna e se ne and a far guerra contro il resto
della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono
in possesso della testimonianza di Ges.
E si ferm sulla spiaggia del mare .
APOCALISSE 12,7-18
III - PRATICA DELLA LIBERAZIONE
1. La liberazione
Liberazione un termine molto ampio, come il termine opposto schiavit ,
e si estende a tutta la gamma dell'opera liberatrice di Cristo, il quale pass
beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo (At.
10,38).
Satana manifesta il suo potere agli uomini con l'errore e il peccato, con la
malattia e con la morte, con l'oppressione e l'odio. Cristo ci libera dall'errore e dal
peccato, dandoci la verit e la grazia; dalla malattia e dalla morte donandoci la
salute e immettendoci nel regno della vita; dall'oppressione e dall'odio, ridonandoci
la libert dei figli di Dio e comunicandoci l'amore.
Qui, per, parlando di liberazione, restringiamo il discorso, nella sua attuazione
pratica, alla liberazione dagli influssi demoniaci, di cui abbiamo parlato nei capitoli
precedenti.
Questa liberazione un dono di Dio, e Dio pu liberare quando vuole e come
vuole, anche senza l'intervento dell'uomo e di intermediari umani.
L'uomo per pu impetrarla.
Senza nulla togliere all'efficacia dei Sacramenti, degli atti penitenziali, della lettura
o ascolto della Parola, qui noi vogliamo impetrarla attraverso la preghiera d i liberazione.
Questa pu essere fatta da persona singola, per la propria liberazione; e pu essere
fatta dalla comunit per la liberazione degli altri.
Noi sempre preferiamo questa forma comunitaria e, per diversi motivi, di ordine
teologico e pastorale.
Annettiamo grande valore alla Chiesa, e per Chiesa intendiamo non solo la Chiesa
universale o particolare, ma anche ogni comunit di credenti, che si riunisce attorno a
Ges e invoca il suo Nome. Nella comunit dei credenti Cristo che prega e che
opera, Cristo che continua a liberare i suoi fratelli dal Nemico.
D'altra parte, come abbiano annotato pi sopra parlando di carismi e ministeri
della preghiera di liberazione , riteniamo per certo che la liberazione sia una funzione
dello stesso Corpo di Cristo, il quale deve eliminare le infiltrazioni del Nemico, in
qualunque parte esse si manifestino, perch ogni manifestazione di peso e di
danno per l'intero corpo.
Inoltre la preghiera comunitaria, cio fatta in gruppo, consente l'intervento di
diversi carismi e l'interazione di diversi ministeri, che rendono pi efficace la
preghiera; e d'altra parte ci preservano dal pericolo di essere confusi con maghi e
guaritori, che operano sempre isolatamente.
La preghiera, perci, sugli oppressi va fatta sempre in gruppo, a meno che la
persona (per es. il sacerdote, il medico) non si trovi nella necessit di operare da solo.
La preghiera pu assumere il carattere di una richiesta fatta a Dio perch
intervenga e comandi allo spirito delle tenebre perch abbandoni una persona, una
situazione, un luogo: si chiama preghiera deprecatoria . Pu assumere il carattere
di uno scongiuro diretto alle forze del male perch desistano dal sostenere una
situazione, dal molestare una persona, dall'infestare un luogo: si chiama preghiera
imprecatoria , o pi propriamente scongiuro , esorcismo .
Noi usiamo normalmente la preghiera deprecatoria - la sola che merita il nome di
preghiera - in tutti i nostri interventi, a qualsiasi livello.
L'imprecazione - che impropriamente detta preghiera - ossia lo scongiuro o
l'esorcismo, non viene normalmente usato, tranne che nel caso dell'autoliberazione.
Chiunque infatti che sia aggredito pu respingere direttamente l'assalto, e, fidando in
Dio, aggredire e cacciare l'avversario. Riteniamo perci che chiunque pu usare su
di s l'esorcismo di Leone, preghiera deprecatoria.
Negli esorcismi del Rituale Romano le due forme, imprecatoria diretta a Satana, e
deprecatoria diretta a Dio, sono abbinate. Negli esorcismi minori del Battesimo, secondo
il nuovo rito, si usa solo la forma deprecatoria.

2. L'autoliberazione
La liberazione opera di Dio. In quel giorno romper il giogo togliendolo dal
suo collo, spezzando le sue catene (Ger. 30,8). Il Padre invi Ges per ridurre
all'impotenza il diavolo e liberare tutti quelli che per timore della morte erano soggetti
a schiavit per tutta la vita (Ebr. 2,14). Lui che spezza le catene, infrange le
porte di bronzo, spezza le sbarre di ferro (Sal. 107,14-16), e porta via con s i
prigionieri (Ef. 4,8; Sal. 68,19).
Ma l'uomo invitato a lasciarsi liberare da Ges. Egli stesso deve rompere le
catene inique, sciogliere i legami del giogo (Is. 58,6). Sciogliti dal collo i legami, schiava
figlia di Sion - dice il Signore in Isaia - senza prezzo foste venduti e sarete riscattati senza
denaro (52,2-3).
Da quali vincoli e come l'uomo pu liberarsi?
1) Schiavit personali
La prima autoliberazione riguarda le schiavit personali, che possono irretire il
pensiero, il sentimento, l'azione, impedendo la presa di possesso del regno di Dio in
tutte le aree della nostra vita personale.
Un'area influenzabile da parte del Maligno pu essere la fissazione delle idee:
idee bizzarre che danno una visione errata della realt e occupano insistentemente la
nostra mente, impedendoci di concentrare la nostra attenzione sul lavoro, sullo studio,
e ostacolando la vita di relazione; pensieri strani, come quello di essere seriamente
ammalati, o quello della morte a breve scadenza, che paralizzano ogni attivit.
Altra area influenzabile quella che concerne la vita morale. Una forma di lussuria
che crea abitudini schiavizzanti; un'ira che diventa collera ad ogni piccolo stress;
un'ignavia che ci inchioda al letto e ci rende inetti a qualsiasi attivit.
La schiavit pu interessare anche la sfera fisica: dolori mestruali allucinanti che
bloccano la persona quattro-cinque giorni al mese, con stati di ansia che precedono il
ciclo; malattie misteriose in coincidenza con le grandi festivit; malessere nell'entrare in
chiesa e nell'assistere alle celebrazioni liturgiche.
Tutte queste schiavit che comportano ferite pi o meno profonde alla personalit
dell'uomo, nelle diverse sfere della sua attivit psico-fisica, possono essere curate,
oltre che con i Sacramenti e gli atti penitenziali, con l'uso frequente della preghiera di
lode, e con l'autocomando, previa rinuncia specifica allo spirito che si presume
mantenere quella schiavit.
, Gli effetti benefici non si faranno attendere molto. Nei casi pi resistenti, ricorrere alla
preghiera del fratello.

