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Luca Beltrami Gadola LINUTILE PRUDENZA DEL FUOCO AMICO Antonio Padoa Schioppa LA LEZIONE DEL VOTO. E ORA? Walter Marossi ELEZIONI REGIONALI. LE CIFRE E I CONFRONTI Marco Vitale DOPO LE ELEZIONI. LETTERA DAL FRONTE Giuseppe Ucciero E ORA POVERO GRILLO? Giuseppe Gario LE PROMESSE ELETTORALI E LA PROVVIDENZA Massimo Cingolani USURA E CREDIT CRUNCH: UNA VIA PER IL SUICIDIO Giulia Mattace Raso ELEZIONI A MILANO. SCUOLE CHIUSE. MA IL CONTO CHI LO PAGA? Rita Bramante
RIMPIANGEREMO GIORGIO NAPOLITANO E NON SOLO PER LART. 27
Marco Ponti NAPOLI HA FINITO LA BENZINA, PER LE ALTRE CITT SOLO QUESTIONE DI TEMPO Riccardo Lo Schiavo MILANO - LOMBARDIA. MA LA MAFIA SONO IO? Ciro Noja IMU. MA LA VERIT MI FA MALE Stefano Rolando BILANCIO A CALDO DELLE ELEZIONI REGIONALI IN LOMBARDIA VIDEO STEFANO DRAGHI : I DATI A BOTTA CALDA suggerimento musicale Linda Ronstadt canta DARK END OF THE STREET Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani www.arcipelagomilano.org
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(*) Gli argomenti di Krugman contro l'austerit sono noti e ampiamente condivisibili. Ma Krugman anche un euroscettico, ossia non si limita a osservare che l'unione monetaria senza unione politica non sta in piedi e che la crisi dei paesi periferici stata aggravata dall'aver rinunciato alla sovranit monetaria ma incapace di dare un valore ai sacrifici per tenere in piedi quel poco di unione. In altre parole, le critiche alla Germania sono sacrosante, quelle ai paesi che ne subiscono le decisioni vanno precisate. Lo stesso Monti, che pure impersona il partito pi tedesco, non pu essere identificato con le posizioni di
l'orgoglio per i suoi (pochi) momenti alti, perder. E meritatamente. A questo punto credo che la cosa da fare sia che il PD chieda esplicitamente a Grillo e ai suoi di indicare cosa vogliono. E trattare. Sono in Parlamento per legiferare: dicano cosa vogliono. E se possibile si trovi un accordo. Se sono in buona fede, dovrebbero accettare la sfida. I Cinque stelle potrebbero poi anche assentarsi al momento della fiducia al Senato.
Berlino. Il PD, seppur timidamente, dissente da Berlino; quello che manca al PD un pi profondo europeismo, un'idea di quale dovrebbe essere la politica estera dell'UE, un legame con gli altri partiti della sinistra europea senza di ci la sua posizione rester debole e incapace di contrapporsi al tatticismo tedesco. Comunque meglio il PD di quei partiti di sinistra e di destra che vedono l'uscita dalla UE come il toccasana Franco Continolo autore del recente saggio Milano clef dItalie, ed. Lampi di stampa
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www.arcipelagomilano.org trebbe continuare all'infinito. La ricerca del perch di una sconfitta elettorale spesso simile a quella della sconfitta calcistica: con il senno di poi sono tutti straordinari allenatori. Meglio lasciar perdere, ringraziare chi ci ha messo la faccia e ripartire da zero.
