La donna nella storia, dal medioevo fino ad ora, ha avuto una continua
emancipazione e a seconda del periodo ruoli differenti ed una diversa considerazione.
• Nella società medioevale gli unici ruoli che poteva svolgere erano i lavori domestici
e nei campi.
• Nei primi decenni dell’Ottocento incominciò ad entrare nell’ambito lavorativo della
fabbrica, anche se non poteva ancora avere un’istruzione che le garantisse una reale
parità con l’uomo.
Alla fine dell’Ottocento lo sviluppo della società in direzione dell’urbanizzazione e
della industrializzazione modificarono i modi di vivere, le professioni e le esigenze
tradizionali. Le donne incominciarono ad avere maggior autonomia. Alcune donne
della storia accedono all’istruzione superiore ed entrano a fare parte del corpo
docente. Altre donne, a più bassi livelli sociali, lavorano negli ospedali come
infermiere, negli uffici pubblici come dattilografe e segretarie, nei negozi come
commesse, nelle fabbriche come operaie. Tuttavia erano retribuite meno degli uomini
e fortemente discriminate. Era ancora diffusa l’idea che il ruolo della donna fosse
quello della casalinga dedita alla cura della casa, del marito e dei figli. La società,
sebbene fosse cambiata repentinamente e in profondità, restava patriarcale e
maschilista.
• Nel 1890 nascono negli Stati Uniti le prime associazioni femminili, che lottano
tenacemente per ottenere il diritto di voto e la possibilità di partecipare alla vita
politica. Il loro esempio viene seguito anche in Gran Bretagna nel primo decennio del
‘900. Venivano chiamate suffragette o “le furie criminali di Londra” perché la loro
richiesta principale era il suffragio universale e la loro lotta consisteva anche in azioni
spettacolari: una giovane donna si getta davanti al cavallo del re durante una corsa, un
gruppo di donne si incatena alle inferriate di Westminster, altre fanno scioperi della
fame, della sete e del sonno, infrangono vetrine, incendiano chiese. Il loro slogan con
cui promuovono numerose riunioni pubbliche è “Fatti non parole”. Nel luglio del
1914 il movimento femminista sta attraversando un momento particolarmente felice e,
dopo altre conquiste, spera di raggiungere l’uguaglianza politica. Il 1914 avrebbe
potuto essere l’anno delle donne ma fu l’anno della guerra che riporta ogni sesso al
suo posto.
• La prima guerra mondiale è stata un potente acceleratore dell’ingresso delle donne
nel mondo del lavoro. Infatti, nei paesi impegnati nel conflitto, le donne sostituiscono
per quattro anni gli uomini partiti per il fronte in tutte le professioni, comprese quelle
più faticose. Le donne, anche quelle appartenenti ai ceti medi, incominciano a
diventare quadri tecnici nelle imprese, rappresentanti di commercio, conduttrici di
tram, garzoni nei caffè.
• Dopo la prima guerra mondiale, in 21 nazioni fu concesso il diritto di voto alle
donne. Nonostante questo, la parità con gli uomini era ancora lontana. Negli stessi
anni la condizione delle donne peggiorò in Italia, in Spagna e in Germania, perché il
fascismo e il nazionalismo ripresero molti aspetti della cultura maschilista e
antifemminista. Il fascismo volle occuparsi anche della costruzione del tipo di donna
ideale, che era comunque un essere in stato di inferiorità. Il regime fascista fu
soprattutto “virile”, maschilista: le manifestazioni culturali dell’epoca straripavano di
un universo dominato dagli uomini. Secondo questa società la donna ideale doveva
essere: “Custode della casa e degli affetti, incitatrice alle nobili imprese, consolatrice