2 ) Schiavit sociali

Intendiamo quelle schiavit che si radicano nell'uomo, membro di una societ


malsana, che vive nel naturale , schiava della materia e degli elementi del cosmo.
L'uomo psichico, nel senso paolino, vive a livello delle pulsioni, delle tendenze,
delle immaginazioni e delle opinioni. Quando, per dichiararle innocenti, diciamo di
queste cose: " naturale", ci facciamo complici del loro recupero da parte degli spiriti del
male. Noi disconosciamo il fatto che esse sono pervertite dal peccato originale, e
perci non possono sbocciare, fiorire senza essere prima ri-create, ossia senza
passare attraverso una morte e una resurrezione; cos ci collochiamo sul piano di una
saggezza tutta umana, quella dei "prncipi di questo mondo" e per la quale le esigenze
della vita dello Spirito sembrano follia (1 Cor. 2,6) (D. Ange, Balsamo il tuo nome,
Ed. Ancora, Milano, 1982, p. 323).
Sotto il velo dell'umanesimo, che lusinga le tendenze naturali, si nasconde un
paganesimo, cio un ritorno al mondo dominato dal maligno, uno sganciamento da
Cristo e un passaggio sotto gli elementi del mondo (Gal. 4,9; Col. 2,8). Le
stesse cose buone, che sono sane e non hanno veleno di morte (Sap. 1,14), se
sono idolatrate legano il cuore, violano la libert interiore, e ci fanno amoreggiare col
dio di questo mondo (2 Cor. 4,4).
La stessa libert viene violata dal collettivo. A livello della coscienza personale si
pone sempre la scelta libera. Ora questa libert di scelta condizionata e compromessa
dall'opinione collettiva, anonima e dominante, che spersonalizza l'uomo. qui che il
diavolo gioca la sua carta, perch pi facilmente pu operare nell'uomo spersonalizzato,
menomato e legato attraverso i mass-media. Le cose normalizzate dalla massa
finiscono col passare come naturali , lecite , buone , perch tutti le fanno,
anche quando sono in flagrante contrasto col Vangelo.
Tutto questo pu determinare un rientro sotto l'influsso del signore di questo mondo,
da cui bisogna liberarsi.
La liberazione avviene attraverso la parola di Dio, che penetra e scandaglia, ed
luce che rischiara, ed ha una forza di distruzione e di creazione.
Avviene pure attraverso la separazione dai mezzi di comunicazione inquinanti e
alienanti.
Avviene attraverso la lotta alla triplice concupiscenza, nella luce della fede.
3 ) Legami sottili
La partecipazione saltuaria a sedute medianiche, a pratiche esoteriche, il ricorso a
maghi, l'uso inconsiderato del pendolo o dell'oroscopo nell'ordinare la nostra attivit, e
simili, possono facilmente creare dei legami. Se si tratta di legami forti questi vanno
sciolti con la preghiera di liberazione o con l'esorcismo, ma se sono deboli perch non
hanno impegnato la persona, allora possono essere risolti privatamente dalla stessa
persona:
a) con la rinunzia esplicita a queste pratiche e a questi legami;
b) con la riconsacrazione a Cristo Signore;
c) con l'uso continuato di sacramentali;
d) con la recita personale dell'esorcismo di Leone XIII o altra formula di scongiuro.

L'autoliberazione, per tutti questi casi, comporta un serio mutamento di vita e una
pratica costante delle virt cristiane e della preghiera personale.