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vestitori esteri si ritirano. Se pi della met del debito dello Stato italiano non finanziato dalle banche e dalle famiglie italiane, quale effetto potr avere una parola d'ordine che diviene, nelle nostre condizioni concrete, minaccia, pericolo grave e urgente, di non avere di ritorno i denari prestati? Come potr fare fronte Grillo alla bancarotta pubblica, alla conseguente paralisi dello stato, al mancato pagamento di stipendi e pensioni, alle prestazioni del welfare verso la totalit dei cittadini, quegli stessi che lhanno votato per averli quei servizi? Grillo non potr mantenere la sua parola d'ordine, per la semplice considerazione che gli effetti colpirebbero proprio i suoi elettori. E come potr anche solo pensare di uscire dall'euro? Come potr effettivamente farsi carico della tempesta finanziaria distruttiva innescata anche solo dal pericolo concreto che questo accada? Di nuovo, non potr dare seguito a una parola d'ordine tanto demagogica quanto irrealizzabile, e non perch poteri forti, che
pure ci sono e operano, vi si oppongano, ma perch le conseguenze che ne deriverebbero sarebbero devastanti prima di tutto per i suoi elettori, i quali dopo averlo votato lo metterebbero immediatamente in croce, per non doversi loro inchiodare in prima persona. E come potr effettivamente distribuire il reddito di cittadinanza, concetto anche nobile e molto interessante in s, ma che presuppone la radicale trasformazione della societ, dei suoi caratteri culturali e dei suoi equilibri economici e di distribuzione del reddito. Se oggi, a fronte di un pur modesto prelievo come quello dell'IMU montato un sordo e trasversale risentimento, in che modo, con quale faccia, Grillo potr mettere le mani nelle tasche degli italiani per trarne, come tassazione aggiuntiva e assai pi pesante, il denaro necessario per consegnarlo ai cittadini beneficiari, i quali nello stesso momento diventeranno per i suoi sostenitori parassiti e ladri? Davvero Grillo pu pensare anche solo un momento di fare tutto questo? Non potr farlo, per la semplice
ragione che i primi a cacciarlo sarebbero i suoi stessi elettori. E davvero si opporr alla cittadinanza per i giovani italiani di origine straniera, e davvero insister con la mafia che non esiste? E cos via discorrendo, la sua proposta politica, messa finalmente alla prova dal suo successo elettorale, non potr che mostrarsi per quella che : un insieme di vaffa, di proposizioni contraddittorie, finora legate da un unico collante, l'odio che la cosiddetta societ civile ha maturato verso i ladri della societ politica, un odio che intanto possibile nella misura in cui da tempo questa nostra societ civile non si guarda pi allo specchio. Si pu morire di successo elettorale? Lo vedremo presto, purtroppo. Purtroppo perch la lezione sar durissima e la pagheremo tutti, quelli che lhanno votato per non pagare dazio e quelli che non lhanno votato, accomunati nel destino di una nazione che non riesce proprio a divenire fino in fondo moderna. Povero Grillo, e poveri noi.
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www.arcipelagomilano.org vuole capire. Naturalmente, come si sa da sempre, specie in Lombardia, la Provvidenza non fa tutto il lavoro. Ci sarebbe voluto anche discernimento da parte di noi italiani e in particolare lombardi, che non da oggi siamo nellocchio del ciclone, e lo chiamiamo modello lombardo. Molti non hanno avuto orecchie per intendere e hanno fatto il giochino delle tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano. La maggioranza ha fatto come le scimmiette, saremo trattati da scimmiette. Tutti.
ELEZIONI A MILANO. SCUOLE CHIUSE. MA IL CONTO CHI LO PAGA? Giulia Mattace Raso
Abbiamo preso la nostra tessera elettorale e siamo andati a votare. Proprio l dove siamo sempre andati: nella scuola del quartiere pi vicina a noi. Nel Comune di Milano gli edifici sede di seggio elettorale sono 211: escludendo gli ospedali e le case di riposo contiamo 185 scuole, 125 le elementari. Scuole chiuse vuol dire bimbi a casa: chi paga il conto? Chiuse da venerd pomeriggio fino a gioved mattina: tutto il tempo necessario a prenderne possesso, assegnare il materiale elettorale, allestire i seggi, insediare le commissioni elettorali, votare, scrutinare, scrutinare ancora grazie allelection day ci sono anche le regionali, smontare, pulire, e finalmente riconsegnare la scuola ai suoi abitanti di diritto. Nello stesso tempo le famiglie milanesi si sono ritrovate i bambini a casa senza il pranzo del venerd, e tre lunghi giorni da organizzare. Pochi quelli che hanno pensato di raddoppiare la settimana bianca (le scuole erano chiuse anche per i giorni del carnevale), alcuni si sono salvati con i nonni o avranno allestito reti di mutuo soccorso, altre avranno preso ferie, altre ancora avranno cercato una baby sitter. Le famose mamme acrobate milanesi. Perch tocca ancora a loro pagare il conto? un conto salato: consideriamo il caso di una famiglia i cui figli frequentino una scuola elementare a tempo pieno. Le ore da coprire con i bambini a casa sono state 28, il costo medio allora per una baby sitter di 8 euro, totale 224 euro. Ipotizziamo una scuola di piccole dimensioni con tre sezioni, le classi sono 15, ciascuna con 25 alunni: 375 alunni. Se anche solo un terzo delle famiglie avesse dovuto pagare le baby sitter il conto complessivo sarebbe 28.000 euro. In tutta la citt le elementari coinvolte sono 125: il totale 3.500.000 milioni. Calcolo al ribasso?
