Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
nostri
Introdu
zione
• Nel corso della storia il ruolo della donna è
radicalmente mutato. Il lungo cammino di
emancipazione ha dimostrato alla società che le
donne sono egualmente capaci di svolgere lavori
“da uomini”: oggi vedere una donna poliziotta,
astronauta, scienziata, atleta o scrittrice è la
normalità (ed è per questo che i pregiudizi ancora
non totalmente sradicati ci sembrano inconcepibili);
tuttavia fino a settanta anni fa queste mansioni
lavorative erano inavvicinabili dalle donne, relegate
in casa nel ruolo di madri e mogli, private del diritto
di conseguire una realizzazione personale.
• Le donne di oggi non sono altro che il risultato delle
ardue e continue battaglie di quelle di ieri. Ora
ripercorreremo il progresso della figura femminile
nella storia, a partire dall’età antica fino ai nostri
giorni.
• Per analizzare l’evoluzione della figura della
donna partiamo dall’età antica, prendendo in
esame il periodo che va dalla comparsa delle
prime civilizzazioni alle grandi realtà greco-
romane.
• Durante questo lunghissimo arco di tempo il
ruolo della donna ha subito diverse variazioni,
passando da oggetto di culto a figura
“oggettificata” obbligata a sottostare alle
regole di una società ai tempi patriarcale.
Tuttavia possono essere osservati anche
molteplici altri aspetti interessanti legati a
credenze popolari o a opinioni di grandi
scrittori e personalità del passato, dei quali
riporterò citazioni emblematiche
sull’argomento.
• Nelle prime civiltà paleolitiche la donna era vista come importante figura di culto,
legata a rituali propiziatori per assicurare la fecondità della terra e delle donne in
Dalla generale, veniva rappresentata soprattutto in statuette votive chiamate “Veneri”.
Presso le civiltà del Nilo invece la donna ricopriva anche importanti ruoli politici e
preistoria familiari, potendo diventare sia sacerdotessa che capofamiglia se vedova. Tuttavia se
accusata di adulterio veniva messa a morte.
alla civiltà • Le donne della civiltà egeo-cretese in più oltre a poter partecipare alla celebrazione
egeo- dei riti, o a prender parte alle assemblee pubbliche erano solite partecipare anche ai
vari giochi che si tenevano. Di fatto sono stati rinvenuti molteplici affreschi che
cretese ritraggono giovani ragazze intente a partecipare alla “tauromachia” ,o a indossare abiti
eleganti.
Dalla civiltà greca a
quella romana
• Veniamo ora alle più grandi e importanti civiltà della storia
all’interno delle quali a differenza delle precedenti la donna
era costretta spesso alla sottomissione, fatta eccezione per
gli Etruschi dove la donna era considerata talmente tanto
importante da poter essere portata anche a banchetto dal
marito!
• Per i Greci la donna era subordinata e passiva al
capofamiglia o al padre, che potevano decidere tutto per lei.
Non era chiesto il suo consenso per il matrimonio ed era
costretta a dover badare continuamente alla casa e ai figli
reclusa nel gineceo. Solo le donne spartane e le eteree
godevano di maggiore libertà.
• Euripide chiamava la donna come: “peggiore dei mali";
Aristotele invece diceva che essa fosse per natura
“difettosa e incompleta”. È evidente come fosse
considerata dunque in netto svantaggio rispetto all’ uomo.
• Infine presso i Romani la condizione della donna era
pressoché simile a quella dei Greci, se non fosse che in
ambito familiare ricopriva una posizione di rilievo nella
gestione della domus e nell’ educazione dei figli. Questo per
le matrone o donne sposate. quelle ancora giovani e nubili
invece dovevano sottostare al pater familias e non
partecipavano alla vita nel foro. in ogni caso tutte non
possedevano i tria nomina ma avevano solo il nome
Età medievale
• Sulla condizione della donna nel Medioevo sappiamo che ricoprì un
ruolo subalterno all’uomo, che fu priva di un riconoscimento sociale e
di diritti, destinata a vivere e a realizzarsi all’interno della propria
casa. Tuttavia la donna, anche durante questo periodo, riuscì in
alcuni casi a ritagliarsi spazi di autonomia.
• Le donne non potevano esprimersi in pubblico e se dovevano
partecipare a un processo un parente stretto doveva parlare al suo
posto. Il destino della donna medievale era il matrimonio e la
procreazione, inoltre l'arretratezza dell’igiene e della medicina
causava la morta di una donna su sette durante il parto.
• La dama medievale aveva condizioni di vita migliori, le donne delle
famiglie benestanti erano di solito una preziosa merce di scambio per
la loro famiglia e il matrimonio era uno strumento di alleanza, mentre
le figlie erano avviate al matrimonio in tenera età: sono attestati casi
di bambine date in sposa anche a 10 anni.
• Con il matrimonio, la famiglia di origine della donna dava a questa
una dote. La dote era un insieme di beni che poteva aiutare la coppia
a costruire la propria casa o per poter avere una base economica su
cui fare affidamento. Variando la condizione sociale della donna
variava anche la dote.
• Le donne contadine si occupavano dei campi e del bestiame sin dalla più
tenera età, e in campagna le donne si occupavano degli orti, della produzione
casearia e della birra
• Alcune donne lavoravano nell’edilizia, nelle miniere e nella gestione di
locande e alberghi.
• La presenza femminile era anche registrabile nella produzione tessile. Vi
erano poche donne che svolgevano la professione di medico o ginecologa e
la professione di ostetrica era riservata alle donne.
Un’alternativa al matrimonio, era la vita religiosa, in cui le donne potevano
diventare suore, monache o badesse. La badessa era una figura autorevole:
guidava le monache e la vita del monastero. Inoltre la vita religiosa poteva
permettere alle donne di ricevere un’istruzione e di esercitare la pratica
educativa.,