3. La potenza del nome di Ges


Uno dei mezzi pi potenti per disincagliarci dal potere del Maligno e per difenderci
dai suoi attacchi l'invocazione del Nome di Ges.
Il Nome che porta in radice, nella sua prima sillaba, l'origine divina di Ges, e
nella seconda sillaba la sua missione salvifica, Dio-salva, il Nome che al di
sopra di ogni altro nome, che si possa nominare non solo nel secolo presente ma
anche in quello futuro (Ef. 1,21).
un Nome che incanta il cielo e tira dietro a s le anime amanti: Olio
profumato il tuo Nome (Cant. 1,2). un Nome che apre ogni porta celeste:
Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, egli ve la dar (Gv. 16,23).
un Nome che d speranza di salvezza ai credenti: Chiunque invocher il nome
del Signore sar salvo (Rm. 10,13), dove il Signore , nella citazione di Gioele
(GI. 3,5), in verit Ges (Rm. 10,9).
il Nome che raddrizza gli storpi e fa dire a Pietro: il Nome di Ges che ha
dato vigore a quest'uomo, perch non c' altro nome nel quale stabilito che
possiamo essere salvati (At. 3,16; 1,12).
Ed il Nome che scaccia i demoni (Mc. 16,17) e sottomette ogni potenza del
Nemico (Lc. 10,17). Il Nome che, pronunziato da Ges: Sono io (Gv. 18,5), fa
stramazzare i soldati venuti a catturarlo.
Per questo al Nome di Ges ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra, e
sottoterra (Fil. 2,10).
Nessuno per pu e f ficace mente pronunziare questo Nome, se non nello Spirito
Santo (1 Cor. 12 ,3 ).
lui che lo mette nella nostra bocca, lo carica di una forza potente, per cui il
diavolo fugge.
Per se vero che nessuno pu invocare salutarmente Ges se non nello Spirito
Santo, pur vero che Ges, invocato, risponde a questa invocazione dando il suo
Spirito.
Lo Spirito di Ges che diametralmente opposto allo Spirito malvagio, sottrae
gradatamente l'uomo al suo dominio e lo colloca in Cristo Signore, anzi forma in lui il
figlio di Dio ad immagine di Cristo Signore; in altri termini mette Ges nella nostra
vita, e ci rende cos invulnerabili.
Questa a zio ne dello Spirito interessa la mente, il cuore, e anche il corpo.
Attraverso la sua santa Unzione (1 Cor. 1,21; 1 Gv. 2,20-27) sottrae la mente
all'influsso delle tenebre che oscurano il pensiero, al modo di ragionare umano e
mondano , e crea in noi una mentalit nuova, una certa affinit con Dio, facendoci
entrare nel pensiero di Cristo (1 Cor. 2,16).
Lo Spirito libera il cuore dalle 12 intenzioni cattive che inquinano l'uomo (Mc. 7,22) e
vi introduce i sentimenti di Cristo, veicola in noi l' operazione di Cristo, per
cui il nostro agire si innesta nell'opzione fondamentale di Cristo, la volont del
Padre (Ebr. 10,5).
Lo Spirito sottrae il nostro corpo all'influsso della carne corrotta e lo immette nel
sacrificio di Cristo, insegnandoci ad offrire i nostri corpi come sacrificio vivente,
santo e gradito a Dio (Rm. 12,1), per riprodurre in noi l'immagine di Cristo,
secondo il principio di conformit (2 Cor. 4,10; Fil. 3,21; Rm. 8,29; 1 Cor. 15,49; Gal.
5,24; 6,14-17).
Affidarsi allo Spirito di Ges, lasciarsi vivere da Lui, la sciarsi fare da Lui Icona
di Cristo , lasciarsi possedere da lui in tutti i meandri dell'essere, significa non
lasciare al nemico nessuno spazio, nessun punto dove appigliarsi pur nella nostra
fragilit creaturale. Ges diceva: Viene il principe di questo mondo, e in me non
ha nulla (Gv. 14,30). Cos dobbiamo poter dire noi: non trovi in noi nulla di suo, e
perci non abbia nessun potere su di noi.
Col nome di Ges invochiamo anche il nome di Maria. La sua presenza nella nostra
vita garanzia contro gli assalti del maligno.
L'esperienza ci insegna che alcuni demoni, soprattutto i demoni
dell'impurit, tremano di fronte al nome di Maria.
Essa ricorda loro la creatura bella, senza macchia, sfuggita al loro dominio.
Essa ricorda loro la sconfitta: Porr inimicizia tra te la donna; essa ti schiaccer
il capo (Gn. 3,15).
Essa come un esercito schierato in campo e, se noi la invocheremo,
saremo vittoriosi nella lotta.

4. Per un ministero di liberazione

La liberazione dai disturbi demoniaci, o per esorcismi o per preghiera ,


uno dei compiti pi delicati della Chiesa, e non pu essere lasciata, come un fatto
privato, all'arbitrio del singolo o anche di un gruppo particolare.
Ora, nota bene il Card. Suenens, la Chiesa ha legiferato per i casi di
possessione riservando al Vescovo l'intervento, mentre ha lasciato nel vago e
indefinito tutto ci che si colloca al di fuori della possessione (o.c., p. 119, n. 58);
per cui una necessit urgente definire una nuova pastorale in materia... con
norme adeguate da rispettare (ivi).
Sarebbe auspicabile che la Chiesa ripristinasse il ministero dell'esorcistato,
scomparso come ordine minore nella riforma liturgica conciliare, almeno per quelle
regioni dove pi vivo se ne sente il bisogno. E niente vieta che qualche Conferenza
episcopale faccia istanza a Roma in questa direzione. Potrebbe essere un ministero
aperto anche a laici qualificati e dotati, almeno in casi particolari.
Ma finch l'autorit competente non si muove in questa direzione, oserei
avanzare una proposta.
In ogni diocesi il Vescovo dovrebbe mettere accanto all'esorcista un gruppo di
discernimento, composto di tre o quattro persone, tra cui un medico e uno psicologo.
Tutti i casi sospetti dovrebbero essere portati a questo gruppo, il quale, dopo
conveniente esame, dirotter il paziente o al medico, o all'esorcista, o al gruppo
orante.
Il gruppo orante o i gruppi oranti, se i casi sono molti, dovrebbero essere
costituiti da persone esperte e preparate, e dovrebbero intervenire nei cos detti
casi minori , lasciando all'esorcista il trattamento dei casi pi importanti. Nel gruppo
orante.non dovrebbe mai mancare il sacerdote.
La liberazione, cos, rientrerebbe nel piano normale della pastorale degli infermi.
Una terapia bene impostata dovrebbe articolarsi nei seguenti punti:
a) evangelizzazione, per consentire, soprattutto ai lontani che hanno idee
confuse e passano da un mago ad una cartomante, da un medium ad un
pranoterapeuta, senza alcun risultato, di ritrovare, nella Fede, la via della salvezza;
b) pratica guidata dei Sacramenti della Penitenza e dellEucaristia, per consentire
una lenta e indispensabile purificazione e un necessario irrobustimento della vita
cristiana;
c) esercizi ascetici, preghiere liturgiche, lettura o ascolto della Parola di Dio, che
sono fonti di liberazione da ogni influsso maligno;
d) frequenza a gruppi di preghiera, dove il disturbato trova un clima di quiete,
esce dal proprio isolamento e, nella gioia della fraternit, riacquista fiducia in se
stesso, negli altri e in Dio.
Anche dopo la liberazione, l'oppresso avr bisogno, per qualche tempo, di
frequentare il gruppo, per restaurare le forze esauste, per abituarsi ad usare le armi
spirituali (Ef. 6,11-18) contro il Nemico che torner sicuramente all'attacco (Mt. 12,44).
Noi attribuiamo le molte e durature liberazioni proprio alla frequenza costante del
gruppo di preghiera, dove l'amore dei fratelli e la preghiera di lode impediscono ogni
ricaduta.
In attesa che le Conferenze episcopali si sensibilizzino a questo problema, con le
iniziative che riterranno pi opportune, i gruppi di Rinnovamento, che sogliono fare
preghiera comunitaria di guarigione o risanamento interiore , potranno fare
anche preghiera di liberazione , rispettando sempre la linea di demarcazione , e
sempre che il Vescovo non sia esplicitamente contrario.
superfluo dire che anche nei casi minori non si possono fare scongiuri sulle
persone, ma solo preghiere , a meno che non ci sia il sacerdote autorizzato.