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www.arcipelagomilano.org Calcoliamo anche questi nei costi elettorali, o li aggiungiamo alle gabelle comunali? La valutazione cinica che si vota ogni cinque anni, e quindi che le famiglie sopportano una tantum? Varrebbe la pena considerare soluzioni alternative, la pi banale sarebbe quelle di utilizzare le scuole medie o i licei, a quellet per esempio non c pi bisogno di accudimento. Eppure ci deve essere una qualche logica nascosta (ordine pubblico?), a parte lovvia distribuzione territoriale degli edifici: non sono pochi i casi in cui i plessi ospitano scuole di diverso ordine e grado, ma si sceglie comunque di insistere sulle elementari quando se ne potrebbe fare a meno, come in zona 1 le scuole di via Commenda, via Olona, via Giusti, e via SantOrsola / piazza Massaia, in zona 3 le scuole di via Sacchini e di via Pisacane, in zona 5 quelle di via Saponaro, in zona 6 in via Scrosati e in zona 8 via Monviso e via Moscati. In questi casi perch non accorpare le sezioni elettorali? Vengono chiuse scuole intere per utilizzare solamente quattro / cinque classi, la distanza per i votanti da casa non varia, ma la qualit delle vita delle famiglie si. Spero che lassessora Bisconti, che ce lha proprio per delega, voglia considerare anche questo aspetto nel suo mandato, e insista perch lUfficio Elettorale del Comune possa intraprendere strade diverse dalle consuete. Trovare nuove sedi e comunicarle ai votanti non pu essere valutato un costo insormontabile, a fronte di quello neanche tanto occulto che si chiede alle famiglie di sostenere. Il voto per posta, gi concesso ai residenti allestero, non potrebbe diventare una prassi? Negli Stati Uniti la norma e anche nella vicina Svizzera abitudine consolidata. Milano Smart City non potrebbe cominciare a ragionare sul voto telematico? Con primi ambiti di applicazione le petizioni popolari e i referendum cittadini? La Commissione consiliare Referendum Approvati Iniziativa Popolare - Digitalizzazione - Trasparenza - Agenda Digitale presieduta da Marco Cappato sembra fatta apposta...
NAPOLI HA FINITO LA BENZINA, PER LE ALTRE CITT SOLO QUESTIONE DI TEMPO Marco Ponti
La notizia apparsa su tutti i giornali con grande evidenza: lazienda napoletana ha sospeso per un giorno i servizi di trasporto pubblico perch ha finito il carburante. Tutti in coro (nessuno escluso) a lamentarsi: ecco la conseguenza dei tagli del governo Monti. Ma nessuno andato a vedere i conti. In Italia abbiamo nel trasporto pubblico una serie di fantastici record: tariffe bassissime a confronto degli altri paesi europei, e costi altissimi. Un lavoratore nel settore costa allazienda intorno ai 50.000 allanno, contro un costo medio del lavoro nel settore privato che si aggira sui 38.000. Sembra che anche la produttivit
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www.arcipelagomilano.org del lavoro nei trasporti pubblici non sia entusiasmante, al contrario. Due ottime cose, alti salari e basse tariffe, per i lavoratori e per gli utenti. Ma questo regime ovviamente richiede alti livelli di sussidio pubblico, e questi sono soldi che non possono andare ad altri servizi sociali. A Milano, che ha unimpresa di trasporti pubblici che sembra abbastanza efficiente rispetto ad altre, il costo dei sussidi ha raggiunto un milione di euro al giorno. Di nuovo, niente di male, ma a due condizioni: a) che la cosa sia nota ai cittadini, ma non lo , e non lo persino a diversi giornalisti del settore, tanto il segreto deve essere gelosamente custodito, e, b) che ci fosse stato un pubblico e ben informato dibattito sulle priorit sociali cui destinare i soldi del comune e della regione. Mai se ne vista traccia, n con lamministrazione precedente n ora. Sono assolutamente certo che questa insostenibile situazione vale per tutta Italia, e in modo assolutamente bipartisan. Ma la storia non finisce qui. In Italia, per legge, bisognerebbe mettere in gara i servizi. Mica liberalizzarli n privatizzarli, attenzione! Solo fare un bando serio per vedere se c qualche impresa, pubblica o privata, che per un periodo limitato (5-7 anni) pu offrire gli stessi servizi alle stesse tariffe chiedendo meno sussidi. Cio un intervento prudentissimo, non certo una rivoluzione antisociale. Ma le gare o non sono state fatte proprio, o sono state fatte per finta, in modo da far vincere sempre e comunque limpresa pubblica che cera prima (nel 99% dei casi, una vera presa in giro). ovvio che in questo modo i costi non sono scesi. Dulcis in fundo, non si fatta lautorit indipendente di regolazione che avrebbe dovuto garantire gare non truccate. (Un amministratore dellazienda napoletana, credo molto onesto, mi ha detto qualche anno fa, e io non volevo credere alle mie orecchie non si possono fare le gare, perch il Comune ci d soldi in nero per ripianare i bilanci, e con un privato non si potrebbe fare). Risultato di questa gestione dissennata e monopolistica del settore: la voragine dei conti sta diventando incolmabile. Ma cosa fanno gli enti locali? Piangono come coccodrilli, danno la colpa al governo ladro, e alla fine tagliano i servizi ai cittadini! Nessuno per osa aumentare le tariffe a livelli europei, o ridurre i costi con gare serie. Spesso si trovano soluzioni provvisorie e truffaldine, con prestiti e mutui, che rimandano solo nel tempo la resa dei conti, soprattutto a quando occorrer comprare mezzi nuovi. Ora, dal punto di vista sociale meglio avere tariffe un po pi alte o non riuscire ad andare a lavorare? meglio avere aziende monopolistiche e pubbliche, che garantiscono tanti voti e posti nei consigli di amministrazione, o avere aziende efficienti, pubbliche o private che siano, che garantiscano alla gente servizi a costi sopportabili per le casse del Comune, a rischio di venire cacciate in malo modo? Il coccodrillo il simbolo di note magliette sportive, ma dovrebbe essere cucito, molto in grande, su quelle di quasi tutti gli assessori ai trasporti dItalia.
