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Belle epoque e le suffragette

La donna, nella storia della civiltà occidentale, è sempre stata


subordinata all'uomo: le differenze tra i due sessi hanno portato il
maschio a prevalere e ad occupare un posto privilegiato nella
società.
La donna fin dall'antichità, è sempre stata considerata un essere
inferiore e si è evoluta in una società sostanzialmente misogina.
I primi movimenti per l'uguaglianza delle donne nascono durante la
rivoluzione francese, in quanto "uguaglianza" in quel periodo è
quasi una parola d'ordine insieme a libertà e indipendenza, ma in
realtà la donna che lotta per questo fine , Olympe de Gouge, finisce
sulla ghigliottina.
Nell'Ottocento la donna svolge unicamente la funzione di "angelo
del focolare": in famiglia, l'unica autorità riconosciuta è quella del
padre e del marito, ma la cura della casa e dei figli è addossata
totalmente alle donne.
In quasi nessun paese viene riconosciuto loro il diritto di voto,
tranne che, nel 1869, nello stato americano del Wyoming e solo nel
1920 voteranno in tutti gli Stati Uniti.
Un secolo più tardi, con la rivoluzione

industriale, dall'Inghilterra, le donne prendono coscienza della loro


condizione e non si riconoscono più nell'immagine di creatura
deboli, passive, per natura inferiore e si ribellano.
Solamente all'inizio del '900 la condizione della donna comincia a
cambiare e si può parlare, di donne " in movimento ": incominciano
a nascere organizzazioni e associazioni di donne che si univano per
combattere assieme contro tutte le discriminazioni della
società misogina che da secoli le opprimeva.
L'uscita dal tunnel si presenta con la seconda rivoluzione industriale
e con nuove opportunità di lavoro.
La trasformazione più appariscente riguarda la donna piccolo-
borghese attraverso il suo ingresso trionfale nel settore terziario,
cioè dei servizi: amministrazione pubblica.
Ospedali, poste, banche e negozi si riempono di segretarie,
dattilografe, infermiere e commesse.
Un vero e proprio boom riguarda l'insegnamento elementare che
diviene prevalente soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Pur essendo malpagata la professione di maestra è abbracciata con
entusiasmo dalle ragazze sia di estrazione proletaria sia da quelle
del ceto medio.
Muta anche il ruolo della donna aristocratica e alto borghese che,
da severa custode delle tradizioni familiari, assume la veste di
donna fatale con ai piedi uomini-schiavi da dominare; si agguerisce
il drappello delle donne intellettuali che, lasciato il ruolo di dame di
carità o di scrittrici solitarie, divengono giornaliste, entrano nelle
Università e conducono battaglie politiche.
Per quanto riguarda le donne operaie, con i loro bambini occupati
nelle fabbriche appoggiano leggi sociali che arginano lo
sfruttamento disumano del loro lavoro: viene ridotto l'orario di
lavoro, alzato il limite d'età per l'assunzione dei fanciulli, proibito il
lavoro in miniera, quello notturno e quello domenicale.
Nascono anche le prime forme di protezione alla maternità, ma la
manodopera femminile continua ad essere sottopagata e il suo
diritto all'occupazione non garantito.

Nel 1903 Emmeline Pankhurst fonda in Inghilterra


un'organizzazione il cui fine è quello del riconoscimento del
suffragio universale femminile le cui seguaci sono dette
SUFFRAGETTE, un nome derisorio che esprime disprezzo nei loro
confronti.
Nel suo diario, la Pankhurst parla delle differenze nell'educazione
tra maschi e femmine: "L'istruzione dei maschi era considerata un
argomento molto più serio che l'istruzione delle femmine.
I miei genitori discutevano la questione dell'istruzione di mio
fratello come un argomento di grande importanza.
Si occupavano invece molto meno dell'educazione da dare a me e
alle mie sorelle.
In quel periodo, l'istruzione femminile sembrava avere come
obiettivo principale il modo di rendere accogliente la casa."
Le suffragette devono affrontare vecchi pregiudizi contro le donne:
la stampa le mette in ridicolo, i loro comizi si svolgono in mezzo
all'indifferenza o all'ostilità della gente, la polizia è dura nei loro
riguardi.
Per farsi ascoltare fanno scioperi della fame, s'incatenano ai
lampioni del gas per non essere portate via durante le
dimostrazioni, sommergono il parlamento inglese di richieste
scritte.
Esasperate, nel 1911 le donne passano dalle manifestazioni alle
lotte violente: fracassano vetrine dei negozi, intasano le cassette
postali con la marmellata e incendiano due stazioni ferroviarie.
Centinaia di suffragette sono ferite negli scontri con la polizia:
diverse decine sono arrestate, ma le condizioni del carcere sono
così dure che proclamano lo sciopero della fame.
Le autorità le nutrono a forza mentre l'opinione pubblica comincia a
indignarsi per quelle forme di vera e propria tortura.
Nel 1913, una suffragette arriva a suicidarsi in pubblico gettandosi
sotto gli zoccoli del cavallo di re Giorgio V durante il derby
dell'ippodromo di Epson.
La lotta delle donne è solo all'inizio : il diritto al voto viene
riconosciuto in Inghilterra nel 1918.
In Italia leader del nascente movimento femminista sono ANNA
MARIA MOZZONI, scrittrice di orientamento socialista e la scrittrice
ANNA KULISCIOFF, che fu tra i fondatori del Partito Socialista, ma
all'inizio le loro rivendicazioni vengono considerate stravaganze di
una minoranza esaltata suscitando disprezzo e diffidenza.
Quanto agli uomini, i socialisti sono contrari perché temono il voto
delle donne contadine, legate alle organizzazioni religiose e quindi
contrarie al socialismo; i cattolici, per la stessa ragione, erano
favorevoli.

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