5. La preghiera comunitaria di liberazione


a) Premesse
E bene aver chiari alcuni punti che concernono i modi di essere e di operare
degli spiriti maligni, accennati qua e l in precedenza, e che qui raccogliamo perch
si abbiano presenti prima di iniziare una preghiera di liberazione. Questi modi di
essere e di operare da una parte presentano caratteristiche costanti, d'altra parte si
diversificano da persona a persona, secondo lo stato, la cultura, l'ambiente.
Una costante che spesso gli spiriti si raggruppano e si richiamano. Se c' uno
spirito di odio, facilmente subentra lo spirito dell'ira, di vendetta, di maledizione; se
c' lo spirito di gola, questo richiama lo spirito di lussuria, di ignavia; con lo spirito di
invidia c' quasi sempre lo spirito di superbia. Questi spiriti possono anche camuffarsi
sotto forma di presenze personali.
Un'altra costante l'avvicendamento degli spiriti. Ad uno spirito che induce al
peccato, subentra, una volta che la persona caduta, uno spirito accusatore - da
non confondersi col rimorso di coscienza - che porta alla disperazione, o uno spirito di
depressione che pu portare al suicidio. Ad uno spirito di gnosi, che spinge l'uomo a
tentare vie occulte o superiori alle proprie forze per acquisire cognizioni che non
sono alla portata di tutti e lo mettono in uno stato di superiorit sugli altri, subentra
spesso uno spirito di confusione mentale o di aberrazione che altera il campo della
ideazione e getta l'uomo nel dubbio sistematico o in un comportamento strano.
Accanto a queste costanti di raggruppamento e di avvicendamento, dove anche si
nota uno spirito dominante che manovra tutto, ci sono poi variet di essere e di operare,
a diversi livelli, e con peculiarit diverse.
Notiamo innanzi tutto che l'attivit satanica nella vita di una persona - la quale
attivit, non sempre manifesta, ma non per questo meno deleteria - il risultato di una
simbiosi tra:
1) peccato e cicatrici che questo ha lasciate;
2) influsso di spiriti maligni connessi col peccato;
3) ambiente di sviluppo dominato da forze negative;
4) insoddisfazione o frustrazione di bisogni emotivi fondamentali.
La presenza di uno spirito cattivo nella vita di una persona pu non avere relazione
col peccato proprio o altrui, ma pu essere determinata da un fatto traumatico, da un
incidente personale che ha aperto le porte; pu essere anche un fatto ereditario, nel
senso che un discendente erediti una certa vulnerabilit verso uno spirito cattivo che
dominava nei suoi genitori o nei suoi antenati, e prenda anche i connotati di costoro.
A volte l'influsso negativo dovuto ad una maledizione che trova nella persona un
terreno adatto per radicarsi e svilupparsi; altre volte dovuto al contagio personale di
un mago o a pratiche spiritiche.
A volte, infine, la presenza non collegabile con un fatto particolare, e rientra nel piano
misterioso di Dio.
Si spiega cos l'attivit dello spirito cattivo in alcuni bambini, in certe persone buone,
ed anche in anime sante, come, per citare un esempio recente, nella Piccola Araba, sr.
Maria del SS. Crocifisso, Carmelitana, elevata agli onori degli altari dal regnante
Pontefice, Giovanni Paolo II.
Altra cosa da notare che a volte facile scoprire ed espellere gli spiriti cattivi.
Altre volte invece difficile scoprirli e pi difficile cacciarli.
Quando gli spiriti sono in una persona da molti anni, questa pu restare anche
inconsapevole della loro presenza. Gli spiriti sono diventati come una parte della sua
personalit. La persona si formata adattandosi alle esigenze degli spiriti.
La persona percepisce alcune incapacit di fondo, alcune difficolt insormontabili,
incapacit di accettarsi, di amarsi; difficolt di accettare gli altri e il mondo che la circonda.
La persona scambia queste incapacit e difficolt per note costitutive della sua
personalit, dovute al suo psicologismo, all'ambiente in cui cresciuta; mentre in realt
sono condizionamenti di spiriti cattivi.
A volte gli spiriti cattivi possono nascondere la loro presenza sotto forma di qualit
positive, di un virtuosismo nel trafficare, nell'ammaliare, nel comporre. Allora difficile
scoprirli - ci si pu anche ingannare sulla loro identit - ed ancora pi difficile staccarli
dalla persona, che trova in essi una forza per affermarsi nella vita.
Ho conosciuto una donna che aveva vinto in quattro anni
18 premi di poesia, e ne aveva gli attestati e le medaglie esposte in casa. I
componimenti arieggiavano bene un poeta americano e un noto poeta italiano
(Pasolini) morto di recente, e sembravano quasi composizioni di detti poeti. Dopo
l'esorcismo l'estro poetico scomparso e non stata pi capace di comporre una
poesia.
Pi facile invece scoprire gli spiriti di infermit che tormentano le persone infestate
o disturbate nella sfera fisica. Conosciamo dal Vangelo lo spirito di infermit della donna
ricurva (Mc. 5,25 ss.) e del muto indemoniato (Mt. 9,32 ss.). Questi spiriti producono
la malattia o la sostengono e impediscono che guarisca: sono influssi del maligno contro
cui va fatto l'esorcismo, diretto o indiretto.
Finalmente, per chiudere, notiamo che ci sono spiriti che contaminano un ambiente,
ed influiscono sulle persone che vi abitano. Uscendo da questo ambiente, le persone si
sentono pi libere e meno oppresse.
Di tutte queste diversit di situazioni bisogna tener conto nel corso della preghiera
per la liberazione, chiedendo luce al Signore.
Altre cose ci sono che non sono state qui notate, e che l'esperienza insegner
cammin facendo. Queste - credo - sono sufficienti per orientarsi in un ministero tanto
delicato quanto oneroso.
b) Schema di intervento
1. Il gruppo orante, possibilmente a digiuno, si riunisce nel luogo designato, che
sar purificato e benedetto, e sosta in preghiera personale per qualche minuto.
La celebrazione della liberazione ha inizio con un salmo introitale, per es. il salmo
95: Venite, applaudiamo al Signore o il salmo 24: Del Signore la terra... .
Segue la confessione dei peccati, o purificazione: Confessate perci i vostri
peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti (Gc. 5,16;
cfr. 1 Gv. 5,16). La confessione o purificazione si conclude con un salmo di lode per es.
salmo 66: Acclamate a Dio da tutta la terra .
Si invoca la presenza di Cristo e del suo Spirito, e si verifica l'unione di carit tra i
membri del gruppo, condizione indispensabile per proseguire.