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www.arcipelagomilano.org provincia delle mire della criminalit organizzata, val sempre la frase Milano vicino all'Europa ... . Si pone quindi il problema di come affrontare tale situazione, spesso si hanno di fronte persone che non si immagina minimamente a chi appartengano. A questo punto dovrebbe intervenire la politica con una forte proposta bipartisan che fotografi la situazione e intervenga .Non facile con la selva di leggi oggi in vigore andare ad aggredire le attivit di origine non legale, delimitare il campo di intervento consentendo di enucleare dal corpo la parte sana. Bisogna ricordare che molte aziende di origine illegale spesso danno lavoro e il loro sequestro porta all'abbandono delle medesime, alla conseguente chiusura, alla perdita di posti di lavoro. Oramai distinguere il malaffare mafioso da quello della borghesia che predica bene e razzola male difficilissimo, spesso la differenza va ricercata nell'albero genealogico.
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www.arcipelagomilano.org coraggio di usare parole desuete e considerate piuttosto ridicole), perch lunica imposta veramente federale, che consentirebbe di misurare in maniera ravvicinata luso pi o meno efficace dei nostri soldi, di stabilire un controllo del rapporto imposte/servizi a portata del cittadino. E soprattutto perch dire alla gente che lIMU iniqua di per s vuol dire continuare a lisciare il pelo agli elettori facendo pensare che i servizi che ognuno di noi usa li deve pagare qualcun altro: e sappiamo come va a finire, questo qualcun altro poi il debito pubblico, cio il futuro, cio il domani dei nostri figli. A meno che laumento smisurato del debito e degli interessi non ci seppellisca tutti molto prima.
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ARTE
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questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Modigliani, Soutine e la Collezione Netter
Di Modigliani si detto e scritto di tutto. A iniziare dal suo soprannome, Mod, gioco di parole tra il suo cognome e lespressione peintre maudit, il pittore folle. Si sa della sua dipendenza cronica da alcol e droghe, si sa del suo grande amore, leterea Jeanne, si sa della loro tr agica fine. Esponente di rilievo della cosiddetta Scuola di Parigi, Modigliani ha davvero segnato unepoca, pur nella sua breve esistenza, influenzando artisti e generazioni future. Un artista incompreso, come molti altri allinizio della carriera, e che pot sopravvivere soprattutto grazie allaiuto di generosi e lungimiranti mecenati. Dopo Paul Alexandre e Paul Guillaume, entra in gioco un collezionista atipico, schivo e riservato, che aiuter Mod nei suoi anni pi cruciali: Jonas Netter. Industriale ebreo emigrato a Parigi, Netter negli anni riuscir a mettere insieme una straordinaria collezione di opere darte, pi di duemila, scegliendo gli artisti pi promettenti e interessanti, affidandosi al suo gusto personale ma anche a quello di un uomo completamente diverso da lui per stile di vita e carattere, Leopold Zborowski. Polacco, arriva a Parigi nel 1914 insieme alla moglie, per tentare la carriera artistica. La ville lumire lo trasformer invece, a suo dire, in poeta. E in un mercante. Grazie alle conoscenze e alle frequentazioni dei caff e dei locali di Montparnasse, Zborowski conosce e frequenta gli studi degli artisti pi talentuosi, e poveri, che stipendia e compra per Netter, con il quale aveva precisi rapporti commerciali. Un sodalizio lungo pi di un decennio, interrotto in brusco modo nel 1929, e che condurr Netter ad avere 50 dipinti di Modigliani, 86 Soutine e 100 Utrillo. Ed proprio Maurice Utrillo, figlio della ex modella e pittrice Suzanne Valadon, a essere stato il grande amore di Netter. In mostra molti paesaggi, declinati nei diversi periodi e momenti della sua vita. La precoce dipendenza di Utrillo dallalcol non gli ha impedito di lavorare tantissimo, a scopo terapeutico, e di ispirarsi alla pittura impressionista, soprattutto di Pissarro. Netter amava i suoi artisti come dei figli, sostenendoli in ogni modo: pagava stipendi, studi e materiali, pagava anche alcol e cliniche di disintossicazione. Ma in realt la collezione molto variegata. Oltre agli artisti maledetti per eccellenza, Mod e Soutine -con i suoi paesaggi espressionisti e i materici quarti di bue- presenta anche fauve come Derain con le fondamentali Grandi bagnanti del 1908, e de Vlaminck; molte opere di Suzanne Valadon, il neoplasticista Helion, Kisling, Kikoine, Kremegne e altri artisti dellEst- e non soloscappati da una vita