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L’attività di PSC
Prof. Nicolò Carnimeo – Diritto della Navigazione
Nella Convenzione di Montego Bay (1980) nell’ art. 94 è previsto che ogni Stato sia
tenuto ad esercitare efficacemente, sulle navi che inalberano la propria bandiera, la
propria giurisdizione ed il proprio controllo sugli aspetti di carattere amministrativo,
tecnico e sociale.
Gli artt. 94.3 e 94.4 stabiliscono che lo Stato debba adottare tutte le misure idonee ad
assicurare la sicurezza delle navi che battono la propria bandiera tanto con riferimento:
Il ruolo L’Unione europea si adegua alla normativa internazionale con una serie di
disposizioni che hanno avviato una sorta di armonizzazione di intenti e procedure
dell’Unione a partire
dalla direttiva 93/75/CE del Consiglio, del 13 settembre 1993 relativa alle condizioni
Europea minime necessarie per le navi dirette a porti marittimi della Comunità o che ne escono
e che trasportano merci pericolose o inquinanti
la direttiva 94/57 CE del 22 novembre 199418 che per prima ha determinato norme
comuni per gli organi che realizzano le ispezioni e le visite di controllo delle navi e per
le relative attività delle amministrazioni marittime e gli enti di classificazione.
La direttiva Una delle prime norme fondanti per l’attvità di PSC è la direttiva
95/21/CE 95/21/CE del Consiglio del 19 giugno 1995, concernente
(GUCE 07 luglio “L’attuazione di norme internazionali relativa alla sicurezza delle
navi, alla prevenzione dell’inquinamento e alle condizioni di vita e di
1995 n.157; lavoro a bordo, per quelle navi che approdano nei porti comunitari e
che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati membri
attuata in Italia Di rilievo anche la direttiva 98/25/CE che tiene conto delle
con d.m. n. 432 modifiche apportate alle Convenzioni internazionali MARPOL,
SOLAS e STCW e la direttiva 98/42/CE che ha modificato i criteri,
del 19 aprile previsti dall’art. 5.2, di selezione delle navi da sottoporre
prioritariamente all’ispezione
2000
Molto efficace è stata la direttiva 1999/97/CE che ha permesso
agli Stati di utilizzare qualsiasi misura per combattere il fenomeno
delle navi sub-standard, compresa la pubblicazione dell’elenco
delle navi ispezionate, i fermi e gli accessi negati ad altri porti
dell’Unione;
Il ruolo la direttiva 2001/106/CE che rende obbligatorio il regime di
dell’Unione ispezione delle navi potenzialmente pericolose, rafforzando le
disposizioni della direttiva 95/21/CE;
Europea La direttiva 2002/84/CE ha voluto, invece, rendere più efficace e
capillare l’attuazione della legislazionecomunitaria in materia di
sicurezza marittima, di tutela dell’ambiente;
La direttiva 2009/16/CE ha portato ad un nuovo regime di
ispezione da attuare da parte degli Stati membri, sebbene a sua
La direttiva volta sia stata ulteriormente modificata dalla direttiva
2013/38/UE
2009/16/CE26, La direttiva prevede sulle attività di PSC una maggiore frequenza
recepita con il delle ispezioni alle navi che approdano in un porto dell’UE,
indipendentemente dalla loro nazionalità
d.lgs. n. In tale prospettiva si contempla la creazione di una «lista nera» delle
53/2011 unità. «pericolose» e potenzialmente «inquinanti».
A seconda della loro performance, le navi ogni anno sono inserite
all’interno di una delle tre liste white, grey, black.
La «black list» La flotta italiana è inserita nella cosiddetta “white list”, ossia tra le
flotte più affidabili e che danno più garanzia sotto il profilo della
sicurezza della navigazione
Il nuovo impianto della materia è stato definito dalla direttiva
2013/38/UE che è stata recepita nel nostro ordinamento dal d.lgs. n.
La direttiva 67/2015.
2013/38/UE Qui, oltre che ridefinire gli obblighi ispettivi e le procedure, vi sono
disposizioni in materia di fermo, di cooperazione e pubblicazione di
recepita nel notizie connesse ai fermi ed alle ispezioni ed i fattori che
permettono al PSCO di determinare le navi da sottoporre
nostro prioritariamente ad ispezione.
ordinamento (si vedano l’art. 1 - 2 dell’allegato I del decreto del 13 ottobre 2003,
n. 305)
dal d.lgs. n.
67/2015
In base alle diverse convenzioni e/o codici, sulla base della loro
gravità, si può prevedere il fermo della nave, definito, come:
«il formale divieto posto ad una nave di prendere il mare a causa
delle deficienze individuate che, da sole o nel complesso, rendono
la nave insicura»
Il fermo della Tra le cause principali che determinano il fermo della nave vi è la
mancanza dei certificati e documenti validi richiesti dagli strumenti
nave pertinenti. Durante la verifica dei certificati si deve accertare la
pertinenza della normativa nazionale alle convenzioni, codici e
disposizioni internazionali. Infatti, all’interno dell’allegato, sono
elencati gli ambiti di pertinenza della SOLAS, del codice IBC, del
codice IGC, della Convenzione LOAD LINES, della MARPOL 73/78 ,
della STCW 78/95 e direttiva 2008/106/CE la quale elenca i controlli
relativi all’adempimento ai requisiti della Convenzione STCW durante
le procedure di PSC, delle Convenzioni dell’ILO.
Dalle norme esaminate ad ogni nave attribuito un profilo di rischio che
determina il livello di priorità, la frequenza e l’entità delle ispezioni cui la
nave deve essere sottoposta.
Il “Profilo Nave a Rischio – SRP” serve a valutare se una nave sarà
considerata a:
rischio elevato (HRS);
Il profilo di standard (SRS) o a
rischio basso rischio (LRS).
Questi ultimi (LRS) sono sottoposti ad un controllo dopo i 24 mesi
dall’ultima ispezione, con un periodo massimo senza l’ispezione di 36
mesi.
I profili SRS, invece, sono sottoposti ad un intervallo di controllo tra 10 e 12
mesi, mentre i profili HRS affrontano intervalli di controllo più rigorosi,
cioè ogni 6 mesi. Si tratterà di ispezioni approfondite: c.d. ispezione estesa
In tutti i casi in cui dall’ispezione emergono o vengono confermate
rilevanti carenze, l’ispettore dovrà accertarsi che le deficienze siano
eliminate (art. 22, comma 1).
Quando l’ispettore rileva lacune tali che le operazioni svolte a bordo
siano pericolose per la sicurezza, informa l’Autorità competente
locale, e può disporre il fermo della nave. Il provvedimento
Il notificato al comandante della nave e viene immediatamente
informata l’Autorità competente locale ai fini del diniego delle
procedimento spedizioni, come prescritto dell’articolo 181 cod. nav.