2. L'accoglienza del fratello che chiede la liberazione viene fatta in un clima di


sincerit. Tutti debbono mostrare interessamento al fratello e attenzione al suo caso.
Mentre il fratello che presiede alla preghiera o un altro che abbia il dono del
discernimento si apparta con il paziente per un colloquio personale, gli altri
proseguono la preghiera con salmi di ringraziamento, sia collettivo (per es. salmi 33,
67, 68, 118, 124) che individuale (per es. salmi 18, 30, 34, 40, 144) e con invocazioni
spontanee.

3. Al termine del colloquio, si invita il paziente ad associarsi alla preghiera


di lode. Si possono usare preghiere spontanee, salmi di lode (per es. 105, 106, 145-
150), inni del N.T. (Fil. 2,6-11; Ef. 1,3-10; Col. 3,12-20; Ap. 4,11; 5,9-12; 12,10-12;
15,3-4; 19,1-2) e del V.T. (Is. 40,10-17; 42,10-16; 45,15-26; Ger. 31,10-14; Es. 15,1-
18; 1 Cr. 29,10-13; Dan. 3,26-45; 52-90), o della liturgia (Gloria, Santo).

4. Approccio. Durante la preghiera di lode il paziente potr associarsi alla


preghiera del gruppo, potr restare indifferente (la preghiera scivola e non lo interessa),
potr avere delle reazioni. Sfruttando i dati del colloquio avuto in precedenza,
continuando a conversare con lui, interrogando il Signore e tenendo conto delle divine
ispirazioni, dei testi della S. Scrittura, attraverso il discernimento comunitario, non sar
difficile formulare una diagnosi, che verr via via approfondita nella preghiera. La
diagnosi mira a stabilire se c' o non c' infezione diabolica, di che grado o di che
tipo tale infezione.
Se la diagnosi negativa, allora, dopo una breve preghiera di consolazione e
opportuni suggerimenti, il paziente viene congedato.

5. Se la diagnosi positiva, allora si procede alla preghiera di petizione. Si


chiede al Signore di liberare il fratello dai disturbi del maligno, o di scioglierlo dai
legami. Si pu iniziare con i salmi di liberazione (6, 22, 35, 42-43, 51, 54-59; 64,
69-70, 102, 130, 140-143) o con le litanie dei santi, e proseguire con preghiere
spontanee, con preghiere in lingue. Se il paziente in grado di pregare sia coinvolto
nella preghiera di petizione.
Nei gradi minori di infezione, ferite, legami, oppressioni, circumsessioni, la preghiera
cos fatta seguita normalmente da effetto: senso di sollievo e di rilassamento.