di miseria per approdare a Parigi, citt ricca di promesse, di collezionisti e simbolo, con Montmartre, Montparnasse e i loro caff, di una vita bohemien e ribelle. Certo non tutto al livello delle opere di Modigliani, sono presenti anche pittori minori e nomi forse poco conosciuti. Ma daltra parte la coll ezione il frutto del gusto e dellestetica personale di Netter, che ha saputo riunire tutti quegli artisti, diversi per storia, cultura e Paese, e che hanno segnato la storia dellarte europea. Dice il curatore, Marc Restellini: Questi spiriti tormentati si esprimono in una pittura che si nutre di disperazione. In definitiva, la loro arte non polacca, bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale; semplicemente, a Parigi che tutti hanno trovato i mezzi espressivi che meglio traducevano la visione, la sensualit e i sogni propri a ciascuno di loro. Quegli anni corrispondono a un periodo demancipazione e di fermento che ha pochi eguali nella storia dellarte. Di Jonas Netter, uomo nellombra, oggi non rimane quasi niente, solo un suo ritratto fatto da Moise Kisling e qualche lettera. La sua eredit pi grande sono senza dubbio le opere darte che oggi, dopo pi di settanta anni, tornano a essere esposte insieme per ricreare una delle epoche doro della pittura europea. Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti - Palazzo Reale, fino all8 Settembre 2013 - Orari: Luned: 1430 - 19.30. Dal marted alla domenica: 9.30-19.30. Gioved e sabato: 9.30-22.30 - Costo: Intero 9 euro, ridotto 7,50 euro.
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www.arcipelagomilano.org registrandone le opere presenti nei territori confinanti con Cremona e in Valpadana, Benedetto precocemente orientato sulla Ferrara di Leonello dEste, tra lo Studiolo di Belfiore, Donatello e Rogier van der Weyden. A contornare i tarocchi dei due mazzi bembeschi presenti in mostra, quello di Brera e quello dellAccademia Carrara di Bergamo, sono esposte alcune significative opere, selezionate per tentare di delineare, alla luce delle pi recenti riflessioni critiche, le scelte espressive dei vari fratelli. Codici disegnati e miniati, tavolette da soffitto e dipinti su tavola e anche, da Cremona, i ritratti dei duchi Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti (1462), affreschi strappati dalla chiesa di SantAgostino, mai usciti dalla citt, e lIncoronazione di Cristo e di Maria. Il tutto per testimoniare la produzione quasi seriale di questa famiglia di artisti. E proprio la bottega (o le botteghe) dei Bembo rappresentano un modello esemplare del fervore culturale che anima, dalla met del Quattrocento, Cremona, scelta nel 1441 per celebrare il matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, fondatore della nuova dinastia. Nel segno delle nozze ducali si intrecciano, simbolicamente, i vecchi e i nuovi orizzonti culturali: la tendenza milanese a un visione gotica propriamente internazionale, derivata da Giovannino de Grassi e da Michelino da Besozzo, con uno sguardo pi moderno, aggiornato sulle novit portate dal toscano Masolino, ma anche sulla lezione pi espressiva in arrivo da Padova e Ferrara. In mostra anche un capolavoro eccezionale: i disegni del Lancillotto, che ne fanno un codice-capolavoro della cultura cavalleresca, sempre attribuito alla bottega di Bonifacio Bembo. I tarocchi dei Bembo. Una bottega di pittori dal cuore del Ducato di Milano alle corti padane Pinacoteca di Brera Dal 21 febbraio al 7 aprile Orari 8.30-19.15 da marted a domenica (la biglietteria chiude alle 18.40) Biglietti Intero: 10,00 Ridotto: 7,00
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www.arcipelagomilano.org levoluzione dellarte e dei suoi temi dal 45 a oggi, attraverso oltre 100 lavori di grandi artisti contemporanei come Daniel Hirst, Richter e Merz. A giugno entra in gioco la fotografia. Quasi 1000 fotografie provenienti dal prestigioso Moderna Museet di Stoccolma, racconteranno la storia della fotografia a partire dal 1840 fino ad oggi. Da ottobre in poi la stagione riprender con grande vigore con due super mostre. La prima si intitoler Da Pollock alla Pop Art, e proporr ai visitatori niente meno che le prestigiose opere degli Espressionisti Astratti americani conservate presso il Whitney Museum di New York, concentrandosi sugli artisti pi influenti e importanti, coprendo un arco di tempo che va dalla fine degli anni Quaranta ai primi anni Sessanta: da Jackson Pollock - protagonista indiscusso - a Willem de Kooning, Mark Rothko, Franz Kline e Barnett Newman. Se questo non bastasse, ecco arrivare anche una retrospettiva sullitaliano Piero