c) Casi di interventi particolari


1. Nei casi di infestazione, quando si individuata una potenza occupante, o
attraverso il colloquio, o attraverso la preghiera, o attraverso il discernimento, allora
bisogna procedere alla disinfestazione.
Si invoca la protezione di Ges: il suo Sangue prezioso che ci rivesta. Si invoca
la protezione di Maria: la sua verginit che ci circondi. Si invoca la presenza
dell'arcangelo S. Michele: la sua spada che ci difenda da ogni assalto del nemico.
Si fa appello quindi, in ginocchio, alla potenza del Signore, perch le forze del
male siano domate. opportuno recitare la formula: Umili se stesso,
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce. Per
questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che al di sopra di
ogni altro nome; perch nel Nome di Ges ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Ges
Cristo il Signore, a gloria di Dio Padre (Fil. 2,8-11).
Si chiede, a questo punto, al paziente di rinnegare i propri peccati, soprattutto
quelli legati allo spirito infestante, e di cacciare lui stesso il demone occupante. Chi
esercita l'autorit, interviene con il comando. Questo deve essere dato in maniera
specifica, nominando il demone che si vuole cacciare, e iniziando, se ce ne sono molti,
da quello della divinazione, e poi da quello della paura. Il comando pu essere fatto
mentalmente o sottovoce, ma con fermezza, usando qualsiasi formula, come il Signore
detta in quel momento. Gli altri preghino perch il potere di Cristo si manifesti nel ministro
che esercita la sua autorit.
Si continui nella preghiera e nell'esercizio dell'autorit finch il nemico non sia
eliminato, o almeno notevolmente piegato ed estenuato. Attenti a non stuzzicare il
nemico - molto facile - se poi non si riesce ad espellerlo o a domarlo, legando la sua
attivit.
Un senso di sollievo e di leggerezza annunzia l'effetto positivo della preghiera di
liberazione.
2, Nei casi di maleficio accertato, si proceda allo stesso modo: preghiera di
lode, discernimento, petizione, invocazione del potere di Cristo, dell'assistenza di Maria
e dei SS. Angeli.
Poi si inizia col Prologo di S. Giovanni. Si pu leggere utilmente la preghiera
contro i malefici tratta dal Rituale greco. Si prosegue con preghiere di lode, e preghiera
in lingue.
Se l'ammalato rigetta - avviene molto spesso - lo si aiuti caritatevolmente. Non si
diano per medicine od erbe per farlo rigettare, come usano spesso i maghi; n si ricorra
ad altri mezzi per liberarlo dal maleficio o eliminare i suoi disturbi psicofisici, ricordando
che le nostre armi sono spirituali.
Non per vietato, anzi consigliato, distruggere l'eventuale fattura a cui sarebbe
legato il maleficio, e chiedere per questo l'aiuto di persone esperte.
La liberazione dai malefici non facile. Ecco perch si consiglia di rimettere il caso al
sacerdote autorizzato.
3. Nei casi di possessione, piena o parziale. Nei nostri gruppi di Rinnovamento
non si trattano questi casi, che sono di esclusiva competenza dell'esorcista. Quando
durante la preghiera apparisse manifesta la possessione, allora non si prosegua.
Tutto al pi si pu leggere insieme l'esorcismo di Leone XIII, qualche preghiera di
lode. Si consoli il paziente, e si diano gli opportuni consigli.
4. Nei casi refrattari, quando dopo due o tre preghiere il paziente non dovesse
ricevere alcun beneficio dalla preghiera, allora bisogna riesaminare il caso per
vedere se la diagnosi sia sbagliata o se qualche cosa non andata nel gruppo di
preghiera. Se dopo altra preghiera lo stato del paziente dovesse pers istere, sar
opportuno rimettere l'ammalato al medico o ad altro gruppo orante.

d) Liberazione e convalescenza

La liberazione contrassegnata da un senso di leggerezza, di slegamento, di


vuoto.
Conviene subito invocare lo Spirito Santo perch riempia gli spazi vuoti,
rimargini le ferite, versi vino ed olio sulle livi dure lasciate dal nemico.
Convalescenza. molto importante seguire il paziente dopo la liberazione.
Innanzitutto bisogna consigliare di cambiare modi, abitudini di vita, e nei casi pi
gravi di cambiare ambiente. Il paziente dovr tenersi vicino a Dio con l'uso dei
sacramenti, la preghiera personale, la vita corretta. Dovr inol tre frequentare una
comunit o un gruppo di preghiera, per qualche tempo, perch la sua guarigione sia
condotta a compimento e siano rafforzate le sue difese contro il nemico che
certamente si far risentire.
Si tenga per certo che se liberare relativamente facile, mantenere libera la
persona pi difficile. Per questo conviene, nei casi gravi, non procedere alla
liberazione se prima non assicurato un congruo periodo di convalescenza,
nell'ambiente adatto.
Le prove di Giobbe
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; Sia benedetto il nome del
Signore!

C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva
Dio ed era alieno dal male... Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al
Signore e anche Satana and in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: Hai posto
attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno come lui sulla terra: uomo integro e retto,
teme Dio ed alieno dal male. Satana rispose al Signore e disse: Stendi la mano un
poco e tocca quanto ha e vedrai come ti benedir in faccia! . Il Signore disse a Satana:
Ecco, quanto possiede in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui . Satana
si allontan dal Signore... Allora Giobbe si alz e disse:
"Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritorner.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore".
Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche Satana
and in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: Hai posto attenzione al mio servo
Giobbe? Nessuno come lui sulla terra... Satana rispose al Signore: Pelle per
pelle; tutto quanto ha, l'uomo pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi un poco la
mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedir in faccia . Il Signore
disse a Satana: Eccolo nelle tue mani. Soltanto risparmia la sua vita .
Satana si allontan dal Signore e colp Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei
piedi alla cima del capo... Giobbe rispose (alla moglie): Come parlerebbe una stolta tu
hai parlato. Se da Dio accettiamo il bene, perch non dovremo accettare il male? . In
tutto questo Giobbe non pecc con le sue labbra . (Giobbe, cc. 1-2).

La liberazione di Sara
Quanto al cuore e al fegato del pesce, ne puoi fare suffumigi in presenza di una
persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo, e ces-
ser in essa ogni vessazione e non ne rester pi traccia alcuna .

Raffaele disse al ragazzo: Fratello Tobia! . Gli rispose: Eccomi! . Riprese:


Questa notte dobbiamo alloggiare presso Raguele che tuo parente. Egli ha una figlia
chiamata Sara. una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre una brava
persona. E aggiunse: Tu hai il diritto di sposarla. Ascoltami, fratello; io parler della
fanciulla al padre questa sera, perch la serbi come tua fidanzata .
Allora Tobia rispose a Raffaele: Fratello Azaria, ho sentito dire che essa stata gi
data in moglie a sette uomini ed essi sono morti nella stanza nuziale la notte stessa
in cui dovevano unirsi a lei. Ho sentito inoltre dire che un demonio le uccide i mariti. Per
questo ho paura: il demonio geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si
vuole accostare, egli lo uccide ...
Ascoltami, dunque, o fratello: Non preoccuparti di questo demonio e sposala.
Sono certo che questa sera ti verr data in moglie. Quando per entri nella camera nu-
ziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e mettine un poco nella brace degli incensi.
L'odore si spander, il demonio lo dovr annusare e fuggir e non comparir pi
intorno a lei. Poi prima di unirti a lei, alzatevi tutti e due a pregare... .
Lo introdussero nella camera da letto. Tobia allora si ricord delle parole di
Raffaele: prese dal suo sacco il fegato e il cuore del pesce e li pose sulla brace
dell'incenso. L'odore del pesce respinse il demonio, che fugg nelle regioni dell'alto Egitto.
Raffaele vi si rec all'istante e in quel luogo lo incaten e lo mise in ceppi (Tobia, cc.
6-8).

CONCLUSIONE

Eccoci alla fine di questo breve lavoro, destinato ai nostri gruppi di


Rinnovamento nello Spirito.
Non ho voluto corredarlo di un apparato critico, con note e riferimenti
bibliografici, sia per non appesantire la lettura, sia per l'indole dell'opuscolo e l'uso
che se ne deve fare.
Neppure ho voluto documentare con dati o fatti di esperienza personale quanto
son venuto via via dicendo, come forse sarebbe stato conveniente sotto un certo
profilo, per non presentare dei quadri in cui qualcuno corrivamente potrebbe rav-
visare casi personali o di propria conoscenza.
Comunque l'esperienza che ho acquisita in nove anni di ministero molto ricca,
con una vasta gamma di campionatura: oltre 1000 casi sono passati per le mie
mani.
Posso dire che oltre la met delle persone che hanno chie sto la preghiera di
liberazione era semplicemente ammalata di turbe neuropsichiche con somatizzazioni
varie, attribuite alla presenza o alla azione del maligno. Gente angosciata, preda di
paure, incapace di impegnarsi o di amare, che al primo approc cio rivelava
prostrazione fino allo svenimento o reazioni abnormi di tipo isterico o istero-
epilettico, con dissociazioni e proiezioni di presenze; ma che ad una indagine pi
profonda svelava il bambino che talvolta si nasconde in noi, il quale ha su bto i
traumi della madre, o stato lasciato solo nel momento del pericolo, o stato
trascurato affettivamente, o ha avuto un incidente di ordine fisico o morale nella
prima infanzia. Gente che stata trattata, pi che con preghiere di liberazione, con
Cristoterapia, intrisa di Verit e di Amore, allo scopo di recuperare nella forza di
Cristo l'unit della persona, parzialmente compromessa, e riportare l'armonia
interiore, facendo fare alla persona la pace con se stessa e con gli altri. Gran parte
di questa gente stata liberata. Evidentemente si trattato di libe razione
psicologica. In altre persone, sotto la corteccia di contorsioni e di crampi allo stomaco,
simulanti attacchi di infestazione diabolica, si sono scoperti rimorsi di coscienza per
peccati, talvolta obliterati (aborti, danneggiamenti, calunnie, ecc.). La terapia sacramen-
tale, gestita dal sacerdote con la collaborazione del gruppo orante, ha risolto la
situazione.
Sono stati relativamente pochi i casi di vera infezione o di infestazione - non ho
avuto mai un caso di possessione totale - legate a pratiche magiche o a situazioni
particolari, che hanno richiesto preghiere di liberazione e scongiuri. Ma anche in questi
casi la forza dell'Amore ha giocato un ruolo di primo piano.
Per cui sono entrato nella convinzione che, in ogni caso, le carte da giocare
sono la Parola, la Lode, l'Amore. Con la Parola si fa strada la Verit che rende
liberi ; con la Lode ci si apre al Liberatore; con l'Amore lo spirito malvagio che
odio scappa.
Questo ho voluto sottolineare per scoraggiare quanti ricorrono con facilit, e con
pericolo per s e per gli altri, a pratiche esorcistiche.
I casi pi refrattari ad ogni trattamento si sono manifestati alcuni malefici legati a
fatture e alcune ossessioni in soggetti isterici, in cui la presenza del nemico affonda le
radici nella costituzione stessa dell'individuo.
Per contro ho fatto questa esperienza: la presenza attiva periferica del maligno in
parecchie persone che neanche la sospettano, e che influenza il loro agire, e la
presenza di spiriti di discordia o di ignavia in alcune riunioni, anche di carattere
religioso, senza che nessuno se ne accorga, ma di cui molti subiscono gli effetti.
Sono soltanto alcune delle esperienze acquisite.
Il potente patrocinio della Vergine Maria, che ha stritolato la testa
dell'antico serpente, ci protegga sempre nell'esercizio cos gravoso
del ministero della liberazione, e ci accompagni sempre nel cammino
della vita.

APPENDICE
Testi liturgici

l. Dal Rituale Romano

Preghiera. Onnipotente Verbo di Dio Padre, Cristo Ges, Signore di tutto il


creato, a te che desti ai tuoi apostoli il potere di camminare sopra i serpenti e gli
scorpioni, e il comando veramente mirabile, di cacciare i demoni; a te che facesti pre-
cipitare Satana dal cielo come una folgore, con la forza del tuo braccio, io rivolgo
umilmente la mia supplica: d a me, indegnissimo tuo servo innanzi tutto il perdono
dei miei peccati, e poi una fede robusta e il potere di attaccare nel tuo nome e so-
stenuto dalla tua potenza, questo crudele demone, che turba il tuo servo... Te lo
chiedo per te stesso, Signore Ges Cristo, che devi venire a giudicare i vivi e i morti e
questo secolo nel fuoco. Amen! (Ed. 1954, p. 694).

Preghiera. O Dio, creatore e difensore del genere umano, che hai creato l'uomo a
tua immagine e somiglianza, guarda questo tuo servo... che viene attaccato dalle
insidie dello spirito immondo, e turbato, scosso e impaurito dalle mene dell'antico
avversario, dell'antico nemico della terra. Allontana, Signore, i suoi assalti, sventa le
sue insidie fallaci, caccia via il tentatore. Segna il tuo servo, e sia tutelato con il tuo
nome nell'anima e nel corpo. Custodisci il suo petto, le sue viscere, il suo cuore.
Dissipa i tentativi dell'avversario di penetrare nel suo intimo. Concedi, o Signore, la
grazia che, invocando il tuo santissimo nome, colui che fino ad ora incuteva timore,
egli stesso, atterrito e vinto, se ne fugga, in modo che questo tuo servo, con cuore
fermo e mente sincera, ti possa debitamente servire. Per Cri sto nostro Signore.
Amen. (Ed. 1954, p. 686).