Manzoni, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Per gli appassionati della pittura pi tradizionale ci sar invece la possibilit di visitare la mostra su Bernardino Luini, pittore lombardo leonardesco, a cui sar dedicata una mostra autoctona, curata dal Comune di Milano e dalla Pinacoteca di Brera. Anche il PAC far la sua parte, con le mostre di Jeff Wall, artista canadese considerato uno dei pi influenti fotografi contemporanei (a marzo), e di Adrian Paci (a ottobre), artista albanese di grande successo internazionale. Non poteva mancare anche il Museo del 900, che ad aprile propone il nome di un artista intramontabile: Andy Warhol. Non pitture, film o fotografie, ma stampe, relative ai pi celebri nuclei e soggetti dellartista, protagonista della Pop art americana. La GAM di via Palestro invece punta su artista di casa, Medardo Rosso. Unoccasione per presentare le nuove sale della galleria, aperte dal prossimo autunno, in cui verr risistemato e riqualificato il pi importante nucleo di opere al mondo di questo artista. Ci fermiamo qui, ma il programma in realt molto pi vasto e sviluppato su quasi tutte le sedi museali milanesi, dal Castello, al Museo del Fumetto, allArcheologico, alla Rotonda della Besana. Un programma vario e ricco, sintomo di una rinnovata attenzione verso larte e le sue manifestazioni.
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www.arcipelagomilano.org opere, avviluppandosi man mano nel mondo tutto privato che fu un tempo della collezionista, e che da oggi diventa spazio pubblico. Molteplici punti di vista come molteplici e di diversi orientamenti furono le passioni di Claudia Gian Ferrari. Collezionare il Novecento. Claudia Gian Ferrari gallerista, collezionista e storica dellarte - Fino al 3 marzo 2013 Museo del 900 Orari lun 14.30 19.30 mar, merc, ven e dom 9.30 19.30 giov e sab 9.30 22.30 Ingresso intero 5 euro
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Matteo Collura Sicilia La fabbrica del mito
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Mercoled 20 aprile, ore 18, il libro verr presentato a Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano, relatori Erminia Dell'Oro e Marta Morazzoni Con Sicilia.La fabbrica del mito, Matteo Collura conclude la trilogia, dedicata alla propria terra, che ha avuto inizio con In Sicilia del 2004 e proseguita con L'isola senza ponte del 2007, entrambi editi da Longanesi. Un terzo tempo, dunque, dedicato all'irriducibile perdurare di quello che, per gli storici dal fiato corto, una sorta di Provvidenza: il mito, emblema rappresentativo, il pi rappresentativo della Trinacria, che esercita una fascinosa ancorch stucchevole dittatura nella vicenda plurimillenaria dell'Isola. Ma il mito, osserva Collura, altro non che una delle molte maschere imposte alla Sicilia, nel corso delle sue tante stratificazioni umane, storiche e culturali, i cui divulgatori, come sempre avviene, sono coloro che definiamo vincitori. Del resto, ricorda il Principe di Salina nel Gattopardo, siamo stati avvezzi, da una lunga, lunghissima egemonia di governanti che non erano della nostra religione, che non parlavano la nostra lingua, a spaccare il capello in quattro. Se non si faceva cos, non si scampava dagli esattori bizantini, dagli emiri berberi, dai vicer spagnoli..
Questa forma di adattamento, che poi una straordinaria forma di resistenza, ha salvato i siciliani dallo sparire, ancorandoli, tuttavia, a una durata attenta esclusivamente al passato e incapace di dare luogo a correnti vitali. Da ci, sottolinea Collura, citando ancora il Gattopardo l'incredibile fenomeno della formazione attuale dei miti che sarebbero venerabili se fossero antichi sul serio, ma che non sono altro che sinistri tentativi di rituffarsi in un passato che attrae soltanto perch morto. Anche se-aggiungiamo noi - quel passato remoto ha suscitato tante e tanto profonde suggestioni da far scrivere a Paul Luis Courier (facente parte dell'armata napoleonica bloccata nella primavera del 1806 sulla costa della Calabria) che nel traversar lo Stretto Non volger l o sguardo indietro... Voglio vedere la patria di Proserpina e sapere perch il diavolo ha preso moglie proprio in quel paese. E pagina dopo pagina Collura, con affettuosa puntualit e impagabile ironia, offre una risposta, anzi un ventaglio multicolore di risposte alla domanda di Courier. Assistiamo cos al ratto con fine di matrimonio (come recitava fino a non molto tempo fa il nostro codice penale) consumato da Elio Vittorini ai danni, se cos si pu dire, di Rosa Quasimodo, nell'estate del 1927. Alla misteriosa morte di Vincenzo Bellini.