2. Dal rito di iniziazione cristiana degli adulti

Col soffio della tua bocca allontana, Signore, gli spiriti maligni: comanda ad essi
di andarsene, perch il tuo regno vicino (p. 59).
Dio onnipotente ed eterno, che per mezzo del tuo unico Figlio ci hai promesso lo
Spirito Santo, ascolta la nostra preghiera per questo tuo servo che si offre a te;
allontana da lui ogni spirito maligno, ogni opera dell'errore e del peccato, perch possa
diventare tempio dello Spirito Santo. Per Cristo nostro Signore (p. 74).
Ti supplichiamo, Signore, per questo tuo servo, che si dichiara peccatore. Degnati
di reprimere la nefasta potenza del nemico, e fa che dopo l'esperienza della tua
misericordia, sia risanato dalle ferite del peccato e trovi la pace del cuore. Amen (p.
229).
Ti supplichiamo, Signore, per questo tuo servo, che ti adora come unico vero Dio:
illumina e visita il suo cuore, allontana da lui ogni tentazione e insidia del nemico,
guariscilo dai peccati e dalle infermit, perch aderendo alla tua amabile volont,
obbedisca con perseveranza al tuo vangelo. Amen (p. 228).

3. Dal rituale greco

Preghiera contro il maleficio

Kirie eleison. Signore Dio nostro, o Sovrano dei secoli, onnipotente e onnipossente,
tu che hai fatto tutto e che tutto trasformi con la tua sola volont; tu che a
Babilonia hai trasformato in rugiada la fiamma della fornace sette volte pi ardente e
che hai protetto e salvato i tuoi santi tre fanciulli; 1,11 che sei dottore e medico delle
nostre anime; tu che sei la salvezza di coloro che a te si rivolgono, ti chiediamo e ti
invochiamo, vanifica, scaccia e metti in fuga ogni potenza diabolica, ogni presenza e
macchinazione satanica, e ogni influenza maligna e ogni maleficio o malocchio di
persone malefiche e malvagie operati sul tuo servo..., e fa che in cambio dell'invidia
e del maleficio ne consegua abbondanza di beni, forza, successo e carit; tu,
Signore che ami gli uomini, stendi le tue mani possenti e le tue braccia altissime e
potenti e vieni a soccorrere e visita questa immagine tua, mandando su di essa
l'Angelo della pace, forte e protettore dell'anima e del corpo, che terr lontano e
scaccer qualunque forza malvagia, ogni veneficio e malia di persone corruttrici e
invidiose; cos che sotto di te il tuo supplice protetto con gratitudine ti canti: Il Si-
gnore il mio soccorritore e non avr timore di ci che potr farmi l'uomo ; e ancora:
Non avr timore del male perch tu sei con me,
tu sei il mio Dio, la mia forza, il mio Signore potente, Signore
della pace, padre dei secoli futuri .
S, Signore Dio nostro, abbi compassione della tua immagine e salva il tuo
servo... da ogni danno o minaccia proveniente da maleficio, e proteggilo ponendolo
al di sopra di ogni male; per l'intercessione della pi che benedetta, gloriosa Signora
la Madre di Dio e sempre vergine Maria, dei risplendenti Arcangeli e di tutti i tuoi
santi. Amen!

4. ESORCISMO contro Satana e gli Spiriti ribelli, di Leo ne XIII

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


Nel nome di Ges Cristo, nostro Dio e Signore, con l'intercessione dell'Immacolata
Vergine Maria, Madre di Dio, di S. Michele Arcangelo, dei SS. Apostoli Pietro e
Paolo e di tutti i santi, noi intraprendiamo la battaglia per respingere gli attacchi e
gli assalti del demonio.

Salmo 68: Sorga Dio e i suoi nemici si disperdano,


fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si disperde il fumo, tu li disperdi;
come fonde la cera di fronte al fuoco,
periscano gli empi.

V./+ Ecco la croce del Signore, fuggite potenze nemiche.


R./. Vince il leone della trib di Giuda, il discendente di Davide.
V./. La tua misericordia, Signore, sia su di noi.
R./. Come noi abbiamo sperato in te. Gloria Patri.

Noi ti esorcizziamo, spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico


infernale, legione, riunione, setta diabolica; nel nome e nel potere di nostro Signore +
Ges Cristo sii sradicato dalla Chiesa di Dio e dalle anime riscattate col pre zioso
sangue del divino Agnello +. - D'ora innanzi non osare pi, perfido serpente, ingannare il
genere umano, perseguitare la Chiesa di Dio, scuotere e crivellare, come frumento
gli eletti di Dio. Te lo comanda l'Altissimo Dio, al quale, nella tua grande superbia,
presumi essere simile.
Te lo comanda Dio Padre +; te lo comanda Dio Figlio +; te lo comanda Dio
Spirito Santo +.
Te lo comanda il Cristo, Verbo di Dio fatto carne +, che per la salvezza della
nostra razza perduta, a causa della tua gelosia, si umiliato e reso obbediente fino
alla morte .
Te lo comanda il segno della Croce + e il potere di tutti i misteri della nostra fede
cristiana.
Te lo comanda la potente Madre di Dio la Vergine Maria + che dal primo istante della
sua Immacolata Concezione per la sua umilt ha schiacciato la tua testa orgogliosa.
Dunque, dragone maledetto, e tutta la legione diabolica, noi ti scongiuriamo per il
Dio + vivo, per il Dio + vero, per il Dio + santo: cessa di ingannare le umane
creature e di versare su di loro il veleno della dannazione eterna; cessa di nuocere alla
Chiesa e di mettere lacci alla sua libert.

GLORIA A DIO PADRE


AL FIGLIO GESU
E ALLO SPIRITO SANTO
NEI SECOLI DEI SECOLI.
AMEN

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