Alla vicenda profetica di Salvatore Giuliano, in cui la presenza della madre acquista un rilievo decisivo e straziante. Cos come nelle processioni pasquali in Sicilia la figura della Vergine appare sempre pi dolorosa che quella di Cristo. Alla torbida questione dei monaci mafiosi di Mazzarino, conclusa con la risposta di padre Agrippino, durante il dibattimento processuale, al Pubblico Ministero che gli aveva domandato cosa fosse per lui la mafia Figliolo, confesso che non lo so. Di agghiacciante attualit, dopo le recentissime polemiche sul Petrolio pasoliniano, la narrazione delle vite e delle morti parallele di Ippolito Nievo e di Enrico Mattei, con i quali far scomparire delle gigantesche e terribili verit storiche. Narrazione alla quale Collura pone come epitaffio la seguente affermazione: Una cosa certa: se si viaggia portando con s dei segreti, dalla Sicilia si parte ma non si arriva poi a destinazione. Cos stato per Ippolito Nievo, cos per Enrico Mattei. Perch? Perch cos vuole una irriducibile maledizione, chiamata mistero siciliano. Mistero che aleggia in tutte le altre ricostruzioni dell'Autore, come quelle dedicate a Raymond Roussel e al caso di Ettore Majorana. (Paolo Bonaccorsi)
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www.arcipelagomilano.org nuovo), dallaltro rende lidea di una ripetizione sistematica che dal punto di vista tematico molto interessante. Il linguaggio semplice e diretto, mai generico, e ha unautorialit ben precisa, riconoscibile in altri testi di Santeramo, come ad esempio Sequestro allitaliana: i personaggi hanno un particolare equilibrio nellutilizzare termini e costruzioni sintattiche poco complessi, popolari, quasi dialettali, ma nel formulare con essi argomentazioni ironiche e talvolta intellettualmente sofisticate; si tratta di uninteressantissima forma di ibrido fra il realismo dellambientazione, delle problem atiche, dei toni e appunto del linguaggio, e una sorta di nonrealismo che emerge quando i personaggi commentano la situazione in cui loro stessi si trovano con uno sguardo lucido e distaccato che chi agisce come agiscono loro, dallinterno, non potrebbe avere. Leo Muscato riesce a rendere teatrale una trama che forse avrebbe avuto bisogno del cinema (infatti in origine era una sceneggiatura), fa-
cendo in modo che siano gli attori a creare gli spazi, muovendosi e i ncontrandosi con soluzione di continuit anche se si passa da una scena in banca a una in campagna. Gli attori sono bravi ma soprattutto quel che fa la differenza sono affiatati e si lasciano andare nel gioco teatrale con fiducia reciproca, risultando per questo motivo molto veri e naturali, a riprova del valore che pu avere un lavoro di compagnia ben guidato e che si appoggia su un testo solido. Uno spettacolo fatto con niente, da vedere.
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org SCUSATE, MA NON HO SAPUTO RESISTERE
Scusate, ma non ho saputo resistere, s congeda con questa battuta il Dottor King Schultz in Django Unchained [USA, 2012, 165] di Quentin Tarantino. Allo stesso modo Christoph Waltz, attore austriaco che interpreta King Schultz, ha salutato la platea degli Academy Award dopo aver ricevuto lOscar al Miglior attore non protagonista. Quello a Waltz stato un Oscar quasi scontato dopo leccellente interpretazione del cacciatore di taglie che accompagna Django verso la liberazione della sua amata moglie. Cos come, qualche anno fa, era stato giustamente premiato per la parte del colonnello SS Hans Landa in Bastardi senza gloria [USA, 2009, 153]. Due interpretazioni indimenticabili, quelle di Waltz, entrambe scritte e riprese dalla mano di Quentin Tarantino. Waltz stesso, nel 2009, riconobbe il merito del regista che con i suoi metodi di navigazione poco ortodossi era riuscito a condurre la nave verso il successo; ancora nel 2013, lattore ha ringraziato il creatore del suo maestoso mondo, Quentin Tarantino. E, per il maestoso mondo creato in Django, anche il regista viene premiato dagli Academy per la Miglior sceneggiatura originale. Unaccoppiata irresistibile Tarantino - Waltz fa tenere gli occhi incollati alla magia dello schermo, facendo crescere il prurito del desiderio di uscire dalla sala per citare, raccontare, ricordare quelle battute e quelle sequenze che gli spettatori non si stuferanno mai di vedere e rivedere. Ho fatto un bingo!, esulterebbe il Colonnello Landa di Bastardi senza gloria. Lha fatto anche Waltz, il bi ngo, con due nomination e due premi ritirati. Ma, soprattutto, il bingo labbiamo fatto noi amanti del cinema scoprendo che quando Tarantino e Waltz lavorano insieme c sempre il rischio che stia per nascere un capolavoro. La notte degli Oscar, ovviamente, ha premiato anche altri meritevoli, ma quando ho visto lattore austriaco e Tarantino salire sul palco Scusate, ma non ho saputo resistere! Paolo Schipani
PROMISED LAND
di Gus Van Sant [U.S.A., 2013, 106'] con Matt Damon, John Krasinski, Frances McDormand, Rosemarie DeWitt, Hal Holbrook
Io non vendo gas naturale ma la voglia di ricominciare. Si presenta con questa frase da manuale del perfetto venditore, Steve Butler (Matt Damon), protagonista di Promised Land e miglior procacciatore d'affari della multinazionale del gas che rappresenta. Steve abituato a vendere illusioni. Gira il Paese prospettando alla gente una facile soluzione ai suoi problemi economici, una terra promessa nascosta sotto la propria fattoria o i propri terreni. Dave Eggers, creatore del soggetto, Matt Damon, nelle vesti di sceneggiatore e Gus Van Sant ci raccontano l'ultima missione di Steve prima di diventare dirigente della Global; l'ultima occasione in cui costretto ad affrontare personalmente tutta questa gente che lui vede esclusivamente sotto forma di profitti per l'azienda. McKinley, in Pennsylvania, per un posto diverso dagli altri. La democrazia sembra trovare un buon modello di attuazione, le assemblee ricevono partecipazione e importanza e la gente si aiuta per una salvezza comune. Non un terreno fertile per gli imbonitori. La sceneggiatura di Matt Damon parte da questo radicale contrasto per evidenziare lo scontro tra valori. Da una parte il cinismo di chi approfitta e lucra sulla debolezza del prossimo, sulla povert a seguito della crisi agricola e sull'incertezza del futuro. Dall'altra l'onest e dignit di una popolazione che, nelle vesti di una bambina che vende limonate, decide di non farsi comprare dal denaro degli avvoltoi. Valori che Steve finisce per recuperare, rendendo cos Promised Land, una storia di redenzione. Non la prima di questo 2013 cinematografico, se pensiamo al capitano di Flight (Robert Zemeckis - Denzel Washintgon) e all'ex poliziotto di Broken City (Allen Hughes Mark Wahlberg). Con una ripresa dall'elicottero dei terreni ancora incontaminati di McKinley, Gus Vant Sant ci saluta in chiave ottimistica. Le multinazionali milionarie sono formate da uomini come Steve Butler, che chiudono a
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www.arcipelagomilano.org chiave la propria coscienza. Non bisogna, tuttavia, perdere la speranza in persone comuni come Alice (Rosemarie DeWitt) e il professor Yates (Hal Holbrook) capaci di trovare il grimaldello giusto per andarla a recuperare. Marco Santarpia
CIRQUE DU SOLEIL: MONDI LONTANI di Andrew Adamson [Cirque du Soleil: Worlds Away, USA, 2012, 91]
con Erica Kathleen Linz e Igor Zaripov, e gli artisti del Cirque du Soleil (Las Vegas)
Una fiaba antica dal sapore orientale delle Mille e una notte. Nel racconto cornice di una fiera di campagna una ragazza senza nome (che chiameremo Alice) un po spaesata incrocia lamore della sua vita, un giovane trapezista che si esibisce nel piccolo circo interno alla fiera. Durante lo spettacolo il Trapezista (tutti i personaggi sono anonimi nel film), commette un errore, cade e la sabbia del palco si tramuta in un vortice che inghiotte il Trapezista e Alice portandoli in un Paese delle Meraviglie, dove vengono separati da esseri semi-umani che imprigionano il giovane. Alice con in mano un volantino del Trapezista (mezzo del riconoscimento finale) va in cerca dellamato, guidata dal suo Bianconiglio, un triciclo che si muove da s, allinterno dei padiglioni circensi che creano questi mondi lontani. Il Trapezista viene liberato da alcuni amici che lo portano nellultimo padiglione della giungla fatata, senza che prima riesca a incontrare Alice, ma solo a intravederla Un amore, separazione, peripezie, riconoscimento e, infine, ricongiungimento in un mozzafiato gran pas damour, un duetto sospeso sulle corde. Una trama antica che ha luogo in un Paese delle Meraviglie dove il teatro entra nel teatro in una spirale metateatrale, dove non importa nascondere i trucchi di scena: questo il circo! Come in tutte le fiabe, la morale. Quello un Paese delle Meraviglie, nel quale le navi sono sospese nellaria, i combattimenti avvengono su pareti verticali e il mimo diventa sovrano assoluto, prendendo il posto delle parole e persino dei nomi; ma quelle meraviglie sono create da uomini, con laiuto di costumi, cavi di sicurezza e tanto esercizio fisico: possiamo vivere la nostra vita come una meraviglia, come un circo. Unavventura da non perdere per chi, grande o piccino, abbia voglia di sognare. Domenico G. Muscianisi
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